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Alleanza Cooperative a Lollobrigida: no a penalizzazioni Ue

Alleanza Cooperative a Lollobrigida: no a penalizzazioni UeRoma, 23 ott. (askanews) – “Occorre scongiurare l’inserimento di criteri e modifiche al testo della proposta della Commissione europea relativa al programma di promozione 2024 che vadano a penalizzare i settori delle carni rosse e lavorate e del vino, pilastri fondamentali dell’agroalimentare italiano. Siamo convinti che il governo italiano darà ancora una volta prova di saper difendere le produzioni di alta qualità del nostro made in Italy dalle ricadute negative che le politiche intraprese dalla Commissione rischiano di arrecare a comparti così strategici del nostro agroalimentare”.

Con queste parole il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini rivolge il suo appello al ministro dell’Agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida alla vigilia della votazione prevista il 25 ottobre a Bruxelles nella riunione del Comitato di gestione sull’Annual Work Programme, il programma di lavoro annuale per la promozione dei prodotti agricoli. “Auspichiamo una forte presa di posizione del nostro governo a tutela degli interessi degli agricoltori e delle imprese e cooperative agroalimentari del Paese”, ha aggiunto Piccinini. “È fondamentale assicurare che le politiche europee siano equilibrate e rispettose di tutte le produzioni nazionali e che non vengano introdotte discriminazioni nei confronti di carni rosse e vino che, sulla base di alcune formulazioni della bozza di programma, rischierebbero – ha concluso – di venir escluse dal budget stanziato per finanziare i programmi di promozione destinate ai mercati interni”.

Osterie d’Italia di Slow food: 1750 locali di cucina territorio

Osterie d’Italia di Slow food: 1750 locali di cucina territorioRoma, 23 ott. (askanews) – Sarà in libreria dal 25 ottobre Osterie d’Italia 2024, la trentaquattresima edizione della guida targata Slow Food che recensisce più di 1750 locali segnalati per la cucina territoriale, la selezione degli ingredienti e l’accoglienza genuina.

Sono 1752 i locali segnalati nell’edizione 2024: accanto a osterie, ristoranti, enoteche con cucina, agriturismi, compaiono in numero sempre maggiore tipologie ristorative alternative come pastifici, pub e gastronomie. Tra questi, sono 311 i locali premiati con la Chiocciola, ovvero il massimo riconoscimento assegnato alle insegne che si contraddistinguono per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con i valori di Slow Food. Sono ben 163 i nuovi indirizzi inseriti in guida e, per la prima volta, i riconoscimenti storici della Chiocciola e della Bottiglia e il più recente Bere Bene sono stati assegnati anche ai locali segnalati negli inserti, ovvero quei locali la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabili esclusivamente nella regione di appartenenza. Dei 245 locali segnalati negli inserti, sono in 15 ad aver ricevuto la Chiocciola: 1 trippaio fiorentino, 4 indirizzi di supplì e pizza al taglio romani, 2 indirizzi per gli arrosticini abruzzesi, 7 pizzeie campane e 1 indirizzo per il morzello calabrese.

Per questo, il numero delle Chiocciole distribuite per regione varia sensibilmente portando la Campania a essere la regione con il maggior numero di locali chiocciolati (39), seguita dalla Toscana (28) e dal Piemonte (26).

A Bologna Confagricoltura in piazza per sostenere la Fruit Valley

A Bologna Confagricoltura in piazza per sostenere la Fruit ValleyRoma, 23 ott. (askanews) – Una manifestazione a sostegno della Fruit Valley italiana nel cuore dell’Emilia Romagna, a Bologna. A organizzarla è stata oggi Confagricoltura Emilia-Romagna: duemila frutticoltori hanno aperto il corteo con i trattori, partendo da piazza dell’Unità fino in piazza Lucio Dalla, dove si è svolto un incontro pubblico.

“Solo negli ultimi cinque anni, abbiamo perso – spiegano i vicepresidenti regionali di Confagricoltura, Gianluca Vertuani e Andrea Betti – migliaia di ettari di alberi da frutto, sono crollate le superfici coltivate a pero (-26%), pesco (-24%), nettarine (-16%) e albicocco (-16%). E per le principali specie frutticole della nostra regione – sottolinea – nel 2023-2024 si prevede un ulteriore calo, in media dell’8-10%, spinto soprattutto dagli effetti del maltempo, gelate primaverili, alluvioni e frane”. Confagricoltura Emilia Romagna chiede quindi “azioni tempestive per tutelare il valore delle produzioni locali di qualità, non perdere competitività e quote di mercato, difendere aziende e posti di lavoro lungo la filiera, salvaguardare il patrimonio ambientale e paesaggistico quindi frenare gli espianti, ma soprattutto invertire il trend in continua crescita delle importazioni di frutta”.

Tra le 8 richieste principali, quelle di prevedere adeguati risarcimenti in presenza di danni da calamità alle produzioni e accelerare la liquidazione dei rimborsi; rafforzare il sistema assicurativo per favorire l’accesso alle polizze e renderle meno costose; concedere la moratoria bancaria senza addebito. E ancora, garantire sgravi contributivi sulla manodopera; ripensare la strategia UE “From farm to fork” sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari e sostenere gli investimenti finalizzati alla difesa attiva.

Assofrantoi: extravergine 100% italiano? Non sotto 11 euro in Gdo

Assofrantoi: extravergine 100% italiano? Non sotto 11 euro in GdoRoma, 23 ott. (askanews) – Olio extravergine sempre più caro sugli scaffali dei supermercati? Probabilmente sì, almeno nei prossimi mesi. La non sufficiente produzione italiana, il crollo di quella spagnola e l’aumento dei costi di produzione, faranno sì che l’olio di oliva extravergine 100% made in Italy non si possa trovare a scaffale a meno di 11,5-12 euro per una confezione da 0,75 litri. A spiegarlo in una intervista ad Askanews è Paolo Mariani, presidente di Assofrantoi-Confagricoltura.

Questi prezzi, decisamente più alti della media degli anni passati, potrebbero però “indurre il consumatore a consumare di meno – spiega Mariani – quindi potremmo avere una ulteriore contrazione dei consumi. D’altra parte, già da alcuni anni si sta verificando una riduzione dei consumi di olio extravergine, visto che siamo passati da 15 litri a persona all’anno a 12 litri”. Un problema non solo per il settore, che potrebbe andare incontro a maggiori giacenze, ma anche da un punto di vista salutistico: “quali sono i prodotti che andranno a sostituire l’olio extravergine?”, si chiede il presidente di Assofrantoi, ricordando che già da tempo è “iniziata la speculazione sugli oli di semi, a partire da quello di girasole”. Assofrantoi è una delle 3 associazioni di frantoiani riconosciute con decreti del ministero dell’Agricoltura, nata nel 2012. Assofrantoi ha sedi nelle principali regioni olivicole (Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) e tra gli iscritti ci sono quasi 380 frantoi, pari all’8% dei frantoi italiani sul totale dei circa 5000 esistenti. Molti dei quali, però, sono così piccoli da non essere aderenti ad alcuna associazione. E, in Italia, solo uno è il frantoio classificato come industriale. E si trova in Puglia, la regione olivicola per eccellenza. “Gli altri sono classificati come frantoi artigianali e agricoli, che lavorano in media da 5.000 a 25.000 quintali di olive. Come già accade con le aziende agricole, la cui dimensione media in Italia è di 1,3 ettari, anche i frantoi sono tanti e di dimensioni estremamente contenute”.

Una frammentazione che non aiuta il settore. Ad esempio, spiega Mariani, in “Spagna tutta la produzione nazionale di olio viene trasformata da 1200 frantoi, mentre in Italia c’è un frazionamento delle aziende agricole che pesa sui costi”, anche perchè i costi di molitura nei frantoi medio-piccoli sono alti. Nel dettaglio, “i prezzi della molitura, per la campagna 2023-24, saranno di 1,20-2 euro a quintale e, insieme ai 4,5-5 euro di costi di produzione, a quelli per imbottigliamento, packaging, trasporti e agli utili della Gdo (che pesa per il 30%), contribuiranno ad arrivare a un prezzo a scaffale pari a circa 12 euro per un olio evo 100% italiano”. “Il settore olivicolo in Italia ha bisogno di un piano olivicolo nazionale, di progetti di filiera, di promozione e di contratti di rete”, dice Mariani, sottolineando che “gli agricoltori piccoli e medi in qualche modo devono essere messi insieme”. Secondo Assofrantoi servono “filiere organizzate che distribuiscano la redditività all’interno della filiera tra agricoltori, trasformatori e imbottigliatori. Serve poi molta promozione e anche la capacità di comunicare la storia dell’olio exravergine italiano”.

Il tanto desiderato, citato e mai realizzato piano olivicolo è sempre il convitato di pietra: “in Spagna hanno iniziato nel 1970 con i piani olivicoli – conclude Mariani – e noi parliamo ancora oggi della necessità di realizzare un primo piano olivicolo”. La produzione di olio di oliva italiano è stimata per il 2023-24 a 290mila tonnellate, +20% sul 2022 e al di sotto delle medie storiche. Un quantitativo che non copre il fabbisogno italiano tra export e consumi interni, che ammonta a circa 600mila tonnellate annue.

Agroalimentare, Fini (Cia) a Lollobrigia: Ue non discrimini

Agroalimentare, Fini (Cia) a Lollobrigia: Ue non discriminiRoma, 23 ott. (askanews) – La politica di promozione Ue “deve continuare a essere inclusiva e a sostenere in modo equo e proporzionato tutti i comparti dell’agroalimentare, rifiutando atteggiamenti discriminatori che rischiano di penalizzare e stigmatizzare determinati prodotti, senza peraltro considerare le quantità consumate e le modalità di consumo”. È la posizione del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini che, in una lettera inviata al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, esprime grande preoccupazione per la votazione del 25 ottobre a Bruxelles sulla proposta della Commissione europea relativa al programma di promozione 2024, in cui viene reintrodotta una formulazione discriminante nei confronti delle carni rosse e lavorate e delle bevande alcoliche.

Come già accaduto in passato, infatti, nell’ambito dei criteri per la valutazione dei progetti di promozione, è stato inserito nella bozza del programma di lavoro annuale 2024 per le proposte destinate al mercato interno “l’allineamento con gli obiettivi del Piano europeo per la lotta contro il cancro, in particolare incoraggiando a una dieta maggiormente a base vegetale, con meno carne rossa e lavorata e altri alimenti legati al rischio, ad esempio le bevande alcoliche”. Ma questa formula, scrive Fini, “rappresenta una penalizzazione diretta nei confronti di tali settori che, pertanto, sarebbero di fatto esclusi dal budget dedicato all’interno dei programmi di promozione finanziati”. Ecco perché, in occasione della riunione del Comitato OCM del 25 ottobre, il presidente di Cia chiede al ministro Lollobrigida che “il voto della delegazione italiana tenga conto di quanto rappresentato” e “del pericolo, in caso di esito favorevole alla proposta della Commissione, di creare condizioni di squilibrio all’interno del settore e di mettere in difficoltà interi comparti dell’agroalimentare, quali quelli delle carni rosse e lavorate e delle bevande alcoliche come il vino, considerati un simbolo d’eccellenza, qualità e tradizioni della filiera agroalimentare Made in Italy”.

Signorvino: nell’ultimo anno 1 bottiglia di vino su 3 venduta è “bolla”

Signorvino: nell’ultimo anno 1 bottiglia di vino su 3 venduta è “bolla”Milano, 23 ott. (askanews) – Tra novembre 2022 e il 10 ottobre di quest’anno, una bottiglia di vino su tre acquistata dal consumatore italiano sui canali retail e ecommerce di Signorvino è una “bollicina”. In totale, nelle enoteche e wine shop del Gruppo, ne sono state vendute oltre 400mila, il 37% delle quali Metodo Classico e il 63% Charmat. La Denominazione che a valore più rappresenta la categoria è la Franciacorta, seguita dal Prosecco (prima Denominazione a quantità) e immediatamente dopo dallo Champagne. Seguono, un po’ a distanza, Trento Doc, Alta Langa e altri Metodo Classico. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio Signorvino 2023, in cui si sottolinea che nell’anno preso in esame, lo Champagne si dimostra sempre più apprezzato dal consumatore italiano e grazie alla spinta dei suoi prodotti di fascia alta, si è registrato un incremento medio a valore del 27% della categoria “bollicine”.

I dati, diffusi dall’Osservatorio alla vigilia dello “Champagne Day” che si festeggia il quarto venerdì di ottobre di ogni anno (quest’anno il 27), evidenziano inoltre che lo Champagne più richiesto è il Blanc de Blancs (prodotti da sole uve bianche, soprattutto Chardonnay, ndr), sebbene l’analisi per specifico prodotto rivela che le referenze più vendute sono i Vintage delle grandi Maison. Se si concentra l’attenzione solo sui “clienti fedeltà” del “Signorvino Club”, si osserva che lo Champagne si piazza in seconda posizione della categoria “bollicine”, preceduto dal Franciacorta, che rimane la Denominazione preferita dai clienti “loyalty”, mentre il Trento Doc si aggiudica la medaglia di bronzo. Si registra inoltre una leggera preferenza della “Gen Z” (fascia 18-26 anni) nell’optare per le bollicine francesi rispetto a quelle nostrane (soprattutto Brut e Extra Brut), mentre i “Millennials”, prediligono il Franciacorta fino ad un 15% in più rispetto allo Champagne.

Signorvino, la catena di enoteche fondata nel 2012 da Sandro Veronesi (Gruppo Calzedonia), conta una trentina di punti vendita e un canale e-commerce attivo in Italia. Tra novembre e dicembre, Signorvino sbarcherà per la prima volta all’estero, a Praga e a Parigi. “All’estero avremo un assortimento di vini sempre più grande” ha spiegato l’Ad Federico Veronesi, precisando che “a Parigi, per esempio, proporremo un’ampia scelta di Champagne mantenendo forte la nostra identità e il nostro obiettivo principale cioè la valorizzazione dei prodotti e dei fornitori italiani”.

Lollobrigida: granchio blu, in arrivo 2,9 mln ristori per aziende

Lollobrigida: granchio blu, in arrivo 2,9 mln ristori per aziendeRoma, 23 ott. (askanews) – Dopo il via libera ottenuto dall’Europa, “ho firmato il decreto da 2,9 milioni di euro che autorizza la spesa, a carico del Masaf, per le circa 3mila aziende che hanno provveduto alla cattura e allo smaltimento” del granchio blu. Ed è in arrivo “un ulteriore stanziamento da dieci milioni” di euro. Ad annunciarlo, in una nota, è il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che commenta: “continua il nostro lavoro in sostegno delle aziende che sono intervenute per contenere le fluttuazioni di abbondanza del granchio blu registrate questa estate in Italia”.

Nel dm di attuazione dell’articolo 10 del decreto-legge del 10 agosto 2023, non è stata prevista una specifica indicazione delle aree geografiche interessate. “Le imprese di tutto il territorio nazionale potranno richiedere il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di attrezzi da pesca e di trasporto, rispettivamente nella misura dell’80 e del 100% dei costi che vanno dal 1° agosto al 31 ottobre 2023”, spiega il ministro. Non sono stati previsti importi forfettari e non riscontrati da fatture in quanto, si legge nel testo firmato da Lollobrigida, si sarebbe creato una forma di indennizzo e non di rimborso spese. Le aziende potranno presentare un’unica domanda attraverso una piattaforma online dedicata, già utilizzata per la gestione dei contributi Covid. Infine, sarà data priorità alle richieste presentate dai Consorzi e in caso di risorse ancora disponibili, saranno assegnate proporzionalmente alle domande presentate dalle singole imprese della pesca e dell’acquacoltura.

“Allo stesso tempo – aggiunge Lollobrigida – abbiamo previsto un ulteriore intervento da dieci milioni di euro per sostenere la ripresa del settore della pesca e dell’acquacoltura per la semina, il ripopolamento e l’acquisto di strutture fisse per proteggere gli allevamenti di vongole e novellame di sogliola e cozze. Un provvedimento che abbiamo inviato in Conferenza Stato-Regioni”. “Auspico che la discussione sia celere per dare risposte al comparto che il Governo Meloni è determinato a sostenere, lavorando sempre in stretta collaborazione con le associazioni e le imprese”, conclude il ministro Lollobrigida.

Al via World Cheese Award in Norvegia: si sfidano 4.504 formaggi

Al via World Cheese Award in Norvegia: si sfidano 4.504 formaggiRoma, 23 ott. (askanews) – Al via questa settimana la 34esima edizione del World Cheese Awards 2023/2024, che si svolgerà a Trondheim, sui fiordi norvegesi, da venerdì 26 a sabato 27 ottobre 2023: 260 giurati di una quarantina di paesi del mondo valuteranno 4504 iscritti a quello che è il più grande concorso al mondo di formaggi.

Dapprima i giurati individueranno tra i vari formaggi gli ori, gli argenti e i bronzi. Quindi i Supergold (il migliore tra gli ori del tavolo) e, infine, il vincitore assoluto. Lo scorso anno, in Galles, dei 98 Super Gold assegnati da questo mondiale ben due furono per la Nazionale italiana formaggi (Caciocavallo Silano DOP e Stracciatella affumicata del Caseificio Artigiana – D’Ambruoso Francesco), gruppo premiato con 16 medaglie in tutto, e due per la Nazionale del Parmigiano Reggiano (Centro Rubbianino e Gavasseto Roncadella), che ha incassato complessivamente 92 premi. Quest’anno per sfondare il muso del 50esimo riconoscimento internazionale, la Nazionale italiana formaggi ha portato una squadra di tutto rispetto: da un Grana Padano di 40 mesi allo Scamorzone Stagionato, dal Pecorino Romano Dop al Brenta, dall’Asiago al furmain di un tempo il “Nostrano” d’Appennino, dalla Burrata alla Gorgonzola Dop.

Nelle varie edizioni spagnole, inglesi e italiane del concorso sono già andate a premio eccellenze della tradizione lattiero casearia Italiana: la Fontina, lo Squacquerone, la Treccia, il Cremino, la Ricotta e molti altri. Sono inoltre 98 i caseifici della Nazionale del Parmigiano Reggiano, forte di 534 riconoscimenti internazionali in 22 anni di attività.

Sanpellegrino ottiene il riconoscimento di B Corp

Sanpellegrino ottiene il riconoscimento di B CorpMilano, 23 ott. (askanews) – Sanpellegrino, azienda di riferimento nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche, ha ottenuto il riconoscimento di B Corp, entrando a far parte di una comunità internazionale di oltre 7.500 aziende, che rispettano standard di performance sociale e ambientale, trasparenza e responsabilità.

“Siamo orgogliosi di essere una Certified B Corp – ha dichiarato Michel Beneventi, amministratore delegato del gruppo Sanpellegrino – un riconoscimento dell’impegno che portiamo avanti da anni come ‘force for good’. Essere B Corp non significa solo essere ‘una buona azienda’, ma anche impegnarsi costantemente a misurare e migliorare le nostre performance ambientali e sociali”. Il B Impact assessment (Bia) di B Lab misura l’impatto positivo di un’azienda su cinque aree chiave: la governance, i lavoratori, la comunità, l’ambiente e i clienti. Il gruppo Sanpellegrino, a cui fanno riferimento i brand di acqua minerale S.Pellegrino, Acqua Panna e Levissima, le bibite Sanpellegrino e gli aperitivi, ha dimostrato di soddisfare gli elevati standard richiesti per diventare Certified B Corp con aree di forza come l’impegno per le persone e il pianeta.

“Diventare una Certified B Corp è dimostrazione del fatto che un’azienda soddisfa standard elevati di impatto sociale, ambientale e trasparenza, dall’impronta di carbonio fino al coinvolgimento dei propri lavoratori nei processi decisionali, e agisce nell’interesse di tutti gli stakeholder – ha affermato Anna Puccio, managing director di B Lab Italia – Mi congratulo con il gruppo Sanpellegrino per questo traguardo raggiunto e per il loro impegno volto a migliorare continuamente il proprio impatto. Questo traguardo ispirerà altre aziende della filiera ad unirsi al movimento delle B Corp e ad avanzare verso il cambiamento sistemico di cui tanto abbiamo bisogno”.

Città della pizza: a Roma 32.000 visitatori e 26mila pizze

Città della pizza: a Roma 32.000 visitatori e 26mila pizzeRoma, 23 ott. (askanews) – Oltre 32mila visitatori e 26mila pizze sfornate: questo il bilancio della Città della Pizza di Roma, che con 20 laboratori e decine di incontri ha visto all’opera oltre 50 pizzaioli alla scoperta di tutti i segreti e tutti i sapori del mondo della pizza.

“Si è appena concluso il weekend romano dedicato alla pizza- commenta Emiliano De Venuti, ideatore e organizzatore de La Città della Pizza – un appuntamento che ha confermato la bontà del nostro format, che quest’anno si è arricchito con le tappe di un tour che ha attraversato l’Italia, registrando ovunque un grandissimo successo”. A conquistare il primo gradino del tour nazionale è stato Carmine Apetino, 24 anni, dell’Antica Pizzeria D’e’ Figliole di Casoria: un nome storico della pizza fritta partenopea di cui Carmine e il fratello Genny rappresentano la sesta generazione. E’ stato l’unico concorrente delle tappe di selezione a proporre la pizza fritta, conquistando prima la giuria e poi anche il pubblico dell’evento romano.