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Confagricoltura: vasi per fiori e piante non sono imballaggi

Confagricoltura: vasi per fiori e piante non sono imballaggiRoma, 26 feb. (askanews) – Dal primo marzo entra in vigore il Contributo ambientale sui vasi in plastica per fiori e piante, trattati come imballaggi. La decisione non soddisfa gli operatori florovivaisti, sottolinea in una nota Confagricoltura ricordando che il setto auspicava che si tenesse conto da subito del nuovo Regolamento comunitario sugli imballaggi, in vigore dal 2026, che conferma quanto sostenuto da Confagricoltura da sempre, ossia che la gran parte dei vasi per fiori e piante sia da considerarsi come un mezzo di produzione.


Tuttavia, Confagricoltura apprezza quanto deliberato dal Consorzio Nazionale Imballaggi (Conai) per ridurre al minimo il campo di applicazione del Contributo ambientale, individuando un congruo periodo per permettere agli operatori del settore di adeguare i propri sistemi gestionali. Ora l’auspicio della Confederazione è che, con il supporto delle Amministrazioni competenti ed il proseguo del confronto con il Conai, si possa al più presto definire un quadro applicativo che sia in linea con quanto indicato dal nuovo Regolamento europeo.


Confagricoltura, quindi, ribadisce ancora una volta che i “vasi in plastica per fiori/piante” non rientrano nella definizione di “imballaggi” poiché non esclusivamente orientati al trasporto e alla commercializzazione dei prodotti. Si tratta di elementi imprescindibili per lo sviluppo e la crescita delle piante, sia in fase di produzione che nelle fasi successive; pertanto, è necessario considerarli alla stregua di “mezzi di produzione” esentati da ogni contribuzione, secondo l’orientamento recepito dal nuovo Regolamento europeo.

Xylella, Copagri: puntare su concertazione, ora rapidità di spesa

Xylella, Copagri: puntare su concertazione, ora rapidità di spesaRoma, 26 feb. (askanews) – “Prendiamo atto della grande attenzione manifestata dal governo nei confronti dell’annosa problematica della Xylella fastidiosa, che da ormai dieci anni sta flagellando il comparto olivicolo pugliese, e condividiamo pienamente la necessità di continuare a lavorare per elaborare un nuovo piano di contrasto al batterio che assicuri contestualmente la rigenerazione del settore”. Lo ha sottolineato la Copagri intervenendo oggi al Masaf alla riunione del Tavolo Xylella, convocata dal sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra e presieduta dal responsabile del dicastero Francesco Lollobrigida.


“In questa ottica, è del tutto positivo lo stanziamento di ulteriori 30 milioni di euro, previsto dal cosiddetto ‘DL Agricoltura’, per investire sul recupero del potenziale produttivo delle aree colpite, sostenendo le fondamentali attività di riconversione o reimpianto di varietà resistenti”, ha detto il direttore della Copagri Puglia Alfonso Guerra, che ha partecipato ai lavori insieme al presidente Michele Palermo. “Ora diventa fondamentale puntare sulla rapidità di spesa, così da scongiurare il rischio che la burocrazia e la poca semplificazione facciano più danni della Xylella stessa; servono, inoltre, maggiore chiarezza e trasparenza, soprattutto da parte della Regione Puglia, per evitare che si ripeta quanto già accaduto con i 300 milioni di euro previsti dal Piano straordinario per la rigenerazione olivicola del 2020, dei quali non esistono dati certi in termini di spesa, se non per quanto concerne i 120 milioni di euro relativi alle indennità compensative per il quadriennio 2016-19”, ha rimarcato il direttore della Copagri Puglia.


“Lo stanziamento del 2020 era stato pensato in un momento in cui l’estensione della fitopatia era decisamente più contenuta ed è del tutto evidente, quindi, che tale somma non possa più essere sufficiente, considerata la dimensione del territorio colpito e l’elevato numero di aziende coinvolte”, ha aggiunto Guerra, evidenziando che “in ogni caso, come giustamente affermato dal sottosegretario, la necessità di reperire ulteriori risorse va preceduta da una puntuale armonizzazione degli interventi e, soprattutto, dalla messa in campo di una banca dati che renda trasparenti e verificabili le misure finanziate e il loro impatto”. “In altre parole, bisogna passare da una gestione emergenziale a una visione che preveda misure strutturali, puntando sul confronto e sulla concertazione tra tutti gli attori interessati, come sembra si sia cominciato a fare già oggi, con il fondamentale coinvolgimento dei ministeri della Salute e dell’Ambiente, del mondo della ricerca e della struttura commissariale per l’emergenza idrica”, ha concluso il direttore.

Al Masaf tavolo Xylella prima volta con Regioni e associazioni

Al Masaf tavolo Xylella prima volta con Regioni e associazioniRoma, 26 feb. (askanews) – Un tavolo di lavoro contro la Xylella che, per la prima volta, riunisce tutti gli attori della filiera: il Governo, le regioni Puglia e Basilicata e i rappresentanti del territorio, dal mondo della ricerca alle associazioni di categoria. La riunione del tavolo sulla Xylella si è tenuta questa mattina al Masaf alla presenza del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e del sottosegretario Patrizio La Pietra, con la partecipazione dei rappresentanti della Regione Puglia e delle associazioni agricole.


All’incontro, inoltre, hanno preso parte anche il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, per gli aspetti fitosanitari, il sottosegretario all’Ambiente, Claudio Barbaro, per la rigenerazione ambientale dei territori colpiti, il presidente del Crea, Andrea Rocchi, per il coordinamento delle attività di ricerca, e il Commissario straordinario Nicola Dell’Acqua, per le questioni legate alla gestione delle risorse idriche. “Stiamo finalmente di fronte a una svolta – ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – Per la prima volta, oggi, abbiamo riunito tutti gli attori della filiera: dalle istituzioni ai rappresentanti del territorio, dal mondo della ricerca alle associazioni di categoria, che hanno sensibilità sia come operatori sia come soggetti politici, rispetto a un problema che è al tempo stesso un’emergenza, a causa della costante espansione della Xylella, e una questione consolidata, che non va affrontata con logiche emergenziali, ma con interventi strutturali”.


“L’organizzazione di questa riunione, con il coinvolgimento anche del ministero della Salute e del ministero dell’Ambiente, insieme alle regioni, in particolare Puglia e Basilicata, ha voluto creare un’osmosi operativa tra i ministeri che hanno competenze dirette sul sistema aggredito dalla fitopatia. Sono sicuro che, con la collaborazione di tutte le parti coinvolte, riusciremo a realizzare gli interventi necessari per rispondere concretamente a questo problema”, ha concluso il ministro.

Cia Piemonte: no a allargamento zona d’origine Mosacato d’Asti

Cia Piemonte: no a allargamento zona d’origine Mosacato d’AstiRoma, 26 feb. (askanews) – Parere negativo da parte di Cia-Agricoltori italiani delle province di Cuneo, Asti e Alessandria, insieme a Cia Piemonte, rispetto alla richiesta di allargamento della zona d’origine del Moscato d’Asti, avanzata dal Comune di Asti e che verrà discussa nella prossima assemblea del Consorzio di tutela del Moscato d’Asti martedì 4 marzo.


Il giudizio è maturato al termine di un incontro con le aziende e gli operatori del settore, promosso il 25 febbraio da Cia sul territorio, nella propria sede interzonale di Castelnuovo Calcea. “E’ emerso, pressoché all’unanimità – sintetizza il presidente regionale di Cia Piemonte, Gabriele Carenini -, che non c’è al momento nessuna necessità di allargare l’area di origine del Moscato d’Asti, sia perché non lo richiede il mercato, sia perché mettere mano ad una modifica di questo genere significherebbe creare un precedente dalle conseguenze difficilmente controllabili, tenendo conto delle successive richieste che potrebbero manifestarsi da parte di altre realtà analoghe”. Prima di allargare l’area, è stato detto, qualora il mercato auspicabilmente lo richieda, si pensi piuttosto ad aumentare il prezzo delle uve, oppure ad utilizzare i molti terreni non vitati o a gerbido nel territorio del Consorzio. Il no alla richiesta del Comune di Asti, ha spiegato l’avvocato Saverio Biscaldi, consulente Cia nel settore vitivinicolo, non può comportare né l’eliminazione del nome Asti dalla denominazione del Moscato, né un “vulnus” giuridico passibile di ricorso, peraltro già respinto dalla sentenza del Consiglio di Stato nel 2015.


Chiuse le porte all’estensione dell’area di origine, è stata comunque ribadita la necessità di richiamare l’attenzione sulla situazione del comparto, rilanciando la proposta di organizzare gli Stati generali del Moscato d’Asti. “Ci sono temi come l’imbottigliamento fuori regione, la valorizzazione dei vigneti eroici, la costituzione di nuovi tavoli di filiera, l’attenzione ai prodotti a basso tasso alcolico, che richiedono un confronto urgente a tutti i livelli, perché le decisioni, come le non decisioni di oggi, impatteranno fortemente sul futuro del comparto”.

Governo lavora su secondo piano pluriennale olivicoltura Puglia

Governo lavora su secondo piano pluriennale olivicoltura PugliaRoma, 26 feb. (askanews) – Avviato il percorso per il secondo piano pluriennale per la rigenerazione del patrimonio olivicolo pugliese compromesso dalla Xylella, con una strategia condisa tra i ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente, del Turismo, dello Sviluppo Economico e della Salute. Lo hanno annunciato, rende noto Coldiretti Puglia, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e il sottosegretario Patrizio La Pietra ai 150 agricoltori pugliesi arrivati a Roma e riuniti a Palazzo Rospigliosi nella sede di Coldiretti, al termine del tavolo interministeriale sul tema.


“Serve il secondo piano per la rigenerazione delle aree colpite dalla Xylella fastidiosa in Puglia – spiega Coldiretti Puglia – perché sono 115mila gli ettari rimasti fuori dal primo piano di 300 milioni di euro, un impegno urgente da attuare con il coordinamento ed il sostegno alle attività di ricerca ed un pieno e consapevole coinvolgimento delle Istituzioni regionali, nazionali e dell’Europa sul problema Xylella”. Rispetto alla misura per la ricostruzione del primo piano nazionale di rigenerazione, ricorda Coldiretti Puglia, ad oggi risultano spesi solo 20,5 milioni di euro. La zona di contenimento si è allargata a nord, spiega il presidente di Coldiretti Puglia, e il fronte della malattia è molto ampio, quindi “le ‘eradicazioni chirurgiche’ vanno attuate tempestivamente, ma soprattutto vanno attivate misure a beneficio di tutto il territorio colpito per espiantare tutti gli ulivi secchi e finanziare misure per i reimpianti e la ripresa piena dell’attività olivicola e agricola”.


Per aiutare le imprese olivicole del territorio è nato il polo antixylella costituito da Coldiretti, Unaprol e Cai, che accompagnerà le aziende olivicole nella realizzazione dei nuovi impianti con le varietà resistenti dalla Lecciana al Leccio del Corno, dal Leccino fino alla FS17 e a tutte le ulteriori varietà che saranno autorizzate. Per accelerare la ricostruzione, il polo specialistico – aggiunge Coldiretti Puglia – metterà a disposizione la fornitura di piante di olivo resistenti certificate e di alta qualità, mezzi tecnici per la lavorazione del terreno e la gestione degli impianti, servizi di assistenza tecnica specializzata per la progettazione, la realizzazione e la gestione degli impianti, consulenza agronomica e fitopatologica, oltre al supporto ai finanziamenti pubblici e privati.

Wwf e altre 10 associazioni: miope la nuova visione Ue agricoltura

Wwf e altre 10 associazioni: miope la nuova visione Ue agricolturaRoma, 26 feb. (askanews) – Il documento sulla nuova visione dell’agricoltura e dell’alimentazione Europea, presentato dalla Commissione UE il 19 febbraio scorso, “manca di ambizione e di lungimiranza” e in esso manca “una chiara spinta al cambiamento” e vi si ritrova invece “una pericolosa sottovalutazione dei problemi ambientali e sociali”. E’ il parere di 11 associazioni italiane (AIAB, ACU-Associazioni Consumatori Utenti – AIDA-Associazione Italiana di Agroecologia, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, FIRAB, GreenPeace Italia, Lipu, ProNatura, Rete Semi Rurali, Terra!, WWF Italia) che, unendosi alle analisi delle ONG di conservazione della natura, dell’agroecologia e dei consumatori europei, esprimono insoddisfazione per un documento definito “miope” e che punta “solo sulla competitività delle imprese a breve termine”.


Il documento della Commissione UE, spiegano le associazioni, non cita mai gli obiettivi delle due Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, “ignorando che i problemi ambientali e sociali che li hanno motivati restano senza soluzioni ed avranno certamente impatti negativi sull’agricoltura dei 27 Paesi europei dell’Unione, in primis per le piccole e medie aziende, che continueranno inesorabilmente a chiudere”. “Ancora una volta – sottolineano le associazioni – ha prevalso la volontà di mantenere lo status quo in difesa degli interessi delle grandi aziende e corporazioni agricole a spese di tanti medi e piccoli agricoltori europei”.


Sotto accusa il fatto che il Documento non faccia pienamente seguito alle conclusioni del Dialogo strategico e non affronti i grandi problemi che determinano gli impatti ambientali e sociali dei settori agroalimentari dell’Unione europea. Ad esempio, non prevede una dismissione dei pagamenti della Politica Agricola Comune (PAC) non mirati e conferma anzi la scelta dei pagamenti diretti basati sulla superficie delle aziende agricole. Ancora, non cita in alcun modo la possibilità di considerare tra i criteri per i pagamenti diretti della PAC anche l’intensità del lavoro e i risultati degli interventi per il clima e l’ambiente. Inoltre, “la visione propone di semplificare ulteriormente la PAC, rinunciando a un controllo ancora maggiore su ciò che accade a un terzo del bilancio dell’UE. Con meno regole vincolanti ci saranno meno probabilità che i Paesi dell’UE promuovano un’agricoltura sostenibile, come è avvenuto dopo la semplificazione della PAC del 2024”. Poco incisivo per le Associazioni anche l’approccio al sistema zootecnico perchè il documento “non indica con chiarezza la necessità di promuovere una transizione agroecologica della zootecnia, con obiettivi di riduzione degli allevamenti intensivi e la promozione di una zootecnia estensiva collegata alla gestione della superficie agricola utilizzata. Una transizione agroecologica della zootecnia – sottolineano – che dovrebbe essere accompagnata da una riduzione dei consumi di carne e proteine di origine animale”.

Al Sol2Expo di Verona il II forum O.L.I.O.

Al Sol2Expo di Verona il II forum O.L.I.O.Roma, 26 feb. (askanews) – Torna a Verona il secondo FORUM O.L.I.O. (Osservatorio laboratorio internazionale olio extravergine) all’interno di SOL2Expo 2025, la prima fiera internazionale italiana interamente dedicata alla filiera oleicola. Promosso dall’Agenzia Terzomillennium con il supporto di Aipo, il Consorzio di Tutela dell’Olio Extravergine di Oliva Veneto Dop, in collaborazione con Veronafiere e Veneto Agricoltura, il Forum vedrà la partecipazione di istituzioni, associazioni di categoria e professionisti affinché il pubblico possa apprezzare l’olio extravergine di oliva come espressione autentica di territorio, tradizione e benessere.


Uno degli obiettivi del Forum è educare il consumatore a riconoscere la qualità dell’olio extravergine di oliva, comprenderne le certificazioni e apprezzarne le caratteristiche sensoriali. Il progetto inoltre si inserisce nel più ampio percorso degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, sottolineando il contributo dell’extravergine alla tutela dell’ambiente, alla salute e allo sviluppo sociale del territorio. Nel 2024, Verona è stata proclamata Città dell’Olio, entrando così nell’associazione nazionale Città dell’Olio. Il Forum ha quindi l’obiettivo di valorizzare in primis l’olio extravergine di oliva della provincia di Verona, città riconosciuta come World Heritage Site, consolidando il ruolo di riferimento del Comune Veneto nella promozione dell’olio extravergine di oliva di qualità e nella tutela del patrimonio olivicolo locale.

Eataly porta all’Expo 2025 di Osaka le eccellenze italiane

Eataly porta all’Expo 2025 di Osaka le eccellenze italianeRoma, 26 feb. (askanews) – Eataly gestirà il risotrante del Padiglione Italia di Expo 2025 Osaka. L’accordo è stato firmato oggi dal Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani e dall’amministratore delegato del Gruppo Eataly, Andrea Cipolloni. A meno di due mesi dall’Esposizione Universale che porterà ad Osaka 30 milioni di visitatori da tutto il mondo, si è così concluso il percorso amministrativo cominciato un anno fa, quando Eataly risultò aggiudicataria di una procedura ad evidenza pubblica in base alla quale gestirà il ristorante del Padiglione Italia.


Dal 13 aprile e fino al 13 ottobre 2025 il ristorante del Padiglione Italia ospiterà un articolato programma che vedrà il coinvolgimento di 18 Regioni Italiane che si alterneranno settimanalmente, portando a Expo 2025 Osaka un assaggio delle diverse tradizioni enogastronomiche del nostro Paese, accompagnato da uno storytelling attento a mettere in risalto le peculiarità delle cucine regionali. Situato davanti al giardino all’italiana sul terrazzo del Padiglione, il ristorante sarà il luogo in cui fare un’autentica esperienza gastronomica italiana attraverso i piatti più iconici di Eataly, materie prime di alta qualità e specialità gastronomiche regionali.

Tre appuntamenti di promozione a marzo per l’Ercole Olivario

Tre appuntamenti di promozione a marzo per l’Ercole OlivarioRoma, 26 feb. (askanews) – Tre nuovi appuntamenti di promozione a marzo in programma per le eccellenze olearie e olivicole italiane del concorso nazionale “Ercole Olivario”. Le attività coinvolgeranno i produttori di olio partecipanti all’Ercole Olivario 2025 ed i produttori di olive e di patè di olive partecipanti alla IV edizione del concorso nazionale “Ercole Olivario – sezione Olive da Tavola” 2024: le fiere SOL2Expo di Verona in programma dal 2 al 4 marzo 2025, la fiera Olio Capitale, in programma a Trieste dal 14 al 16 marzo 2025, oltre al coinvolgimento di un gruppo di buyers stranieri in incontri B2B con le aziende olearie umbre che verranno premiate il 5 marzo a Perugia alla XXVI edizione del concorso regionale “Oro Verde dell’Umbria”, prima tappa della stagione di selezioni regionali propedeutiche all’ammissione dei produttori oleari alle fasi finali dell’edizione 2025 dell’Ercole Olivario.


Il primo appuntamento in calendario si terrà al SOL2EXPO di Verona, dove sono previste degustazioni guidate alla scoperta delle caratteristiche organolettiche e sensoriali delle migliori olive e dei migliori patè di oliva italiani dell’Ercole Olivario 2024. Il 3 marzo, alle 15, Ercole Olivario in collaborazione con l’associazione nazionale Città dell’Olio proporrà il talk con la presentazione dell’APP Carta degli Oli, uno spazio digitale pensato con l’obiettivo di diffondere la conoscenza e l’utilizzo dell’olio e.v.o. di qualità costruendo percorsi gastronomici “Oil Oriented” e accorciando la distanza tra i produttori e i consumatori tramite la guida e la professionalità dei ristoratori. Il percorso promozionale delle eccellenze olearie e olivicole dell’Ercole Olivario proseguirà poi in Umbria nelle giornate del 5 e 6 marzo quando, in occasione della cerimonia di premiazione della XXVI edizione del concorso regionale “Oro Verde dell’Umbria”, verranno organizzati una serie di incontri diretti B2B tra un gruppo di buyers stranieri, provenienti in particolare da Colombia, Cina, New York, Shanghai, Brasile, Giappone, e le aziende olearie umbre partecipanti al Premio “Oro Verde dell’Umbria”, che rappresenta la prima tappa della fase delle selezioni regionali propedeutiche all’ammissione dei produttori oleari dei vari territori italiani tra i finalisti del concorso nazionale Ercole Olivario 2025.


Il terzo appuntamento prevede, infine, la presentazione di Ercole Olivario e, in particolare della App della carta degli oli, in collaborazione con l’Ass. Città dell’Olio, alla manifestazione Olio Capitale, il Salone degli Oli Extravergini Tipici e di Qualità in programma a Trieste dal 14 al 16 marzo 2025, con centinaia di produttori di Olio Extravergine di Oliva provenienti da tutte le regioni olivicole italiane e dall’estero.

Coldiretti: agricoltura in 2025 sempre più preda di anomalie clima

Coldiretti: agricoltura in 2025 sempre più preda di anomalie climaRoma, 26 feb. (askanews) – L’agricoltura nel 2025 è sempre più preda di anomalie climatiche: lo sottolinea la Coldiretti sulla base di dati Eswd, commentando la nuova ondata di maltempo che arriva dopo un inizio anno che ha fatto segnare un aumento del 62% degli eventi estremi rispetto allo stesso periodo del 2024, facendo scattare l’allerta per le colture, dagli albicocchi e dai peschi in fiore agli ortaggi in pieno campo.


Ad essere minacciati da nubifragi e gelo sono gli agrumi ancora sulle piante, oltre alle coltivazioni in serra fredda e alle piante al risveglio vegetativo nei vivai. L’innalzamento delle temperature determinato dai cambiamenti climatici determina poi un più precoce risveglio vegetativo delle piante e le rende più vulnerabili alle gelate dopo un mese di gennaio che è stato il terzo più caldo mai registrato in Italia, con una temperatura di 1,76 gradi superiore alla media storica, secondo Isac Cnr. Ma se si considerano le regioni del Centro Italia, dove lo scarto è addirittura di 1,99 gradi mentre al Sud la colonnina di mercurio è più alta di 1,92 gradi e al Nord di 1,52 gradi. Allo stesso tempo si rischia che salti la programmazione degli ortaggi con anticipo o ritardo della maturazione con eccessi di offerta in certi periodi e carenza di prodotto in altri.