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Fini (Cia): Mediterraneo ago bilancia per futuro agricoltura

Fini (Cia): Mediterraneo ago bilancia per futuro agricolturaRoma, 21 feb. (askanews) – L’unione tra i Paesi del Sud Europa asset chiave per agganciare il nuovo corso delle politiche Ue sull’agricoltura. Questo il prossimo passo, necessario, indicato a Bruxelles dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. “Per l’area europea sul Mediterraneo c’è un potenziale importante nel Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 e nella vision Hansen collegata”, ha detto Fini, in trasferta Praesidia Copa-Cogeca con il vicepresidente Matteo Bartolini, intervenendo all’incontro tra i presidenti delle organizzazioni agricole di Portogallo, Spagna, Croazia, Francia e Italia.


“Dobbiamo lavorare insieme – ha spiegato Fini – per modernizzare e rafforzare davvero il settore agricolo, avendo noi ben chiari i rischi maggiori per le aree rurali e meno sviluppare del Sud Europa, di fatto ago della bilancia”. La coesione, richiamata da Fini, guarda alla necessità di fare fronte comune per un bilancio rafforzato e per politiche che mettano al riparo da disuguaglianze regionali e svantaggi competitivi. “Altrimenti non avremo fatto altro che peggiorare la situazione -ha sottolineato-. Ecco perché misure a lungo termine servirebbero a garantire la prevedibilità delle azioni di governo Ue e lo sviluppo sostenibile delle aziende agricole nel Sud Europa”. Sono il climate change e la crisi idrica a tenere sempre in allerta Cia, “perché è su questo fronte che si concentrano i maggiori rischi per la tenuta dell’equità Ue, che garantisca a tutti pratiche agricole più efficienti e resilienti a eventi atmosferici estremi e fitopatie, e per l’efficacia di un Fondo per la competitività, utile a migliorare l’efficienza nell’uso di risorse chiave come l’acqua”.


Inoltre, è stato sottolineato che serve coralità d’intenti e coerenza normativa tra commissione direzioni generali Ue. Non a caso, in occasione dei Praesidia, Fini ne ha parlato anche con la commissaria all’Ambiente, Jessika Roswall, condividendo le priorità da inserire nella Strategia comune per la resilienza idrica. Tra tutte: l’urgenza di un programma di finanziamenti per le infrastrutture e di incentivi al riuso delle acque reflue, come di prodotti innovativi per la difesa delle colture. Tema affrontato anche con il ministro polacco Adam Szlapka, per sollecitare la presidenza del Consiglio ad adottare subito le Ngts nell’impianto normativo Ue.

Eurobarometro: in calo numero europei che mangia pesce a casa

Eurobarometro: in calo numero europei che mangia pesce a casaRoma, 21 feb. (askanews) – Il 58% degli europei mangia pesce a casa almeno una volta al mese, ma il consumo è in calo rispetto al 2021, soprattutto a causa dei prezzi troppo alti. Lo consumano di più coloro che vivono vicino alle coste e, nella scelta, restano determinati indicazioni chiare e specifiche sulle etichette. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio Eurobarometro sulle abitudini dei consumatori dell’UE in merito ai prodotti della pesca e dell’acquacoltura. Sebbene questi prodotti rimangano un alimento base nelle diete europee, il sondaggio rivela un calo della frequenza di consumo complessiva rispetto al sondaggio del 2021. Solo un terzo degli intervistati consuma prodotti della pesca e dell’acquacoltura almeno una volta alla settimana, segnando un calo del 4% rispetto al sondaggio precedente. La quota di intervistati che non consuma mai prodotti della pesca e dell’acquacoltura a casa è salita al 15%, con un aumento del 4% rispetto al 2021.


Rispetto al sondaggio precedente, il costo dei prodotti è diventato il fattore più influente (55%) e il prezzo che ora supera l’aspetto dei prodotti (52%). Il sondaggio rivela che il costo influenza le decisioni dei consumatori, portando a decisioni più caute nella loro spesa a causa dell’attuale contesto economico. Per questo motivo, l’acquisto e il consumo di prodotti surgelati e in scatola stanno superando quelli freschi, probabilmente per la loro praticità e convenienza. La vicinanza al mare influenza fortemente un maggiore consumo di pesce e frutti di mare. Gli intervistati che vivono entro 5 chilometri dalla costa hanno maggiori probabilità di consumare prodotti della pesca e dell’acquacoltura ogni mese (79%) rispetto a quelli che vivono oltre 200 chilometri di distanza (49%). L’indagine ha anche rilevato che coloro che vivono più vicino alla costa hanno maggiori probabilità di preferire i prodotti pescati in natura rispetto a quelli d’allevamento (43% entro 5 chilometri rispetto al 27% oltre 200 chilometri).


Le informazioni pratiche e specifiche del prodotto sulle etichette rimangono essenziali per metà degli intervistati: data di scadenza, nome della specie, metodo di produzione (selvatico o d’allevamento) e origine sono le informazioni più attese, sia per i prodotti trasformati che per quelli non trasformati. Gli intervistati cercano etichette più dettagliate, con il 69% di loro che ritiene importante includere la data di cattura o raccolta per tutti i prodotti della pesca e dell’acquacoltura. Inoltre, il 36% vorrebbe più informazioni ambientali, con una diminuzione di 8 punti percentuali rispetto al 2021. Per la prima volta, l’Eurobarometro speciale di quest’anno ha incluso domande sul consumo di alghe e alghe marine. Sebbene i prodotti a base di alghe e alghe marine non abbiano ancora raggiunto l’accettazione generale, due terzi degli intervistati hanno mangiato prodotti a base di alghe almeno una volta nell’ultimo anno, principalmente sotto forma di panini o wrap (ad esempio, sushi). A metà degli intervistati piace il loro sapore e un terzo ritiene che le alghe siano benefiche per la salute.

Agrumi: la produzione made in Italy vale 1,8 miliardi di euro

Agrumi: la produzione made in Italy vale 1,8 miliardi di euroRoma, 21 feb. (askanews) – Oltre 1.800 milioni di euro e 3,2 milioni di tonnellate di produzione. Sono i numeri che rendono l’Italia uno dei principali produttori di agrumi in Europa, con un’offerta che spazia dalle arance, ai limoni, ai mandarini, ai pompelmi, ai clementini e ai bergamotti. A fare il bilancio è il Crea in occasione del Citrus Day, il consueto appuntamento annuale per fare il punto sul settore, organizzato per oggi 21 febbraio dal CREA Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, presso la sua sede di Acireale, che è un punto di riferimento scientifico e tecnico per l’intera filiera agrumicola nazionale.


Il presidente del Cra, Andrea Rocchi, sottolinea che la qualità organolettica degli agrumi italiani, “dovuta anche alla posizione geografica privilegiata, ha permesso all’agrumicoltura italiana di distinguersi per sostenibilità, attenzione alla salute del consumatore e forte identità legata a dieta mediterranea e territorio. Come Crea, da oltre 150 anni, siamo il punto di riferimento scientifico della filiera e lavoriamo costantemente sull’innovazione e la competitività, con uno sforzo sempre maggiore verso il trasferimento tecnologico”. Articolato nella consueta Mostra pomologica dedicata all’ampia collezione di agrumi presenti presso le aziende sperimentali del Crea, incluse le nuove varietà brevettate e quelle in corso di brevettazione. Si tratta di un appuntamento annuale, in cui da oltre un secolo la Ricerca incontra i diversi stakeholders, le organizzazioni e l’intera filiera agrumicola nazionale per orientare le attività future, presentare i risultati conseguiti, confrontare il panorama varietale esistente con le innovazioni ottenute.


Il Crea è impegnato in azioni di miglioramento genetico, innovazioni di processo e di prodotto, difesa delle piante, sostenibilità, qualità e tracciabilità per recuperare, tutelare e valorizzare l’agrobiodiversità, in particolare agrumicola, e soprattutto per innovare con tecniche all’avanguardia, come le TEA, in grado sia di tutelare la tipicità dei prodotti locali sia di migliorare la qualità dei frutti. Ma le ricerche sono focalizzate anche sulla scelta del portinnesto, decisiva per garantire la produttività degli agrumeti, la qualità delle produzioni e la resistenza a parassiti e stress ambientali.

Agrofarma-Federchimica: visione Ue mette al centro l’agricoltore

Agrofarma-Federchimica: visione Ue mette al centro l’agricoltoreRoma, 21 feb. (askanews) – La nuova visione per l’agricoltura della Commissione europea mette al centro l’agricoltore, sottolinea l’importanza della ricerca e dell’innovazione che sono “da sempre la chiave per la promozione di un sistema agroalimentare sempre più sostenibile e competitivo”. Agrofarma, l’associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, accoglie con favore la strategia presentata dalla Commissione europea nei giorni scorsi, che definisce il percorso per il rafforzamento del settore agricolo e agroalimentare dell’UE.


“Il riconoscimento del ruolo centrale degli agricoltori per la salvaguardia della sicurezza alimentare, e, dunque, della necessità che vengano equipaggiati con un numero sufficiente di strumenti innovativi per migliorare la sostenibilità e la competitività del settore, è uno sviluppo positivo che va incontro all’esigenze dell’intera industria”, si legge in una nota. E, per quanto riguarda l’innovazione “siamo convinti che solo attraverso un uso integrato di tutti gli strumenti a disposizione – prosegue l’associazione – dagli agrofarmaci di sintesi e di origine biologica alle buone pratiche agricole, fino agli strumenti digitali e alle biotecnologie, sarà davvero possibile raggiungere una maggiore sostenibilità in agricoltura”.


Vanno quindi nella giusta direzione sia la Strategia digitale dell’UE per l’agricoltura sia la proposta di accelerare l’introduzione sul mercato di nuove soluzioni per il biologico e il riconoscimento del ruolo delle TEA. “Come industria, restiamo impegnati a collaborare con tutte le parti interessate per promuovere un contesto che supporti tanto la sostenibilità quanto la produttività – conclude Agrofarma – Restiamo fortemente convinti che il dialogo e il confronto costruttivo rappresentino il modo migliore per facilitare la ricerca di risposte comuni alle problematiche che ci troveremo ad affrontare dentro e fuori dal campo e siamo pronti a fare la nostra parte, mettendo a disposizione il nostro know-how e le soluzioni su cui stiamo investendo”.

”Being organic in Eu” porta il biologico europeo al Sana

”Being organic in Eu” porta il biologico europeo al SanaRoma, 21 feb. (askanews) – Porterà al Sana Food 2025 e a Rivoluzione BIO i dati su andamento ed evoluzione del settore biologico europeo la campagna “Being organic in Eu”, che ha l’obiettivo di favorire un sistema agroalimentare etico, salutare, resiliente dal punto di vista climatico ed ecologico.


Con 2,5 milioni di ettari coltivati con il metodo biologico e una percentuale di SAU bio che sfiora il 20%, circa il doppio della media europea, l’Italia si conferma tra i Paesi che trainano la transizione agroecologica. L’Italia detiene, inoltre, il primato come numero di produttori bio, oltre 84.191, e come trasformatori, quasi 25.000, su una quota totale in Europa di 94.627. Nell’area istituzionale di Being Organic in Eu a Sana Food, sarà possibile approfondire tutte le iniziative messe in campo per diffondere i valori e i benefici di una produzione agricola che non usa chimica di sintesi per tutelare la fertilità del suolo, salvaguardare la biodiversità e contrastare i cambiamenti climatici. Tra agli eventi clou promossi da Being Organic in Eu, la sesta edizione di Rivoluzione Bio, gli stati generali del biologico, che riuniscono istituzioni, esperti, operatori e professionisti per analizzare l’evoluzione del settore.


“Il biologico sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel settore agroalimentare italiano – ha sottolineato Paolo Carnemolla, segretario generale FederBio – Questo traguardo è anche il risultato dell’impegno delle iniziative promosse da Being Organic in Eu volte a promuovere i valori del biologico europeo e a supportare la crescita del settore”.

Dal 16 al 18 maggio torna in Umbria il festival ‘Porchettiamo’

Dal 16 al 18 maggio torna in Umbria il festival ‘Porchettiamo’Roma, 21 feb. (askanews) – Il borgo di San Terenziano di Gualdo Cattaneo in Umbria, cuore “rosa” d’Italia, è pronto ad ospitare la 15esima edizione di Porchettiamo, il festival delle porchette d’Italia, che si terrà il 16, 17 e 18 maggio 2025. Per tre giorni verrà così celebrata la regina dello street food, una tradizione gastronomica italiana che si fa conoscere sempre di più: la porchetta.


Quest’anno Porchettiamo si arricchirà di un’ulteriore novità: il “Maggio del Maiale”, una serie di iniziative che animeranno la regione Umbria tutto il mese di maggio, con eventi, degustazioni, laboratori e workshop a tema, per celebrare il maiale in tutte le sue forme e preparazioni, anche in relazione con altri paesi del mondo. Saranno inoltre organizzati laboratori di degustazione e incontri con esperti del settore, per approfondire la conoscenza di questo prodotto unico, vera e propria eccellenza dello street food italiano. In abbinamento alle porchette e alle altre eccellenze dello street food italiano ci saranno le birre artigianali, nella “Birroteca artigianale”, e i vini del territorio.

Consorzio cipolla Margherita Igp: serve confronto su crisi idrica

Consorzio cipolla Margherita Igp: serve confronto su crisi idricaRoma, 21 feb. (askanews) – La produzione della cipolla bianca di Margherita Igp è a rischio, come anche quella di altre colture, a causa della severa crisi idrica. “L’insufficiente quantità di piogge e nevicate sta creando le premesse per una situazione drammatica per il settore agricolo del territorio pugliese e per quanto ci riguarda nell’area comprendente i comuni di Zapponeta e Margherita di Savoia”. Giuseppe Castiglione, presidente del Consorzio di tutela e valorizzazione della Cipolla Bianca di Margherita Igp, lancia l’allarme sulla possibilità che la crisi idrica possa ripetersi sul territorio e travolgere le coltivazioni.


Questi terreni sono serviti dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata e dai dati acquisiti le dighe utilizzate “presentano una perdurante e grave situazione di scarsità di acqua – prosegue – Il protrarsi di questa situazione potrebbe impedire del tutto la produzione non solo della nostra Cipolla Bianca Igp ma di tutte le coltivazioni tipiche del nostro territorio, come carote e patate”. Il fabbisogno irriguo rappresenta una quantità minima rispetto al fabbisogno totale dei terreni serviti dal Consorzio per la bonifica della Capitanata. Per questo il Consorzio richiede la convocazione urgente di un incontro, alla presenza dei rappresentanti del comune di Margherita di Savoia e del Consorzio di Bonifica. “Alla luce anche di quella che a breve sarà la nuova predisposizione del piano irriguo per i Comuni. Vorremmo, nello specifico – conclude – verificare i criteri di assegnazione delle quote di acqua tra i diversi Comuni del territorio, la quota a noi assegnata e i tempi previsti per la sua erogazione”.

Copagri porta al Sana la biodiversità delle produzioni di Anabio

Copagri porta al Sana la biodiversità delle produzioni di AnabioRoma, 21 feb. (askanews) – “Con oltre 2,5 milioni di ettari coltivati, pari a quasi il 20% della SAU nazionale, l’agricoltura biologica italiana si conferma un comparto in continua espansione, con un aumento in linea con l’obiettivo del 25% di superfici bio previsto dalla Farm to Fork, ormai ampiamente alla portata; nonostante ciò, il biologico continua a pagare lo scotto di diversi nodi strutturali che non consentono una analoga crescita sul versante del mercato e dei prezzi alla produzione”. Lo sottolinea la Copagri spiegando che muove da queste premesse la partecipazione della Confederazione alla 36esima edizione del Salone internazionale del biologico e del naturale Sana, in programma dal 23 al 25 febbraio a BolognaFiere.


La Copagri, infatti, grazie alla propria associazione nazionale dei produttori biologici Anaprobio Italia, sarà tra i protagonisti della kermesse bolognese, con una ampia area espositiva situata nel padiglione 18 stand C13, dove farà bella mostra di sé la straordinaria qualità e biodiversità delle produzioni biologiche dei produttori associati, provenienti da quasi tutte le regioni del Belpaese. Lunedì 24 si terrà un convegno dedicato allo stato dell’arte dell’agricoltura biologica alla presenza del sottosegretario all’agricoltura Luigi D’Eramo. “Durante i lavori – prosegue la Copagri – si cercherà di ragionare sui possibili strumenti da mettere in campo per valorizzare un settore che ha una forte esigenza di interventi strutturali e di promozione delle aggregazioni per meglio affrontare il mercato e tutelare il reddito dei produttori, che oltre alla sempre avvertita necessità di snellire e semplificare gli adempimenti burocratici e amministrativi, lamentano il mancato riconoscimento del giusto valore delle produzioni biologiche”.


Ad animare il convegno la Capo Unità B4 – Biologico della DG Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione UE Elena Panichi, il presidente della Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti, il vicepresidente della Confagricoltura Luca Brondelli di Brondello e i presidenti di ConfagriBio Silvano Parisini e ANAPROBIO Italia Ignazio Cirronis. Concluderà l’incontro il presidente della Copagri Tommaso Battista.

Agricoltura, Lollobrigida incontra omologo svizzero Guy Parmelin

Agricoltura, Lollobrigida incontra omologo svizzero Guy ParmelinRoma, 20 feb. (askanews) – Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha incontrato oggi, in un bilaterale, il Vicepresidente della Confederazione Elvetica, Guy Parmelin, responsabile del Dipartimento dell’Economia, della Formazione e della Ricerca.


L’incontro, spiega il Masaf in una nota, è stato un’importante occasione per consolidare la cooperazione tra Italia e Svizzera nel settore agricolo. Tra i principali temi affrontati, la crescente centralità dell’agricoltura e della sovranità alimentare per l’Unione Europea, la necessità di garantire reciprocità negli accordi commerciali con i Paesi terzi, la tutela delle Indicazioni Geografiche e le prospettive del settore vitivinicolo. Durante il colloquio, sono stati inoltre approfonditi temi strategici come le esportazioni dei prodotti italiani in Svizzera, il Trattato FAO sulle risorse fitogenetiche e lo stato dei negoziati tra l’Unione Europea e la Svizzera.


A conclusione dell’incontro, il ministro Lollobrigida ha invitato il collega Parmelin a partecipare al Vinitaly, in programma il prossimo aprile a Verona.

Import cereali: in 11 mesi 2024 +12% in quantità e -7,8% a valore

Import cereali: in 11 mesi 2024 +12% in quantità e -7,8% a valoreRoma, 20 feb. (askanews) – Le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi 11 mesi del 2024 sono aumentate nelle quantità di 2.517.000 tonnellate (+12%), e diminuite nei valori di 683,2 milioni di euro (-7,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono i dati forniti da Anacer.


L’incremento delle quantità importate è dovuto soprattutto al grano tenero (+1,17 milioni di tonnellate, pari a +24%, con un controvalore in leggero aumento di 20,8 milioni di euro, +1,5%) ed al mais (+1,05 milioni di tonnellate, con un controvalore in diminuzione di 122,4 milioni di euro). L’import di grano duro si riduce invece di 420.000 tonnellate (-14,6%) corrispondente a -333,0 milioni di euro (-28%). Le importazioni di riso (considerato nel complesso tra riso lavorato, semigreggio e rotture di riso) aumentano di circa 16.000 t (+5,7%), pari a +20,5 milioni di euro. Gli arrivi dall’estero di semi oleosi registrano un incremento del 6,4% nelle quantità (+167.000 t.), seppure in calo dell’11% nei valori (-165,4 milioni); in aumento anche le farine proteiche vegetali nelle quantità del 10% (+222.000 t), ma non nei valori (-100,3 milioni). Tra gli altri prodotti destinati prevalentemente all’alimentazione animale si mette in evidenza il calo degli arrivi di crusca (-33.800 t) e l’incremento dei mangimi a base cereali (+54.000 t) e prodotti trasformati (+180.000 t).


Le esportazioni dall’Italia dei principali prodotti del settore nei primi 11 mesi del 2024 sono invece aumentate nelle quantità (+383.000 t, pari a +9,1%) ed in misura minore nei valori (+29,6 milioni di Euro, pari a +0,5%) rispetto allo stesso periodo del 2023. Tra i prodotti in esame aumentano soprattutto le vendite all’estero di paste alimentari (+186.000 t) con valori in aumento di 109,1 milioni di euro. In aumento anche l’export di riso (+9,2% nelle quantità considerato nel complesso tra risone, riso semigreggio, lavorato e rotture di riso), della farina di grano tenero (+40.200 tonnellate, pari a + 25 milioni di euro) e dei prodotti trasformati (+167.000 tonnellate, con controvalore in diminuzione di 50,9 milioni di euro).


Stabile la semola di grano duro a circa 122.000 tonnellate, mentre l’export dei cereali in granella si riduce di 78.000 t, di cui -33.000 t di grano duro e -35.000 t di mais. I mangimi a base di cereali registrano un incremento nelle quantità (+2,8%) ed una riduzione nel valore (-1,6%).