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Slow food: spreco alimentare, monitorare mense scolastiche

Slow food: spreco alimentare, monitorare mense scolasticheRoma, 5 feb. (askanews) – Due milioni di pasti vengono serviti quotidianamente nelle scuole italiane, soprattutto in quelle dell’infanzia (3-6 anni) e nelle primarie (fino agli undici anni), ma gran parte di questo cibo viene sprecato. In occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che ricorre il 5 febbraio, Slow Food Italia accende un riflettore sul cibo che viene buttato via nelle mense scolastiche.


Attualmente non sono disponibili dati certi sullo spreco alimentare nelle mense scolastiche, perché nessuno ne ha mai chiesto conto a chi se ne occupa e non sono previsti monitoraggi. “Ma chiunque sia entrato in una mensa scolastica ben conosce quanto grave sia la situazione – spiega in una nota Slow Food – Nella maggior parte dei casi, il servizio viene appaltato esternamente e non di rado l’assegnazione avviene tramite bandi che finiscono per premiare chi presenta preventivi al ribasso”. Non è difficile immaginare perché un modello di questo tipo possa produrre alte quantità di spreco. Slow Food Italia, che nei mesi scorsi ha lanciato l’appello per l’inserimento dell’educazione alimentare nelle scuole, esorta quindi tutti i soggetti coinvolti nella filiera della ristorazione scolastica “ad attivarsi per ridurre gli sprechi alimentari nelle scuole. Per farlo, occorre innanzitutto avviare un monitoraggio degli sprechi, piatto per piatto, classe per classe, ricetta per ricetta, finalizzato a raccogliere i dati utili a mettere a fuoco le ragioni per cui determinate pietanze non vengono consumate”.

Filiera foraggi presenta progetto per certificare il prodotto

Filiera foraggi presenta progetto per certificare il prodottoRoma, 5 feb. (askanews) – Valutare gli impatti, positivi e negativi, dell’intero ciclo produttivo dell’erba medica e avviare il complesso iter che porterà alla certificazione del prodotto. “Un obiettivo sicuramente ambizioso ma indispensabile per competere sul mercato internazionale non sulla base del prezzo, bensì fornendo una sorta di passaporto che identifica il foraggio essiccato italiano per qualità e salubrità”. Così il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian luca Bagnara, annunciando l’incontro “La sostenibilità certificata garantisce la sicurezza alimentare” organizzato da Aife alla prossima edizione di Sana Food, durante il quale verranno presentati i risultati del progetto denominato “Valutazione dell’impronta ambientale del foraggio essiccato in Italia: analisi del ciclo di vita, quantificazione degli impatti e dei benefici”, realizzato da Turtle srl, spin-off dell’Università di Bologna fondato dal professor Augusto Bianchini che ne è anche Ceo.


“La complessità del progetto che presenteremo all’incontro organizzato da AIFE/Filiera Italiana Foraggi a SanaFood – spiega Bianchini – ha riguardato il coinvolgimento di un’intera filiera e non di una singola azienda. Il confronto dei dati italiani con quelli di altri Paesi produttori a noi vicini come Spagna e Francia – prosegue Bianchini – mette in risalto l’efficienza ambientale della produzione italiana rispetto a quella estera”. Un dato importante generato dall’utilizzo di impianti e tecnologie innovative e da un maggiore ricorso all’essiccazione naturale. Esiste poi un altro aspetto da considerare e riguarda la grande variabilità dei territori e dei suoli dove sono dislocate le aziende produttrici e di trasformazione associate a Filiera Italiana Foraggi, “un elemento strettamente legato alla produzione che non può essere sottovalutato. I dati che abbiamo raccolto con questo progetto rappresentano senza dubbio una base per approfondimenti e verifiche future”, ha concluso Bianchini.

Vino, Uiv: da dazi Usa possibili perdite per circa 300 mln in un anno

Vino, Uiv: da dazi Usa possibili perdite per circa 300 mln in un annoMilano, 5 feb. (askanews) – Secondo le analisi dell’Osservatorio Uiv, i dazi statunitensi al vino italiano determineranno nel 2025 una perdita delle vendite di 330 milioni di euro, dato che scenderebbe a 250 milioni qualora il dollaro dovesse mantenere gli attuali livelli di forza. La proiezione di Unione italiana vini ipotizza dazi al 20% per tutti i vini fermi e al 10% per gli spumanti, una tariffa inferiore per questi ultimi determinata dalle pressioni dell’industria Usa, più restia a sopportare limitazioni commerciali sulla tipologia di punta.


Una perdita stimata del 15% sul risultato dello scorso anno, rileva l’Osservatorio, basata sull’esperienza francese occorsa tra metà 2020 e primo trimestre 2021, quando a fronte di dazi caricati del 25% la risposta del mercato sui volumi commercializzati è stata direttamente proporzionale: -24%. “Il vino è uno dei settori del made in Italy maggiormente esposti in caso di dazi nel primo mercato al mondo” ha detto il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, aggiungendo che “il danno sulle imprese sarà inevitabile, perché se vorranno rimanere competitive dovranno assumersi gran parte dell’extra-onere richiesto, visto che il mercato non è in grado di sostenerlo. Ma il danno sarà doppio, perché lo subiranno inevitabilmente anche i consumatori finali a causa di un’inflazione che tornerà a bussare con insistenza”. Il 2024 si chiuderà con un valore delle spedizioni in Usa a oltre 1,9 miliardi di euro, il 24% dell’export del vino italiano nel mondo. Una quota più che doppia se paragonata al peso statunitense sul totale delle merci italiane dirette all’estero (11%). La contrazione determinata dalle extra-tariffe – rileva Uiv – farà scendere in un solo anno il valore sotto 1,7 miliardi di euro, ovvero sotto ai livelli del 2021.

Fieragricola Tech chiude IV edizione con 3.000 presenze (+4%)

Fieragricola Tech chiude IV edizione con 3.000 presenze (+4%)Roma, 5 feb. (askanews) – Fieragricola Tech, quarta edizione dell’evento di Veronafiere dedicato alle sfide dell’agricoltura del futuro, in due giornate (29-30 gennaio) supera le 3.000 presenze, in crescita del 4% rispetto all’edizione 2023. Risultati che si allineano con i numeri registrati alla vigilia della manifestazione, con 102 espositori aumentati del 70%, oltre 50 convegni e 125 relatori.


Con Fieragricola Tech, Veronafiere ha scommesso su segmenti specifici, che rappresentano alcune delle principali sfide che il comparto agricolo deve cogliere per fronteggiare la rivoluzione climatica in corso, per migliorare la redditività delle imprese agricole, per migliorare l’impatto ambientale e favorire la competitività del settore in un confronto sempre più globale, dove la necessità di incrementare la produzione di cibo di qualità per una popolazione mondiale in crescita. Fieragricola Tech “ha voluto così rispondere all’esigenza del comparto agricolo di produrre di più e meglio, riducendo gli input e favorendo la sostenibilità economica, ambientale e sociale, dando risposte che con la rapidità di sviluppo delle innovazioni in agricoltura non poteva essere annuale, mantenendo invece nel solco della biennalità la manifestazione madre, di più ampio respiro, che è rappresentata da Fieragricola, in programma dal 28 al 31 gennaio 2026 e al traguardo dell’edizione numero 117”, ha detto l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese.

Arriva la guida ai ristoranti cooperativi di Pecora Nera

Arriva la guida ai ristoranti cooperativi di Pecora NeraRoma, 5 feb. (askanews) – Arriva la prima edizione de Il gusto della Cooperazione, la guida ai ristoranti cooperativi promossa da Confcooperative e Fondosviluppo e realizzata dall’editore Pecora Nera. La guida racconta 109 ristoranti cooperativi in tutta Italia, offrendo un itinerario culinario che attraversa il Paese da nord a sud. Ogni ristorante viene descritto in dettaglio, con informazioni sulla proposta gastronomica e sulla missione sociale che lo caratterizza.


Attraverso questa guida, Confcooperative vuole promuovere un turismo enogastronomico consapevole e sostenibile, capace di incentivare progetti che coniugano sapori autentici e impatto sociale. Scegliere un ristorante cooperativo significa non solo gustare piatti eccellenti, ma anche contribuire a un’economia più equa e solidale. L’Emilia Romagna, con 31 ristoranti su un totale di 109, è la regione più rappresentata. “Questa guida è un viaggio attraverso esperienze gastronomiche che raccontano storie di comunità, tradizioni e impegno sociale – spiega in una nota Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna – Ogni ristorante cooperativo è un luogo in cui il cibo diventa strumento di condivisione, sviluppo e crescita collettiva”.


I locali emiliano-romagnoli inclusi nella pubblicazione spaziano dalle trattorie ai bioagriturismi, dalle pizzerie ai bistrot, offrendo esperienze gastronomiche autentiche e legate alle tradizioni locali. “In molti casi peraltro – sottolinea Milza – questi ristoranti sono gestiti da cooperative sociali che offrono opportunità di lavoro a persone con disabilità e svantaggi certificati, promuovendo così una cultura dell’accoglienza”. I 31 ristoranti cooperativi dell’Emilia-Romagna si distribuiscono in tutta la regione, coprendo tutte le province. Tra questi, 11 si trovano nel territorio metropolitano di Bologna, 8 in provincia di Reggio Emilia, 2 a Modena, 2 a Parma, 2 a Piacenza, 2 a Ravenna, 2 a Ferrara e 2 a Forlì-Cesena. Questa diffusione così capillare testimonia l’impegno diffuso nel settore della ristorazione da parte di cooperative di ogni tipo: dalle cooperative sociali e di comunità a quelle agricole passando per le cooperative di lavoro e servizi.

Salvi (Fruitimprese): Green Deal mette a rischio intere filiere

Salvi (Fruitimprese): Green Deal mette a rischio intere filiereRoma, 5 feb. (askanews) – “Il nostro export chiude il 2024 con dati positivi con mele, uva e kiwi che continuano ad essere i nostri campioni, ma attenzione: il Green Deal sta mettendo a rischio intere filiere produttive. Nel 2015 il nostro Paese produceva 560mila tonnellate di kiwi verde, nel 2024 ne ha prodotte 188mila. Tante imprese stanno emigrando in Grecia per non perdere mercati costruiti in 50 anni di lavoro. La questione più urgente dunque è mettere le imprese in condizione di produrre”. Lo ha detto il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi, intervenendo alla inaugurazione di Italy, la principale collettiva italiana di Fruit Logistica 2025, coordinata da CSO Italy e Fruitimprese, alla quale hanno partecipato anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il nuovo ambasciatore d’Italia a Berlino Fabrizio Bucci, il presidente di ICE Agenzia Matteo Zoppas e l’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria Gianluca Gallo.


Salvi ha sottolineato che “occorre intervenire, laddove necessario, con una tempistica diversa. Non si possono cambiare le regole in corso d’opera mandando all’aria investimenti e programmi aziendali. In ambito comunitario le regole debbono essere per tutti le stesse. Non si possono concedere autorizzazioni in deroga a Paesi che poi vendono in Italia prodotti trattati con sostanze da noi vietate. E poi – ha sottolineato ancora – vogliamo vedere applicato il principio di reciprocità con i Paesi Terzi, per l’assenza del quale abbiamo conseguenze gravi per esempio dalle uve di origine peruviane, che arrivano sulle tavole dei consumatori europei e italiani anche se non rispettano le regole vigenti nell’UE”. Alla inaugurazione berlinese ha partecipato anche Davide Vernocchi, presidente APO Conerpo, in rappresentanza della cooperazione, che ha sottolineato l’importanza della competitività: “se la vogliamo mantenere, dobbiamo affrontare il tema della gestione del rischio e quello delle problematiche fitosanitarie rispetto alle quali il settore non ha strumenti per riuscire a produrre. Ogni molecola che ci tolgono è una filiera produttiva che entra in crisi. Si deve agire adesso, prima che sia troppo tardi”, ha concluso.

Bruni (Cso Italy): dobbiamo difenderci da emergenze fitosanitarie

Bruni (Cso Italy): dobbiamo difenderci da emergenze fitosanitarieRoma, 5 feb. (askanews) – Sul comparto ortofrutticolo italiano, pesa “un’emergenza fitosanitaria che va affrontata e risolta con decisione. Siamo un Paese virtuoso, che dagli Anni Novanta ad oggi ha ridotto del 75% l’uso di sostanze attive. Forti di questo dobbiamo dire all’unisono all’Europa che, pur nel rispetto della salubrità e della sostenibilità delle nostre produzioni, abbiamo bisogno di avere a disposizione tutti gli strumenti più idonei per difenderci”. Lo ha detto il presidente di CSO Italy Paolo Bruni nel corso della inaugurazione di Italy, la principale collettiva italiana di Fruit Logistica 2025, coordinata da CSO Italy e Fruitimprese, alla quale hanno partecipato anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il nuovo ambasciatore d’Italia a Berlino Fabrizio Bucci, il presidente di ICE Agenzia Matteo Zoppas e l’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria Gianluca Gallo


Proprio la Germania è il primo mercato di riferimento dell’Italia, che vi esporta il 30% della nostra ortofrutta, circa 1 milione di tonnellate. “Ma non possiamo nasconderci dietro un dito – ha sottolineato Bruni – Anche se il nostro export è cresciuto nel 2024 in volume e in valore, fino a superare i 6 miliardi di euro, le nostre esportazioni nel biennio 2022 – 2023 erano diminuite del 7% e ancora hanno davanti molte sfide: Suez, le guerre, gli embarghi, le complicazioni connesse agli accordi bilaterali per l’apertura di nuovi mercati, ma innegabilmente la difficoltà principale è che alcune filiere hanno perso competitività a causa di problemi produttivi”. Sotto la lente di ingrandimento ancora il Green Deal: “siamo in prima fila in questa battaglia – ha detto – perché se è vero che potrebbe anche esserci un’inversione o un’attenuazione della rotta che il precedente governo europeo aveva indicato con il Green Deal, questo percorso va vigilato e bene”.


“La nostra attenzione – ha aggiunto il presidente di CSO Italy – non può trascurare la crisi, tutt’oggi irrisolta, dei consumi, che sono scesi del 18% dal 2018 al 2023, più di 1 milione di tonnellate in meno rispetto agli oltre 6 milioni del 2018, circa 800 mila tonnellate perse nel solo biennio 2022-2023. Ricordare che nel 2024 abbiamo avuto una frenata in questa discesa, con risultati sostanzialmente stabili, non è sufficiente”. Ma come invertire questa tendenza? Innanzitutto attraverso “una comunicazione, anche istituzionale, che faccia conoscere il nostro settore attraverso tutti gli strumenti mediatici a disposizione, che gli ridia la reputazione che merita, partendo da una constatazione persino banale ma che non è evidentemente raccontata con efficacia al consumatore”.

Gianmarco Laviola nuovo amministratore delegato del gruppo oleario Salov

Gianmarco Laviola nuovo amministratore delegato del gruppo oleario SalovMilano, 5 feb. (askanews) – Salov, proprietario dei marchi Filippo Berio e Sagra dal 2015 parte del gruppo cinese Bright Food, ha nominato Gianmarco Laviola amministratore delegato del gruppo.


Laviola, nato a Bari, 53 anni fa, laureato in Economia aziendale con specializzazione in marketing presso l’Università Bocconi di Milano, ha un’esperienza professionale in importanti realtà internazionali del food and beverage. Dopo Kpmg e Unilever, ha lavorato nella multinazionale americana Anheuser Busch come responsabile del business Budweiser in Italia e nei Paesi del Mediterraneo. Successivamente, ha guidato Mareblu per il gruppo thailandese Thai Union group, e, successivamente, la divisione Simmenthal per Bolton alimentari. Prima di approdare in Salov, è stato amministratore delegato di Princes Italia. Con questa nuova nomina, spiega una nota, il gruppo Salov, che nel 2023 ha registrato un fatturato consolidato di circa 518 milioni di euro e 105milioni di litri di olio venduti, punta a consolidare ulteriormente la sua posizione di leadership sia sui mercati internazionali sia su quello italiano, con particolare attenzione al rafforzamento del valore del marchio Filippo Berio. Il marchio Filippo Berio è presente in oltre 70 Paesi nel mondo risultando nelle prime posizioni in molti mercati tra cui Usa, Uk, Belgio, Svizzera e Hong Kong.


“Sono entusiasta di intraprendere questa nuova sfida alla guida di Salov, un gruppo con oltre un secolo di storia e un ruolo di primo piano nel settore oleario – dichiarato Laviola – La mia esperienza e il mio impegno saranno volti a rafforzare ulteriormente il posizionamento di Salov come leader di qualità, promuovendo una crescita sostenibile nel rispetto della tradizione che contraddistingue il Gruppo”.

Lollobrigida: difesa agricoltura coincide con difesa ambiente

Lollobrigida: difesa agricoltura coincide con difesa ambienteRoma, 5 feb. (askanews) – “La posizione dell’Italia sul Green Deal è chiara: è di difesa dell’agricoltura che coincide con la difesa dell’ambient, perché c’è l’agricoltore sul territorio. Ci batteremo con pragmatismo sulle molecole. Così come ci battiamo per l’immigrazione regolare, legale, necessaria al settore. Così come stiamo facendo chiarezza sui meccanismi di gestione del rischio e sul rinnovato progetto Frutta e Latte nelle scuole. Siamo qui per ascoltare, siamo qui per tutelare e valorizzare il ruolo del nostro Paese e dei suoi imprenditori in Europa e nel mondo”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla inaugurazione di Italy, la principale collettiva italiana di Fruit Logistica 2025, coordinata da CSO Italy e Fruitimprese.

Alluvione, a Bologna consulta agricola regionale con Comm. Curcio

Alluvione, a Bologna consulta agricola regionale con Comm. CurcioRoma, 5 feb. (askanews) – Snellire le procedure burocratiche che complicano le istanze di rimborso per le imprese agricole danneggiate dalle alluvioni del 2023 e del 2024. Garantire ristori adeguati sulla base dei danni reali subiti ed erogare nuovi fondi per sostenere le attività produttive finora escluse dalle misure attivate. Sono alcune delle priorità portate dalla Regione Emilia-Romagna al tavolo della Consulta agricola regionale che riunisce le associazioni delle imprese agricole e agroalimentari e i sindacati dei lavoratori, presieduta dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, insieme alla sottosegretaria alla Presidenza, Manuela Rontini, riunita a Bologna alla presenza del Commissario alla ricostruzione post alluvione, Fabrizio Curcio.


Inoltre, nel quadro delle azioni per la sicurezza del territorio, la Regione Emilia-Romagna, tramite l’assessore Mammi, ha presentato al commissario Curcio una proposta per riconoscere al settore agricolo un ruolo più attivo nella gestione e tutela delle infrastrutture idrauliche e ambientali. L’iniziativa si concentra sul coinvolgimento e la raccolta di pareri su tre aspetti chiave: il completamento delle infrastrutture e messa in sicurezza del territorio, la gestione e realizzazione di piccole attività di manutenzioni ordinarie da parte degli agricoltori, l’estensione su tutto il territorio del modello già sperimentato a Modena del piano di controllo degli animali fossori. “L’agricoltura è il settore che ha subito i danni più ingenti a seguito delle alluvioni del 2023 e 2024 e come Regione abbiamo attivato tempestivamente misure di sostegno per le imprese colpite – hanno detto Rontini e Mammi – Tuttavia, persistono criticità che richiedono un intervento urgente: è necessario semplificare le procedure di accesso ai contributi, in particolare per le aziende danneggiate da più eventi calamitosi, che ad oggi incontrano difficoltà nell’iter di rimborso. Inoltre, occorre accelerare l’erogazione delle risorse già stanziate, garantendo tempi certi per i pagamenti”.


Lo sblocco degli indennizzi Agricat hanno aggiunto, “anche se gli indici utilizzati per calcolare il danno economico sono inferiori rispetto ai danni effettivi, rappresenta un segnale positivo per gli agricoltori colpiti dagli eventi estremi del 2023. Ora, però, è fondamentale velocizzare l’effettiva liquidazione dei fondi affinché siano resi disponibili nel minor tempo possibile”. Le alluvioni del 2023 hanno coinvolto 11.300 imprese agricole, di cui 8.300 colpite dall’alluvione e 3.000 dai fenomeni franosi, con danni su oltre 160mila ettari di terreni produttivi. A queste si aggiungono le aziende che hanno subito danni in seguito alle alluvioni di settembre e ottobre 2024, alcune delle quali già colpite l’anno precedente.