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Consorzio agnello Sardegna Igp: Carta di Ortigia rafforza le Ig

Consorzio agnello Sardegna Igp: Carta di Ortigia rafforza le IgRoma, 3 ott. (askanews) – “Con la Carta di Ortigia puntiamo a rafforzare ancora di più la tutela dei nostri metodi produttivi immutati da secoli e con loro la nostra cultura. Nel documento firmato infatti si pone al centro la rilevanza globale delle Indicazioni Geografiche e gli strumenti di tutela e promozione a livello internazionale, con un ruolo cruciale svolto dai Consorzi di tutela”. Così il presidente del Consorzio di Tutela della Igp Agnello di Sardegna, Battista Cualbu, che è tra i firmatari della Carta di Ortigia, il documento che il 26 settembre scorso è stato consegnato al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida dai rappresentanti di Origin Italia, l’associazione che raggruppa le Dop e le Igp italiane e che proprio a Ortigia ha partecipato ai lavori per il G7 Agricoltura.


“La Carta di Ortigia” si propone di rilanciare lo sviluppo globale delle Indicazioni Geografiche (IG) e promuovere la cooperazione internazionale. Con 328 prodotti Dop, Igp e Stg, l’Italia è la prima nazione europea a trascinare il settore delle tutele agroalimentari (segue la Francia con 275). La Sardegna conta di 9 prodotti DOP – IGP, ed è la Regione numero 16 in Italia per prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica. A livello economico, secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del Cibo DOP – IGP nell’isola vale 423 milioni di euro con l’agnello di Sardegna Igp che porta l’isola a essere la prima regione d’Italia per impatto economico per la produzione di carni fresche a marchio.


“Sappiamo di poter fare molto di più e con la giusta cooperazione possiamo migliorare ancora i numeri”, spiega Cualbu. Durante la giornata del 26 si è svolto anche il convegno “Italian Geographical Indications: A Tool for International Cooperation”, organizzato da Origin Italia con il supporto della Fondazione Qualivita. Alla presenza del direttore generale della FAO, Qu Dongyu, il convegno ha gettato le basi per la creazione di un network internazionale che monitori le priorità per una cooperazione globale incentrata sullo sviluppo sostenibile legato alle Indicazioni Geografiche.

Rota (Fai-Cisl): da Tavolo anticaporalato soluzioni concrete

Rota (Fai-Cisl): da Tavolo anticaporalato soluzioni concreteRoma, 3 ott. (askanews) – “In attesa di conoscere in modo più dettagliato il provvedimento del Consiglio dei Ministri in materia di immigrazione, esprimiamo un parere positivo su alcuni punti che recepiscono buona parte di quanto proponiamo da tempo”. Lo scrive sui profili social della Fai-Cisl il Segretario Generale Onofrio Rota commentando l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del Decreto sui lavoratori stranieri.


Positivo soprattutto il riconoscimento del permesso di soggiorno per le vittime di caporalato e la possibilità di convertirlo in permesso per lavoro, nonché il percorso di accompagnamento per la loro inclusione sociale e lavorativa anche con il riconoscimento dell’assegno di inclusione, “ma pensiamo – aggiunge Rota – anche alla possibilità per gli stagionali di stipulare un nuovo contratto con lo stesso o altro datore di lavoro nel periodo del nulla osta, alle misure più severe contro le imprese che attivano la procedura di ingresso senza attivare contratti o utilizzando manodopera in nero, oppure all’interoperabilità delle banche dati. Sia chiaro però che l’obiettivo che deve darsi il nostro paese è il superamento della logica del click day, che invece sembra al momento ulteriormente potenziata”. “Il Tavolo anticaporalato ha prodotto soluzioni concrete, dunque apprezziamo la coerenza del Governo con gli impegni presi con le parti sociali e da parte nostra ribadiamo ai Ministri Lollobrigida e Calderone l’importanza di portare avanti il confronto in quella sede, perché il lavoro da compiere è ancora molto: dobbiamo costruire insieme – conclude il leader della Federazione agroalimentare della Cisl – un nuovo quadro normativo che sappia meglio coniugare legalità dei flussi migratori, tutela della dignità dei lavoratori e fabbisogno del nostro tessuto produttivo”.

Servizio civile agricolo, Enapa pronto a formare i giovani

Servizio civile agricolo, Enapa pronto a formare i giovaniRoma, 3 ott. (askanews) – Fino al 28 novembre gli enti di Servizio Civile Universale potranno presentare i progetti spaziando negli ambiti dell’agricoltura e delle realtà rurali: saranno mille i giovani che potranno partecipare.


Con la pubblicazione del bando di progettazione uscito ieri, 2 ottobre, relativo al Servizio Civile Universale anche in ambito agricolo, Enapa, il Patronato di Confagricoltura, è pronto a pianificare le attività e, in particolare, ad accogliere i giovani tra i 18 e i 29 anni che vorranno realizzare un’esperienza all’interno delle 230 sedi presenti in tutta Italia. L’Enapa ha già riconosciuto le possibili attività di formazione specifica che verranno dedicate ai giovani volontari che arruolerà, individuando alcuni temi didattici: la conoscenza del patrimonio enogastronomico, l’accoglienza rurale con una attenzione alle forme del coworking, il sistema agroalimentare, l’ambiente, la sostenibilità e la dieta mediterranea.


E’ importante, evidenzia Enapa in una nota, sostenere la conoscenza e la promozione dei prodotti dell’eccellenza italiana e avvicinare i giovani alle esperienze identitarie dei territori rurali, in particolare delle aree interne, di cui le imprese agricole, enogastronomiche e agrituristiche rappresentano una peculiarità e una molteplicità di conoscenze, tradizioni e cultura. Ai giovani che sceglieranno il Patronato di Confagricoltura verrà assicurata anche la certificazione delle competenze acquisite, grazie al partenariato già siglato dall’Ente con La Sapienza Università di Roma.

La gestione dei rifiuti urbani si fa digitale: nasce nuovo polo industriale

La gestione dei rifiuti urbani si fa digitale: nasce nuovo polo industrialeMilano, 3 ott. (askanews) – Contenitori della differenziata “parlanti”, compostiere digitali, app “intelligenti” per accedere ai servizi di igiene urbana, localizzatori satellitari che monitorano in tempo reale i percorsi dei mezzi di raccolta, software di ottimizzazione potenziati dall’intelligenza artificiale e chiavi virtuali, salvate sugli smartphone, per accedere alle ecoisole. La gestione dei rifiuti si prepara a una rivoluzione digitale. A lanciare la sfida è un neonato polo industriale, che integra cinque aziende – Ambiente.it, Sartori Ambiente, Arcoda, Junker App e Hpa – in una realtà chiamata “Dna Ambiente”.


Questo modello di raccolta dei rifiuti, presentato a Milano nel corso dell’evento Waste Reloaded, punta a promuovere un “aggiornamento” del settore, per superare i limiti e le inefficienze dell’attuale “versione” di gestione dei rifiuti urbani, evolvendo la filiera grazie al meglio dell’innovazione tecnologica made in Italy. “Le opportunità offerte dalla nostra attuale tecnologia possono avere una grande applicazione nel settore ambientale – sottolinea Alessandro Vistoli, Ceo di Ambiente.it – Per questo abbiamo avuto l’intuizione di aggregare sotto un unico cappello competenze, esperienze e soluzioni, creando un vero e proprio ecosistema che offre al settore un’automazione completa. La nostra proposta costituisce la base degli strumenti necessari per una vera e propria rivoluzione digitale, in forte discontinuità con il passato, che permetterà agli operatori del settore ambientale di raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità, richiesti a gran voce dalla comunità e dalle nuove generazioni”.


Ma come sarà, dunque, la raccolta dei rifiuti urbani del futuro? In questo nuovo “ecosistema digitale”, intanto, i cittadini acquisteranno una sempre maggiore centralità, in quanto primo anello di una filiera circolare che necessita di essere alimentata da una differenziata di qualità. Per aiutarli in questo compito, potranno contare su tutor digitali “smart”, che li aiuteranno a separare e valorizzare tutti i rifiuti prodotti, ma anche a prenotare in un tap ogni genere di servizio a chiamata, autocertificare la propria compostiera (anch’essa digitalizzata), segnalare disservizi o casi di degrado urbano e abbinare alla propria utenza i contenitori della differenziata.


Questi ultimi non saranno più dei contenitori colorati. Saranno realizzati in in polipropilene riciclato e soprattutto saranno “parlanti”. Verranno infatti dotati di un tag in grado di comunicare a distanza la reale produzione di rifiuti di ogni utenza e permettere, quindi, un calcolo più equo della tariffa puntuale. A ogni passaggio, gli operatori li “interrogheranno” grazie a un apposito lettore portatile, collegato con una “control room”, dove verranno tracciati in modo completo e automatico tutti i dettagli sulle attività di raccolta rifiuti: dalla rilevazione geolocalizzata degli svuotamenti al tracciamento GPS dei percorsi effettuati dai mezzi. I dati raccolti serviranno ad assicurare una piena compliance agli obblighi normativi di Arera e al tempo stesso consentiranno anche di ottimizzare in automatico tutte le varie fasi di gestione dei rifiuti. L’intelligenza artificiale sarà preziosa, ad esempio, per evitare inefficienze nei percorsi dei mezzi di raccolta, riducendo il chilometraggio e le emissioni di CO2 e consentendo un migliore impiego della forza lavoro.

Il 38,3% dei turisti in Italia sceglie i ristoranti on line

Il 38,3% dei turisti in Italia sceglie i ristoranti on lineRoma, 3 ott. (askanews) – Il 38,3% dei turisti in Italia scopre e sceglie i ristoranti online, affidandosi nel 23,7% dei casi alle piattaforme dotate di recensioni come Google (17%), in assoluto lo strumento più utilizzato, o TripAdvisor (6,7%%) e nel 14,5% ai social media. A guidare il processo di scelta è il sempreverde passaparola, alimentato da chi ha già visitato la località o dal personale di hotel e B&B, protagonista del 50,7% delle sedute a tavola, mentre l’11% decide dove mangiare passando davanti al locale.


La fotografia è parte di una più ampia indagine sulle abitudini di scelta dei consumatori in visita in Italia, connazionali e stranieri, effettuata tramite sondaggio dall’Osservatorio Ristorazione sui clienti di circa 2400 attività operanti in tutta Italia, che verrà presentata in occasione di RistoratoreTop Live, evento rivolto agli operatori del settore che si terrà a Bologna dal 21 al 23 ottobre 2024 per elaborare strategie comuni di potenziamento dell’intero comparto in un’epoca di grandi sfide di adattamento. Lorenzo Ferrari, presidente dell’Osservatorio Ristorazione e amministratore delegato dell’agenzia RistoratoreTop, spiega che quello della ristorazione “è un settore che non ha ancora risposto alla domanda sempre più crescente di digitalizzazione. Quest’ultima, soprattutto in alta stagione, è la strada non solo per farsi scoprire ma anche per fidelizzare le persone e farle tornare”.


Se da un lato infatti il turista ama sperimentare, come dimostrato dai dati sull’intensità di frequentazione che vedono il 61,6% provare un ristorante per la prima volta, dall’altro il 38,4% ha fatto più di una visita: il 31,8% torna più volte in un anno, il 5,5% una volta al mese e l’1% più volte a settimana. La modalità di fruizione più diffusa è in coppia (34,1%), poi in famiglia (31,9%), gruppi di amici (28,7%) e pasti legati al lavoro (3,7%). Solo l’1,6% si accomoda a tavola senza accompagnatori. Tra i nuovi trend in consolidamento nel 2024, spicca la richiesta di carta di credito a garanzia in fase di prenotazione o il versamento di un anticipo per grandi gruppi, approccio dei ristoratori che si attesta attorno al 3,8% del totale. La causa è individuabile nella crescente abitudine di non presentarsi al ristorante senza avvertire, il cosiddetto no-show, che può essere quantificato intorno al 2% di mancati incassi per un’attività ristorativa.

In Sardegna arriva vaccinazione bovini per sierotipo 8 Blu Tongue

In Sardegna arriva vaccinazione bovini per sierotipo 8 Blu TongueRoma, 3 ott. (askanews) – E’stata resa disponibile in Sardegna la fornitura di vaccini per il sierotipo 8 della Blu Tongue per i bovini, consentendo così la loro movimentazione. “Questo passo rappresenta un primo e fondamentale segnale positivo da parte della Regione e dell’assessorato della Sanità che ha finalmente approvato l’atto che consente all’Istituto zooprofilattico di ricevere i vaccini per il sierotipo 8 – sottolineano in una nota Battista Cualbu e Luca Saba, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Sardegna – con questo passaggio gli allevatori bovini avranno a disposizione uno strumento essenziale per movimentare il bestiame e affrontare le gravi criticità che hanno dovuto fronteggiare fino ad oggi”.


Con l’intervento dell’assessorato della Sanità “si rendono disponibili attraverso l’Izs, dunque, dosi di vaccino per il tipo 8 di lingua blu da utilizzare per la movimentazione “in via eccezionale e limitatamente all’immediata utilità legata all’attuale contesto epidemiologico per Blue tongue e, comunque, salvo ulteriori ed eventuali indicazioni in merito, non oltre il mese di dicembre 2024”, sottolinea l’assessorato. Le vaccinazioni dovranno essere affidate esclusivamente ai medici veterinari liberi professionisti autorizzati dai Servizi veterinari delle ASL competenti per territorio. Il vaccino per espletare la sua efficacia impiega circa 40 giorni e, sostiene la Regione “bisogna tener conto di questo nel programmare le attività a breve termine”. Con l’intervento la Regione spiega che per la vaccinazione primaria è prevista per i bovini la somministrazione di due dosi con un intervallo di 3 – 4 settimane. Pertanto i capi da movimentare devono essere vaccinati da almeno 10 giorni dalla seconda dose di vaccino (circa 40 giorni).


Cualbu sottolinea che i 40 giorni che devono passare dal momento della vaccinazione a quello della movimentazione “rappresentano un ulteriore ritardo per i nostri allevatori che hanno dovuto fronteggiare già una stagione difficilissima per la siccità e per i costi sempre più alti per l’alimentazione degli animali che sarebbero già stati immessi nei mercati – conclude – non possiamo abbassare la guardia in alcun modo”. Anche perchè resta ancora aperta la partita sul sierotipo 3 vista la mancanza dei vaccini. In caso di presenza di questo sierotipo, spiega l’assessorato, le movimentazioni verso altri territori non interessati da questa tipologia sono subordinate all’esito favorevole del test Pcr.

I 50 di Heineken in Italia tra rilancio dei marchi storici e sostenibilità

I 50 di Heineken in Italia tra rilancio dei marchi storici e sostenibilitàMilano, 2 ott. (askanews) – Da 50 anni Heineken produce birra in Italia, mezzo secolo di storia in cui è diventata il primo player nazionale, con quasi 7 milioni di ettolitri, muovendosi in un mercato che ha contribuito a costruire. Pioniera nel diffondere una cultura del bere responsabile, e, più in generale, una cultura intorno a questa antichissima bevanda, Heineken in questi anni ha rilanciato alcuni marchi storici italiani, cone Ichnusa, Birra Messina, Moretti, arrivando a produrre una birra su tre, di quelle bevute nel nostro Paese.


“In questi 50 anni Heineken ha saputo conquistare la quotidianità degli italiani e con i suoi investimenti in Italia ha dato un contributo decisivo allo sviluppo di tutto il settore birrario, creando ricchezza e occupazione per il Paese – ha detto Alexander Koch, ad di Heineken Italia, nel corso dell’evento per celebrare i 50 anni di produzione dell’azienda in Italia -. Guidando la crescita del mercato, ha promosso una cultura della birra coerente con la cultura alimentare italiana e il consumo a pasto, ha investito su qualità e differenziazione, contribuendo a far passare gli italiani “dalla birra alle birre. Nei prossimi cinquant’anni vogliamo continuare a favorire la crescita della categoria senza compromessi sulla qualità, per essere protagonisti dei momenti di socialità degli italiani con i nostri brand”. Caratteristica peculiare del mercato italiano è quella di partire dalla scelta del cibo per poi abbinarci le birre, che dipendono anche dalla varietà e dal gusto. Un paradigma questo del cibo e del bere che rende il mercato italiano un mercato distintivo, e non solo in fatto di gusto, dove il potenziale di crescita resta ancora elevato se si considera che oggi in Italia si consumano 36 litri a testa, la metà della media europea. E dove il legame con il territorio resta saldo: “Heineken è una azienda da 2mila persone con 4 birrifici che si occupa di produrre e fare marketing sulle birre – ha sottolineato Alfredo Pratolongo, direttore comunicazione e affari istituzionali Heineken Italia – Il localismo è una tendenza forte in Italia per cui abbiamo dato valore alle birre che avevamo in portafoglio spingendo e rafforzando di più il legame con il territorio anche perchè sono nate sul territorio”.


Forte di questa varietà, che risponde a un consumatore esigente, e dei suoi 50 anni di esperienza, Heineken prova a delineare ora il futuro del mercato birrario, fatto di crescente differenziazione e qualità, pur conservando quel legame con la convivialità che occuperà spazi nuovi. Come anticipa lo studio condotto da Future Concept Lab per il gruppo olandese. “Questa nuova dimensione della cultura della birra in Italia ci aiuta a capire un bisogno che non solo i ragazzi ma anche gli adulti hanno, di rincontrarsi, è il paradigma che noi chiamiamo di trust and sharing – ha detto Francesco Morace, presidente del Future Concept Lab – momenti di convivialità ma anche di riappropriazione dei luoghi urbani quindi pubblici esercizi, bar ma anche i parchi che diventano luoghi in cui ci si incontra e la birra diventa un grande facilitatore”. Questa prospettiva non sarebbe sostenibile se non fosse inserita in un impegno che è al tempo stesso ambientale – l’obiettivo è arrivare a zero emissioni entro il 2030 e raggiungere la carbon neutrality entro il 2040 – ma anche sociale, in cui Heineken ha dettato la linea: “La prima campagna sul bere responsabile fatta da un’azienda birraria al mondo fu fatta da Heineken Italia, si chiamava ‘Pensaci’ ed era 20 anni fa, nel 2004 – ha ricordato Pratolongo – Da lì in poi abbiamo sviluppato diversi approcci, alcuni aspirazionali, addirittura dicendo di non bere birra ma acqua in alcune occasioni, fino ad avere messaggi chiari sul bere e guidare usando la Formula 1 che è una delle piattaforme di comunicazione più grane al mondo dicendo ‘When you drive never drink’ dove never è la parola chiave”.

Lollobrigida: oggi si apre bando per Servizio civile agricolo

Lollobrigida: oggi si apre bando per Servizio civile agricoloRoma, 2 ott. (askanews) – “Oggi arriva il servizio civile agricolo. Io ho un grande rispetto per i miei avversari politici e quindi non penso che siano stupidi, io ho un grande rispetto e non mi permetterei mai di definirli ignoranti, quindi penso che siano in malafede quando affermano che il ministro Lollobrigida vuole mandare a tre euro l’ora i ragazzi a raccogliere i pomodori”. Così il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenendo all’Assemblea di Legacoop Agrolimentare.


Il servizio civile agricolo, ha ricordato Lollobrigida, “l’ha fatto un governo di centrosinistra e ringrazio l’autorevolissimo collega Amato. Nella legge istitutiva c’è scritto, servire la patria, e c’è anche l’agricoltura”. “Immagino e spero che le associazioni che decideranno di partecipare – ha evidenziato il ministro – non manderanno ragazzi a raccogliere pomodori sottopagati. Ma dire che qualcuno viene sfruttato perchè guadagna 507 euro al mese non è solo un problema degli agricoltori. Vale per Legacoop, per i comuni per i sindacati, voi fate servizio civile, e non immagino possa essere un trattamento in violazione del diritto dei lavoratori. Lo considero un assurdo e un paradosso dire che chi lavora in agricoltura con il servizio civile sia sfruttato, e invece ad esempio chi fa servizi di tutela ambientale non lo sia”.


“Penso che il servizio civile sia una grande occasione per fare esperienza, abbiamo inserito anche quote di riserva perchè chi fa il servizio civile avrà il 15% di posti riservati nei concorsi. Oggi applichiamo la legge del 2001”, ha concluso il ministro.

Cia: rinvio Regolamento deforestazione importante per agricoltura

Cia: rinvio Regolamento deforestazione importante per agricolturaRoma, 2 ott. (askanews) – La proposta della Commissione Ue di posticipare di un anno l’applicazione del Regolamento Deforestazione (EUDR) è una vera boccata d’ossigeno per tutta l’agricoltura e il sistema allevatoriale. A dirlo, soddisfatta, è Cia-Agricoltori Italiani che aveva sollecitato un intervento in tal senso e che ora guarda con fiducia al voto positivo da parte del Parlamento e del Consiglio Ue per giungere a un rinvio definitivo.


Infatti, sottolinea Cia, pur sostenendo l’obiettivo di azzerare la deforestazione a livello globale, permangono criticità evidenti riguardo agli obblighi introdotti e, soprattutto, circa l’iter di implementazione del Regolamento. In particolare, il periodo di transizione previsto per la fine di quest’anno, non avrebbe consentito in alcuno modo alle aziende di adeguarsi in modo tempestivo e puntale, con un danno già palese per la produttività delle aziende agricole e agroalimentari. Basti pensare che si registrano già perturbazioni sui mercati, con molti contratti per il 2025 saltati a causa delle incertezze scaturite con l’introduzione del Regolamento. Con l’input della Commissione Ue, l’applicazione slitterebbe ora al 30 dicembre 2025 per le aziende di grandi dimensioni e a partire dal 30 giugno 2026 per le micro e piccole imprese. Un timing accettabile per una graduale introduzione del sistema da parte delle aziende e per continuare a favorire gli scambi commerciali almeno nel corso di tutto il prossimo anno. Infine, Cia confida che tale proroga serva anche a risolvere, necessariamente, ritardi e inesattezze sotto il profilo comunicativo e informatico, ma anche a snellire le procedure burocratiche previste dalla norma. Le nuove linee guida della Commissione Ue rappresentano solo un primo passo, in favore di più chiarezza e semplificazione.

Dal 4 al 21 ottobre fiera tartufo bianco a Borgofranco sul Po

Dal 4 al 21 ottobre fiera tartufo bianco a Borgofranco sul PoRoma, 2 ott. (askanews) – Dal 4 al 21 ottobre 2024 torna la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Borgofranco sul Po, giunta alla sua 30esima edizione. Il piccolo centro, nel comune mantovano di Borgocarbonara, si prepara ad accogliere migliaia di visitatori nei giorni 4-5-6, 11-12-13 e 18-19-20-21 ottobre. La Fiera, organizzata dalla Pro Loco di Borgofranco sul Po, è un’occasione per scoprire e gustare il pregiato Tuber Magnatum Pico, in un contesto ricco di tradizioni, sapori e convivialità.


Rappresenta l’unico appuntamento di rilievo nazionale dedicato al tartufo bianco in Lombardia e si sta consolidando come importante strumento di promozione del territorio, come testimonia la presenza di numerosi camperisti, cicloamatori e visitatori provenienti anche dall’estero. Per tre weekend consecutivi la grande area gastronomica, allestita nella tensostruttura riscaldata in Piazza Malavasi, proporrà un ricco menù, dal venerdì alla domenica a cena e la domenica anche a pranzo. Le specialità proposte, dall’antipasto al dolce, saranno ispirate alla tradizione mantovana. La Fiera Nazionale del Tartufo Bianco è resa possibile grazie al coinvolgimento di oltre 100 volontari, che contribuiscono all’organizzazione e gestione dell’evento che ogni anno serve oltre 10mila piatti.


Ogni domenica, l’Associazione Mantovana Cercatori di Tartufi “Trifulin Mantuan” organizza “Escursione a tartufi” un’iniziativa che ha l’intento di mostrare ai partecipanti l’Arte della Cerca e della Cavatura del Tartufo.