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D’Eramo (Masaf): da Italia ok a Decisione Forest Europe

D’Eramo (Masaf): da Italia ok a Decisione Forest EuropeRoma, 2 ott. (askanews) – “A seguito dei cambiamenti climatici anche le foreste italiane hanno già conosciuto fenomeni estremi come tempeste, incendi, attacchi parassitari e siccità acute. L’Italia è, pertanto, favorevole all’adozione della Decisione proposta da Forest Europe, in piena sintonia con la Strategia Forestale italiana emanata nel 2022, e dello strumento FoRISK”. Lo ha affermato il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, intervenendo ieri a Bonn alla nona conferenza ministeriale Forest Europe.


“L’adozione della Decisione rappresenta un importante passo in avanti nella conservazione dei nostri boschi”, ha aggiunto il sottosegretario. D’Eramo ha inoltre ricordato come si renda “necessario e attuale un sistema di prevenzione del rischio di catastrofi e di ripristino dei danni causati alle foreste”, dunque l’Italia “accoglie con favore la proposta di adottare lo strumento FoRisk, in un contesto di collaborazione transfrontaliera”.

Claudia Guidi nuova presidente giovani Confagri Emilia Romagna

Claudia Guidi nuova presidente giovani Confagri Emilia RomagnaRoma, 2 ott. (askanews) – Ha 30 anni ed è imprenditrice agricola a Codigoro (Fe), la nuova presidente dei Giovani di Confagricoltura-Anga Emilia Romagna, Claudia Guidi. Guidi sarà affiancata da due vice: Riccardo Garuti, presidente dei giovani di Confagricoltura-Anga Modena, attivo nell’azienda di famiglia a Solara dove si coltivano 10 ettari di frutteto, 8 di vigneto e orticole destinate al punto vendita interno e Damiano Roncari, presidente dei giovani di Confagricoltura-Anga Reggio Emilia che produce latte per il Consorzio del Parmigiano Reggiano oltre a curare i campi di foraggio e cereali per l’alimentazione delle bovine.


Guidi, che succede alla modenese Alice Consoli, ha iniziato il suo percorso sindacale nel 2016 come vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura-Anga Ferrara, poi salita al vertice nel 2019; già vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura-Anga Emilia Romagna nel mandato 2021-2024 e attuale vicepresidente di Confagricoltura Ferrara. “Sono molto onorata di poter rappresentare i Giovani di Confagricoltura-Anga Emilia Romagna nel prossimo triennio”, ha dichiarato appena eletta dall’assemblea dei delegati svoltasi a Bologna, sottolineando che l’associazione nazionale dei giovani imprenditori agricoli-ANGA da sempre rappresenta la fucina di idee di Confagricoltura e il bacino di reclutamento e formazione dei futuri dirigenti.


“Vogliamo garantire rappresentanza, supporto e conoscenze ai giovani che fanno impresa, che sono il futuro del comparto: una voce che non può restare inascoltata”. Il pensiero è andato soprattutto all’alluvione che ha colpito la Romagna tre volte, in sedici mesi, aggiungendo ulteriori danni diretti e indiretti all’agricoltura già martoriata, ma anche alla peste suina africana che minaccia gli allevamenti della filiera suinicola regionale, quindi le pregiate carni Dop e Igp, fino alla crisi frutticola che da anni sferza la Fruit Valley italiana. “Vorremmo, come giovani agricoltori, trasformare le difficoltà in opportunità. È essenziale unire le forze per affrontare le questioni cruciali che ci toccano da vicino, l’innovazione e la sostenibilità, la formazione e l’accesso al credito, finanche la penetrazione dei mercati, dialogando con le istituzioni e progettando strategie per facilitare il ricambio generazionale e l’ingresso dei giovani in agricoltura”, ha concluso.

Psa, Coldiretti: ora indennizzi e stop rate mutui per allevamenti

Psa, Coldiretti: ora indennizzi e stop rate mutui per allevamentiRoma, 2 ott. (askanews) – Garantire gli indennizzi per i danni diretti e indiretti agli allevamenti colpiti dalla peste suina africana e la sospensione immediata del pagamento delle rate dei mutui. Sono le richieste avanzate dalla Coldiretti nel corso del secondo incontro, dopo quello di circa un mese fa, con il Commissario straordinario per la Psa Giovanni Filippini, alla presenza del presidente Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo, che hanno sottolineato come “questi ristori siano necessari anche per non abbattere la speranza degli allevatori” e devono andare a rinforzare l’intervento del dl omnibus prevedendo un incremento di risorse.


Oltre 500 imprenditori si sono collegati in modalità web per esprimere al Commissario tutte le loro preoccupazioni per una situazione “di grave crisi per l’intero settore”. L’appuntamento è stato fissato per fare il punto della situazione su un’emergenza che sta mettendo a rischio un intero settore che vale oltre 20 miliardi di euro e la sopravvivenza di alcune delle eccellenze norcine più note dell’agroalimentare Made in Italy. Coldiretti è tornata a sollecitare l’erogazione immediata dei risarcimenti per i danni causati dalla peste suina, con l’abbattimento di decine di migliaia di animali e le restrizioni alla movimentazione che hanno di fatto paralizzato la normale attività aziendale. Oltre a quelli diretti, legati alla perdita dei capi, occorre includere anche quelli indiretti, con gli allevamenti costretti ad interrompere completamente tutte le attività, comprese quelle di ripopolamento. Essenziale anche la sospensione del pagamento delle rate dei mutui delle imprese colpite e proprio in tale ottica Coldiretti scriverà una lettera all’Abi, l’Associazione bancaria italiana, per sollecitare un intervento.


Nel corso dell’incontro il Commissario Filippini ha illustrato la situazione attuale, che vede 29 focolai attivi (20 in Lombardia, 8 in Piemonte e 1 in Emilia Romagna), e il nuovo piano di azione condiviso e approvato con la Commissione europea che prevede 4 macroazioni: prelevamento, depopolamento cinghiali, sorveglianza e biosicurezza allevamenti, oggetto di una apposita ordinanza. L’obiettivo è il controllo e il confinamento del virus nelle zone di restrizione. Resta il fatto, conclude la Confederazione agricola, che troppo a lungo si è sottovalutata una situazione che ha consentito la proliferazione incontrollata dei cinghiali, che rappresentano il primo vettore di diffusione della Psa.

Lollobrigida: grazie a Mattarella, cuochi servono a diplomazia

Lollobrigida: grazie a Mattarella, cuochi servono a diplomaziaRoma, 2 ott. (askanews) – “Per la stampa le cose non sono giuste o sbagliate…dipende da chi le dice. Un grazie al Presidente Mattarella per aver sottolineato l’importanza dei nostri Cuochi, anche nella diplomazia. Ovviamente il paragone è solamente sui concetti che a me appaiono molto simili (ma giudicate voi). Nel totale rispetto del Presidente che lo ha detto molto meglio di me”. Lo scrive sul proprio profilo Fb il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, commentando il titolo di un articolo del primo ottobre sul quotidiano Il Messaggero che recita: “Mattarella vede gli chef di presidenti e monarchi: ‘La cucina apre gli orizzonti e aiuta relazioni tra i paesi’”. Il ministro mette a confronto queste parole con altre da lui pronunciate e bollate come ‘una gaffe’ sul quotidiano La Repubblica, che il 17 maggio 2024 così titolava: “Lollobrigida, una gaffe dietro l’altra: ‘Quante guerre sarebbero evitate da cene ben organizzate’”.

Ernesto Dalle Rive nuovo presidente di Ancc-Coop, subentra a Marco Pedroni

Ernesto Dalle Rive nuovo presidente di Ancc-Coop, subentra a Marco PedroniMilano, 2 ott. (askanews) – Ernesto Dalle Rive, già presidente di Nova Coop, è stato nominato presidente dell’Associazione nazionale delle Cooperative di Consumatori-Coop (Ancc-Coop), l’organismo nazionale di rappresentanza istituzionale di Coop. Dalle Rive subentra a Marco Pedroni che ha rassegnato le sue dimissioni. Confermato al fianco di Dalle Rive in qualità di vicepresidente Renato Dalpalù, presidente Sait. Lo annuncia in una nota l’associazione nella quale precisa che con questa nomina “continua e si rafforza il percorso di cambiamento avviato con il nuovo assetto di governance delle strutture nazionali del sistema Coop sancito poco più di un anno fa con l’assemblea dei delegati”.


Nominato all’unanimità dalla direzione Ancc subentra a Marco Pedroni che, per motivi strettamente personali e per il raggiungimento delle condizioni di pensionamento, ha rassegnato le sue dimissioni. Dalle Rive, torinese 64 anni, attuale presidente di Nova Coop dove ricopre il ruolo dal 2007, è un esperto del mondo cooperativo dove è entrato professionalmente a partire dal 1990 ricoprendo vari incarichi direttivi in ambito sia piemontese che nazionale; tra questi ultimi è stato presidente del Consiglio di Sorveglianza di Coop Italia. Sotto la sua guida continua e si rafforza il percorso di cambiamento avviato con il nuovo assetto di governance delle strutture nazionali del sistema Coop sancito poco più di un anno fa con l’Assemblea dei Delegati. Nuovo assetto che riconosce all’Associazione Nazionale, oltre alle sue funzioni di rappresentanza e di gestione dei contratti di lavoro, l’essere luogo del confronto strategico per progetti comuni delle Cooperative e per l’elaborazione delle politiche ambientali e sociali di Coop. “Affronto questa mia nomina con senso di responsabilità e profonda determinazione consapevole del ruolo che all’interno del movimento cooperativo svolge l’Associazione nazionale a seguito del mandato affidatole da tutte le cooperative di consumatori – ha affermato il nuovo presidente, Ernesto Dalle Rive – Oggi però voglio in primo luogo ringraziare a nome di tutta Coop Marco Pedroni per il lavoro svolto nei vari ruoli che ha ricoperto in 32 anni di carriera. Il suo lavoro, la passione e l’impegno hanno caratterizzato l’intero suo percorso umano e professionale al vertice degli organismi nazionali (Coop Italia e Ancc)”.


“La fase che si apre ora è certamente all’interno di un contesto politico, sociale ed economico complesso nel quale, confermando i tratti distintivi della nostra offerta imprenditoriale, ci poniamo l’obiettivo di rafforzare ed estendere le nostre quote di mercato – ha aggiunto – volti a tutelare sempre più gli interessi e i diritti dei nostri soci e clienti, coerenti con l’obiettivo di rappresentare, per la comunità che ci ospita, un elemento di valore aggiunto”.

Insalate in busta: la IV gamma che tutti comprano ma pochi sanno cosa sia

Insalate in busta: la IV gamma che tutti comprano ma pochi sanno cosa siaMilano, 2 ott. (askanews) – L’hanno comprata quasi tutti almeno una volta ma, a domanda, l’86% non ha mai sentito il suo nome o, se lo ha sentito, non ne conosce il significato. Parliamo della IV gamma, il comparto di verdura, frutta e ortaggi freschi confezionati (in busta o in vaschette) e pronti per il consumo, che in Italia vale un miliardo di euro e vende circa 800 milioni di confezioni l’anno, tra insalate in busta e zuppe pronte. Prodotti destinati soprattutto a quelle fasce di popolazione che cercano soluzioni pratiche, come gli uomini tra i 30 e 39 anni (abitualmente 61%), chi vive nelle grandi città, famiglie numerose e con figli fino a 17 anni, che non a caso registrano i consumi più elevati. “La busta dell’insalata la comprano praticamente il 96% degli italiani o delle famiglie. Insomma, come consumatori il 96% usa la IV gamma, o quantomeno l’ha usata. Ma rimane sempre il dubbio o una sorta di ignoranza in alcuni su che cosa c’è dietro, sul processo di lavorazione e sul nome”, ci ha detto Mario Piccialuti, direttore generale di Unione italiana food parlando del comparto che sta ancora vivendo una fase “di grandissima difficoltà”, legata all’incremento dei costi e all’incertezza climatica.


“IV gamma effettivamente non è un nome chiaro, presuppone che prima ce ne siano altre tre, ma cosa indichino queste altre tre non si sa – ha aggiunto – In realtà sono cinque e noi ci sforziamo come associazione di spiegarle, ma evidentemente non basta”. In effetti non siamo abituati a indicare frutta e verdura fresche come prima gamma, o quelle conservate in barattolo come seconda e le verdure surgelate come terza. Nè si parla di quinta gamma quando si acquista ortofrutta ricettata pronta al consumo. E’ una classificazione merceologica lontana dal vissuto dei cittadini che, tuttavia, nel caso specifico della IV gamma cela pregiudizi e false convinzioni. Perchè, come sembra emergere dall’indagine condotta da AstraRicerche per il gruppo Prodotti ortofrutticoli di IV gamma di Unione italiana food, tra le ragioni di chi non la acquista nel 55% c’è l’idea che l’ortofrutta fresca sia migliore e nel 31% dei casi che la IV gamma contenga conservanti. Quest’ultima, in particolare, è una convinzione diffusa anche tra chi dichiara di acquistarla: il 75% sostiene, infatti, che siano presenti conservanti, dato che sale all’87% nella fascia d’età 18-29. “Esiste una mancanza di conoscenza da parte di un segmento del campione importante perché è quello più giovane e prevalentemente di genere maschile – ha detto Piccialuti – Questo campione è molto importante perché la IV gamma ha un alto contenuto di servizio e non tutti i ragazzi di quell’età sono propensi a dedicare tempo all’ortofrutta. Sorprende un po’ che questi consumatori giovani, attentissimi alle tematiche della sostenibilità, possano immaginare che la quarta gamma contenga i conservanti, laddove la catena del freddo in tutti i prodotti alimentari serve a eliminarli”. E proprio la catena del freddo è un altro tasto dolente visto che, stando alla ricerca, più della metà dei consumatori (63%) interrompe la catena del freddo non utilizzando la borsa frigo per il trasporto supermercato-casa. Nel carrello della spesa la IV gamma è soprattutto rappresentata dall’insalata in busta, acquistata dal 73% del campione, e dalle verdure pronte da cuocere (67%), seguite da insalate in ciotola (36%), zuppe e vellutate pronte (30%) e frutta lavata e tagliata (29%). Ma dietro questi prodotti c’è un comparto, con una filiera corta, che da qualche anno è alle prese con molte sfide: alle regole europee sugli imballaggi si sono aggiunti inflazione, incertezza climatica, margini in contrazione per aziende che ora sembrano vedere uno spiraglio. “Da un punto di vista della profittabilità, dell’incidenza dei costi, il settore è ancora in una fase di grandissima difficoltà – ha spiegato il dg di Unionfood – Da un punto di vista però di numeri noi siamo riusciti a confermare nei primi sei mesi del 2024 quelli che erano i risultati di fatturato dello scorso anno: parliamo di 530 milioni che se rapportati ai 12 mesi dovrebbero confermarci sopra il miliardo di fatturato complessivo. Se guardiamo le quantità, anche qui abbiamo consolidato i risultati dello scorso anno, cioè siamo cresciuti ma siamo in linea con la tendenza dello scorso anno: supereremo gli 800 milioni di confezioni. Nei soli primi sei mesi dell’anno parliamo di 406 milioni di confezioni, con il mese di luglio che è ancora molto importante come consumi non incluso, quindi se tanto mi date tanto alla fine dell’anno arriveremo a raddoppiare”.


A mettere in difficoltà il comparto sono diversi elementi. “L’anno scorso ci misuravamo con grandi problemi di carattere regolativo che erano il regolamento sull’imballaggio dei prodotti alimentari e con una situazione inflazionistica molto pesante, con un aumento dei costi di processo per le nostre aziende – ha spiegato ancora Piccialuti – Lo sforzo delle aziende è stato e continuerà a essere quello di non scaricare il più possibile questi aumenti di costo sul consumatore. Purtroppo, a oggi, l’aumento dei costi, significativo, non è rientrato del tutto, basti pensare all’energia, ben sopra il periodo pre-Covid e pre-bellico. E’ un problema dal quale non si esce a cui si aggiungono dei problemi ormai diventati strutturali, tipici di una filiera così corta, che sono quelli delle condizioni climatiche”. “Una delle difficoltà principali di questa filiera è la forte dipendenza dal clima – ha aggiunto – al di là dei prodotti che molte delle nostre aziende producono direttamente nelle proprie serre quando ci sono condizioni climatiche pregiudizievoli quelle impattano sulla disponibilità dei prodotti” coltivati all’aria aperta. “Ci sono proprio delle specie che vengono messe a duro rischio ed è difficile spiegare alla distribuzione, che è il nostro cliente primario e, di conseguenza, al consumatore, che non c’è sempre disponibilità – ha avvertito Piccialuti – E questo è un problema che si aggiunge a quello dei costi perché è un problema di assortimento del prodotto. E quando la materia prima si riduce per motivi climatici, la poca che c’è costa molto di più. Alla fine anche il problema climatico, di disponibilità della materia prima, si traduce in un incremento di costo notevole”.


E per il futuro che prospettive ci sono per il comparto? “E’ un momento di grande responsabilità da parte delle nostre aziende: si continua a tirare la cinghia per far fronte il più possibile ai costi che aumentano e purtroppo non diminuiscono – ha sottolineato Piccialuti – Aumenti di marginalità nel breve non ne vedo, ma immagino che un leggero aumento del potere di acquisto degli italiani, come i dati sembrano confermare, consentirà di dare un po’ più di fiducia e disponibilità al consumatore per acquistare questi prodotti a un prezzo leggermente maggiore. Mi auguro che questo si possa realizzare perché questo porterebbe profittabilità a un settore che ne ha un gran bisogno, è una filiera molto corta ma molto complessa”.

Assobibe sostiene manifesto Unesda su imballaggi sostenibili

Assobibe sostiene manifesto Unesda su imballaggi sostenibiliRoma, 1 ott. (askanews) – Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, sostiene il Manifesto Unesda 2024-2029, che conferma “l’ambizione, del comparto dei produttori di bevande analcoliche, a raggiungere obiettivi importanti sul fronte ambientale”. Con l’associazione europea dei produttori di bevande analcoliche, Assobibe infatti condivide le tappe necessarie di un percorso all’insegna dello sviluppo sostenibile. Un impegno che si esprime su tre direttrici strategiche: riduzione di emissioni di carbonio, risparmio di risorse naturali preziose come l’acqua, utilizzo sostenibile degli imballaggi.


Una comunità di intenti che guarda agli stessi obiettivi in termini di packaging: privilegiare imballaggi riciclabili al 100% a partire dal 2025; facilitare il raggiungimento dell’obiettivo del 90% di raccolta degli imballaggi post consumo (PET, vetro e alluminio) dal 2030 e il crescente impiego di plastica riciclata nelle bottiglie in PET a partire dal 2025. Ma non solo, anche in senso più ampio, le due realtà condividono l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un’Europa sempre più sostenibile e di un’Europa a emissioni zero entro il 2050. “Oggi viviamo in un’epoca che ci pone davanti a sfide cruciali. In questo contesto – ha detto Giangiacomo Pierini, presidente Assobibe – la sostenibilità è il grande tema dei nostri tempi. Continueremo a fare la nostra parte con un impegno crescente”. “Anni di ricerca in innovazione hanno permesso al comparto di confermarsi – ha poi aggiunto -tra i più pronti a cogliere le sfide future per la riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività e nella creazione di valore sociale e economico. Il sostegno al Manifesto UNESDA 2024-2029 va in questa direzione e ribadisce la nostra totale condivisione sugli impegni futuri”.


In Italia, il percorso di sostenibilità ambientale del comparto parte innanzitutto dal packaging, fronte sul quale sono stati raggiunti risultati concreti lavorando in due direzioni: da una parte la riduzione del peso degli imballaggi, dall’altra l’uso di materiali riciclabili. Il processo di transizione ecologica per Assobibe passa anche dall’efficientamento dei processi produttivi che significa, nel concreto, ridurre l’impiego di risorse preziose, come ad esempio l’acqua, e mettere in campo azioni che consentano di abbattere le emissioni di CO2.

Coldiretti: sciopero porti, a rischio 6,4 mld export cibo in Usa

Coldiretti: sciopero porti, a rischio 6,4 mld export cibo in UsaRoma, 1 ott. (askanews) – Lo sciopero ad oltranza dei lavoratori portuali Usa colpisce anche le esportazioni marittime di cibo Made in Italy negli Stati Uniti che nel 2023 sono state pari a 6,4 miliardi di euro in valore. A lanciare l’allarme è la Coldiretti, sulla base dei dati Istat sul commercio estero. in riferimento all’agitazione, proclamata dall’International longshoremen’s association, che coinvolgerà circa 45mila addetti in 36 porti americani, situati sulla costa orientale e nella zona del Golfo del Messico.


Questo, spiega Coldiretti, potrebbe influire sulla spedizione di beni deperibili come i prodotti alimentari, causando ritardi significativi che potrebbero comprometterne la qualità o aumentare i costi di trasporto. Ogni anno oltre il 95% in valore delle esportazioni agroalimentare tricolori raggiunge gli States via mare (rispetto al 63% del totale generale), con vino, olio d’olivo e pasta a guidare la classifica dei prodotti più acquistati, secondo l’analisi Coldiretti. Gli Usa rappresentano anche il primo sbocco commerciale extra Ue per il cibo Made in Italy, e il terzo a livello mondiale. Lo sciopero dei porti americani rischia di rappresentare un nuovo colpo per i traffici via mare dell’Italia dopo le tensioni legate al blocco dei traffici sul Mar Rosso legati agli attacchi Houthi. L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez e a circumnavigare il Sud Africa, hanno portato – precisa la Coldiretti – ad un aumento dei costi di trasporto del 659% secondo il Centro Studi Divulga, mentre i tempi di percorrenza sono aumentati mediamente di 7-10 giorni. E a risentirne sono stati soprattutto i prodotti più deperibili, a partire dall’ortofrutta.

L’Horeca punta su rivoluzione green per food and beverage

L’Horeca punta su rivoluzione green per food and beverageRoma, 1 ott. (askanews) – Promuovere pratiche sostenibili nel settore Horeca, evidenziando l’importanza di una transizione ecologica non solo nel Salento, ma anche a livello nazionale, con un focus sulla sostenibilità nel settore Food and Beverage e sull’impatto ambientale degli imballaggi alimentari. Su questi temi si sono confrontati a Taviano, in provincia di Lecce, rappresentanti delle istituzioni e operatori del settore nel corso dell’evento “Beverage for future. La rivoluzione green nell’Horeca parte dal Salento”, promosso da Antonio Portaccio, presidente del Consiglio di Amministrazione della Food Beverage & Co. srl e presidente di Italgrob, la Federazione Italiana dei Distributori Horeca.


Durante i lavori è emerso come sia urgente e necessario avviare un profondo cambiamento verso soluzioni sostenibili, scegliendo prodotti con imballaggi ridotti o realizzati in materiali riciclabili o compostabili. Fondamentale, inoltre, poter riutilizzare gli stessi imballaggi e seguire la raccolta differenziata per quelli non riutilizzabili, evitando i sacchetti di plastica usa e getta, preferendo invece quelli di tela. Sostenibilità significa anche optare per prodotti sfusi, impiegando contenitori riutilizzabili. Nell’UE, secondo l’Eurostat, i rifiuti di imballaggio hanno raggiunto 188,7 kg per abitante nel 2021, 10,8 kg in più per persona rispetto al 2020. Si tratta dell’aumento maggiore degli ultimi 10 anni (circa 32 kg in più dal 2011), che dimostra l’esigenza di adottare misure per ridurre il consumo e promuovere un approccio più sostenibile.


Portaccio ha spiegato che le problematiche che emergono quando si parla di sostenibilità nel settore Food and Beverage “sono molteplici, anche perché interessano costantemente la nostra quotidianità. È essenziale, ad esempio, in una prospettiva di consapevolezza collettiva, condividere le migliori pratiche sostenibili con amici e familiari al fine di diffondere l’importanza di ridurre i rifiuti. A livello produttivo, ritengo fondamentale supportare le aziende che si dimostrano sostenibili e i produttori locali che decidono di servirsi di imballaggi eco-compatibili”.

Leonardo Viola vince concorso Chef Balfegò Italia 2024

Leonardo Viola vince concorso Chef Balfegò Italia 2024Roma, 1 ott. (askanews) – È andata in scena ieri sera a Roma, presso le Officine Farneto, la semifinale italiana del concorso Chef Balfegó 2024, presentato da Ittica Urbano-Sea Food Selector. Cinque chef si sono sfidati per aggiudicarsi il titolo di rappresentate italiano alla finale della competizione internazionale che si svolgerà a Madrid il prossimo 28 ottobre. Ad aggiudicarsi la vittoria è stato Leonardo Viola, chef del ristorante di Savona “A Spurcacciuna”, al quale toccherà rappresentare l’Italia.


Ad aprire la serata, presentata da Juan Grau, direttore Marketing di Balfegó, e Lucia Portillo, Sales Manager Europe Balfegó, è stato lo scenografico rituale kaitai, l’arte giapponese di tagliare il tonno. Un esemplare di circa 166 chili, selezione Balfegó, è stato sfilettato proprio di fronte agli occhi dei partecipanti che hanno avuto la possibilità di ammirare da vicino l’antica arte e la grande maestria nipponica. Leonardo Viola, nel Gran Finale madrileno, riceverà un premio in denaro di mille euro e si troverà ad affrontare: Cristóbal Muñoz, Ambivium, una stella Michelin (Peñafiel, Valladolid); Lander Cornago, Arzak, tre stelle Michelin (San Sebastián); Pablo Zuazu, Via Veneto, una stella Michelin (Barcelona); Paula Gutiérrez, Víctor Gutiérrez, una stella Michelin (Salamanca); Rui Silva, Euskalduna Studio, una stella Michelin (Oporto, Portugal); Brandon de Bruin, De Kromme Dissel, una stella Michelin (Heelsum, Holanda); il rappresentante della Germania è ancora da scoprire.