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Olio, in primi 6 mesi 2024 export +7% in volume e +63% in valore

Olio, in primi 6 mesi 2024 export +7% in volume e +63% in valoreRoma, 1 ott. (askanews) – Nei primi sei mesi del 2024 l’export italiano di olio di oliva è cresciuto del 7% in volume a fronte di un +63 in valore, che ha superato 1,6 miliardi di euro. Molto positivi i flussi diretti verso gli Usa, prima destinazione del prodotto proveniente dall’Italia, che nei primi 6 mesi dell’anno hanno segnato un +10% nei volumi accompagnato da un rimbalzo del valore del 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.


Di contro, le importazioni in quantità sono scese del 16% con una spesa, arrivata a quasi a 1,7 miliardi di euro, in aumento del 33%. E’ quanto emerge dal report Tendenze olio di settembre dell’Ismea. Sul fronte dei paesi fornitori si è assistito a un incremento delle importazioni dalla Spagna (+55%) e dalla Tunisia (+59%) mentre sono crollate quelle da Grecia (-75%) e dalla Turchia (-37%).


La Spagna, grazie anche a una produzione della campagna scorsa migliore rispetto alla precedente, ha potuto rispondere in modo più adeguato alla domanda dell’industria imbottigliatrice italiana, confermandosi leader dei fornitori con il 59% del totale acquistato fuori dai confini nazionali.

Da gennaio a settembre 2024 prezzi olio extravergine +30%

Da gennaio a settembre 2024 prezzi olio extravergine +30%Roma, 1 ott. (askanews) – Da gennaio a settembre 2024 i prezzi medi dell’olio extravergine di oliva sono cresciuti di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia in Italia che in Spagna. Questo aumento si aggiunge a quello già importante del 2023, quando in tutti i principali paesi competitor i listini avevano raggiunto livelli record. E’ quanto emerge dal report Tendenze olio di settembre di Ismea.


“Questo – sottolinea Ismea – è un aspetto fondamentale per capire anche gli andamenti dei prezzi dei prossimi mesi, risultato della combinazione di una produzione non particolarmente abbondante, ma superiore a quella delle ultime due campagne, e di una matrice dei prezzi mai così elevati”. Analizzando la dinamica delle quotazioni degli ultimi mesi, si evidenzia che già a metà luglio, quando le scorte hanno cominciato ad assottigliarsi, i prezzi erano ancora sui 9,50 euro al chilo nel Barese, solo poco al di sotto dei 9,68 in media di inizio anno, mentre nel Foggiano c’è stata una flessione più evidente con i listini passati da 9,5 a 9,05 euro al chilo. Ad agosto i listini sono scesi ancora fino ad arrivare sotto i nove euro nel Foggiano, mentre nel Barese sono restati poco sopra questo limite; situazione analoga in Calabria.


Del resto, anche in Spagna dopo le lievi flessioni primaverili, i listini si sono assestati su 7,80 euro al chilo con i detentori di olio di qualità restii a immettere grossi volumi sul mercato. In Spagna, peraltro, sono bastate le prime stime relativamente ottimistiche per far scendere in agosto i listini medi dell’Evo sotto i sette euro al chilo. Sul lampante italiano, invece, l’estate ha fatto registrare flessioni più importanti. Da gennaio a settembre, infatti, si è scesi da una media nazionale di quasi 7 euro a 5,27 euro al chilo, seguendo l’andamento del lampante spagnolo che in luglio e agosto è sceso sotto la soglia dei 6,5 euro al chilo, dopo essere restato per mesi sopra gli otto fino a marzo di quest’anno. “C’è quindi – spiega Ismea – una sostanziale spaccatura tra gli oli extravergini di qualità che si mantengono su livelli sostenuti mentre scendendo nella piramide qualitativa le riduzioni sono decisamente più consistenti”.


Intanto, i listini degli oli Dop e Igp hanno confermato le tensioni rialziste evidenziate nell’intero settore ma con crescite non omogenee. Il variegato panorama delle Ig olio, infatti, ha messo in evidenza un assestamento dei listini verso l’alto con aumenti più consistenti nei prodotti che partivano da livelli più bassi, mentre i prodotti che da sempre si collocano su fasce di prezzo più elevate, sono cresciuti ma a ritmi meno elevati.

Su olio variabilità produzioni oltre la normale alternanza

Su olio variabilità produzioni oltre la normale alternanzaRoma, 1 ott. (askanews) – Sono state la siccità e il caldo record nelle principali regioni produttrici, come la Puglia e la Sicilia, a fare crollare la produzione nazionale di olio d’oliva italiano. Secondo le stime elaborate da Ismea in collaborazione con Unaprol anticipate il 27 settembre a Ortigia nell’ambito di uno degli eventi collaterali del G7 Agricoltura e approfondite nel report Tendenze olio di settembre, in Italia si prevede un quantitativo di circa 224mila tonnellate, ben il 32% in meno rispetto alla scorsa campagna. Un dato che farebbe retrocedere l’Italia dal secondo al quinto posto nel ranking mondiale dei principali Paesi produttori.


Secondo l’approfondimento del focus Tendenze olio, a pesare sulla campagna italiana è soprattutto il dato pugliese, dove si stima un raccolto praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno. Nella regione, che da sola rappresenta circa un terzo degli uliveti nazionali, la fioritura e l’allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte quest’anno, con le piante andate in stress idrico a causa delle poche piogge estive e delle alte temperature. Situazione analoga in Calabria e Sicilia dove si stimano perdite che al momento, comunque, sembrano più contenute rispetto a quelle della Puglia. In Calabria, infatti, la prolungata assenza di precipitazioni ha accentuato lo stress idrico delle piante, con conseguente riduzione della vigoria vegetativa e della fruttificazione. Si è registrata, inoltre, una caduta precoce delle olive, soprattutto nei frutteti più giovani o meno vigorosi.


In Sicilia la fioritura e l’allegagione sono state buone ma una parte della produzione si è persa per il fenomeno della cascola dei frutticini nel mese di giugno e parte di luglio. La siccità di agosto ha ridotto ulteriormente le aspettative, anche se le prime indicazioni sulle rese in olio sembrano buone. Al crollo della produzione al Sud si contrappone l’aumento record fatto registrare nelle regioni del Nord, con un +75%, e del Centro (+70%) rispetto a un 2023 molto deficitario. Da non sottovalutare, però, la presenza di attacchi della mosca olearia che potrebbero incidere sulla qualità del prodotto. L’abbassamento delle temperature e la presenza di umidità elevata costituiscono infatti un campanello di allarme che i produttori non possono sottovalutare, sottolinea Ismea.


Buone notizie arrivano anche sul fronte della qualità che si annuncia ottima, grazie all’impegno delle circa 400mila aziende agricole nazionali nel garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, regalando all’Italia la leadership in Europa per il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp). In linea generale, precisa però Ismea, negli ultimi anni la variabilità delle produzioni sta andando oltre la normale alternanza, esasperando le normali dinamiche di domanda e offerta. Gli imbottigliatori si trovano a fare i conti con una disponibilità di prodotto nazionale sempre più incerta con le conseguenti ricadute in tema di programmazione degli approvvigionamenti. Questo si somma a monte con le difficoltà dei produttori, a valle con quelle dei consumatori finali che in due anni hanno visto aumentare i prezzi del prodotto soprattutto nei canali della Gdo.

Export agroalimentare in Sicilia +9,5% nel II trimestre 2024

Export agroalimentare in Sicilia +9,5% nel II trimestre 2024Roma, 1 ott. (askanews) – Cresce del 9,5% l’export agroalimentare made in Sicily nel secondo trimestre del 2024. E’ quanto emerge dai dati provvisori Istat elaborati da Unioncamere Sicilia. Il secondo trimestre dell’anno si è quindi chiuso con un fatturato derivante dalle esportazioni di prodotti agroalimentari di 436,5 milioni nel trimestre che, su base annua, nel 2023 ha superato il miliardo e 200 milioni. Un risultato importante per un comparto con oltre 160mila addetti e 83mila imprese.


All’interno di questo scenario ha preso il via la “FoodandDrinks Mission2Sicily 2024”, la missione incoming organizzata da Unioncamere Sicilia, con le risorse del Fondo perequativo 2023-2024 di Unioncamere nazionale, insieme con Sicindustria, partner della rete Enterprise Europe Network, e con la collaborazione dei partner di EEN, dell’Agrifood Sector Group del Network, dell’Università degli studi di Palermo, del Consorzio universitario della provincia di Trapani, dell’Istituto di Biologia marina, di Sace e del Gruppo Sole24Ore nel ruolo di media partner. Due giorni dedicati al food and beverage con un programma fitto che ha visto produttori siciliani e buyer stranieri impegnati in workshop, degustazioni e visite aziendali. In particolare, 23 buyer provenienti da tre continenti – Europa, Asia e America – hanno incontrato oggi, al Palermo Cruise Terminal, 108 produttori siciliani in 322 incontri b2b programmati, in una giornata fitta di impegni che è proseguita con workshop e degustazioni. E domani sarà la volta delle visite aziendali in giro per la Sicilia.

A Modena la prima edizione di ‘batterie d’eccellenza’

A Modena la prima edizione di ‘batterie d’eccellenza’Roma, 1 ott. (askanews) – Cinque medaglie di platino e 18 medaglie d’oro. Sono i premi assegnati venerdì 27 settembre nella Casa Museo Enzo Ferrari, dove hanno sfilato i produttori di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP che hanno partecipato alla prima edizione del Concorso “Batterie d’Eccellenza”, organizzato dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena in collaborazione con la Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto.


Sui numerosi campioni di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP selezionati dalla giuria di esperti, sono risultati idonei ben 23 campioni, di cui 5 hanno conquistato la medaglia di platino e 18 la medaglia d’oro. Il primo Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP da batterie storiche in classifica con un punteggio di 100 su 100 è l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena del Gran Maestro della Consorteria Maurizio Fini – San Geminiano, a seguire con due medaglie di platino l’acetaia di Mirco Casari, poi Tenuta del Cigno di Massimo Malpighi e “Roggiani e Spallanzani”. Le 18 Medagli d’Oro sono state assegnate a San Geminiano, Tenuta del Cigno, La Rugiada (2) Sarti Maria, La Ca’ del Non (2), Leonardo Giacobazzi (2), Real Balsamico, Ampergola (2), Acetaia di Giorgio, Fattorie Giacobazzi, Ferrari Giuseppe, Piretti Omer, Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Aula Mater.


“L’aceto balsamico Tradizionale di Modena DOP – ha detto Enrico Corsini, presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena – è prodotto da secoli in una serie di botticelle di legno detta batteria, partendo da solo mosto di uva cotto secondo una procedura che è unica al mondo. Insieme al balsamico anche la batteria, come sua unità produttiva, migliora nel tempo il suo livello qualitativo”. Il concorso ha l’obiettivo di premiare l’altissimo livello qualitativo dell’aceto “Extra Vecchio” prelevato da singole batterie, ma anche valorizzare l’importanza delle batterie storiche così come la perizia e il saper fare degli appassionati proprietari produttori.

Judit Gonzalez Sans nuova presidente e ad di Danone Italia e Grecia

Judit Gonzalez Sans nuova presidente e ad di Danone Italia e GreciaMilano, 1 ott. (askanews) – Dal primo ottobre 2024 Judit Gonzalez Sans è la nuova presidente e amministratrice delegata di Danone Italia e Grecia e presidente di Fondazione istituto Danone, subentrando a Fabrizio Gavelli, che dopo 20 anni nel gruppo, di cui gli ultimi tre come presidente e amministratore delegato in Italia e Grecia, ha deciso di intraprendere una nuova sfida professionale. Lo si legge in una nota del gruppo francese.


Con un percorso professionale ventennale iniziato presso il gruppo Danone in Spagna nel 2004, una laurea e un master in Business administration, con specializzazione nell’ambito del marketing, Judit Gonzalez Sans nel corso degli anni ha ricoperto diversi ruoli di crescente responsabilità all’interno delle aree marketing del gruppo Danone, tra cui il ruolo di direttrice marketing del settore lattiero-caseario in Italia, Germania, Austria, Svizzera e Grecia. Dal 2019 al 2021 ha ricoperto il ruolo di country manager della divisione prodotti a base vegetale in Italia e poi quello di responsabile della stessa divisione per il Sud Europa. Da luglio 2021, con il ruolo di general manager Portogallo, Judit Gonzalez Sans ha guidato con successo l’azienda fino a farla diventare un motore competitivo e di crescita per Danone Europa, con rilevanti posizioni di leadership sul mercato.


“Sono entusiasta di assumere questo nuovo incarico in Danone Italia e Grecia, due mercati che offrono opportunità e sfide stimolanti. La nostra missione di portare la salute attraverso l’alimentazione a un numero sempre maggiore di persone è più attuale che mai – afferma Judit Gonzalez Sans, presidente e amministratrice delegata di Danone Italia e Grecia – Italia e Grecia rappresentano contesti dinamici dove innovazione, sostenibilità e attenzione al benessere dei consumatori possono essere il pilastro di una crescita solida per il gruppo”.

475 i formaggi in gara per la 20esima edizione di Caseus

475 i formaggi in gara per la 20esima edizione di CaseusRoma, 1 ott. (askanews) – Sono 475 i formaggi in gara per la 20ª edizione di Caseus, a produrli ben 105 caseifici da tutta Italia (Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle d’Asta e Veneto). Questi i primi numeri di Caseus, appuntamento dedicato al comparto lattiero-caseario che si terrà sabato 5 e domenica 6 ottobre 2024 dalle 10 alle 19 a Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, in provincia di Pordenone.


L’edizione 2024 ospita anche il Festival delle DOP Venete; in totale saranno, infatti, 150 gli espositori della mostra-mercato che esporranno nei banchi non solo formaggi ma tanti prodotti a denominazione. 122 le occasioni di confronto con il pubblico, tra queste 108 degustazioni guidate tra cooking show, masterclass e incontri con i casari, 8 appuntamenti per bambini, 2 appuntamenti musicali e poi mostra mercato, attività solidali e una tavola rotonda dal titolo “Formaggi: espressione del territorio, storia, tradizione e passione”.


“Caseus oggi è il frutto del lavoro di 20 anni, fino a qui è stata fondamentale la sinergia tra realtà e consorzi – – afferma Terenzio Borga, presidente Aprolav – va ricordato che il comparto lattiero-caseario, nell’agroalimentare veneto, è il primo comparto per valore della produzione e per volumi di esportazioni e i Concorsi sono stati da sempre volano di diffusione della qualità. Eventi come questo servono all’intera filiera, perché il nostro comparto è fortemente ammirato all’estero, proprio per la nostra qualità e per i nostri sapori, ed il lavoro di tutela delle nostre produzioni non è mai abbastanza”.

Olio oliva, se stime confermate Italia a quinto posto produttori

Olio oliva, se stime confermate Italia a quinto posto produttoriRoma, 1 ott. (askanews) – L’Italia potrebbe scivolare al quinto posto nel ranking dei paesi produttori di olio di oliva. Se infatti fossero confermate le prime stime sulla campagna in corso, fortemente penalizzata per i problemi legati alla siccità, le 224mila tonnellate (valore centrale di una forbice che va da un minimo di 215mila tonnellate a un massimo di 235mila tonnellate) ci posizionerebbero a ridosso di Spagna (1.350), Turchia (340), Tunisia (315) e Grecia (250). Lo si legge sul report Tendenze olio di settembre di Ismea.


Le prime stime produttive sulla campagna 2024/25 indicano un aumento dei volumi per tutti gli altri principali attori globali del mercato stimato tra il 50% e il 60%, che porterebbe la produzione mondiale a 3,1 milioni di tonnellate, il 23% in più rispetto alla scorsa campagna che si era fermata a 2,5 milioni di tonnellate. Le prime stime provenienti da Madrid si attestano tra 1,3 e 1,4 milioni di tonnellate che, dopo due annate pessime a causa della siccità, riportano i volumi iberici quasi nella normalità. La Turchia che potrebbe arrivare a 340mila tonnellate e sono molto positive le aspettative anche per Tunisia e Grecia mentre per il Portogallo è stimata una sostanziale stabilità.


Intanto, il mercato si sta chiudendo con scorte che per la Ue non sono mai state così basse almeno nelle ultime campagne. Anche questa variabile risulterà particolarmente importante nel computo delle disponibilità totali con le quali dovrà fare i conti il mercato della campagna che sta per iniziare.

Audizione Fipe al Senato: in prima fila contro spreco alimentare

Audizione Fipe al Senato: in prima fila contro spreco alimentareRoma, 1 ott. (askanews) – Fipe è in prima linea nella lotta contro gli sprechi alimentari promuovendo pratiche sostenibili nel settore della ristorazione. E’ quanto ribadito dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi nel corso dell’audizione presso la nona Commissione del Senato della Repubblica sui disegni di legge in materia di limitazione degli sprechi alimentari. La Federazione ha ribadito il proprio impegno concreto nella lotta contro gli sprechi alimentari, presentando osservazioni e proposte di miglioramento per le nuove normative in discussione. Fipe “continuerà a collaborare con le istituzioni per promuovere soluzioni che favoriscano un approccio sostenibile e responsabile nel settore della ristorazione”.


“Il nostro settore si impegna da anni per sensibilizzare imprese e clienti sull’importanza della sostenibilità alimentare – ha detto Roberto Calugi, direttore generale di FIPE-Confcommercio – Tuttavia, è cruciale che le normative in fase di approvazione siano accompagnate da incentivi concreti, piuttosto che da nuovi obblighi, per aiutare le piccole e medie imprese del settore a fare la loro parte nel combattere lo spreco alimentare”. Secondo l’Osservatorio Waste Watcher, la maggior parte degli sprechi alimentari non avviene nei ristoranti, bensì nelle famiglie (56% del valore complessivo). Per questo, solo lo attraverso un maggior coinvolgimento dei consumatori si potrà fare la differenza nella lotta agli sprechi alimentari.


Va in questo senso la realizzazione di un kit di comunicazione che la Federazione ha reso disponibile per le imprese associate. Kit prevede l’impiego del logo Love Food No Waste e l’utilizzo del Rimpiattino, lanciato nel 2019, che offre contenitori riciclati e attraenti per portare a casa il cibo non consumato. Sull’obbligo di offrire la food and beverage box, già in discussione nelle proposte di legge, FIPE sottolinea invece come questa soluzione avrebbe principalmente un effetto di comunicazione. In realtà, il 93% dei ristoratori italiani già offre questo servizio, dimostrando che la soluzione non risiede nell’imposizione di ulteriori obblighi, ma in misure che sensibilizzino efficacemente i clienti a richiederla senza imbarazzo.

Xylella, ora obbligo tracciabilità per rosmarino e lavanda

Xylella, ora obbligo tracciabilità per rosmarino e lavandaRoma, 1 ott. (askanews) – Si allunga l’elenco delle specie di piante che hanno l’obbligo di inserire il codice di tracciabilità nei passaporti delle piante, ma grazie al pressing di Coldiretti che ha sin da subito evidenziato le criticità per gli operatori, l’applicazione per le specie citate è stata fissata dal primo luglio 2025.


A darne notizia è Coldiretti Puglia, a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue del Regolamento di esecuzione (Ue) 2024/2507 della commissione che modifica e rettifica i regolamenti di esecuzione (Ue) 2020/1201 relativi alle misure per prevenire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa (Wells et al.) e 2020/1770 per quanto riguarda l’elenco delle specie di piante non esentate dall’obbligo di inserire il codice di tracciabilità nei passaporti che riguarda anche le spesie Lavandula angustifolia, Lavandula x intermedia, Lavandula latifolia, Lavandula stoechas e Salvia rosmarinus. “E’ una ulteriore tegola per l’agricoltura e per il settore florovivaistico, ma anche per gli uffici fitosanitari sul territorio – denuncia Coldiretti Puglia – un mix esplosivo che mette a rischio la ripartenza nelle aree colpite dalla Xylella e la tenuta stessa sui mercati interni e sull’export florovivaistico pugliese che rappresenta un elemento di punta del Made in Italy”.


Gravi i danni d’immagine e sull’export di prodotti florovivaistici causati dalla Xylella fastidiosa, spesso usata come scusa per bloccare ingiustificatamente fiori e piante in vaso Made in Italy – insiste Coldiretti Puglia – con la Direzione Generale della Salute dell’Unione Europea che aveva già messo in mora il governo britannico dopo l’annuncio di nuovi requisiti applicati ai Paesi in cui è nota la presenza della Xylella, con l’obbligo di parametri più rigorosi per l’importazione di olivo, mandorlo, lavanda, rosmarino ed oleandro da paesi in cui è nota la presenza di Xylella, oltre a rigide condizioni per le importazioni, comprese le ispezioni del luogo di produzione e dell’area circostante, i test, le ispezioni pre-esportazione e un periodo di quarantena di un anno prima dell’importazione.