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Pomodoro industria: Casalasco investe 2 mln per primo parco agrivoltaico

Pomodoro industria: Casalasco investe 2 mln per primo parco agrivoltaicoMilano, 30 set. (askanews) – Casalasco, prima filiera integrata del pomodoro da industria in Italia, ha avviato un progetto sperimentale per la realizzazione del primo parco agrivoltaico per la coltivazione del pomodoro, in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza.


Per la realizzazione del parco sono stati necessari investimenti per circa 2 milioni di euro e sarà necessario circa un anno di lavoro. Al termine, Casalasco valuterà i risultati per considerare la possibile applicazione della tecnologia a più ampie estensioni. L’impianto Si estenderà su una superficie di circa 2 ettari in area industriale, nei pressi dello stabilimento di Casalasco a Fontanellato. I pannelli fotovoltaici saranno posizionati su strutture metalliche alte circa 5 metri, consentendo il regolare svolgimento delle attività agricole sottostanti. Grazie a un software, sviluppato in collaborazione con l’Università Cattolica di Piacenza, che raccoglierà e analizzerà costantemente i dati in ingresso, i pannelli saranno in grado di orientarsi per massimizzare l’assorbimento di energia solare e garantire la giusta quantità di luce alle coltivazioni. Il parco agrivoltaico avrà una capacità produttiva annua di circa 1600 MWh che, insieme all’energia prodotta dall’impianto di cogenerazione installato nel 2023 all’interno dello stesso sito di Fontanellato, sarà sufficiente a coprire oltre il 90% del fabbisogno energetico dello stabilimento. L’impianto rientra in un più ampio piano di interventi programmati nei vari stabilimenti del gruppo a sostegno dell’ambiente e del valore complessivo di 24,5 milioni di euro. Casalasco attraverso il parco agrivoltaico ridurrà le emissioni di CO2 di 680 tonnellate l’anno. Con l’energia prodotta dal parco agrivoltaico verrà inoltre alimentato anche il nuovo Innovation center, in fase di realizzazione, sempre a Fontanellato, in un edificio attiguo alla palazzina uffici.


La sperimentazione sulla coltivazione di pomodori sotto i pannelli solari permetterà, inoltre, di identificare le varietà più adatte a questo tipo di coltura e ottimizzare il bilanciamento tra ombra e luce, migliorando così la qualità e la resa delle produzioni. “Il parco agrivoltaico rappresenta un ulteriore importante passo verso un’agricoltura più sostenibile, integrata e innovativa – ha dichiarato Costantino Vaia, Ceo del gruppo Casalasco – La combinazione tra coltivazioni e impianti fotovoltaici offre nuove opportunità non solo per migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale, ma anche per massimizzare i risultati delle produzioni. Siamo certi che questo progetto sperimentale possa fornire benefici significativi, per Casalasco, ma sicuramente anche per l’intera filiera del pomodoro che rappresentiamo, favorendo uno sviluppo più equilibrato e sostenibile del settore”.

Lidl: torna a ottobre percorso di formazione duale per oltre 220 giovani

Lidl: torna a ottobre percorso di formazione duale per oltre 220 giovaniMilano, 30 set. (askanews) – Lidl Italia avvia la terza edizione del percorso di formazione duale “Lidl 2 your career”, in collaborazione con Ahk Italien, la Camera di Commercio Italo-Germanica. Il progetto in questa edizione si amplia accogliendo complessivamente più di 220 studenti e proponendo un nuovo indirizzo nel campo della logistica in collaborazione con Its Academy Last di Verona, che permetterà a 26 giovani di acquisire il ruolo di collaboratore specializzato logistica.


Confermato anche il percorso nelle vendite che offrirà l’opportunità a 197 apprendisti di diventare assistant store manager nel corso di due anni, frequentando le lezioni teoriche in uno dei sette istituti tecnici aderenti dislocati su tutto il territorio nazionale: Its Academy Machina Lonati di Brescia, Its E.A.T. – Eccellenza Agroalimentare Toscana di Firenze, ITS Servizi alle Imprese di Roma, ITS Academy Puglia Marketing & Design di Bari, ITS Academy Agroalimentare per il Piemonte di Torino, ITS Accademia Nautica dell’Adriatico di Trieste e ITS Steve Jobs di Catania. L’iniziativa, che unisce la formazione terziaria professionalizzante italiana con gli standard di formazione duale tedeschi, prevede un biennio di studi che vedrà l’alternarsi di fasi teoriche in aula e formazioni pratiche in punto vendita o nel centro logistico. Fin dal primo giorno, gli studenti saranno affiancati da un tutor appositamente formato e risulteranno assunti con un contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca, potendo così percepire uno stipendio mensile e accedendo a tutti i benefit previsti per i collaboratori di Lidl Italia. La formazione in Its sarà totalmente finanziata e Lidl Italia si farà carico anche delle spese di viaggio e alloggio. Il biennio permetterà di conseguire, a seguito del superamento di un esame, il diploma di tecnico superiore: titolo di studi per la formazione terziaria corrispondente al V livello del Quadro europeo delle qualifiche EQF rilasciato dal Ministero dell’Istruzione. Inoltre, con un esame pratico aggiuntivo, sarà possibile ottenere un certificato delle competenze professionali per il profilo tedesco, nello specifico di Retail Specialist – per il percorso vendite – o di Logistic Specialist – per il percorso logistica-, entrambi rilasciati da AHK Italien e DIHK (l’Unione delle Camere di Commercio e Industria Tedesche).


“Siamo orgogliosi di tornare con una nuova edizione di questo progetto, che non solo è stato potenziato numericamente estendendo la possibilità di iscriversi a quasi il doppio dei giovani rispetto allo scorso anno, ma è stato anche arricchito di un nuovo percorso in un ambito per noi centrale: la logistica – ha detto Massimiliano Silvestri, presidente di Lidl Italia commentando l’iniziativa – Essere la prima azienda del retail in Italia ad aver sviluppato un iter di formazione duale che sta avendo un così grande riscontro positivo ci porta a continuare, con convinzione, in questa direzione dimostrando di poter avere un ruolo attivo nell’offrire opportunità concrete che favoriscono l’occupazione e innovano il mercato del lavoro”. “Come Ahk Italien siamo ambasciatori della formazione duale in Italia, e da sempre lavoriamo per supportare e diffondere questo modello. Gli Its che decidono di collaborare a progetti come quello di Lidl2YourCareer offrono percorsi formativi in grado di preparare giovani professionisti a entrare nel mercato del lavoro con le competenze richieste – ha affermato Joerg Buck, Consigliere Delegato Camera di Commercio Italo-Germanica – Siamo davvero felici di proseguire nello sviluppo del progetto con Lidl Italia, che negli anni si è imposto come pratica virtuosa crescendo e ampliandosi, come dimostra il nuovo percorso sulla logistica, tema sempre più centrale in una fase di riorganizzazione delle catene di fornitura”.


Al termine del percorso i neodiplomati avranno acquisito tutte le competenze per ricoprire in autonomia il ruolo di assistant store manager o collaboratore specializzato Logistica e verrà loro offerto loro un contratto di assunzione a tempo indeterminato da parte di Lidl Italia.

Cooperativa latte Arborea: fatturato I semestre a 118,6 mln (+2%)

Cooperativa latte Arborea: fatturato I semestre a 118,6 mln (+2%)Milano, 30 set. (askanews) – Il fatturato del primo semestre della cooperativa sarda Latte Arborea si è attestato complessivamente a 118,6 milioni di euro, 2,4 milioni di euro in più rispetto al primo semestre del 2023. Si tratta di una crescita del 2,1%, in linea con l’aumento dei conferimenti di latte da parte delle aziende agricole socie (97,2 milioni di litri conferiti nel primo semestre del 2024 a fronte dei 95,1 milioni di litri conferiti a giugno 2023). E’ quanto emerge dal bilancio semestrale presentato all’assemblea dei soci di Arborea, cooperativa a cui aderiscono 158 aziende agricole sarde.


La divisione al consumo e quella industriale, relativa alla produzione per la private label, hanno registrato una crescita a valore rispettivamente dello 0,5% e del 21,7%. Rispetto ai mercati di riferimento, Arborea mantiene la propria leadership in Sardegna e vede crescere il fatturato della Penisola dell’8,5%, grazie all’aumento dei volumi di vendita di latte alimentare (+12%) e mozzarella (+13,5%). Sul fronte della remunerazione, anche nei primi sei mesi del 2024 la Cooperativa ha garantito ai soci un prezzo base medio del latte in linea con la media del mercato nazionale. Rispetto allo stesso periodo del 2023 il prezzo del latte riconosciuto alle aziende agricole è aumentato di 1,3 centesimi a 0,58 centesimi + Iva. Nel 2023 la remunerazione del latte ai soci della Cooperativa è stata mediamente di 0,60 euro/litro Iva inclusa. L’incremento nei primi sei mesi di quest’anno ha innalzato di 1,2 milioni di euro la quota destinata ai soci come remunerazione delle attività produttive: un segnale positivo per la tutela del comparto vaccino, primo distretto agroalimentare della Sardegna.


La situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Cooperativa al 30 giugno risulta, in definitiva, positiva, con un risultato finale pari a +2,3 milioni di euro. “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti in questo primo semestre, che confermano la solidità della nostra Cooperativa e la capacità di adattarsi rapidamente a un mercato in continua evoluzione. La costante crescita dei ricavi e il miglioramento dell’indebitamento nonostante i cospicui investimenti previsti per il 2024 sono il frutto di scelte strategiche mirate e di un impegno costante verso l’innovazione, l’efficienza operativa e la sostenibilità – ha dichiarato Remigio Sequi, presidente e amministratore delegato della Cooperativa latte Arborea – Gli investimenti dedicati alla produzione e alla logistica sono parte integrante di un ambizioso piano strategico volto a introdurre un nuovo modello operativo e organizzativo all’interno della Cooperativa che sarà alla base di un articolato piano di crescita a livello nazionale”.

Arriva dalla Sardegna il primo caprino al mondo senza fosfati

Arriva dalla Sardegna il primo caprino al mondo senza fosfatiRoma, 30 set. (askanews) – Arriva dall’Ogliastra e precisamente da Lotzorai, il primo formaggio di capra al mondo senza fosfato. Un alimento adatto, quindi, anche per le persone affette da insufficienza renale. A produrlo nell’isola è il mini Caseificio dei Fratelli Pistis, che da poco ha trionfato agli Oscar Green Sardegna nella categoria “L’Impresa che cresce”.


Quello prodotto in azienda è, dunque, il primo formaggio al mondo a base di latte di capra ‘Frip’ ed è nato dalla collaborazione con il tecnico caseario, Bastianino Piredda. Questo formaggio è partito da un progetto del Policlinico di Milano ed è stato portato avanti da un’idea del dottor Gianluigi Ardissino, pediatra e nefrologo che da 30 anni si occupa di neonati affetti da malattie renali che non potendo rinunciare al latte, assumono l’alimento con l’integrazione aggiuntiva di un integratore alimentare inodore e insapore che non altera il gusto del latte, facendolo accettare dal bambino con facilità, il calcio carbonato. Il progetto si è così concretizzato in Campania, prima con il latte vaccino e ora anche in Sardegna con il latte di pecora presso l’Azienda Riu di Villanova Monteleone e successivamente con il latte di capra presso il mini caseificio Pistis.


Il caprino Frip, è un formaggio arricchito di calcio e a basso contenuto di sodio, sviluppato per essere compatibile con le esigenze dietetiche dei pazienti con insufficienza renale. Il progetto ha dimostrato, tramite studi clinici, una riduzione del fosforo nel sangue di circa il 15%, offrendo così un’alternativa sicura e salutare per chi soffre di questa patologia. In Italia, secondo le stime, ci sono circa 4 milioni di pazienti nefropatici e il progetto potrà venire incontro anche alle loro esigenze. L’azienda dei Pistis è situata nel territorio di Lotzorai in Ogliastra nella terra dei centenari, Carlo rappresenta la quarta generazione che si occupa di allevamento (la quinta con il nipote) Nel corso degli anni ha implementato il numero di capi allevati circa 500, creando anche il punto vendita aziendale ed il caseificio dove poter trasformare il latte ricavato dalla mungitura.

Oltre 450 i formaggi iscritti ai due concorsi di Caseus 2024

Oltre 450 i formaggi iscritti ai due concorsi di Caseus 2024Roma, 30 set. (askanews) – Sono già più di 450 i formaggi iscritti nei 2 concorsi della 20esima edizione di Caseus e oltre 150 gli espositori della mostra-mercato; nei banchi non solo formaggi ma tanti prodotti a denominazione, visto che è ospite di Caseus anche il Festival delle DOP Venete.


La manifestazione, promossa dalla Regione del Veneto, sostenuta dal Comitato Promotore e organizzata da A.Pro.La.V. si terrà a Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, sabato 5 e domenica 6 ottobre dove sarà confermato ancora una volta lo sguardo attento alle produzioni DOP, ed alle realtà casearie rappresentate da oltre 100 caseifici presenti, oltre che dal sesto Concorso Nazionale dei formaggi di fattoria organizzato da ONAF. Per il pubblico saranno 111 i momenti di degustazione, pensati per dare voce proprio ai produttori, tra questi i grandi caseifici, i formaggi DOP, le piccolissime produzioni ma anche i prodotti caseari europei degustati al buio. Ormai pilastro della Kermesse il percorso espositivo dedicato alle produzioni oltre confine che per l’edizione 2024 arriveranno da: Polonia, Estonia, Grecia e Slovacchia.


Tra le novità dell’edizione 2024 la presenza dei formaggi DOP di 8 Consorzi di Tutela, provenienti da 5 regioni italiane: il Murazzano, il Roccaverano e l’Ossolano dal Piemonte, lo Strachitunt dalla Lombardia, il Puzzone di Moena dal Trentino, il Provolone del Monaco dalla Campania, il Vastedda della Valle del Belice e Pecorino Siciliano dalla Sicilia.

Missione in Bosnia Erzegovina e in Vojvodina per Macfrut 2025

Missione in Bosnia Erzegovina e in Vojvodina per Macfrut 2025Roma, 30 set. (askanews) – Organizzazioni di produttori, autorità del territorio, Camere di commercio e università sono stati i protagonisti della missione di Macfrut in Bosnia Erzegovina e nella regione Vojvodina dello stato Serbo. Alla missione hanno preso parte il presidente di Macfrut Renzo Piraccini insieme a Chiara Campanini dell’ufficio estero, e si è sviluppata in tre tappe con altrettante presentazioni della fiera: Sarajevo, Banja Luka e Novi Sad.


La Bosnia Erzegovina da tre anni partecipa alla fiera della filiera internazionale dell’ortofrutta con delegazioni e aziende di produttori, dal momento che questo settore gioca un ruolo di primo piano nel sistema agricolo nazionale, in particolare nella produzione melicola e nel comparto orticolo, con una crescita anche dei piccoli frutti. L’obiettivo di Macfrut è allargare la platea di espositori e visitatori nell’edizione 2025 in programma al Rimini Expo Centre da martedì 6 a giovedì 8 maggio. La missione ha visto l’incontro con le organizzazioni di produttori, Camere di commercio, autorità del territorio e si è conclusa con la visita a un campo dimostrativo dell’Università di Banja Luka dedicato alle colture frutticole della zona.

Acqua Sant’Anna si beve Eau Neuve della francese La Compagnie des Pyrénées

Acqua Sant’Anna si beve Eau Neuve della francese La Compagnie des PyrénéesMilano, 30 set. (askanews) – Acqua Sant’Anna ha acquisito l’azienda francese La Compagnie des Pyrénées titolare del marchio Eau Neuve. Lo riporta in una nota l’azienda cuneese, confermando quanto anticipato al Corriere della Sera dal fondatore, presidente e ceo del gruppo Alberto Bertone, che ha parlato di una operazione da 50 milioni. Bertone ha detto che quella messa a segno in Francia “è solo l’inizio” di una campagna di shopping in Europa. Allo studio ci sarebbe anche un dossier in Germania.


“Dalla profonda condivisione di valori tra l’azienda ai piedi delle Valli cuneesi e quella dei Pirenei francesi, nascerà una proficua sinergia che vuole essere un trampolino di lancio per entrambe – si legge nella nota – Acqua Sant’Anna si impegna a mantenere l’identità e il know-how di Eau Neuve, garantendo continuità per i dipendenti e per la comunità locale, al fine di preservare i valori che rendono Eau Neuve un marchio in continua e costante crescita sul mercato francese”. L’acquisizione, la prima all’estero per il gruppo piemontese, permetterà di soddisfare una domanda crescente di prodotti sostenibili e di qualità, rafforzando la presenza in un mercato dinamico e di grande potenziale come quello francese, rappresentando al contempo un importante passo verso l’internazionalizzazione dei propri marchi e prodotti caratterizzati da acque di alta qualità a bassa mineralizzazione, con l’obiettivo comune di favorirne l’esportazione destinata sia al canale della grande distribuzione che in quello horeca”.


Per Bertone si tratta di un importante tassello nella strategia di crescita internazionale dell’azienda, consolidando la sua presenza sul mercato europeo, francese in particolare, e ampliando il portafoglio prodotti strategici per un posizionamento multicanale. “Sono profondamente convinto che solo investendo si può crescere e questa operazione si inserisce perfettamente in questa strategia – ha commentato – L’obiettivo ora è sviluppare l’espansione sul mercato francese ed europeo, esportando il nostro modello di business. Parallelamente, Eau Neuve ci permetterà di implementare la nostra offerta soprattutto per il canale horeca”. L’ingresso di Acqua Sant’Anna nel capitale sociale della Compagnie des Pyrénées avverrà “all’insegna della continuità e dell’integrazione”, con Sebatien Crussol, fondatore della società, che rimarrà socio, assumendo il ruolo di direttore generale e membro del consiglio di amministrazione. “La Compagnie des Pyrénées è estremamente orgogliosa di entrare a far parte del gruppo Sant’Anna, il cui stimolante successo è un esempio per la nostra piccola azienda con grandi aspirazioni – ha dichiarato Crussol – Tutti i dipendenti della Compagnie sono felici di lavorare per uno sviluppo comune, basato sulla condivisione, sull’innovazione e sul profondo rispetto per l’ambiente”.


Acqua Sant’Anna, azienda 100% italiana nata in Valle Stura nel 1996, detiene una quota di mercato nella distribuzione moderna del 13,4% a valore e un fatturato di 320 milioni di euro destinati a salire sopra “i 350 – ha anticipato Bertone – con una crescita che procede a due cifre nell’ordine del 15%, pur con l’investimento per lo shopping in Francia”.

Presentata a Terra Madre la Filiera corta del Piemonte

Presentata a Terra Madre la Filiera corta del PiemonteRoma, 30 set. (askanews) – Una Filiera Corta del Piemonte per valorizzare “le produzioni agroalimentari d’eccellenza piemontesi, quelle che identificano i nostri territori, riconoscendo ai produttori il giusto valore e portandole ai consumatori attraverso il commercio di vicinato che è in sofferenza, i mercati di tradizione, la grande ristorazione con i nostri chef ambasciatori della piemontesità”. Il progetto della Filiera Corta del Piemonte, ideato e promosso dall’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni, è stato presentato all’Area Piemonte di Terra Madre Salone del Gusto a una platea di produttori, associazioni di categoria, consorzi e distretti del cibo.


“Sono sommerso dalle richieste di mercati come Cina, Filippine e Corea del Sud che vogliono i nostri prodotti e ci chiedono cibi di alta qualità – ha detto Bongioanni – non necessariamente Igp o Doc ma comunque certificati nella loro tracciabilità. È un percorso in cui la Filiera Corta può essere lo strumento chiave: ne discuteremo subito al Tavolo Verde assieme alle associazioni datoriali e alle cooperative”. Una filiera straordinaria su cui la Regione Piemonte si sta impegnando è quella brassicola, dalla coltivazione e reperimento sul territorio delle materie prime (orzo, luppolo, malto) alla messa in rete dei produttori fino alla promozione e alla creazione di un marchio distintivo della birra 100% made in Piemonte. “Al G7 dell’Agricoltura a Ortigia – ha concluso Bongioanni – l’Italia delle Regioni si è identificata con due brand: la Toscana e la Sicilia. Voglio arrivare alla conclusione del mio mandato facendo in modo che accanto ad essi ci sia anche il Piemonte”.

Il 5-6 ottobre tornano i Caseifici Aperti del Parmigiano Reggiano

Il 5-6 ottobre tornano i Caseifici Aperti del Parmigiano ReggianoRoma, 30 set. (askanews) – Assistere alla nascita e all’apertura di una forma di Parmigiano Reggiano, passeggiare attraverso le “cattedrali di formaggio” dei magazzini di stagionatura, acquistare la Dop direttamente dalle mani dell’artigiano che l’ha creata. Tornano nel fine settimana del 5 e 6 ottobre i Caseifici Aperti del Parmigiano Reggiano, l’appuntamento promosso dal Consorzio che coinvolge 42 caseifici in tutte le province della zona di origine, ovvero Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del Po.


Un viaggio nel tempo alla scoperta del metodo di lavorazione artigianale della Dop, rimasto invariato da oltre nove secoli. Nel 2023, i visitatori totali nei caseifici del comprensorio sono stati 170.000, in aumento del 10% sul 2022. Di questi, 44.600 visitatori (+19% sul 2022), di cui la metà provenienti dall’estero, hanno prenotato la visita tramite il portale dedicato sul sito del Consorzio. Inoltre, la due giorni è anche un’imperdibile occasione per tutti, dagli appassionati d’arte alle famiglie, per scoprire i capolavori storici, l’enogastronomia e i luoghi d’intrattenimento della zona di origine: dai prodotti d’eccellenza della Food Valley di Parma al trekking nell’Appennino di Reggio Emilia; dai capolavori su quattro ruote della Motor Valley di Modena ai romantici portici di Bologna, fino agli splendori rinascimentali dei palazzi dei Gonzaga a Mantova.


Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, spiega: “le Indicazioni geografiche non sono solo un fattore economico per chi le produce, ma sono anche un vero e proprio elemento di sviluppo territoriale per la loro zona di origine: se consideriamo che per loro natura non possono essere delocalizzate, che un turista straniero su due visita il nostro Paese in funzione dell’enogastronomia e che il turismo rappresenta circa il 15% del Pil italiano, risulta lampante l’importanza dei consorzi per lo sviluppo del turismo esperienziale”.

Export agroalimentare, Verona sul podio in primi 6 mesi 2024

Export agroalimentare, Verona sul podio in primi 6 mesi 2024Roma, 30 set. (askanews) – Verona si conferma saldamente al primo posto nella classifica nazionale dell’export agroalimentare, davanti a Cuneo e Milano. Nel primo semestre del 2024 la città scaligera svetta con 2,2 miliardi di valore esportato, anche se la crescita (+4,9%) è leggermente inferiore al dato nazionale (+7,1%). In Veneto, Treviso mantiene l’undicesima piazza, mentre Vicenza sale al quattordicesimo posto e Venezia retrocede alla ventesima.


Sono questi i dati più rilevanti del Report “Economia, agricoltura e agroalimentare” di Confagricoltura Verona, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Studi CGIA di Mestre, presentato oggi alla Camera di Commercio, che confermano come Verona continui a mantenere un ruolo di leader nel comparto nonostante un andamento climatico non favorevole, con eventi estremi che hanno inciso su alcune produzioni. Nell’export a recitare la parte da leone non sono solo i prodotti alimentari, ma anche le bevande, il cui valore negli ultimi sedici anni è raddoppiato. Si parla soprattutto di vino, pezzo forte del Veneto, che, con oltre 2,8 miliardi di euro, rappresenta più di un terzo (36%) dell’export di vino italiano nel mondo. Una quota che sale al 53%, considerando il Nordest. Dopo la crescita del 2022, l’andamento dell’export di vino in Veneto nel 2023 è stato stabile (-0,2%), mentre per i primi due competitor si verifica un certo calo: -5,6% per il Piemonte e -4% per la Toscana.


Verona si conferma la provincia leader in Veneto per l’agricoltura, con 1 miliardo di euro di valore aggiunto pari al 30% del totale regionale. Le stime per l’agricoltura veronese indicano il segno più nel 2023 (+1,9%), in controtendenza con il risultato negativo veneto e nazionale, e una decisa accelerata nel 2024, con previsioni di crescita robusta che dovranno tuttavia trovare conferma in un contesto climatico sempre incerto. In seconda posizione per valore aggiunto si conferma Treviso, con 829 milioni, seguita da Padova (464 milioni), Vicenza (388), Venezia (383), Rovigo (242) e Belluno (96).