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Agroalimentare, il Tortello maremmano punta al marchio Igp

Agroalimentare, il Tortello maremmano punta al marchio IgpRoma, 29 gen. (askanews) – Il Tortello maremmano punta al riconoscimento del marchio Igp. L’iniziativa del deputato grossetano di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi è stata presentata oggi durante una conferenza stampa alla Cameraalla quale hanno partecipato anche Giovanni Caso, presidente di Confesercenti Grosseto, Massimiliano Mei, presidente dell’Associazione per la promozione e tutela del Tortello Maremmano e Andrea Biondi, direttore di Confesercenti Grosseto.


“Con questa iniziativa intendo seguire e supportare tutto l’iter del percorso per il riconoscimento del marchio IGP del Tortello Maremmano, una delle eccellenze gastronomiche tipiche della Maremma e della Toscana”, ha detto Rossi. “Aver ottenuto – ha proseguito – a novembre la registrazione del Marchio d’Impresa da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy, registrazione tra l’altro valida per 10 anni, rappresenta per l’Associazione ‘Tortello maremmano marchio collettivo geografico’ un primo passo per poi poter avviare quell’iter necessario per procedere alla formazione di un dossier e alla richiesta formale per il futuro riconoscimento del marchio ‘Tortello Maremmano IGP’”. “Avere un domani riconosciuto questo marchio per il Tortello rappresenterebbe per tutta la Maremma motivo di orgoglio – ha proseguito – utile non solamente a valorizzare questo prodotto, mettendolo tra l’altro al riparo da imitazioni, ma soprattutto darebbe un notevole impulso all’economica locale con un importante ricaduta positiva per tutto il territorio del sud della Toscana”.


Per Rossi questo progetto rappresenta “un punto di partenza, utile a coinvolgere tutti gli altri attori del territorio: associazioni di categoria, ristoratori, aziende del settore agro-alimentare, filiera locale, enti locali e istituzioni. Da oggi parte la sfida e il mio personale impegno affinché il marchio venga riconosciuto nel più breve tempo possibile”.

Toscana: da 15/02 via libera autorizzazione impianti nuovi vigneti

Toscana: da 15/02 via libera autorizzazione impianti nuovi vignetiRoma, 29 gen. (askanews) – Sono stati appena definiti i criteri, la quota di superficie massima richiedibile e quella di superficie minima garantita per il rilascio delle autorizzazioni per i nuovi impianti viticoli da realizzare in Toscana nel 2025. Circa seicento saranno gli ettari di superficie garantita ai viticoltori toscani sui 6800 previsti a livello nazionale. A partire dal 15 febbraio fino al 31 marzo tutti i soggetti interessati potranno presentare dunque le richieste di concessione delle autorizzazioni per impiantare nuovi vigneti.


“Il Vigneto Toscana continua a crescere e noi vogliamo proseguire a favorire la spinta delle imprese a rafforzarlo – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Un settore già vivace che anche negli ultimi anni ha continuato a crescere in qualità, grazie al continuo impegno dei produttori, sia in campo che in cantina. Non posso che rinnovare l’invito già fatto ai nostri viticoltori e imprenditori: andiamo avanti così”. Le domande devono essere presentate al ministero dell’Agricoltura in modalità telematica nell’ambito del Sian, il Sistema informativo agricolo nazionale. Possono accedere al bando tutti coloro che hanno in conduzione una superficie agricola almeno pari o superiore a quella per la quale chiedono l’autorizzazione per l’impianto di un nuovo vigneto. In ogni caso, la superficie massima richiedibile per ciascuna domanda è pari a 30 ettari.


Le autorizzazioni vengono poi concesse dalla Regione sulla base di un elenco predisposto dallo stesso Ministero ed hanno una validità di tre anni dalla data di rilascio. Qualora le richieste ammissibili complessivamente riguardassero una superficie superiore a quella disponibile, ai singoli richiedenti verrà comunque garantita una superficie minima di nuovo impianto pari a 2.500 metri quadrati. Se poi venisse concessa una autorizzazione per una superficie inferiore al 50% della superficie richiesta, il beneficiario potrà rinunciare tramite il sistema informatico messo a disposizione sul Sian, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione dell’elenco dei beneficiari sul Burt, il bollettino ufficiale della Regione Toscana.

Confagri Toscana: serve subito piano crescita per agricoltura

Confagri Toscana: serve subito piano crescita per agricolturaRoma, 29 gen. (askanews) – “Senza interventi concreti, il settore agricolo è destinato a soccombere sotto il peso di politiche sbagliate, burocrazia soffocante e scelte ambientali ideologiche”. Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, lancia un monito alle istituzioni, denunciando la situazione critica che gli agricoltori stanno affrontando. “Per anni siamo stati vittime di decisioni imposte dall’alto che hanno penalizzato le nostre imprese, mentre le importazioni dall’estero aumentano e i mercati internazionali ci schiacciano. Il governo ha iniziato a muoversi nella giusta direzione, ma è ancora troppo poco. Serve una svolta radicale”.


Il comparto agricolo toscano si trova in una tempesta perfetta: crisi climatica, concorrenza internazionale aggressiva, pressione fiscale e vincoli ambientali che ostacolano la produttività. Confagricoltura Toscana chiede un piano di crescita strutturale, che garantisca alle aziende agricole competitività e stabilità economica. Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre: siccità al Sud, alluvioni al Nord, raccolti dimezzati e un’impennata delle fitopatie che sta devastando interi comparti. “Non possiamo continuare a essere le vittime sacrificali di politiche ambientali scollegate dalla realtà” attacca Neri. “Siamo i primi a voler proteggere l’ambiente, perché è la nostra risorsa primaria, ma servono soluzioni che tengano insieme sostenibilità e produttività. L’Unione Europea deve smetterla di imporre vincoli senza offrire strumenti adeguati per affrontare le transizioni. Non siamo un sindacato da piazza, ma non siamo neppure disposti a farci mettere da parte. Se non vedremo passi avanti concreti, ci faremo sentire con ancora maggiore forza”, conclude Neri.

Olio Barbera entra nel registro dei Marchi storici

Olio Barbera entra nel registro dei Marchi storiciRoma, 29 gen. (askanews) – L’olio siciliano Barbera entra nel Registro Speciale dei Marchi Storici di Interesse Nazionale del ministero dello Sviluppo Economico. L’azienda in una nota sottolinea che si tratta di “un traguardo unico nel panorama oleario italiano”. L’azienda fa risalire la propria fondaziojne al 1894 quando nacque, in sodalizio con la famiglia Florio, la Società degli Oleifici Siciliani, oggi Premiati Oleifici Barbera.


“Con 130 anni di storia alle spalle, il brand rappresenta un simbolo di qualità, oltre che un forte legame con la cultura siciliana e il Made in Italy – si legge – Questo riconoscimento premia il nostro impegno e la capacità di evolverci senza mai tradire le nostre radici e rappresenta un’attestazione di eccellenza nel panorama nazionale riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico”.

Xylella, ad Evolio a Bari il 31 mobilitazione olivicoltori

Xylella, ad Evolio a Bari il 31 mobilitazione olivicoltoriRoma, 29 gen. (askanews) – La Puglia olivicola si mobilita per imprimere l’accelerata alla piattaforma anti Xylella per la rigenerazione del territorio. Venerdì 31 gennaio dalle 10.30 gli olivicoltori di Coldiretti saranno a Evolio, alla Fiera del Levante, nell’Area della Regione Puglia.


Qui il presidente e direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni, ed il presidente di Unaprol Consorzio Olivicolo Italiano, David Granieri, si confronteranno con il presidente di ANCI Puglia, Fiorenza Pascazio, Michele Sonnessa, presidente Associazione Nazionale Città dell’Olio, Salvatore Infantino, dirigente dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, assessore all’agricoltura della Regione Puglia e Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario di Stato del Masaf. Gli olivicoltori chiedono una strategia condivisa “perché la Xylella è un problema nazionale, oltre che regionale ed europeo e se dovesse continuare a ‘camminare’, non ci sarà più olio da commercializzare, oltre al danno per l’economia ed il turismo con la perdita di ambiente e paesaggio”.

Barbabietole da zucchero, in Veneto obiettivo 8mila ettari

Barbabietole da zucchero, in Veneto obiettivo 8mila ettariRoma, 29 gen. (askanews) – Dopo un 2024 difficile per le barbabietole da zucchero, segnato da semine tardive in primavera a causa delle piogge e a temperature torride in estate, gli agricoltori scommettono sulla coltura e puntano a raggiungere 7.000-8.000 ettari di investimenti, com’era stato all’inizio dello scorso anno, che era stato segnato da un netto aumento di superfici, concentrati principalmente a Rovigo, Padova e Venezia.


Di prospettive e sfide della nuova campagna si è parlato in un incontro promosso dalla sezione di prodotto bieticola di Confagricoltura Veneto. “Negli ultimi anni abbiamo cercato di aumentare gli ettari in regione, per arrivare ad una buona produzione – ha premesso Carlo Pasti, presidente della sezione di Confagricoltura Veneto – Purtroppo la scorsa annata è stata pessima e quindi siamo partiti un po’ a rilento, ma contiamo che gli agricoltori continuino a credere ad una coltura storica e strategica per il nostro territorio, nonché importante per le rotazioni e l’organizzazione aziendale”. Giovanni Tamburini, presidente nazionale della sezione bieticola di Confagricoltura e vicepresidente di Coprob, Cooperativa produttori bieticoli proprietaria dei due zuccherifici italiani rimasti, Pontelongo nel Padovano e Minerbio nel Bolognese, ha confermato la necessità di incrementare gli ettari di coltivazione per arrivare ad una produzione idonea a far lavorare i due stabilimenti. “In questi anni abbiamo lavorato sul marchio 100% italiano e l’impegno ci sta premiando – ha detto -. Nonostante nel 2024 il prezzo dello zucchero, dopo due anni di crescita, abbia ceduto, siamo riusciti a stipulare ottimi contratti con industrie che stanno puntando sul made in Italy per valorizzare i propri prodotti”.


Giovanni Campagna, referente dell’area Sperimentazione di Coprob, ha sottolineato che si stanno testando nuove varietà molto interessanti. L’auspicio di Confagricoltura è che aumenti lo sforzo sul fronte della ricerca, con maggiori finanziamenti che consentano di ottenere bietole più resistenti ai cambiamenti climatici e agli attacchi fungini, oltre che nuovi principi attivi per la difesa fitosanitaria.

Coldiretti: temperature a 18 gradi, danni a colture

Coldiretti: temperature a 18 gradi, danni a coltureRoma, 29 gen. (askanews) – Con le temperature massime fino a 18 gradi nei Giorni della Merla scatta l’allarme nei campi dove il caldo fuori stagione rischia di risvegliare le colture, esponendole poi al rischio di un ritorno del freddo. Ad affermarlo è la Coldiretti in occasione del via ai tre giorni che, secondo tradizione, sono i più freddi dell’anno, ma che iniziano nei fatti con il ritorno del bel tempo in tutta Italia e con la colonnina di mercurio nettamente al di sopra della media del periodo.


Le alte temperature – sottolinea la Coldiretti – sconvolgono la natura favorendo in tutte le piante il risveglio anticipato, con il pericolo di essere poi “bruciate” dallo sbalzo termico legato a un successivo ritorno del gelo invernale, con la conseguente perdita dei raccolti. Oltre a ciò c’è il rischio del mancato soddisfacimento del fabbisogno di freddo che per tutte le colture, come ad esempio, l’olivo, è necessario per l’induzione alla fioritura, fatto che potrebbe ridurre le produzioni. Ma con il caldo – aggiunge la Coldiretti – sopravvivono anche le popolazioni di insetti dannosi per le colture, a partire dalla cimice asiatica, per attaccare successivamente frutta, ortaggi e cereali nella prossima primavera. Un fenomeno che trova peraltro conferma per l’Italia dal dato sulle temperature che, secondo Isac Cnr, hanno visto il 2024 come il più caldo di sempre, con 1,35° in più rispetto alla media storica, e punte di 1,44 gradi al Centro e al Sud. Ma a preoccupare è anche la siccità che continua ad assediare le regioni del Sud, a cominciare dalla Puglia. Negli invasi artificiali della Capitanata mancano 99 milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso, un quantitativo insufficiente ad arrivare all’estate. Ma la situazione è critica anche in Sicilia e Sardegna. L’assenza di pioggia è stata una delle calamità peggiori in un 2024 che ha fatto registrare danni per 9 miliardi nei campi, falcidiando le coltivazioni, dal grano alle olive, soprattutto nel Meridione.


Per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici è necessario sviluppare soluzioni innovative con la diffusione degli strumenti di Agricoltura 4.0. Un tema al centro della presenza di Coldiretti alla Fieragricola Tech di Verona, fino a domani, giovedì 30 gennaio.

Gambuzza (Confagri): siamo davanti a un nuovo modello produttivo

Gambuzza (Confagri): siamo davanti a un nuovo modello produttivoRoma, 29 gen. (askanews) – “Oggi assistiamo a una nuova rivoluzione, siamo nella fase di un nuovo modello produttivo agricolo, quello della rivoluzione digitale che si base su economia circolare sorretta da tutti gli strumenti dell’agricoltura 4.0, dalle Tea, dall’IA e da nuovi metodi di produzione che hanno un comune denominatore: prevedere un impatto minimo sul’ambiente”. Lo ha detto Sandro Gambuzza, vicepresidente di Confagricoltura, intervenendo all’Agrifood Forum 2025, l’evento sull’agricoltura e all’alimentazione sostenibili organizzato dalla Media Company Rinnovabili, quest’anno in collaborazione con Confagricoltura, che si tiene oggi a Palazzo della Valle a Roma.


Gambuzza ha aggiunto che, per praticare l’agricoltura del futuro, “a prescindere dagli incentivi che in questa fase sono essenziali” si devono fare anche “investimeni rilevanti che proiettano il nostro settore verso quel futuro sostenibile di cui sempre parliamo. Agricoltura contro ambiente non mi piace – ha detto – io direi agricoltura per l’ambiente, noi vogliamo essere una parte rilevante della soluzione”. Per quanto riguarda l’energia, che era il focus del panel, Gambuzza ha ricordato che “i due asset strategici di ogni paese sono cibo e energia. E il settore agricolo produce il cibo e ora anche l’energia, dando contributi importanti a entrambi gli asset”.


Sottolineando l’”ottimo risultato” raggiunto dai tre bandi del Parco agrisolare e di quello per l’agrivoltaico, Gambuzza ha concluso: “speriamo che si possa aprire un’altra parentesi per impegnare le risorse eventualmente residue ma anche aggiungerne altre per questa misura. E una riflessione andrebbe anche fatta per quanto riguarda i terreni marginali che non hanno sfruttamento e che non sottraggono terreno agricolo alla produzione in quanto improduttivi”.

Finocchiona Igp, nel 2024 record produzione: +1,8% kg insaccati

Finocchiona Igp, nel 2024 record produzione: +1,8% kg insaccatiRoma, 29 gen. (askanews) – Record di produzine nel 2024 per la Finocchiona IGP: soono infatti 2 milioni e 411mila i chilogrammi insaccati, che registrano un incremento dell’1,8% rispetto al 2023, pari a oltre 870mila pezzi insaccati nelle varie pezzature consentite dal Disciplinare. Anche questi numeri crescono rispetto allo scorso anno di oltre 20mila unità. Nuovo record anche sul quantitativo di vaschette di prodotto affettato e confezionato: sono 3 milioni e 641mila le vaschette confezionate, in crescita del 15,8% rispetto al 2023, quando furono confezionati poco più di 3 milioni e 145mila pezzi. Il valore alla produzione per il 2024 si attesta a poco sopra i 14 milioni di euro, mentre alla vendita la Finocchiona IGP sfiora i 24,5 milioni di euro complessivi.


Alessandro Iacomoni, presidente del Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP, spiega in una nota: “i volumi del 2024 confermano i buoni segnali percepiti nella seconda parte del 2023. Adesso abbiamo altre sfide davanti a noi per poter crescere: grazie all’apertura del mercato statunitense, il 2025 porterà grandi opportunità, ed inoltre festeggeremo il decimo anno dal riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta”. Sarà l’Italia il baricentro delle attività di promozione, interessando buona parte delle azioni di valorizzazione del prodotto. Nei prossimi mesi il Consorzio pianificherà attività non solo per i mercati esteri (con USA e Germania in testa), ma anche per il mercato nazionale.


Le esportazioni rappresentano una parte fondamentale della crescita, con il 30% delle quote di mercato nel 2024, ossia circa 550mila chilogrammi destinati ai mercati esteri. L’Italia si conferma il primo mercato con il 69,5%, seguita dalla Germania con il 17,5% del totale certificato: +38% rispetto all’anno precedente, anche grazie agli investimenti promozionali del Consorzio in questo paese. Sul gradino più basso del podio si trova l’Inghilterra, che cresce del 57% rispetto al 2023, raggiungendo il 3,5% delle quote totali e confermandosi il primo paese extra-UE per consumi. Crescono anche altri mercati come Svezia, Olanda, Francia, Svizzera e Austria, mentre perdono alcune quote Belgio, per l’Europa, Canada e Norvegia. Nel corso del 2024 si registra anche un cambio al vertice delle province per produzione certificata di Finocchiona IGP: Siena scalza Arezzo dal primo posto. Infatti, il senese rappresenta il 38,2% del prodotto certificato, seguito da Arezzo con il 31,4%, mentre chiude il podio la provincia di Firenze con il 21,3%.

Nasce il Comitato tecnico-scientifico di Sol2Expo, salone olio

Nasce il Comitato tecnico-scientifico di Sol2Expo, salone olioRoma, 29 gen. (askanews) – Sono stati annunciati oggi i membri del nuovo Comitato tecnico scientifico di Sol2Expo, il Salone interamente dedicato alla filiera dell’olivo e dell’olio di oliva che, per la prima volta, affiderà ad un team internazionale di esperti la direzione e il coordinamento dei contenuti e della formazione tecnica all’interno della manifestazione. Il salone, che si terrà dal 2 al 4 marzo a Veronafiere accende i riflettori sull’intera filiera dell’olivicoltura italiana, dalla terra alla tavola e dalla produzione alla trasformazione, con focus che spaziano dall’olio all’oliva e tutti i sottoprodotti e derivati, fino a wellness e cosmesi.


Presieduto dal presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, il Comitato è attualmente composto dagli italiani Riccardo Gucci, presidente dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio (compagine che riunisce tutti i migliori ricercatori italiani del comparto), Enzo Perri, direttore del Centro di Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura del CREA, e Donato Boscia, ricercatore emerito dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR. Li affiancano personalità scientifiche di fama internazionale come Juan Vilar, professore e direttore del master in olivicoltura (Olive MBA) presso l’Università di Jaén, e Javier Olmedo, direttore della Fundation del Olivar, ente pubblico-privato spagnolo che si prefigge lo scopo di modernizzare il mondo dell’oliveto e dell’olio d’oliva. “È la prima volta che una fiera dedicata all’olio e all’olivicoltura si affida ad un Comitato tecnico scientifico super partes – ha spiegato Bricolo – Si tratta di una scelta ponderata e studiata per garantire al pubblico e agli operatori un’offerta contenutistica sempre più qualificata, specializzata, aggiornata e innovativa. Dalle ultime tendenze nel campo della ricerca alla sostenibilità, dalla competitività alla circolarità, dalla produzione all’utilizzo ragionato dei sottoprodotti, Sol2Expo vuole essere un momento di confronto per l’intero comparto olio, un hub di riferimento certamente per il business, ma anche sul fronte della formazione e dell’informazione, con approfondimenti sui temi più attuali per il settore”.


Sarà infatti compito del Comitato tecnico scientifico presiedere e validare i contenuti dei talk show e dei seminari nell’alveo degli EvoDays, il format dedicato proprio alla formazione degli operatori e dei produttori dell’olivo e dell’olio.