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Usa, ok a Us Wind (Renexia) per parco eolico offshore da 1,7 GW

Usa, ok a Us Wind (Renexia) per parco eolico offshore da 1,7 GWRoma, 6 set. (askanews) – Il governo degli Stati Uniti, attraverso l’ente federale BOEM (l’agenzia che si occupa delle concessioni per i progetti offshore), ha ratificato la realizzazione del parco eolico offshore di 1,7 GW di potenza nel Maryland, in capo a US Wind, la società americana controllata per l’80% dall’italiana Renexia del Gruppo Toto e per il 20% dal fondo americano Apollo. L’opera, che prevede un investimento complessivo di 11,5 miliardi di dollari e consentirà di produrre 7 TWh annui per un valore stimato di circa 1,5 miliardi di dollari, rappresenta la decima approvazione dell’Amministrazione Biden-Harris in ambito eolico offshore su scala commerciale, per complessivi 15 GW di potenza a livello federale, un traguardo importante verso l’obiettivo di 30 GW entro il 2030.


Il progetto di US Wind, una volta completato, insisterà su un’area marina, al largo delle coste del Maryland, di circa 324 kmq, e prevede l’installazione di turbine eoliche a fondazione fissa, distribuite in tre cluster, che forniranno energia pulita alla popolazione della regione del DelMarVa. La concessione è trentennale e la produzione si prevede partirà entro il 2028, consentendo la creazione di oltre 2600 posti di lavoro tra diretti e indotto. “Siamo soddisfatti di aver ricevuto la fiducia da parte del governo americano per il progetto nel Maryland e poter così contribuire al percorso di decarbonizzazione avviato dagli Stati Uniti”, commentata Riccardo Toto, DG di Renexia e Presidente US Wind. Contestualmente, come previsto dagli accordi federali, US Wind sta anche realizzando, grazie a un investimento di circa 95 milioni di dollari, una fabbrica per la produzione di importanti componenti della filiera dell’industria eolica offshore degli Stati Uniti, nei pressi del sito industriale di Sparrow Point. “Questo modello produttivo, che comporta un ruolo gestionale anche nella filiera industriale per noi è assolutamente funzionale e lo replicheremo in Italia grazie all’accordo siglato recentemente con il Mimit e MingYang per la costruzione nel nostra Paese di una fabbrica dedicata alla costruzione di turbine eoliche”, aggiunge Toto. La fabbrica che sorgerà contribuirà per il tramite della fornitura delle turbine alla realizzazione di Med Wind, il più grande progetto di impianto eolico offshore floating del Mar Mediterraneo, al largo delle coste trapanesi. Il progetto siciliano rappresenta l’innesco ideale per la creazione di una filiera industriale dell’eolico, sia offshore che onshore, che renda l’Italia un punto di riferimento internazionale in un settore dalle elevate potenzialità.

Nucleare, Sogin premiata agli Energy Earth Awards 2024

Nucleare, Sogin premiata agli Energy Earth Awards 2024Roma, 24 lug. (askanews) – “Sogin è orgogliosa del conferimento dell’Energy Earth Awards, che riconosce il ruolo e il valore delle competenze operative, ingegneristiche e teoriche di tutte le persone dell’Azienda. Nel decommissioning degli impianti nucleari italiani, che non erano stati concepiti per essere smantellati Sogin ha saputo elaborare strategie che hanno convertito un processo lineare in circolare”. Con queste parole l’Amministratore Delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu, ha commentato il premio “environment” ricevuto nella seconda edizione dell’Energy Earth Awards – EEA, svoltasi sabato 20 luglio presso l’Hotel Santavenere di Maratea (Potenza). Gli Energy Earth Awards, promossi e organizzati dall’Energy Earth Awards Association – presieduta da Francesco Marotta -, con il patrocinio della Regione Basilicata, dell’American Chamber of Commerce e della città di Maratea, sono un riconoscimento a Istituzioni, imprese e manager per il loro impegno nel cercare un equilibrio che coniughi produzione di energia e tutela dell’ambiente. In particolare, Sogin è stata premiata “per il contributo e l’impegno profuso nello sviluppo delle competenze in campo energetico, nucleare e nella protezione dell’ambiente, con la capacità di preservare un know how unico e fondamentale per il Paese e le sfide del domani”. Fra gli altri premiati vi sono stati il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e la Ministra per le Riforme Istituzionali e la semplificazione normativa, Elisabetta Alberti Casellati. Alla cerimonia, condotta da Alessandro De Angelis, Barbara Carfagna e Mavina Graziani, hanno partecipato numerosi ospiti, fra cui il Vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, e il Sindaco di Maratea, Cesare Albanese. Gian Luca Artizzu ha richiamato pubblicamente anche la comunione di intenti fra Sogin e la Regione Basilicata, che ospita il sito Itrec-Trisaia di Rotondella, nel campo del monitoraggio e della protezione ambientale, che nella sola Basilicata vede l’impegno quotidiano di circa sessanta persone dell’Azienda.

Energia, nasce My Energy nuova società del Gruppo Q8

Energia, nasce My Energy nuova società del Gruppo Q8Roma, 23 lug. (askanews) – Q8 Italia annuncia la costituzione di My Energy Q8, una nuova società del gruppo all’avanguardia nel settore dell’efficienza energetica. Socio di maggioranza Q8 Quaser, totalmente controllata da Q8 Italia, alla quale si affianca Graded SpA, società attiva sin dal 1958 che realizza progetti e soluzioni personalizzate per la produzione di energia efficiente e pulita in Italia e all’estero.


Capitalizzando l’esperienza ed il network di Q8 Quaser, unitamente alla professionalità pluriennale di Graded, My Energy Q8 si propone di supportare, con un impegno concreto verso la sostenibilità e l’innovazione, il modo in cui le aziende gestiscono e ottimizzano il consumo energetico nella propria attività di impresa. “La nascita di My Energy Q8 rappresenta una risposta alle crescenti esigenze di riduzione dei consumi energetici e di tutela dell’ambiente,” – ha dichiarato Bashar Al Awadhi, Amministratore Delegato di Q8 Italia “Siamo entusiasti di entrare come Gruppo Q8 in questo nuovo segmento del mercato energetico con una società specializzata e totalmente dedicata. Si tratta di un ulteriore importante passo, dopo la recente ingresso nel settore della produzione dei carburanti biogenici – ha continuato Al Awadhi – che rende concreta la strategia di Energy Transition del Gruppo Q8 per un futuro energeticamente efficiente e sostenibile per tutti”.

Da Banca Etica 50 milioni di euro per la transizione energetica

Da Banca Etica 50 milioni di euro per la transizione energeticaMilano, 22 lug. (askanews) – Banca Etica – prima e tuttora unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica – ha deciso di allocare una quota cospicua dei nuovi impieghi del 2024, 50 milioni di euro, per le domande di finanziamento mirate all’efficientamento energetico e allo sviluppo delle rinnovabili. La decisione è stata annunciata in vista dell’Earth Overshoot Day 2024, il giorno in cui l’umanità avrà consumato le risorse che la Terra è in grado di generare in un anno che per il 2024 cade il 1 agosto. Attraverso un sistema organico di strumenti finanziari e di partnership Banca etica vuole infatti agire in modo concreto per accompagnare persone, imprese e comunità nel percorso responsabile ed economicamente vantaggioso della transizione energetica, in piena sintonia con l’impegno nel promuovere progetti innovativi e nel rendicontare l’impatto ambientale e sociale – anche indiretto – di tutti i propri crediti.


Tra le iniziative di Banca Etica c’è il sostegno a chi vuole sviluppare Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali (CERS), ovvero modalità d’intervento che realizzano concretamente iniziative di autoproduzione, autoconsumo e condivisione solidale dell’energia da fonti rinnovabili. Banca Etica crede fortemente in questo tipo di soluzioni per decarbonizzare le comunità e ridurre la povertà energetica, e ha creato, in collaborazione con numerosi partner, la piattaforma di servizi per le CER cooperative RESPIRA, proponendo inoltre opportunità di finanziamento a tasso agevolato e di bancassicurazione. Verso la riduzione dell’impatto ambientale collettivo è nata anche la partnership tra Banca Etica e Up2You finalizzata a creare un ecosistema unico di ascolto e rimando tra servizi finanziari e ambientali per le imprese, includendo consulenze, strumenti di calcolo dell’impronta di carbonio e supporti all’implementazione dei piani di transizione energetica ed ecologica. Mentre il rapporto Banking on climate chaos 2024 ci dice che 60 grandi banche globali hanno finanziato per 6.900 miliardi di dollari in 8 anni (2016-2023) le aziende che sfruttano gas, petrolio o carbone -quasi il triplo del PIL di un Paese del G7 come l’Italia-, di cui 750 miliardi nel solo 2023, in aumento rispetto al 2022, Banca Etica mostra il volto ben diverso della finanza etica che esclude a priori qualsiasi investimento nelle fonti fossili.


“Dopo il boom della cosiddetta ‘finanza sostenibile’ degli scorsi anni, da qualche tempo si susseguono analisi e rapporti che denunciano il greenwashing dilagante delle istituzioni finanziarie. Banca Etica continua a marcare la differenza: da sempre escludiamo dal credito la filiera dei combustibili fossili e sosteniamo invece la diffusione e lo sviluppo di energie rinnovabili e dell’efficientamento -afferma Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica – Ogni anno ci diamo degli obiettivi di impatto: in ambito di ‘contrasto ai cambiamenti climatici ed economia circolare’ quest’anno vogliamo impiegare ulteriori 50 milioni di euro, incrementando di circa il 10% le somme del 2023. Il nostro approccio integrale alla finanza etica include anche una puntuale misurazione degli impatti che effettivamente riusciamo a generare e che vengono resi pubblici con il Report di Impatto”. Nel Report di Impatto 2024 sono rendicontate tutte le emissioni di gas serra (dirette e indirette) connesse all’attività operativa e creditizia, nonché l’impatto sociale e ambientale di ogni finanziamento. Nel 2023 Banca Etica ha finanziato per quasi 63 milioni di euro circa 120 organizzazioni e più di 200 persone fisiche e famiglie che hanno utilizzato queste risorse economiche direttamente per attività di contrasto al cambiamento climatico. L’impatto generato dai clienti ha consentito di evitare l’emissione di 150 mila tonnellate di CO2 equivalenti. In particolare, 36 organizzazioni con un impatto diretto in quest’area, grazie ai finanziamenti deliberati a loro favore nel 2023, hanno installato 143 impianti a energia rinnovabile per una potenza di 7 MW e hanno effettuato 105 interventi di efficientamento energetico risparmiando 214 MWh.

Edison, con Fratamone e PoliMi per energia nucleare civile

Edison, con Fratamone e PoliMi per energia nucleare civileRoma, 16 lug. (askanews) – Edison, Framatome e Politecnico di Milano annunciano di avere sottoscritto un accordo di cooperazione per la ricerca scientifica e tecnologica e per la formazione nel campo dell’energia nucleare. Le parti intendono mettere a fattor comune le rispettive conoscenze e competenze tecniche, al fine di sviluppare congiuntamente attività di ricerca, sviluppo e di innovazione per il settore nucleare. In particolare, l’accordo di cooperazione prevede l’esecuzione di programmi congiunti attraverso tirocini, tesi di master, tesi di dottorato, l’organizzazione di seminari, workshop e altre iniziative simili su argomenti tecnici di interesse comune. L’accordo prevede, inoltre, l’organizzazione di incontri e corsi di formazione per migliorare lo scambio di conoscenze ed esperienze e l’organizzazione di visite, per studenti e per i rispettivi dipendenti, dei siti e degli impianti produttivi Framatome, oltre che dei laboratori di ricerca del Politecnico di Milano e di Edison, al fine di accrescere lo scambio e la conoscenza reciproca. “Con questo accordo compiamo un ulteriore passo per la cooperazione e la ricerca sul nuovo nucleare e per preparare, insieme con gli atenei, le necessarie competenze che un domani giocheranno un ruolo fondamentale per lo sviluppo del nuovo nucleare in Italia. Grazie all’intesa, infatti, gli studenti e i dottorandi del Politecnico beneficeranno di un accesso e di uno scambio diretto con Edison, primario operatore nel settore energetico italiano, attivamente impegnato nello sviluppo del nuovo nucleare in Italia, e Framatome, leader europeo nello sviluppo ed industrializzazione della tecnologia nucleare”, dichiara Lorenzo Mottura, EVP Strategia, Innovazione, Ricerca & Sviluppo e Digitale di Edison. “Il Politecnico di Milano è un Ateneo prestigioso che promuove l’eccellenza accademica nella formazione e nel campo dell’ingegneria nucleare”, dichiara Elisabeth Terrail, Senior Executive Vice President, Human Resources di Framatome. “Grazie a questo accordo, gli studenti del Politecnico saranno chiamati ad applicare quanto appreso a progetti reali a sostegno della flotta esistente e dello sviluppo dell’energia nucleare in Europa”. “Il Politecnico, primo Ateneo in Italia ad impegnarsi nella formazione e nella ricerca universitarie nel settore nucleare sin dagli anni ’50, conferma e accresce la sua storica forza e attrattività, sia verso le nuove generazioni – triplicando gli iscritti in questo ambito nell’ultimo quinquennio – sia verso gli stakeholder industriali, impegnati a valutare e a sviluppare nuove tecnologie nucleari, fondamentali per contribuire alla soluzione del problema energetico, in termini di sostenibilità ambientale, sicurezza strategica, impatto socio-economico” commenta Marco Ricotti, docente di ingegneria nucleare al Politecnico di Milano.

Cnpr chiama politici e professionisti a confronto sul Piano Mattei

Cnpr chiama politici e professionisti a confronto sul Piano MatteiMilano, 15 lug. (askanews) – “Il Piano Mattei è evocativo già nel suo nome. Si tratta di rendere duratura una relazione naturale che ci consegna la geografia, che sia programmata ed efficace. In Africa esiste una ‘vacatio europea’ mescolata ad esempio al disimpegno francese nel Sahel che ha creato un’autostrada per soggetti esterni. Ci sono infiltrazioni dalla Cina e dalla Brigata Wagner oltre a una grande questione geopolitica e sociale”. Lo ha dichiarato Roberto Menia (FdI), vicepresidente della Commissione affari esteri e difesa a Palazzo Madama, nel corso del Cnpr forum “Italia nel mondo: il piano Mattei e le prospettive dei mercati internazionali”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.


“L’Africa oggi è un continente di 1 miliardo e 200 milioni di persone destinato a raddoppiare nel 2050 – ha proseguito Menia – un grande movimento migratorio. Noi pensiamo che il Piano Mattei possa creare le condizioni per uno sviluppo che passi attraverso la collaborazione con l’Italia e tutta l’Europa. L’Italia vuole essere prima in questo sforzo. Si tratta di costruire una vera e propria rivoluzione copernicana che realizzi un modello di partnership che sia paritario e non predatorio. L’approccio con l’Africa è stato spesso predatorio. Crediamo si possa realizzare una collaborazione concreta che consenta ai popoli africani di costruire un futuro in casa, noi al loro fianco con le nostre imprese in termini collaborativi”. Perplessità su quest’analisi ha invece espresso Mario Turco, vicepresidente nazionale del M5s: “Il Piano Mattei, approvato dal governo a gennaio, dal punto di vista teorico ha sulla carta grandi e ambiziosi obiettivi: favorire lo sviluppo dell’Africa in campo culturale, dell’istruzione, energetico, dell’immigrazione e soprattutto nel settore infrastrutturale. Il problema del Piano Mattei è l’assenza di risorse finanziarie. Allo stato, al di là degli annunci e degli intendimenti, si è prodotto il nulla, se non attribuire incarichi e nomine. Si rischia l’ennesimo ‘poltronificio partitico’. Nessun progetto risulta finanziato ed avviato, così come non si registrano finanziamenti a livello europeo. L’Italia ha tanto bisogno dell’Africa. I paesi non in guerra sono in forte crescita in termini di Pil e di innovazione tecnologica. In occasione del G7 abbiamo perso una grande occasione per promuovere progetti concreti. Adesso speriamo che l’Africa sia al centro dell’agenda della nuova Commissione Europea, anche se nutriamo forti dubbi. Per sostenere concretamente uno sviluppo integrato Europa-Africa è necessario modificare le regole del Patto di stabilità, prevedendo margini di flessibilità”.


Secondo Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia in Commissione delle Politiche UE alla Camera: “il Piano Mattei è una grande iniziativa di politica estera ed economica del nostro Paese che vuole dare una risposta ad alcuni problemi enormi del nostro tempo a partire da quello dell’immigrazione”. “Bisogna lavorare per creare la speranza nel futuro nei Paesi d’origine dei migranti affinché possano rimanere lì, crescendo e investendo in quei territori – ha sottolineato Cattaneo – Solo così è possibile fronteggiare l’ondata migratoria. Nello stesso tempo, esportando competenze e collaborazioni, diventa anche una grande opportunità economica per l’Italia. Un’operazione win win per tutti. L’Italia ha messo al centro il proprio ruolo sullo scacchiere nazionale, la presidente del Consiglio Meloni si è ‘spesa’, insieme al vice premier Tajani, elaborando un pacchetto di interventi molto articolato grazie anche alle partnership private a partire dalle grandi aziende di Stato. Adesso iniziamo a muovere i primi passi concreti. Per questi obiettivi l’innovazione è un driver fondamentale ed è precondizione per stare sui mercati internazionali, soprattutto per superare la dimensione medio piccola delle nostre imprese”. Critico Marco Grimaldi, parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra in Commissione Bilancio a Montecitorio: “Purtroppo il piano Mattei descritto come modello italiano di investimento nel segno della cooperazione nel rispetto di ambiente e popoli in realtà si riduce ad accordi bilaterali in particolare con Algeria e Libia ma anche con Marocco Tunisia, Egitto, Costa d’Avorio, e altri paesi africani, siglati per gli investimenti di una particolare azienda di Stato, l’Eni, per sopperire alle forniture di gas che non arrivano più dalla Russia – ha detto – E’ un progetto all’insegna della conservazione in ambito energetico completamente basato sull’era fossile finalizzato a fare dell’Italia l’hub europeo del gas. Nessun beneficio ne trarranno le popolazioni dell’Africa dove il gas è l’elemento più di destabilizzazione in tantissime regioni. Per non dire dell’impatto ambientale degli impianti e di quello che è un processo di cambiamento radicale delle politiche in ottica di transizione ecologica e di forte riduzione dell’emissione per contrastare i cambiamenti climatici”.


Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Mario Chiappuella, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Massa Carrara: “Il Piano Mattei ha il merito di riproporre l’Italia in un ruolo di primaria importanza nello scacchiere internazionale – ha detto Chiappuella – Da sempre la nostra posizione strategica nel Mediterraneo ha suggerito di investire politicamente ed economicamente in quel ruolo di ponte tra due continenti: l’Europa che cerca nuove opportunità per rafforzare la sua economia, e l’Africa che rappresenta una terra dalle enormi potenzialità, come già dimostra la nutrita presenza cinese. L’affermazione del ruolo di mediatore e promotore del nostro Paese in questa avventura è sicuramente una straordinaria occasione di sviluppo per le aziende di casa nostra”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili. “Enrico Mattei fu un illuminato presidente dell’Eni dei primi anni ’60 che si occupò molto attivamente di affrancare l’Italia sotto l’aspetto della produzione di energia o meglio sotto l’aspetto dell’acquisizione di combustibili – ha detto Longoni – L’impressione che si ha di questo ‘Piano’ è che abbia in realtà dei contenuti che sono in gran parte collegati all’acquisizione di gas naturale. Tanto è che i paesi principali interlocutori del Piano Mattei sono Algeria, Marocco, Mozambico, Costa d’Avorio, Tunisia, Egitto, Congo tutti paesi produttori di gas naturale. E’ sicuramente vero che c’è intento di incentivare l’internazionalizzazione delle nostre imprese verso quei paesi ma è altrettanto vero che l’operazione nasce perché si intende acquisire gas naturale dai paesi produttori”.

Snam: dalla BEI 100 milioni per sostenere l’efficienza energetica

Snam: dalla BEI 100 milioni per sostenere l’efficienza energeticaMilano, 2 lug. (askanews) – La Banca europea per gli investimenti e Snam hanno sottoscritto un finanziamento di complessivi 100 milioni di euro finalizzato a sostenere interventi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e misure di efficientamento energetico per attività industriali. Si tratta di un finanziamento-quadro utilizzabile in più tranche entro un periodo di 3 anni. Ciascuna tranche avrà una durata complessiva massima di 15 anni.


Questi progetti, che saranno sviluppati da Renovit, società del Gruppo Snam dedicata all’efficienza energetica, contribuiranno a migliorare l’efficienza energetica di oltre 400 edifici pubblici e privati in Italia, oltre che a produrre energia pulita per una potenza complessiva di circa 24 MW grazie all’installazione di pannelli solari. Secondo stime della BEI, questi interventi contribuiranno a produrre energia rinnovabile pari al consumo energetico annuo di oltre 10mila famiglie italiane e genereranno un risparmio energetico annuo di 84 GWh. Questo progetto consolida ulteriormente la relazione ultradecennale fra la BEI e Snam, con finanziamenti in essere per un totale di quasi 1,5 miliardi. Il finanziamento è in linea con gli obiettivi climatici dell’Unione Europea e con quelli del piano REPowerEU, che la BEI si è impegnata a sostenere con 45 miliardi di investimenti aggiuntivi entro il 2027.


“Questo accordo rappresenta un passo significativo verso un futuro più verde e sostenibile per l’Italia, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale degli edifici, responsabili per circa il 40% delle emissioni di CO2 totali in Europa,” ha dichiarato Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della BEI. “Promuovere interventi di efficientamento energetico è essenziale per garantire l’autonomia energetica europea e per ridurre i costi delle bollette dei cittadini e delle imprese.” “Il finanziamento concesso dalla BEI è un ulteriore, importante tassello nel percorso di finanza sostenibile intrapreso da Snam nel corso di questi anni e per il quale abbiamo fissato obiettivi ambiziosi”, ha commentato Luca Passa, cfo di Snam. “Siamo particolarmente lieti del sostegno della BEI perché riconosce l’impegno concreto del Gruppo Snam nel contribuire alla transizione energetica del Paese, in questo caso attraverso interventi strutturali che renderanno gli edifici pubblici e industriali ancora più sostenibili”.

Bce e Eurosistema riducono ancora CO2 e rischi clima nei portafogli

Bce e Eurosistema riducono ancora CO2 e rischi clima nei portafogliRoma, 25 giu. (askanews) – La Banca centrale europea e l’Eurosistema delle banche centrali, a cui partecipa la Banca d’Italia, hanno continuato a ridurre nei loro portafogli la quota di titoli correlati a emissioni di CO2 e, in un rapporto di aggiornamento su queste tematiche pubblicato dalla Bce, hanno ulteriormente ridotto l’esposizione ai rischi climatici.


La relazione della Bce mostra che la gran parte di questa riduzione è dovuta al fatto che le società emittenti hanno rafforzato la loro efficienza sulle emissioni di CO2. Ma circa un quinto del totale della riduzione delle emissioni tra il 2022 2023 è stato dovuto agli sforzi compiuti dall’Eurosistema delle banche centrali per favorire i reinvestimenti verso entità con migliori performance sul clima.

Slovenia, Merkur e Plenitude partnership strategica mobilità elettrica

Slovenia, Merkur e Plenitude partnership strategica mobilità elettricaRoma, 19 giu. (askanews) – Plenitude, attraverso la sua controllata Be Charge, e Merkur, il più grande rivenditore tecnico di articoli fai da te della Slovenia, hanno firmato una partnership strategica per l’installazione di innovative stazioni di ricarica per veicoli elettrici presso i centri commerciali Merkur sul territorio sloveno. L’accordo – informa una nota congiunta – prevede l’installazione, la costruzione e la gestione di 62 punti di ricarica fast e ultrafast tecnologicamente avanzati in tutto il Paese e ha l’obiettivo di contribuire alla diffusione dell’infrastruttura per veicoli elettrici e promuovere una mobilità più sostenibile sul territorio.


Le prime stazioni di ricarica Plenitude, Società controllata da Eni, saranno disponibili presso 24 centri Merkur già alla fine del 2024 e l’intero progetto sarà completato entro l’inizio del 2026. Paolo Martini, Amministratore Delegato di Be Charge e Head of e-Mobility di Plenitude, ha dichiarato: “Merkur è un partner fondamentale per espandere la nostra infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici in Slovenia. Con questo progetto intendiamo dare il nostro contributo per una mobilità più sostenibile nel Paese, offrendo agli e-driver soluzioni di ricarica all’avanguardia e un servizio di alta qualità”.


“Siamo orgogliosi di siglare questa partnership strategica che permetterà ai nostri clienti di accedere facilmente a un’infrastruttura di ricarica affidabile e veloce. Per Merkur, la qualità del servizio e di gestione delle colonnine ha rappresentato un fattore chiave nella scelta di Plenitude come partner.” ha dichiarato Jure Kapetan, direttore generale di Merkur trgovina d.o.o. Plenitude è presente in Slovenia nel mercato retail dell’energia attraverso Adriaplin d.o.o. e nel settore della mobilità elettrica attraverso la sua controllata Be Charge. Plenitude Plenitude è una Società Benefit controllata da Eni presente sul mercato con un modello di business distintivo che integra la produzione da rinnovabili, la vendita di energia e di servizi energetici e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Nel settore della mobilità elettrica possiede una rete di circa 20.000 punti di ricarica che sarà ampliata sia in Italia che in Europa con l’obiettivo di raggiungere circa 40.000 punti previsti entro il 2027. (immagine da sito Be Charge)

Filiere energetiche e riciclo italiane pronte a ruolo guida Mediterraneo

Filiere energetiche e riciclo italiane pronte a ruolo guida MediterraneoRoma, 14 giu. (askanews) – La centralità assunta dal tema dei cambiamenti climatici, della sostenibilità e della tutela dell’ambiente nel dibattito globale rappresenta un elemento sempre più importante della politica estera italiana e del suo sistema industriale del riciclo e delle tecnologie nazionali rinnovabili. Il nostro Paese già incamminato su un percorso virtuoso, in termini di impegni concreti sul clima e di transizione energetica verso fonti pulite, svolge infatti un ruolo di primo piano nei principali fori internazionali dedicati al tema, dai quali emergerà l’effettivo livello d’ambizione della comunità internazionale nei confronti di una sfida globale sempre più ambiziosa.


Il Mediterraneo, come è emerso dal convegno di oggi promosso da Globe Italia al Teatro Petruzzelli di Bari – con il patrocinio della Città capoluogo e del Mase in concomitanza con il G7 a guida italiana – permette alla Penisola un ruolo guida che guarda verso l’Africa come una grande opportunità. Si tratta di una strategia a lungo termine che necessita di un approccio integrato tra industria, comunità e distretti della sostenibilità di cui l’Italia è campione europeo.