Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Gaza, Gallant sfida Netanyahu: governo Israele in crisi di nervi

Gaza, Gallant sfida Netanyahu: governo Israele in crisi di nerviRoma, 16 mag. (askanews) – La spaccatura che da tempo covava nel cuore del gabinetto di guerra israeliano è esplosa, dopo che il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha sfidato ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu a elaborare piani per il “giorno dopo” la guerra a Gaza, affermando che non avrebbe consentito alcuna soluzione che prevede il dispiegamento sul territorio dell’esercito o di un governo civile israeliano. I commenti di Gallant, immediatamente sostenuti dal suo collega ministro Benny Gantz, hanno gettato la leadership israeliana in un tutti contro tutti, nel mezzo del conflitto di Gaza, sollevando speculazioni immediate sul futuro del governo israeliano e della litigiosa coalizione di Netanyahu.


Con dichiarazioni senza compromessi, Gallant – il cui licenziamento lo scorso anno da parte di Netanyahu scatenò proteste di massa, una crisi politica e un’inversione di marcia da parte del primo ministro – ha chiesto pubblicamente a Netanyahu di descrivere i piani per un “piano del giorno dopo” a Gaza. “Già il 7 ottobre, l’establishment militare ha affermato che era necessario lavorare per trovare un’alternativa ad Hamas”, ha affermato Gallant, aggiungendo che “la fine della campagna militare è una decisione politica”. “Il giorno dopo Hamas sarà raggiunto solo da attori che sostituiranno Hamas. Questo è innanzitutto un interesse israeliano”, ha avvertito il ministro. Il ministro della Difesa è stato sostenuto dal suo collega ministro Gantz, ex capo di Stato maggiore delle forze di difesa israeliane, che ha affermato che Gallant aveva detto la “verità”. Ma i commenti di Gallant, spiega il Guardian, hanno provocato un’immediata polemica politica, con Netanyahu che si è opposto rapidamente con una dichiarazione videoregistrata e con un appello da parte del ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra, Itamar Ben-Gvir, affinché Gallant fosse sostituito. “Un simile ministro della Difesa deve essere sostituito per raggiungere gli obiettivi della guerra”, ha detto. “Dal punto di vista (di Gallant), non c’è differenza tra Gaza controllata dai soldati israeliani o dagli assassini di Hamas. Questa è l’essenza della concezione del ministro della Difesa, che è fallita il 7 ottobre e continua a fallire anche adesso”.


Rispondendo a Gallant, il ministro della Giustizia Yariv Levin ha detto da parte sua che “il popolo di Israele non è pronto per essere umiliato”. “Il popolo di Israele non è pronto per essere condotto verso un processo Oslo 2.0 che porterà Israele verso un altro disastro. Il popolo di Israele non accetterà di consegnare Gaza sotto il controllo dell’Autorità palestinese terrorista”, ha spiegato Levin. “Il popolo di Israele sa che la sicurezza di Israele sarà raggiunta attraverso la determinazione a vincere, non facendo affidamento sulle promesse di pace dei vili terroristi e delle loro varie organizzazioni”. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha accusato invece il collega Gallant di avere “effettivamente annunciato il suo sostegno alla creazione di uno stato terrorista palestinese come ricompensa al terrorismo e ad Hamas per il peggior massacro commesso contro il popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto”. “Gallant si nasconde dietro vaghe dichiarazioni su un ‘terzo’” che governerà Gaza “che non è né Hamas né Israele per nascondere la verità. Ma la verità è che un partito del genere non esiste”, ha insistito Smotrich.


Alle tensioni nel governo israeliano continua a guardare, non senza interesse, Hamas. Il leader politico del movimento estremista palestinese, Ismail Haniyeh, ha insistito sul fatto che il gruppo dovrà essere coinvolto nella decisione sul governo del dopoguerra a Gaza, insieme ad altre fazioni palestinesi. “Noi diciamo che il movimento Hamas è qui per restare… e saranno il movimento e tutte le fazioni nazionali palestinesi a decidere il governo del dopoguerra a Gaza”, ha detto in un discorso televisivo. (di Corrado Accaputo)

Expo 2025, accordo con Padiglione Italia imprese industria Lazio

Expo 2025, accordo con Padiglione Italia imprese industria LazioRoma, 15 mag. (askanews) – Le associazioni di categoria del settore industria e infrastrutture della Regione Lazio – Unindustria, Federlazio, Ance, Confapi – e il Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka hanno firmato oggi presso il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale un accordo mirato a valorizzare le opportunità di crescita economica e di sviluppo che offre la partecipazione a Expo 2025 Osaka.


L’evento, si legge in una nota, promosso dal Maeci in collaborazione con la Regione Lazio, si è tenuto presso la Sala Conferenze Internazionali della Farnesina alla presenza dell’onorevole Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e del Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani. “Con questa firma si mette in atto una proficua sinergia tra imprese, associazioni e istituzioni, un concreto esempio del Sistema Italia che porteremo in Giappone”, ha commentato Vattani, “Fare sistema è fondamentale per la Diplomazia della crescita. Regioni e territori svolgono un ruolo chiave nella promozione dell’Italia nel mondo e il Padiglione Italia, grazie alla nostra collaborazione avviata con la Conferenza delle Regioni, le accoglie con spazi e servizi dedicati. La partecipazione dell’Italia sul palcoscenico globale di Expo è un’occasione unica per aggiornare e ampliare l’immagine dell’Italia, accelerare internazionalizzazione di imprese e territori”.


L’accordo, nell’ottica della Diplomazia della crescita e nel contesto delle sinergie con le autonomie locali e della diplomazia dei territori, precede la formalizzazione della partecipazione della Regione Lazio e di altre realtà associative e settoriali al Padiglione Italia a Expo 2025, che si terrà a Osaka, Giappone, dal 13 aprile al 13 ottobre 2025. Presenti alla firma con il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani, i rappresentanti delle associazioni di categoria Unindustria, Federlazio, Ance, Confapi, il Vice Presidente della Regione e Assessore Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione, Roberta Angelilli, il Direttore Generale Ice, Lorenzo Galanti, e il Presidente di Lazio Innova Francesco Marcolini.

Tajani a Katz: Israele apra i varchi per gli aiuti a Gaza

Tajani a Katz: Israele apra i varchi per gli aiuti a GazaRoma, 15 mag. (askanews) – Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, onorevole Antonio Tajani, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri di Israele, Israel Katz. È quanto si legge in una nota della Farnesina.


“In questa delicata fase del conflitto, ho invitato il governo israeliano a porre termine all’azione militare a Rafah, che rischia di aggravare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza: è importante continuare a lavorare perché i negoziati tra le parti proseguano, affinché si possa raggiungere un cessate il fuoco che permetta la liberazione degli ostaggi”, ha commentato il vice presidente del Consiglio. Durante la telefonata Tajani ha ribadito al ministro Katz l’importanza che l’Italia attribuisce all’apertura dei valichi terrestri – rispetto ai quali il corridoio marittimo è complementare, ma non sostitutivo – che consentano l’arrivo nella Striscia di aiuti umanitari, a partire da quelli alimentari e medici. In proposito, conclude la nota, è stato confermato l’impegno del Governo per il successo dell’iniziativa “Food for Gaza” e l’attenzione con cui il nostro Paese, anche nell’ambito della Presidenza del G7, intende continuare a lavorare per alleviare la crisi umanitaria a Gaza.

In Slovacchia hanno sparato al premier Fico, è ferito

In Slovacchia hanno sparato al premier Fico, è feritoMilano, 15 mag. (askanews) – Il primo ministro slovacco Robert Fico è stato ferito in una sparatoria davanti alla Casa della Cultura, dove si riuniva il governo, ed è stato portato in ospedale; preso ed arrestato chi ha esploso i colpi. Lo affermano i media slovacchi. Secondo i testimoni presenti sul posto, Fico si è avvicinato alle persone che lo salutavano e poi sono stati sparati diversi colpi. Fico è caduto a terra. Il presunto sparatore è stato preso e arrestato dalla polizia, che ha transennato la zona e il centro culturale è stato evacuato. La sicurezza si è occupata di proteggere gli altri membri del governo.

Confindustria Romania e Olitec presentano il progetto Magellano

Confindustria Romania e Olitec presentano il progetto MagellanoBucarest, 14 mag. (askanews) – Prima un avatar che ha risposto facilmente alle tante domande poste e che sarà la nuova interfaccia di Confindustria Romania con gli associati, poi l’annuncio di un nuovo progetto innovativo, inclusivo e formativo sulle tecnologie più avanzate: Magellano. Sono state queste due delle novità della 15esima edizione del Forum Economico di Confindustria Romania che si è svolto oggi a Bucarest con la presenza di autorevoli relatori provenienti dall’Italia ed esperti del settore dell’innovazione e dell’Intelligenza artificiale.


“Il Programma ‘Magellano’ è davvero speciale, è progettato per facilitare l’accesso dei giovani alle ultime innovazioni tecnologiche e per acquisire competenze di alto livello. Il corso coprirà aree cruciali come l’intelligenza artificiale, la programmazione, la robotica e altre competenze digitali emergenti. La caratteristica più interessante di questo Progetto è il contributo sociale che la nostra rappresentanza di Confindustria e Olitec porteranno alla Romania, rivolgendo l’attenzione anche ai ceti meno abbienti – ha spiegato il presidente di Confindustria Romania Giulio Bertola – . Un piano che prevede la massima inclusività: porte aperte, infatti, anche alle giovani mamme romene con figli a carico che potranno seguire i corsi in Italia portando con loro i bambini che saranno inseriti nel tessuto sociale e scolastico locale. Si tratta di un’iniziativa pionieristica che permetterà loro di studiare e crescere professionalmente per garantirsi un futuro migliore”. Massimiliano Nicolini, capo del dipartimento Ricerca e sviluppo sulle intelligenze artificiali e VRO di Olimaint, ha aggiunto che “i ragazzi che parteciperanno saranno addestrati all’interno dei centri di ricerca di Olitec in Italia” dove “studieranno, parteciperanno allo sviluppo di progetti per 10 ore al giorno” e “al termine dei 18 mesi riceveranno una certificazione internazionale VRO” riconosciuta in “72 Paesi come specializzazione nell’ambito della bioinformatica, realtà immersiva e intelligenza artificiale”.


I giovani “vivranno nei centri, una scelta che nasce dalla storia di Olivetti e dall’unione di Olivetti con il mondo del francescanesimo, con il rispetto del Titolo V della Regola di San Francesco – ha spiegato Nicolini – che riguarda solo il lavoro, senza un ambito di tipo religioso, ma che prevede che l’unione delle persone sia la vera forza che permette il raggiungimento di un obiettivo. Nel 2024 non esiste il self-mademan ma esistono dei team di persone con delle specialità e l’obiettivo dell’addestramento e fare uscire queste specialità ed eccellenze di ognuno, perché in qualsiasi parte della Romania può esserci il nuovo Nikola Tesla”. Confindustria Romania conferma così la sua attitudine al sociale presentandosi come uno tra i principali contributori italiani della Romania nell’educazione/formazione e nel settore delle risorse umane dopo gli accordi sottoscritti con diversi partner come l’università Babes-Bolyai di Cluj-Napoca e con il progetto VINO ACASA che punta alla rientro assistito della diaspora romena.


Nel corso dell’evento l’ambasciatore d’Italia in Romania, Alfredo Maria Durante Mangoni, ha sottolineato come l’Italia e le imprese italiane siano un’eccellenza nel settore dell’innovazione della cybersicurezza e ha aggiunto che questo è un settore su cui puntare per incrementare la cooperazione tra Italia e Romania, che sta raggiungendo livelli record come testimoniano i dati dell’interscambio economico che nel 2023 ha sfiorato i 20 miliardi di euro. Nel corso dell’evento si è svolto anche un panel dedicato alle nuove tecnologie, all’Intelligenza artificiale, all’Intelligenza generativa, all’impatto di queste innovazioni sulla vita di tutti i giorni e sul mondo del lavoro e dell’imprenditoria, le ricadute etiche e l’automazione, la formazione digitale e la realtà immersiva: spunti interessanti e coinvolgenti sono arrivati dallo stesso Nicolini, che ha partecipato alla tavola rotonda moderata da Askanews parlando di quelle tecnologie che sono già realtà e che hanno una storia che parte da lontano e ha trovato da sempre terreno fertile nei centri di ricerca di Olitec, dal processore al primo computer. Insieme a lui sul palco il giornalista Andrea Daniele Signorelli, che si occupa del rapporto tra nuove tecnologie, politica e società con il suo podcast CRASH e scrive per Domani, La Stampa, e Wired tra gli altri, che ha sottolineato tra i vari impatti delle nuove tecnologie, quello diretti sull’ambiente, come per esempio il rischio di far ricorso a innovazioni sempre più energivore come la stessa ChatGPT. E ancora Igor Ciminelli, general manager Titan, founder School of Disruption che ha posto il focus sull’uso etico delle tecnologie e delle innovazioni e dell’etica stessa dell’Intelligenza artificiale, e Marco Casu, coordinatore di “Futuri probabili” e ricercatore presso la Fondazione Leonardo-Civiltà delle macchine, che ha posto l’accento sull’importanza della pedagogia digitale come strumento per il futuro e per formare le nuove generazioni che con le tecnologie emergenti dovranno convivere al meglio.


In occasione del Forum, Confindustria Romania ha anche presentato l’ultima innovazione della rappresentanza confindustriale internazionale, dopo lo sbarco nel Metaverso del 2023: Andrea Allocco, consigliere di Confindustria Romania con delega all’Innovazione, ha catturato l’attenzione dei presenti, con l’intervento dimostrativo dell’Avatar virtuale con funzioni di back office e customer service, a favore degli associati: Rosetta. Una grafica realistica e coinvolgente, risposte puntuali grazie al perfezionamento dell’AI e una prima assoluta nel mondo confindustriale, una linea guida, anche per le altre Confindustrie, per avviare un nuovo percorso di ottimizzazione nell’erogazione dei servizi alle aziende già associate e informazioni veloci e pronte per chiunque intenda valutare un’adesione a questo sistema associativo.

Blinken: ci impegniamo ad aiutare l’Ucraina a vincere

Blinken: ci impegniamo ad aiutare l’Ucraina a vincereNew York, 14 mag. (askanews) – “Stiamo avvicinando l’Ucraina alla NATO”, ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken intervenendo al Politecnico di Kiev, assicurando che il ponte che lega Ucraina e Nato “è forte”. Il segretario ha aggiunto che all’ultimo vertice Nato di Vilnius “gli alleati hanno convenuto che l’Ucraina non dovrà completare il piano d’azione totale per l’adesione e prima di ricevere l’invito ad aderire”. Blinken ha citato Biden dicendo: “Vogliamo che l’Ucraina vinca. E noi ci impegniamo ad aiutarvi a farlo”. Ha poi assicurato che tutti gli alleati forniranno gli aiuti necessari.

Putin 5.0, il nuovo Cremlino si adatta ai tempi di guerra

Putin 5.0, il nuovo Cremlino si adatta ai tempi di guerraMilano, 14 mag. (askanews) – Anton Vaino è rimasto a capo dell’amministrazione presidenziale russa e Dmitry Peskov ha mantenuto il suo incarico di addetto stampa presidenziale. Non una rivoluzione di assetto al Cremlino, almeno in apparenza, anche se l’arrivo di due assistenti di Vladimir Putin rappresenta un passaggio interessante: si tratta dell’ex segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev – che ha appena lasciato il suo precedente incarico all’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu – e del governatore della regione di Tula Alexey Dyumin.


Entrambi erano stati indicati da molti esperti, all’inizio della guerra con l’Ucraina, come i possibili successori di Putin. E il binomio potrebbe ricordare a qualcuno il tandem Sergey Ivanov e Dmitri Medvedev (quando Putin dopo due mandati, era costretto dalla Costituzione a lasciare il Cremlino, scegliendo un delfino e optò poi per Medvedev). Ma i tempi sono decisamente diversi. E anche le figure, emergenti e non. TEMPI DI GUERRA


Dyumin supervisionerà le questioni del complesso militare-industriale, dello sport e tratterà con il Consiglio di Stato. Quest’ultimo particolare potrebbe indicare una trasformazione che alcuni analisti vedono già nell’aria: il Consiglio di Stato potrebbe diventare il nuovo Politburo nell’era post-Putin. Invece il 72enne Patrushev sarà responsabile delle questioni relative alla costruzione navale – comparto critico dopo la distruzione da parte ucraina di numerosi vascelli russi in battaglia sul Mar Nero – oltre ad altre funzioni, rimanendo una figura pubblica e potendo continuare a rilasciare commenti ai media (ruolo riservato a pochissi, a parte l’abilità quotidiana di Peskov). Va ricordato che Patrushev sostituì Putin alla guida dell’FSB nel 1999 e da allora è considerato nella cerchia ristretta del presidente, nonché uno degli ideologi del conflitto contro l’Ucraina. Il suo movimento ai vertici della politica russa non è chiaro se sia una retrocessione o una manovra diversiva, ma ha visto in contemporanea il figlio di Patrushev, Dmitry – per alcuni un possibile successore di Putin – promosso a vice primo ministro in questi giorni di passaggio, tra il quarto e il quinto mandato presidenziale del presidente. Altri sostengono che Putin consideri piuttosto Dyumin come il suo delfino. Dyumin è un colonnello generale e ha servito per la sicurezza presidenziale durante il primo e secondo mandato di Putin. Leggenda vuole che abbia salvato la vita del leader da un orso bruno. I media hanno scritto che durante il mandato di Putin come primo ministro, è diventato il suo aiutante personale. Dyumin lo ha negato. Già viceministro della Difesa, è rimasto poi a capo della regione di Tula dal 2016. Per un certo periodo si vociferava che potesse sostituire Shoigu: e invece è toccato all’economista Andrej Belousov.


GLI ALTRI NOMI E comunque Dyumin e Patrushev non sono gli unici. In totale, Putin ha nominato 10 assistenti. Tra loro ci sono Vladimir Medinsky e Andrey Fursenko, Dmitry Mironov e Yuri Ushakov, Ruslan Edelgeriev, Larisa Brycheva, Dmitry Kalimulin e Dmitry Shalkov. E non solo Vaino è rimasto al suo posto, a capo dell’amministrazione presidenziale: anche i suoi primi vice Alexei Gromov e Sergei Kiriyenko hanno mantenuto i loro incarichi, ulteriore segnale che la linea sulla guerra in Ucraina non cambia ma al massimo si predispone per tempi lunghi. Maxim Oreshkin è stato nominato vice capo dell’amministrazione presidenziale: in precedenza era stato assistente del capo dello stato. Una posizione simile è occupata da Vladimir Ostrovenko, Dmitry Kozak e Magomedsalam Magomedov.


Il capo dello Stato ha inoltre mantenuto i suoi rappresentanti plenipotenziari in tutti i distretti: Igor Shchegolev è rimasto nel Distretto Federale Centrale, Alexander Gutsan nel Distretto Federale Nordoccidentale, Vladimir Ustinov nel Distretto Federale Meridionale, Yuri Chaika nel Caucaso settentrionale, Igor Komarov nel Distretto Federale del Volga Distretto, Vladimir nel distretto federale degli Urali Yakushev, in quello siberiano Anatoly Seryshev. Anton Kobyakov, Igor Levitin e Valery Fadeev sono diventati consiglieri del presidente. Questa posizione è occupata anche dal capo del comitato per la cultura della Duma di Stato, Elena Yampolskaya. Secondo il decreto presidenziale a Levitin vengono affidati anche i compiti di rappresentante speciale per la cooperazione internazionale nel settore dei trasporti. Sergei Ivanov è rimasto il rappresentante speciale del Capo dello Stato per le questioni ambientali, l’ecologia e i trasporti. Mentre secondo il decreto, la nuova amministrazione non include gli ex consiglieri presidenziali Vladimir Tolstoj e Alexandra Levitskaya. Artur Muravyov è inviato plenipotenziario del presidente presso il senato o Consiglio della Federazione, Harry Minkh alla Duma di Stato e Alexander Konovalov alla Corte costituzionale. I cambi e le riconferme sono parte di un percorso previsto dalla Costituzione russa in questi giorni. Il 7 maggio Putin è entrato in carica come presidente della Russia per la quinta volta. Secondo l’art. 83 e le modifiche apportate alla Costituzione nel 2020, il capo dello Stato dopo l’insediamento forma la composizione della sua amministrazione, come anche il blocco diplomazia-difesa-sicurezza del nuovo governo. E tuttavia i recenti arresti del viceministro della Difesa russo Timur Ivanov e quello odierno del capo del quartier generale del personale del ministero della Difesa russo, Yuri Kuznetsov, fanno pensare che il tutto si incroci e coincida con altri forti sommovimenti. Per un cambiamento che Putin evidentemente vuole appena percettibile, ma che si spiega bene con l’arrivo di un ministro della Difesa come Andrej Belousov, l’economista russo che ha saputo predire la crisi del 2008 e che dovrebbe integrare l’economia di guerra con l’economia del Paese. Segnale per molti che la lotta per l’Ucraina non è solo strategia e i tempi di guerra saranno lunghi. (Di Cristina Giuliano)

Commando libera un detenuto al casello, uccisi 2 agenti in Francia

Commando libera un detenuto al casello, uccisi 2 agenti in FranciaRoma, 14 mag. (askanews) – Almeno due agenti dell’amministrazione penitenziaria sono stati uccisi oggi nell’Eure, in Francia, in un attacco compiuto da un imprecisato numero di uomini armati ad un casello contro il loro furgone che trasportava un detenuto tra Rouen ed Evreux. Quest’ultimo è fuggito. Il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, ha parlato su X di “due agenti deceduti” e tre “gravemente feriti” di cui due in pericolo di vita.


Secondo le informazioni diffuse dalla stampa francese, il fuggitivo, un certo Mohamed A. soprannominato “La Mouche”, sarebbe originario di Rouen. Ha già al suo attivo diverse condanne penali, in particolare per “traffico di droga” e “tentato omicidio” ma non rientrerebbe nell’elenco dei detenuti radicalizzati. Subito dopo il sanguinoso agguato avvenuto verso le 11 è scattata una imponente caccia all’uomo. “Diverse centinaia di agenti di polizia e gendarmi sono mobilitati”, ha fatto sapere il ministro dell’Interno, Gerald Darmarin. Il presidente Emmanuel Macron ha parlato di uno “choc per tutti noi”. “Si sta facendo tutto il possibile per individuare gli autori di questo crimine affinché sia fatta giustizia in nome del popolo francese. Saremo inflessibili”, ha promesso.

Ue, approvato Patto immigrazione e asilo, Italia a favore

Ue, approvato Patto immigrazione e asilo, Italia a favoreBruxelles, 14 mag. (askanews) – Bruxelles, 14 mag. (askanews) – Il Consiglio Ue, nella formazione ministeriale dell’Ecofin, ha adottato oggi a maggioranza qualificata il Patto per l’immigrazione e l’asilo, composto da 10 testi legislativi. L’Italia, rappresentata dal ministro dell’Economia e Finanza Giancarlo Giorgetti, ha votato a favore di tutti i testi.


Questa “riforma storica del sistema europeo di asilo e migrazione”, ricorda una nota del Consiglio, “stabilisce una serie di regole che aiuteranno a gestire gli arrivi in modo ordinato, a creare procedure efficienti e uniformi e a garantire un’equa condivisione degli oneri tra gli Stati membri”. Il nuovo Patto “renderà il sistema europeo di asilo più efficace e aumenterà la solidarietà tra gli Stati membri. L’Unione europea continuerà inoltre la sua stretta cooperazione con i paesi terzi per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare. Solo insieme possiamo trovare risposte alla sfida migratoria globale”, sottolinea la nota.


Il Patto comprende innanzitutto un regolamento che consentirà alle autorità nazionali di sottoporre i migranti irregolari e i richiedenti asilo a una procedura di “screening” alle frontiere esterne, e garantirà che l’identificazione, i controlli di sicurezza e vulnerabilità e la valutazione sanitaria siano effettuati in modo uniforme in tutta l’Ue. Un secondo regolamento, che aggiorna la banca dati “Eurodac”, consentirà di raccogliere dati più accurati e completi (anche dati biometrici) sui migranti irregolari e i richiedenti protezione internazionale che arrivano irregolarmente nell’Ue. Ciò contribuirà a migliorare il controllo della migrazione irregolare e dei “movimenti secondari”, ovvero i movimenti transfrontalieri non autorizzati dei migranti verso altri Stati membri. Un terzo regolamento introdurrà un sistema centralizzato di informazione sulle fedine penali dei migranti.


Il quarto regolamento (“regolamento Apr”) riguarda la procedura comune di asilo europea, che viene semplificata, e introduce una “procedura di frontiera obbligatoria” più rapida, in casi ben definiti (in particolare per i migranti provenienti da paesi con bassi tassi di riconoscimento dell’asilo). Lo scopo della procedura è quello di valutare rapidamente alle frontiere esterne dell’Ue se le domande sono infondate o irricevibili. Le persone sottoposte alla procedura di asilo alla frontiera saranno trattenute in centri d’accoglienza in prossimità del confine esterno e non saranno autorizzate, durante l’esame della loro richiesta d’asilo (12 settimane), a entrare nel territorio dell’Ue. Il quinto regolamento, sulla “procedura di rimpatrio alle frontiere” concerne il rimpatrio delle persone la cui domanda nell’ambito della procedura di frontiera accelerata è stata respinta.


Molto importante è il sesto regolamento, “sulla gestione dell’asilo e della migrazione” (noto come regolamento “Ramm”), che determina quale Stato membro è competente per l’esame delle domande di protezione internazionale e introduce per la prima volta un meccanismo di ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri (“solidarietà obbligatoria”), con il ricollocamento di un numero minimo annuale di 30.000 richiedenti asilo in paesi membri diversi da quelli di primo arrivo, più esposti ai flussi migratori. Gli Stati membri potranno rifiutarsi di accettare le quote loro assegnate di migranti da ricollocare, ma in questo caso dovranno fornire un sostegno finanziario (20.000 euro per migrante non ricollocato) o un “sostegno operativo” (ad esempio fornendo guardie di frontiera o aiuti per i centri di accoglienza). Il settimo regolamento è stato uno dei testi più controversi durante il negoziato tra Consiglio Ue e Parlamento europeo: è quello che riguarda le “situazioni di crisi e di forza maggiore”, e che istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di migranti irregolari. Le nuove norme affronteranno anche il tema della “strumentalizzazione” dei migranti (un caso eclatante fu quello quello registrato qualche anno fa alla frontiera polacca da parte della Bielorussia), ossia il loro uso da parte di paesi terzi o attori non statali ostili, con l’obiettivo di destabilizzare l’Ue. In questo testo i punti controversi riguardano in particolare la possibile ambiguità del concetto di “strumentalizzazione” (si teme che possa essere usato, ad esempio, contro le Ong), e la possibilità degli Stati membri di sospendere i normali diritti dei migranti quando viene dichiarato lo stato di crisi. Possibili deroghe si applicano ad esempio ai termini per la registrazione dei richiedenti asilo e alla durata della procedura di frontiera. Il meccanismo di crisi potrà essere attivato dopo un’autorizzazione del Consiglio Ue, e utilizzato solo in circostanze eccezionali e per il tempo strettamente necessario ad affrontare le situazioni di crisi o forza maggiore. Il regolamento sulle qualifiche (regole comuni per il riconoscimento dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria) e la direttiva sulle condizioni di accoglienza stabiliscono norme uniformi sui criteri per la concessione della protezione internazionale e sugli standard per l’accoglienza dei richiedenti asilo, per quanto riguarda alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, accesso alle misure di integrazione e al mercato del lavoro. I richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare al più tardi entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda. Queste nuove norme dovrebbero anche contribuire a ridurre i “movimenti secondari” tra gli Stati membri. Infine, il decimo regolamento riguarda un nuovo quadro di norme comuni per i “reinsediamenti” e l’ammissione umanitaria, ovvero i percorsi legali e sicuri verso l’Ue, con decisioni volontarie da parte degli Stati membri, di rifugiati provenienti da paesi terzi. Le nuove norme, tra l’altro, sottolinea la nota del Consiglio Ue, chiariscono quale Stato membro sarà responsabile di una domanda di asilo, ad esempio nei casi in cui una persona ha un familiare in un paese dell’Ue o quando la richiesta di asilo non viene presentata nel paese in cui il richiedente asilo arriva per la prima volta nell’Unione. Gli Stati membri avranno ora due anni per dare attuazione ai testi legislativi adottati oggi. La Commissione europea presenterà presto un piano di attuazione comune per fornire assistenza agli Stati membri in questo processo. I regolamenti sulla procedura di asilo, regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, sulla base dati Eurodac, sullo “Screening” e sulle situazioni di crisi erano tutti stati proposti dalla Commissione come componenti del nuovo Patto su migrazione e asilo, il 23 settembre 2020. La direttiva sulle condizioni di accoglienza, il regolamento sulle qualifiche e il regolamento sul quadro Ue per il reinsediamento erano invece stati proposti in precedenza, nel 2016, e sono poi stati inseriti nel pacchetto. L’accordo globale tra la presidenza di turno del Consiglio Ue e il Parlamento europeo sul pacchetto immigrazione e asilo è stato raggiunto il 20 dicembre 2023. I dettagli dei testi sono stati poi ulteriormente perfezionati tra il gennaio e l’inizio di febbraio 2024. La plenaria del Parlamento europeo aveva infine adottato il Patto votando tutti e 10 i testi legislativi il 10 aprile 2024. Loc

La Georgia ha approvato la contestata legge sugli “agenti stranieri”

La Georgia ha approvato la contestata legge sugli “agenti stranieri”Roma, 14 mag. (askanews) – Il Parlamento della Georgia ha adottato oggi la contestata legge sugli agenti stranieri. La legge prevede che Ong e media indipendenti che ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti da donatori stranieri dovranno registrarsi come organizzazioni “portatrici di interessi di una potenza straniera”. Il parlamento della Georgia ha adottato il ddl sugli agenti stranieri con una maggioranza di voti nella terza e ultima lettura durante la riunione plenaria di questa mattina, ha annunciato oggi Shalva Papuashvili, portavoce del Parlamento. “Ottantaquattro a favore, trenta contro. La legge è stata adottata in terza lettura”, ha detto Papuashvili.


La legge sugli “agenti stranieri” ha scatenato settimane di proteste di massa nelle piazze. I critici del partito di governo “Sogno georgiano” sostengono che la legge – che chiamano “legge Russia” – potrebbe essere usata per minacciare le libertà civili. Migliaia di persone si sono radunate anche oggi vicino all’edificio del parlamento contro l’approvazione della legge. L’adozione della legge sugli agenti stranieri da parte della Georgia sarà un ostacolo nel suo percorso verso l’adesione all’Unione europea, ma le conseguenze specifiche saranno discusse dopo l’approvazione, ha detto oggi il portavoce della politica estera dell’Ue, Peter Stano.