Il direttore della Cia è in Israele per incontrare l’intelligence di tutta l’areaRoma, 6 nov. (askanews) – Il direttore dell’Cia William J. Burns è arrivato in Israele domenica per colloqui con i funzionari dell’intelligence israeliana e di tutta la regione. Lo riferisce il Washington Post citando un funzionario statunitense informato del dossier secondo cui il viaggio di Burns è una mossa mirata a rafforzare la politica di diplomazia del segretario di Stato Antony Blinken.
Burns è atterrato mentre Blinken domenica incontrava il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen a Ramallah, in Cisgiordania. Entrambi i funzionari statunitensi sono nella regione per dissuadere altri Paesi o gruppi armati dall’allargare il conflitto, secondo due fonti anonime.
Le agenzie ONU chiedono un cessate il fuoco immediato in Medio OrienteRoma, 6 nov. (askanews) – I capi delle principali agenzie delle Nazioni Unite hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui chiedono un “immediato cessate il fuoco umanitario”, affermando che “quando è troppo è troppo. Per quasi un mese, il mondo ha assistito all’evolversi della situazione in Israele e nei Territori palestinesi occupati con sgomento e orrore per il numero vertiginoso di vite umane perse e spezzate”, si afferma del documento.
I capi di organizzazioni come l’UNICEF, l’OMS e il Programma Alimentare Mondiale, oltre a organizzazioni benefiche come Save the Children, hanno deplorato la “terribile” perdita di vite umane da entrambe le parti e chiesto il rilascio incondizionato degli ostaggi presi da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre. “Tuttavia – prosegue la dichiarazione – l’orribile uccisione di un numero ancora maggiore di civili a Gaza è un oltraggio, così come l’esclusione di 2,2 milioni di palestinesi da cibo, acqua, medicine, elettricità e carburante”.
La dichiarazione aggiunge che 88 persone che lavorano per l’UNRWA, l’agenzia che si occupa dei rifugiati palestinesi, sono state uccise dal 7 ottobre, il più alto numero di vittime delle Nazioni Unite “mai registrato in un singolo conflitto”.
Blinken in Turchia, ultima tappa in M.O.Roma, 6 nov. (askanews) – Il Segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in Turchia poco dopo la mezzanotte di lunedì ora locale, la sua ultima tappa nella regione prima di dirigersi in Asia.
Questa mattina Blinken dovrebbe incontrare i funzionari turchi per discutere della guerra tra Israele e Hamas. Ieri Blinken in una visita non annunciata a Baghdad ha incontrato il primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani per più di un’ora, un incontro “produttivo”, come è emerso alla fine del vertice.
L’incontro è avvenuto dopo la visita in Israele di venerdì e l’incontro con i principali leader arabi di sabato in Giordania. Sempre domenica, a Ramallah, il Segretario di Stato USA ha anche incontrato il presidente dell’Autorità Palestinese: i due hanno discusso dell’escalation di violenza dei coloni in Cisgiordania.
In Medio Oriente gli USA schierano un sottomarino nucleareRoma, 6 nov. (askanews) – Lo United States Central Command (CENTCOM), il Comando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti, ha annunciato con un breve messaggio sui social che “il 5 novembre 2023 un sommergibile classe Ohio è arrivato nell’area di responsabilità del Comando Centrale degli Stati Uniti” in Medio Oriente. Si tratta di un sottomarino lanciamissili balistici a propulsione nucleare.
Un’immagine pubblicata con l’annuncio del CENTCOM sembrava mostrare il sottomarino nel Canale di Suez, a nord-est del Cairo. Il sottomarino si aggiunge a due portaerei USA già presenti di fronte a Israele (la USS Gerald R. Ford e la USS Dwight D. Eisenhower), con al seguito un “gruppo d’assalto” formato da vari incrociatori lanciamissili e cacciatorpedinieri.
Usa,Trump avanti in 5 stati critici, secondo sondaggio NyTimes/SienaRoma, 5 nov. (askanews) – Il presidente Biden è dietro a Donald J. Trump in cinque dei sei più importanti stati ‘in bilico’ a solo un anno dalle elezioni presidenziali del 2024. Biden sta pagando lo scotto di enormi dubbi sulla sua età e di una profonda insoddisfazione per la sua gestione dell’economia e per una miriade di altre questioni. E’ quanto emerge da un nuovo sondaggio condotto dal New York Times e dal Siena College.
Secondo il sondaggio Biden perde contro Trump, il suo più probabile rivale repubblicano, con un margine compreso tra tre e dieci punti percentuali tra gli elettori registrati in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada e Pennsylvania. Secondo il sondaggio, Biden è avanti solo in Wisconsin, di due punti percentuali. Il malcontento è ben visibile in tutto il sondaggio del Times/Siena, con la maggioranza degli elettori che afferma che le politiche di Biden li hanno danneggiati personalmente. L’indagine rivela anche – scrive il New York Times – fino a che punto la coalizione multirazziale e multigenerazionale che ha eletto Biden si stia logorando. I gruppi demografici che hanno sostenuto Biden con margini schiaccianti nel 2020 sono ora molto più duramente contestati, poiché due terzi dell’elettorato vedono il Paese muoversi nella direzione sbagliata.
Gli elettori sotto i 30 anni favoriscono Biden solo di un punto percentuale, il suo vantaggio tra gli elettori ispanici è ridotto a una sola cifra e il suo vantaggio nelle aree urbane è la metà del vantaggio di Trump nelle regioni rurali. E mentre le donne continuavano a favorire Biden, gli uomini preferiscono Trump con un margine due volte più ampio, invertendo il vantaggio di genere che aveva alimentato così tante conquiste democratiche negli ultimi anni. Gli elettori neri – a lungo un baluardo per i democratici e per Biden – stanno ora registrando in questi stati il 22% di sostegno per Trump, un livello mai visto nella politica presidenziale per un repubblicano nei tempi moderni.
Sommando tutti gli elementi insieme, Trump è in vantaggio di 10 punti in Nevada, di sei in Georgia, di cinque in Arizona, di cinque in Michigan e di quattro in Pennsylvania. Biden ha un vantaggio di 2 punti in Wisconsin. Secondo il sondaggio, Biden e Trump sono entrambi profondamente – e allo stesso modo – impopolari. Ma gli elettori che a stragrande maggioranza hanno affermato che la nazione era sulla strada sbagliata stanno sfogando le loro frustrazioni sul presidente.
Ecatombe a Gaza, il bilancio aggiornatoRoma, 5 nov. (askanews) – Il bilancio delle vittime a Gaza dal 7 ottobre scorso è salito a 9.770 palestinesi uccisi, tra cui 4.800 bambini. Lo ha riferito il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Da parte sua, il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania ha reso noto che dal giorno dell’escalation militare sono stati uccisi in questa regione 152 palestinesi. Altri 2.100 sono rimasti feriti. Il ministero della Sanità di Gaza ha lanciato un appello all’Egitto affinché consenta alle ambulanze egiziane di entrare nella Striscia di Gaza per curare i feriti, utilizzando il valico di Rafah. La settimana scorsa un numero limitato di persone era stato autorizzato a lasciare Gaza per recarsi negli ospedali in Egitto.
Oms: documentati 102 attacchi a strutture sanitarie di GazaRoma, 5 nov. (askanews) – L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) in Palestina ha pubblicato un bollettino aggiornato in cui afferma di avere documentato 102 attacchi contro strutture sanitarie nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. In un post sui social media si legge che “dal 7 ottobre, l’OMS ha documentato 102 attacchi all’assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza”. “Gli attacchi hanno provocato 504 vittime, 459 feriti, danni a 39 strutture e hanno colpito 31 ambulanze”, si aggiunge.
“Oltre la metà degli attacchi a strutture sanitarie e più della metà degli ospedali danneggiati hanno avuto luogo a Gaza City. L’assistenza sanitaria non è un obiettivo. L’OMS chiede la protezione attiva dei civili e dell’assistenza sanitaria”, ha sottolineato l’Oms.
Raid di Israele sul campo profughi Al-Maghazi, un’altra strageRoma, 5 nov. (askanews) – Decine di persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite in un’esplosione avvenuta nella tarda serata di ieri al campo profughi di Al-Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza, secondo un funzionario di un vicino ospedale. Il dottor Khalil Al-Daqran, responsabile dell’assistenza infermieristica presso l’ospedale dei martiri di Al-Aqsa a Deir Al-Balah, ha detto alla Cnn di aver visto almeno 33 corpi provenienti da quello che secondo lui sarebbe stato un attacco aereo israeliano.
“Una delle case del campo è stata colpita. Questa casa era affollata di persone. I suoi residenti sono stati bombardati mentre erano al sicuro nelle loro case”, ha detto il dottor Al-Daqran. Il dottor Al-Daqran ha detto che molte delle vittime sono donne e bambini e che il bilancio dei morti potrebbe aumentare nelle prossime ore. Un video girato all’ospedale dei martiri di Al-Aqsa, intanto, ha mostrato diversi cadaveri stesi sotto un telone bianco, tra cui quelli di cinque bambini.
Al-Daqran ha detto che l’ospedale non è attrezzato per accogliere l’elevato numero di pazienti provenienti dal sito bombardato ed ha spiegato che la carenza di carburante e rifornimenti ha reso impossibile curare adeguatamente i feriti. “Il numero di persone all’interno dell’ospedale che necessitano di cure è più del doppio del numero di letti disponibili”, ha commentato.
Sospeso un ministro in Israele che ha parlato di opzione bomba atomica su GazaRoma, 5 nov. (askanews) – Il presidente d’Israele, Benjamin Netanyahu, ha sospeso dalle riunioni del gabinetto di governo, a tempo indeterminato, il ministro Amichai Eliyahu, che in una intervista aveva definito “un’opzione” l’utilizzo della bomba atomica su Gaza. Il ministro, che appartiene al partito di estrema destra Otzma Yehudit si è giustificato dicendo di aver voluto far uso di “una metafora”. La decisione nei suoi confronti è stata resa nota dall’ufficio del premier. (Foto da social media).
Riad: da Amman i Paesi arabi chiedono il cessate il fuoco a GazaRoma, 4 nov. (askanews) – Il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, il Faisal bin Farhan, “ha partecipato alla riunione di coordinamento arabo tenutasi in Giordania, per coordinare gli sforzi per raggiungere la cessazione della guerra israeliana contro Gaza e il disastro umanitario che ne deriva”, si legge in un comunicato diffuso in occasione dell’incontro dei capi delle diplomazie di cinque Paesi arabi, riuniti ad Amman per coordinare i loro sforzi per mettere fine alla guerra tra Israele ed Hamas e alla conseguente crisi umanitaria.
“Il ministro degli Esteri, sua altezza principe Faisal bin Farhan, ha partecipato alla riunione di coordinamento arabo tenutasi in Giordania, per coordinare gli sforzi per raggiungere la cessazione della guerra israeliana contro Gaza e il disastro umanitario che ne deriva”, si legge nel comunicato. All’incontro hanno partecipato anche i ministri degli Esteri di Giordania, Egitto, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Autorità Palestinese, ha dichiarato il ministero egiziano.
I diplomatici hanno ribadito la loro posizione sulle ostilità a Gaza al segretario di stato americano Antony Blinken, arrivato in Giordania venerdì dopo un incontro con funzionari israeliani. “L’incontro è servito a discutere i pericolosi sviluppi a Gaza, il ruolo urgente della comunità internazionale nell’assumersi le proprie responsabilità per fermare le operazioni militari, lo spargimento di sangue di civili disarmati e trovare una soluzione giusta e globale per il popolo palestinese”, ha aggiunto il ministero saudita.
Il 7 ottobre, il movimento palestinese Hamas ha lanciato un attacco a sorpresa contro Israele dalla Striscia di Gaza, uccidendo e sequestrando persone nelle comunità israeliane vicine. Israele ha risposto con attacchi missilistici e con il blocco totale della Striscia di Gaza, dove vivono più di 2,3 milioni di persone. Il 27 ottobre, Israele ha lanciato un’incursione di terra su larga scala a Gaza per eliminare Hamas e salvare gli ostaggi. L’escalation del conflitto ha provocato la morte di circa 1.400 persone in Israele e di oltre 9mila nella Striscia di Gaza.