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Gli astronomi assistono alla nascita di un ammasso di galassie

Gli astronomi assistono alla nascita di un ammasso di galassie


Gli astronomi assistono alla nascita di un ammasso di galassie – askanews.it



Gli astronomi assistono alla nascita di un ammasso di galassie – askanews.it



















Roma, 29 mar. (askanews) – Un team di astronomi guidato dal ricercatore Luca Di Mascolo dell’Università degli Studi di Trieste ha osservato per la prima volta le fasi iniziali di formazione di un ammasso di galassie.

Gli ammassi di galassie sono le strutture cosmiche gravitazionalmente legate più grandi dell’Universo e, come suggerisce il nome, contengono fino a diverse migliaia di galassie, oltre che materia oscura e un alone diffuso di gas caldo, il cosiddetto “Intracluster medium” (ICM). Si tratta di un gas che di fatto ha una massa che supera notevolmente quella delle galassie stesse e ne permea lo spazio tra l’una e l’altra. Lo studio, pubblicato su Nature, ha investigato il protoammasso associato alla galassia Spiderweb, così chiamata perché ricorda un gigantesco ragno cosmico intento a divorare galassie più piccole come mosche catturate in una ragnatela. Spiderweb – spiegano UniTs e Inaf – è destinato a diventare una delle più grandi strutture dell’Universo ed è posto a una distanza che corrisponde a quando l’Universo stesso era 10 miliardi di anni più giovane di adesso. In particolare l’analisi di Luca Di Mascolo ha rivelato, per la prima volta, la grande quantità di gas caldo dell’ICM nella fase “gestazionale” degli oggetti più grandi del cosmo a così grandi distanze.

Lo studio ha osservato il gas nel protoammasso di galassie Spiderweb attraverso il cosiddetto effetto Sunyaev-Zeldovich (SZ) termico. Questo effetto si verifica quando la luce del fondo cosmico a microonde (la radiazione fossile prodotta dal Big Bang) attraversa il gas stesso. Quando questa luce interagisce con gli elettroni in rapido movimento nel gas caldo, il suo colore, o lunghezza d’onda, cambia leggermente. “Alle giuste frequenze, l’effetto SZ da un ammasso di galassie appare come un’ombra sul fondo cosmico a microonde”, spiega Di Mascolo. Misurando queste ombre gli astronomi possono quindi dedurre l’esistenza del gas caldo, stimarne la massa e la pressione e mapparne la struttura. “Grazie alla sua impareggiabile risoluzione e sensibilità, ALMA è l’unico telescopio attualmente in grado di eseguire una misura di questo tipo “, spiega ancora Di Mascolo. ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) è un telescopio modernissimo per studiare l’Universo alle lunghezze d’onda millimetriche collocato sull’altopiano di Chajnantor nelle Ande cilene e gestito dall’ESO (European Southern Observatory, di cui l’Italia è uno stato membro) in collaborazione con i suoi partner internazionali. ALMA è composto da 66 antenne di alta precisione, disseminate a distanze che raggiungono i 16 chilometri e consente la raccolta di dati fondamentali per scoprire i meccanismi che regolano il cosmo.

“Questo studio, uno dei risultati principali ottenuti dal progetto ERC a cui stiamo lavorando, ci permette di capire l’ambiente in cui il protoammasso si sta formando. In un certo senso stiamo osservando il nido della Spiderweb galaxy”, spiega Alex Saro, il ricercatore che ha ideato, proposto e gestito le osservazioni del protoammasso Spiderweb eseguite da ALMA. Tony Mroczkowski, coautore del lavoro e ricercatore dell’ESO, spiega che “Il fenomeno osservato presenta enormi contrasti. Il gas caldo distruggerà gran parte di quello freddo durante l’evoluzione del sistema: stiamo assistendo a una delicata transizione. Questo studio fornisce una conferma osservativa delle previsioni teoriche di lunga data sulla formazione degli oggetti legati gravitazionalmente più grandi dell’Universo”. “Lo studio pubblicato su Nature dimostra come combinando sofisticati metodi di analisi dei dati ricavati dai telescopi più avanzati e le simulazioni ottenute con il calcolo ad alte prestazioni si possano aprire nuove vie alla comprensione della formazione delle strutture cosmiche”, afferma Stefano Borgani che, assieme ad Alex Saro (entrambi Università di Trieste e INAF) ed Elena Rasia (INAF-Trieste), ha svolto le simulazioni numeriche all’interno dello studio.

Spazio, “Spei Satelles”: in orbita messaggio di speranza del Papa

Spazio, “Spei Satelles”: in orbita messaggio di speranza del Papa


Spazio, “Spei Satelles”: in orbita messaggio di speranza del Papa – askanews.it



Spazio, “Spei Satelles”: in orbita messaggio di speranza del Papa – askanews.it



















Roma, 27 mar. (askanews) – La missione “Spei Satelles” porterà nello spazio, racchiuso in un nanobook in silicio, il messaggio di speranza lanciato da Papa Francesco in piena pandemia. Il 10 giugno 2023 dalla base di lancio di Vandemberg in California, a bordo di un razzo Falcon 9 un CubeSat costruito dal Politecnico di Torino ed operato dall’Agenzia Spaziale Italiana, entrerà in orbita per portare un messaggio di speranza e pace custodito in un nanobook realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.

L’iniziativa, promossa dal Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, si ricollega al messaggio del Papa il 27 di marzo del 2020 con la Statio Orbis in Piazza S. Pietro. Quella preghiera è divenuta una icona di speranza che continua il suo viaggio e che continua a chiamare all’azione gli abitanti del pianeta. Per significare questo impegno comune, camminando insieme al Papa, chi lo desidera potrà partecipare al viaggio di “Spei Satelles” e farsi portatore di speranza e pace iscrivendo il proprio nome sul sito www.speisatelles.org. Mercoledì 29 maggio al termine dell’Udienza Generale il Santo Padre benedirà il satellite e il nanobook prima del suo trasferimento per le ultime verifiche tecniche prima del lancio. In piena pandemia, il 27 di marzo del 2020 Papa Francesco, da solo, sotto la pioggia, nel buio di quella sera, sale in piazza San Pietro per pregare con e per tutta l’umanità flagellata dal Covid, poi, entrando nel Tempio, prega e benedice tutto il Popolo di Dio, ovunque disperso, ma radunato nella speranza ed in preghiera col cuore in quella piazza. È la Statio Orbis. A partire da quel giorno sono nate – per iniziativa del Dicastero per la Comunicazione, guidato dal Prefetto Paolo Ruffini e dal Segretario mons. Lucio Adrian Ruiz – diverse iniziative affinché questo evento non venisse dimenticato.

Nel 2021 la pubblicazione del libro “Perché avete paura? non avete ancora fede”, ha racchiuso le parole e le immagini più importanti di quell’evento, significando la tenerezza e la benedizione che il Santo Padre aveva voluto far arrivare a tutta l’umanità in un momento di difficoltà esistenziale. Poi – nel 2022 – il libro, in una edizione “mini” (10 x 8 cm) è stato depositato allo Svalbard Seed Volt nell’isola norvegese di Spitsbergen, inscritto come “seme di speranza”. E questo evento ha, a sua volta, segnato l’inizio di un progetto più grande, portato avanti con l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, che ha come obiettivo istituire il 27 di marzo come Giornata Mondiale della Speranza. Nel terzo anniversario della Statio Orbis e nel decimo anniversario del Pontificato, il Dicastero per la Comunicazione, ha lavorato con soggetti tra loro molto diversi per lanciare, insieme, un rinnovato segno di speranza; a partire da quel primo seme. É nato così un progetto, coordinato dal Segretario del Dicastero, Monsignor Lucio Adrian Ruiz, che ha coinvolto, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Il Politecnico di Torino, l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, l’Istituto Universitario Salesiano Venezia – IUSVE e l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino: la missione spaziale “Spei Satelles”.

Il libro del Papa, “Perché avete paura? non avete ancora fede”, che porta il messaggio della Statio Orbis, è diventato, grazie al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed in particolare all’attività dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie coordinata dal dott. Andrea Notargiacomo, un “nanobook” (una lastra di silicio, di 2x2x0,2 mm), in cui è stato inciso il libro ad alta miniaturizzazione per mezzo di tecnologie di micro e nanofabbricazione. Per mettere in orbita, come segno e profezia di speranza, questo micro-manufatto, l’Agenzia Spaziale Italiana ed il Politecnico di Torino hanno lavorato poi in stretta sinergia. I giovani dell’Ateneo torinese, guidati dalla prof. sa Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito a tempo di record un CubeSat 3U SpeiSat che potesse ospitare e custodire il nanobook e l’ASI ha reso possibile il suo lancio e la messa in orbita bassa terrestre (Low Earth Orbit-LEO) ad un’altitudine di circa 525 Km. Il logo della missione spaziale è stato realizzato nell’ambito di un progetto didattico dagli studenti dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia IUSVE guidati da Marco Sanavio. Il lancio è previso per il 10 di giugno del 2023 dalla base di Vandenberg (VSFB) in California. Il CubeSat viaggerà a bordo di un razzo Falcon 9, il vettore in due stadi parzialmente riutilizzabile di SpaceX e sarà ospitato sulla piattaforma ION SCV-011ION, il carrier satellitare sviluppato, realizzato e gestito dall’azienda italiana D-Orbit, che effettua servizi di lancio e rilascio in orbita. Il satellite è anche dotato, oltre che della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche di un trasmettitore radio. Per il tempo di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi desunte dal Magistero Pontificio che hanno a tema la speranza e la pace. I messaggi sono in italiano, inglese e spagnolo.

La missione è stata pensata anche per attivare coloro che si lasceranno coinvolgere. Attraverso il sito www.speisatelles.org non solo è possibile seguire l’evolvere della missione, ma anche iscrivere il proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita. Per ottenere un virtuale boarding pass verrà chiesto di impegnarsi a fare un’opera di misericordia in favore della pace e la speranza. Ciascuno così può diventare seme di speranza concreto nel suo ambiente di vita.

Costellazione Iride, Thales Alenia Space fornirà i primi satelliti

Costellazione Iride, Thales Alenia Space fornirà i primi satelliti


Costellazione Iride, Thales Alenia Space fornirà i primi satelliti – askanews.it



Costellazione Iride, Thales Alenia Space fornirà i primi satelliti – askanews.it



















Roma, 27 mar. (askanews) – Thales Alenia Space, JV tra Thales 67% e Leonardo 33%, ha firmato con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) un contratto per la fornitura di un primo gruppo di 6 satelliti di piccole dimensioni basati su tecnologia SAR (Synthetic Aperture Radar) e un contratto per la fornitura di un satellite basato su tecnologia ottica della Costellazione italiana di Osservazione della terra Iride.

Il contratto relativo ai 6 satelliti SAR – informa TAS – ha un valore di 112 milioni di Euro. Il contratto include un’opzione per un secondo gruppo di 4 Satelliti aggiuntivi, pari a un valore di 75 milioni di Euro. Il valore del contratto per il satellite ottico è di 30 milioni di euro, con un’opzione anche in questo caso di un satellite addizionale del valore di 19 milioni di Euro. Entrambi i gruppi di satelliti utilizzano la piattaforma innovativa e modulare NIMBUS (New Italian Micro Bus) di circa 170 KG. NIMBUS è un prodotto di Thales Alenia Space ad elevate prestazioni, realizzato in tempi rapidi per costellazioni ad alta rivisita ed elevata capacità produttiva. Iride è un progetto nato su iniziativa del Governo italiano grazie alle risorse del Pnrr che sarà completato entro il 2026 sotto la gestione dell’ESA in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Si tratta di una costellazione ibrida composta da satelliti di classe diversa con sensori per l’osservazione della terra dedicati; un sistema end-to-end costituito da un insieme di sotto-costellazioni di satelliti in orbita bassa (Low Earth Orbit), dalla infrastruttura operativa a terra (Downstream e dai servizi destinati alla Pubblica Amministrazione italiana.

“Un ringraziamento particolare va all’Agenzia Spaziale Europea e all’Agenzia Spaziale Italiana per aver creduto ancora una volta nelle competenze e nell’esperienza di Thales Alenia Space – ha dichiarato Massimo Claudio Comparini, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia – La partecipazione ai maggiori programmi di Osservazione della Terra ci ha portato ad essere protagonisti di questo nuovo e ambizioso progetto che vede la realizzazione di una costellazione unica nel suo genere, innovativa e tutta italiana. Siamo davvero lieti di partecipare, insieme alla filiera del mondo spaziale, ad una nuova sfida al servizio delle esigenze del paese che certamente aprirà la strada all’ulteriore sviluppo delle nostre capacità e del paese nella concezione e produzione di satelliti anche nell’interessante segmento dei satelliti di piccole dimensioni al servizio dello sviluppo della economia spaziale”. “L’Agenzia Spaziale Europea è lieta della firma di questo contratto – ha dichiarato Simonetta Cheli, direttore dei programmi d’Osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea e capo del centro ESRIN di Frascati -. Il governo italiano ci ha affidato il compito di realizzare questo programma particolarmente sfidante ed innovativo e con la firma di questo contratto, che si aggiunge a quelli firmati nelle settimane scorse, siamo prossimi alla definizione completa della costellazione IRIDE ed in linea con la tabella di marcia che vedrà l’ESA raggiungere la prima milestone del programma, prevista per fine marzo. Traguardo importantissimo, visto che il programma è finanziato in larga parte dai fondi PNRR. Congratulazioni al team di Thales Alenia Space per questo importante contributo al sistema IRIDE. Siamo convinti più che mai che il sistema IRIDE, integrando gli asset nazionali ed europei, renderà l’Italia ancora più competitiva nel settore dell’osservazione della Terra”.

Basata su una serie di strumenti e tecnologie di rilevamento differenti, la costellazione IRIDE spazierà dall’imaging a microonde con sensori radar a quello ottico a varie risoluzioni spaziali e in diverse gamme di frequenza, divenendo così un programma spaziale di avanguardia nella Osservazione della Terra. Thales Alenia Space contribuirà alla realizzazione di questa innovativa costellazione con satelliti innovativi e con sofisticati modi operativi che garantiranno un elevato tempo di rivisita fornendo dati integrabili sia con quelli di infrastrutture già esistenti che in dispiegamento futuro quali COSMO-SkyMed di seconda generazione e Prisma, così come dai programmi europei quali Copernicus, per l’osservazione e la tutela della Terra. Thales Alenia Space, come ulteriore contributo alla costellazione, fornirà anche un satellite ottico, più un eventuale satellite aggiuntivo, con prestazioni adeguate alle necessità della costellazione. Anch’essi saranno basati sulla piattaforma NIMBUS e payload ottico realizzato dalle aziende italiane Media Lario e TDS, specializzate nella realizzazione di strumenti ed elettronica per lo Spazio.

I satelliti di responsabilità di Thales Alenia Space saranno realizzati in Italia grazie al contributo dell’intera filiera delle PMI del settore spaziale e forniranno dati preziosi non solo ai ricercatori che studiano l’evoluzione delle condizioni ambientali del nostro paese ma anche alla Protezione Civile e ad altre Amministrazioni pubbliche per garantire la tutela delle coste, il monitoraggio delle infrastrutture critiche, la qualità dell’aria e le condizioni meteorologiche i dati forniti da Iride saranno preziosi. Tali dati saranno anche in grado di garantire lo sviluppo di applicazioni commerciali da parte di startup, piccole e medie imprese e industrie del settore geospaziale.

Einstein Telescope, eletti vertici della collaborazione scientifica

Einstein Telescope, eletti vertici della collaborazione scientifica


Einstein Telescope, eletti vertici della collaborazione scientifica – askanews.it



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Roma, 24 mar. (askanews) – Saranno Michele Punturo, ricercatore INFN della sezione di Perugia, e Harald Lück, ricercatore dell’Università leibniz di Hannover e della Società Max Plank Planck, a ricoprire rispettivamente gli incarichi di coordinatore e di vicecoordinatore della collaborazione scientifica Einstein Telescope.

A darne l’annuncio ieri, giovedì 23 marzo, la stessa collaborazione ET, che riunisce università e istituti di ricerca, tra cui l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN, coinvolti nella progettazione e realizzazione di un interferometro gravitazionale europeo di terza generazione, progetto inserito nella Roadmap 2021 di ESFRI European Strategy Forum on Research Infrastructure, il forum strategico europeo che seleziona le grandi infrastrutture di ricerca su cui investire a livello europeo. Le due nomine confermano le scelte già effettuate nel giugno dello scorso anno dalla collaborazione scientifica internazionale ET, che, contestualmente alla sua nascita, aveva affidato a Michele Punturo e Harald Lück il coordinamento delle attività scientifiche.

Tra i principali compiti che vedranno impegnati nel breve periodo i due portavoce, – informa l’INFN – quelli legati all’organizzazione dei gruppi di lavoro della collaborazione che saranno impegnati in attività di ricerca e sviluppo in diversi ambiti, dallo studio delle tecnologie necessarie a ET, all’infrastruttura di calcolo, dalla scienza osservativa alla caratterizzazione dei siti candidati a ospitare l’osservatorio. “Siamo onorati di essere stati eletti alla guida della collaborazione”, commentano Michele Punturo e Harald Lück, “La nostra conferma crediamo testimoni l’importanza del lavoro finora svolto da tutta la comunità di Einstein Telescope e fungerà sicuramente da stimolo per intensificare gli sforzi per la realizzazione di Einstein Telescope, che rappresenta una importante opportunità per tutta l’Europa”.

“Grazie al suo design e alle sue tecnologie innovative, ET consentirà infatti di ampliare il numero dei segnali gravitazionali osservabili e di migliorare, congiuntamente alle osservazioni di altri messaggeri astrofisici, la comprensione dei fenomeni e delle sorgenti responsabili della loro emissione, facendo della nuova infrastruttura un centro di riferimento a livello mondiale per la ricerca scientifica e tecnologica in questo promettente settore della fisica fondamentale”, aggiungono Punturo e Lück. Michele Punturo è dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, ha iniziato la sua carriera al CERN, occupandosi di misure dedicate alla verifica della violazione della simmetria CP. Nel 1994 entra a far parte della collaborazione Virgo, contribuendo alla costruzione del primo interferometro gravitazionale europeo. Negli anni successivi ha ricoperto ruoli di responsabilità e coordinamento delle attività legate alle campagne di raccolta dati e aggiornamento di Virgo.

Contestualmente, a livello europeo, è stato tra i primi promotori delle iniziative volte alla progettazione e realizzazione di un interferometro gravitazionale europeo di terza generazione, confluite in seguito nell’Einstein Telescope, nell’ambito del quale è stato coordinatore delle commissioni e dei gruppi di lavoro responsabili dell’elaborazione del progetto e della sottomissione della proposta per la sua realizzazione presso la Commissione Europea prima e il Forum europeo per le infrastrutture di ricerca di interesse strategico (ESFRI) poi. Harald Lück è Ricercatore dell’istituto per la fisica gravitazionale del Max Plank Planck di Hannover (Albert Einstein Institute), nel periodo 1993-1997, ha contribuito alla progettazione, guidando le attività di realizzazione e in seguito di presa dati, dell’interferometro gravitazionale tedesco GEO600, situato nei pressi di Hannover. A partire dal 2004, insieme a Michele Punturo, ha coordinato il lavoro per lo sviluppo dell’iniziale proposta di un osservatorio gravitazionale di terza generazione e per la sottomissione, nel 2007, del progetto ET presso la Commissione Europea. Negli anni successivi è stato co-responsabile delle attività svolte nell’ambito del progetto e, nel 2021, ha partecipato alla creazione della collaborazione ET.

Spazio, l’Europa si doti di capacità di volo umano indipendente

Spazio, l’Europa si doti di capacità di volo umano indipendente


Spazio, l’Europa si doti di capacità di volo umano indipendente – askanews.it



Spazio, l’Europa si doti di capacità di volo umano indipendente – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – “Siamo coraggiosi, mettiamo l’Europa in prima linea nell’esplorazione spaziale! Se non lo facciamo, resteremo indietro e diventeremo dipendenti da altri”. Così l’ex Segretario Generale della NATO ed ex primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen presentando alla 315° sessione del Consiglio dell’Esa, che si è svolta a Parigi, il rapporto “Revolution Space: Europe’s Mission for Space Exploration” messo a punto da un gruppo indipendente di 12 consulenti – HLAG (High Level Advisory Group) – di cui fanno parte oltre allo stesso Rasmussen anche due italiane: l’ex Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini e Mariana Mazzucato, Professoressa alla University College London, Direttrice dell’Institute for Innovation and Public Purpose e autrice di Mission Economy.

HLAG – costituito nell’estate del 2022 su richiesta del Consiglio dell’Esa – è stato incaricato di fornire una valutazione indipendente e obiettiva sulla rilevanza geopolitica, economica e sociale che l’esplorazione spaziale umana e robotica rappresenta per l’Europa. Nel Report – informa l’Agenzia spaziale europea – il gruppo sostiene che l’esplorazione umana dello spazio sta subendo una rivoluzione; questa è un’occasione che l’Europa non può permettersi di perdere. “I Paesi e i territori che non si assicurano un accesso indipendente allo spazio e un suo uso autonomo – si legge nel report – diventeranno dipendenti a livello strategico, e a livello economico verranno privati di una parte importante di questa filiera. L’obiettivo dell’Europa sarà quello di acquisire un terzo di questo mercato futuro”.

Nel rapporto si osserva che l’Europa non ha una capacità di lancio umano indipendente, perciò, per inviare esseri umani nello spazio, si affida a partner non europei; ciò minaccia il suo futuro come attore credibile sulla scena economica e geopolitica globale. Per questo motivo, il gruppo di consulenti insiste sul fatto che l’Europa debba aumentare in modo significativo i suoi investimenti nell’esplorazione umana e sviluppare proprie capacità di trasporto sui voli spaziali umani al fine di garantire e promuovere i benefici di un’economia spaziale in forte espansione. Il rapporto riguarda l’esplorazione umana e robotica, entrambe essenziali per una strategia di esplorazione. Allo stesso tempo, evidenzia la crescita esponenziale del valore totale dello spazio globale e sostiene che “il costo dell’inazione supererebbe di gran lunga l’investimento necessario per rendere l’Europa un attore spaziale forte e indipendente”. Il rapporto suggerisce che maggiori investimenti nell’esplorazione spaziale contribuirebbero ad attrarre i migliori talenti, a mantenere l’eccellenza e a unire l’Europa attraverso una grande visione. Sostiene inoltre che una maggiore autonomia in questo settore renderebbe l’Europa un partner più forte e interessante per la cooperazione internazionale. Infine il gruppo consultivo sottolinea che l’Europa dovrà adottare un nuovo modello di approvvigionamento per sfruttare al meglio questa rivoluzione spaziale, che consenta all’industria di innovare e prosperare riducendo i costi.

Il Direttore Generale dell’ESA, Josef Aschbacher, ha accolto con favore il rapporto indipendente e la sfida che propone: “L’Europa è un leader tecnologico in molti settori, dai trasporti via terra alla produzione di energia pulita, dalla fabbricazione di chip all’economia circolare. Siamo leader anche nel settore spaziale, eccezion fatta per il volo spaziale umano, per il quale ci siamo affidati a partner internazionali. Non dobbiamo lasciare che l’accesso allo spazio sfugga alla competenza e alla leadership europea. Il rapporto Revolution Space è un campanello d’allarme per i leader europei affinché agiscano ora e non perdano questa opportunità. L’ESA ha competenza e ambizione. Insieme al nostro settore innovativo, l’ESA può farcela”. Il Consiglio dell’ESA ha costituito un gruppo di lavoro per esaminare le raccomandazioni del rapporto Revolution Space e preparare il prossimo Space Summit, che si terrà a Siviglia, in Spagna, il 6 novembre 2023.

Ricerca e Soccorso: Vietnam sceglie tecnologia Thales Alenia Space

Ricerca e Soccorso: Vietnam sceglie tecnologia Thales Alenia Space


Ricerca e Soccorso: Vietnam sceglie tecnologia Thales Alenia Space – askanews.it



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Roma, 21 mar. (askanews) – Thales Alenia Space, una joint venture Thales (67%) e Leonardo (33%), insieme a VIETTEL e MKE, sono stati selezionati da VINAMARINE per fornire al Vietnam una stazione di terra MEOLUT Next che opererà nell’ambito del network di ricerca e soccorso (SAR) MEOSAR – MEdium Orbit Search And Rescue – di COSPAS-SARSAT.

La soluzione consentirà di rilevare e localizzare immediatamente i segnali di soccorso provenienti dai radiofari COSPAS-SARSAT a terra, in aria e in mare su un raggio di 2.500 km con centro intorno a Hai Phong, utilizzando principalmente il sistema di posizionamento satellitare Galileo. Il prodotto innovativo MEOLUT Next di Thales Alenia Space, che utilizza un’antenna phased array, offrirà al Vietnam prestazioni senza eguali. Laddove i sistemi MEOLUT convenzionali si basano su sei grandi antenne paraboliche che coprono ciascuna un’area grande quanto un campo da calcio e sono quindi in grado di ricevere simultaneamente solo i segnali di sei satelliti (uno per antenna), la soluzione MEOLUT Next, – informa TAS – con le sue antenne compatte che occupano meno di sei metri quadrati, traccia fino a 30 satelliti, migliorando significativamente il rilevamento dei segnali di soccorso e ampliando la copertura. MEOLUT Next è quindi in grado di rilevare e localizzare segnali di soccorso da oltre 5.000 km di distanza.

La soluzione è già utilizzata dai principali utenti di COSPAS-SARSAT (Stati Uniti, Canada, Francia, Unione Europea e Togo) e, più di recente, dalla Tailandia. Oggi contribuisce a salvare vite umane, come dimostrato di recente nell’Oceano Indiano. Il 18 novembre 2022, un’antenna MEOLUT Next ha captato un segnale di soccorso proveniente dall’Asteria, lo yacht guidato da Tapio Lehtinen che partecipava alla regata Golden Globe, a 2.000 km a sud-ovest di La Réunion, ben al di fuori della portata delle radio VHF e di altri sistemi di comunicazione. L’Asteria stava affondando rapidamente e Tapio ha avuto giusto il tempo di indossare la muta di sopravvivenza e di saltare nella sua zattera di salvataggio prima di attivare il suo segnale di soccorso COSPAR-SARSAT. In soli quattro minuti, MEOLUT Next ha individuato la posizione dell’imbarcazione per guidare le squadre di soccorso sul luogo dell’incidente e salvare lo skipper. “Questo è il secondo contratto per il dispiegamento della nostra soluzione MEOLUT Next in Asia, dopo quello recentemente assegnato in Tailandia, a riprova dell’efficacia operativa di questa tecnologia nel garantire la sicurezza di persone e beni”, ha dichiarato Benoit Broudy, Vicepresidente esecutivo Navigazione di Thales Alenia Space. “Salvare vite umane è parte integrante delle aspirazioni della nostra azienda, come dimostra il nostro contributo ai servizi di ricerca e soccorso COSPAS-SARSAT”.