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Picasso straniero e immigrato, a Palazzo Reale una mostra politica

Picasso straniero e immigrato, a Palazzo Reale una mostra politicaMilano, 19 set. (askanews) – Raccontare Pablo Picasso partendo dalla sua condizione di di immigrato, rifiutato, censurato dalla nazione che poi lo ha visto crescere e raggiungere il successo: la Francia. Parte da qui, ed è un approccio politicamente significativo, l’esposizione di Palazzo Reale a Milano, “Picasso – Lo straniero”, realizzata in collaborazione con il Museo Picasso di Parigi. “Io penso che la storia dell’arte – ha detto ad askanews Annie Cohen-Solal, curatrice della mostra con Cécile Debray – si debba fare in una maniera sociale, perché dietro i 90 capolavori che abbiamo qui dal Museo Picasso di Parigi, c’è anche una storia che sta dietro la creazione artistica. Ogni artista è un essere umano, ogni artista è inserito in una società. Si vede la faccia di Picasso schedato dalla polizia, tenuto sotto controllo dalla polizia come un delinquente, davanti al Minotauro cieco che lui ha disegnato per svelare come si sentiva, molto molto vulnerabile, una ferita che nessuno sapeva. Perché la bellezza della storia di Picasso è che lui non si è mai lamentato”.


L’esposizione, che fin da subito trasmette la sensazione di guardare a Picasso in modo diverso, accosta grandi dipinti e sculture a documenti sulla vita dell’artista spagnolo, e prova a risanare le ferite dei rifiuti e delle discriminazioni subite, appunto, da straniero. E il tema non potrebbe essere più contemporaneo. “È un Picasso che fa riflettere anche una volta usciti dalla mostra – Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano -. È un’esposizione che ha un valore storico molto importante, questo è il motivo per cui abbiamo scelto di inserirla all’interno della programmazione, non tanto per avere il grande nome di Picasso, che già di per sé porta pubblico e attenzioni verso Palazzo Reale, ma proprio per la valenza politica e storica che ha questa mostra”. Una valenza che, inevitabilmente, diventa etica, oltre che artistica e che informa tutto il progetto, che poggia anche sulla mostra “Picasso – Poesia e salvezza”, allestita a Palazzo Te a Mantova. E tra gli sponsor dell’esposizione c’è BPER Banca. “Investire in cultura per noi di BPER – ha spiegato Serena Morgagni, responsabile della comunicazione del gruppo – significa principalmente investire sulle persone, investire nella collettività: la cultura è qualcosa che unisce. Questa mostra di Picasso ci ha affascinati, ci ha interessati da subito, non solo per il valore ovviamente straordinario dell’artista, che ha rivoluzionato l’arte del Novecento, ma perché questa mostra ha messo sullo stesso piano l’artista e l’uomo. Picasso è riuscito a esprime con grande libertà il proprio talento, il proprio pensiero, a stravolto alle regole dell’estetica ma non solo, anche tante volte del sociale, quindi una grande libertà, quindi la forza della cultura ci deve insegnare questo, che possiamo essere noi stessi e lasciare gli altri essere se stessi e insieme programmare un futuro possibilmente migliore”.


Prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, la mostra milanese è aperta al pubblico fino al 2 febbraio 2025.

Maltempo in Emilia-Romagna, la presidente della Regione e Schlein contro il governo: è sciacallaggio

Maltempo in Emilia-Romagna, la presidente della Regione e Schlein contro il governo: è sciacallaggioRoma, 19 set. (askanews) – “Piena vicinanza a comunità e territori nuovamente colpiti dagli eventi alluvionali delle scorse ore. Mentre gli amministratori dell’Emilia-Romagna hanno passato la notte a gestire l’emergenza, organizzare soccorsi e sostenere la popolazione, la destra di governo si è messa subito a fare sciacallaggio politico per fini elettorali”, così in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein, che aggiunge: “Giorgia Meloni aveva fatto, più di un anno fa, una inutile passerella con gli stivali nel fango a promettere 100% di ristori a famiglie e imprese che non sono mai arrivati. Non hanno messo risorse adeguate. Hanno perso due mesi per nominare un Commissario su cui hanno concentrato tutte le prerogative e i poteri; hanno individuato nell’esercito, a Roma, la struttura commissariale a dispetto del territorio, hanno voluto a tutti i costi centralizzare e adesso scaricano responsabilità e problemi sugli amministratori locali. Prima ancora che ridicolo è indecente”.


“Ho sentito poco fa il commissario Figliuolo e al quale ho anche espressamente richiesto dal momento che con il commissario stiamo facendo interventi in modo corretto, se ritiene di dissociarsi dalle dichiarazioni del ministro Musumeci”, ha detto Irene Priolo, presidente facente funzione della Regione Emilia-Romagna in conferenza stampa sull’emergenza alluvione. “Non so se ovviamente lo farà però in questo momento mi sento di dire che mentre noi siamo provando a salvare vite, la conferenza stampa l’ho personalmente ritenuta una speculazione politica”, ha aggiunto.

Maltempo, Musumeci: in 10 anni all’Emilia-Romagna oltre mezzo miliardo, non sappiamo come è stato speso

Maltempo, Musumeci: in 10 anni all’Emilia-Romagna oltre mezzo miliardo, non sappiamo come è stato spesoRoma, 19 set. (askanews) – Nella conferenza stampa convocata “sulla situazione emergenziale che ha colpito la regione Emilia-Romagna”, a causa del maltempo, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha fatto il bilancio di quanto “il governo di Roma negli ultimi dieci anni” ha assegnato alla Regione Emilia-Romagna: oltre 594 milioni di euro, ha spiegato chiedendo che la Regione faccia sapere se e come li ha spesi, se mancano ancora territori “più vulnerabili” su cui intervenire.


In particolare, negli ultimi 10 anni – ha spiegato Musumeci – “da parte del Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) dal 2013 al 2023 sono stati messi a disposizione 118 milioni 285mila euro per quattro interventi superiori ai 10 milioni; lo stesso Mase per 128 interventi più ridotti ha messo a disposizione dell’Emilia Romagna 136 milioni e 14mila euro; il ministero dell’Interno per 446 piccoli interventi ha messo a disposizione 158 milioni e 956mila euro; sempre lo stesso Ministero dell’Interno per 38 interventi, superiori a un milione, ha messo a disposizione dell’Emilia Romagna 68 milioni e 74mila euro. La protezione civile ha finanziato 670 interventi nell’ultimo decennio con 92 milioni 761mila euro. Il Dipartimento Casa Italia, pertinente alla mia delega ha finanziato 13 interventi per 17 milioni e 225mila. Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha finanziato 13 interventi per 3 milioni e 250.000”. Quindi “in questo decennio l’Emilia-Romagna ha avuto assegnati dai governi di Roma 594 milioni e 567.679 euro. Siamo a oltre mezzo miliardo”, ha sottolineato il ministro, aggiungendo: “Ecco se la regione Emilia-Romagna potesse fare lo sforzo di farci sapere quanta di questa risorsa è stata spesa. Spero tutta o quasi. E se ci facesse la cortesia di dirci quali sono ancora i territori più vulnerabili, quali sono quelli sui quali bisogna intervenire, in un rapporto di reciproca e leale collaborazione istituzionale, noi da Roma potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario”, ché “non si può sempre chiamare in causa l’alluvione del 2023, accaduto perché nel 2010 o nel 2000 forse alcune cose che dovevano essere fatte non sono state fatte”.


La conferenza stampa è stata proprio convocata – per “informare la stampa sui dati che vi abbiamo appena fornito, perché gli importi elencati dimostrano come questo governo, ma anche quelli precedenti, siano stati assolutamente vicini nel fornire le risorse, e questo vale per tutte le regioni”, ha detto il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, ricordando che “la Protezione civile ha distribuito e ripartito alle regioni un miliardo e 200 milioni negli ultimi due anni, lo abbiamo fatto agli inizi del 2023, sono fondi del PNRR”. E “alla Regione Emilia-Romagna sono andati complessivamente oltre 90 milioni di euro, 30 milioni e 568.000 per coprire interventi che erano stati già progettati e anche avviati con i cantieri, 61 milioni e 136.000 per nuovi interventi legati alla messa in sicurezza del territorio”. Una somma che fa parte degli oltre 594 milioni che la regione ha ricevuto in dieci danni dai governo centrale, di cui il ministro ha elencato gli importi, ma in questo caso, ha sottolineato, essendo fondi del Pnrr, con vincoli di spesa temporali: “Non sappiamo quante di queste risorse sono state già impegnate, ma entro giugno 2026 le opere dovranno essere completate e collaudate perché si tratta di fondi del PNRR “, ha detto Musumeci.


“Quindi – ha concluso il ministro – io credo che non sia un problema di risorse, ma un problema di programmazione e di progettazione, di mettere in cantiere e trasformare le idee in azione. Speriamo che questa ondata di maltempo possa attenuarsi nelle prossime ore ma nessuno si faccia illusione perché un territorio fragile e vulnerabile rimane sempre esposto”. Concludendo la conferenza stampa e rispondendo ad una domanda diretta, il ministro ha sottolineato: “Io non ho parlato di responsabilità, proprio perché non sappiamo dei 594 milioni messi a disposizione della regione Emilia Romagna quanti siano stati già utilizzati, spesi e tradotti in opere”. “Quindi – ha proseguito Musumeci – parlerei di responsabilità se la risorsa fosse stata utilizzata per il 50%-60%. In un contesto così difficile ci aspettiamo che i cantieri vengano programmati e aperti subito. Quando, incontrando la Regione, avremo il dato preciso dell’utilizzo delle risorse, come sono state utilizzate e quanto è stato utilizzato, saremo nelle condizioni di esprimere una valutazione obiettiva”.

Il Vaticano dice sì al culto di Medjugorje, ma non si esprime sui “presunti eventi soprannaturali”

Il Vaticano dice sì al culto di Medjugorje, ma non si esprime sui “presunti eventi soprannaturali”Città del Vaticano, 19 set. (askanews) – “Tramite il ‘nihil obstat’ circa un evento spirituale, i fedeli ‘sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione’. Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno in parola, e ricordando che i fedeli non sono obbligati a credervi, il ‘nihil obstat’ indica che questi ultimi possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico. Tale determinazione è possibile in quanto si è potuto registrare che in mezzo ad un’esperienza spirituale si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel Popolo di Dio effetti negativi o rischiosi”. Questa l’attesa conclusione alla quale è giunto il Dicastero per la Dottrina della fede nel suo documento dal titolo: “La Regina della Pace” riguardante le apparizioni e i messaggi di Medjugorje, il santuario mariano in Bosnia divenuto tra i più noti e frequentati degli ultimi decenni.


Nella nota “circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje”, di 18 pagine e 42 capitoli – firmata dal prefetto del dicastero, card. Víctor Manuel Fernandez e dal Segretario per la Sezione Dottrinale, mons. Armando Matteo, si sottolinea però, definendolo un “importante chiarimento”, che le conclusioni della Nota “non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti. D’altra parte, si deve ricordare che, – si aggiunge – quando si riconosce un’azione dello Spirito per il bene del Popolo di Dio in mezzo a un’esperienza spirituale dalle sue origini fino ad oggi, i doni carismatici (‘gratiae gratis datae’) che possano essere collegati ad essa non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire”. E si aggiunge che il riconoscere canonicamente i buoni e positivi frutti di questa esperienza “non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali”. Sottolineando all’inizio come “è arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje”, il documento vaticano si apre ricordando che “si tratta di una storia in cui si sono susseguite opinioni divergenti di Vescovi, teologi, commissioni e analisti” e che Sebbene nell’insieme dei messaggi legati a questa esperienza spirituale troviamo tanti elementi positivi che aiutano a cogliere la chiamata del Vangelo, certi messaggi – secondo l’opinione di alcuni – presenterebbero delle contraddizioni o sarebbero legati a desideri o interessi dei presunti veggenti o di altre persone”. Quindi, “non si può escludere che ciò possa essere successo nel caso di alcuni pochi messaggi” e che le Norme dello stesso Dicastero lo non escludono mentre i fenomeni delle presunte apparizioni “a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi”. Questo oltretutto “non esclude la possibilità di ‘qualche errore d’ordine naturale non dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno’”.


Da qui la richiesta esplicita e la necessità di alcuni chiarimenti. “L’insieme dei messaggi possiede un grande valore ed esprime con parole differenti i costanti insegnamenti del Vangelo”. Ma “alcuni pochi messaggi”, si legge nella Nota dell’ex Sant’Uffizio, “si allontanano da questi contenuti così positivi ed edificanti e sembra persino che arrivino a contraddirli. È conveniente – è l’indicazione fornita – stare attenti perché questi pochi elementi confusi non mettano in ombra la bellezza dell’insieme. Per evitare che questo tesoro di Medjugorje sia compromesso, è necessario chiarire alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale, soprattutto se si leggono parzialmente i messaggi”. Ed ancora: “I fedeli devono essere attenti e prudenti nell’interpretare e diffondere i presunti messaggi”.


Precisato questo, in tutta la Nota dell’ex Sant’Ufficio si sottolinea, però, come nel complesso tutti i messaggi e l’esperienza di Medjugorje appaia comunque positiva nei contenuti e nei messaggi incentrati sugli appelli alla pace che sgorga dalla carità, sulla centralità di Cristo e sull’azione dello Spirito Santo nella storia, la chiamata alla conversione e “il forte peso del male e del peccato”, oltre alla necessità della costante preghiera e della frequentazione dell’Eucaristia. “Un effetto immediato attorno ai fenomeni di Medjugorje – si sottolinea sempre nel documento diffuso oggi – è stato il grande e crescente numero di devoti in tutto il mondo e le numerose persone che vi si recano in pellegrinaggio dalle più variegate provenienze. I frutti positivi si rivelano soprattutto come la promozione di una sana pratica di vita di fede, d’accordo con quanto presente nella tradizione della Chiesa”.


Premesso tutto ciò si conclude che: “La valutazione degli abbondanti e diffusi frutti tanto belli e positivi non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che ‘in mezzo’ a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli”. Pertanto “si invita ad apprezzare e condividere il valore pastorale di questa proposta spirituale”, valutando positivamente la “maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti” non implicandone, per questo, “dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale. Di conseguenza, quando ci si riferisce a ‘messaggi’ della Madonna, si deve intendere sempre ‘presunti messaggi’”. Nella Nota, si forniscono infine alcune indicazioni pratiche per il futuro. Si puntualizza che il Vescovo di Mostar-Duvno, emetterà un decreto contenente le indicazioni fornite dalla Santa Sede e che il Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, continuerà a svolgere le funzioni a lui affidate, e dovrà verificare che, in ogni pubblicazione che raccolga dei messaggi, venga inclusa la Nota del Dicastero per la Dottrina della fede come Introduzione. Lo stesso “opererà poi il discernimento di eventuali messaggi futuri – o di messaggi passati che non siano ancora stati pubblicati – e dovrà autorizzarne l’eventuale pubblicazione, alla luce dei chiarimenti offerti. Ugualmente, prenderà le misure da lui considerate necessarie e guiderà il discernimento pastorale di fronte a nuove situazioni che possano presentarsi, tenendo informato questo Dicastero”. “Anche se possono sussistere diversi pareri circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa esperienza spirituale, le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia presente sono invitate ad ‘apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale’. – sono ancora le indicazioni fornite dalla Nota – Valutando prudenzialmente quanto accade nel proprio territorio”, mentre “resta comunque ferma la potestà di ogni Vescovo diocesano di decidere al riguardo”. Questo perché, si conclude, “pur essendo ampiamente diffusi in tutto il mondo i frutti positivi di questo fenomeno spirituale, ciò non nega che possano esserci dei gruppi o delle persone che, utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato. I Vescovi diocesani, ognuno nella propria diocesi, hanno la libertà e l’autorità per prendere le decisioni prudenziali ritenute necessarie per il bene del Popolo di Dio”.

Maltempo, fiumi esondati in Romagna e nelle Marche. Migliaia di persone evacuate

Maltempo, fiumi esondati in Romagna e nelle Marche. Migliaia di persone evacuateRavenna, 19 set. (askanews) – Sono migliaia le persone evacuate dalla tarda serata di mercoledì 18 settembre nel ravennate, per tutti la notte è trascorsa nei centri di accoglienza messi a disposizione da Comuni e prefetture. Appelli sono stati diffusi con gli altoparlanti e i sindaci continuano a diramare appelli via Facebook alla popolazione, invitata a restare ai piani alti. “La preoccupazione è vera, reale e seria, entriamo in una fase di emergenza più forte dove tutti dobbiamo prestare la massima attenzione ed essere pronti a prendere le misure necessarie”. Ha detto il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, che ha seguito la situazione dei fumi Lamone e Montone, esondati in alcuni punti della città e della provincia: “Il livello è altissimo, sopra la soglia rossa e in alcuni tratti ancora in crescita” per questo è stato deciso di interrompere il traffico in alcune zone, a Cotignola, Alfonsine, Russi e Lugo in particolare dove è stato chiesto ai residenti di abbandonare le abitazioni.


“Si dispone che tutta la popolazione, soprattutto quella alluvionata nel maggio 2023, si trasferisca ai piani più alti dei propri edifici – ha detto il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini -. Se questo non è possibile, evacuate ora recandovi presso amici o parenti o presso il Palazzo di Vetro della Fiera di Forlì in via Punta di Ferro. Si chiede a tutti la massima attenzione e la collaborazione anche condividendo l’informazione con quante più persone possibili”. La Regione Emilia-Romagna sta seguendo senza sosta la situazione dei corsi d’acqua in piena per le forti piogge di questi giorni, con particolare attenzione “alle situazioni più critiche perché abbiamo dei superamenti di soglia storici, come per esempio per il Senio nel ravennate”, ha spiegato la presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, al termine dell’ultimo briefing meteo durante la notte.


“In questo momento abbiamo i colmi di piena dei fiumi che hanno superato soglia 3 che stanno iniziando ad andare nei tratti vallivi e sebbene sia prevista una moderazione delle piogge per le prossime ore – ha detto Priolo – ovviamente i colmi di piena continueranno a transitare e a restare sopra soglia 3”. I bacini interessati – ha ricordato – sono nel bolognese, i bacini dell’Idice e del Sillaro, nel ravennate quelli del Senio e del Lamone, nel forlivese quello del Montone. “In questo momento abbiamo una diminuzione della piena nei tratti appenninici, ma i picchi si stanno propagando nei tratti vallivi. Stiamo continuando a monitorare la situazione – ha aggiunto -, le colonne mobili si sono trasferite sul territorio e 190 volontari stanno supportando le amministrazioni comunali, popolazione e sindaci”. Priolo ha poi invitato tutti i residenti a mantenersi costantemente informati attraverso i siti e a seguire le indicazioni di sindaci e autorità. “L’attività non si ferma – ha detto – siamo in costante contatto con il centro funzionale e il dipartimento della protezione civile”. Criticità anche nel bolognese: a Valsamoggia tre nuclei familiari sono isolati e in contatto con gli operatori comunali. Preoccupazione anche per alcune zone della città di Bologna, interessate all’attraversamento del fiume Reno. Per oggi è stata disposta la chiusura delle scuole.


Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco al lavoro da ieri in Emilia Romagna per far fronte ai danni causati dall’intensa ondata di maltempo che sta colpendo la regione. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati oltre 500 interventi di soccorso. Situazione più critica nel territorio della provincia di Ravenna, dove sono in azione anche due elicotteri Drago per l’evacuazione di persone bloccate in casa dall’innalzamento del livello dell’acqua causato dall’esondazione del torrente Senio a Cotignola e del Lamone a Bagnacavallo in località Traversara. A Casola Valsenio interventi in atto per diverse frane che hanno ostruito strade di collegamento. Nella provincia di Forlì-Cesena i soccorritori acquatici del Corpo nazionale hanno operato in via Zignola, a Forlì, per evacuare 14 persone, di cui 7 disabili in una residenza sanitaria, ed un centinaio di animali minacciati dall’acqua. Sempre a Forlì, nel quartiere di San Benedetto, in via Pelacano e in via Isonzo le squadre stanno operando per assistenza a persone in difficoltà per allagamenti e per il soccorso ad automobilisti in panne.


In provincia di Ravenna, tra Bagnacavallo, Lugo e Cotignola sono state recuperate dai vigili del fuoco con l’elicottero cinque persone bloccate in casa per l’innalzamento del livello dell’acqua. Nella zona sono in azione due elicotteri Drago dei Vigili del fuoco per operazioni di soccorso alla popolazione. Situazione critica anche nelle Marche, oltre 300 interventi dei Vigili del fuoco nella Regione. Le squadre hanno operato stanotte ad Ascoli Piceno, nella località di Ponterotto tra San Benedetto del Tronto e Acquaviva Picena, per il soccorso ad automobilisti in difficoltà per acqua e fango lungo la carreggiata della SP36. Svolti soccorsi per allagamenti anche nelle zone di Cupra Marittima e Grottammare. Ad Ancona nella tarda serata di ieri sono state evacuate 6 famiglie a Osimo per una frana che minacciava l’abitato in via Montecesa. Per l’esondazione del torrente Arzilla, in provincia di Pesaro Urbino è interrotta la viabilità sulla SP 144. Potenziato in il dispositivo di soccorso del Corpo nazionale con l’invio di personale esperto nel soccorso acquatico e fluviale dalla Lombardia, Toscana e Campania.

Maltempo, in Romagna fiumi esondati, migliaia di persone evacuate

Maltempo, in Romagna fiumi esondati, migliaia di persone evacuateRavenna, 19 set. (askanews) – Sono migliaia le persone evacuate nella tarda serata di mercoledì 18 settembre nel ravennate, per tutti la notte è trascorsa nei centri di accoglienza messi a disposizione da Comuni e prefetture. Appelli sono stati diffusi con gli altoparlanti e i sindaci continuano a diramare appelli via Facebook alla popolazione, invitata a restare ai piani alti.


“La preoccupazione è vera, reale e seria, entriamo in una fase di emergenza più forte dove tutti dobbiamo prestare la massima attenzione ed essere pronti a prendere le misure necessarie”. Ha detto il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, che ha seguito la situazione dei fumi Lamone e Montone, esondati in alcuni punti della città e della provincia: “il livello è altissimo, sopra la soglia rossa e in alcuni tratti ancora in crescita” per questo è stato deciso di interrompere il traffico in alcune zone, a Cotignola, Alfonsine, Russi e Lugo in particolare dove è stato chiesto ai residenti di abbandonare le abitazioni. “Si dispone che tutta la popolazione, soprattutto quella alluvionata nel maggio 2023, si trasferisca ai piani più alti dei propri edifici – ha detto il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini -. Se questo non è possibile, evacuate ora recandovi presso amici o parenti o presso il Palazzo di Vetro della Fiera di Forlì in via Punta di Ferro. Si chiede a tutti la massima attenzione e la collaborazione anche condividendo l’informazione con quante più persone possibili”.


La Regione Emilia-Romagna sta seguendo senza sosta la situazione dei corsi d’acqua in piena per le forti piogge di questi giorni, con particolare attenzione “alle situazioni più critiche perché abbiamo dei superamenti di soglia storici, come per esempio per il Senio nel ravennate”. Lo ha spiegato la presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, al termine dell’ultimo briefing meteo durante la notte. “In questo momento abbiamo i colmi di piena dei fiumi che hanno superato soglia 3 che stanno iniziando ad andare nei tratti vallivi e sebbene sia prevista una moderazione delle piogge per le prossime ore – ha detto Priolo – ovviamente i colmi di piena continueranno a transitare e a restare sopra soglia 3”. I bacini interessati – ha ricordato – sono nel bolognese, i bacini dell’Idice e del Sillaro, nel ravennate quelli del Senio e del Lamone, nel forlivese quello del Montone. “In questo momento abbiamo una diminuzione della piena nei tratti appenninici, ma i picchi si stanno propagando nei tratti vallivi. Stiamo continuando a monitorare la situazione – ha aggiunto -, le colonne mobili si sono trasferite sul territorio e 190 volontari stanno supportando le amministrazioni comunali, popolazione e sindaci”. Priolo ha poi invitato tutti i residenti a mantenersi costantemente informati attraverso i siti e a seguire le indicazioni di sindaci e autorità. “L’attività non si ferma – ha detto – siamo in costante contatto con il centro funzionale e il dipartimento della protezione civile”.


Nel cesenate “la situazione in queste tre ore non è peggiorata” ha riferito il sindaco Enzo Lattuca: “i livelli idrometrici del Savio sono sotto controllo, a San Carlo c’è stato un picco e prima ancora c’era stato a Borello, ma poi ha iniziato a calare, possiamo aspettarci che questo avvenga anche nel tratto urbano di Cesena”. Criticità anche nel bolognese: a Valsamoggia tre nuclei familiari sono isolati e in contatto con gli operatori comunali. Preoccupazione anche per alcune zone della città di Bologna, interessate all’attraversamento del fiume Reno. Per oggi è stata disposta la chiusura delle scuole.

Paura per la piena dei fiumi in E.-Romagna: “Possibile il peggio”

Paura per la piena dei fiumi in E.-Romagna: “Possibile il peggio”Roma, 19 set. (askanews) – L’allerta meteo in Emilia-Romagna “si sta aggravando”, i livelli dei fiumi fanno paura e “la situazione è molto complessa in tanti bacini: dall’Idice e soprattutto fino al bacino del Montone. In queste ore è necessario che tutti i cittadini seguano le indicazioni che i sindaci stanno dando, perchè abbiamo superamenti di soglia 3 importanti”. Lo ha detto su Facebook Irene Priolo, presidente f.f. della Regione Emilia-Romagna.


“Le situazioni più critiche – ha spiegato – sono a Modigliana e Castrocaro: avremo un deflusso a valle per cui bisognerà stare molto attenti per quanto riguarda il bacino del Lamone a Faenza. Una situazione particolarmente critica anche nel Bolognese, abbiamo bisogno di essere attenti per quanto riguarda il bacino Idice, il bacino del Savena connesso, ma anche del Sillaro. Situazione complessa a Forlì, dove arriverà la piena del Montone”. A Castel Bolognese (Ravenna) per le forti piogge la situazione del Senio è peggiorata e a Tebano il livello del fiume ha raggiunto la soglia rossa, con un livello di 5,5 metri. Il sindaco ha pertanto predisposto l’ordinanza di evacuazione dei cittadini residenti nelle abitazioni limitrofe al fiume, allestendo il Palazzetto dello Sport come centro di accoglienza. La polizia locale sta allertando le famiglie che per la propria incolumità devono allontanarsi. Le scuole di qualsiasi ordine e grado domani rimarranno chiuse.


Nella zona di Budrio (città metropolitana di Bologna) è in transito la piena del torrente Idice che continua a venire monitorata sia dal Comune che dal personale della Regione Emilia-Romagna. Grazie agli interventi di messa in sicurezza degli argini l’acqua sta defluendo, in minima parte, dagli scoli appositamente realizzati che la indirizzano nel canale di bonifica. Anche il canale Fossano è attenzionato dal Comune, in collaborazione con il personale della Bonifica Renana. A Modigliana (Forlì-Cesena) sono esondati i fiumi Tramazzo e Acerreta: sui social testimonianze di cittadini sul posto parlano di una “situazione critica”, con scene “davvero drammatiche e spaventose”. Alcune aree del centro abitato a ridosso del fiume sono inondate. I fiumi, si legge ancora in alcuni post di cittadini, “hanno raggiunto un livello superiore a quello del maggio 2023”, quando la zona subì un allagamento diffuso.


A Bologna a causa dell’allerta meteo e del protrarsi delle piogge persistenti, si è verificato in particolare un innalzamento del livello del torrente Savena tale da far prefigurare nella notte una sua possibile importante criticità. Il Comune ha quindi disposto la chiusura di alcune scuole nella zona e, a tutela della pubblica incolumità, ha inoltre emanato un’ordinanza di evacuazione degli edifici posti in zona San Ruffillo-Lungosavena. Anche nella zona di Forlì la situazione “sta peggiorando” e “le previsioni che eslcudevano in maniera decisa esondazioni del Montone si stanno rapidamente modificando”, ha detto in un video su Facebook il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. “Nelle zone vicine al fiume Montone i cittadini, soprattutto quelli che hanno avuto l’alluvione 2023, salgano ai piani più alti, abbiano consapevolezza della possibilità di un fatto grave, pensino prima di tutto alla propria sicurezza e salute, cerchino di mettere in sicurezza quello che possono. Le previsioni non sono certe, sono in continua evoluzione, ma dalla mezzanotte fino alle 4-5 non sono esclusi fenomeni di estrema gravità”.

Le Università italiane insieme per governare la sfida dell’Ia

Le Università italiane insieme per governare la sfida dell’IaMilano, 18 set. (askanews) – Prende il via domani a Palazzo Vecchio il XXI Convegno Nazionale del CoDAU, con il titolo “L’università del futuro tra umanesimo, intelligenza artificiale e governo dei dati”. Il CoDAU è l’ente che rappresenta i Direttori Generali ed i dirigenti di tutte le università italiane, statali e non statali. Il Convegno proseguirà nelle giornate di venerdì 20 e sabato 21 settembre, al Polo Universitario delle Scienze Sociali di Novoli dell’Università degli Studi di Firenze.


In apertura, con il Presidente CoDAU, Alberto Scuttari, saranno presenti il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, la Sindaca di Firenze, Sara Funaro, la Rettrice dell’Università degli Studi di Firenze, Alessandra Petrucci, la Presidente CRUI, Giovanna Iannantuoni, il Presidente ANVUR, Antonio Felice Uricchio. I temi centrali del Convegno, che vede già oltre 350 accreditati con la presenza anche di una delegazione dei Direttori Generali degli atenei francesi, saranno le modalità con le quali il sistema universitario, insieme ai più importanti stakeholders nazionali ed internazionali, può guidare efficacemente il cambiamento generato dall’intelligenza artificiale e dal governo dei dati, facilitando l’innovazione e lo sviluppo di competenze adeguate. Nei momenti di networking del Convegno sarà possibile per i delegati visitare la Villa Medicea di Poggio a Caiano e partecipare, presso la Villa Castelletti, all’attribuzione del Premio per l’innovazione “Clara Coviello”. “La trasformazione digitale è una realtà che porta gli atenei a vivere questa stagione storica con un allenamento costante ad affrontare un cambiamento che lascia alle spalle molte logiche che hanno fino ad oggi creato convinzioni, equilibri, aspettative – afferma il presidente del CoDAU, Alberto Scuttari, alla vigilia dell’apertura -. In questo contesto, il CoDAU mette al centro della propria riflessione le modalità con le quali il management universitario può guidare efficacemente il cambiamento, facilitando l’innovazione e lo sviluppo di competenze adeguate. Dobbiamo pensare a come gestire i dati in modo responsabile, a come sfruttare l’intelligenza artificiale a vantaggio della ricerca e della didattica e, soprattutto, a come mantenere la funzione dell’università quale motore di innovazione, inclusione e crescita sociale”.

Maltempo, allerta rossa in Romagna e nel Bolognese. Scuole chiuse, la Regione: restare a casa

Maltempo, allerta rossa in Romagna e nel Bolognese. Scuole chiuse, la Regione: restare a casaMilano, 18 set. (askanews) – Maltempo da allerta rossa in Romagna e nel Bolognese: la Regione Emilia Romagna raccomanda per domani la chiusura delle scuole nella Città metropolitana di Bologna e nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Spetterà ai sindaci dei singoli territori emettere le relative ordinanze. L’invito è quello di evitare al massimo gli spostamenti, attivando lo smartworking, quando possibile. Per quanto riguarda i collaboratori regionali, la scelta della Regione è di estendere il più possibile per domani la possibilità di lavorare da casa.


Queste alcune delle scelte condivise stamattina dalla presidente della regione, Irene Priolo, a seguito di un incontro con i presidenti di Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, di Ravenna, Michele de Pascale, di Rimini, Jamil Sadegholvaad e della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore. Il bollettino di allerta meteo dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna, che prevede temporali e criticità idrogeologiche con precipitazioni intense e persistenti, più consistenti sul settore centro-orientale della regione, in Romagna e nel Bolognese. “Raccomandiamo la massima precauzione e prudenza a tutte le cittadine e i cittadini delle zone coinvolte da questa nuova ondata di maltempo – ha commentato Priolo-. Stiamo adottando tutte le azioni previste in queste situazioni e abbiamo chiesto la mobilitazione dell’intero sistema di Protezione civile. Vogliamo essere accanto alle persone e alle comunità, presenti nei territori col sistema di protezione civile e i corpi dello Stato, grazie a un impegno comune che condividiamo in particolare con sindaci e prefetti”.


In queste ore è attivo il Cor, Centro operativo regionale, H24 e sono stati attivati tutti i Corpi dello Stato, in stretto raccordo con le Prefetture. Inoltre, nei territori delle aree montane, sono stati inviati esperti geologi per il monitoraggio continuo di possibili frane, dissesti, situazione strade, a supporto degli Enti locali. Infine, sarà attivato nel pomeriggio e fino a sabato 21 settembre, il numero verde regionale 800 024662 dalle 8 alle 20.

Maltempo, recuperato il corpo del vigile del fuoco disperso nel Foggiano

Maltempo, recuperato il corpo del vigile del fuoco disperso nel FoggianoMilano, 18 set. (askanews) – E’ stato recuperato il corpo del caporeparto dei vigili del fuoco Antonio Ciccorelli, disperso da ieri sera nel Foggiano, mentre stava prestando soccorso nei territori colpiti dal maltempo. Ciccorelli, vigile del fuoco esperto, prossimo alla pensione, era sul campo per soccorrere alcune persone rimaste intrappolate dalle forti piogge che stavano colpendo quella zona.


L’auto di servizio era stata travolta dalla piena di un torrente sulla SS89 tra S. Severo e Apricena. Il corpo senza vita è stato recuperato dai colleghi sommozzatori all’interno dell’abitacolo dell’auto, poco più a valle del punto dove era stata travolta durante lo svolgimento delle operazioni di soccorso per il maltempo. Salvato il collega che era riuscito ad abbandonare la vettura, rimasto ferito e trasportato in ospedale in condizioni non gravi. L’ondata di maltempo non è ancora cessata e la Sala Situazione Italia della Protezione civile continua, in contatto con i territori, a seguire l’evoluzione dell’ondata di maltempo che sta colpendo alcune zone del Paese.


Secondo le previsioni de IlMeteo.it il ciclone Boris porterà ancora 48 ore di pioggia intensa. Il meteorologo Lorenzo Tedici conferma che il vortice, dopo aver colpito in modo estremo l’Europa Centrale, ha raggiunto il Mediterraneo e sta provocando forti piogge sul nostro Paese. Nel dettaglio, anche nelle prossime ore, i nubifragi saranno più probabili su Emilia Romagna e Marche e su tutta la dorsale appenninica settentrionale, ma potremo avere maltempo a tratti diffuso anche sul Basso Tirreno. Intorno al minimo di bassa pressione, intorno all’occhio del ciclone, ruoteranno due sistemi molto perturbati, uno sull’Alto Adriatico e l’altro sul Tirreno meridionale.