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A Clarissa Domenicucci “Premio letterario internazionale città Cattolica”

A Clarissa Domenicucci “Premio letterario internazionale città Cattolica”Roma, 30 mar. (askanews) – Fine settimana all’insegna della cultura e dello spettacolo per la città di Cattolica: ieri sera presso il Teatro della Regina, si è tenuta la cerimonia conclusiva del Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica-Pegasus Literary Awards, patrocinato dal Comune di Cattolica.


Lo scettro di vincitore di questa 17a edizione è stato assegnato a Annika Pampel, scrittrice e regista, per il Thriller “Death of a Nightingale” (Eurobooks Edizioni), mentre la giornalista romana Clarissa Domenicucci ha ricevuto il Premio alla Carriera Pegasus Literary Awards 2025, per aver dedicato al mondo della comunicazione e del giornalismo i suoi primi 25 anni di attività. Giornalista professionista esperta di comunicazione, ha iniziato all’Agi-Agenzia Giornalistica Italia e collaborato con testate nazionali e locali (Il Messaggero/Macro, Maxim, Food&wine Italia, La Notizia, RadiocorriereTv, Il Romanista, Teleroma56) per poi scegliere di dedicarsi a lungo alle Relazioni Pubbliche.


Nel 2023 è tornata a scrivere: realizza per il Gruppo Sae (Il Tirreno, La Nuova Ferrara, La Nuova Sardegna, La Gazzetta di Mantova, La Gazzetta di Reggio) interviste a grandi personaggi raccolte nelle rubriche settimanali “E poi all’improvviso- Incontri che cambiano la vita” e “Grandi Amori”. Attualmente collabora con Specchio, allegato del quotidiano La Stampa e con Rai Tre per il programma ReStart. Le assegna il prestigioso riconoscimento la giuria presieduta dal Prof. Giuseppe Benelli, già fondatore e Presidente del Premio Bancarella, e coordinata dall’editore Roberto Sarra, Presidente Associazione Pegasus.


Tra i premiati alla carriera anche il direttore di Askanews Gianni Todini ed il compositore e musicista Franco Fasano.

Emanuela Bruni presidente del MAXXI: saremo centro di innovazione

Emanuela Bruni presidente del MAXXI: saremo centro di innovazioneMilano, 29 mar. (askanews) – “È con grande entusiasmo che accolgo il privilegio di presiedere una realtà di così grande rilevanza nel panorama culturale italiano e internazionale”. Lo ha dichiarato Emanuela Bruni, indicata come nuovo presidente del museo MAXXI di Roma. “Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al ministro Alessandro Giuli per la sua fiducia. Mi impegnerò a ripagarla con dedizione, potenziando il ruolo del MAXXI come centro di innovazione culturale e creativa e contribuendo a consolidare ulteriormente la sua visibilità e influenza, in Italia e all’estero. In sinergia con il team del museo, lavoreremo per promuovere la ricerca, l’inclusività e la sperimentazione, valori che da sempre contraddistinguono il nostro museo”, ha aggiunto.


Bruni è stata nominata ufficialmente venerdì 28 marzo, a seguito di un suo periodo di reggenza iniziato lo scorso settembre. Storica dell’arte e giornalista, con una lunga esperienza istituzionale, Emanuela Bruni è stata la prima donna, nel 2008, a guidare il Cerimoniale di Palazzo Chigi.

Arte, Il Ramo d’oro al Villaggio: a Roma dialogo tra artista e curatrice

Arte, Il Ramo d’oro al Villaggio: a Roma dialogo tra artista e curatriceRoma, 29 mar. (askanews) – Martedì 1 aprile 2025, Piano Terra presenta Il Ramo d’oro al Villaggio, una conversazione tra l’artista Elisa Montessori e la curatrice Marta Silvi. Un dialogo aperto che offrirà al pubblico l’occasione per approfondire il lavoro di un’artista che ha segnato la scena contemporanea con il suo approccio sperimentale e il suo linguaggio visivo poetico. L’evento si terrà a Roma, dalle 18.00 alle 19.00, in Piazza Grecia, 18. E’ gradita la prenotazione a info@pianoterrastudio.it


Partendo dal concetto di con-temporaneo, inteso come temporaneità e tempestività del lavoro, la conversazione si concentrerà sulla natura stessa di Project Window: un progetto che unisce la dimensione intima della creazione con un’apertura verso lo spazio pubblico. Elisa Montessori, infatti, ha accolto con entusiasmo l’invito di Piano Terra a inaugurare Project Window, uno spazio espositivo concepito come una vetrina in grado di offrire un’opportunità di espressione e di dialogo con il territorio. Con cadenza bimestrale, il progetto ospiterà interventi artistici che esplorano il rapporto tra creatività e paesaggio urbano, creando un dialogo continuo con il pubblico.


La conversazione toccherà inoltre il tema del paesaggio e degli elementi naturali ed architettonici che caratterizzano il Villaggio Olimpico, luogo in cui l’artista risiede. La vetrina espositiva di Piano Terra, concepita come una finestra aperta sul mondo, sarà lo spunto per attivare uno sguardo più consapevole sulle cose con ricadute concrete sulla tutela dei luoghi in cui viviamo. Questo format, trova un punto di connessione perfetto con Ramo d’oro, opera creata appositamente per Piano Terra. Il lavoro, accompagnato da un testo critico di Cecilia Canziani, è ispirato a riflessioni sulla natura, il tempo e lo spazio circostante. Un elemento centrale del lavoro di Montessori è l’uso di carta e materiali naturali: per quest’opera l’artista ha impiegato un tubo di recupero, supporto interno della carta da spolvero, generando così una profonda riflessione sul concetto di anima e spiritualità.


L’evento rappresenterà un’opportunità per riflettere su un nuovo modello di dialogo che si distacca dai canoni tradizionali definiti dal sistema dell’arte per aprirsi al territorio, alla comunità. Project Window, con il suo rapporto diretto con lo spazio circostante e con la città, vuole diventare un filo conduttore che intreccia arte, paesaggio e pensiero contemporaneo. L’incontro darà il via ad una serie di interventi che prenderanno la forma, oltre che di registrazione video, anche di podcast.

Mostre, alla Nuvola di Roma l’arte racconta la forza delle donne

Mostre, alla Nuvola di Roma l’arte racconta la forza delle donneMilano, 28 mar. (askanews) – È stata presentata a Palazzo Wedekind di Roma la mostra fotografica che celebra il decennale di Women for Women against Violence – Camomilla Award, l’iniziativa nata per sostenere il contrasto alla violenza di genere e la prevenzione sul tumore al seno. L’esposizione, ideata, promossa e prodotta da Donatella Gimigliano, presidente dell’Associazione Consorzio Umanitas, in co-produzione con EUR S.p.A., si terrà al Roma Convention Center “La Nuvola” dal 3 al 10 aprile.


Presente in conferenza Eugenia Roccella, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, che ha dichiarato: “Le cicatrici, nel corpo e nell’anima, sono il segno di ciò che si è attraversato. La violenza della sopraffazione, la violenza della malattia. Per chi quelle cicatrici le porta addosso è anche il segno di quello che si è superato, che fa parte del proprio bagaglio di vita, ma non deve diventare un ostacolo insormontabile per un futuro di ripartenza, di rinascita. Come istituzioni siamo impegnati per questo, e fra i risultati di questa legislatura di cui credo si debba andare più fieri ci sono l’approvazione della legge sull’oblio oncologico e il grande lavoro fatto sulla violenza contro le donne. ‘Non sei sola’, è il messaggio che ogni giorno rivolgiamo alle donne che vivono o hanno vissuto questi drammi. E la potenza evocativa di una mostra è un importante veicolo di sensibilizzazione e di sorellanza”. Tra i relatori intervenuti anche Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina, che ha affermato: “Con Women for Women lanciamo un potente messaggio di solidarietà e speranza. La mostra fotografica, attraverso storie di rinascita e coraggio, è un forte richiamo all’unità e alla responsabilità collettiva. Ringrazio per l’impegno Donatella Gimigliano che, partendo dalla sua esperienza personale, è impegnata concretamente da anni su temi quali il contrasto alla violenza di genere e la prevenzione del tumore al seno. Roma e l’amministrazione capitolina sono in prima linea in questo percorso. Fondamentale è creare una rete solida di istituzioni, associazioni e cittadini, perché solo insieme possiamo costruire una società più giusta e inclusiva. E dobbiamo farlo stando al fianco di chi lotta ogni giorno per i propri diritti e la propria dignità, come stiamo facendo a Roma con una capillare rete di centri antiviolenza e casa accoglienza”.


Il decennale del progetto è un traguardo che Donatella Gimigliano sottolinea: “Dieci anni fa ero una paziente oncologica, con una storia familiare segnata dal tumore al seno. Sapevo cosa significava portare sulla pelle e nell’anima segni indelebili. Ma quelle cicatrici non appartengono solo alla malattia: le ho viste anche nelle donne sopravvissute alla violenza, ferite diverse ma ugualmente profonde. Da quel dolore è nato Women for Women against Violence, un progetto che racconta storie di resilienza e rinascita, perché ogni cicatrice può trasformarsi in un simbolo di forza. Questa mostra è il racconto di un cammino difficile, una montagna scalata a mani nude, tra fatica e determinazione. Ma è anche la celebrazione di ogni battaglia vinta, di ogni donna aiutata. Perché dietro ogni ferita c’è una storia che merita di essere raccontata. E soprattutto, di essere ascoltata.” La mostra, che gode del patrocinio di Senato della Repubblica, Regione Lazio, Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, INPS e LILT, è stata realizzata da Tiziana Luxardo, fotografa italiana di spicco ed erede di una rinomata dinastia di fotografi, la cui carriera è stata caratterizzata da un forte impegno sociale e da una costante ricerca artistica. Il suo approccio, che ha saputo distinguersi in un panorama fotografico maschile grazie alla capacità di coniugare tecnica e sensibilità, è stato negli anni molto apprezzato dalla critica soprattutto per l’eleganza e la profondità delle sue immagini, capaci di coniugare estetica e sociale in una maniera forte ed originale. “La mostra – racconta lei stessa – narra, attraverso gli abbracci dei protagonisti, la condivisione, la forza, la vicinanza, il prendersi cura dell’altro. Il filo conduttore, non a caso, è la foto delle sorelle Pitzalis, unite in un abbraccio da due drammi diversi, ma entrambe ferite sia nel corpo che nell’anima: un’immagine che ho voluto impreziosire con dell’oro, ispirandomi all’arte giapponese del Kintsugi, che ripara gli oggetti di valore, come la ceramica e la porcellana, incollandoli proprio con dell’oro per esaltarne l’imperfezione. Un’arte giapponese che è diventata una filosofia di vita e che ci insegna che tutti noi possiamo diventare Maestri Artigiani delle nostre vite e reinventare le cicatrici dell’anima e del corpo dandogli un valore aggiunto, diventando un punto di fora e non di debolezza. Sono andata a trovare la bellezza dove nessuno la va a cercare”.

Presentato a Roma piano di adattamento ai cambienti climatici Cinque Terre

Presentato a Roma piano di adattamento ai cambienti climatici Cinque TerreRoma, 27 mar. (askanews) -Il Parco Nazionale delle Cinque Terre e Legambiente hanno presentato a Roma presso la libreria Spazio Sette il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici per l’area protetta e le Linee Guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei Parchi. Ad aprire l’incontro Lorenzo Viviani, Presidente Parco Nazionale Cinque Terre. Sono seguiti i saluti istituzionali e introduttivi di Giorgio Zampetti, Direttore generale Legambiente, Claudio Barbaro, sottosegretario di Stato – MASE e Donatella Bianchi, già Presidente WWF Italia e Parco Nazionale Cinque Terre.


A seguire sono intervenuti Francesco Marchese e Emanuele Raso del Parco Nazionale Cinque Terre che hanno presentato il progetto europeo Stonewallsforlife, Giulia Galluccio, Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) che ha presentato il piano di adattamento ai cambiamenti climatici del Parco Nazionale delle Cinque Terre e Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità Legambiente, che ha presentato le Linee guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici nelle aree protette. Gli interventi hanno evidenziato l’importanza del Piano e delle Linee Guida, entrambi realizzati nell’ambito del progetto europeo StonewallsforLifefinanziato dal programma LIFE, di cui il Parco è capofila, con il contributo scientifico della Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), che ha lavorato specificamente alla sua realizzazione, in collaborazione con Legambiente, partner del progetto.


Il Piano di Adattamento Climatico nasce dall’esigenza di fornire strumenti operativi e strategie di gestione che consentano di mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Attraverso un approccio scientifico e partecipato, il documento definisce un quadro di azioni mirate, basate su soluzioni fondate sulla natura (nature-based solutions), che valorizzano il patrimonio delle Cinque Terre. Uno degli elementi cardine del Piano è il recupero e la manutenzione dei tradizionali muri a secco, strutture essenziali per la stabilità idrogeologica e per la conservazione del paesaggio agrario storico. La valorizzazione e il ripristino di queste opere rappresentano una risposta efficace e sostenibile agli effetti erosivi e al rischio di dissesto idrogeologico, oltre a contribuire alla salvaguardia della biodiversità locale.


Nella seconda parte dell’evento Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette Legambiente, ha coordinato gli interventi sul tema “Le sfide climatiche per le aree protette e le comunità locali”. All’incontro hanno partecipato Piero Genovesi, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Mauro Durbano, Presidente Parco Nazionale Gran Paradiso, Giuseppe Luzzi, Presidente Parco Nazionale Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, Patrizio Scarpellini, Direttore Parco Nazionale Cinque Terre, Luciano Sommarone, Direttore Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Marco Visconti, Commissario Straordinario RomaNatura, Stefano Donati, Direttore Parco nazionale del Circeo. “Gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più violenti sono ormai tangibili e anche il nostro Paese, tra i più esposti del continente europeo, dovrà affrontare questa emergenza insieme alle conseguenze che provoca sulla perdita di biodiversità – ha dichiarato Giorgio Zampetti Direttore Generale di Legambiente – Per questa ragione il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici del Parco nazionale delle Cinque Terre, il primo di questo tipo in Italia, e le Linee guida redatte per i parchi sono strumenti di analisi e applicativi utili a contrastare la crisi climatica e limitarne gli effetti sulla natura protetta”.


Patrizio Scarpellini, direttore Parco Nazionale delle Cinque Terre ha spiegato l’importanza di un’area protetta nell’ambito delle strategie di adattamento: «il Parco svolge un ruolo attivo nella conservazione e valorizzazione del paesaggio agrario, attraverso attività di sostegno all’agricoltura, studi e monitoraggi finalizzati a garantire la gestione sostenibile dei terrazzamenti e delle coltivazioni tradizionali. E il Piano avrà l’obiettivo non solo di contrastare l’abbandono del territorio, ma anche di favorire la continuità delle comunità locali, mantenendo vivo il legame tra uomo e ambiente e assicurando la trasmissione delle conoscenze e delle pratiche agricole tradizionali alle future generazioni». “Il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici segna un momento decisivo per la tutela e la valorizzazione del nostro territorio – ha concluso Lorenzo Viviani, Presidente Parco nazionale delle Cinque Terre – Le Cinque Terre non sono solo un paesaggio da preservare, ma un ecosistema vivo, in cui l’uomo e la natura convivono in un equilibrio dinamico. Qui, la salvaguardia ambientale non passa dall’esclusione dell’uomo, ma dal suo coinvolgimento attivo: sono gli agricoltori, i pescatori, le comunità locali a custodire da secoli il fragile equilibrio di questi luoghi, rendendoli resilienti di fronte alle sfide del futuro.? Progetti come Stonewallsforlife dimostrano che i saperi tradizionali non appartengono al passato, ma rappresentano una chiave per affrontare il cambiamento climatico con soluzioni concrete e sostenibili. Il nostro impegno è trasformare il Parco delle Cinque Terre in un laboratorio di innovazione ambientale, dove ricerca scientifica e tradizione si fondano in un nuovo approccio pragmatico alla tutela del territorio.?Con la presentazione del Piano e delle Linee Guida per l’adattamento climatico nei Parchi, poniamo le basi per un modello in cui l’uomo non è il problema, ma la soluzione. Solo attraverso un’azione collettiva e una visione condivisa possiamo garantire che questo patrimonio unico resti vivo, produttivo e protetto per le generazioni future».

Mostre, a Roma “Amano Corpus Animae” dedicata a Yoshitaka Amano

Mostre, a Roma “Amano Corpus Animae” dedicata a Yoshitaka AmanoRoma, 27 mar. (askanews) – Dopo il successo a Milano, dal 28 marzo la mostra “Amano Corpus Animae”, dedicata al Maestro Yoshitaka Amano, arriva a Roma nello spazio espositivo del Museo di Roma a Palazzo Braschi (fino al 12 ottobre). Ideata e sviluppata da Lucca Comics and Games e curata da Fabio Viola, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, e celebra i 50 anni di carriera del Maestro raccogliendo in un unico percorso espositivo più di 200 tra opere originali, cel d’animazione e oggetti di culto.


Un viaggio nella storia dell’animazione e dell’intrattenimento mondiale vissuto attraverso le numerose tappe che hanno contraddistinto la carriera dell’artista di Shizuoka. Un percorso reso unico anche grazie all’ambientazione in cui la mostra viene ospitata: il Museo di Roma a Palazzo Braschi, che sancisce definitivamente il rapporto tra l’artista giapponese e la città di Roma da lui sempre amata, sin dagli anni ’70. “Amano Corpus Animae” è la prima esposizione che l’artista realizza nell’Urbe, città che per la sua arte è stata frutto di ispirazione e dalla quale ha recepito molteplici suggestioni: soprattutto le mitologie greco romane. Il Maestro si è affermato come un creatore di mitologie contemporanee, che sono entrate nelle case di tutti, abbattendo le barriere del tempo e rimanendo impresse nell’immaginario collettivo di diverse generazioni. I visitatori potranno ripercorrere la genesi dei suoi anime e i suoi videogiochi, con gli inconfondibili sketch e painting e con la commistione di disegni e colori tipica di alcune sue opere. Da Tatsunoko a Final Fantasy, dai primi passi mossi dall’artista negli anni ’70 negli studi di animazione fino alle opere più recenti, la mostra comprende gran parte delle creazioni che hanno contribuito ad affermare Amano come uno degli artisti più talentuosi nel panorama mondiale, un character designer di assoluta grandezza consacrato anche nell’olimpo degli artisti contemporanei.


A rendere ancora più unico l’appuntamento di Palazzo Braschi saranno le opere originali, mai esposte in Italia, che raccontano la collaborazione di Yoshitaka Amano con il celebre Michael Moorcock, uno dei più importanti esponenti della letteratura fantastica, autore dell’opera Elric di Melnibonè. I visitatori potranno godere dell’incontro dei due maestri e dei loro immaginari, quello narrativo e quello visivo, in sei tavole dalle quali si evince la genesi che ha guidato il Sensei nella creazione delle opere di Final Fantasy. Caratterizzata da una poliedrica produzione, che va dal videogioco al manga, dall’anime al teatro, dalla moda alle fine art attraversando il mondo dell’editoria e del fumetto, l’arte del Maestro sarà restituita attraverso le cinque sezioni della mostra.


Le installazioni site-specific che compongono questo percorso rendono originale l’esposizione in un’ottica museale che, con luci, fondali e colori, esalta gli innumerevoli originali che la compongono in un percorso in grado di coinvolgere la memoria emotiva del visitatore. Così come la produzione artistica di Amano, l’esposizione vuole essere una sequenza di narrazioni in grado di ripercorrere le tante anime dell’autore. La mostra si articola in cinque sezioni che permettono l’ingresso nel mondo del Maestro tramite opere iconiche ormai impresse nell’immaginario collettivo: dai primi disegni per l’animazione del periodo Tatsunoko alle variant cover di Batman o Superman; dal Pinocchio dei primi anni ’70 ai disegni originali di Final Fantasy che saranno esposti per la prima volta in Europa; fino alle opere inedite del 2024 come quella in tre atti, legata al Centenario Pucciniano, con cui Amano ha voluto omaggiare Lucca Comics and Games disegnandone i tre poster per l’ultima edizione della manifestazione. In mostra anche cinque opere tattili del maestro Amano pensate per il pubblico non vedente o ipovedente.


Infine, a disposizione dei visitatori appassionati o semplici curiosi dell’arte di Amano ci sarà un ampio calendario di aperture straordinarie della mostra. Da sabato 29 marzo, infatti, e fino alla chiusura, l’esposizione rimarrà aperta fino alle 22, con ultimo ingresso previsto alle ore 21, nelle seguenti giornate: sabato 29 marzo, venerdì 4 aprile, sabato 5 aprile, venerdì 11 aprile, sabato 12 aprile; venerdì 18 aprile, sabato 19 aprile, domenica 20 aprile, venerdì 25 aprile, sabato 26 aprile; venerdì 02 maggio, sabato 3 maggio, domenica 4 maggio. La mostra sarà aperta in via eccezionale anche lunedì 21 aprile 2025 in occasione di Pasquetta e del Natale di Roma, dalle ore 10 alle ore 22.

All’IIC di Londra presentato “The Never Ending Empire” di Aldo Cazzullo

All’IIC di Londra presentato “The Never Ending Empire” di Aldo CazzulloRoma, 27 mar. (askanews) – Da Giulio Cesare, “condottiero, politico, e – perché no – anche cronista”, alla testimonianza che l’Impero romano ha lasciato al mondo, con la inconfondibile impronta di una potenza a quel tempo globale e che tutti i potenti di ieri e di oggi tentano di imitare: è lo scenario che Aldo Cazzullo ha raccontato ad un pubblico entusiasta all’Istituto Italiano di Cultura di Londra. In conversazione con il direttore dell’Istituto di Belgrave Square Francesco Bongarrà, il vicedirettore del Corriere della Sera ha presentato la traduzione inglese (dal titolo “The Never Ending Empire”) del suo libro “Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero in­finito”. Un incontro intenso, che ha registrato una significativa presenza di pubblico locale – in sala c’era anche Stanley Johnson, ex eurodeputato e padre dell’ex premier Boris – e nel quale Cazzullo ha sottolineato che “in fondo l’Impero romano non è mai caduto”.


“Tutti gli imperi della storia si sono presentati come eredi degli antichi romani: l’Impero romano d’Oriente; il Sacro Romano Impero di Carlo Magno; Mosca, la terza Roma. E poi l’Impero napoleonico e quello britannico. I regimi fascista e nazista. L’impero americano e quello virtuale di Mark Zuckerberg, grande ammiratore di Augusto: il primo uomo a guidare una comunità multietnica di persone che non si conoscevano tra loro ma condividevano lingua, immagini, divinità, cultura”, spiega. Insomma, sostiene con una teoria di storie ed esempi, “Roma vive”, ricostruendo con curiosità e rigore il mito dell’Impero partendo dai personaggi e dalle storie e arrivando alle idee e ai segni. A cominciare da quello che è stato il simbolo di tutti gli imperi del mondo, da Roma all’America: l’aquila.

Yanagi in Pirelli HangarBicocca, arte che somiglia a una speranza

Yanagi in Pirelli HangarBicocca, arte che somiglia a una speranzaMilano, 26 mar. (askanews) – Il caos e la quiete; la distruzione e la ricomposizione; l’inferno e il cielo. Attraversare la mostra “Icarus” dell’artista giapponese Yukinori Yanagi, ospitata nelle Navate di Pirelli HangarBicocca a Milano, è un’esperienza che genera di continuo sensazioni opposte, apparentemente inconciliabili, eppure armonizzate dalla grande consapevolezza dei lavori. Ci sono esplosioni nucleari e grandi neon, c’è l’evocazione pop di Godzilla e ci sono spazi di pura poesia, ci sono le formiche, che si muovono attraverso le bandiere di sabbia in un’opera famosa presentata alla Biennale di Venezia. E ovviamente c’è il pensiero di Yanagi.


“L’essere umano – ci ha detto l’artista – ha un cervello più sviluppato rispetto alle formiche e questo fa sì che sia sempre in uno stato di cambiamento. Il problema è che a volte questo costante stato di cambiamento crea delle contraddizioni, ma da queste contraddizioni nasce la speranza, che è ciò che ci porta ad andare avanti”. La speranza, una parola decisiva se si vuole provare a “essere” realmente nella mostra, che è uno spazio di continua incertezza, e quindi di possibilità, memore del passato spesso tragico, ma aperto a una riconsiderazione dell’idea di futuro. Il progetto è curato da Vicente Todolì insieme a Fiammetta Griccioli. “È un’artista che lavora con diversi media – ha spiegato ad askanews la co-curatrice – dalla scultura all’installazione al disegno e che sa combinare opere su una scala maggiore, architettonica possiamo dire, con gesti più intimi come disegni che seguono le tracce delle formiche e ha questa capacità unica di relazionarsi allo spazio architettonico, a spazi postindustriali come quelli di HangarBicocca”.


Tra le tante opere che catturano attenzione ed emozioni spicca, a nostro avviso, quella che dà il titolo all mostra. “Icarus – ha aggiunto Griccioli – fa riferimento al mito greco di Icaro, che per l’artista diventa una metafora sull’arroganza umana, sull’eccessiva confidenza nella tecnologia, nella modernizzazione, quindi è quasi un monito”. Dentro i container, simbolo tangibile di una globalizzazione selvaggia, il visitatore vive una vera e propria sospensione del tempo. Come Icaro ci si può avvicinare al sole, ma i corridoi bui ed incerti, con i loro specchi e i versi di Mishima, sono anche una strada verso l’altro e, pur nella totale orizzontalità del lavoro, anche verso l’alto, verso il cielo. Quello stesso che Icaro attraversò cercando la sua forma di felicità. È un lavoro importante, che ricorda, come intensità, le cose migliori viste in Hangar negli anni, e possiamo citare Juan Munoz, Mike Kelley o Carsten Holler, per intenderci.


“Io desidero che l’arte – ha concluso Yukinori Yanagi – sia una forma di salvezza, perché alla fine ci permette di entrare in contatto con l’altro, con le altre persone. E l’immaginazione ci permette di creare delle storie che possono permetterci di raggiungere sia chi non c’è più, sia chi verrà in futuro”. E proprio il futuro diventa possibile qui dentro, anche sotto una bomba nucleare mai esplosa, che ci fa da monito, certo, ma nel contempo offre uno spazio di possibilità reale. (Leonardo Merlini)

”Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo”, aperture serali

”Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo”, aperture seraliRoma, 25 mar. (askanews) – Aperture straordinarie, nel fine settimana e con l’estensione degli orari di ingresso, per la mostra “Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo”, in corso fino al 4 maggio 2025 al Museo di Roma a Palazzo Braschi.


Da sabato 29 marzo fino alla chiusura, l’esposizione rimarrà aperta fino alle 22.00, con ultimo ingresso previsto alle ore 21.00, nelle seguenti giornate: sabato 29 marzo; venerdì 4 aprile, sabato 5 aprile, venerdì 11 aprile, sabato 12 aprile, venerdì 18 aprile, sabato 19 aprile, domenica 20 aprile, venerdì 25 aprile, sabato 26 aprile; venerdì 02 maggio, sabato 3 maggio, domenica 4 maggio. La mostra sarà aperta in via eccezionale anche lunedì 21 aprile 2025 in occasione di Pasquetta, dalle ore 10.00 alle ore 22.00.


I restanti giorni della settimana, dal martedì al venerdì, l’orario di apertura rimane invariato dalle 10.00 alle 19.00 con ultimo ingresso alle 18.00. L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è curata da Ilaria Miarelli Mariani (Direttrice della Direzione Musei Civici Sovrintendenza Capitolina) e Raffaella Morselli (Professoressa ordinaria Sapienza Università di Roma), con la collaborazione di Ilaria Arcangeli (Ph.D Università di Chieti Gabriele D’Annunzio). Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Catalogo Officina Libraria.


LA MOSTRA La mostra è dedicata alle tante artiste che dal XVI al XIX secolo hanno fatto di Roma il loro luogo di studio e di lavoro con una produzione ricca, variegata e di assoluto rilievo artistico, spesso relegate a una sorta di “silenzio” storiografico. Protagoniste della mostra le artiste presenti nelle collezioni capitoline, come Caterina Ginnasi, Maria Felice Tibaldi Subleyras, Angelika Kaufmann, Laura Piranesi, Marianna Candidi Dionigi, Louise Seidler ed Emma Gaggiotti Richards, oltre a una selezione significativa di altre importanti artiste attive in città come Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi, Maddalena Corvina, Giovanna Garzoni, e di molte altre il cui corpus si sta ricostruendo in questi ultimi decenni di ricerca. I diversi linguaggi, generi e tecniche, sono evidenziate nel percorso di mostra da tappe e figure rappresentative. Attraverso circa 130 opere, il percorso espositivo descrive il progressivo inserimento delle pittrici nel mercato internazionale, con il faticoso conseguimento del pieno accesso alla formazione e alle più importanti istituzioni della città, quali l’Accademia di San Luca e l’Accademia dei Virtuosi al Pantheon.

Mostre a Roma, arte sostenibile e salute mentale alla GNAMC

Mostre a Roma, arte sostenibile e salute mentale alla GNAMCRoma, 25 mar. (askanews) – Dall’1 al 4 aprile 2025 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ospiterà la creazione dal vivo di un’opera d’arte collettiva composta da materiali di plastica riciclata. Dopo il mosaico di Basaglia donato a Papa Francesco nell’ambito del Festival della salute mentale RO.MENS lo scorso ottobre, questa volta sarà Lady Be, artista internazionale nota per il suo impegno nell’arte sostenibile e nell’inclusione sociale, a realizzare un nuovo mosaico insieme agli utenti del servizio di salute mentale del distretto 6 dell’ASL Roma 2. L’identità del personaggio che sarà raffigurato nell’opera è ancora ignota e sarà svelata dall’artista soltanto in fase di realizzazione.


L’iniziativa si inserisce nel contesto della IV Edizione del Festival RO.MENS per l’inclusione sociale contro il pregiudizio, organizzato ad ottobre 2025 dal Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, che ha già ricevuto nelle precedenti edizioni il patrocinio della RAI. “Il mio lavoro con i materiali di riciclo – ha affermato Lady Be – è anche una metafora della possibilità di rinascita e di riscatto. Con entusiasmo ho aderito a questo progetto che vede il coinvolgimento attivo dei giovani utenti del Dipartimento di Salute Mentale, trasformando i rifiuti in arte e ribadendo il valore della seconda possibilità, sia per le persone che per gli oggetti”.


“L’arte e la salute mentale- concludono Isabella de Stefano ed Emanuele Caroppo, coordinatori dell’iniziativa rispettivamente per la GNAMC e per la ASL – si uniscono nella splendida cornice della Galleria Nazionale, in un progetto di integrazione e collaborazione già in atto da tempo”.