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“The Global News”, nasce testata on line diretta da Giovanni Terzi

“The Global News”, nasce testata on line diretta da Giovanni TerziRoma, 10 mar. (askanews) – Una testata on line che nasce da “un vuoto di conoscenza” e che spera di essere un faro acceso sulle storie che spesso si fa fatica a raccontare, soprattutto perché vengono da Paesi in cui è più difficile raccontare. Il suo obiettivo è quello di focalizzarsi sui diritti umani e sulle violazioni che non dovrebbero passare inosservate. Ad aprire la presentazione di “The Global News” un saluto inviato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Accolgo con interesse questa nuova iniziativa editoriale, che viene presentata oggi in Senato. Non potrò partecipare per impegni istituzionali ma invio al direttore di The Global News, Giovanni Terzi, e a tutti i collaboratori della testata le mie congratulazioni e auguri sinceri di buon lavoro e di successo. La nascita di un giornale è sempre una notizia positiva, poiché offre un contributo al pluralismo dell’informazione; a maggior ragione se ha come focus la libertà dei media, al cui rispetto l’Italia e il Governo prestano massima attenzione”.
“Partiamo da video e foto, inizialmente non avremo tanti commenti. Abbiamo scelto di puntare sui contenuti video perché il video forse arriva prima. La speranza è che attraverso le immagini, le coscienze possano interessarsi veramente a ciò che avviene in alcuni Paesi e che non viene raccontato dall’informazione tradizionale. Quante cose succedono in Sudamerica, in Cambogia o a Taiwan e non sappiamo?” ha dichiarato Giovanni Terzi nel corso della presentazione – durante la quale è stato illustrato un rapporto sui giornalisti russi uccisi e incarcerati in Russia da quando Putin è al potere – aggiungendo: “Abbiamo scoperto che in giro per il mondo ci sono tante sentinelle di libertà che non hanno modo di far conoscere alcuni fatti. Ci stiamo muovendo con molta attenzione e parsimonia, vista anche la delicatezza di quelle storie e i pericoli che corre chi le racconta”.
Sul sito della testata, sotto il nome, c’è una citazione di Marco Pannella (“La vita del diritto per il diritto alla vita”) nel suo ruolo di fondatore del “Global committee for the rule of law”. Ed è proprio dopo aver conosciuto due anni fa quest’ultimo che Simona Ventura – editrice del progetto “The Global News” – si è appassionata al diritto alla conoscenza: “Trovo che sia un diritto umano, più che civile. Questo progetto è una piccola goccia nel mare ma anche un piccolo faro può diventare un grande sole, che illumina realtà abbandonate in giro per il mondo”.
Tra un paio di settimane alcune notizie raccolte on line verranno pubblicate anche sul quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, Libero, mentre da settembre partirà l’avventura di un semestrale che sarà distribuito nelle edicole di Roma e Milano.
La presentazione di “The Global News” si è tenuta in occasione di un convegno sulla libertà dell’informazione in Europa, “EU Media Freedom Act e Diritto alla Conoscenza. Il progetto The Global News”, iniziativa del Sen. Marco Scurria e del Sen. Terzi di Sant’Agata che ha costituito un primo seguito ad una risoluzione approvata il primo febbraio nella Commissione del Senato per le Politiche dell’UE che recepisce una proposta di regolamento europeo sulla libertà dei media: lo “European Media Freedom Act”. La proposta mira ad armonizzare il mercato interno dell’UE dei media e a garantire che questi, pubblici e privati, possano operare senza indebite pressioni politiche, atti di spionaggio e con finanziamenti stabili.
Dopo le relazioni introduttive del Sen. Scurria e del Sen. Terzi di Sant’Agata, sono intervenuti: Giacomo Lasorella, Presidente dell’AGCOM; Giovanni Terzi, Direttore di The Global News; Simona Ventura, editore di The Global News; Alessandro Sallusti, Direttore di Libero; Fiamma Nirenstein, editorialista e scrittrice; on. Roberto Giachetti, membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera; on. Marco Beltrandi, già membro della Commissione parlamentare di Vigilanza RAI; Sen. Roberto Rampi, già membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa; Matteo Angioli, Segretario del Global Committee for the Rule of Law – Marco Pannella.

Palazzo Grassi, come le immagini sono diventate fotografia

Palazzo Grassi, come le immagini sono diventate fotografiaVenezia, 10 mar. (askanews) – Una possibile storia dell’evoluzione della fotografia nel XX secolo, attraverso le riviste. Palazzo Grassi a Venezia presenta una mostra ambiziosa e, nonostante alcune apparenze, anche imponente, basata sull’archivio di Condé Nast, per parlare di come è cambiato il modo di pensare e distribuire le immagini e al tempo stesso raccontare come si è evoluto il costume attraverso il Secolo breve.
“È una première a livello mondiale – ha detto ad askanews Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi – perché questo archivio Condé Nast che ripercorre tutto il secolo scorso è stato acquistato in parte dalla Collezione Pinault, e Pinault ha voluto che la prima presentazione fosse fatta a Venezia e a Palazzo Grassi, per dare rilievo anche alla nostra programmazione”.
La mostra si intitola “Chronorama” e segue un filo temporale, dagli anni Dieci agli anni Settanta, attraverso 407 immagini. “L’obiettivo della mostra – ha aggiunto il curatore Matthieu Humery – è osservare il modo in cui le immagini diventano fotografia e questa a sua volta diventa prominente nel corso del XX secolo. Vogliamo andare alle origini di questa storia ed è interessante vedere che inizia con l’illustrazione, di grande livello e qualità, per poi evolversi in fotografia. E questa, lentamente, ma in modo inesorabile, nel corso degli anni Dieci e Venti diventa il medium in assoluto più usato dalle riviste. Noi raccontiamo questa evoluzione”.
Accanto a questo aspetto, ovviamente centrale, c’è però anche il tema di come cambia il racconto che le riviste fanno del loro tempo e dopo gli anni della Seconda Guerra mondiale comincia a delinearsi chiaramente un’idea di “società dello spettacolo”, per citare il filosofo Guy Debord, e nelle fotografie esposte arrivano sempre più attrici, artisti, modelle e gruppi musicali. Possiamo fare qualche nome, sparso: Catherine Deneuve in grembiule bianco; un giovanissimo Mick Jagger; oppure Hemingway a torso nudo o Susan Sontag con il figlio Davi. In qualche modo si consolida, a livello di immaginario collettivo e di cultura di massa, il racconto delle celebrità e dello star system, fatto comunque con la genialità di fotografi come Irving Penn, per esempio. E poi la mostra di Palazzo Grassi è anche un dispositivo per riflettere sulla nostra relazione oggi con le immagini e la loro costante produzione e disponibilità.
“Oggi quando scattiamo una fotografia con il telefono – ha concluso Humery – siamo subito consapevoli dell’immaterialità di questa immagine, non c’è alcun oggetto. Qui invece mostriamo anche la fotografia come oggetto, è c’è qualcosa di magico nello stato di queste immagini, che sono immagini appunto, ma sono anche oggetti”.
Oltre alle immagini storiche, poi, la mostra presenta le opere di quattro artisti contemporanei – Tarrah Kranjak, Eric Mack, Daniel Spivakov e Giulia Andreani, chiamati a esplorare il rapporto con le fotografie, il luogo e il tempo. In un intreccio di suggestioni che rispecchia e amplifica l’attitudine polifonica di Palazzo Grassi.

Calabria, Scuticchio: fare musica qui è un’utopia

Calabria, Scuticchio: fare musica qui è un’utopiaRoma, 10 mar. (askanews) – Giorgio Scuticchio, di professione dj, si fa portavoce di un disagio collettivo che riguarda i giovani meridionali. Al Sud, dice, inseguire i propri sogni, soprattutto se musicali, è impossibile. Un disagio collettivo che riguarda anche la sciatteria con cui si sfruttano le bellezze naturali. Uno scrigno spesso maltratto e scarsamente valorizzato. Un palcoscenico naturale che aiuterebbe anche chi vuole esprimersi liberamente…
I dati sono impietosi. I giovani italiani lasciano mamma e papà attorno ai 30 anni di età, mentre in Europa la media si attesta a 26. Ma mica finisce qui: quando i nostri ragazzi riescono a mettersi in proprio faticano a trovare lavoro. Che spesso risulta malpagato e fonte di sfruttamento. Eurostat, con i suoi dati, fotografa una situazione intollerabile e spiega che, fra i 20 e i 24 anni, la retribuzione è da fame, rispetto all’impegno profuso, e che, negli ultimi due anni, la quota dei cosiddetti sottopagati è cresciuta di tre punti, passando dal 12,3 al 15,3 per cento: “Ma se quei numeri che già di per sé dovrebbero far riflettere, si riferissero solo al Meridione sarebbero ancora più preoccupanti – dice Giorgio Scuticchio, di professione dj – La musica è la mia passione ma farla in Calabria è davvero impresa ardua. Rosa Chemical, a Sanremo, ha mostrato al mondo che è possibile esprimersi liberamente. Ma, al Sud, questo è pura utopia”.
Solo frivolezze, dicono. Di musica non si mangia, spiegano. Vai a lavorare, consigliano: “Nella mia terra, bella, ma nello stesso tempo difficile, fare arte è complicato – continua Scuticchio – non solo per le opportunità che vengono offerte, ma, anche e soprattutto, per il clima che si crea. Lavoro otto ore al giorno per guadagnarmi da vivere e per dedicarmi poi alla mia passione. Il problema è che, qui da me, si lanciano missili contro l’autostima, si rivolgono critiche dannose, si sputa veleno contro chi vuole inseguire i propri sogni. E questo fiume di commenti negativi fa male, scuote l’anima, uccide i sogni. Quando sottolineano che l’articolo 21 della Costituzione garantisce, sotto varie forme, di dire quello che si pensa, sottolineo sempre che questo non vale per chi vuole fare l’artista in Calabria”.
Un disagio che diventa collettivo e di cui Giorgio si fa portavoce: “Oggi ho trovato la mia isola felice -spiega- in una radio di Ibiza, Radio Ibiza Stardust. Una radio dove posso farmi conoscere. Ma anche sui social musicali come MixCloud e SoundCloud, passo dopo passo, mi sto costruendo la mia piccola notorietà. Parlo di due piattaforme di riferimento, a livello mondiale, per aspiranti dj come me. Lavoriamo fino allo sfinimento per poter realizzare i nostri sogni. Ma vorremmo almeno essere giudicati meglio, avere più occasioni e capire se stiamo solo perdendo tempo o possiamo fare, con la nostra arte, qualcosa di importante al prossimo. A me piacerebbe tanto che Rosa Chemical o, perché no, Achille Lauro, paladini della libertà di espressione, ci venissero a trovare per accendere i riflettori su una realtà mortificata. Per testimoniare che esistiamo. Che siamo vivi. Che abbiamo qualcosa da dare”.
Una denuncia che parte come personale ma che diventa poi collettiva e abbraccia vari settori. Non solo quello artistico e musicale: “La verità -afferma Scuticchio- è che qui si sottovaluta tutto. Si sottovalutano le persone, con i loro desideri, ma si sottovalutano anche le bellezze naturali che abbiamo e che non riusciamo, diciamo così, a sfruttare adeguatamente. Il nostro mare dovrebbe essere fonte di ricchezza per tutti. Per le strutture ricettive, per i ristoranti, per chi, in quel settore, lavora ma anche per noi artisti. Se ci fossero politiche adeguate ad attirare qui turisti italiani e stranieri, avremmo anche noi musicisti un palcoscenico dove esibirci. E invece no. Niente. Preferiamo fare i conti con i dati sul tasso di disoccupazione giovanile che qui, come è noto, supera il 50%. Mi chiedo perché tutto questo”.
Qualcuno, a questo punto, potrebbe suggerire di andare altrove. Di emigrare, insomma: “Non ci penso nemmeno – chiosa Scuticchio – se tutti la pensassero così, le nostre terre si svuoterebbero delle migliori energie. Io non ci sto. Resto qui e combatto. Anche grazie alla mia famiglia e, in particolare, a mio padre che mi sorregge nei momenti di sconforto. Potrei essere uno dei tanti che qui vorrebbero semplicemente esprimersi dal punto di vista artistico ma non hanno la possibilità di farlo. Uno dei tanti che però caparbiamente ci prova e vuole realizzarsi, avere una possibilità”.

Arte circolare in mostra alla Camera, esposte opere Premio CONAI

Arte circolare in mostra alla Camera, esposte opere Premio CONAI

Presidente Ruini: “Felicissimi che mostra arrivi in una sede di grande prestigio”

Roma, 9 mar. (askanews) – Da domani saranno esposte nuovamente a Roma, nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati (presso il complesso di Vicolo Valdina), tutte le venti opere che hanno partecipato alle edizioni 2022 e 2023 di Arte circolare, la mostra legata al premio CONAI dedicata agli esponenti della nuova generazione di artisti italiani, chiamati a reinterpretare la sostenibilità ambientale attraverso il linguaggio dell’arte. Curate entrambe da Spazio Taverna, le prime due edizioni di Arte circolare hanno visto in gara un totale di venti artisti italiani delle ultime generazioni, selezionati da Marco Bassan e Ludovico Pratesi sulla base di un’attenzione per le tematiche dell’innovazione e della sostenibilità unita ad un curriculum internazionale: i materiali utilizzati e i temi affrontati rappresentano, infatti, possibili soluzioni per proporre nuove forme creative legate alle sfide del futuro.
Alla prima edizione, presentata per la prima volta nelle sale di Spazio Taverna a maggio 2022, hanno partecipato Giulio Bensasson (vincitore con l’opera Non so dove non so quando #0478), Marco Emmanuele, Bea Bonafini, Gianluca Brando, Antonio della Guardia, Guglielmo Maggini, Diego Miguel Mirabella, Numero Cromatico, Lulù Nuti e Alice Paltrinieri.
La seconda edizione, in mostra al Corner Maxxi lo scorso gennaio, ha invece ospitato opere di Ruth Beraha (vincitrice con The Neverending Story), Veronica Bisesti, Lucia Cantò, Federica Di Pietrantonio, Antonio Fiorentino, Valentina Furian, James Hillman, Lucas Memmola, Francis Offman e Serena Vestrucci. “L’arte contemporanea è un importante veicolo di innovazione per la sua capacità di produrre visioni controintuitive e punti di vista laterali ma lungimiranti. Da tempo gli artisti si interrogano sulle questioni ambientali più urgenti portando all’attenzione del grande pubblico le sfide che la società deve affrontare per favorire uno sviluppo sostenibile sulla base dell’economia circolare” hanno puntualizzato i curatori della mostra.
“Le risposte alle sfide cui ci mette davanti il periodo che stiamo vivendo possono passare attraverso le strade più diverse”, ha commentato il presidente CONAI Luca Ruini. “Per raccontare l’economia circolare abbiamo bisogno di nuovi percorsi e nuove visioni. Come quelle degli artisti che hanno partecipato ad Arte Circolare. L’arte contemporanea oggi può essere veicolo di nuovi valori: i venti artisti che hanno partecipato alle prime due edizioni hanno saputo sorprenderci nel raccontare il ruolo del Consorzio come attore di primo piano nella nostra economia circolare. Sono felicissimo che le loro opere tornino in mostra a Roma in una sede istituzionale di grande prestigio”.
“L’arte non va considerata come un semplice prodotto estetico, ma come il principale attivatore di processi di innovazione. Se non si investe sull’arte e non si adotta la creatività tipica degli artisti, l’economia ne soffrirà, specialmente in un’epoca in cui è richiesta una forte dose di innovazione per essere sostenibili”, hanno sottolineato gli esperti di economia e sostenibilità Carlo Alberto Pratesi e Andrea Geremicca. La mostra è aperta al pubblico dalle 11:00 alle 19:30, con ultimo ingresso alle 19:00.

Ucraina tra luce rivoluzione e ombra guerra, performance a Roma

Ucraina tra luce rivoluzione e ombra guerra, performance a RomaRoma, 9 mar. (askanews) – Ad un anno dall’invasione dell’Ucraina, il Goethe-Institut, l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania e la rivista Inside Art, organizzano un dibattito e una performance artistica (in inglese e in italiano) per sottolineare l’importanza dell’arte nell’intrepretare i cambiamenti radicali che la guerra impone al Paese e alla sua popolazione.
L’evento è intitolato “Radically different society: Ukrainian art in the light of revolution, in the shadow of war” e vuole raccontare l’impatto della guerra sul mondo dell’arte e il ruolo degli artisti oggi in Ucraina. Protagonisti della serata -martedì 14 marzo alle 18.30 presso l’Auditorium del Goethe-Institut a Roma – la curatrice ucraina Lesia Kulchynska, Gioia Dal Molin, responsabile artistica dell’Istituto Svizzero di Roma, Guido Talarico, editore della rivista Inside Art, e l’artista ucraino Borys Kashapov, classe 1984.
Dalla rivoluzione arancione del 2004 all’invasione russa dello scorso 24 febbraio la società in Ucraina ha attraversato cambiamenti radicali. Cambiamenti che le artiste e gli artisti di questo Paese hanno cercato di interpretare sperimentando non solo nuove forme di produzione artistica, ma anche nuove forme di lavoro collettivo.
Le artiste e gli artisti, racconta la curatrice Lesia Kulchynska “erano consapevoli che i modelli che avevano funzionato per le generazioni precedenti non erano più applicabili e che bisognava inventarne di nuovi radicalmente diversi. Un tratto distintivo dell’arte ucraina di questo periodo è il desiderio di creare non solo opere d’arte, ma di costruire lo stesso tessuto sociale in modo diverso”.
Ciò che è stato prezioso nell’esperienza della rivoluzione arancione sono state le pratiche. Pratiche di solidarietà, di sostegno reciproco, di azione collettiva e, ultimo ma non meno importante, dell’”attuazione pratica del diritto alla città e ai suoi spazi pubblici come spazi che appartengono ai cittadini e possono fungere da arena della lotta politica.”
A seguire nel KunstRaum Goethe si svolgerà la performance di Borys Kashapov “Painting on Nails” (Foto: © Severina Venckute).

“Mille Pare”, podcast di Alessia Lanza sulle ansie della Gen Z

“Mille Pare”, podcast di Alessia Lanza sulle ansie della Gen ZRoma, 9 mar. (askanews) – Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Perché non c’è il “troio”? Come trovo la mia strada? Alessia Lanza, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su Tik Tok, debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast. In ognuna delle 10 puntate, Alessia affronta una “para” diversa e, grazie al supporto della psicologa Samantha Vitali, cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei. “Mille Pare” è disponibile da giovedì 9 marzo su OnePodcast, su tutte le principali piattaforme di streaming audio e su Inspiring Women, la playlist con i migliori podcast condotti da donne, creata per la prima volta in Italia da Spotify.
Da sempre sensibile ai temi che riguardano i giovani d’oggi e le loro vulnerabilità, affrontate anche nel libro autobiografico “Non è come sembra”, in questo podcast la celebre influencer tratta il benessere mentale della sua generazione cercando di dare supporto ai ragazzi della sua età attraverso i consigli della terapeuta Samantha Vitali. “Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta – afferma la stessa Alessia – Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.
In ogni puntata del podcast, Alessia si sofferma su “la para del giorno” affrontando temi che vanno dal rapporto con i social network – come non rischiare di diventarne dipendenti e come difendersi dagli haters – allo sdoganare il bisogno dello psicologo e della terapia, dalla difficoltà nel parlare liberamente delle proprie inclinazioni sentimentali e sessuali all’ansia sociale, fino a domandarsi per quale motivo i comportamenti delle ragazze vengano spesso etichettati e siano più facilmente soggetti a un giudizio severo.
Alessia tocca anche il tema dell’uso dei filtri e delle app di fotoritocco sui social e rivela quali possono essere i campanelli d’allarme per riconoscere una dipendenza affettiva, condividendo la sua personale esperienza. Consigli e supporto anche per trovare gli strumenti adatti ad affrontare un momento di sofferenza come quello della separazione dei genitori e la condivisione di stratagemmi su come arginare la paura del futuro, per empatizzare con quelle problematiche che colpiscono la maggioranza dei giovani e far sentire ognuno di loro un po’ meno solo e incompreso.
Alessia Lanza è una ragazza di 22 anni, nata in un paesino in provincia di Cuneo e trapiantata a Milano due anni fa.
“Mille Pare” è un podcast di Alessia Lanza, prodotto da OnePodcast. Le prime due puntate – “Vado dallo psicologo?” e “Come si supera l’ansia sociale?” – sono disponibili da giovedì 9 marzo sull’app OnePodcast, su tutte le principali piattaforme di streaming audio (Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Google Podcast) e su Inspiring Women, la playlist con i migliori podcast condotti da donne, creata per la prima volta in Italia da Spotify.
È possibile ascoltare il podcast “Mille Pare” di Alessia Lanza su Spotify al link: https://open.spotify.com/show/0tev5vtPtF89FOssALZWUx?si=54559dd800ec4973.
OnePodcast è la piattaforma che raccoglie tutti i podcast del Gruppo GEDI.

Da aprile arriva The Hollywood Reporter Roma

Da aprile arriva The Hollywood Reporter RomaRoma, 9 mar. (askanews) – The Hollywood Reporter (THR), uno dei principali brand mediatici nel mondo dell’intrattenimento, lancia la sua prima edizione europea in quasi cento anni di storia. Con il suo debutto italiano, The Hollywood Reporter Roma sarà una piattaforma multimediale con un sito web, una rivista cartacea e una rete di community che promuoveranno ed evidenzieranno le esperienze locali, gli eventi nazionali ed europei, tutti rivolti al mercato globale.
Brainstore Media, editore italiano e parte di Artmediamix guidato da Gian Marco Sandri, è leader nel settore della comunicazione digitale e globale, oltre che degli eventi trasmessi in diretta. “Avevamo la necessità di creare una partnership internazionale con un brand autorevole per presidiare uno spazio di mercato dell’editoria dell’entertainment che esiste e segue un trend esponenziale come quello dello sviluppo delle piattaforme di streaming” – ha dichiarato Gian Marco Sandri – Roma è la città del cinema, ha fatto la storia dello spettacolo, dal Colosseo a Cinecittà. La convergenza dei successi italiani nell’arte, nello sport, nella musica e nel cinema ha restituito all’Italia una centralità di cui questo ponte tra Roma e Hollywood vuole essere specchio e motore. Per l’industria dell’intrattenimento e non solo”.
Concita De Gregorio guiderà The Hollywood Reporter Roma, la cui uscita è prevista per aprile. Secondo De Gregorio, “The Hollywood Reporter Roma mira a promuovere la qualità e la creatività italiana in tutto il mondo, senza vincoli, intercettando i cambiamenti culturali e sociali. Il mezzo audiovisivo è diventato centrale nel processo di conoscenza e di educazione delle nuove generazioni, e continuerà ad esserlo. E’ quindi una grande gioia lavorare con uno staff editoriale di giovani e giovanissimi per dare spazio e voce a tutto ciò”.
Nekesa Moody, direttore editoriale di The Hollywood Reporter, supervisiona le operazioni editoriali del brand mediatico dell’intrattenimento negli Stati Uniti. “Ci sono progetti incredibilmente interessanti e innovativi che provengono dall’Italia”, ha affermato Moody. “Siamo entusiasti che De Gregorio sviluppi un’identità autentica, mostrando reportage di grande livello, fotografia e video che i nostri lettori americani hanno imparato ad amare e di cui hanno fiducia”
“The Hollywood Reporter è impegnato ad espandere la portata dei suoi contenuti di intrattenimento di prima classe a livello globale”, hanno affermato Victoria Gold ed Elisabeth Rabishaw, Vicepresidenti Esecutivi e Co-Publisher di The Hollywood Reporter. “Abbiamo annunciato un’espansione digitale in Giappone a gennaio e siamo entusiasti di espandere la nostra presenza in Europa, in Italia, questa primavera”.

Sabato su La7 torna “Belli dentro Belli fuori”

Sabato su La7 torna “Belli dentro Belli fuori”

Prodotto dalla Me Production di Elio Bonsignore.

Roma, 8 mar. (askanews) – Sabato 11 marzo alle ore 11.00 circa su La7 torna in onda “Belli dentro Belli fuori” il programma di salute e benessere condotto da Alessia Ventura e dalla prestigiosa firma del Corriere della Sera Margherita De Bac.
Tanti gli esponenti illustri della medicina che ogni sabato si accomoderanno nell’elegante salotto del benessere con vista sulla Capitale ad iniziare dalla professoressa Laura Di Rienzo – docente di nutrizione clinica dell’Università di Roma Tor Vergata -con la quale si affronterà un tema molto dibattuto in questi giorni: alla luce della decisione della Commissione Europea di appoggiare la scelta dell’Irlanda di equiparare l’alcol al fumo di sigaretta, le chiederemo se il vino fa bene oppure no.
A seguire si parlerà di sport e benessere: gli italiani sostengono i grandi campioni, seguono lo sport a livello agonistico ma sono tra i più sedentari al mondo…Insieme al Dott. Donato Vassalli medico della nazionale italiana di rugby e reumatologo si cercherà di dare una spiegazione a questo fenomeno e capiremo come vincere la pigrizia con consigli pratici. Interessante anche il focus sulla colazione per iniziare al meglio la giornata e sulle proprietà delle acqua minerali: ad esempio cos’è il residuo fisso?
Ad arricchire il programma la presenza della Professoressa Pucci Romano – dermatologa e Presidente Skineco – che ogni settimana ci insegnerà a conoscere la nostra pelle e a prendercene cura. In questa prima puntata la Professoressa tratterà il tema dell’ecodermocompatibilità.
Non mancherà uno spazio dedicato al fitness con l’ illustrazione di semplici workout pensati dal personal trainer Flavio Valabrega: in questa puntata si punterà sull’efficacia dell’esercizio aerobico. Belli dentro, Belli fuori è un programma ideato da Acqua Rocchetta, scritto da Veronica Moccia, per la regia di Jonathan Paladini. Il programma è prodotto dalla Me Production di Elio Bonsignore.

Alla scoperta della birra con i blind taste di Doppio Malto

Alla scoperta della birra con i blind taste di Doppio MaltoMilano, 8 mar. (askanews) – Scoprire sentori e aromi inconsueti nella birra e lasciarsi conquistare da sapori diversi e nuovi, è questo il senso delle blind taste experience di Doppio Malto. La sfida è assaporare e degustare al buio e in maniera divertente i vari gusti proposti da Doppio Malto: birre artigianali uniche di elevata qualità. Il blind taste è un servizio che Doppio Malto offre on demand al pubblico per speciali occasioni.
Doppio Malto si distingue dagli altri brand per essere stato in grado di trasformare la distribuzione di birra in un format di successo. Location accoglienti dove consumare una birra artigianale riconoscibile e vivere un’esperienza rilassante e coinvolgente. Un marchio che prende vita da un’idea di Giovanni Porcu, avvocato diventato imprenditore di successo per amore della birra.
Dal birrificio Doppio Malto di Erba (CO), Foodbrand Spa ha dato vita ad una delle principali esperienze italiane legate al mondo della birra artigianale. Doppio Malto è infatti una realtà che oggi conta 38 locali tra Italia ed estero. Lo sbarco oltre confine è arrivato nel settembre 2020, con l’apertura di un Doppio Malto nel nuovo centro commerciale Steel di Saint-Etienne (Francia), mentre il 13 agosto 2021 è stato inaugurato Doppio Malto Glasgow, in Scozia.
Recentemente, sono stati poi inaugurati un locale a Newcastle (UK) e uno a Parigi nel quartiere La Défense, e tanti altri stanno per essere inaugurati. Considerando tutto l’ecosistema, birrifici e locali, nel 2022 il giro d’affari ha superato i 60 milioni, contro i 25 del 2021. La Produzione di birra nel 2022 è stata di 2 milioni di litri divisi per 15 tipologie di birra prodotte.

Eclettica e radicale, Lee Lozano artista senza compromessi

Eclettica e radicale, Lee Lozano artista senza compromessiTorino, 8 mar. (askanews) – Un’artista capace di dare forma, in molti modi diversi, sia a una pittura potente e perfettamente storicizzabile, sia a una pratica artistica di dissenso, di radicale cambio di prospettiva, di scomparsa. La Pinacoteca Agnelli di Torino presenta la prima mostra italiana di Lee Lozano, protagonista della scena newyorchese negli anni Sessanta, poi ritiratasi dal mondo dell’arte fino a far perdere le proprie tracce. In coerenza con un’idea di “sciopero generale” nei confronti del Sistema, che riecheggia anche nel titolo dell’esposizione, “Strike”, all’insegna di un geniale e radicale eclettismo.
“È come se fossero sei artiste diverse – ha spiegato ad askanews la co-curatrice della mostra Lucrezia Calabrò Visconti – una per ogni sala. Le ha un approccio alla pittura assolutamente eclettico ed eterogeneo e soprattutto si oppone radicalmente a qualsiasi tipo di struttura predefinita, sia nell’ambito artistico sia poi nell’ambito della sua vita. Cosa che infatti la porterà poi, con l’opera che dà il titolo alla mostra, General Strike Piece, a decidere di abbandonare il mondo dell’arte”.
Il progetto dedicato Lee Lozano, che per molti versi anticipa le istanze più forti e profonde dell’arte concettuale nonché molte delle pratiche che oggi appartengono alla nostra arte contemporanea di ricerca, è anche parte di un percorso e di un modo di essere della Pinacoteca Agnelli. “La nostra idea – ha aggiunto la direttrice del museo e co-curatrice dell’esposizione, Sarah Cosulich – è quella di dare un’identità all’istituzione all’interno di una missione. E la nostra missione è partire dalla collezione storica di Giovanni e Marella Agnelli per arrivare alla contemporaneità, creando delle mostre che facciano da ponte per far vedere come la storia dell’arte è connessa. Quindi diamo la possibilità di entrare non solo nell’opera di artiste donne, per dare loro una certa priorità in questo momento per provare a riscrivere la storia dell’arte, che è una storia che è stata scritta da uomini”.
Giochi di parole, provocazioni, immagini sessuali, taccuini, istruzioni per le performance: pure in pochi anni di attività Lee Lozano esplora moltissime forme di espressione, senza fermarsi, senza cedere mai ad ammiccamenti o lusinghe. “Anche nei disegni o nei dipinti più espliciti – ha aggiunto Lucrezia Calabrò Visconti – è come se il disegno erotico o la pittura del nudo venisse utilizzata per raccontare qualcos’altro, per esempio una critica della società in cui stava vivendo”.
Una critica che, proprio per il sue essere animata sia da una forte carica grottesca, sia da un’oggettiva potenza del lavoro, per esempio nei grandi dipinti astratto-minimalisti, vere lezioni sull’arte di una certa epoca storica, assume quella forza radicale e non compromissoria che la mantiene valida e viva. Anche se Lee Lozano, con i suoi molti nomi e i suoi molti volti, ha scelto di scomparire dalla scena e di essere sepolta in una tomba senza nome sulla lapide.
La mostra torinese è aperta al pubblico fino al 23 luglio.