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Milano, torna Book Pride: libri per danzare sull’orlo del mondo

Milano, torna Book Pride: libri per danzare sull’orlo del mondoMilano, 30 gen. (askanews) – Torna a Milano Book Pride, la Fiera Nazionale dell’editoria indipendente. Si terrà dal 21 al 23 marzo presso il Superstudio Maxi (Via Moncucco 35, Milano – Metropolitana Linea M2 Famagosta) la IX edizione della manifestazione letteraria organizzata in collaborazione con il Comune di Milano, che, in questo 2025, entra a far parte dei progetti del Salone Internazionale del Libro di Torino. Un cambiamento volto a dare solidità e costruire nuove forme di visibilità per la piccola e media editoria, in un evento che, con orgoglio, rivendica la qualità e la cura tipica di questo settore.


“Con il Salone del Libro stiamo lavorando con entusiasmo a questo nuovo capitolo di Book Pride – commenta Silvio Viale, presidente dell’associazione Torino, la Città del Libro – L’obiettivo è avere un contatto ancora più stretto con tutta l’editoria indipendente, per sostenerla in questa fase delicata e costruire insieme un progetto rinnovato. Questa edizione è per noi l’inizio di un percorso di risanamento, ma soprattutto di rilancio” Per l’edizione 2025 di Book Pride, che vede il coordinamento editoriale di Francesca Mancini e la rinnovata curatela di Marco Amerighi e Laura Pezzino, il tema scelto è Danzare sull’orlo del mondo. Una danza che è gesto semplice e primordiale, come quella narrata dalla scrittrice americana Ursula K. Le Guin, fatta di rinnovamento e creazione, ballata al margine delle cose, sull’orlo del mondo. In un tempo storico dove sono assenti risposte ed equilibrio, la letteratura può rappresentare una base solida sulla quale muoversi e nella quale ritrovarsi. Se nell’edizione passata, la frase che ci ha guidato era Cosa vogliamo, cercando tra le pagine i temi per immaginare un mondo nel quale ci sarebbe piaciuto vivere, ora è il momento di capire come prendercene cura. Per farlo ci affideremo a un atto artistico, che è movimento dei corpi, rituale di guarigione, grido collettivo ed esercizio di equilibrio, con la volontà di uscire da sé ed entrare in relazione con il passo e il ritmo degli altri.


“Raramente ci siamo sentiti così confusi e persi come in questo ultimo anno. Nei momenti di crisi dell’umanità servono altre parole. È per questo che abbiamo bisogno di credere nell’arte. La letteratura, la musica, la danza, il teatro, la pittura, ci insegnano il potere del silenzio, della riflessione e dell’incontro. Ci ricordano che la vita si costruisce insieme, per tracciare nuove strade tra le macerie e provare a costruire il mondo che verrà” hanno dichiarato Francesca Mancini, Laura Pezzino e Marco Amerighi. In una fiera che vuole essere specchio dell’editoria indipendente e che ne riflette tutti i settori, tornano a Book Pride anche i focus e le sezioni speciali dedicate ai comparti d’eccellenza dell’editoria indipendente italiana, come la sezione Book Comics, le attività per i lettori più giovani di Book Young e Book YA e gli appuntamenti per gli appassionati delle discipline e delle storie sportive del programma Book Sport.


Tra le novità di quest’anno un grande e rinnovato spazio esterno. L’area all’aperto del Superstudio Maxi diventerà il luogo ideale per incontri e confronti accessibili a tutti coloro che vorranno prendere parola e dar vita a talk tematici. Un’occasione per creare sempre più momenti di dialogo sui temi della manifestazione e dar vita a reading e voci libere. Tanti dunque gli ospiti che dall’Italia e dal mondo arriveranno al Superstudio Maxi per le tre giornate della fiera. Da una intellettuale poliedrica come Concita De Gregorio, che ci restituirà il ritratto dell’attivista messicana Chávez Castillo, ispiratrice del movimento Non una di meno, e autrice della raccolta di poesie “Prima tempesta” (Edizioni Sur) di cui De Gregorio è stata traduttrice, al giornalista Francesco Costa, che terrà un incontro dedicato all’informazione nella giornata di apertura. Di femminismi parleremo in un confronto generazionale tra Luciana Castellina e Giulia Siviero, autrici rispettivamente de “La scoperta del mondo” e “Fare femminismo” (Nottetempo edizioni). Con Daria Bignardi e Luca Misculin, si affronterà il tema della privazione della libertà; Violetta Bellocchio terrà un reading affondando la questione della violenza di genere e la trasformazione del dolore in una lotta per riprendere il controllo del proprio io (Emons Edizioni). Grandi ospiti anche dal panorama letterario internazionale come l’attesissimo francese, vincitore del Prix Goncourt, Mathias Enard che, a partire dal suo nuovo romanzo “Disertare” (Edizioni e/o), ci condurrà in una riflessione sulle improbabili equazioni dei conflitti. A Book Pride anche Fatma Aydemir, autrice curdo-tedesca di “Tutti i nostri segreti” (Fazi Editore), il romanzo che racconta la storia di una famiglia curda emigrata in Germania e intrappolata tra passato e presente; l’americana Alice Robb che, con il memoir “Non pensare, cara” (66thand2nd), si interroga sul significato della danza classica nella società contemporanea. E ancora, la francese Phoebe Hadjimarkos Clarke, autrice di “Aliena” (Edizioni Atlantide) un libro che, con il filtro della fantascienza rurale, ha dato vita a un grande romanzo sociale dei nostri tempi.


In occasione dei 250 anni dalla nascita di Jane Austen, la studiosa Liliana Rampello e la scrittrice Carolina Capria faranno una rilettura moderna delle opere della scrittrice britannica mostrandoci come i suoi testi siano ancora oggi uno strumento per interpretare il mondo che viviamo. Questi solo alcuni dei molti nomi che comporranno il vasto programma dell’edizione 2025 di Book Pride Milano. Tornano anche le storie di sport, quelle dedicate alle nuove generazioni di lettori e lettrici e agli amanti del mondo del fumetto con le speciali sezioni proposte da Book Pride. Tra queste Book Young e YA che si animerà – oltre che con l’esclusiva selezione di novità editoriali scelta per i lettori in fiera dalle migliori Librerie Indipendenti Milanesi – di incontri, laboratori e letture ad alta voce dedicati a bambini e bambine che visiteranno la fiera con le scuole e con le loro famiglie. Una capsula del programma sarà dedicata anche ai narratori sportivi: atleti e atlete che hanno fatto la storia delle competizioni agonistiche e di cui si parlerà negli incontri del programma Book Sport. Infine, anche uno spazio dedicato alla nona arte con Book Comics, che ospiterà i titoli e gli autori che meglio rappresentano l’editoria indipendente a fumetti. Al mondo dei balloon saranno rivolte presentazioni, tavole rotonde e workshop che guarderanno al fumetto come una forma di linguaggio, andando oltre il concetto di genere letterario.

Roma, al Museo del Corso – Polo museale oltre 120 mila visitatori in due mesi

Roma, al Museo del Corso – Polo museale oltre 120 mila visitatori in due mesiRoma, 29 gen. (askanews) – Oltre 120 mila visitatori in soli due mesi per il nuovo Museo del Corso – Polo museale, la nuova istituzione culturale voluta e promossa da Fondazione Roma, con le visite alla Collezione permanente e all’Archivio storico di Palazzo Sciarra Colonna e per la Crocifissione bianca di Marc Chagall, esposta a Palazzo Cipolla dal 27 novembre 2024 al 27 gennaio 2025. Tra i visitatori dell’opera, figura anche Papa Francesco, che ha potuto ammirare il capolavoro con una visita a sorpresa, in occasione dell’Immacolata Concezione. “Chagall a Roma – la Crocifissione bianca, oltre a rappresentare uno degli eventi culturali più rilevanti del Giubileo, ha avuto soprattutto un ruolo simbolico e spirituale per il messaggio di evangelizzazione e di difesa della dignità di ogni individuo. Lo testimonia anche la visita di Papa Francesco venuto ad ammirare l’opera, tra le sue preferite proprio per il messaggio di unità tra culture religiose che ispira” ha dichiarato Franco Parasassi, Presidente di Fondazione Roma “Il nuovo Museo del Corso – Polo museale, inaugurato a fine novembre, sta riscuotendo un grande successo. Stiamo ricevendo un altissimo numero di richieste di prenotazione. Tutto questo dimostra come Roma sia una città in cui c’è ancora spazio per l’arte e la bellezza e per promuovere tante iniziative culturali, ed è a questo bisogno che Fondazione Roma vuole rispondere attraverso un impegno costante, che conferma con la prossima prestigiosa mostra dedicata a Pablo Picasso, attesa per il 27 febbraio”. Organizzata da Fondazione Roma con Marsilio Arte, Picasso lo straniero apre al Museo del Corso – Polo museale dal 27 febbraio al 29 giugno 2025 ed è realizzata grazie alla collaborazione con il Musée national Picasso-Paris (MNPP), principale prestatore, il Palais de la Porte Dorée di Parigi, il Museu Picasso Barcelona, il Musée Picasso di Antibes, il Musée Magnelli – Musée de la céramique di Vallauris e importanti e storiche collezioni private europee. Picasso lo straniero, a cura di Annie Cohen-Solal con un intervento di Johan Popelard del MNPP, presenta più di 100 opere dell’artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video: un progetto che si arricchisce – per la seconda tappa italiana dopo Palazzo Reale di Milano e Palazzo Te a Mantova – di un nucleo di opere inedite, selezionate dalla curatrice esclusivamente per il percorso espositivo del Museo del Corso – Polo museale. La mostra presenta in particolare un’importante sezione dedicata alla primavera romana del 1917 trascorsa da Pablo Picasso con Jean Cocteau, Erik Satie, Serge de Diaghilev e Leonid Massine. Il Museo del Corso – Polo museale riflette la missione della Fondazione Roma, che ha voluto realizzare un luogo in grado di coniugare inclusività, impegno territoriale e promozione della cultura, principi che da sempre guidano l’operato della Fondazione nella comunità. Inaugurato nel 1999 con la sua prima sede espositiva, oggi il museo si vuole posizionare come punto di riferimento culturale di grande respiro, dove la tradizione si fonde con la contemporaneità. Un programma ricco di iniziative, che comprende visite guidate gratuite, laboratori didattici e attività speciali per le scuole, rendendo il Museo del Corso un luogo di incontro e di crescita culturale per tutti. Per informazioni, prenotazioni e prevendita per Picasso lo straniero visitare il sito https://museodelcorso.com/picasso-lo-straniero/

Migliore+Servetto, dua architetti italiani per il Museo di Schengen

Migliore+Servetto, dua architetti italiani per il Museo di SchengenMilano, 29 gen. (askanews) – Identità comune, dialogo, unità. Lo studio Migliore+Servetto ha firmato il progetto del Museo Europeo di Schengen e della rivalorizzazione del Battello Princess Marie Astrid II, ragionando in primo luogo sul concetto di confine. “Il confine – ha detto ad askanews Ico Migliore – molto spesso ha un’accezione negativa, quella di separare. Invece il confine può anche unire delle culture diverse e quindi far conoscere quali sono i valori delle diversità: credo che il Museo di Schengen sia improntato su quello. È un viaggio attraverso i valori del confine, attraverso i valori dell’altro”.


Valori che si traducono nella volontà del museo di essere inclusivo, accessibile e innovativo. “Il Museo di Shenghen – ha aggiunto Mara Servetto – ha la specificità di portare una tematica, non porta una collezione, ha anche degli oggetti, ma di per sé il soggetto dell’esposizione è una tematica quindi è già un museo particolare, è un museo in cui sicuramente la progettazione degli spazi, il design, dell’interfaccia tra questi contenuti il pubblico è determinante per far passare i contenuti stessi. Quindi abbiamo lavorato su una quindicina di installazioni differenti e poi sul nucleo centrale fortemente immersivo, come si direbbe oggi, cioè il Cubo delle bandiere, così lo abbiamo chiamato, lavorando un po’ su tutti i sensi all’interno di quella che è la realtà di un’Europa con i confini liberi”. Il progetto, realizzato con Karmachina, è dinamico, vuole rendere la sensazione di un’idea viva e pulsante, e si apre allo spazio fluviale. “Il museo – ha concluso Migliore – è costituito a due parti, anche questo è interessante che sono quasi su un confine perché la Mosella è un fiume, sul fiume c’è questa costruzione all’interno della quale ci sarà questo museo che sarà un museo dialogante e poi c’è un battello, questo battello che è il battello su cui è stato firmato l’accordo di Schengen. Anche questo modo di dialogare col pubblico sarà diverso perché si potrà ospitare un luogo che sarà sull’acqua che potrà poi eventualmente muoversi, anzi è preciso che che sia itinerante e dialoghi con il punto fermo che è quello di questo museo. Quindi l’idea è un po’ di aprire questi confini e di farli parlare mantenendo l’identità”.


Che è quella comune di un’Europa cha proprio da Schengen ha deciso di pensarsi diversa, unita e libera.

Le luci del nord, tra foreste, visioni e sogni sul clima

Le luci del nord, tra foreste, visioni e sogni sul climaBasilea, 28 gen. (askanews) – Le foreste boreali come soggetto di pittura, ma, soprattutto, come occasione per riflettere sulla natura e sul nostro rapporto con essa, anche attraverso un ambiente lontano dalla nostra esperienza, ma carico di una forza che è tanto universale quanto intima. La Fondazione Beyeler di Basilea ha inaugurato la mostra “Luci del nord”, che presenta dipinti di paesaggio eseguiti tra il 1880 e il 1930 da artiste e artisti scandinavi e canadesi.


“Non c’è una sola luce del nord – ha detto ad askanews Sam Keller, direttore della Fondazione Beyeler – per questo la mostra è intitolata Northern Lights, al plurale. Ci sono così tante luci del Nord, molto diverse dalla luce mediterranea o anche da quella delle Alpi che noi conosciamo. Pensiamo ovviamente all’aurora boreale, ma anche ad altri fenomeni luminosi, come la lunga estate di sole oppure il freddo inverno buio. Pensiamo ai riflessi sulla neve, nei laghi, nelle cascate, nei fiumi…”. In questa pluralità di visioni si innesta la sensazione di una relazione con l’incommensurabile, ma anche la possibilità di una presenza umana inattesa e soprattutto di una pittura che cambia le prospettive. Come accade, per esempio, nella sala dedicata ad Edvard Munch, dove le foreste ospitano sia dei vampiri sia i cieli infuocati che abbiamo imparato a conoscere nelle opere più celebri del pittore norvegese. “Ci sono tante luci diverse e ci sono anche tante emozioni diverse nelle opere – ha aggiunto Keller – e questo è uno dei tanti elementi che ci hanno affascinato in questa mostra”.


Oltre a Munch l’altra artista di fama internazionale in mostra è Hilma af Klint, mentre gli altri nomi sono poco conosciuti fuori dai loro Paesi e questo conferisce un elemento imprevisto e interessate all’esposizione. Che trova anche una sterzata verso il contemporaneo con una installazione digitale che la Fondazione ha commissionato all’artista danese Jakob Kudsk Steensen, intitolata “Boral Dreams”. “Quest’opera – ci ha spiegato – è nata da due mesi che ho trascorso nella Marcell Experimental Forest nel nord del Minnesota quest’estate: qui si stanno creando le condizioni degli ambienti del futuro e io ho registrato suoni, ho preso dei campioni digitali e altri elementi e ho creato una sorta di videogame, un modo virtuale che immagina il domani delle foreste boreali. Quello che voglio fare con quest’opera è analizzare i cambiamenti che avverranno nel clima, ma anche come queste condizioni mutate cambiano il nostro modo di dormire e di sognare”.


Le luci del nord, insomma, arrivano anche nella nostra vita e perfino nel nostro subconscio. Tutto in fondo si connette, soprattutto se di mezzo ci sono la natura e l’arte.

Cultura, al VIVE al via la quarta edizione di “Al centro di Roma”

Cultura, al VIVE al via la quarta edizione di “Al centro di Roma”Roma, 24 gen. (askanews) – Al via la nuova stagione di “Al Centro di Roma”, la rassegna ideata da Edith Gabrielli, Direttrice del VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, con un ricco programma di conferenze rivolto ad un pubblico sempre più ampio e diversificato.


Giunta alla sua quarta edizione, la rassegna prevede oltre 30 incontri presso la Sala del Refettorio di Palazzo Venezia – a partire dal 30 gennaio 2025 – con cadenza settimanale, che coinvolgono protagonisti del mondo della cultura di rilievo internazionale. Arte, architettura, storia, archeologia ed istituti di cultura a Roma, questi i temi al centro della rassegna che, quest’anno, si arricchisce di un nuovo ciclo dedicato alla filosofia, dal titolo “Ragioni e Passioni. Dalla Grecia classica alle neuroscienze”, a cura del Professor Francesco Ferretti. Un’occasione per riflettere sul rapporto fra ragioni e passioni in una chiave di lettura contemporanea volta a una possibile conciliazione. “Fin dalla sua costituzione il VIVE punta a offrire al pubblico una proposta culturale di alto profilo scientifico e, al contempo, dalla forte connotazione divulgativa – ha dichiarato Edith Gabrielli – il grande successo della rassegna ‘Al Centro di Roma’ rappresenta una testimonianza tangibile di questo impegno. Ogni settimana, presso la sede di Palazzo Venezia, illustri studiosi e grandi professionisti raccontano le proprie ricerche e il proprio lavoro attraverso un linguaggio piano e comprensibile. La manifestazione, oggi alla quarta edizione, è diventata così un appuntamento fisso per i residenti e per tutti gli appassionati di storia, arte, architettura, archeologia, filosofia e della cultura in generale”.


A inaugurare l’edizione 2025, il ciclo “Idee e figure. Storie di strategie innovative per l’architettura”, curato dal Professor Orazio Carpenzano. L’incontro, dal titolo “Fare città. L’arte come politica edificante”, previsto per giovedì 30 gennaio alle ore 18 e tenuto da Giorgio de Finis, Direttore artistico del Museo delle Periferie, sarà incentrato sul ruolo dell’arte nella costruzione dello spazio urbano sotto il profilo politico e sociale. A seguire, giovedì 6 febbraio alle ore 18, per il ciclo “Porte aperte. Roma nei secoli, al centro del mondo”, a cura del Professor Francesco Benigno, è previsto l’incontro “La Roma che non vedi. Squarci della Roma medievale tra fortezze, torri e portici”, dedicato alla scoperta e all’interpretazione degli edifici datati fra il XII e il XIV secolo, tenuto dal Professor Sandro Carocci.


Novità, di quest’anno il ciclo “Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita”, a cura della Direttrice del VIVE Edith Gabrielli: cinque incontri, con relative esposizioni, volti a presentare al pubblico opere del Vittoriano e di Palazzo Venezia custodite nei depositi e tornate ora all’attenzione grazie all’imponente lavoro di catalogazione promosso dal VIVE e coordinato dal Professor Alessandro Tomei, dalla Professoressa Barbara Agosti e dal Professor Valerio Terraroli, rispettivamente per l’arte medievale, moderna e contemporanea. L’iniziativa – che ha previsto la realizzazione di un catalogo online a breve disponibile sul sito del VIVE – è volta alla conoscenza e alla rivalutazione critica delle opere con l’obiettivo di reintegrarle nel percorso di visita aperto al pubblico. Il primo incontro legato al ciclo “Reintegrazioni”, dal titolo “Da Costantinopoli a Roma: la porta bronzea di San Paolo fuori le mura e il frammento nel Museo del Palazzo di Venezia” e tenuto dal Professor Alessandro Tomei, è previsto per giovedì 13 febbraio, alle ore 18, presso la Sala del Refettorio di Palazzo Venezia. Al centro il frammento della porta bizantina della basilica di San Paolo fuori le Mura, raffigurante una scena della Pentecoste, che, in linea con l’anno giubilare 2025, sarà visibile per l’occasione presso la sala Altoviti di Palazzo Venezia. Le conferenze sono a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Rai Libri presenta “Giubilei”, a cura di Francesco Giorgino

Rai Libri presenta “Giubilei”, a cura di Francesco GiorginoRoma, 24 gen. (askanews) – Rai Libri presenta “Giubilei” a cura di Francesco Giorgino, in collaborazione con il programma XXI Secolo e Rai Ufficio Studi, in vendita in formato e-book dal 24 gennaio e in cartaceo, nelle librerie e negli store digitali, dal 12 febbraio.


Che significato ha il Giubileo per credenti e non? Qual è la relazione esistente tra gli Anni Santi e i contesti sociali, politici, economici, culturali dal Medioevo al Terzo millennio? Quali media hanno raccontato nei decenni questi grandi eventi di fede e di popolo? Quale rapporto ha sviluppato la Chiesa con la Comunicazione? A queste e ad altre domande risponde il volume, nato da una collaborazione tra il programma di Rai 1 “XXI Secolo” e la Direzione di Rai Ufficio Studi. Un’analisi sistematica che, con semplicità e in modo coinvolgente, conduce il lettore per mano dal primo Giubileo della storia nel 1300 per iniziativa di Bonifacio VIII a quello del 2025, che Papa Francesco ha voluto dedicare alla speranza che non delude mai.


Se la ricostruzione storica permette di inqua­drare cronologicamente i Giubilei e ne esamina i cambiamenti nei passaggi dal Medio­evo all’Umanesimo e al Rinascimento, dall’Illumi­nismo alla rivoluzione industriale e a quella fran­cese, dalla Prima alla Seconda guerra mondiale, dal secondo Novecento all’inizio del Terzo millennio, l’analisi mediatica e socioculturale consente di ragionare intorno ai significati dei diversi Anni Santi. Il volume è arricchito dal contributo di Eraldo Affinati, Pupi Avati, Ettore Bernabei, Edith Bruck, Franco Cardini, Liliana Cavani, Rino Fisichella, Bruno Forte, Roberto Gualtieri, Andrea Monda, Mario Morcellini, Francesco Rutelli, Dario Edoardo Viganò, che rispondono agli stimoli di riflessione forniti dal curatore e dai suoi coautori.


Francesco Giorgino è il conduttore e il capo autore del programma “XXI Secolo” in onda il lunedì in seconda serata su Rai 1. Direttore di Rai Ufficio Studi, è professore di Comunicazione e Marketing alla LUISS, dove insegna Content Marketing, Marketing politico e Newsmaking e dove dirige il Master di secondo livello in Comunicazione e Marketing politico e istituzionale. Tra le sue ultime pubblicazioni BrandTelling, Manuale di Comunicazione e Marketing e Sociologia dei Giornalismi.

Biennale Architettura 2025. Indetta una call per TerraeAquae

Biennale Architettura 2025. Indetta una call per TerraeAquaeMilano, 24 gen. (askanews) – Nell’ambito di “TerraeAquae. L’Italia e l’intelligenza del mare”, progetto espositivo del Padiglione Italia alla 19esima Mostra Internazionale d’Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, la curatrice Guendalina Salimei lancia una call aperta a progettisti, studiosi e operatori della cultura, volta a raccogliere contributi progettuali, teorici e multimediali sul ripensamento del rapporto tra terra e mare delle aree costiere e portuali. Scadenza per la presentazione delle proposte: lunedì 3 marzo 2025 (ore 23.59) Lo scopo è quello di tracciare nuove rotte per il futuro attraverso la raccolta di proposte sperimentali generate da un’intelligenza collettiva impegnata nella risoluzione dei problemi legati alle condizioni ambientali del mare e al patrimonio marino e costiero italiano.


È un invito a immaginare la “forma del mare”, prefigurando visioni futuribili o utopiche, progetti e desideri per tutti quei luoghi di frontiera tra terra e mare in cui le regole dell’abitare sono assoggettate a una costante riconfigurazione in relazione alle leggi della natura e dell’uomo. Si vuole così stimolare una riflessione su temi architettonici, urbanistici, ambientali, umanistici e geopolitici, sviluppando nuove idee che possano diventare inneschi di azioni in contesti diversi, concretizzandosi in laboratori di sperimentazione e ricerca avanzata. (Foto: Padiglione Italia 2025 – Guendalina Salimei www.creativitacontemporanea.cultura.gov.it )

Giornata Memoria, esce per TS Edizioni Abbecedario della Shoah

Giornata Memoria, esce per TS Edizioni Abbecedario della ShoahRoma, 21 gen. (askanews) – TS Edizioni pubblica “Abbecedario della Shoah. Le parole per capire e non dimenticare” di Anna Maria Foli. Scrive la curatrice nell’introduzione: “Abbecedario della Shoah vuol essere uno strumento agile per riflettere sulla tragedia che ha segnato il XX secolo lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva dell’umanità. La Shoah, lo sterminio sistematico degli ebrei europei perpetrato dal regime nazista, rappresenta un abisso di brutalità e odio che ha stravolto la storia, la coscienza e i valori della civiltà occidentale”.


Questo semplice dizionario si propone di ritrovare la pregnanza di parole che altrimenti rischiano di perdere il loro impatto a causa del tempo e della distanza dagli eventi. Prosegue Foli: “La struttura dell’opera è semplice, ma densa: a ogni voce è affidato il compito di illustrare un concetto chiave. Alcuni termini descrivono le ideologie distorte e le classificazioni razziali che alimentavano l’odio nazista (‘Ariano’, ‘Sottouomini’, ‘Gerarchia delle razze’), altri ci conducono nei luoghi della tragedia (‘Auschwitz’, ‘Ghetto’, ‘Marcia della morte’). Non mancano riferimenti alla lingua stessa dell’orrore (‘Lagersprache’, ‘Matricola’), né all’universo simbolico che marchiava gli individui (come la ‘Stella di David’ e la pratica della ‘Marcatura’). Ogni voce si fa testimone e ricorda al lettore che il fanatismo malato può diventare contagioso e che l’essere umano può assuefarsi al male facendolo diventare ‘banale’, come ha sostenuto Hannah Arendt nel suo La banalità del male”. Ogni voce è accompagnata da una scelta antologica di brani letterari, scritti e testimonianze che arricchiscono la riflessione e sostengono l’interiorizzazione del significato. “Attraverso voci che descrivono i luoghi dell’orrore, i processi di emarginazione e persecuzione, le istituzioni del terrore, le brutalità della selezione e delle camere a gas, il lettore è guidato in un percorso di conoscenza che non può e non deve essere cancellato”.


Al termine dell’introduzione si legge: “La funzione di questo essenziale glossario va oltre la didattica: esso intende promuovere una riflessione critica e invitare ciascuno a interrogarsi su come un simile orrore sia potuto accadere. La parola diventa così un invito alla consapevolezza storica e alla vigilanza morale. Questo dizionario si rivolge a un pubblico vasto e variegato: studenti e docenti che affrontano le tematiche della Shoah nelle scuole e nelle università, studiosi e appassionati di Storia, lettori comuni interessati a comprendere meglio le radici dell’odio e delle ideologie totalitarie. È uno strumento prezioso anche per educatori, operatori museali, giornalisti e chiunque sia impegnato nella lotta contro il negazionismo e l’indifferenza”. Un abbecedario è per definizione un’opera oggettiva, ma qui l’oggettività lascia spazio a una responsabilità storica e morale. Comprendere queste parole non significa solo trattenerne il senso, ma anche entrare nel cuore di una catastrofe umana, affinché il suo ricordo resti vivo e diventi un monito contro ogni forma attuale di intolleranza e di odio.

Mantova, dalla collezione Sonnabend un nuovo museo contemporaneo

Mantova, dalla collezione Sonnabend un nuovo museo contemporaneoMilano, 21 gen. (askanews) – A Mantova nasce un nuovo museo d’arte contemporanea attorno ad una delle collezioni private più rilevanti del secolo scorso, la Sonnabend Collection che verrà esposta permanentemente nel centro della città all’interno del rinnovato Palazzo della Ragione, con un progetto allestitivo di Federico Fedel. La Sonnabend Collection, sviluppata grazie alla visione dell’influente mercante d’arte Ileana Sonnabend (1914-2007), di suo marito Michael Sonnabend (1900-2001) e del loro figlio adottivo Antonio Homen, rappresenta una delle più significative testimonianze di movimenti artistici fondamentali della seconda metà del Novecento. Attraverso le loro gallerie di Parigi e New York, i Sonnabend sono stati protagonisti nel presentare e diffondere l’arte americana in Europa e gli artisti europei in America.


Il progetto nasce dal Comune di Mantova in partnership con la Sonnabend Collection Foundation e Marsilio Arte, che si occuperà, al fianco del Comune di Mantova, della gestione complessiva dello spazio con una proposta articolata, che va dall’organizzazione alla comunicazione, dal progetto editoriale al coordinamento del bookshop. Il percorso espositivo, sviluppato in undici ambienti, ricostruisce il tragitto visionario e gli interessi della Sonnabend coltivati col suo impegno e sostegno nei confronti dell’attività degli artisti e dei movimenti che hanno caratterizzato la cultura visiva attraverso i grandi cambiamenti storici e geopolitici del nostro tempo. Iconici capolavori dell’arte americana, come Figure 8 di Jasper Johns (1958), Little Aloha di Roy Lichtenstein (1962), Campbell’s Soup di Andy Warhol (1962), Kite di Robert Rauschenberg che vinse il Leone d’Oro alla Biennale del 1964, vengono esposti accanto ad opere seminali della Pop Art con artisti come Jim Dine, James Rosenquist e Tom Wesselmann e la ricerca coeva in Italia di artisti come Michelangelo Pistoletto e Mario Schifano. Questo straordinario percorso continua con opere cardinali dei movimenti fondamentali dell’arte degli anni Sessanta e Settanta come il Minimalismo con Donald Judd e Robert Morris ed i loro rivoluzionari sviluppi nel campo della scultura con Bruce Nauman e Richard Serra, nonché con l’Arte Povera, che Sonnabend ha esposto per prima a New York, con artisti di assoluto spessore come Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giulio Paolini e Gilberto Zorio. Il grande interesse da parte di Sonnabend per gli sviluppi della fotografia e della performance sono testimoniati dalla collaborazione con artisti di generazioni diverse, da Bernd & Hilla Becher a Luigi Ontani, da Vito Acconci a Gilbert & George, da Candida Hoefer a Matthias Schaller. La pittura tedesca degli anni Ottanta con Jorg Immendorff, Anselm Kiefer e A.R. Penck, nonché la coeva ricerca americana con Jeff Koons e Haim Steinbach suggellano questo eccezionale itinerario.


“Mantova, la città del Rinascimento, entrerà nella mappa internazionale dell’arte contemporanea – ha detto il sindaco Mattia Palazzi -. Per Mantova è un investimento strategico, ma è un successo per l’Italia, che avrà nella sua prima capitale italiana della cultura (2016) una delle principali collezioni al mondo. Sono grato alla Sonnabend Collection Foundation e ad Antonio Homem per aver condiviso un progetto così ambizioso, nato dal nostro dialogo a NY nella primavera del 2022. Era un sogno, poi divenuto progetto e a breve sarà realtà. Apriremo il nuovo Museo Sonnabend Collection, nel cuore della città, entro un anno”. “Durante tutta la mia vita e durante tutto il mio lungo ed eccezionale tragitto con Ileana e Michael – ha aggiunto il presidente e cofondatore della Sonnabend Collection Foundation Antonio Homem – abbiamo sempre condiviso con gli altri la nostra passione, il nostro entusiasmo e la nostra fiducia nell’arte e nell’impegno e nella lungimiranza degli artisti. Per questa ragione sono felice di poter condividere tutto ciò, come una grande biografia visiva, in questa magnifica città, che è essa stessa una meravigliosa opera d’arte”.


“Siamo entusiasti di questo nuovo e ambizioso progetto, portato avanti con lungimiranza dal Comune di Mantova, che consentirà per la prima volta in assoluto di esporre la straordinaria collezione Sonnabend nella sua interezza, all’interno di un luogo storico e prestigioso per la città. Mantova diventerà, in questa prospettiva, una tappa imprescindibile per chiunque voglia scoprire e ammirare le opere della Pop Art e dei più influenti artisti internazionali del XX secolo”, ha concluso Luca De Michelis, CEO di Marsilio Arte e Marsilio Editori.

Roma Jewelry Week al via il 25 gennaio, dedicato al Giubileo

Roma Jewelry Week al via il 25 gennaio, dedicato al GiubileoRoma, 21 gen. (askanews) – Dopo il successo della quarta edizione della Roma Jewelry Week 2024, con circa 170 partecipanti provenienti da tutto il mondo che hanno realizzato una creazione sul tema “Infinito Barocco”, sabato 25 gennaio, dalle 18.00 presso la Galleria Incinque Open Art Monti, la RJW svelerà in anteprima il nuovo tema per l’open call for artist 2025 del “Premio Incinque Jewels”: “Gaudium- Il gioiello del Giubileo”.


Ispirato all’anno giubilare, vuole celebrare un momento di pura gioia creativa e di connessione con l’universo. Nel contempo, saranno premiati alcuni artisti selezionati dal jewelry designer internazionale Alessio Boschi, fondatore di AB Jewels. Romano di nascita, vive e lavora a Bangkok dal 2010 e crea straordinari gioielli come vere e proprie opere d’arte. Boschi ha partecipato alla RJW 2024 con una sua esposizione personale e con la conferenza “Il viaggio di Marco Polo in un gioiello. Il racconto di Alessio Boschi 700 anni dopo”, che ha tenuto a Palazzo Venezia grazie alla collaborazione con il VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia. La serata del 25 gennaio sarà l’occasione per incontrare gli artisti premiati da Mani Intelligenti, dai Media Partner gruppo Celebre Magazine e Journaldebijoux, da Bedetti 1882, Mike Joseph, Lefevre, premio Elena Donati, Dettaglidattimi, Rossella Ugolini e MissGiò. Inoltre, anche per l’edizione 2024, Milano Fashion & Jewels ha dedicato un premio ad una designer che ha partecipato al contest Incinque Jewels: Francesca Luciani, che sarà presente all’edizione MF&J, che si terrà a Milano dal 22 al 25 febbraio 2025. RJW parteciperà con alcune delle designer e artiste dei Resident Incinque.


La Roma Jewelry Week è l’evento culturale finalizzato alla valorizzazione della cultura del gioiello in tutte le forme ed espressioni. L’obiettivo è quello di offrire al pubblico un’esperienza culturale di alto livello, mettendo in risalto il ricco patrimonio artistico della Capitale. In particolare, l’iniziativa mira a creare un legame profondo tra storia, tradizione, savoir faire, arte orafa, arte contemporanea e territorio, trasformandosi in un’opportunità per esplorare non solo l’immenso patrimonio immateriale, ma anche il vasto patrimonio artistico e storico di Roma. L’arte orafa romana ha una lunga e affascinante storia che si intreccia con quella della Città Eterna, si pensi al Nobil Collegio degli Orefici che, risalente al 1509, custodisce un immenso patrimonio artistico. Con questo obiettivo la RJW collabora con realtà importanti come Università e Nobil Collegio degli Orefici, con lo IED di Roma e con l’Accademia Italiana, nell’ottica di valorizzare la cultura e promuovere la formazione. Il progetto vuole far conoscere, trasmettere e diffondere le segrete tecniche di lavorazione dell’arte orafa e l’importante fermento artistico legato al gioiello contemporaneo presente nel territorio. L’iniziativa nasce nel 2019 nella galleria Incinque Open Art Monti da un’idea dell’architetto Monica Cecchini che, grazie all’incontro tra le arti, decide di promuovere il gioiello contemporaneo, d’artista, d’autore e di valorizzare il saper fare artigiano. La prima edizione della Roma Jewelry Week è del 2021, un format che prevede oltre l’esposizione degli artisti selezionati per il Premio Incinque Jewels anche mostre diffuse in città, talk, workshop, conferenze e tour. “Le location selezionate per l’esposizione di gioielli contemporanei sono luoghi archeologici e siti di interesse storico e culturale, al fine di valorizzare il patrimonio nella sua complessità. Per le scorse edizioni, è stato scelto dapprima il sito archeologico del Ninfeo di Mecenate, poi si è optato per il Museo Napoleonico e i Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali”, spiega Monica Cecchini. A tal fine, l’architetto e ideatrice della Roma Jewelry Week nel 2023 decide di dar vita alla residenza d’artista “Incinque Jewels”, presso la galleria omonima, con l’esposizione permanente dei jewelry designer e artisti, in continuo dialogo con le altre forme d’arte.


La quarta edizione della RJW è stata co-organizzata con l’Assessorato alla Cultura del Municipio I Roma Centro insieme con l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda – Comune di Roma; e la collaborazione del VIVE e della Città Metropolitana di Roma Capitale. Con il patrocinio della Regione Lazio, della Città metropolitana di Roma Capitale e dell’Assessorato Grandi Eventi Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale.