Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

”Arte e Collezionismo”: Roma torna capitale dell’antiquariato

”Arte e Collezionismo”: Roma torna capitale dell’antiquariatoRoma, 28 set. (askanews) – Dopo vent’anni di assenza, Roma torna capitale dell’antiquariato. E’ stata inaugurata questa mattina, nella prestigiosa cornice di Palazzo Brancaccio, la prima edizione della mostra-mercato “Arte e Collezionismo a Roma”, ideata e organizzata dall’Associazione Antiquari d’Italia. L’evento di caratura internazionale vanta il patrocinio del Ministero della Cultura, nonché dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dalla Camera di Commercio di Roma e dall’Enit-Agenzia nazionale del Turismo. A sostegno dell’evento anche grandi aziende che intervengono come sponsor: Eni – che esporrà una selezione della collezione, tra cui tre opere di Mario Sironi – Fondazione Lottomatica, Honda, Fideuram, Liberty Special Markets, Darte.

Le opere d’arte esposte provengono da 46 Gallerie d’Arte tra le più importanti di tutta Italia – in testa Roma, poi Milano, Firenze, Bologna e Napoli, ma anche da Londra e New York. La mostra attraversa tutta la storia dell’arte, dalle sculture dell’età classica all’arte gotica e rinascimentale, dal barocco all’arte moderna e contemporanea, con un focus su figure centrali della Capitale dal dopoguerra agli anni Ottanta, come Dorazio, Burri, Schifano, Boetti, Ontani, De Dominicis. Difficile resistere al fascino delle inconfondibili opere di Morandi, De Chirico, Fontana, Balla, ma anche a pregevoli pittori del Cinquecento e del Seicento come Lorenzo Sabatini, Bartolomeo Passarotti, Giovanni Lanfranco e Simon Vouet, che contribuì all’introduzione del barocco italiano in Francia. L’esposizione si inserisce in un percorso che ha l’obiettivo di restituire alla Capitale uno spazio di elevato rilievo artistico e di costruire un appuntamento permanente, punto di riferimento assoluto per gli studiosi e i collezionisti, offrendo al Paese un’esposizione di livello paragonabile alle mostre di arte antica allestite nelle maggiori capitali europee. Insieme alla pittura e alla scultura, sono esposti anche capolavori delle arti decorative, dando voce alla profonda e prestigiosa vocazione dell’ antiquariato italiano.

Ad arricchire il programma della manifestazione contribuiranno iniziative ed eventi collaterali, come seminari e workshop sui temi legati al mercato dell’arte e alle normative in materia, ma anche presentazioni di libri e riviste: venerdì 29 settembre (ore 10.30) ‘Sigismondo Laire’ di Eva Bracchi, edizioni Darte; sabato 30 settembre (ore 10.30) ‘Il mercato antiquario in Italia tra Otto e Novecento’, a cura di Marco Fossati, promosso dalla Fondazione Zeri; lunedì 2 ottobre (ore 10.30) ‘Grand’A dossier’. Protagonisti della mostra saranno inoltre la formazione e la partecipazione di studenti ed esperti. Nel progetto sarà coinvolta la facoltà di Storia dell’Arte dell’Università La Sapienza di Roma, per consentire agli studenti di fare esperienza di opere spesso inedite, rare o mai viste prima, e di prendere parte al processo organizzativo di una manifestazione artistica. Il presidente dell’Associazione Antiquari d’Italia, Bruno Botticelli, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di aver ideato e organizzato una mostra-mercato che ha l’obiettivo di restituire alla Capitale uno spazio di elevato prestigio artistico. Con il sostegno delle istituzioni vogliamo costruire un appuntamento permanente che faccia interagire il mondo delle istituzioni con il mercato e il collezionismo privato. Dall’interazione tra questi mondi nascono le scoperte, i nuovi studi, la conoscenza del patrimonio artistico. La manifestazione sarà un incredibile momento di confronto tra antiquari provenienti da tutta Italia, ma anche di incontro con il grande pubblico, per tenere vivo un rapporto fondamentale per la cultura del Paese. Non è un caso se l’Italia è meta di un turismo internazionale che si sta trasformando velocemente in una risorsa economica primaria per l’intero sistema Italia”.

I portoni di Palazzo Brancaccio apriranno al grande pubblico da sabato 30 settembre a lunedì 2 ottobre (tutti i giorni ore 11.00-20.30; lunedì 2 ottobre ore 11.00-19.00). Il prezzo del biglietto intero sarà di 15 euro, il ridotto a 10 – più diritti di prevendita per quelli venduti online – con la biglietteria che resterà aperta fino alle ore 20. Sono previste riduzioni per i bambini e i ragazzi tra i 6 e i 12 anni. L’ingresso sarà libero e gratuito per le persone con disabilità e un accompagnatore ciascuno, per i possessori di Vip Card, per i bambini da 0 a 5 anni e per i possessori di un biglietto della Fondazione Cerasi in corso di validità. Ingresso in forma gratuita anche per i docenti e gli studenti iscritti alle Accademie di Belle Arti o a corrispondenti Istituti dell’Unione Europea. Gratis l’accesso anche per i docenti e gli studenti dei corsi di laurea, laurea specialistica o perfezionamento post-universitario e dottorati di ricerca delle seguenti facoltà: Architettura, Conservazione dei Beni Culturali, Scienze della Formazione o Lettere e Filosofia con indirizzo archeologico o storico-artistico.

Bergamo, via al cantiere per la GAMeC: nuovi spazi e linguaggi

Bergamo, via al cantiere per la GAMeC: nuovi spazi e linguaggiMilano, 27 set. (askanews) – Trasformare il Palazzetto dello Sport di via Pitentino in un museo di arte moderna e contemporanea, in grado di intercettare i nuovi linguaggi e le nuove forme dell’arte, senza eseguire demolizioni radicali e con una visione ambiziosa del futuro culturale della città: parte il grande cantiere che il Comune di Bergamo ha voluto per realizzare la nuova GAMeC, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della città, da anni ormai alla ricerca di una nuova sede che le consenta di adeguarsi, a circa 32 anni dalla sua nascita, alle esigenze dell’oggi, profondamente diverso rispetto al lontano 1991. Prosegue, quindi, l’ambizioso piano urbanistico che punta a rifunzionalizzare il vecchio palasport della città, struttura sportiva che sarà sostituita dal nuovo Palazzo dello Sport che sorgerà al posto del Palacreberg e dall’Arena da 6500 posti in fase di costruzione nel nuovo complesso Chorus Life, che il gruppo COSTIM sta realizzando tra via Serassi e via Bianzana. L’intervento ha un costo complessivo intorno ai 18 milioni di euro, di cui oltre 6,4 provenienti da un finanziamento PNRR – nell’ambito del bando rigenerazione urbana. Altrettanto significativa è la partecipazione di Intesa Sanpaolo, con il gruppo bancario a garantire, nell’ambito del proprio Progetto Cultura, un contributo di 6 milioni di euro in modalità Art Bonus per poter convertire il vecchio palazzetto nella nuova Galleria. Il progetto Per quel che riguarda la struttura, il progetto della GAMeC conferma il mantenimento della forma dell’impianto sportivo che dimostra però tutto il suo mezzo secolo di vita. Verranno demolite le tribune e sarà realizzata al suo interno una grande ‘lanterna’ — che conterrà la parte espositiva — attraverso la realizzazione di solai intermedi e sfruttando l’altezza dell’attuale campo di gioco. Oltre a questo nuovo ‘white cube’ e si prevede anche un ristorante, un bar, un bookshop e tutti i servizi funzionali a un museo. La superficie complessiva quasi triplicherà: dagli attuali 2.200 metri quadrati a poco meno di 6.000. Confermando e ripulendo dai volumi aggiuntivi il contenitore a pianta ellittica e mantenendo la posizione dell’ingresso verso piazzale Oberdan, il progetto trasforma l’attuale avancorpo, ne mantiene il sedime e lo abbassa in altezza in modo da costruire un portale che consente allo spazio pubblico di ‘fluire’ all’interno dell’edificio. Si crea così il foyer del museo, una vera e propria piazza coperta interna a tutta altezza, uno spazio aperto, attraente e in armonia con la nuova piazza esterna, disegnata da sedute, una fontana a giochi d’acqua e dei piccoli gazebo commerciali. L’area espositiva del museo, in verità, inizierà già al piano terreno: il foyer a tutta altezza è pensato come uno spazio multifunzionale attrezzato per esposizioni di opere di grandi dimensioni.

Questo spazio ospita inoltre il bookshop e salette didattiche informali per attrarre il pubblico più giovane. In posizione opposta all’ingresso sono collocati gli uffici del museo e uno spazio commerciale che si affaccia verso quello che è destinato a divenire lo studentato dell’area Montelungo-Colleoni. Uno scalone centrale scava l’ingresso al museo al primo e secondo livello con la galleria per esposizioni permanenti, ricavata, questa, all’interno del volume opalino che presenta una serie di pannellature modulari mobili capaci di creare ambienti più o meno grandi e più o meno illuminati. Esposizioni permanenti e mostre temporanee sono comunque accessibili separatamente in modo da non ostacolare l’accesso al museo durante l’allestimento delle mostre. Scale di sicurezza e ascensori posizionati simmetricamente completano il sistema di accessibilità e vie di fuga. All’ultimo piano è stato inoltre ricavato un volume che ospita un ristorante panoramico, accessibile dall’esterno anche quando il museo è chiuso. Il nuovo volume si affaccia su un ampia terrazza panoramica in copertura. Il nuovo museo rappresenterà, quindi, anche un punto di vista nuovo su Bergamo, grazie a questa terrazza panoramica che dà sui tetti della città ed è la conclusione di questo percorso che si snoda attraverso la memoria dell’edificio, dentro l’arte, e poi finalmente a vedere la città ed a godere la bellezza soprattutto di Città Alta. Il porsi prima alla scala della città rappresenta uno dei punti di forza del progetto e della sua destinazione, in uno degli ambiti che vedrà nei prossimi anni una delle trasformazioni più radicali a Bergamo, con i nuovi interventi previsti sulla caserma Montelungo, destinata a sede universitaria, e l’allargamento del parco Suardi con l’acquisizione degli orti di San Tomaso e la riqualificazione dell’ex Canossiane. A queste nuove trasformazioni si affianca la presenza di un’istituzione culturale tra le più importanti della città quale la vicina Accademia Carrara. Interventi vengono previsti anche nello spazio urbano che circonda l’edificio per migliorare l’accesso allo stesso museo. Coinvolgeranno l’incrocio con via della Muraine, davanti alla vecchia caserma e, dalla parte opposta, tra via San Tomaso, Cesare Battisti e Borgo Santa Caterina, con il rifacimento della pavimentazione per meglio sottolineare la ricucitura delle parti che li delimitano e definiscono. Per poter avviare i lavori, è stato necessario prevedere un’area di cantiere che limitasse il più possibile i disagi a residenti e zone esterne al vecchio palazzetto. Perciò, il Comune ha deciso di mantenere tutti i posti per residenti disponibili, da sempre molto significativi per la zona, sacrificando i pochi posti blu che si trovano in via Pitentino – anche in ragione di ben due parcheggi convenzionati che affacciano proprio sulla via – che diventano, per mantenere il saldo positivo, gialli. Sarà però necessario chiudere al transito la strada che lambisce a sud il palazzetto – a eccezione di una piccola parte che rimane fruibile per consentire ingresso e uscita dall’unico cancello che affaccia sulla via – e occupare una piccola parte del piazzale antistante il palasport. Il cantiere è stato aggiudicato dall’impresa Manelli, che ha sede a Monopoli (BA). I lavori avranno durata di circa 2 anni: vista la provenienza di fondi dal PNRR, il termine dei lavori è legato alla scadenza del 2026, come previsto dagli accordi nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. Le dichiarazioni Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo: ‘Il progetto di trasformazione dell’attuale Palazzetto dello Sport concretizza l’ambizione di fare della GAMeC un punto di riferimento di rilievo internazionale per l’arte moderna e contemporanea, dotandola di una sede funzionale tanto alle grandi esposizioni quanto a laboratori, convegni e attività didattiche. Il progetto si avvale di un rilevante contributo di Intesa Sanpaolo, che ci preme ringraziare, e si iscrive nella più estesa qualificazione di un intero quadrante della città. Va quindi letto insieme alla rigenerazione della caserma Montelungo e dello Stadio, all’ampliamento del Parco Suardi e all’apertura al pubblico degli Orti di San Tomaso, con la ristrutturazione del Principe di Napoli e alla realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che dal Sentierone arrivi appunto alla nuova GAMeC e all’Accademia Carrara: il tutto all’insegna della cultura e del tempo libero, come previsto dal PGT del 2010. Infine, io credo, che questo sia uno degli interventi salienti nell’ambito della Capitale Italiana della Cultura 2023, uno degli aspetti più significativi della legacy dell’anno speciale della nostra città.’ Paolo Maria Vittorio Grandi, Chief Governance Officer Intesa Sanpaolo: ‘Il sostegno alla nuova GAMeC è la conferma, per Intesa Sanpaolo, del ruolo speciale ricoperto dalla città di Bergamo nel nostro Gruppo, ed è questo lo spirito che ci ha visto sostenitori del progetto Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Per la nostra banca lo sviluppo di progetti culturali come la GAMeC significa favorire la crescita delle persone e della coesione della comunità e generare ricadute in termini economici e occupazionali. Riteniamo queste componenti fondanti della nostra funzione di banca.’

Lorenzo Giusti, Direttore GAMeC: ‘L’apertura del cantiere della nuova GAMeC segna un passaggio fondamentale nel percorso di crescita del museo, scandito in questi ultimi anni da alcune tappe significative. Penso all’adozione di nuove strategie per la valorizzazione delle collezioni pubbliche, il rafforzamento della programmazione estiva con le mostre ‘site specific’ di importanti artisti internazionali in Palazzo della Ragione, la crescita progressiva e il successo della Trilogia della Materia, l’apertura nel 2020 e il consenso della piattaforma digitale Radio GAMeC, la messa a sistema delle attività didattiche. Tutti traguardi che non sarebbero stati possibili senza l’impegno del Comune di Bergamo e di Tenaris, e senza la consistente crescita parallela del numero di aziende intervenute a sostegno delle attività della Galleria e della rete di prestigiosi musei partner nazionali e internazionali con cui è stato possibile condividere progetti e produzioni. Credo che la GAMeC sia oggi un museo maturo, che ha tenuto fede all’impegno di restare sempre audace – come ci eravamo promessi nel 2018 – con una solida base di pubblico e con un posizionamento europeo ormai consolidato, pronto a fare quell’ulteriore salto di scala e di accoglienza del pubblico che i nuovi spazi potranno favorire’.

A Potenza la presentazione di “L’ultima Repubblica” di Enzo Carra

A Potenza la presentazione di “L’ultima Repubblica” di Enzo CarraRoma, 27 set. (askanews) – L’Istituto Internazionale Jacques Maritain e il Movimento Nazionale per i Diritti Umani presentano venerdì 29 settembre alle 17, presso la Cappella dei Celestini (Largo Duomo – Potenza), il volume di Enzo Carra L’ultima Repubblica.

Enzo Carra è stato uno dei protagonisti della politica italiana degli ultimi decenni come: portavoce di Forlani, capoufficio stampa della Democrazia Cristiana, fondatore della Margherita e poi deputato alla Camera, onorevole con il Partito Democratico, editorialista per Il tempo ed autore di interviste per la RAI a Gheddafi durante l’embargo in Libia, a Madre Teresa di Calcutta e di un reportage su Cuba dopo la visita di Giovanni Paolo II. Nel libro si legge: “Trent’anni fa gli italiani hanno assistito al crollo del sistema dei partiti che avevano scritto la Costituzione della Repubblica. Con lo stesso atteggiamento seguono, trent’anni dopo, gli sviluppi della crisi in cui si dibattono politica e giustizia. Tra la fine del “secolo breve” e i primi vent’anni del Duemila sono stati celebrati processi ed emesse condanne, ma il tribunale della Storia è ancora alle prime udienze. Occorre fare memoria di quanto è accaduto: un periodo che per valore storico non è inferiore alle fasi precedenti della vita della Repubblica”. Dopo i saluti istituzionale di Gennaro G. Curcio, segretario generale dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain, e Loredana Albano, tesoriera del Movimento Nazionale per i Diritti Umani, intervengono Giampaolo D’Andrea, storico e presidente di ANIMI, gli onorevoli Giuseppe Molinari e Lucio D’Ubaldo, e Lorenzo Bochicchio, ministero dell’economia. Conclude la presentazione Giorgio Carra, giornalista e figlio dell’autore del volume.

Bicentenario elezione Papa Leone XII: celebrazioni a Roma e a Genga

Bicentenario elezione Papa Leone XII: celebrazioni a Roma e a GengaRoma, 26 set. (askanews) – Il 28 settembre 2023 ricorre il bicentenario dell’elezione al soglio pontificio di Leone XII, al secolo Annibale della Genga (Genga, 2 agosto 1760 – Roma, 10 febbraio 1829) Papa dal 1823 al 1829. Per la commemorazione del bicentenario sono in programma una serie di iniziative, il 28 settembre a Roma e il 29 settembre a Genga, paese natale di Papa Leone XII, promosse dal Comune di Genga e dal Consorzio Grotte di Frasassi in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana e l’Associazione “Sulla pietra di Genga”, sostenute dalla Regione Marche e con i patrocini del Ministero della Cultura e della Deputazione di storia patria per le Marche. Il programma è affidato alla cura scientifica dei docenti della Pontificia Università Gregoriana il Prof. Roberto Regoli e la Dott.ssa Ilaria Fiumi Sermattei discendente di Papa Leone XII per via del fratello Filippo che sposò Marianna Sermattei di Assisi. “Era necessario un considerevole sforzo di approfondimento critico per conoscere meglio la figura di Papa Leone XII – Ha affermato Ilaria Fiumi Sermattei – .Grazie al Prof. Roberto Regoli della Pontificia Università Gregoriana abbiamo avviato un programma decennale di ricerca per tappe, affrontando gradualmente, ogni anno, un aspetto particolare del pontificato della Genga. L’Assemblea legislativa della Regione Marche, da parte sua, ha dato un fondamentale contributo alla nostra iniziativa pubblicando ben 11 volumi di studi sulle tematiche politiche, sociali e culturali dell’età leonina, con i saggi di oltre 100 studiosi italiani e stranieri”. “I 200 anni dell’elezione a papa di Leone XII permettono di presentare alla comunità scientifica e al grande pubblico gli studi più recenti e approfonditi su quel periodo storico – Ha spiegato Regoli – l’epoca non era facile. Bisognava ricostruire dopo la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche. Un mondo vecchio era venuto meno, uno nuovo andava costruito. E qui si gioca la grande partita della Chiesa cattolica: quale contributo dare a questo mondo in trasformazione? Leone XII cercò di fornire una risposta fortemente religiosa, secondo lo spirito romantico dell’epoca, pensando più ai popoli che ai governi. Leone XII nella sua azione di governo ha incarnato la tensione della sua epoca tra restaurazione e innovazione, tra desideri di religiosità ed esigenze politiche, alla ricerca di nuovi equilibri”. Il programma delle celebrazioni prenderà il via a Roma il 28 settembre e prevede nella mattinata, dalle ore 9:00, presso la Pontificia Università Gregoriana, la prima sessione del Convegno internazionale “Ripensare la Restaurazione. Bilanci e prospettive del pontificato di Leone XII”. I lavori verranno introdotti e moderati da Roberto Regoli e Ilaria Fiumi Sermattei e vedranno gli interventi di: Rémy Hême de Lacotte (Sorbonne Université), Stefano Tabacchi (Consigliere parlamentare), Pierangelo Gentile (Università degli Studi di Torino), Giovanna Capitelli (Università di Roma Tre) e Christopher Korten (Adam Mickiewicz University, Poznan). Alle ore 17:00 nella Basilica Papale di San Pietro in Vaticano si terrà la Santa Messa presieduta da Sua Eminenza il Signor Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità; la funzione verrà animata dalla Corale “Sulla pietra di Genga” diretta dai Maestri Andreina Zatti e Marco Agostinelli. Seguirà l’omaggio del Cardinale Pietro Parolin alla tomba del pontefice all’interno della stessa Basilica. Alle ore 19:30 presso la Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, concerto per soli, coro e orchestra “Missa in honorem Leone Duodecimo” composta nel 1821/1822 da Don Pedro d’Alcántara I imperatore del Brasile e da lui dedicata nel 1829 a papa della Genga. Il concerto, diretto dal Maestro Franco Radicchia vedrà l’esibizione della Corale “Sulla pietra di Genga” diretta dai Maestri Andreina Zatti e Marco Agostinelli, dell’orchestra “Fideles et amati” diretta dal Maestro Tina Vasaturo, del soprano Sauretta Ragni, del contralto Andreina Zatti, del tenore Nicola De Filippo e del basso Matteo Mencarelli. Il 29 settembre la celebrazione continuerà a Genga nel piccolo Comune marchigiano che ha dato i natali a Papa Leone XII. “La celebrazione del bicentenario dell’elezione al soglio pontificio di Papa Leone XII, nostro illustre concittadino, è stata fortemente voluta dalla comunità che mi onoro di rappresentare. – Ha dichiarato il sindaco di Genga Marco Filipponi – Arriviamo infatti a questa data del 28 settembre 2023 dopo un percorso di studi e pubblicazioni, di oltre un decennio, che hanno toccato molteplici aspetti del pontificato di Leone XII. Sono particolarmente orgoglioso del percorso intrapreso dagli studiosi, che grazie al loro impegno hanno messo a disposizione della comunità testi che costituiscono testimonianza storica di quanto accaduto, anche a Genga, in quegli anni. L’amministrazione comunale sarà pronta, come ha fatto sino ad oggi, a sostenere il percorso di valorizzazione culturale legato a Papa Leone XII, anche dopo le celebrazioni del 28 e 29 settembre”.

Arte e Sport, a Bologna Laminarie vara il progetto “Ginnasio”

Arte e Sport, a Bologna Laminarie vara il progetto “Ginnasio”Roma, 25 set. (askanews) – Mettere in comunicazione arte e sport: è la nuova iniziativa di Laminarie/Dom la cupola del Pilastro che ha Bologna ha organizzato per le giornate tra il 25 e il 30 settembre una rassegna che ribadisce la vocazione a mettere in contatto il teatro con gli abitanti del territorio e gli artisti con gli spazi di creazione. La rassegna si terrà nelle giornate di 25, 26, 29 e 30 settembre 2023 nel Parco del Polo Panzini, a DOM cupola del Pilastro e nel campo da baseball dell’Athletics Bologna Baseball – Pilastro.

La rassegna avrà inizio il 25 settembre alle ore 18:30 con l’inaugurazione dell’opera Gates composta da due arazzi in tessuto nautico realizzati dall’artista visivo Andrea Conte (Andreco) nel Parco del Polo Panzini. Attraverso quest’opera l’artista, che si è formato come ingegnere ambientale, estende il concetto scientifico di permeabilità dei terreni alla società, intendendo la città permeabile come un ecosistema aperto basato su un approccio multiculturale e intersezionale. La serata proseguirà a DOM cupola del Pilastro con la lettura Cronache di gesti atletici e rimbalzi di Laminarie in scena Cristiana Raggi e Donatella Allegro, con la collaborazione drammaturgica di Serena Viola. La lettura tratterà una selezione di vicende sportive raccontate dai grandi scrittori. In seguito, alle 21:00 si terrà il concerto Spiralis Aurea, un lavoro di architettura musicale che intreccia geometria sacra, esperienza collettiva e connessioni elusive tra natura e genere umano, con Stefano Pilia (chitarra elettrica ed elettronica), Mattia Cipolli (violoncello), Giuseppe Franchellucci (violoncello).

La rassegna continua martedì 26 settembre alle ore 17:30, al Parco del Polo Panzini, dove l’allenatore Renzo Ulivieri darà inizio alla partita amichevole dei giovanissimi atleti di Atlas, Gruppo Sportivo del Pilastro, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo 11. A seguire la replica della lettura scenica Cronache di gesti atletici e rimbalzi e alle 18:30 l’incontro pubblico con Renzo Ulivieri, già allenatore della squadra del Bologna e oggi presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio. La rassegna riprenderà il 29 settembre con lo spettacolo HAMONIM di Patricia Carolin Mai alle 18:00 nel campo da baseball dell’Athletics Bologna Baseball, gruppo storico fondato negli anni ’80 e attualmente in serie A. Lo spettacolo è il risultato di due settimane di un laboratorio realizzato con la collaborazione di Gender Bender a DOM la cupola del Pilastro, dove un gruppo eterogeneo di partecipanti si è interrogato sul significato di comunità, restituendo in scena un poetico corpo collettivo. HAMONIM è la terza parte di una trilogia su corpi in stato di emergenza, costruita assieme a una folta schiera di persone appassionate di danza presenti nel territorio. Lo spettacolo ha avuto il sostegno dell’Unione europea – Fondi Strutturali e di Investimento Europei, nell’ambito della risposta dell’Unione alla pandemia di COVID-19 e del Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020 REACT EU, ed è supportato da Nationales Performance Netz International Guest Performance Fund for Dance, e finanziato dal Federal Government Commissioner for Culture and the Media.

In seguito, alle 21:00 si terrà a DOM la cupola del Pilastro lo spettacolo Alì di Laminarie, intervallato da incontri ufficiali di boxe a cura della palestra Boxe “Le Torri” Pilastro e dedicato a Alberto Marinozzi, detto “Gianni”, in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna. La performance Alì, ideata e realizzata dalla compagnia Laminarie, intende valorizzare le attività della palestra di Boxe “Le Torri”, un’importante realtà del rione radicata al Pilastro dagli anni Novanta che conta la partecipazione di molti ragazzi del Quartiere. Nella performance si metteranno in relazione i lottatori di boxe, i cui movimenti costituiscono a tutti gli effetti una danza, con l’opera di Pasolini e in particolare con immagini tratte dai film “Accattone”, “Appunti per un Orestiade Africana” e tracce dal testo “Alì dagli occhi azzurri”. Per l’occasione a DOM saranno allestiti un ring regolamentare e un’installazione visiva, si potrà quindi assistere a combattimenti ufficiali per mettere in dialogo i lottatori di boxe con le immagini filmiche e gli interventi recitativi. La rassegna si conclude nella giornata del 30 settembre, con la replica dello spettacolo HAMONIM che si terrà alle 18:00 presso il campo da baseball dell’Athletics Bologna Baseball.

L’asteroide Wes Anderson torna in Fondazione Prada a Milano

L’asteroide Wes Anderson torna in Fondazione Prada a MilanoMilano, 24 set. (askanews) – Il cinema di Wes Anderson è in un certo senso un universo autosufficiente che ruota intorno alla visione del regista e al suo modo di porsi di fronte al mondo. Ma è un universo fatto anche di dettagli, moltissimi, che, in occasione dell’uscita del nuovo lungometraggio, “Asteroid City”, Fondazione Prada a Milano ha deciso di raccontare attraverso gli oggetti di scena originali del film.

“Quello di Wes Anderson in Fondazione Prada – ha detto ad askanews Chiara Costa, Head of program del museo – è sempre un gradito eterno ritorno. La nostra relazione con lui è iniziata nel 2015 quando ha disegnato il Bar Luce, che è il bar della Fondazione Prada”. In questo caso però è la prima volta che a essere oggetto centrale della collaborazione con il cineasta sia proprio un film di Anderson. “La mostra – ha aggiunto Costa – che sarà aperta al pubblico fino al 7 gennaio raccoglie alcune tra le scenografie più importanti del film Asteroid City che esce in Italia il 28 settembre. Sono scenografie accompagnate anche da delle tracce musicali che aiutano a riconoscere le specifiche scene del film”.

“L’opportunità che offre una mostra come questa – ha aggiunto il produttore Ben Adler – è di mostrare al pubblico che gli oggetti non sono meravigliosi solo sullo schermo, ma lo sono anche nella vita reale”. L’esposizione dedicata ad “Asteroid City” testimonia, poi, un’altra cosa piuttosto interessante, ossia la capacità – e la volontà esplicita – di Fondazione Prada di cambiare continuamente pelle, di essere in grado di passare dal contemporaneo all’antico, dall’anatomia al cinema. Senza mai perdere l’eleganza e la ricercatezza, ma con un corroborante senso di sotterranea inquietudine che è il motore della vitalità della programmazione.

Centrale Fies, tre giorni per mettere in scena la cura e l’amore

Centrale Fies, tre giorni per mettere in scena la cura e l’amoreDro, 24 set. (askanews) – Tre giorni di spettacoli, performance e anche di corpi. Tre giorni per parlare di cosa significa prendersi cura e di come le pratiche performative contemporanee lo possono mettere in pratica. Centrale Fies a Dro, in Trentino, ha ospitato nella ex centrale elettrica, oggi centro di ricerca artistico, il programma di “Enduring Love”, con artisti come Alessandro Sciarroni, Marco D’Agostin, CollettivO CineticO, Mali Weil o Emilia Verginelli.

“Questa tre giorni di programmazione – ha detto ad askanews Elisa Di Liberato di Centrale Fies – consente a noi e al pubblico di approfondire queste diverse forme di cura, di curatela, di progettazione e di interscambio con le artiste e gli artisti. Tutto quello che è l’azione performativa è in realtà un momento di conoscenza condiviso molto più ampio che dà delle opportunità molto più ampie di conoscenza e di esplorazione del contemporaneo”. Tra gli artisti che hanno preso parte a “Enduring Love” anche Giulia Crispiani, che ha portato in scena il suo testo “Inevitabile”. “L’inevitabilità – ci ha detto l’artista e scrittrice – è intesa appunto come questo incontrarsi nella vita e quando ci si incontra si capisce che tutta la vita precedente era un po’ in preparazione a questo incontro e quindi è un testo che parla d’amore ed è un testo che parla di restare dentro un amore”.

Parola difficile, amore; parola che gli artisti arrivati in Trentino per questo nuovo capitolo della programmazione di Centrale Fies hanno affrontato attraverso pratiche diverse e molteplici. “Tutto il modo in cui mi azzardo a parlare d’amore, che poi è solo ovviamente è sempre un tentativo non è mai una scrittura esaustiva – ha aggiunto Giulia Crispiani – è tramite il corpo, tramite il sensibile, diciamo, quello che passa e sente il corpo e che tenta di descrivere attraverso le immagini”. L’altra parola chiave per questo “Enduring Love” è proprio corpo, che si fa danza, che si fa collettivo, che si fa storie che si inseguono e si intrecciano. Che si fa presenza e affermazione, anche, anzi soprattutto, al tempo dell’immaterialità digitale dominante.

La pittura europea di Rubens: tre mostre tra Mantova e Roma

La pittura europea di Rubens: tre mostre tra Mantova e RomaMilano, 22 set. (askanews) – Riscoprire la grandezza di Rubens attraverso due delle città italiane che hanno segnato la sua vicenda culturale e personale: Mantova e Roma, che dedicano all’artista fiammingo importanti esposizioni. Per presentarle, anche alla luce dei grandi prestiti internazionali, si è scelto di partire da Madrid, dal Museo del Prado e dal Thyssen-Bornemisza, e ovviamente dai loro Rubens.

Le prime inaugurazioni si terranno a Mantova, il 7 ottobre: “Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà” e “La Pala della Santissima Trinità”, ospitata a Palazzo Ducale. A raccontarci la relazione tra l’artista e la città dei Gonzaga, il direttore di Palazzo te, Stefano Baia Curioni. “Rubens – ha detto ad askanews – è un uomo molto particolare, è un grande intellettuale, un grande diplomatico cattolico che passa la vita cercando di saldare la lacerazione religiosa che si apre in Europa nel ‘600. Come opera questa pittura? Opera nella relazione con l’antico, la relazione con la grande potenza di Roma che lui vuole in un certo senso mostrare come una possibile prospettiva per l’Europa del futuro. Quindi l’incontro con Giulio Romano nel quale si raccoglie l’eredità di Raffaello e della pittura antica è cruciale perché da lì lui trova la fonte per rilanciare la sua opera”. Il dialogo con la classicità e il desiderio di essere artista totale di Rubens ci portano poi a Roma, dove dal 14 novembre alla Galleria Borghese arriva il confronto con la grande scultura. Francesca Cappelletti, direttrice del museo romano: “Questo incontro con le statue – ci ha spiegato – è un incontro che sicuramente Rubens mette a grandissimo frutto e disegna molto, impara attraverso il disegno, anima le statue antiche attraverso il disegno ed è per questo che la mostra si chiama ‘Il tocco di Pigmaglione’. C’è quest’idea di animazione, di alterazione dell’antico, che Rubens rende più vibrante, rende più vivido, proprio attraverso il tratto e che poi, ovviamente, immette anche nella pittura”.

Le tre esposizioni sono raccolte sotto un unico cappello, che fa risalire all’opera dell’artista fiammingo “La nascita di una pittura europea”, ma sono anche l’occasione per riflettere sulla continuità del passaggio dal Rinascimento al Barocco e sulla relazione tra l’arte italiana e l’Europa.

”DIA-LOGÒI”, da domani a Quartu la prima edizione del festival

”DIA-LOGÒI”, da domani a Quartu la prima edizione del festivalRoma, 20 set. (askanews) – Creare connessioni per trovare soluzioni. E’ questo l’obiettivo di “DIALOGOI-Dialoghi dal Quartu Mondo”, il primo festival di giornalismo e letteratura dedicato a tutti i Sud del mondo, in programma domani 21 e venerdì 22 settembre 2023 presso gli spazi della Biblioteca Centrale di via Dante 68, a Quartu Sant’Elena, con il titolo “UN NUOVO UMANESIMO PER I POPOLI DEL MEDITERRANEO”.

Il Festival, patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Quartu con la collaborazione dell’Associazione della Stampa Sarda, dell’Unione delle Università del Mediterraneo Unimed, dell’Associazione Accus, della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna, accoglierà le voci di scrittori, studiosi e giornalisti di rilievo nazionale ed internazionale impegnati nel confronto sulle grandi sfide dell’attualità, partendo dai versanti convergenti della letteratura, della cronaca e della ricerca. Tra gli ospiti della due giorni Marco Impagliazzo, Presidente S.Egidio, Marco Ansaldo, corrispondente per Repubblica e consigliere politico per Limes, Alberto Negri, inviato speciale ed analista, Mons.Giuseppe Baturi, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Hamaid Ben Aziza, Segretario Generale Unimed, già rettore dell’Università di Tunisi. Saranno moderati da grandi nomi del giornalismo come Anna Piras, vicedirettore Rai Parlamento, Antonio Di Rosa, Direttore editoriale gruppo SAE, Simonetta Selloni, Presidente Assostampa Sardegna, Giacomo Mameli, giornalista e scrittore, Vittorio Giacopini, conduttore di Pagina Tre su RadioRai3, Francesca Bellino, giornalista, scrittrice, autrice radiotelevisiva. Per la sezione “letteratura” saranno presenti grandi nomi dello scenario internazionale fra cui: Inaam Kachahi, giornalista e scrittrice irachena, corrispondente da Parigi per le testate Al-Awsat e Kol-Al-Usra. Khadija Abdalla Bajaber, pluripremiata scrittrice proveniente dal Kenia, Najwan Darwish, importante voce palestinese, uno dei poeti più eminenti del panorama poetico arabo moderno, Fariborz Kamkari, affermato regista e sceneggiatore iraniano di origine curda già attivo in Italia. Il Festival DIALOGÒI intende provare a dare un contributo alla riflessione sui nuovi fenomeni globali e sulle problematiche dei paesi dell’Area Mediterranea e dei vari “Sud” del mondo, nella convinzione che solo attraverso il metodo del dialogo e del confronto sia possibile trovare soluzioni comuni a sfide comuni. Conoscere per conoscersi meglio, per superare le differenze e costruire percorsi di pace, di crescita, di progresso, con ricadute diffuse e durature per le collettività coinvolte. Da qui l’idea di provare a immaginare un nuovo umanesimo, alla riscoperta di una radice comune fra i popoli del Mediterraneo, da cui possa nascere un domani la risposta ai tanti problemi della contemporaneità.

DIALOGÒI nasce con l’intenzione di capovolgere il paradigma dominante nella gerarchia delle notizie e nella narrazione della realtà, a partire da noi stessi. L’idea è quella di volgere lo sguardo non più e non soltanto a Roma, Parigi, Berlino o Bruxelles, ma anche più a Sud, verso Tunisi, Algeri,Abuja, Nairobi, Ramallah, il Cairo, ed ancora oltre, dove spesso la lente dell’interesse occidentale non si sofferma. Dai Dialogòi di Quartu Sant’Elena si vuole scommettere sull’accensione di un’antenna di informazione nuova e diversa, partendo dal punto di osservazione privilegiato di un’isola al centro del Mediterraneo che ambisce a conoscere quello che accade intorno a sé a 360 gradi, riconoscendo l’importanza di creare connessioni per trovare soluzioni. Quartu, all’interno dell’isola, rappresenta il luogo paradigmatico di questo incontro: gli anni dell’inurbamento massivo nel recente passato hanno cambiato profondamente il volto della città, popolandola per successive stratificazioni di nuovi abitanti spesso ben integrati all’interno del tessuto sociale e civile cittadino. Fra questi, non soltanto sardi originari del capoluogo o dei vari territori dell’isola, ma anche gruppi di stranieri provenienti prevalentemente dal bacino del Mediterraneo e che oggi stando alle ultime rilevazioni Istat rappresentano il 3,3% della popolazione residente. Spicca in questi gruppi la capacità di integrazione favorita in modo particolare dal mondo dell’associazionismo locale o da forme di autoorganizzazione e di rappresentanza, che l’Amministrazione intende valorizzare.

Il Festival Dialogoi nasce sotto curatela di un comitato scientifico che per la parte letteraria vede l’autorevole direzione artistica dello scrittore e giornalista Giacomo Mameli, coadiuvato dall’esperienza culturale, autoriale e letteraria di Francesca Bellino e Vittorio Giacopini. Per la sezione giornalismo la curatela è stata assunta dalla giornalista Paola Pintus.

Addio a Gianni Vattimo, il filosofo del pensiero debole

Addio a Gianni Vattimo, il filosofo del pensiero deboleMilano, 20 set. (askanews) – “Ero debole”. Si congeda così Gianni Vattimo, con l’autoironia sull’impostazione che gli era valsa la fama internazionale, il “pensiero debole” che nei primi anni ’80 segnò l’inizio dell’epoca postmoderna, in contrasto con la metafisica tradizionale. “Ero debole. Gianni Vattimo”. E poi le date di nascita, 04-01-1936, e di morte, 19-09-2023, recita l’epitaffio pubblicato sui social dal suo compagno, Simone Caminada che spiega: “Sul suo profilo ho scritto ciò che lui tempo fa mi chiese di scrivere nel caso estremo e in fondo è tutto dentro la sua grande autoironia”.

Nato a Torino, a pochi mesi già orfano di padre, a soli 28 anni ebbe la cattedra di Estetica, nell’università del capoluogo piemontese di cui poi divenne anche preside della facoltà di Filosofia. Comunista e cattolico, oltre all’impegno accademico si dedicò attivamente alla politica e per due mandati è stato parlamentare europeo: dal 1999 al 2004 per i Democratici di Sinistra, dal 2009 al 2014 con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.

A 87 anni si è spento nell’ospedale di Rivoli, dove era ricoverato da qualche giorno: a dare la notizia il compagno dei suoi ultimi 14 anni, accusato e condannato per circonvenzione di incapace nei confronti del filosofo: “Mia madre come ogni sera gli ha detto ‘Ci vediamo domani Gianni’ e lui ha avuto la forza col dito di indicare ‘No’. Io gli ho assicurato che stava lasciandoci nell’amore del suo grande popolo”.