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Mafia, Cgia: quarta industria del paese, affari per 40 mld anno

Mafia, Cgia: quarta industria del paese, affari per 40 mld annoRoma, 14 dic. (askanews) – Il volume d’affari annuo delle mafie italiane si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno; una cifra spaventosa che vale praticamente due punti di Pil. Se effettuiamo una comparazione puramente teorica che, tuttavia, ci consente di “dimensionare” la portata del fenomeno, il fatturato dell’industria del crimine risulta essere ipoteticamente al quarto posto a livello nazionale, dopo quello registrato dall’Eni (93,7 miliardi di euro), dall’Enel (92,9 miliardi) e dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) (55,1 miliardi). A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia. In Italia sono 150mila le imprese nell’”orbita” della criminalità organizzata. In virtù dei dati in possesso dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia – struttura che, per legge, riceve ogni anno dagli intermediari finanziari centinaia di migliaia di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette – è stato possibile mappare il numero delle imprese presenti in Italia che potenzialmente sono contigue a contesti di criminalità organizzata. Oltre alle segnalazioni ricevute, la UIF ha incrociato anche gli scambi informativi acquisiti dalla Direzione Nazionale Antimafia e dall’Autorità giudiziaria. Grazie a questo mix di dati è stato possibile censire almeno 150mila imprese che potrebbero essere potenzialmente controllate o collegate a vario titolo alle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Analizzando la diffusione territoriale delle aziende in “odor di mafia”, le attività più a rischio sono quelle presenti nelle grandi aree metropolitane. A Napoli, ad esempio, sarebbero quasi 18.500, a Roma poco più di 16.700 e a Milano sfiorano le 15.650 unità. In queste tre realtà geografiche è concentrato il 34 per cento circa delle imprese a rischio in tutto il Paese. Seguono Caserta con 5.873 imprese, Brescia con 4.043, Palermo con 4.016, Salerno con 3.862, Bari con 3.358 e Catania con 3.291.

Banco Bpm, Unicredit ha depositato alla Consob documento Opsv

Banco Bpm, Unicredit ha depositato alla Consob documento OpsvRoma, 13 dic. (askanews) – Unicredit ha depositato alla Consob il documento di offerta relativo all’Offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria sulle azioni di Banco Bpm.


Quale corrispettivo dell’offerta, Unicredit riconoscerà 0,175 sue azioni ordinarie di nuova emissione, prive del valore nominale, aventi godimento regolare e le stesse caratteristiche delle azioni ordinarie di UniCredit già in circolazione alla data di emissione, che saranno quotate su Euronext Milan, sul Mercato Ufficiale della Borsa di Francoforte, nonché sulla Borsa di Varsavia, per ogni azione Banco Bpm. Pertanto, per ogni 1.000 Azioni Bpm portate in adesione all’offerta saranno offerte in concambio 175 azioni ordinarie dell’Offerente di nuova emissione. Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni Unicredit al 22 novembre, il corrispettivo esprime una valorizzazione monetaria pari a 6,657 euro per ciascuna azione Banco Bpm.


“Riteniamo che la nostra offerta agli azionisti di Bpm sia congrua, in quanto portante un premio pari a circa il 15-20% rispetto al prezzo dell’azione Bpm prima che fosse influenzato positivamente dall’offerta in corso su Anima e da ulteriori speculazioni riguardo a possibili operazioni di M&A”, dichiara Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, a margine della nota.

Manovra,confronto Urso-Orsini su modifiche Ires premiale e Transizione 5.0

Manovra,confronto Urso-Orsini su modifiche Ires premiale e Transizione 5.0Roma, 13 dic. (askanews) – Nel bilaterale che ha preceduto la riunione sul Libro Verde “Made in Italy 2030”, svoltasi questa mattina al ministero delle Imprese e del made in Italy con la partecipazione dei vertici di Confindustria, secondo quanto si apprende il ministro Adolfo Urso si è confrontato con il presidente degli industriali Emanuele Orsini sugli emendamenti alla manovra, che saranno presentati nelle prossime ore. In particolare, sulle modalità dell’Ires premiale e sulle modifiche apportate a Transizione 5.0.


Il Mimit ha infatti ottenuto il consenso della commissione europea su procedure semplificate e più efficaci, che saranno contenute nell’emendamento al piano come sollecitato dalle stesse imprese. Vis

Accordo di collaborazione tra askanews e l’agenzia turca DHA

Accordo di collaborazione tra askanews e l’agenzia turca DHARoma, 13 dic. (askanews) – askanews e Demirören News Agency (DHA) hanno siglato un accordo di collaborazione che propone agli abbonati e ai clienti delle due agenzie di informazione un nuovo progetto di informazione, multimediale e multipiattaforma, che unisce la Turchia e l’Italia.


La partnership prevede lo scambio dei rispettivi contenuti giornalistici tra le due redazioni, con l’obiettivo di raccontare la cooperazione tra Italia e Turchia su questioni bilaterali, regionali e globali e i legami tra le rispettive società civili; così, come di sviluppare nuovi ambiti di collaborazione transnazionale per offrire servizi e prodotti informativi e di comunicazione su misura, per ogni esigenza di istituzioni e imprese italiane e turche. “È una partnership che mette a fattor comune – sottolinea Gianni Todini, direttore responsabile di askanews – l’expertise e le esperienze giornalistiche di due agenzie di stampa interamente private, facendo leva sulla comune identità mediterranea in un contesto globale di frammentazione economica e politica. In particolare, mediante questa intesa – prosegue Todini – anche attraverso una programmazione congiunta di attività, ci impegniamo a dar vita ad uno spazio informativo, che sia punto di riferimento, per quanti desiderano approfondire, sul piano economico – commerciale, le relazioni bilaterali tra Italia e Turchia che sono eccellenti, come ha confermato la visita ufficiale del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad Ankara di inizio anno, con interscambio e investimenti in crescita e collaborazioni in diversi settori d’importanza strategica”.


Il direttore generale della DHA, Cemal Coskun, ha dichiarato che, come principale agenzia di stampa privata della Turchia, attribuiscono grande importanza alle collaborazioni. Ha aggiunto: “Siamo felici di collaborare con askanews, una delle agenzie di notizie più forti d’Italia”. Evidenziando l’importanza della cooperazione tra le due agenzie, Coskun ha inoltre affermato: “Come detto dal direttore di askanews, Gianni Todini, intendiamo realizzare prodotti e servizi informativi che diventino un punto di riferimento tra i due Paesi. L’amicizia tra i due Paesi ha un grande significato per la geografia mediterranea ed europea. Nel 2032 organizzeremo insieme il Campionato Europeo. I nostri partenariati strategici e il volume degli scambi commerciali sono in aumento”.

Natale, prodotti enogastronomici e giocattoli i doni più gettonati

Natale, prodotti enogastronomici e giocattoli i doni più gettonatiRoma, 13 dic. (askanews) – Più regali sotto l’albero di Natale. Cresce la quota di italiani intenzionati a fare acquisti natalizi: il 79,9% contro il 73,2% del 2023. Tra i doni più gettonati si confermano i prodotti enogastronomici, i giocattoli, i libri, l’abbigliamento e gli articoli per la bellezza. Questi i principali risultati di un’indagine sui consumi di Natale 2024 realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research.


Lo shopping natalizio riflette abitudini sempre più multicanale: il 62,6% degli intervistati sceglie di combinare negozi fisici e online, mentre il 27,5% si affida esclusivamente ai punti vendita tradizionali. Cresce la quota di chi prevede di spendere oltre 300 euro, anche se la spesa media si attesta intorno ai 207 euro. Tuttavia, rispetto al 2023, diminuisce la percentuale di italiani che sono riusciti a risparmiare qualcosa durante l’anno: il 64% contro il 72,6% dell’anno precedente. La tredicesima continuerà a essere un sostegno importante per molte famiglie, destinata principalmente alle spese per la casa e la famiglia (22,1%), al risparmio (21,9%) e al pagamento di tasse e bollette (21,7%). Non solo doni sotto l’albero. Gli italiani, durante le festività natalizie spenderanno anche per pranzi, addobbi ed eventi: il 73,4% in prevalenza per cibi e bevande, il 10,9% per gli accessori per le feste, e poi per le decorazioni o per partecipare ad eventi e intrattenimenti. Il 71,9% dichiara che rinnoverà gli addobbi natalizi della propria abitazione. Tra coloro che pianificano di farlo, si prevede una spesa media di circa 47 euro. Durante questo Natale, il 63,2% degli italiani dichiara di voler donare e impegnarsi in attività di beneficenza.

Ruffini: lascio l’Agenzia delle Entrate ma non scendo in campo

Ruffini: lascio l’Agenzia delle Entrate ma non scendo in campoMilano, 13 dic. (askanews) – Il direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini lascia l’incarico. “Il clima è cambiato”, dice in una intervista al Corriere della Sera. “Non scendo in campo, ma rivendico il diritto di parlare”. Ruffini nell’intervista dice di aver visto “mercoledì il ministro Giorgetti per avvertirlo dell’intenzione di rimettere il mandato e consentire così il regolare passaggio di consegne con chi sarà chiamato a succedermi”.


Alla domanda sulle ragioni che stanno dietro le sue dimissioni Ruffini spiega che che è “l’unico modo per rimanere me stesso. Sono un avvocato che da tanti anni scrive e partecipa a incontri pubblici su ciò che ci unisce, come la Costituzione e l’ugua- glianza. Ho letto però che parlare di bene comune sarebbe una scelta di campo. E che dunque dovrei tacere oppure lasciare l’incarico. La mia unica bussola in questi anni è stata il rispetto per le leggi e per il mandato che mi è stato affidato, perché il senso più profondo dello Stato è questo: es- sere al di sopra delle parti, servire il bene comune. Quello che è accaduto in questi giorni intorno al mio nome descrive un contesto cambiato rispetto a quando ho assunto questo incarico e anche rispetto a quando ho accettato di rimanere. Ne traggo le conseguenze”. “È stata fatta persino una descrizione caricaturale del ruolo di Direttore dell’Agenzia, come se combattere l’evasione fosse una scelta di parte e addirittura qualcosa di cui vergognarsi – ha aggiunto – Se le cose stanno così, mi sono detto, che senso ha rimanere? Passo la mano, nessun problema”.

Pnrr, Foti: nessuna proroga, obiettivo resta giugno 2026

Pnrr, Foti: nessuna proroga, obiettivo resta giugno 2026Roma, 12 dic. (askanews) – “Se noi andiamo oggi sulla strada di iniziare a parlare di proroghe non realizziamo nessun obiettivo, per quanto mi riguarda l’obiettivo è il 30 giugno 2026”. Lo ha detto Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, nel suo intervento ad Atreju.


In ogni caso “non siamo noi – ha aggiunto – che diamo la proroga, dovrebbe venire dall’Europa”, “c’è un certo pessimismo che si vede oggi diffuso rispetto al Pnrr mi sembra un catastrofismo inutile”.

Fmi, indagine interna critica gestione finanziamenti straordinari

Fmi, indagine interna critica gestione finanziamenti straordinariRoma, 12 dic. (askanews) – Un comitato interno indipendente del Fondo monetario internazionale ha pubblicato un rapporto in cui solleva critiche sulla gestione dei meccanismi di finanziamento straordinari, utilizzati dall’istituzione di Washington per sostenere alcuni Paesi.


La relazione dell’Indipendent Evaluation Office, pur dando atto di progressi rispetto al precedente approccio utilizzato dal Fmi che aveva anche maggiore discrezionalità, rileva che la nuova versione dell’Exception Access Policy (Eap) non raggiunge in pieno i suoi obiettivi dichiarati. In particolare “non ha fornito salvaguardie consistentemente più elevate per i programmi straordinari rispetto ai programmi ordinari – si legge – e non ha fornito i chiarimenti attesi sui finanziamenti e sull’assunzione di rischi da parte del Fondo”. Secondo l’analisi, le modalità con cui sono stati gestiti questi fondi “hanno sollevato la percezione di mancanza di imparzialità”, mentre in alcuni casi le valutazioni da parte dei funzionari dell’istituzione “sono state percepite come distorte in senso ottimistico, erodendo la credibilità dei programmi del Fondo”.


Secondo il Financial Times, questo strumento è stato utilizzato per erogare aiuti a paesi come Argentina, Ucraina ed Egitto. (fonte immagine: IEO IMF).

Bce taglia ancora i tassi e abbandona l’impegno a linea restrittiva

Bce taglia ancora i tassi e abbandona l’impegno a linea restrittivaRoma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di riferimento per l’area euro di altri 25 punti base. Una decisione in linea con le attese prevalenti, mentre l’istituzione ha dato chiari segnali sul proseguimento della manovra di rimozione del freno monetario. Soprattutto, ha rimosso dalla comunicazione diffusa al termine del direttorio l’indicazione sulla necessità di mantenere una linea restrittiva.


A decorrere dal 18 dicembre, i tassi sui depositi presso la banca centrale caleranno al 3%, minimo dal marzo del 2023, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,15%, minimo dal febbraio 2023 e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginali caleranno al 3,40%. Secondo la Bce nell’area euro “il processo disinflazionistico è ben avviato” e i tecnici dell’istituzione hanno rivisto al ribasso le previsioni su inflazione e crescita. Ora prevedono una espansione del Pil dell’area euro dello 0,7% nel 2024, 1,1% nel 2025, 1,4% nel 2026 e 1,3% nel 2027. Per il caro vita stimano 2,4% sull’insieme di quest’anno, cui seguirebbe 2,1% nel 2025 e 1,9 nel 2026, per il 2027 è atteso un 2,1%.


Alcuni, al direttorio di oggi, avrebbero voluto fare di più: “Ci sono state alcune discussioni con alcune proposte per considerare 50 punti base – ha riferito la presidente Christine Lagarde durante la conferenza stampa esplicativa – ma l’accordo complessivo su cui tutti hanno finito per convergere è che questa era la decisione giusta”. “Abbiamo avuto un Consiglio che ci ha veramente portato a concordare non ancora ‘vittoria’ sull’inflazione, non ancora ‘missione compiuta’, ma certamente ci ha portato a convergere sul fatto che l’inflazione sta veramente sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo del 2%”.


Migliorano ulteriormente, intanto, le previsioni sulla disoccupazione nell’area euro, che è già ai minimi storici. Ora i tecnici dell’istituzione pronosticano un calo al 6,4% quest’anno, dal 6,5% del 2023, una flebile risalita al 6,5% nel prossimo e poi un calo al 6,3% nel 2026 e al 6,1% nel 2027. La Bce ha anche confermato con la fine dell’anno l’arresto totale delle operazioni di rinnovo di titoli negli stock dell’eurosistema. Ma aggiungendo che il suo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (Tpi) “può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area”.


Interpellata sulla recente stabilità di titoli di Stato e differenziali dei tassi (spread), a dispetto in particolare della crisi di governo in Francia e delle letture allarmistiche che alcuni organi di stampa vi hanno attribuito, Lagarde ha di fatto smentito eventuali speculazioni sul fatto che vi fosse la mano della Bce dietro al tutto: l’ultima volta che la Bce è intervenuta sui mercati con la “flessibilità” prevista nel programma di acquisti “anti-crisi pandemica” (Pepp) è stato nel luglio del 2023. Da allora non ha più effettuato questi interventi e alla riunione di oggi del consiglio direttivo “non abbiamo discusso del Tpi”. Infine, con il rimborso dei restanti importi ricevuti dalle banche nell’ambito delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro), si conclude questa fase del processo di normalizzazione del bilancio della Bce. Sempre oggi anche la Banca nazionale svizzera ha tagliato i tassi. In questo caso ha sorpreso le aspettative con una sforbiciata da 50 punti base, con cui il riferimento sul franco è sceso allo 0,50%, posto che l’inflazione in Svizzera (0,7% a novembre) è a quasi a un terzo del livello dell’eurozona. Ora “la palla” virtualmente passerà alla Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti che comunicherà le sue decisioni mercoledì prossimo, al termine della due giorni del direttorio (Fomc). Qui il quadro è ancora più incerto, data la continua riaccelerazione dell’inflazione Usa. (fonte immagine: ECB 2024).

Trump: Abbasserò aliquota a 15% su aziende che producono in Usa

Trump: Abbasserò aliquota a 15% su aziende che producono in UsaNew York, 12 dic. (askanews) – Il presidente eletto Donald Trump ha detto ai Ceo di banche ed aziende riuniti alla Borsa di New York, che avrebbe cercato di tagliare l’aliquota fiscale sulle società dal 21% al 15%.


“Ma solo se producete qui il vostro prodotto, altrimenti pagherete il 21%”, ha detto Trump prima di suonare la campanella di apertura della Borsa per celebrare la sua seconda nomina a Persona dell’anno da parte della rivista Time. “Nessuno ci lascerà. Tornerete. Riporterete tutto negli Stati Uniti. Stiamo incentivando tutti a tornare”, ha ribadito Trump.