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Natale, prodotti enogastronomici e giocattoli i doni più gettonati

Natale, prodotti enogastronomici e giocattoli i doni più gettonatiRoma, 13 dic. (askanews) – Più regali sotto l’albero di Natale. Cresce la quota di italiani intenzionati a fare acquisti natalizi: il 79,9% contro il 73,2% del 2023. Tra i doni più gettonati si confermano i prodotti enogastronomici, i giocattoli, i libri, l’abbigliamento e gli articoli per la bellezza. Questi i principali risultati di un’indagine sui consumi di Natale 2024 realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research.


Lo shopping natalizio riflette abitudini sempre più multicanale: il 62,6% degli intervistati sceglie di combinare negozi fisici e online, mentre il 27,5% si affida esclusivamente ai punti vendita tradizionali. Cresce la quota di chi prevede di spendere oltre 300 euro, anche se la spesa media si attesta intorno ai 207 euro. Tuttavia, rispetto al 2023, diminuisce la percentuale di italiani che sono riusciti a risparmiare qualcosa durante l’anno: il 64% contro il 72,6% dell’anno precedente. La tredicesima continuerà a essere un sostegno importante per molte famiglie, destinata principalmente alle spese per la casa e la famiglia (22,1%), al risparmio (21,9%) e al pagamento di tasse e bollette (21,7%). Non solo doni sotto l’albero. Gli italiani, durante le festività natalizie spenderanno anche per pranzi, addobbi ed eventi: il 73,4% in prevalenza per cibi e bevande, il 10,9% per gli accessori per le feste, e poi per le decorazioni o per partecipare ad eventi e intrattenimenti. Il 71,9% dichiara che rinnoverà gli addobbi natalizi della propria abitazione. Tra coloro che pianificano di farlo, si prevede una spesa media di circa 47 euro. Durante questo Natale, il 63,2% degli italiani dichiara di voler donare e impegnarsi in attività di beneficenza.

Ruffini: lascio l’Agenzia delle Entrate ma non scendo in campo

Ruffini: lascio l’Agenzia delle Entrate ma non scendo in campoMilano, 13 dic. (askanews) – Il direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini lascia l’incarico. “Il clima è cambiato”, dice in una intervista al Corriere della Sera. “Non scendo in campo, ma rivendico il diritto di parlare”. Ruffini nell’intervista dice di aver visto “mercoledì il ministro Giorgetti per avvertirlo dell’intenzione di rimettere il mandato e consentire così il regolare passaggio di consegne con chi sarà chiamato a succedermi”.


Alla domanda sulle ragioni che stanno dietro le sue dimissioni Ruffini spiega che che è “l’unico modo per rimanere me stesso. Sono un avvocato che da tanti anni scrive e partecipa a incontri pubblici su ciò che ci unisce, come la Costituzione e l’ugua- glianza. Ho letto però che parlare di bene comune sarebbe una scelta di campo. E che dunque dovrei tacere oppure lasciare l’incarico. La mia unica bussola in questi anni è stata il rispetto per le leggi e per il mandato che mi è stato affidato, perché il senso più profondo dello Stato è questo: es- sere al di sopra delle parti, servire il bene comune. Quello che è accaduto in questi giorni intorno al mio nome descrive un contesto cambiato rispetto a quando ho assunto questo incarico e anche rispetto a quando ho accettato di rimanere. Ne traggo le conseguenze”. “È stata fatta persino una descrizione caricaturale del ruolo di Direttore dell’Agenzia, come se combattere l’evasione fosse una scelta di parte e addirittura qualcosa di cui vergognarsi – ha aggiunto – Se le cose stanno così, mi sono detto, che senso ha rimanere? Passo la mano, nessun problema”.

Pnrr, Foti: nessuna proroga, obiettivo resta giugno 2026

Pnrr, Foti: nessuna proroga, obiettivo resta giugno 2026Roma, 12 dic. (askanews) – “Se noi andiamo oggi sulla strada di iniziare a parlare di proroghe non realizziamo nessun obiettivo, per quanto mi riguarda l’obiettivo è il 30 giugno 2026”. Lo ha detto Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, nel suo intervento ad Atreju.


In ogni caso “non siamo noi – ha aggiunto – che diamo la proroga, dovrebbe venire dall’Europa”, “c’è un certo pessimismo che si vede oggi diffuso rispetto al Pnrr mi sembra un catastrofismo inutile”.

Fmi, indagine interna critica gestione finanziamenti straordinari

Fmi, indagine interna critica gestione finanziamenti straordinariRoma, 12 dic. (askanews) – Un comitato interno indipendente del Fondo monetario internazionale ha pubblicato un rapporto in cui solleva critiche sulla gestione dei meccanismi di finanziamento straordinari, utilizzati dall’istituzione di Washington per sostenere alcuni Paesi.


La relazione dell’Indipendent Evaluation Office, pur dando atto di progressi rispetto al precedente approccio utilizzato dal Fmi che aveva anche maggiore discrezionalità, rileva che la nuova versione dell’Exception Access Policy (Eap) non raggiunge in pieno i suoi obiettivi dichiarati. In particolare “non ha fornito salvaguardie consistentemente più elevate per i programmi straordinari rispetto ai programmi ordinari – si legge – e non ha fornito i chiarimenti attesi sui finanziamenti e sull’assunzione di rischi da parte del Fondo”. Secondo l’analisi, le modalità con cui sono stati gestiti questi fondi “hanno sollevato la percezione di mancanza di imparzialità”, mentre in alcuni casi le valutazioni da parte dei funzionari dell’istituzione “sono state percepite come distorte in senso ottimistico, erodendo la credibilità dei programmi del Fondo”.


Secondo il Financial Times, questo strumento è stato utilizzato per erogare aiuti a paesi come Argentina, Ucraina ed Egitto. (fonte immagine: IEO IMF).

Bce taglia ancora i tassi e abbandona l’impegno a linea restrittiva

Bce taglia ancora i tassi e abbandona l’impegno a linea restrittivaRoma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di riferimento per l’area euro di altri 25 punti base. Una decisione in linea con le attese prevalenti, mentre l’istituzione ha dato chiari segnali sul proseguimento della manovra di rimozione del freno monetario. Soprattutto, ha rimosso dalla comunicazione diffusa al termine del direttorio l’indicazione sulla necessità di mantenere una linea restrittiva.


A decorrere dal 18 dicembre, i tassi sui depositi presso la banca centrale caleranno al 3%, minimo dal marzo del 2023, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,15%, minimo dal febbraio 2023 e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginali caleranno al 3,40%. Secondo la Bce nell’area euro “il processo disinflazionistico è ben avviato” e i tecnici dell’istituzione hanno rivisto al ribasso le previsioni su inflazione e crescita. Ora prevedono una espansione del Pil dell’area euro dello 0,7% nel 2024, 1,1% nel 2025, 1,4% nel 2026 e 1,3% nel 2027. Per il caro vita stimano 2,4% sull’insieme di quest’anno, cui seguirebbe 2,1% nel 2025 e 1,9 nel 2026, per il 2027 è atteso un 2,1%.


Alcuni, al direttorio di oggi, avrebbero voluto fare di più: “Ci sono state alcune discussioni con alcune proposte per considerare 50 punti base – ha riferito la presidente Christine Lagarde durante la conferenza stampa esplicativa – ma l’accordo complessivo su cui tutti hanno finito per convergere è che questa era la decisione giusta”. “Abbiamo avuto un Consiglio che ci ha veramente portato a concordare non ancora ‘vittoria’ sull’inflazione, non ancora ‘missione compiuta’, ma certamente ci ha portato a convergere sul fatto che l’inflazione sta veramente sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo del 2%”.


Migliorano ulteriormente, intanto, le previsioni sulla disoccupazione nell’area euro, che è già ai minimi storici. Ora i tecnici dell’istituzione pronosticano un calo al 6,4% quest’anno, dal 6,5% del 2023, una flebile risalita al 6,5% nel prossimo e poi un calo al 6,3% nel 2026 e al 6,1% nel 2027. La Bce ha anche confermato con la fine dell’anno l’arresto totale delle operazioni di rinnovo di titoli negli stock dell’eurosistema. Ma aggiungendo che il suo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (Tpi) “può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area”.


Interpellata sulla recente stabilità di titoli di Stato e differenziali dei tassi (spread), a dispetto in particolare della crisi di governo in Francia e delle letture allarmistiche che alcuni organi di stampa vi hanno attribuito, Lagarde ha di fatto smentito eventuali speculazioni sul fatto che vi fosse la mano della Bce dietro al tutto: l’ultima volta che la Bce è intervenuta sui mercati con la “flessibilità” prevista nel programma di acquisti “anti-crisi pandemica” (Pepp) è stato nel luglio del 2023. Da allora non ha più effettuato questi interventi e alla riunione di oggi del consiglio direttivo “non abbiamo discusso del Tpi”. Infine, con il rimborso dei restanti importi ricevuti dalle banche nell’ambito delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro), si conclude questa fase del processo di normalizzazione del bilancio della Bce. Sempre oggi anche la Banca nazionale svizzera ha tagliato i tassi. In questo caso ha sorpreso le aspettative con una sforbiciata da 50 punti base, con cui il riferimento sul franco è sceso allo 0,50%, posto che l’inflazione in Svizzera (0,7% a novembre) è a quasi a un terzo del livello dell’eurozona. Ora “la palla” virtualmente passerà alla Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti che comunicherà le sue decisioni mercoledì prossimo, al termine della due giorni del direttorio (Fomc). Qui il quadro è ancora più incerto, data la continua riaccelerazione dell’inflazione Usa. (fonte immagine: ECB 2024).

Trump: Abbasserò aliquota a 15% su aziende che producono in Usa

Trump: Abbasserò aliquota a 15% su aziende che producono in UsaNew York, 12 dic. (askanews) – Il presidente eletto Donald Trump ha detto ai Ceo di banche ed aziende riuniti alla Borsa di New York, che avrebbe cercato di tagliare l’aliquota fiscale sulle società dal 21% al 15%.


“Ma solo se producete qui il vostro prodotto, altrimenti pagherete il 21%”, ha detto Trump prima di suonare la campanella di apertura della Borsa per celebrare la sua seconda nomina a Persona dell’anno da parte della rivista Time. “Nessuno ci lascerà. Tornerete. Riporterete tutto negli Stati Uniti. Stiamo incentivando tutti a tornare”, ha ribadito Trump.

Fs vara Piano strategico da 100 mld e apre a investitori rete Av

Fs vara Piano strategico da 100 mld e apre a investitori rete AvRoma, 12 dic. (askanews) – Il gruppo Fs vara un nuovo Piano strategico quinquennale da 100 miliardi per avviare una profonda trasformazione dell’azienda e contribuire in maniera concreta allo sviluppo del Paese, confermando l’Europa come proprio mercato domestico. Accanto al Piano, l’amministratore delegato del gruppo, Stefano Donnarumma, ha presentato anche quattro iniziative strategiche “ancora allo studio per raggiungere il pieno potenziale”. Una di queste inziative punta al coinvolgimento di investitori terzi nella rete ad Alta velocità attraverso un modello regolatorio RAB (Regulatory asset base).


Tra i target finanziari, il nuovo Piano strategico prevede un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi al 2029 e un Ebitda a più di 3,5 miliardi di euro con un utile netto a oltre 500 milioni. Dal punto di vista operativo, il Piano ha come obiettivo quello di riportare in orario 50mila treni all’anno, con una crescita del 30% di persone raggiunte dall’Alta velocità. Gli altri target riguardano un incremento del 5% delle merci trasportate, un miglioramento di 3 punti percentuali della soddisfazione passeggeri, zero infortuni, 2 miliardi di investimenti digitali nell’arco di Piano e un Gw di fotovoltaico installato.


“Il Gruppo Fs si prepara ad avviare una fase di trasformazione ambiziosa, mirata non solo a innovare i processi operativi, ma anche a migliorare sensibilmente i servizi offerti – ha commentato l’amministratore delegato Stefano Donnarumma -. Ho l’onore di guidare un’azienda solida e radicata nel tessuto socioeconomico del Paese con un forte bisogno di rilancio attraverso una roadmap di dettaglio, supportata da adeguati investimenti – ha aggiunto -. Questo Piano, che mira a imprimere una netta discontinuità, risponde alle esigenze di una società proiettata verso il futuro, riconoscendo nella mobilità integrata un pilastro fondamentale per lo sviluppo. L’obiettivo è affrontare con maggiore efficacia le sfide economico-finanziarie e potenziare ulteriormente le infrastrutture e la qualità del servizio. La nuova organizzazione punta, inoltre, a rafforzare il ruolo internazionale del Gruppo, per posizionarlo come leader nel settore della mobilità”. Per quanto riguarda lo studio per l’apertura a investitori terzi della rete Av, Donnarumma ha chiarito che non si tratta di una privatizzazione: “il mio intento non è privatizzare perché non ci cambia lo stipendio e perché quello che stiamo pensando di fare lo vedranno chi farà questa attività nei piani futuri”. Il valore degli asset è stimato sugli 8 miliardi, ora si avvierà ora un confronto con il Mef e il Mit per identificare il modello migliore da applicare. “Noi non stiamo pensando ad investitori non ne abbiamo bisogno ancora”, ha spiegato l’ad di Fs, aggiungendo che se si vuole evitare di scaricare sul debito pubblico gli ingenti investimenti necessari allo sviluppo delle rete Av senza farli passare come finanziamento pubblico, “non vi può non essere interesse per un modello del genere (il RAB ndr.) perché crea disciplina” il modello RAB, Nel suo intervento di presentazione del Piano, Donnarumma ha citato Cdp “come esempio calzante di realtà portata fuori dal debito pubblico e oggi azionista di alcune principali aziende italiane per conto dello Stato. Si può avere per esempio Rfi che detiene la maggioranza e Cdp che detiene la minoranza”.


Per il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenuto alla presentazione, il “Piano è assolutamente ambizioso ma pragmatico. Quello che ho sentito è assolutamente raggiungibile nei modi e nei tempi”. Il vicepremier ha anche accennato alla possibilità di riportare Anas fuori dal perimetro del gruppo, affermando che “strade e ferrovie abbiano un futuro e una mission diverse”. Donnarumma, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha poi spiegatoi che al momento non cìè un progetto di questo tipo anche se “difficilmente Anas potrà diventare un’azienda di ferrovieri. Le ferrovie sono ferrovie e le strade sono strade”.

Bce migliora stime disoccupazione eurozona, 2024 6,4%, 2025 6,5%

Bce migliora stime disoccupazione eurozona, 2024 6,4%, 2025 6,5%Roma, 12 dic. (askanews) – Migliorano ulteriormente le previsioni della Bce sulla disoccupazione nell’area euro, che è già ai minimi storici. Ora i tecnici dell’istituzione monetaria pronosticano un calo al 6,4% quest’anno, dal 6,5% del 2023, una flebile risalita al 6,5% nel prossimo e poi un calo al 6,3% nel 2026 e al 6,1% nel 2027. Le stime sono contenute nell’ultimo rapporto previsionale aggiornato, pubblicato dall’istituzione dopo il Consiglio direttivo.


Rispetto a tre mesi fa, il dato sulla disoccupazione di quest’anno è stato ridotto di un decimale di punto percentuale, quello sul 2025 è stato confermato e quello sul 2026 è stato ritoccato a ribasso di 0,2 punti percentuali. Per l’occupazione tecnici della Bce prevedono una crescita dello 0,8% quest’anno, dopo l’1,4% del 2023, uno 0,4% il prossimo e poi 0,6% nel 2026 e 0,5% di crescita degli occupati del 2027.

Bce, Lagarde: non intervenuti su titoli Stato con Pepp da luglio 2023

Bce, Lagarde: non intervenuti su titoli Stato con Pepp da luglio 2023Roma, 12 dic. (askanews) – L’ultima volta che la Bce è intervenuta sui mercati dei titoli di Stato, contro potenziali distorsioni della trasmissione monetaria è stato nel luglio del 2023, mediante la “flessibilità” prevista nel programma di acquisti “anti-crisi pandemica” (Pepp). Da allora non ha più effettuato questi interventi e alla riunione di oggi del consiglio direttivo “non abbiamo discusso del Tpi”, il meccanismo di intervento che si potrà utilizzare ora che verranno interrotti completamente i rinnovi di titoli con il Pepp. Lo ha riferito la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. (fonte immagine: ECB 2024).

Ue, vertice Urso-Séjourné: aria nuova in Europa, visione pragmatica

Ue, vertice Urso-Séjourné: aria nuova in Europa, visione pragmaticaBollate (Milano), 12 dic. (askanews) – “C’è un’aria nuova nella Commissione Europea. Una visione pragmatica che affronta la realtà coniugando sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale”. Lo ha sottolineato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che ha incontrato per un bilaterale con il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per la Prosperità e la Strategia Industriale, Stéphane Séjourné, nell’azienda chimica Syensqo di Bollate (Milano).


“Siamo finalmente sulla strada giusta, che mi auguro segua sempre di più il principio della neutralità tecnologica, per raggiungere l’ambizioso obiettivo della piena decarbonizzazione con un’industria competitiva, a partire dalla chimica, dalla siderurgia e dall’auto. Daremo il massimo supporto per indirizzare le istituzioni comunitarie in questa una nuova fase al fine di realizzare una vera politica industriale europea”, ha aggiunto il numero uno del Mimit. Durante il colloquio, il Ministro Urso ha espresso la propria soddisfazione per l’annuncio del vicepresidente Séjourné, che ha confermato la disponibilità della Commissione Europea ad andare incontro alla proposta italiana e iniziare a lavorare nel 2025 sulla clausola di revisione del regolamento sui veicoli leggeri. Una decisione che permetterà di accelerare la revisione delle normative per guidare il settore automotive verso gli obiettivi di decarbonizzazione previsti entro il 2035.


Al centro del dialogo tra Urso e Séjourné il futuro dell’industria europea, condividendo la necessità di uno shock normativo a livello comunitario per semplificare le regolamentazioni e migliorare l’efficienza del sistema e di risorse comuni significative per sostenere i settori strategici nella sfida della transizione ambientale. Urso ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nel campo dell’approvvigionamento di materie prime critiche e nel settore energetico, e di rivedere le regole per i settori energivori. In questo contesto, ha ricordato il lavoro congiunto che l’Italia sta portando avanti con Polonia e Francia su un non-paper relativo al Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM). In Europa, ha sottolineato il commissario, “la legge sulla semplificazione, in corso di esame, ci permetterà di superare gli ostacoli alla competitività per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione e del green deal”. Un ruolo chiave quello dell’Italia che è stata definita “culla dell’industria europea. Le aziende italiane creano catene di valore per tutta l’Europa”, ha evidenziato Séjourné. “Dobbiamo accompagnarle nella loro transizione verde, proteggendo competitività e posti di lavoro a livello locale”, ha concluso il titolare della politica industriale comunitaria alla sua prima missione.