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Dazi, De Guindos (Bce): Ue risponda con prudenza, evitare escalation

Dazi, De Guindos (Bce): Ue risponda con prudenza, evitare escalationRoma, 8 apr. (askanews) – “L’Europa si trova in una situazione complicata”, in cui deve rispondere alle decisioni sui dazi commerciali degli Stati Uniti: “la risposta deve essere ovviamente meditata, prudente e sensata. E dobbiamo cercare di evitare una escalation a una guerra commerciale completa”. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos intervenendo a una conferenza organizzata a Madrid dall’associazione bancaria della Spagna.


L’aumento dei dazi deciso da Washington “è più elevato di quanto si sperava inizialmente. La reazione del mercato è improntata all’avversione al rischio e hanno corretto repentinamente le quotazioni” alle aspettative mutate su crescita e inflazione. “Un aspetto positivo – ha notato – è che i mercati restano sempre allo stato liquido, non si è vista una situazione di panico”. Secondo l’esponente della Bce “la preoccupazione dei mercati non è tanto per la decisione Usa ma sulla possibilità di un secondo round di dazi e ritorsioni con una escalation verso una guerra commerciale completa”.


Ad ogni modo “la decisione dell’amministrazione usa è un cambio di paradigma e i mercati tendono a cercare una nuova situazione di equilibrio. Quello che sappiamo sicuramente è che il nuovo ordine internazionale implicherà maggiore frammentazione”. In questo quadro “quello che è evidente – ha aggiunto – è che l’Europa deve aumentare la sua autonomia rispetto al nuovo ordine geopolitico globale e questo implica riforme, come l’integrazione dei mercati dei servizi”. (fonte immagine: Asociación Española de Banca).

Bankitalia: incertezza e timori dazi gravano prospettive imprese

Bankitalia: incertezza e timori dazi gravano prospettive impreseRoma, 8 apr. (askanews) – Sulle prospettive delle imprese in Italia per quest’anno gravano l’incertezza e le preoccupazioni derivanti dagli effetti diretti o indiretti delle politiche commerciali degli Stati Uniti. Mentre al momento continuano a prevalere le valutazioni di peggioramento sia della situazione economica generale corrente sia delle proprie condizioni operative a breve termine. Nel primo trimestre – prima delle decisioni della scorsa settimana sui dazi commerciali da parte dell’amministrazione Trump – sono tuttavia migliorati i giudizi sull’andamento delle vendite, sia correnti sia per il trimestre successivo, in particolare nella manifattura, grazie alla domanda estera. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia, nella sua “Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita”, relativa al primo trimestre e che coinvolge imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti, su un campione ampliato da questa edizione da 1.500 a 2.500 unità.


La rilevazione è stata condotta tra il 21 febbraio e il 19 marzo, riporta Bankitalia con un comunicato. Per il prossimo trimestre si prefigura un’espansione anche dell’occupazione in tutti i settori, con aumenti salariali nel complesso contenuti. Nelle costruzioni i giudizi sulla domanda e sulle condizioni operative restano migliori che nel resto dell’economia, ma è rallentata l’attività delle imprese operanti prevalentemente nel comparto residenziale.


Pur ritenendo le condizioni per investire ancora sfavorevoli, si legge, le imprese si attendono un aumento della spesa nominale per investimenti nel 2025 in linea con quello previsto nella precedente indagine. Le valutazioni sull’accesso al credito risultano stabili e la posizione di liquidità è ritenuta nel complesso soddisfacente. I listini praticati dalle imprese negli ultimi 12 mesi sono cresciuti a un ritmo marginalmente più sostenuto nell’industria e hanno rallentato nei servizi e nelle costruzioni; per i prossimi 12 mesi, la crescita dei prezzi rimarrebbe nel complesso moderata. Le aspettative delle imprese sull’inflazione al consumo sono aumentate su tutti gli orizzonti di previsione, pur rimanendo su valori inferiori al 2 per cento.

Dazi, Trump disponibile a trattare ma lancia accuse contro la Ue

Dazi, Trump disponibile a trattare ma lancia accuse contro la UeRoma, 7 apr. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump lascia la porta aperta a trattative sul tema dirompente dei dazi commerciali. Anche con l’Europa, forse più che con la Cina, su cui ha ribadito una linea dura, un nuovo ultimatum: se Pechino non rimuoverà le rappresaglie che ha annunciato con dazi al 34% sulle merci Usa, Washington alzerà i suoi dazi contro la Cina al 50%. Ma poi ha lanciato una una serie di dure accuse anche contro le pratiche commerciali e regolamentari dell’Unione europea.


Perché secondo il presidente Usa l’Ue non solo utilizza dazi contro le merci americane, ma impone anche barriere non monetarie, tramite leggi e regolamenti “impossibili” da rispettare. E manipola la sua valuta, tenendo l’euro artificiosamente basso. Più in generale “ci sono tanti paesi che si stanno facendo avanti per negoziare con noi, praticamente tutti i Paesi”, ha riferito durante una conferenza stampa dalla Casa Bianca assieme al premier di Israele, Benjamin Netanyahu. “Penso che se possiamo fare un accordo buono per gli Stati Uniti, un accordo che finalmente sia America First” allora “stringeremo accordi”, altrimenti si andrà avanti con i dazi.


Con la Ue in particolare “abbiamo un deficit di 350 miliardi di dollari e sparirà velocemente – ha affermato Trump -. Uno degli strumenti è che dovranno comprare la nostra energia, perché ne hanno bisogno. E negli Usa abbiamo più energia da vendere di qualunque altro Paese nel mondo”. Secondo il numero uno della Casa Bianca “l’Unione europea è stata molto negativa per noi” sul commercio. “Non comprano le nostre auto, non comprano i nostri prodotti agricoli, non comprano praticamente niente e vendono milioni di auto. E noi non abbiamo una sola auto Usa che venga venduta in Europa. Non sarà più così, il commercio sarà equo e reciproco e al momento non lo è”. Peraltro la Ue contro gli Usa non usa “solo i dazi – ha sostenuto Trump – ma anche gli standard, come sui crash test (per le auto-ndr)”. Li fanno in modo che siano “impossibili. Fanno regole e regolamenti che sono solo disegnati per impedirti di vendere in quei paesi. E noi non lo lasceremo fare”. Nelle Ue ci sono “barriere monetarie e barriere non monetarie. E fanno barriere così dure che è impossibile essere ammessi – ha insistito -. I dazi sono una grande parte, ma c’è un’altra grande parte che sono le barriere” non monetarie.


“E poi manipolano la valuta e la tengono bassa – ha detto ancora Trump -. Fanno calare le loro valute e poi diventa per noi molto difficile vendere un camion o i prodotti, perché la loro valuta è bassa e la nostra è molto più alta relativamente. E per noi diventa molto difficile”. Ora con i dazi sulle importazioni negli Usa e le trattative in corso con vari Paesi, tra cui quelli della Ue “abbiamo un’opportunità per resettare il tavolo sul commercio”, ha detto ancora il presidente Usa. (fonte immagine: The White House)

Dazi, Trump pronto a trattare ma lancia accuse contro la Ue

Dazi, Trump pronto a trattare ma lancia accuse contro la UeRoma, 7 apr. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump lascia la porta aperta a trattative sul tema dirompente dei dazi commerciali. Anche con l’Europa, forse più che con la Cina, su cui ha ribadito una linea dura, un nuovo ultimatum: se Pechino non rimuoverà le rappresaglie che ha annunciato con dazi al 34% sulle merci Usa, Washington alzerà i suoi dazi contro la Cina al 50%. Ma poi ha lanciato una una serie di dure accuse anche contro le pratiche commerciali e regolamentari dell’Unione europea.


Perché secondo il presidente Usa l’Ue non solo utilizza dazi contro le merci americane, ma impone anche barriere non monetarie, tramite leggi e regolamenti “impossibili” da rispettare. E manipola la sua valuta, tenendo l’euro artificiosamente basso. Più in generale “ci sono tanti paesi che si stanno facendo avanti per negoziare con noi, praticamente tutti i Paesi”, ha riferito durante una conferenza stampa dalla Casa Bianca assieme al premier di Israele, Benjamin Netanyahu. “Penso che se possiamo fare un accordo buono per gli Stati Uniti, un accordo che finalmente sia America First” allora “stringeremo accordi”, altrimenti si andrà avanti con i dazi.


Con la Ue in particolare “abbiamo un deficit di 350 miliardi di dollari e sparirà velocemente – ha affermato Trump -. Uno degli strumenti è che dovranno comprare la nostra energia, perché ne hanno bisogno. E negli Usa abbiamo più energia da vendere di qualunque altro Paese nel mondo”. Secondo il numero uno della Casa Bianca “l’Unione europea è stata molto negativa per noi” sul commercio. “Non comprano le nostre auto, non comprano i nostri prodotti agricoli, non comprano praticamente niente e vendono milioni di auto. E noi non abbiamo una sola auto Usa che venga venduta in Europa. Non sarà più così, il commercio sarà equo e reciproco e al momento non lo è”. Peraltro la Ue contro gli Usa non usa “solo i dazi – ha sostenuto Trump – ma anche gli standard, come sui crash test (per le auto-ndr)”. Li fanno in modo che siano “impossibili. Fanno regole e regolamenti che sono solo disegnati per impedirti di vendere in quei paesi. E noi non lo lasceremo fare”. Nelle Ue ci sono “barriere monetarie e barriere non monetarie. E fanno barriere così dure che è impossibile essere ammessi – ha insistito -. I dazi sono una grande parte, ma c’è un’altra grande parte che sono le barriere” non monetarie.


“E poi manipolano la valuta e la tengono bassa – ha detto ancora Trump -. Fanno calare le loro valute e poi diventa per noi molto difficile vendere un camion o i prodotti, perché la loro valuta è bassa e la nostra è molto più alta relativamente. E per noi diventa molto difficile”. Ora con i dazi sulle importazioni negli Usa e le trattative in corso con vari Paesi, tra cui quelli della Ue “abbiamo un’opportunità per resettare il tavolo sul commercio”, ha detto ancora il presidente Usa. (fonte immagine: The White House)

Dazi, Trump: Ue impone dazi, barriere con regole e manipola valuta

Dazi, Trump: Ue impone dazi, barriere con regole e manipola valutaRoma, 7 apr. (askanews) – L’Europa non utilizza solo dazi commerciali contro gli Stati Uniti, ma anche leggi e regolamenti – come sugli standard per le auto – che di fatto impediscono alle merci americane di essere esportate nella Ue. E manipolano la loro valuta (l’euro): sono le accuse lanciate dal presidente Usa, Donald Trump, durante una conferenza stampa dalla casa Bianca assieme al premier di Israele Benjamin Netanyahu.


“Non sono solo i dazi – ha detto – sono anche gli standard, come sui crash test (per le auto-ndr)”. Li fanno in modo che siano “impossibili”. “Fanno regole e regolamenti che sono solo disegnati per impedirti di vendere in quei paesi. E noi non lo lasceremo fare”. Nelle Ue ci sono “barriere monetarie e barriere non monetarie. E fanno barriere così dure che è impossibile essere ammessi – ha insistito -. I dazi sono una grande parte, ma c’è un’altra grande parte che sono le barriere” non monetarie. “E poi manipolano la valuta e la la tengono bassa – ha detto ancora Trump -. Fanno calare le loro valute e poi diventa per noi molto difficile vendere un camion o i prodotti, perché la loro valuta è bassa e la nostra è molto più alta relativamente. E per noi diventa molto difficile”.


Ora con i dazi sulle importazioni negli Usa e le trattative in corso con vari Paesi, tra cui quelli della Ue “abbiamo un’opportunità per resettare il tavolo sul commercio”, ha detto ancora Trump.

Dazi, Trump: Ue molto negativa per Usa, non comprano nulla da noi

Dazi, Trump: Ue molto negativa per Usa, non comprano nulla da noiRoma, 7 apr. (askanews) – “L’Unione europea è stata molto dura negli anni per il commercio con gli Stati Uniti. Hanno creato una forza unificata contro il commercio Usa. Ora è veramente il loro turno: l’Unione europea è stata molto negativa per noi. Non compra le nostre auto, non compra i nostri prodotti agricoli, non comprano praticamente niente e vendono milioni di auto, tra Volkswagen e Bmw negli Usa. E noi non abbiamo una sola auto Usa che venga venduta in Europa. Non sarà più così, il commercio sarà equo e reciproco e al momento non lo è”. Lo ha affermato il presidente Usa, Donald Trump, durante una conferenza stampa dalla casa Bianca assieme al premier di Israele Benjamin Netanyahu.


“Abbiamo un deficit con la Ue di 350 miliardi di dollari e sparirà velocemente – ha aggiunto Trump -. Uno degli strumenti è che dovranno comprare la nostra energia, perché ne hanno bisogno. E negli Usa abbiamo più energia da vendere di qualunque altro Paese nel mondo”.

Oro -2% e torna sotto quota 3.000 dollari l’oncia

Oro -2% e torna sotto quota 3.000 dollari l’onciaRoma, 7 apr. (askanews) – L’oncia d’oro cade sotto la soglia psicologica dei 3.000 dollari. Nonostante la fuga dal rischio e dai mercati azionari stia proseguendo anche in questo avvio di settimana, con crolli delle Borse in mezzo mondo, gli investitori sembrano non precipitarsi sul bene rifugio per eccellenza. E in serata l’oro segna un calo del 2% a 2.974 dollari l’oncia.


Poco dopo la firma dei nuovi dazi commerciali da parte del presidente Usa Donald Trump, il segretario di Stato al Tesoro, Scott Bessent a fornito un elemento che potrebbe spirgare queste dinamiche. L’oro infatti è stato esentato dai dazi, ha spiegato Bessent. Mentre precedentemente l’ipotesi che venisse a sua volta sottoposto a questi provvedimenti aveva contribuito a massicci deflussi di oro fisico da tutti i mercati del mondo verso gli Usa, nel timore che successivamente questi movimenti sarebbero stati penalizzati. E questo aveva contribuito a far lievitare i prezzi a nuovi record.

Dazi, pronta la lista delle prime contromisre Ue

Dazi, pronta la lista delle prime contromisre UeLussemburgo, 7 apr. (askanews) – L’Ue darà mercoledì 9 aprile la sua risposta alla prima decisione dell’Amministrazione Usa, del 12 marzo scorso, di imporre nuovi dazi alle importazioni dall’Europa, in questo caso riguardo ad acciaio, alluminio e prodotti derivati. Entro stasera, la Commissione europea completerà una lista di prodotti americani che verranno colpiti da misure di ritorsione commerciale all’importazione nell’Ue. La lista verrà presentata mercoledì 9 aprile, e votata dai rappresentanti degli Stati membri secondo la procedura di ‘comitologia’, in cui le proposte della Commissione possono essere respinte solo a maggioranza assoluta.


Queste prime contromisure europee (che avranno impatto sulle importazioni dagli Usa per un valore inferiore a 26 miliardi di euro) un valore di entreranno in vigore il 15 aprile, ma verranno applicate alle dogane in due tempi: la prima parte (fino a 8 miliardi di euro) dallo stesso 15 aprile e la seconda parte (fino a 18 miliardi) un mese dopo, il 15 maggio. Intanto, continuerà lo sforzo negoziale per trovare un accordo che riduca o azzeri i dazi tra Ue e Stati Uniti, invece di aumentarli, in diversi settori industriali chiave, con la speranza (almeno da parte europea) di evitare di dover rispondere con nuove misure di ritorsione dell’Ue alle altre decisioni prese dall’Amministrazione Trump sui dazi sulle auto (il 26 marzo) e sui cosiddetti ‘dazi reciproci’ (il 2 aprile), che verrebbero scongiurate. Tutto questo è stato confermato e precisato dal commissario Ue al Commercio internazionale, Maros Sefcovic, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Esteri dell’Ue, nel formato dei ministri del Commercio, oggi a Lussemburgo.


La riunione del Consiglio, ha detto Sefcovic, ‘penso che sia stato chiaramente tempo ben speso, soprattutto in un momento che richiede un coordinamento costante e strategico. Sono molto grato per l’opportunità che ho avuto di aggiornare i ministri sul mio recente impegno con le mie controparti statunitensi e, naturalmente, di discutere la strada da seguire’. ‘L’attuale situazione commerciale con gli Stati Uniti, il nostro partner più importante – ha ricordato il commissario -, è in una situazione difficile. Una serie di dazi sta colpendo una parte significativa delle esportazioni dell’Ue. Stiamo parlando di 380 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue verso gli Stati Uniti. Circa il 70% delle nostre esportazioni totali sta affrontando tariffe del 20%, o del 25% o anche superiori, se combinate i dazi già esistenti. In totale, per mettere le cose in prospettiva, oltre 80 miliardi di euro di dazi, un aumento di 11 volte rispetto ai 7 miliardi di euro che gli Stati Uniti raccolgono attualmente’.


‘Fin dal primo giorno – ha ricordato Sefcovic -, il mio obiettivo è stato quello di avviare negoziati significativi con l’amministrazione statunitense, cercando di spingerli avanti a ogni passo. E apprezzo gli sforzi dei miei omologhi, il segretario al Commercio dell’Amministrazione Usa Howard Lutnick e il rappresentante per il Commercio Jamieson Greer, per aver mantenuto una linea di comunicazione aperta e sincera con noi’. Allo stato attuale, ha continuato il commissario, ‘ci sono tre punti chiave. Innanzitutto, entrambe le parti riconoscono che le relazioni commerciali Ue-Usa potrebbero trarre vantaggio da una nuova prospettiva e da una spinta in aree strategiche. Ci troviamo di fronte a sfide simili. Ad esempio: la sovraccapacità globale guidata da pratiche non di mercato; la corsa alla leadership sui semiconduttori o sulla messa in sicurezza dei minerali critici. Se ci uniamo, potremo costruire un mercato veramente transatlantico a vantaggio di entrambe le parti’.


Come ha detto nel pomeriggio la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha riferito Sefcovic, ‘abbiamo offerto dazi zero per zero per le auto e per tutti i beni industriali’ nello scambio tra Usa e Ue. ‘In secondo luogo, dobbiamo essere chiari: coinvolgere gli Stati Uniti richiederà tempo e impegno. In questo momento siamo nelle prime fasi delle discussioni perché gli Stati Uniti considerano i dazi non come un passo tattico, ma come una misura correttiva. Siamo pienamente preparati a sederci al tavolo delle trattative non appena i nostri partner americani saranno pronti’. ‘In terzo luogo – ha avvertito il commissario, ‘mentre l’Ue rimane aperta e preferisce fortemente i negoziati, non resteremo fermi all’infinito, aspettando di vedere progressi tangibili. Lavoreremo lungo tre binari: difendere i nostri interessi tramite contromisure, diversificare il nostro commercio tramite nuovi accordi e scoraggiare le diversioni commerciali dannose’, ovvero il dirottamento verso l’Europa dei flussi di merci originariamente destinati agli Usa. ‘Per quanto riguarda la nostra difesa commerciale tramite contromisure in risposta ai dazi su acciaio e alluminio – ha spiegato Sefcovic -, abbiamo ricevuto dei commenti preziosi dai nostri Stati membri e da 660 parti interessate. Dopo averli esaminati attentamente, abbiamo lavorato per presentare un elenco solido di contromisure (ovvero di prodotti americani presi di mira dai contro-dazi, ndr), distribuendone in modo bilanciato l’impatto tra tutti gli Stati membri. Più tardi, oggi stesso, invieremo loro – ha annunciato – l’elenco finale’ dei prodotti americani colpiti ‘e i livelli dei dazi’ che saranno loro applicati. Riguardo a questo elenco finale, ‘il voto è fissato per il 9 aprile, poi i contro-dazi entreranno in vigore il 15 aprile per la prima serie di misure e il 15 maggio per le misure restanti’. Quanto alla ‘diversificazione’, il commissario ha rilevato che ‘è nel nostro interesse rafforzare i nostri legami commerciali e di investimento con partner in tutto il mondo come India, Indonesia, Thailandia, Filippine o nella regione del Golfo’. ‘Siamo pronti – ha assicurato Sefcovic – a usare ogni strumento nel nostro arsenale di difesa commerciale per proteggere il mercato unico dell’Ue, i produttori e i consumatori dell’Ue. Inizieremo potenziando il nostro sistema di sorveglianza delle importazioni per tracciare i flussi dei prodotti importati in tempo reale, alimentando la nostra azione con informazioni tempestive’. E come ha annunciato anche qui von der Leyen ‘a tal fine istituiremo una task force specifica’. ‘Non dimentichiamo – ha osservato ancora il commissario – che, mentre gli Stati Uniti hanno deciso di fare marcia indietro rispetto ad alcune parti del sistema commerciale globale, questo sistema è ancora cruciale per l’Ue e per il resto del mondo. L’Ue rappresenta il 13% del commercio mondiale di beni. La nostra priorità, insieme al resto della Wto, è proteggere il restante 87% e assicurarci che il sistema commerciale globale prevalga per il resto di noi’. Quello tra i ministri dei Ventisette oggi a Lussemburgo ‘è stato un dibattito molto politico e molto strategico, in cui ho dato il mio pieno sostegno a tutti i messaggi chiari provenienti da tutti gli Stati membri per l’unità dell’Unione europea’. ‘Oggi – ha proseguito Sefcovic – abbiamo avuto quest’ultima discussione politica ad alto livello, e penso che ciò sia stato molto importante. Intendo dire che c’era una forte percezione di unità, anche sulla necessità di rispondere’ ai dazi Usa. Inoltre, ‘abbiamo chiaramente dimostrato che siamo pronti a sederci con i nostri partner americani in qualsiasi momento ai tavoli delle trattative. Siamo pronti a impegnarci con loro’. Con il segretario Usa Lutnick ‘ci siamo incontrati personalmente per molte ore, abbiamo parlato al telefono o in videoconferenza, e penso che i nostri partner americani sappiano che siamo disposti a impegnarci in un dato momento. Capisco che stanno riflettendo su molte questioni, ma nonostante tutte le discussioni che abbiamo avuto, abbiamo visto i dazi imposti all’Ue il 2 aprile, e quindi penso che dobbiamo procedere con l’adozione delle nostre contromisure’, ha spiegato ancora il commissario. ‘Abbiamo visto – ha ricordato – i nuovi dazi imposti all’Ue sulle auto, i cosiddetti, e sottolineerei la parola cosiddetti, ‘dazi reciproci’ dagli Stati Uniti. Ovviamente, questo ci obbliga a considerare ulteriori misure, su cui dobbiamo ancora riflettere. Abbiamo ricevuto un prezioso contributo dagli Stati membri, dai ministri, che stiamo valutiando. E procederemo come sempre nelle strette consultazioni con i nostri Stati membri e con le principali parti interessate’, prima di prendere le successive decisioni sulle misure di ritorsione. ‘Bisogna essere in due per ballare il tango. Il mercato ha perso 5 mila miliardi di dollari in soli due giorni e la settimana è appena iniziata. Quindi, sembra che queste soluzioni non siano buone nemmeno per l’economia americana’. Negli scambi con Lutnik ‘volevamo capire qual è l’approccio degli Stati Uniti, quali sono le sfide che dobbiamo affrontare insieme’. Gli Stati Uniti, ha riferito ancora Sefcovic – si stanno concentrando sui cosiddetti ‘big five’ come li chiamano loro, ovvero sui settori automotive, industria farmaceutica, acciaio, metalli, legname e semiconduttori. Era abbastanza chiaro che avrebbero prestato particolare attenzione a queste cinque categorie e in particolare capisco che le automobili hanno un grande significato simbolico per i nostri partner americani. Quindi abbiamo confrontato le cifre sulle importazioni, le esportazioni e sull’intero segmento dell’industria automobilistica. E ho detto se questo è il problema, diamo un’occhiata ai nostri livelli do dazi, perché è vero per i veicoli personali, i dazi sul lato degli Stati Uniti sono più bassi, ma se si guarda al ritiro o agli eventi, allora, allora i dazi dagli Stati Uniti sono stati molto, molto più alti, se ricordo bene, fino al 25%’. ‘Quindi in passato – ha puntualizzato il commissario – c’era un equilibrio in questo tra le diverse categorie di auto. Ma ho detto se questo è il problema, allora parliamo, esploriamo la possibilità di come possiamo spingere questo, questi dazi fino a zero, come abbiamo fatto per diversi beni fino al 2 aprile. E questo sarebbe chiaramente la spinta per l’industria automobilistica da entrambe le parti. E naturalmente da allora abbiamo avuto parecchie discussioni, abbiamo trascorso parecchio, parecchio tempo, molte, molte ore insieme. E posso dire che siamo pronti a discutere di zero per le auto, ma siamo anche pronti a discutere di zero per tutti i beni industriali’. ‘Ciò che significa oltre all’automotive, stiamo parlando di prodotti chimici, farmaceutici, macchinari per gomma e plastica e direi anche del resto dei prodotti industriali. Quindi è qualcosa su cui penso saremo molto disposti a impegnarci e credo che ciò avverrebbe prima di tutto attraverso l’espressione del fatto che siamo alleati e che stiamo effettivamente creando questo mercato transatlantico per tecnologie molto importanti del futuro. Quindi spero che in futuro saremo pronti a tornare su questa discussione. Non ora. Credo che in futuro questa sarà ancora una possibilità’, ha concluso Sefcovic.

Borsa, ancora una ondata di crolli in Europa, Milano -5,18%

Borsa, ancora una ondata di crolli in Europa, Milano -5,18%Roma, 7 apr. (askanews) – Ancora una seduta di tracolli a Piazza Affari e sulle Borse europee, così come per le piazze asiatiche mentre nonostante alcuni tentativi di risalita la dinamica negativa prosegue anche a Wall Street. Il tutto sempre sulla scia dell’allarmismo innescato dai dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump. Londra ha chiuso con un crollo del 4,67%, Francoforte al meno 4,19%, Parigi meno 4,82%. Milano ha siglato la seduta con un capitombolo del 5,18%, quasi il ribasso peggiore assoluto in Europa se non fosse stato per il meno -5,51% di Lisbona.


In un quadro di altissima volatilità, oltre Atlantico dopo una partenza ancora in forte calo (oltre -3%) si sono verificati due tentativi, in entrambi i casi sfumati rapidamente, di leggero rimbalzo a Wall Street. Nel pomeriggio gli indici proseguono in calo ma riducendo le perdite, con un meno 1,44% del Dow Jones, meno 0,82% dell’S&P 500 e meno 0,52% del Nasdaq. A peggiorare la volatilità degli indici, alcune speculazioni di stampa, categoricamente smentite dalla Casa Bianca, secondo cui Donald Trump avrebbe valutato una ipotesi di sospensione di 90 giorni sui dazi. Per parte sua il presidente Usa ha invece minacciato di alzare al 50% i dazi sulla Cina se Pechino attuerà le rappresaglie annunciate, ha fermato che le trattative con i cinesi mentre ha puntualizzato che i negoziati con gli altri Paesi inizieranno “immediatamente”.


Vendite anche sui titoli di Stato europei. A fine contrattazioni rendimenti dei Btp decennali risultano aumentati di 11 punti base rispetto a venerdì scorso, al 3,85%, secondo Mts. Il differenziale rispetto ai tassi dei Bund tedeschi equivalenti (saliti di 5 punti base al 2,60%) si allarga 126 punti base.

Dazi, Von der Leyen: creeremo task force per vigitale su import

Dazi, Von der Leyen: creeremo task force per vigitale su importRoma, 7 apr. (askanews) – La Commissione europea intende procedere alla creazione di una “task force” con il compito di vigilare sulle importazioni, allo scopo di evitare che l’Unione europea venga investita da merci dirottate da paesi terzi a seguito dei dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump. Lo ha annunciato la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen nel corso di una conferenza stampa assieme al premier della Norvegia, Gahr Stoere.


Nel frattempo le trattative con Washington proseguono e Von der Leyen ha riferito che in questo ambito la Commissione ha proposto agli Usa di passare a un meccanismo di dazi a zero sugli scambi di beni industriali, un accordo di libero scambio in pratica, “come abbiamo già fatto con molti altri partner commerciale”. “Quindi restiamo al tavolo – ha detto – ma siamo anche preparati a rispondere tramite contromisure e a difendere i nostri interessi”.