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Trasnova, i sindacati: Stellantis proroga i contratti per 12 mesi, scongiurati i licenziamenti

Trasnova, i sindacati: Stellantis proroga i contratti per 12 mesi, scongiurati i licenziamentiRoma, 10 dic. (askanews) – Nell’incontro al Mimit, a seguito della apertura di procedure di licenziamenti verso 300 lavoratori di Trasnova, Logitech, Teknoservice e Csa dopo la comunicazione di recesso di tutte le commesse da parte di Stellantis, su richiesta sindacale unitaria è stata ottenuta la proroga di 12 mesi dei contratti di servizio e, quindi, la revoca di tutti i licenziamenti. Lo riferiscono Fim, Fiom, Uilm, Uglm, Fismic e Aqcfr.


“Ciò è stato reso possibile grazie anche alle iniziative dei lavoratori in presidio da giorni – dicono i sindacati – il tempo conquistato dovrà essere utile per trovare soluzioni strutturali per Trasnova e per l’intero settore, adottando le giuste politiche industriali. Grande attenzione, quindi, sarà ulteriormente posta per quanto concerne il prossimo tavolo ministeriale del prossimo 17 dicembre”.

Bce, giovedì Consiglio, atteso nuovo taglio ai tassi di interesse

Bce, giovedì Consiglio, atteso nuovo taglio ai tassi di interesseRoma, 10 dic. (askanews) – Da domani pomeriggio i banchieri centrali dell’area euro tornano a riunirsi, per l’ultimo consiglio direttivo monetario dell’anno. L’incontro proseguirà giovedì mattina e le decisioni sui tassi di interesse verranno comunicate alle 14 e 15; mezz’ora dopo, la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa.


L’attesa prevalente è per un nuovo taglio dei tassi di riferimento per l’intera area euro da 0,25 punti percentuali (25 punti base). Tuttavia i continui segnali di indebolimento dell’economia, giunti nelle ultime settimane, hanno accresciuto le aspettative di un possibile dibattito tra coloro che vorrebbero una mossa limitata e quelli che preferirebbero un taglio più consistente, pari a 0,50 punti percentuali. Il fatto che il direttorio si svolgerà mentre ancora non è chiaro quali saranno i primi passi rispetto all’Europa, in particolare sui dazi, della nuova amministrazione Trump degli Stati Uniti – entrerà in carica a gennaio – rappresenta un elemento che potrebbe spingere per un approccio di cautela. Nel direttorio potrebbe infatti essere sostenuta la tesi che limitare il taglio a 25 punti base lascerebbe margini di intervento maggiori nel caso di scenari più negativi.


Per lo stesso motivo, le previsioni economiche aggiornate – che verranno pubblicate contestualmente alla comunicazione sui tassi di interesse – rischiano di essere destinate a un rapido invecchiamento. La dinamica della crescita in Europa potrebbe infatti risentire delle scelte commerciali compiute da Washington. Il tutto mentre anche in Italia prosegue la dinamica discendente dei tassi di mercato. A ottobre sui nuovi mutui erogati dalle banche alle famiglie sono scesi al 3,7408%, ai minimi da quasi due anni: per trovare valori più bassi bisogna infatti risalire al dicembre del 2022. Questo proprio sulla scia delle riduzioni operate dalla Bce, 3 finora, tutte da 25 punti base con cui il riferimento per l’eurozona, il tasso sui depositi, è sceso al 3,25%. Guardando alle imprese in Italia, i tassi sui nuovi prestiti si sono attenuati al 4,726% a ottobre, dal 4,9017% del mese precedente.


Tuttavia, secondo l’ultima indagine della Banca d’Italia, sempre a ottobre è tornata ad accentuarsi la dinamica di contrazione complessiva del credito: i prestiti al settore privato sono infatti diminuiti dell’1,1% su base annua, a fronte del meno 0,9% registrato a settembre. I prestiti alle famiglie sono calati dello 0,2%, in questo caso in attenuazione rispetto al meno 0,4% del mese precedente, mentre quelli alle imprese sono calati del 3,1%, qui in accelerazione rispetto al meno 2,4% di settembre. Un altro fattore che rimarca la debolezza del quadro economico.


Meno di una settimana dopo la Bce, sarà la Riserva Federale americana a fare le sue mosse, con il direttorio monetario (Fomc) del 17 18 dicembre. (fonte immagine: ECB 2024).

Esplosione di Calenzano, l’Eni: vicini alle famiglie, natura delle cause è prematura

Esplosione di Calenzano, l’Eni: vicini alle famiglie, natura delle cause è prematuraRoma, 10 dic. (askanews) – “Alla luce degli aggiornamenti relativi alle persone rimaste coinvolte nell’incidente di Calenzano, Eni desidera esprimere nuovamente la propria vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone ferite o comunque coinvolte”. Lo rende noto il gruppo in un aggiornamento in merito alla situazione dell’incidente avvenuto ieri a Calenzano.


La società “in merito alle molteplici ipotesi della prima ora che stanno emergendo in merito alla dinamica e cause dell’incidente, Eni conferma che sta collaborando strettamente con l’autorità giudiziaria per individuare quanto prima, in modo rigoroso tramite le opportune e approfondite verifiche tecniche, le cause reali dell’esplosione, delle quali è assolutamente prematuro ipotizzare la natura”. “Ogni informazione di dettaglio sarà messa a disposizione da Eni alle autorità giudiziarie che stanno conducendo le indagini, anche a salvaguardia del segreto investigativo”.

Banche, Bankitalia: costo medio conto corrente calato a 100,7 euro

Banche, Bankitalia: costo medio conto corrente calato a 100,7 euroRoma, 10 dic. (askanews) – Nel 2023, per la prima volta dopo 7 anni consecutivi di aumenti, in Italia il costo medio di un conto corrente bancario di tipo tradizionale è diminuito a 100,7 euro l’anno, ovvero 3,3 euro in meno rispetto al 2022. Lo riporta la Banca d’Italia in base alla sua ultima indagine sulla spesa dei conti correnti delle famiglie, precisando che la diminuzione è attribuibile per l’80 per cento alle spese fisse e per la parte restante alle spese variabili.


La diminuzione delle spese fisse è legata ai più bassi canoni, quella delle spese variabili alla minore operatività; le commissioni sui pagamenti e sui prelievi, si legge, di contante sono rimaste pressoché invariate. La spesa di gestione dei conti online, non riferibili a sportelli bancari, è diminuita di 4,8 euro, attestandosi a 28,9 euro l’anno. In questo caso, prosegue Bankitalia, il calo è derivato principalmente dalla minore proporzione di clienti assoggettata al pagamento del canone di base. La spesa di gestione dei conti postali è invece cresciuta per il secondo anno, passando da 59,6 a 67,3 euro; l’aumento è in larga parte attribuibile alle spese variabili, cresciute di 6,5 euro per effetto di un aumento generalizzato dell’operatività.


Secondo l’analisi, la spesa media ponderata per le tre tipologie di conto corrente si attesta a 87,8 euro. L’indagine di Bankitalia raccoglie informazioni analitiche sulle spese di gestione effettivamente sostenute dalle famiglie nel corso del 2023 e documentate negli estratti conto. Per ciascun conto e per ciascuna tipologia di servizio ad esso associata, spiega l’istituzione con un comunicato, sono rilevati il numero di operazioni svolte nell’anno e la spesa corrispondente, permettendo di calcolare il costo medio unitario delle operazioni. La stima della spesa riflette pertanto sia gli effettivi comportamenti dei correntisti (i quali possono aumentare o diminuire il proprio ricorso ai servizi collegati al conto) sia le condizioni concretamente applicate dagli intermediari.


Per i conti collegati a contratti di apertura di credito in conto corrente, lo scorso anno la commissione per la messa a disposizione dei fondi è stata pari in media all’1,7 per cento del credito accordato, dice ancora Bankitalia, come nell’anno precedente. La commissione media di istruttoria veloce applicata sugli sconfinamenti è diminuita da 16,4 a 13,7 euro.

Gewiss compra Beghelli e lancia l’Opa per il delisting

Gewiss compra Beghelli e lancia l’Opa per il delistingMilano, 10 dic. (askanews) – La Beghelli, storica azienda bolognese attiva nei sistemi di sicurezza ed illuminazione nota per l’iconico “salvavita”, si appresta a lasciare dopo un quarto di secolo Piazza Affari. Gewiss, il gruppo bergamasco della famiglia Bosatelli che opera nella domotica e nell’illuminotecnica, rileverà infatti il 75% in mano alla famiglia e lancerà poi un’Opa, finalizzata al delisting, a 0,3375 euro. Il prezzo offerto rappresenta un maxi-premio del 46,8% rispetto al prezzo di chiusura di ieri e del 39,9% rispetto alla media aritmetica ponderata degli ultimi 12 mesi. Alla Borsa di Milano, dove è quotato dal 1998, il titolo Beghelli si è subito allineato balzando del 43% in mattinata e portandosi sulla soglia dei 0,33 euro.


Nel dettaglio, Gewiss – che già nel 2011 aveva lasciato Piazza Affari – ha sottoscritto con Gian Pietro Beghelli, Luca Beghelli, Graziano Beghelli e Maurizio Beghelli un contratto preliminare di compravendita con cui si è impegnata ad acquistare una partecipazione del 75,04% del capitale sociale di Beghelli ad un prezzo unitario per azione pari a 0,3375 euro. Al perfezionamento dell’acquisizione, previsto per il primo trimestre 2025, Gewiss promuoverà un’Opa obbligatoria sulle restanti azioni in circolazione di Beghelli, finalizzata al delisting. L’esborso complessivo per il 100% del capitale sociale di Beghelli ammonta a circa 67,5 milioni di euro (50 milioni alla famiglia fondatrice). Con l’operazione, viene sottolineato, Beghelli entrerà a far parte del gruppo Gewiss nel quadro di un progetto finalizzato a garantire continuità a dipendenti, collaboratori e clienti e assicurando al contempo l’ingresso in un gruppo con solide radici italiane. L’intesa permetterà anche di rafforzare la presenza di mercato: l’integrazione del marchio Beghelli, altamente riconosciuto in Italia, con le competenze globali di Gewiss permetterà di consolidare la market share nel settore dell’illuminazione e ampliare l’offerta di soluzioni innovative, con servizi integrati per rispondere ancora meglio alle esigenze di un mercato in evoluzione e di tutti i clienti.

Bankitalia: i tassi sui nuovi mutui calano al 3,74%, il minimo dal 2022

Bankitalia: i tassi sui nuovi mutui calano al 3,74%, il minimo dal 2022Roma, 10 dic. (askanews) – A ottobre i tassi sui nuovi mutui erogati dalle banche alle famiglie in Italia, al 3,7408%, sono calati a nuovi minimi da quasi due anni a questa parte. Per trovare valori più bassi bisogna infatti risalire al dicembre del 2022, quando questa voce si attestava al 3,3569%. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia, a ottobre sono calati in maniera più marginale anche i tassi sui prestiti al consumo, ma al 10,42%, dal 10,47% di settembre, restano a livelli sostenuti.


Guardando alle imprese, i tassi sui nuovi prestiti si sono attenuati al 4,726% a ottobre, dal 4,9017% del mese precedente. In questo caso per trovare un livello più basso bisogna risalire all’aprile del 2023 (4,5218%). La dinamica di moderazione dei tassi segue (e a volte anticipa) le mosse in tal senso da parte della Bce sui livelli di riferimento che stabilisce per tutta l’eurozona. Proprio a ottobre l’istituzione di Francoforte aveva effettuato un nuovo taglio dei tassi da 25 punti base (0,25 punti percentuali) ed è atteso che riduca ulteriormente i riferimenti al Consiglio direttivo che si svolgerà giovedì.


Secondo l’ultima indagine “Banche moneta: serie nazionali”, sempre a ottobre però è tornata ad accentuarsi la dinamica di contrazione complessiva del credito: i prestiti al settore privato sono infatti diminuiti dell’1,1% su base annua, a fronte del meno 0,9% registrato a settembre. I prestiti alle famiglie sono calati dello 0,2%, in questo caso in attenuazione rispetto al meno 0,4% del mese precedente, mentre quelli alle imprese sono calati del 3,1%, qui in accelerazione rispetto al meno 2,4% di settembre. Bankitalia riporta infine che i depositi al settore privato sono aumentati del 2,5% e la raccolta obbligazionaria è salita del 9,5%, sempre guardando alla variazione annua su ottobre, dopo il più 10,6% di settembre.

Bankitalia: tassi nuovi mutui calano al 3,74%, minimo dal 2022

Bankitalia: tassi nuovi mutui calano al 3,74%, minimo dal 2022Roma, 10 dic. (askanews) – A ottobre i tassi sui nuovi mutui erogati dalle banche alle famiglie in Italia, al 3,7408%, sono calati a nuovi minimi da quasi due anni a questa parte. Per trovare valori più bassi bisogna infatti risalire al dicembre del 2022, quando questa voce si attestava al 3,3569%. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia, a ottobre sono calati in maniera più marginale anche i tassi sui prestiti al consumo, ma al 10,42%, dal 10,47% di settembre, restano a livelli sostenuti.


Guardando alle imprese, i tassi sui nuovi prestiti si sono attenuati al 4,726% a ottobre, dal 4,9017% del mese precedente. In questo caso per trovare un livello più basso bisogna risalire all’aprile del 2023 (4,5218%). La dinamica di moderazione dei tassi segue (e a volte anticipa) le mosse in tal senso da parte della Bce sui livelli di riferimento che stabilisce per tutta l’eurozona. Proprio a ottobre l’istituzione di Francoforte aveva effettuato un nuovo taglio dei tassi da 25 punti base (0,25 punti percentuali) ed è atteso che riduca ulteriormente i riferimenti al Consiglio direttivo che si svolgerà giovedì.


Secondo l’ultima indagine “Banche moneta: serie nazionali”, sempre a ottobre però è tornata ad accentuarsi la dinamica di contrazione complessiva del credito: i prestiti al settore privato sono infatti diminuiti dell’1,1% su base annua, a fronte del meno 0,9% registrato a settembre. I prestiti alle famiglie sono calati dello 0,2%, in questo caso in attenuazione rispetto al meno 0,4% del mese precedente, mentre quelli alle imprese sono calati del 3,1%, qui in accelerazione rispetto al meno 2,4% di settembre. Bankitalia riporta infine che i depositi al settore privato sono aumentati del 2,5% e la raccolta obbligazionaria è salita del 9,5%, sempre guardando alla variazione annua su ottobre, dopo il più 10,6% di settembre.

Lavoro, Confindustria: oltre 2 imprese su 3 non trovano figure richieste

Lavoro, Confindustria: oltre 2 imprese su 3 non trovano figure richiesteRoma, 10 dic. (askanews) – Più di due terzi delle imprese italiane segnalano difficoltà nel trovare le competenze necessarie per le proprie attività, con criticità particolarmente evidenti nel reperimento di profili tecnici, indicati dal 69,2% delle aziende, e di personale per mansioni manuali, segnalate dal 47,2% a livello nazionale e dal 58,9% nel settore industriale. Le difficoltà appaiono meno significative in relazione alle competenze trasversali, segnalate dal 16,5% delle imprese, e a quelle manageriali, indicate dall’8,3%. Sono questi i dati che emergono dall’indagine Confindustria sul lavoro 2024, presentata nel corso del convegno “Competenze e lavoro: l’indagine Confindustria e le sfide delle imprese”.


Le difficoltà delle imprese si concentrano soprattutto in settori chiave come la transizione digitale, dove due aziende su tre segnalano problemi nel trovare competenze adeguate. Anche l’internazionalizzazione rappresenta un’area critica per circa un terzo delle imprese, mentre la transizione green viene indicata dal 15,1% delle aziende come un ambito in cui è complesso reperire figure specializzate.

Industria, Istat: produzione ottobre ferma su mese, -3,6% su anno

Industria, Istat: produzione ottobre ferma su mese, -3,6% su annoRoma, 10 dic. (askanews) – Produzione industriale ferma ad ottobre: l’indice destagionalizzato rimane invariato rispetto a settembre. Al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,6% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 contro i 22 di ottobre 2023). E’ la stima diffusa dall’Istat.


Nella media del trimestre agosto-ottobre il livello della produzione diminuisce dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile presenta aumenti congiunturali nei comparti dell’energia (+1,7%) e dei beni di consumo (+1,5%); variazioni negative registrano invece, i beni strumentali (-0,2%) e i beni intermedi (-1%).


Il calo tendeiale interessa tutti i principali comparti: la riduzione è meno pronunciata per i beni di consumo e l’energia (-0,8% per entrambi i settori), mentre risulta più rilevante per i beni intermedi (-5,2%) e per i beni strumentali (-4,4%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più elevati sono le industrie alimentari, bevande, tabacco (+3,7%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+1,6%) e le altre industrie manifatturiere (+1,5%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-16,4%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,9%) e nell’attività estrattiva (-12,4%).

Ue-Mercosur, Lollobrigida: bilanciare Accordo con garanzie Pac

Ue-Mercosur, Lollobrigida: bilanciare Accordo con garanzie PacBruxelles, 9 dic. (askanews) – L’accordo commerciale tra l’Ue e il Mercosur, la comunità economica dei paesi dell’America latina, ha “i suoi pro e i suoi contro”, con “questioni ancora aperte”, come dimostra l’opposizione di gran parte del mondo agricolo europeo. Ma gli aspetti negativi, “i contro” dell’Accordo possono essere “bilanciati” con nuove da garanzie, che vanno previste dalla Politica agricola comune (Pac), per la produzione, per la sovranità alimentare e per risorse sufficienti perché vi sia reddito per gli agricoltori. E per ridare centralità all’agricoltura nelle politiche dell’Ue, come hanno detto, d’altra parte, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il nuovo commissario europeo responsabile del settore agricolo e lo sviluppo rurale, Christophe Hansen.


E’ quanto ha spiegato, in sostanza, il ministro italiano per l’Agricoltura e la sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, rispondendo ai giornalisti che ha incontrato a margine del Consiglio Agricoltura oggi a Bruxelles. Sull’accordo con il Mercosur, ha riferito Lollobrigida, “oggi abbiamo avuto un incontro con il Copa-Coeca, che è la rappresentanza di tutte le associazioni agricole d’Europa, e che peraltro ora è presieduta, dopo 31 anni, da un italiano, e abbiamo fatto questo incontro con alcuni colleghi ministri con posizioni molto diverse, anche da governi che hanno una appartenenza di natura politica molto differente. C’erano il ministro portoghese, lo spagnolo, la collega francese, il collega polacco. Abbiamo dialogato spiegando quale era l’impostazione di ognuno”.


“Obiettivamente, l’accordo col Mercosur ha avuto un percorso di gestazione molto ampio; se non fosse stato un trattato che aveva dei pro e dei contro non ci sarebbero voluti più di vent’anni per definirne i connotati. Quindi ci sono delle questioni ancora aperte. Però – ha osservato Lollobrigida – non è tanto il singolo trattato che va valutato; va valutato il contesto nel quale si innesta. Un contesto in cui – ha ricordato – il mondo agricolo ha visto spesso molti sacrifici che gli venivano richiesti, a vantaggio magari, se andava bene, di altri settori dell’economia europea. E se andava male invece” si finiva col “perdere nei confronti di competitor asiatici o di altre aree del pianeta”. “Allora oggi – ha affermato il ministro – l’Unione europea europea deve aprire una riflessione, questa è la posizione italiana: deve tener conto di questo contesto e mettere in condizione il mondo agricolo di essere tranquillo, di avere una prospettiva davanti. E mettere in condizione il mondo agricolo di essere tranquillo significa rendere tranquilli anche noi, sia dal punto di vista della produzione di cibo di qualità, sicuro, protetto, che garantisce reddito a intere comunità; sia nel mettere in condizione l’ambiente di essere protetto”.


“Perché il dato oggettivo, sul quale sfido chiunque in termini scientifici a opporre obiezioni – ha rilevato Lollobrigida -, è che dove non c’è l’agricoltura le cose vanno peggio per l’ambiente; dove c’è desertificazione delle comunità rurali, specie in aree come quella italiana che ha solo una piccola parte del proprio territorio coltivabile ad alto reddito, le cose sono andate peggio: in termini di spopolamento, in termini di effetti collaterali dovuti al cambio climatico, in relazione al dissesto idrogeologico”. “Quindi – ha sottolineato il ministro – è un investimento, quello sull’agricoltura, che noi dobbiamo continuare a portare avanti, in un contesto nel quale l’Europa possa cambiare passo, come oggi il commissario Hansen ha detto in maniera chiara nella sua relazione introduttiva in Consiglio Agricoltura, e come anche la presidente von der Leyen ha enunciato più volte, per tornare a considerare l’agricoltura come un asse portante dell’Unione europea, così come era inciso nei trattati europei, che le davano una centralità ineludibile”.


A un giornalista che chiedeva se pensasse che i negoziati con il Mercosur avrebbero dovuto essere gestiti in un modo diverso, e se a suo avviso von der Leyen ha avuto troppa fretta di concluderli, Lollobrigida ha replicato coon cautela: “Non voglio entrare su questo; ognuno legittimamente agisce come ritiene più opportuno. Raccolgo lo spunto della von der Leyen, che dice ‘non vedo l’ora di confrontarmi con le nazioni dell’Unione europea’. E noi come sempre siamo disponibili al confronto. Un altro giornalista ha chiesto allora in che cosa consista il negoziato con la Commissione sull’Accordo con il Mercosur, visto che il testo è ormai chiuso e non si può modificare, e se non vi sia dunque piuttosto una richiesta, da parte del mondo agricolo, di compensazioni, di concessioni e garanzie nell’ambito della Pac. “Von der Leyen – ha risposto Lollobrigida – ha detto che non vede l’ora di confrontarsi con i paesi dell’Unione europea. E un confronto prevede con ogni probabilità anche alcune proposte, che devono essere recepite del mondo produttivo, da quello agricolo, che tengano conto dell’obiettivo, che anche la von der Leyen ha richiamato nella lettera di mandato al commissario Hansen, che è la sovranità alimentare”. Ora, ha continuato il ministro, “per garantire la sovranità alimentare devi garantire la produzione, devi garantire la produzione agricola, devi garantire risorse sufficienti perché vi sia reddito per gli agricoltori. Le politiche agricole comunitarie miravano a questo quando è nata la Comunità economica europea. E noi crediamo si debba tornare a questo, in un contesto nel quale si innesta anche il Mercosur, che come tutti i trattati ha dei pro e dei contro; e i contro – ha concluso Lollobrigida – vanno bilanciati da una azione forte dell’Europa a garanzia di sé stessa”.