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Amb.Madrid:Viaggio in Italia: attraverso lo sguardo di Ramón y Cajal

Amb.Madrid:Viaggio in Italia: attraverso lo sguardo di Ramón y CajalRoma, 20 mar. (askanews) – È stata inaugurata a Pamplona presso il Parlamento di Navarra la mostra fotografica “1903-Viaggio in Italia: l’Italia attraverso lo sguardo di Ramón y Cajal”, alla presenza di autorità della comunità autonoma di Navarra, di rappresentanti dell’Università di Navarra e dell’Ambasciata d’Italia a Madrid.
Nell’esposizione, patrocinata dall’Ambasciata d’Italia a Madrid e organizzata dal Consolato onorario a Pamplona e dal comune di Petilla de Aragón e che resterà aperta al pubblico fino al 31 marzo, viene presentata una selezione di foto che lo scienziato Santiago Ramón y Cajal, Premio Nobel per la Medicina nel 1906, realizzò all’epoca del suo viaggio in Italia nel 1903.
E’ stato firmato a Petilla de Arágon – piccola enclave navarra in territorio aragonese che ha dato i natali nel 1852 allo stesso Ramón y Cajal – un gemellaggio con il Comune di Corteno Golgi in provincia di Brescia, dove nacque nel 1843 lo scienziato Camillo Golgi, anch’egli Premio Nobel per la medicina nel 1906.
Alla presenza dei discendenti dei due grandi uomini di scienza, i sindaci dei due Paesi hanno firmato un accordo con l’obiettivo di costituire una più ampia rete europea di paesi che hanno dato i natali a Premi Nobel, favorire scambi e incontri fondati sul turismo culturale e la divulgazione scientifica e promuovere la tutela dell’ambiente rurale, combattendone lo spopolamento.

A Tripoli inaugurato il complesso della tomba di Aelia Arisuth

A Tripoli inaugurato il complesso della tomba di Aelia ArisuthRoma, 20 mar. (askanews) – L’Ambasciatore d’Italia in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha aperto l’evento di inaugurazione della Tomba di Aelia Arisuth a Gargaresc in occasione del ripristino dell’ipogeo e del restauro dei dipinti murali.
Sono intervenuti il presidente del Dipartimento di Antichità della Libia (DoA), Mohamed Faraj Mohamed al Faloos e la Prof.ssa Luisa Musso, presidente della Fondazione MedA – Mediterraneo Antico e direttrice della missione archeologica.
Noto anche come “Tomba dei fedeli di Mitra”, il complesso costituisce uno dei monumenti più rappresentativi dell’antica Oea (nome antico di Tripoli), situata nell’oasi di Gargaresh.
Il suo recupero, frutto del lavoro congiunto tra archeologi italiani e libici, è stato possibile grazie al sostegno dell’Ambasciata italiana a Tripoli, al prezioso contributo del Prof. Bashir O. Galgham e al sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Fondazione MedA.
L’evento si è svolto alla presenza di importanti esponenti del mondo politico e culturale del Paese, oltre che di esponenti della comunità internazionale, che hanno avuto modo di conoscere le diverse fasi dei lavori di restauro susseguitesi durante il corso degli anni, illustrate attraverso una mostra fotografica realizzata per l’occasione.
Una visita guidata ha poi consentito ai partecipanti di ammirare da vicino l’originaria bellezza del sito archeologico, riconsegnato al pubblico nel suo antico splendore.
L’evento rappresenta un importante traguardo che segna un ulteriore passo in avanti che l’Ambasciata d’Italia insieme ai suoi partner libici compie per rafforzare la cooperazione culturale tra i due Paesi.
“Il restauro di questo sito archeologico – ha dichiarato l’Ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi – rappresenta una concreta testimonianza degli sforzi italiani per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio comune del Mediterraneo, l’area del mondo che conta oggi il più alto numero di missioni archeologiche accreditate presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e attive anche nei più importanti siti della Libia”.

Inaugurato anno scolastico in emisfero australe per scuole italiane

Inaugurato anno scolastico in emisfero australe per scuole italianeRoma, 20 mar. (askanews) – Il 16 marzo si è svolto presso la Scuola italiana paritaria Eugenio Montale di San Paolo del Brasile l’evento d’inaugurazione dell’anno scolastico delle Scuole italiane attive nell’emisfero australe.
L’evento è stato aperto da un messaggio di saluto del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Vice Presidente del Consiglio On. Antonio Tajani.
Il ministro ha sottolineato come, grazie a queste iniziative di scambio, “potremo contribuire insieme al lavoro avviato dal Governo, su mio impulso, con un tavolo interministeriale coordinato dalla Farnesina per migliorare e rafforzare il Sistema della Formazione Italiana nel Mondo e la sua attrattività verso i giovani talenti internazionali. L’emisfero australe ha rapporti storici importanti con l’Italia, che vogliamo valorizzare per far sì che il Sistema della Formazione italiana nel Mondo si sviluppi ulteriormente sulla base di un genuino senso di appartenenza alla comunità sorta intorno ai valori della Repubblica. Un pensiero particolare va alla Eugenio Montale di San Paolo, che ospitando la celebrazione odierna si fa ambasciatrice della scuola e del modello educativo italiani nel mondo. Un modello conosciuto e apprezzato a livello internazionale per la sua cifra democratica, ispirata ai princìpi della Costituzione, per la qualità dei suoi metodi di insegnamento e l’eccellenza dei processi di integrazione”.
All’evento sono intervenuti il Vice Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale della Farnesina, Alessandro De Pedys, e il Console Generale d’Italia a San Paolo, Domenico Fornara, oltre alla Direttrice del Museo di Arte Contemporanea dell’Università di San Paolo, al Presidente e alla Coordinatrice Didattica della Scuola Italiana Eugenio Montale.
Per l’occasione gli alunni hanno realizzato un’interpretazione del Cantico delle Creature e portato, insieme alle famiglie, le loro testimonianze.
Il Sistema della Formazione Italiana nel Mondo è una rete globale di istituzioni educative gestita dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che include 52 scuole italiane tra statali e paritarie, 92 sezioni italiane in scuole straniere, 130 lettorati di lingua italiana in università straniere, e oltre 10.000 corsi di lingua e cultura italiana.
Il Sistema promuove la lingua, la cultura e il modello formativo italiano nel mondo, sulla base di piani che tengono conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle realtà locali. La Scuola Italiana Eugenio Montale di San Paolo è una delle 45 scuole paritarie italiane nel mondo. Sono complessivamente 15 le scuole italiane all’estero che seguono il calendario australe.

Ambasciata a Washington: gli eventi per il Women’s History Month

Ambasciata a Washington: gli eventi per il Women’s History Month

Amb. Zappia: donne forze portanti del cambiamento

Roma, 20 mar. (askanews) – “Le donne forze portanti del cambiamento, in ogni ambito, dalla politica estera all’economia, dall’arte all’istruzione”. È questo, evidenzia l’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, il filo conduttore dell’impegno dell’Ambasciata d’Italia a Washington in occasione del Women’s History Month 2023.
L’importanza di una prospettiva femminile nella politica estera e nella sicurezza internazionale; l’impatto dell’occupazione delle donne sulla crescita economica; le grandi donne italiane protagoniste nel design e nella moda; le sfide delle artiste donne; l’accesso all’istruzione superiore negato alle giovani donne afghane sono i temi su cui si concentrano le principali iniziative condotte dall’Ambasciata per l’occasione.
Il primo appuntamento del Women’s History Month, tenutosi il 2 marzo, ha visto l’Ambasciatrice Zappia intervenire, insieme alle omologhe di Danimarca e Irlanda, al workshop “Women in Diplomacy” organizzato dalla School of International Service dell’American University. L’8 marzo si è invece tenuto il seminario “Donne & Arte Oggi: Women and Contemporary Art in Italy and beyond” sul rapporto tra artiste contemporanee italiane ed empowerment femminile.
Il 16 marzo l’Ambasciatrice Zappia ha poi inaugurato a Miami “Fashion is Female: Lights on Italian Design as Cultural Legacy”, l’evento centrale della rassegna USA per l’Italian Design Day 2023. Nella cornice del nuovo Istituto Italiano di Cultura di Miami è stata allestita una mostra organizzata dal Consolato Generale insieme a Salone del Mobile, Camera Nazionale della Moda Italiana, Istituto Marangoni e ICE nell’ambito della quale sono stati esposti i capi iconici delle stiliste italiane che a partire dal dopoguerra hanno reso grande la moda italiana nel mondo. Tra queste: Elsa Schiaparelli, le Sorelle Fontana, Fernanda Gattinoni, Mila Schon, Krizia, Lella Curiel, Laura Biagiotti e Miuccia Prada. Ogni capo è stato inoltre accostato a fonti di luce di celebri marchi italiani quali Flos, Foscarini, Artemide, Kartell, and Baleri Italia, allestite per l’occasione come micro-architetture capaci di interagire con gli abiti.
Il programma del Women’s History Month proseguirà il 21 marzo con la proiezione presso lo storico Avalon Theater di Washington del film “Tell It Like a Woman”, candidato all’Academy Award 2023 per la miglior canzone originale “Applause” e prodotto dall’italiana ILBE in collaborazione con We Do It Together di Chiara Tilesi. Il lungometraggio rappresenta un affresco corale in sette racconti che racconta storie di donne di fronte a particolari sfide che finiscono per renderle più forti e consapevoli di sé stesse. Ciascuna storia del film è stata curata da una regista internazionale, tra cui l’italiana Maria Sole Tognazzi, per un cast di star come Eva Longoria, Cara Delavigne e l’italiana Margherita Buy.
Il 27 marzo l’Ambasciata d’Italia a Washington ospiterà l’evento “Afghanistan’s Education Crisis: Ensuring Access to Education for Women and Girls”, realizzato in collaborazione con il “Georgetown Institute for Women, Peace, and Security-GIWPS” e “Women In International Security-Italy”, cui parteciperanno tra gli altri Rina Amiri, Inviata Speciale USA per i diritti umani, le donne e le ragazze afgane, Adela Raz, ex Ambasciatrice afgana all’ONU e negli USA e Direttrice dello SPIA Afghanistan Policy Lab, Richard Bennett, Special Rapporteur ONU sui diritti umani in Afghanistan e Habiba Sarabi, ex Ministra per gli affari delle donne e governatrice della Provincia di Bamyan.
Per tutto il mese di marzo, infine, l’Ambasciata parteciperà alla campagna social per il Women’s History Month della Delegazione UE presso gli Stati Uniti, che intende dare voce alle storie delle donne europee e delle organizzazioni dirette da donne in Europa impegnate a sostenere la popolazione ucraina nella difesa dall’invasione russa. Per l’Italia, l’Ambasciata ha scelto l’associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza (Women against violence), che gestisce due presidi Blue Dot, a Tarvisio (Udine) e Fernetti (Trieste), per donne ucraine in fuga dal loro Paese, in collaborazione con UNHCR Italia e UNICEF Italia e con ARCI, Save the Children Italia e l’associazione “Stella Polare”. Da aprile a dicembre 2022, D.i.Re ha incontrato più di 3.000 donne ucraine e i loro bambini che scappavano dalla guerra in cerca di protezione e sostegno. In 63 casi, l’associazione ha attivato i propri centri anti violenza mettendo in risalto come abusi e violenze di genere continuino, in diverse forme, anche dopo la fuga dal Paese.

Francia, riforma pensioni, oggi voto fiducia, ancora scioperi

Francia, riforma pensioni, oggi voto fiducia, ancora scioperiRoma, 20 mar. (askanews) – Giornata ad alto rischio per l’esecutivo francese alla prova con la delicata riforma delle pensioni. Questo lunedì l’Assemblea nazionale dovrebbe studiare le mozioni di censura presentate dopo il discorso di Elisabeth Borne all’emiciclo di giovedì scorso. Allo stesso tempo, il movimento sociale contro la riforma delle pensioni continua, con scioperi in diversi settori, trasporti in primo luogo.
Alla SNCF il traffico sarà interrotto questo lunedì, in condizioni simili a quelle degli ultimi giorni. Pertanto, la società prevede di gestire più di quattro TGV Inoui e Ouigo su cinque, nonché due treni TER su tre, in media nazionale. Allo stesso modo, tre Intercité su cinque dovrebbero circolare di giorno e nessuno di notte.
In Île-de-France, anche le reti gestite da Transilien dovrebbero essere interrotte. Il traffico sarà normale sulla RER A e “da normale a quasi normale” sui tram T4, T11 e T13 nonché sulle linee K e H. Un treno su due circolerà in media sulla RER B e sulla linea R. Due su di tre treni sono previsti sulla RER C e sulle linee J, L e N. Tre treni su quattro dovrebbero circolare sulla linea P e RER E, due su cinque sulla RER D e uno su tre sulla linea U, secondo SNCF.
Inoltre, a lungo termine, la SNCF prevede difficoltà durature questa settimana: a livello nazionale, il gruppo prevede ulteriori interruzioni martedì, mentre in Île-de-France, Transilien prevede difficoltà “fino al fine settimana”. I sindacati del gruppo restano mobilitati contro i piani del governo: “Le nostre organizzazioni sono impegnate a moltiplicare fin da questo fine settimana azioni e iniziative unitarie in tutti i territori, sia in azienda che a livello interprofessionale, e a venire a discutere in assemblea generale lo svolgimento del conflitto . Decidono di invitare i ferrovieri a mantenere lo sciopero e ad agire in maniera massiccia giovedì prossimo, 23 marzo, data fissata dall’intersindacale, e a partecipare alle manifestazioni”, hanno annunciato venerdì in un comunicato. Da parte sua, la RATP ha detto a Le Figaro di non aspettarsi particolari disturbi sulla sua rete lunedì. Autobus, tram e metropolitane dovrebbero quindi funzionare senza intoppi.
Tuttavia, diverse stazioni situate vicino a Place de la Concorde, all’Assemblea nazionale e agli Champs-Élysées, saranno chiuse “dalle 11:00”, su richiesta della questura. Troviamo quindi le fermate Argentina, Georges V, Champs Élysées Clemenceau, Franklin D. Roosevelt, La Tour-Maubourg, Invalides, National Assembly, Solférino, Varenne, Musée d’Orsay e Charles de Gaulle-Etoile. I collegamenti non saranno disponibili in queste stazioni e riapriranno solo con l’autorizzazione della prefettura, specifica la regione Ile-de-France.
La situazione dovrebbe rimanere calma per quanto riguarda il traffico aereo: venerdì, la Direzione generale dell’aviazione civile (Dgac) ha annunciato che solo due aeroporti dovrebbero essere interessati da cancellazioni preventive dei voli a seguito del movimento sociale. L’amministrazione ha quindi chiesto alle compagnie aeree di “ridurre il loro programma di volo del 30% all’aeroporto di Parigi-Orly e del 20% all’aeroporto di Marsiglia-Provenza”.
Nonostante queste “misure preventive”, è probabile che si verifichino ulteriori interruzioni e ritardi, ha avvertito la DGAC nel suo comunicato stampa.

Acqua, Unicef: a rischio vita di 190 milioni di bambini in Africa

Acqua, Unicef: a rischio vita di 190 milioni di bambini in AfricaRoma, 20 mar. (askanews) – Mentre i leader mondiali si preparano a partecipare alla storica Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua, che si terrà a New York dal 22 al 24 marzo, l’UNICEF chiede investimenti urgenti in servizi idrici e igienici resilienti al clima per proteggere i bambini.
Secondo una nuova analisi dell’UNICEF, 190 milioni di bambini in 10 Paesi africani sono i più esposti al rischio di una convergenza di tre minacce legate all’acqua: acqua e servizi igienici inadeguati, malattie correlate e rischi climatici.
Secondo l’analisi UNICEF, la triplice minaccia è più grave in Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Niger, Nigeria e Somalia, rendendo l’Africa occidentale e centrale una delle regioni con la maggiore insicurezza idrica e impatto climatico al mondo. Molti dei Paesi più colpiti, in particolare nel Sahel, sono anche alle prese con instabilità e conflitti armati, che aggravano ulteriormente l’accesso dei bambini all’acqua potabile e ai servizi igienici.
“L’Africa sta affrontando una catastrofe idrica. Mentre gli shock legati al clima e all’acqua si stanno intensificando a livello globale, in nessun’altra parte del mondo i rischi si aggravano così velocemente per i bambini”, ha dichiarato il Direttore dei Programmi dell’UNICEF, Sanjay Wijesekera. “Tempeste devastanti, inondazioni e storiche siccità stanno già distruggendo strutture e abitazioni, contaminando le risorse idriche, creando crisi dovute alla fame e diffondendo malattie. Ma per quanto le condizioni attuali siano difficili, senza un’azione urgente il futuro potrebbe essere molto più cupo”.
L’analisi globale – che ha esaminato l’accesso delle famiglie ai servizi idrici e igienici, il carico di decessi dovuti ai servizi idrici e igienici tra i bambini al di sotto dei cinque anni e l’esposizione ai rischi climatici e ambientali – rivela dove i bambini sono maggiormente minacciati e dove è disperatamente necessario investire in soluzioni per evitare morti prevenibili.
Nei 10 paesi più colpiti, quasi un terzo dei bambini non ha accesso almeno a servizi di base per l’acqua a casa e due terzi non dispongono di impianti igienici (bagni) di base. Un quarto dei bambini non ha altra scelta che praticare la defecazione all’ aperto. Anche l’igiene delle mani è limitata: tre quarti dei bambini non possono lavarsi le mani per mancanza di acqua e sapone a casa.
Di conseguenza, questi paesi sono anche quelli con il maggior carico di decessi tra i bambini a causa di malattie causate da servizi idrici e igienici inadeguati, come le malattie diarroiche. Ad esempio, 6 dei 10 paesi hanno dovuto affrontare epidemie di colera nell’ultimo anno. A livello globale, più di 1.000 bambini sotto i cinque anni muoiono ogni giorno a causa di malattie legate ai servizi idrici e igienici, e circa 2 su 5 vivono in questi 10 Paesi più a rischio.
Questi paesi si trovano anche nel primo 25% dei 163 Paesi a livello globale con il più alto rischio di esposizione alle minacce climatiche e ambientali. Le temperature più elevate – che accelerano la riproduzione dei patogeni – stanno aumentando 1,5 volte più velocemente della media globale in alcune parti dell’Africa occidentale e centrale. Anche i livelli delle acque di falda si stanno abbassando, tanto da costringere alcune comunità a scavare pozzi profondi il doppio rispetto ad appena un decennio fa. Allo stesso tempo, le precipitazioni sono diventate più irregolari e intense, portando a inondazioni che contaminano le scarse riserve idriche.
Tutti i 10 paesi individuati sono classificati dall’OCSE come fragili o estremamente fragili, e le tensioni dei conflitti armati in alcuni paesi minacciano di annullare i progressi verso la sicurezza idrica e dei servizi igienici. In Burkina Faso, ad esempio, si sono moltiplicati gli attacchi alle strutture idriche come tattica per sfollare le comunità. Nel 2022 sono stati attaccati 58 punti di approvvigionamento idrico, rispetto ai 21 del 2021 e ai 3 del 2020. Di conseguenza, più di 830.000 persone – di cui oltre la metà bambini – hanno perso l’accesso all’acqua potabile nell’ultimo anno.
La nuova analisi viene presentata in vista della Conferenza dell’ONU 2023 sull’acqua che si terrà a New York dal 22 al 24 marzo. I leader mondiali, le organizzazioni interessate e altri partecipanti si riuniranno per la prima volta in 46 anni per esaminare i progressi compiuti nel garantire l’accesso all’acqua e ai servizi igienici per tutti. Alla conferenza, l’UNICEF chiede:
· Un rapido aumento degli investimenti nel settore, anche attraverso i finanziamenti globali per il clima.
· Rafforzare la resilienza al clima del settore idrico e igienico e delle comunità.
· Dare priorità alle comunità più vulnerabili nei programmi e nelle politiche dei servizi idrici e igienici.
· Aumentare i sistemi, il coordinamento e le capacità efficaci e verificabili per fornire servizi idrici e igienici.
· Attuare il Quadro di accelerazione globale SDG6 di UN-Water e investire negli acceleratori chiave.
“La perdita della vita di un bambino è sconvolgente per le famiglie. Ma il dolore si acuisce quando la morte è evitabile e causata dalla mancanza di beni di prima necessità che molti danno per scontati, come l’acqua potabile, i bagni e il sapone”, ha dichiarato Wijesekera. “Investire in servizi idrici e igienici resilienti al clima non significa solo proteggere la salute dei bambini oggi, ma anche garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire”.

Per la prima volta un ex presidente taiwanese visiterà la Cina

Per la prima volta un ex presidente taiwanese visiterà la CinaRoma, 20 mar. (askanews) – Per la prima volta un ex presidente taiwanese si recherà nella Cina popolare negli oltre 70 anni di storia dalla divisione dell’isola da Pechino, iniziata con la fuga dei nazionalisti di Chiang Kai-shek di fronte all’avanzata delle forze comuniste di Mao Zedong nel 1949. La settimana prossima Ma Ying-jeou si recherà nella Cina continentale, ma non avrà incontri con alti esponenti dell’amministrazione cinese e non andrà nella capitale, Pechino.
Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa France Presse, Ma si recherà, tra le altre località, a Xiangtan, nella provincia di Hunan (sud-est), che è il luogo di origine dei suoi genitori, ha precisato il suo ufficio, aggiungendo che la sua visita avrà per oggetto, oltre a gli omaggi ai suoi antenati, la promozione degli scambi culturali tra i giovani.
Ma Ying-jeou è stato presidente taiwanese tra il 2008 e il 2016 e, sotto la sua guida, le relazioni con Pechino sono fortemente migliorate. L’allora presidente arrivò a tenere un vertice con il leader cinese Xi Jinping a Singapore nel 2015.
L’ex presidente è membro del Kuomintang (KMT), il partito nazionalista che negli ultimi anni ha assunto un approccio molto più morbido verso Pechino rispetto al Partito democratico progressista (PDP) dell’attuale presidente Tsai Ing-wen.
Le relazioni tra Cina e Taiwan si sono fortemente deteriorate dopo l’elezione di Tsai, che è molto più vicina a posizione indipendentiste rispetto alla Cina continentale.
La visita viene in un momento di forti tensioni tra le due sponde dello Stretto di Taiwan. Pechino ha moltiplicato le pressioni militari, mentre Taipei ha stretto ulteriormente le corde del rapporto con gli Stati uniti e sta effettuando importanti acquisizioni di armi in vista di un possibile attacco militare cinese, opzione quest’ultima che non è mai stata esclusa da Xi.
L’invasione russa dell’Ucraina dello scorso anno, poi, ha accresciuto l’apprensione a Taipei che anche Pechino possa essere incoraggiata ad agire.
La visita di Ma – secondo il suo portavoce – si terrà tra il 27 marzo e il 7 aprile. L’ex presidente si agura di poter contribuire ad allentare le tensioni tra Taipei e Pechino.
La partenza, però, viene anche in un momento in cui si cominciano a scaldare i motori a Taiwan per le prossime elezioni presidenziali, previste a gennaio del 2024.
Il Pdp di Tsai ha condannato la visita. “Il popolo taiwanese – ha affermato in un comunicato – non può accettare che un capo di stato a riposo diventi un pedone del Partito comunista cinese nella sua propaganda per l’unificazione”.

Taiwan, governo prepara emendamenti legge mobilitazione di guerra

Taiwan, governo prepara emendamenti legge mobilitazione di guerraRoma, 20 mar. (askanews) – Il governo di Taiwan ha messo a punto una serie di emendamenti legislativi alla Legge sulla mobilitazione generale, che regolerebbe la vita del paese durante un’eventuale guerra in caso di invasione della Cina. Lo riferisce oggi il Nikkei Asia.
L’amministrazione della presidente Tsai Ing-wen ha definito il mese scorso una serie di cambiamenti alla norma, dettagliando tutte le misure da prendere per rendere efficiente la catena di comando e la sicurezza nel flusso delle informazioni in caso di conflitto.
La precedente normativa era stata promulgata nel 2011 e non aveva subito particolari modifiche da allora.
La mossa di Taipei viene in un momento in cui Pechino sta stringendo la morsa su Taiwan, che considera parte integrante del suo territorio, e si susseguono pressioni da un punto di vista militare.
Lo stesso presidente cinese Xi Jinping non ha mai escluso l’uso della forza per riconquistare Taiwan e la recente invasione russa dell’Ucraina ha accresciuto le preoccupazioni nella leadership taiwanese di un possibile passo aggressivo da parte di Pechino.
Tra le riforme inserite nella nuova versione della legge, anche norme per impedire che media pro-Cina influenzino l’opinione pubblica e diffondano disinformazione e fake news, anche alla luce del fatto che Taiwan si avvia a elezioni presidenziali a gennaio 2024.
Le nuove norme autorizzano il governo, durante il periodo di guerra, di stringere il controllo sui network d’informazione, comprese le piattaforme digitali e le televisioni. I reati di diffusione di disinformazione subirano pene fino a tre anni di prigione.
Questa è certamente la parte più delicata della normativa, che pone domande in termini di libertà di parola e d’informazione. Il principale partito d’opposizione, il Kuomintang (KMT), che ha una posizione più morbida con Pechino, ha già sollevato le questioni.
Il leader del KMT Eric Chu ha segnalato come le riforme proposte dal governo confliggerebbero con diverse normative sulla libertà di parola nell’isola. Inoltre l’opposizione si è anche detta contraria alla parte della revisione che prevede che gruppi studenteschi vengano mobilitati per produrre forniture militari, affermando che la cosa corrisponderebbe all’utilizzo di bambini soldato.

Xi da oggi in Russia, Putin: grandi aspettative per la visita

Xi da oggi in Russia, Putin: grandi aspettative per la visitaMosca, 20 mar. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping arriva oggi in Russia per la sua prima visita all’estero del suo terzo mandato presidenziale, un viaggio di tre giorni da cui Vladimir Putin ha “grandi aspettative”, come ha scritto il leader russo in un articolo pubblicato ieri dal Quotidiano del Popolo.
Dal 2013, anno dell’arrivo al potere di Xi Jinping e della ‘svolta verso Est’ per la Russia, i due capi di Stato si sono incontrati 39 volte. E questa visita vedrà inevitabilmente al centro il conflitto in Ucraina: Pechino ha pubblicato la propria “posizione” sul conflitto in un documento che non rappresenta un concreto piano di pace, ma afferma la necessità di arrivare ad una soluzione sullo sfondo di un accordo sui principi della sicurezza globale.
Putin, nell’articolo a sua firma alla vigilia della visita, si dichiara “riconoscente per l’approccio cinese equilibrato sugli eventi ucraini” e critica duramente gli Stati Uniti: “Il corso americano di doppio contenimento di Russia e Cina, e di chiunque non si pieghi al diktat americano, assume carattere sempre più duro e assertivo. Evidente che “la Nato punta a dare alle sue attività una portata globale, mirando alla penetrazione nella regione Asia-Pacifico”, scrive il capo del Cremlino, “e cercando di dividere lo spazio eurasiatico comune in una rete di “club esclusivi” e blocchi militari”.
Xi, in un intervento pubblicato sulla Ria Novosti e su altre testate russe, ha affermato che Pechino si pone su una posizione “obiettiva” rispetto alla crisi ucraina. “Dall’inizio dello scorso anno si è assistito a un’escalation totale della crisi ucraina. La Cina ha una posizione obiettiva e imparziale basata su ciò che sta realmente accadendo e sta compiendo sforzi attivi per contribuire alla riconciliazione e ai colloqui di pace”, ha affermato Xi. “Implica – ha proseguito – la necessità di perseguire gli obiettivi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, rispettare le ragionevoli preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi, sostenere tutti gli sforzi volti alla risoluzione pacifica della crisi ucraina e garantire la stabilità delle catene di approvvigionamento”.
Secondo il presidente cinese, “questioni difficili non hanno soluzioni facili. Siamo convinti che si troverà una via d’uscita razionale dalla crisi ucraina e una via verso una pace duratura, se tutti saranno guidati dal concetto di sicurezza comune, articolata, congiunta e sostenibile e continueranno ad avere posizione di buonsenso, un dialogo pragmatico e consultazioni in termini paritari”.
Per quanto riguarda le relazioni bilaterali, Xi ha detto che la visita “mira a rafforzare l’amicizia, la cooperazione e la pace. Insieme al presidente Putin sono pronto a fare nuovi progetti per lo sviluppo delle relazioni russo-cinesi”.

Da oggi Kishida in visita in India per nuovo piano Indo-Pacifico

Da oggi Kishida in visita in India per nuovo piano Indo-PacificoRoma, 20 mar. (askanews) – Il primo ministro giapponese Fumio Kishida dà oggi l’avvio alla sua visita ufficiale in India, dove tratterà in particolare col premier indiano Narendra Modi degli assetti di sicurezza nell’Indo-Pacifico.
“Far procedere il Partenariato speciale strategico e globale avanzato India-Giappone (è il motivo per il quale) il primo ministro Kishida del Giappone è atteso con calore a Nuova Delhi per la seconda visita in India da primo ministro”, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri indiano Arindam Bagchi su Twitter.
Kishida ha spiegato in precedenza che nella sua visita, che cotinuerà per due giorni, presenterà all’India un nuovo piano per un “Libero e aperto Indo-Pacifico” e di nuove modalità di cooperazione tra il G7, di cui quest’anno Tokyo è presidente di turno, e del G20, guidata nel 2023 dall’India.
In base al piano, che sarà annunciato durante la visita di Kishida in India da lunedì a mercoledì, il Giappone aumenterà il sostegno alle economie emergenti, in particolare nella regione, hanno affermato funzionari giapponesi.
India e Giappone hanno approfondito negli ultimi anni le loro relazioni, in particolare nei settori della difesa e della sicurezza, poiché entrambi affrontano la nuova assertività di una Cina sempre più forte nella regione.
La decisione di Kishida di annunciare il suo nuovo piano durante il vertice annuale tra i due paesi sottolinea l’importanza che Tokyo attribuisce a Nuova Delhi come attore chiave nella regione indo-pacifica.
India e Giappone, insieme a Stati Uniti e Australia, sono membri del cosiddetto Quad, che punta a contrastare il crescente peso strategico della Cina nella regione.