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Terremoto all’Aquila, Mattarella: la ricostruzione è un dovere

Terremoto all’Aquila, Mattarella: la ricostruzione è un dovereRoma, 6 apr. (askanews) – “Il terremoto di quindici anni or sono, nella notte tra il 5 il 6 aprile, sconvolse L’Aquila e il territorio circostante, strappando alla vita più di 300 persone. La distruzione si abbatté sul centro storico, sulla periferia, sui borghi vicini, lasciando tutta la Comunità nazionale attonita e sconvolta”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.


“Il Paese seppe reagire, mobilitando tutte le proprie energie, mentre gli abitanti dell’area colpita dal sisma trovarono la forza per iniziare a ricostruire le case, i luoghi di lavoro, le scuole, per recuperare – per quanto possibile – le bellezze artistiche. Il percorso di rinascita di quella terra è divenuto un traguardo e un patrimonio civico comune”, aggiunge. “La piena ricostruzione della Città e dei borghi è un dovere e un impegno da proseguire. Per ogni componente sociale, anzitutto per le Istituzioni. Così come tale è l’opera di riconnessione del tessuto sociale. È una sfida che riguarda l’Abruzzo, le sue aree interne e, allo stesso tempo, costituisce un passaggio per innovare e offrire alle nuove generazioni la possibilità di realizzare i loro progetti nella sicurezza di un ambiente che sappia fare dei territori feriti, o a rischio per l’imprevedibilità della natura, luoghi di nuove opportunità. La memoria di eventi così tragici deve dunque diventare per tutto il Paese ammonimento e impegno, per non trascurare mai il valore della vita umana e l’integrità delle Comunità”, conclude il Capo dello Stato.

Dolce e Gabbana in mostra: moda, visioni e entertainment globale

Dolce e Gabbana in mostra: moda, visioni e entertainment globaleMilano, 6 apr. (askanews) – Parte da Palazzo Reale a Milano il grande progetto espositivo che vuole raccontare il mondo e le visioni di Dolce&Gabbana. Una mostra barocca come le creazioni dei due stilisti che si sorregge su una narrazione totalizzante articolata su dieci stanze, ciascuna una sorta di microcosmo dedicata a un particolare aspetto del lavoro e delle fonti di ispirazione della maison.


A curare l’esposizione la studiosa di arte e moda, professoressa e autrice di fama internazionale, Florence Müller. “La mostra – ha detto ad askanews – è un viaggio nel mondo di Dolce&Gabbana, nel mondo dell’alta moda. Prova a concentrarsi su quello che rende questo lavoro così speciale: la creazione di bellezza per donne e uomini, l’elevare le persone attraverso meravigliosi vestiti, la passione di tutte le persone che lavorano con gli stilisti e che hanno dedicato la loro vita alla ricerca del bello. Questa mostra è un omaggio a loro”. Il progetto, concepito per girare il mondo e raccontare questa storia italiana ai quattro angoli del pianeta, mostra tutta la forza – economica e di visione – del sistema della moda. Gli spazi di Palazzo Reale sono completamente trasformati e il pubblico viene letteralmente trasportato in una serie di storie – dalla devozione al Barocco, dal Gattopardo alla grande pittura italiana, dalle tradizioni siciliane fino all’opera lirica – che spiegano in modo lampante come la moda voglia dare forma al mainstream e all’immaginario collettivo. Ci sono molti cliché, ma sono proprio quelli che generano una mitologia, come avrebbe potuto notare Umberto Eco.


“È la prima mostra dedicata a una casa italiana che fa alta moda a Milano – ha aggiunto Florence Müller – perciò è un momento molto speciale perché è il racconto di questa meravigliosa tradizione, di queste conoscenze e capacità che sono il centro della mostra, che si intitola dal cuore alle mani. Alla fine del percorso credo, anzi spero, che le persone si commuovano, come ho fatto io”. È chiaro che, accanto ai vestiti e ai gioielli, un ruolo decisivo lo svolge l’allestimento, curato – insieme a Civita Mostre e Musei – da Filmmaster, di cui Emanuele Tulli è il Managing Director. “Un viaggio di qualche mese, anzi il progetto è partito a livello di pensiero qualche anno fa – ci ha spiegato – e oggi vederlo realizzato è davvero un enorme soddisfazione”.


La mostra “Dal cuore alle mani – Dolce&Gabbana”, concepita a tutti gli effetti come progetto di entertainment globale, resta aperta al pubblico a Palazzo Reale fino al 31 luglio.

In prima tv su Sky Cinema il film di Roman Polansky “The Palace”

In prima tv su Sky Cinema il film di Roman Polansky “The Palace”Roma, 6 apr. (askanews) – Sky Cinema presenta in prima TV “The Palace”, l’ultimo film di Roman Polanski prodotto da Luca Barbareschi, in onda domenica 7 aprile alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.


Con Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Bronwyn James, Joaquim De Almeida, Luca Barbareschi, Milan Peschel, Fortunato Cerlino e Mickey Rourke, il film è una partnership produttiva che vede nuovamente insieme Polanski, Barbareschi e Rai Cinema dopo “L’ufficiale e la spia”, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2019. La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme al grande sceneggiatore Jerzy Skolimovski e a Ewa Piaskowska e narra le strampalate vicende dell’ultimo giorno del vecchio millennio all’interno del lussuoso Palace Hotel, uno straordinario castello dall’atmosfera gotica e fiabesca incastonato nelle montagne della Svizzera, dove ogni anno, ospiti ricchi, viziati e viziosi convergono da tutto il mondo.


È l’alba del nuovo millennio e Hansueli (Oliver Masucci), il devoto manager del sontuoso Palace Hotel, ispeziona quasi militarmente lo staff prima dell’arrivo degli ospiti per la sera di Capodanno 2000 ribadendo che non sarà la fine del mondo. “Alle otto in punto ceneranno ai nostri tavoli delle persone davvero importanti. Le vite di milioni di persone dipenderanno dall’umore con cui questi se ne andranno la mattina dopo. È nostro dovere assicurarci che non gli si atrofizzino le chiappe perché le sedie sono troppo dure, che si rimpinzino di caviale fino a esplodere e che lo champagne gli esca dal naso e dalle orecchie. È chiaro?”. Ma nell’aria aleggia il Millennium Bug e il timore o la speranza che al rintocco della mezzanotte i conti dei grandi finanzieri subiscano oscillazioni inaspettate grazie al blocco dei sistemi informatici. In effetti quella che si prepara è davvero una guerra combattuta a colpi di stravaganze ed eccentricità degli ospiti dell’Hotel. Cani e pinguini con bisogni umani e umani con bisogni animali. Le loro storie danno vita ad una commedia assurda, nera e provocatoria. È la fine del 1999, non solo l’epilogo di un secolo, ma la fine di un intero e controverso millennio.

Usa, Biden a Baltimora: la nazione vi coprirà le spalle

Usa, Biden a Baltimora: la nazione vi coprirà le spalleRoma, 5 apr. (askanews) – La prima priorità delle autorità federali nel rispondere al crollo del ponte Francis Scott Key di Baltimora è quella di liberare il canale di navigazione per consentire il passaggio delle navi nel porto. Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden, oggi in visita nella città del Maryland.


“La nostra prima priorità è aprire il porto – ha scandito Biden, secondo quanto scrive The Baltimora Sun -. E’ uno dei più grandi hub di logistica della nazione”, ha ricordato il presidente Usa sottolineando che l’impatto dello stop alle merci da e per il porto si sta ripercuotendo su tutta la nazione. Dopo essere stato informato sui lavori di ripristino, Biden ha prefigurato un’operazione molto impegnativa: “Migliaia di tonnellate di acciaio accartocciato rimangono depositate nell’acqua, impedendo alle navi di entrare e uscire dal porto”, ha spiegato.


Il presidente ha iniziato il suo discorso ricordando il legame della sua famiglia con Baltimora e la regione di Chesapeake Bay ribadendo il suo sostegno allo stato del Maryland e alla città di Baltimora: “La vostra nazione vi copre le spalle, ve lo assicuro”, ha sottolineato Biden.

Bari, Conte ai suoi: decisioni coraggiose per credibilità politica

Bari, Conte ai suoi: decisioni coraggiose per credibilità politicaBari, 5 apr. (askanews) – Dopo lo stop alle primarie del campo largo di centrosinistra per la candidatura a sindaco di Bari, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, si è trattenuto nel capoluogo pugliese. Il M5S, fanno sapere i suoi, non molla sulla legalità e serra i ranghi, nel pomeriggio ha incontrato il gruppo territoriale e gli eletti comunali insieme ai vertici regionali e provinciali. Al centro del confronto, raccontano le fonti stellate, il nodo delle primarie e il lavoro di radicamento sul territorio.


Per il leader 5S è stata una preziosa occasione per ribadire alla comunità pentastellata di Bari il “massimo impegno e determinazione sul fronte della legalità, senza nessun compromesso o passo indietro”. Il ragionamento espresso da Conte è che in situazioni delicate come quelle che hanno interessato la città di Bari “la credibilità della politica” passa anche da “decisioni coraggiose” come quelle annunciate ieri.

Bari, dopo la rottura nel campo largo la speranza “terzo uomo”

Bari, dopo la rottura nel campo largo la speranza “terzo uomo”Bari, 5 apr. (askanews) – Il Terzo uomo è il titolo di un noir del 1949 vincitore del Festival di Cannes, Totò terzo uomo uscì due anni dopo con intenti decisamente meno drammatici. La ricerca del “terzo uomo” da candidare alla poltrona di sindaco è al momento l’ultima speranza per il devastato “campo largo” del centrosinistra a Bari: resta da verificare se i prossimi sviluppi della trama piegheranno verso il noir o la parodia. Le primarie fra Vito Leccese, capo di gabinetto del sindaco uscente Antonio Decaro, e il “civico” di sinistra Michele Laforgia, sono saltate dopo che una nuova inchiesta giudiziaria per corruzione elettorale ha messo in luce pratiche di compravendita dei voti – tutte da provare sul piano giudiziario -che fanno riferimento a un’area interna al centrosinistra barese, tanto da costringere alle dimissioni immediate Anita Maurodinoia, l’assessora ai Trasporti della Regione presieduta da Michele Emiliano. Giovedì quindi il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha annunciato lo strappo, seguito dallo stesso Laforgia, che anzi ora rivendica lo stop: “Ho proposto a Vito Leccese di sospendere di comune accordo l’organizzazione delle primarie. L’ho fatto prima che il presidente Conte annunciasse l’analoga posizione del Movimento 5 stelle”.


Il leader del M5S riunisce a Bari nel pomeriggio i suoi per blindare la scelta di andare avanti fino alle elezioni dell’8 e 9 giugno con la candidatura di Laforgia, indipendentemente dalle opinioni degli “alleati”, virgolette d’obbligo. “Non accettiamo mancanze di rispetto e nessuno si può permettere di dire che il Movimento 5 stelle è sleale”, dice Conte smentendo le veline di fonte Pd che lo accusavano di essersi negato al telefono con la segretaria Elly Schlein. Feriti nell’onore, i Verdi rappresentati rivendicano la lunga storia politica e amministrativa di Leccese, “persona specchiata”, dice Angelo Bonelli, che però si colloca fra i pontieri e quindi non esclude il passo indietro del candidato del Pd (con un passato da parlamentare verde). “E’ una scelta che può fare solo Vito Leccese”, precisa il leader ecologista; scelta che comunque presuppone il contestuale ritiro di Laforgia. La ricerca del terzo uomo è la priorità assoluta per Bonelli e il suo socio in Alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni, anche lui segnalatosi fra quanti vorrebbero una ricucitura, chiedendo una assunzione di responsabilità ai due sfidanti che suona anche come un segno di cautela rispetto alla puntata massima fatta da Conte e Laforgia, che hanno chiesto il passo indietro del candidato del Pd: “A Bari – sottolinea invece il leader di Sinistra italiana – ci sono due ottimi candidati, Laforgia e l’altrettanto valido Leccese. A loro dico: incontratevi e parlate”. Fra i sostenitori della soluzione “terzo uomo” si arruola Goffredo Bettini, non così influente come ai tempi del governo Conte 2 ma pur sempre una voce di peso fra i dem: “Faccio un appello – dice – sia a Conte che al Pd per ritirare i rispettivi candidati”. Si fa sentire fra i dem Andrea Orlando: “Quello di Conte – accusa – è un tentativo un po’ furbetto di speculare su un passaggio che vede in difficoltà un alleato. Quello che voglio dire è questo però: oggi puoi anche fare una mossa che toglie un punto al Pd e lo mette un po in difficoltà a livello nazionale, domani sei quello che ha consegnato Bari alla destra e questo vale tanto per Conte che per Laforgia”. Anche Orlando caldeggia la soluzione di “cercare una terza figura” ma i suoi toni non sono graditi nell’entourage di Laforgia, dove si fa notare “la grande agitazione” che regna al Nazareno: di certo non un benvenuto da parte di una figura chiave. Senza una disponibilità al dialogo di Laforgia, però, la missione dei pontieri è destinata al fallimento. Nel centrosinistra barese c’è chi fa notare che la realtà civica che ha dato vita alla candidatura di Laforgia è in campo da tempo e non accetterà facilmente di essere messa da parte per disposizioni arrivate da Roma. Un alto dirigente Pd giura al cronista che “Leccese al primo turno di giugno vale almeno il 40 per cento” ed è probabile che nella manifestazione del pomeriggio a sostegno di Leccese, con Schlein, Emiliano, Decaro e Bonelli, i toni siano abbastanza in linea con queste previsioni ottimistiche. Ma poi i cacciatori del “terzo uomo” dovranno ricominciare il loro lavoro di tessitura, sperando che i fronti avversi non abbiano nel frattempo bruciato tutti i ponti.


A margine dello scontro si colloca l’ennesima polemica fra Matteo Renzi e Conte. Il primo accusa il secondo di essere una banderuola, il secondo con i cronisti si rifiuta di andare oltre un commento sprezzante: “La politica non può ridursi a burla o barzelletta”. Ma il leader di Iv gli chiede conto della presenza dei 5 stelle pugliesi nella giunta regionale di Emiliano toccata dallo scandalo. Un altro capitolo della fibrillazione che potrebbe ancora aprirsi, in teoria, nelle prossime settimane.

Def, verso documento leggero, non scioglie nodo cuneo e taglio Irpef

Def, verso documento leggero, non scioglie nodo cuneo e taglio IrpefRoma, 5 apr. (askanews) – Il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, nell’audizione in Parlamento, lo ha definito “leggero” e “asciutto”. Il prossimo Documento di Economia e Finanza (Def), che il governo si accinge a varare martedì 9 aprile (il Consiglio dei Ministri dovrebbe essere convocato alle 11), si limiterà a fotografare lo stato dei conti pubblici, aggiornandolo rispetto alla Nadef del settembre scorso, ma non dovrebbe contenere il quadro programmatico, in attesa della definizione delle nuove regole sulla governance europea prevista per metà maggio. In sostanza, prima delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno il governo non scoprirà le carte su quella che sarà la prossima manovra e avrà più tempo per valutare la disponibilità di risorse per prorogare il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote, entrambi previsti al momento per il solo 2024. Anche in attesa di schiarite sulle regole europee per la contabilizzazione dei crediti fiscali, con il pensiero fisso al superbonus, che dovrebbero arrivare entro giugno.


L’ipotesi di far coincidere il quadro tendenziale di finanza pubblica con quello programmatico, che pure è circolata, sembra perdere di peso perchè non sarebbe un buon segnale e darebbe l’idea che il governo non intenda fare nulla. Il Ministro e i tecnici del Mef in questi giorni sono al lavoro per definire l’ultimo Def che sarà presentato in Parlamento nell’attuale versione. Con le nuove regole di governance, infatti, sarà necessaria una revisione dei documenti programmatici perchè, come ha spiegato Giorgetti in audizione, la prima sezione (Programma di stabilità) e la terza (Programma nazionale di riforma) saranno assorbiti rispettivamente dal Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio.


Il Documento di Economia e Finanza probabilmente rivedrà al ribasso le stime di crescita del Pil fermando l’asticella all’1% nell’anno in corso e all’1,2% nel 2025 mentre la Nadef aveva previsto rispettivamente l’1,2% e l’1,4%. Nel 2026 in prodotto dovrebbe invece andare meglio del previsto e crescere dell’1,1% invece dell’1% della Nadef. Quanto al rapporto deficit/pil, il Ministro ha già dato per scontato l’apertura della procedura europea per disavanzo eccessivo (insieme a diversi altri Paesi) dopo il 2023 che si è chiuso al 7,2%, come certificato dall’Istat. Per l’anno in corso il rapporto dipenderà dai dati sul superbonus riferiti allo sconto in fattura e cessione del credito per le spese sostenute 2023, che l’Agenzia delle Entrate sta trasmettendo in queste ore al Ministero. Il rapporto debito/pil 2024 dovrebbe salire rispetto al 137,3% dello scorso anno (dato Istat), ma collocarsi leggermente al di sotto della stima della Nadef che era al 140,1%. Va considerato che in presenza della procedura per deficit eccessivo non si applica la regola europea di riduzione del rapporto debito/pil dell’1% l’anno.

Influencer virtuale Giubelli: fuori il razzismo dal derby Roma-Lazio

Influencer virtuale Giubelli: fuori il razzismo dal derby Roma-LazioRoma, 5 apr. (askanews) – Francesca Giubelli, influencer virtuale italiana e appassionata sostenitrice della squadra di calcio AS Roma, ha pubblicato un video reel su Instagram in vista del derby di domani, esprimendo con fermezza la sua opinione contro ogni forma di razzismo, inclusi gli atteggiamenti territoriali.


Con il suo messaggio, Francesca invita tutti i tifosi a vivere il derby con spirito sportivo e fair play, sottolineando che lo sport è uno strumento potente per promuovere l’unità e la diversità. Di recente Francesca Giubelli è stata al centro dell’attualità in quanto prima influencer virtuale italiana creata con l’intelligenza artificiale, come la spagnola Alba Renai, conduttrice de L’Isola dei Famosi e le altre icone digitali del panorama internazionali. Francesca è la prima digital influencer in Europa ad essere stata certificata da Meta. Un fenomeno in ascesa quello della Giubelli, creata artificialmente per raccontare il Made in Italy sui social e nel mondo.

Bollette, Arera lancia motore di ricerca web per Maggior Tutela

Bollette, Arera lancia motore di ricerca web per Maggior TutelaRoma, 5 apr. (askanews) – Arera, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente riferisce di aver reso disponibile sul suo sito internet un motore di ricerca “per trovare in modo facile e veloce, inserendo il nome del Comune, il fornitore a cui richiedere il rientro in Maggior Tutela per l’elettricità”.


L’esigenza, spiega l’autorità con una nota, nasce dal fatto che dal primo luglio i clienti domestici che saranno ancora serviti in Maggior tutela passeranno automaticamente nel Servizio a Tutele Graduali e i clienti domestici vulnerabili continueranno ad essere serviti in Maggior tutela anche dopo tale scadenza. I clienti che si trovano nel mercato libero potrebbero quindi voler ritornare nel servizio di Maggior Tutela. I clienti domestici elettrici che si trovano nel mercato libero, infatti, hanno il diritto di rientrare nel servizio di Maggior Tutela fino al 30 giugno 2024, rivolgendosi all’esercente il servizio nel Comune in cui si trova la fornitura.


Per aiutare i clienti che non conoscono il nome dell’esercente il servizio di Maggior Tutela nella zona in cui desiderano cambiare il fornitore, l’Arera ha realizzato un motore di ricerca che in pochi click consente di trovare il fornitore e il link alle pagine che contengono le istruzioni per il rientro dal mercato libero al tutelato. Oltre all’utilizzo delle pagine web dell’Autorità, è sempre possibile richiedere informazioni anche telefonicamente, utilizzando il numero verde gratuito dello Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente di Arera (800 166 654). (Immagine da sito Arera).

Bankitalia conferma le stime del Pil, migliora quelle sul mercato del lavoro e taglia l’inflazione

Bankitalia conferma le stime del Pil, migliora quelle sul mercato del lavoro e taglia l’inflazioneRoma, 5 apr. (askanews) – Più luci che ombre nelle ultime proiezioni macroeconomiche della Banca d’Italia. L’istituzione di Via Nazionale ha sostanzialmente confermato le attese di crescita economica, mentre ha migliorato sia quelle sull’inflazione che quelle sul mercato del lavoro.


Per quest’anno l’esercizio conferma la previsione di crescita del Pil allo 0,6%, mentre ha limato all’1% la stima di espansione del 2025 e ha ritoccato al rialzo all’1,2% quella sul 2026. Lo scorso dicembre Bankitalia indicava 1,1% di crescita sia sul 2025 che sul 2026. “I rischi per la crescita sono orientati al ribasso – precisa lo studio -. Una crescita più contenuta potrebbe manifestarsi se lo scarso dinamismo del commercio mondiale persistesse più a lungo, in connessione con l’incertezza che caratterizza la ripresa dell’economia cinese e con un eventuale aggravarsi delle tensioni politiche internazionali. L’impatto della restrizione monetaria potrebbe inoltre essere più accentuato del previsto e incidere più intensamente sulla domanda interna”. Inoltre, “il progressivo ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni potrebbe tradursi in una correzione dell’attività nel comparto edilizio più marcata di quanto previsto”. Bankitalia ha poi consistentemente rivisto al ribasso la previsione di inflazione sull’insieme di quest’anno, all’1,3% ora, a fronte dell’1,9% indicato tre mesi fa. L’istituzione ha limato all’1,7% (dal precedente 1,8%) la stima sull’inflazione del prossimo anno mentre ha confermato all’1,7% quella sul 2026. “I rischi per l’inflazione sono bilanciati – dice Bankitalia -. Pressioni al rialzo potrebbero manifestarsi qualora un aggravarsi delle tensioni internazionali inducesse nuovi rincari delle materie prime e dei beni intermedi. Per contro, la possibilità di un deterioramento dello scenario internazionale e di un impatto più marcato della restrizione monetaria potrebbero tradursi in un andamento meno favorevole della domanda con ripercussioni al ribasso su salari, margini di profitto e inflazione al consumo”.


Passando al mercato del lavoro, lo studio stima che il tasso di disoccupazione cali al 7,5% quest’anno, rimanga allo stesso livello nel 2025 e si limi ulteriormente al 7,4% il prossimo anno. Tre mesi fa Banklitalia prevedeva 7,7% quest’anno, 7,6% il prossimo e 7,4% nel 2026. Nel 2023 la disoccupazione viene indicata al 7,6%. “Il tasso di disoccupazione scenderebbe lentamente portandosi al 7,4 per cento nel 2026, oltre 5 punti in meno rispetto ai picchi toccati successivamente alla crisi del debito un decennio fa”, rileva Bankitalia. Per l’occupazione è attesa una crescita sul numero di occupati dello 0,9% quest’anno, dello 0,4% il prossimo e dello 0,5% nel 2026. Valori espansivi ma inferiori alla contestuale crescita del Pil. Guardando agli elementi sottostanti, secondo l’analisi in Italia i consumi delle famiglie, dopo la forte diminuzione registrata alla fine del 2023, “sarebbero tornati a crescere nel primo trimestre e continuerebbero ad aumentare in seguito a tassi lievemente superiori a quelli del Pil, beneficiando del recupero del potere d’acquisto. Gli investimenti rallenterebbero marcatamente, frenati dal rialzo dei costi di finanziamento, da condizioni più rigide di accesso al credito e dal ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni”.


“L’effetto di questi fattori verrebbe in parte compensato dall’impulso delle misure del Pnrr. Le esportazioni si espanderebbero in linea con l’andamento della domanda estera, mentre le importazioni crescerebbero in misura più contenuta – conclude Bankitalia – risentendo della debolezza della spesa per investimenti. Il saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti, tornato positivo già nello scorso anno, continuerebbe a migliorare, avvicinandosi al 2 per cento in rapporto al Pil nel 2026”.