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Calcio, Rubiales arrestato in Spagna, indagato per corruzione e riciclaggio

Calcio, Rubiales arrestato in Spagna, indagato per corruzione e riciclaggioRoma, 3 apr. (askanews) – L’ex presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales, è stato arrestato dalla Guardia Civil che lo ha prelevato – come riporta Tve – all’arrivo all’aeroporto di Madrid-Barajas, dove è atterrato al rientro dalla Repubblica Dominicana. Nel Paese centroamericano Rubiales ha trascorso le ultime settimane, prima di anticipare a oggi il rientro a Madrid, per presentarsi davanti alla giudice istruttore dell’inchiesta sui presunti appalti irregolari della Federcalcio spagnola negli ultimi cinque anni.


Al centro delle indagini una inchiesta sui contratti chiusi dalla Federcalcio negli ultimi 5 anni, durante la sua presidenza, che lo vede indagato per presunta corruzione, amministrazione sleale e riciclaggio di capitali. Tra questi anche il trasferimento della Supercoppa spagnola in Arabia Saudita per la quale si parla di mazzette e riciclaggio di denaro nell’ambito dell’organizzazione del nuovo format a 4 squadre. L’inchiesta ha messo nel mirino anche l’ex calciatore del Barcellona Gerard Piqué.Un contratto da 1,3 milioni di euro per i lavori di ristrutturazione dell’Hotel della Città del Calcio a Las Rozas (Madrid), sede del ritiro della nazionale, sarebbe stato firmato fra il capo dell’impresa che si aggiudicò le opere, Angel Gonzalez Segura, e un architetto indagato


Rubiales è stato trasferito negli uffici della Guardia Civil dell’aeroporto, dopo di che è stato detenuto per un interrogatorio. Gli agenti hanno 72 ore di tempo per decidere se rilasciarlo o chiedere la conferma della detenzione a un giudice. Rubiales è stato costretto a dimettersi dalla presidenza della federcalcio spagnola dopo le polemiche relative al bacio senza consenso dato alla calciatrice Jennifer Hermoso durante la premiazione della finale dei Mondiali di calcio femminile. Per quella vicenda è ancora sotto indagine penale in Spagna. È stato inoltre bandito per tre anni dalle attività della Fifa. 

Audible presenta Sigonella 85: la sfida tra Craxi e Reagan

Audible presenta Sigonella 85: la sfida tra Craxi e ReaganMilano, 3 apr. (askanews) – “Parliamo di un’epoca molto particolare, quella del pentapartito, in cui Partito Socialista Italiano e Democrazia Cristiana si trovarono a governare insieme. Da un lato, Sigonella ha rafforzato la figura del primo ministro Bettino Craxi, che non ha ceduto alle richieste americane in ragione della sua inclinazione alla mediazione con i Paesi arabi. D’altro canto, però, la crisi di Sigonella ha dimostrato che, pur seguendo una linea propria, il governo italiano non poteva prescindere dall’influenza della Casa Bianca. In altre parole, Sigonella non ha fatto altro che mostrare la volontà dell’Italia di affrancarsi da un alleato storico, gli Stati Uniti, pur rimanendo nella sua orbita per questioni di convenienza geopolitica”. Così Simone Guida, la persona che gestisce il canale YouTube Nova Lectio, ci introduce nel podcast “Sigonella 85”, podcast scritto da Matteo Liuzzi, distribuito come esclusiva da Audible e narrato proprio da Nova Lectio. Un viaggio dentro uno degli episodi più clamorosi della politica estera italiana del Dopoguerra.


Ricostruiamo i fatti: giovedì 10 ottobre 1985 un Boeing di linea egiziano viene costretto ad atterrare all’aeroporto di Sigonella, in provincia di Catania, da alcuni aerei militari americani. Non appena l’aereo tocca terra, in sua difesa arrivano gli uomini della VAM, la Vigilanza Militare. I militari americani vogliono arrestare a tutti i costi l’equipaggio dell’aereo e circondano i militari italiani. In loro difesa arrivano i Carabinieri che a loro volta circondano gli americani. È l’inizio della più grave crisi nei rapporti tra Italia e USA dai tempi della guerra. È uno scontro che potrebbe rimettere in discussione tutti gli equilibri atlantici. Da qui si torna indietro a dove tutto questo è iniziato: sulla nave Achille Lauro, presa in ostaggio da dei terroristi palestinesi sulla quale è stato ucciso un passeggero americano di origine ebraica. Motivo per cui gli Stati Uniti vogliono arrestare i terroristi imbarcati sul Boeing e processarli su suolo americano. Ma il delitto è stato commesso su una nave italiana e il processo deve svolgersi in Italia. Insomma, una storia che ha le caratteristiche per essere “il più grande thriller politico del XX secolo”. Per l’Italia della Prima repubblica Stati Uniti e Paesi arabi erano entrambi amici. A Sigonella questa condizione viene meno, e forse l’episodio segna una frattura destinata a non rimarginarsi mai più. “Se da una parte – ha aggiunto Nova Lectio – è vero che, da quel momento in poi, l’Italia si mostrò sempre più distante dalla causa palestinese e sempre più allineata alla linea americana in Medio Oriente, d’altra parte non bisogna dimenticare che Roma ha sempre considerato – e considera tuttora – il Mediterraneo come un importante tassello della sua politica internazionale. Lo dimostrano i rapporti che sarebbero stati intrattenuti più tardi con Libia, Egitto e Tunisia. Sigonella è un caso molto particolare e non ordinario, che segna sicuramente un precedente da tenere a mente. Tuttavia, non ha fatto sì che l’Italia togliesse immediatamente il suo ‘appoggio mediatore’ nei confronti dei Paesi arabi”.


Il podcast è affascinate e prova a indagare anche quello che non ci hanno raccontato all’epoca. Ma oggi cosa sappiamo in più? “Sulle conversazioni tra forze italiane e statunitensi, tra Craxi e Reagan – ha aggiunto Guida – sappiamo forse anche troppo, tanto da avere diverse versioni delle stesse dichiarazioni. Forse, non conosceremo mai l’esatto svolgimento della vicenda. A non venire citato spesso, a mio avviso, è un fatto che con Sigonella ha avuto a che fare soltanto dopo l’incidente. Parlo del cosiddetto e presunto “atto di riparazione” concesso da Craxi a Reagan, ovvero utilizzare Sigonella, nella primavera del 1986, per bombardare la Libia. Allo stesso tempo, però, Craxi informò Gheddafi prima che i bombardamenti avvenissero. Questa sorta di ‘doppio gioco’ dimostrerebbe come Craxi cercasse ancora di non alienarsi la simpatia dell’uno o dell’altro alleato”. “Per definizione – ha concluso Nova Lectio – un thriller politico non è nient’altro che una storia che riguarda – segretamente – alte cariche dello Stato impegnate nella risoluzione di delicate questioni geopolitiche. In simili contesti, una fallita mediazione potrebbe scatenare indesiderate escalation. La vicenda di Sigonella è stata caratterizzata da un tira e molla tra due capi di governo, Reagan e Craxi, da uno scontro fortunatamente sventato tra forze italiane e statunitensi, e dal coinvolgimento di importanti leader mediorientali come Hosni Mubarak, Yasser Arafat e Hafiz al-Assad, senza dimenticare Abu Abbas, all’epoca a capo del Fronte per la Liberazione della Palestina. Per di più, l’incomprensione tra Stati Uniti e Italia è stata generata da un crimine: l’omicidio di Leon Klinghoffer, passeggero americano della Achille Lauro scoperto morto soltanto una volta portata a termine la mediazione con i terroristi a bordo. Se invece vogliamo limitarci al caso specifico di Sigonella 85, il ritmo e la narrazione assumono contorni davvero coinvolgenti e intensi, da thriller appunto”.


(Leonardo Merlini)

Confindustria, Garrone: ora Orsini libero da condizionamenti su squadra

Confindustria, Garrone: ora Orsini libero da condizionamenti su squadraRoma, 3 apr. (askanews) – “Per avere una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall’inizio”. E’ questo un passaggio della lettera inviata da Edoardo Garrone ai colleghi di Confindustria per spiegare la decisione di ritirarsi dalla corsa per la presidenza.


“Questa condizione a mio avviso, nella coerenza del fine che mi ha mosso sin d’ora, è possibile in un solo modo. É infatti evidente che in Confindustria – scrive Garrone – si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di “impegni o scambi” eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria”. Dunque, “la scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli. Questa è una rinuncia che personalmente mi costa molto, ma che confido possa determinare una svolta comportamentale e sostanziale, rendendomi e rendendoci orgogliosi di averlo fatto e di aver contribuito ad un cambiamento storico doveroso, esprimendo un modo di essere al servizio del sistema e non un sistema al servizio di sé stessi. E’ una scelta di responsabilità che chiedo anche a voi tutti domani con il voto, per dare un segnale forte e di unità a tutti gli stakeholder e all’intero Paese”.


Mlp

Confindustria, Garrone si è ritirato dalla corsa per la presidenza

Confindustria, Garrone si è ritirato dalla corsa per la presidenzaRoma, 3 apr. (askanews) – L’industriale Edoardo Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza di Confindustria. Garrone ritira “per il bene di Confindustria”. Lo apprende Askanews da fonti vicine all’industriale. In una lettera inviata ai colleghi dell’associazione, l’imprenditore ligure scrive: “è evidente che in Confindustria si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di ‘impegni o scambi’ eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria.


Dunque, “la scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi – spiega – di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.

David Donatello, 19 candidature a “C’è ancora domani” di Cortellesi

David Donatello, 19 candidature a “C’è ancora domani” di CortellesiRoma, 3 apr. (askanews) – Dopo gli incredibili risultati ottenuti al botteghino con il suo “C’è ancora domani”, Paola Cortellesi quest’anno conquista anche il maggior numero di candidature ai David di Donatello, ben 19. Nessun film d’esordio ne aveva mai avuto tante. Il film di Matteo Garrone che è stato in corsa per gli Oscar, “Io capitano”, ne ha ottenute 15, “La chimera” di Alice Rohrwacher 13, “Rapito” di Marco Bellocchio 11, “Il sol dell’Avvenire” di Nanni Moretti 7. Sono proprio questi cinque che si contenderanno quest’anno il David più importante, quello per il miglior film.


La cerimonia di premiazione della 69esima edizione dei David di Donatello si terrà il 3 maggio negli studi di Cinecittà e andrà in diretta su Rai1. La serata, durante la quale verranno assegnati 25 premi, sarà condotta da Carlo Conti e Alessia Marcuzzi. Cortellesi rientra nella cinquina per il “miglior esordio alla regia”, insieme a Giacome Abruzzese per “Disco boy”, Micaela Ramazzotti per “Felicità”, Michele Riondino per “Palazzina LaF”, Giuseppe Fiorello per “Stranizza d’amuri”. Una delle grandi caratteristiche di quest’anno, infatti, è che ci sono diversi attori che si sono cimentati con la regia. Come “miglior regista” in gara per il David ci sono: Moretti, Garrone, Rohrwacher, Bellocchio e Andrea Di Stefano per “L’ultima notte di amore”.


Per quanto riguarda la cinquina per il David come miglior attrice protagonista, ritroviamo Cortellesi insieme a Isabella Ragonese, Micaela Ramazzotti, Linda Caridi, Barbara Ronchi. Per il miglior attore protagonista sono in lizza Valerio Mastandrea, Antonio Albanese, Pierfrancesco Favino, Michele Riondino, Josh O’Connor. Le candidature sono state annunciate in Rai alla presenza, fra gli altri, di Piera Detassis, presidente e direttrice artistica Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, di Nicola Maccanico – amministratore delegato Cinecittà S.p.A, e Lucia Borgonzoni, sottosegretario del MiC. “La cerimonia deve essere meno autoreferenziale possibile, arrivare a persone che hanno perso l’abitudine di vedere cinema come luogo di socializzazione e magia” ha sottolineato il sottosegretario. Ed è per questo che si darà grande spazio al glamour con coreografie e scenografie di Luca Tomassini, e non mancherà il red carpet, animato da Fabrizio Biggio.

Confindustria, Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza

Confindustria, Garrone si ritira dalla corsa per la presidenzaRoma, 3 apr. (askanews) – L’industriale Edoardo Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza di Confindustria. Garrone ritira “per il bene di Confindustria”. Lo apprende Askanews da fonti vicine all’industriale.


In una lettera inviata ai colleghi dell’associazione, l’imprenditore ligure scrive: “è evidente che in Confindustria si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di ‘impegni o scambi’ eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria. Dunque, “la scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi – spiega – di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.

Governo, mozioni sfiducia Salvini-Santanché saranno votate oggi

Governo, mozioni sfiducia Salvini-Santanché saranno votate oggiRoma, 3 apr. (askanews) – Saranno votate nella giornata di oggi le mozioni di sfiducia presentate nei confronti dei ministri Matteo Salvini e Daniela Santanchè. È quanto si apprende da fonti parlamentari di maggioranza.


Alla ripresa dei lavori, l’aula della Camera procederà all’esame della pdl sul riconoscimento dei teatri monumento nazionale. Terminato l’esame del provvedimento, la maggioranza chiederà una inversione dell’ordine del giorno (che vede altri due pdl, terzo settore e cessione crediti agricoli) per anticipare e procedere subito all’esame della mozione di sfiducia Azione-Pd-M5s-Avs nei confronti del ministro per i Trasporti e le Infrastrutture e poi a quella nei confronti della ministra del Turismo. Le votazioni saranno per appello nominale e sarà con ogni probabilità necessaria una seduta notturna per concludere. Resta fermo in calendario il question time delle 15.

Sfiducia a Santanchè, Conte: si stanno disonorando le istituzioni

Sfiducia a Santanchè, Conte: si stanno disonorando le istituzioniRoma, 3 apr. (askanews) – “Io ricordo che la Meloni e la Santanchè a ogni stormir di fronda quando erano all’opposizione chiedevano dimissioni per fatti molto meno gravi. Oggi mi sorprende che di fronte a fatti così gravi, ad accuse così gravi e circostanziate… indipendentemente da quella che sarà la vicenda giudiziaria, ma qui stiamo parlando dell’onore delle istituzioni e qui si stanno disonorando le istituzioni”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, parlando dell’inchiesta sulla ministra del Turismo e della mozione di sfiducia presentata contro di lei.


L’ex premier ha risposto ai cronisti a margine del sit-in di protesta dei giornalisti dell’Agenzia Italia. A chi gli ha chiesto se lui, da capo del Governo, avrebbe chiesto le dimissioni della ministra del Turismo, ha replicato: “Io l’ho dimostrato nei fatti, non è che lo avrei fatto: l’ho fatto quando è capitato come presidente del Consiglio che un mio sottosegretario si è trovato in questa situazione. L’ho convocato, poi, con tutto il rispetto per la persona, augurandogli di poter difendere le sue ragioni nella sede giudiziaria, gli ho chiesto di fare un passo indietro, com’è stato fatto, poi. In questo caso invece la ministra Meloni che parla tanto di meritocrazia, di credibilità delle istituzioni, sta disonorando le istituzioni per il famoso amichettismo dei parenti d’Italia”. Quanto alle assenze dei ministri dalle aule parlamentari dove si discutono le mozioni di sfiducia loro indirizzate, “non lo so, c’è tanta retorica da parte di questo governo, loro ci mettono la faccia… Spesso è una faccia di bronzo, stavolta neppure ce la mettono”, ha commentato Conte, che ha respinto anche l’argomento del “garantismo” come critica alla sfiducia per la ministra del Turismo. “Il garantismo per cosa? Quando c’è il disonore per le istituzioni, qui è la garanzia che stiamo disonorando le istituzioni, al contrario. Il garantismo – ha ribadito – è una cosa seria, non lo invochiamo fuori luogo. Ci sono delle garanzie costituzionali, che riguardano i processi, vanno garantite a tutti gli indagati e gli imputati ma è una cosa ben diversa. Qui stiamo parlando di un principio di responsabilità politica, di opportunità e la presidente Meloni scredita l’Italia, perché se ministri con accuse così gravi, circostanziate, così , rimangono al loro posto, stai dando un segnale non solo in Italia ma anche in Europa e a livello internazionale, che non hai considerazione per le istituzioni: che il bene di partito, l’amicizia, l’amichettismo, la solidarietà, la logica solidale far compagni di partito – ha concluso il leader stellato – prevale su tutto”.

Ue, l’inflazione nell’Eurozona scende al 2,4% a marzo

Ue, l’inflazione nell’Eurozona scende al 2,4% a marzoRoma, 3 apr. (askanews) – L’inflazione a marzo nell’Eurozona è stimaat in calo al 2,4%. Lo rileva Eurostat, facendo notare che il mese preecdente era al 2,6%. Su base mensile, l’inflazione si attesta allo 0,8%.


Tra le maggiori componenti, quella dei servizi appare al più alto tasso annuale (4%), stabile rispetto al mese di febbraio. Per cibo, alcolici e tabacco, l’inflazione si attesta al 2.7%, in discesa rispetto al 3,9% registrato a febbraio. Per i beni industriali non energetici, l’indice è all’1,1% rispetto l’1,6% del mese precedente, mentre per quelli energetici si registra un -1,8%, rispetto a un -3,7% a febbraio.

Mattarella: l’aggressività è rimasta sempre estranea alla Nato

Mattarella: l’aggressività è rimasta sempre estranea alla NatoRoma, 3 apr. (askanews) – “Dopo le sciagure della dittatura fascista e della guerra, l’adesione al Patto Atlantico costituì per l’Italia una tappa essenziale nel processo di ricongiungimento alla Comunità internazionale. Questa fu, e resta ancor oggi, una scelta rispondente alle prioritarie preoccupazioni dei nostri concittadini”. E’ quanto afferma in una dichiarazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


“Nei settantacinque anni trascorsi da allora la Repubblica, in piena fedeltà al dettato costituzionale, non ha cessato di partecipare con serietà e dedizione alla vita dell’Alleanza – ha aggiunto -. Orgogliosa fondatrice di questo patto tra Stati liberi e sovrani, essa vi contribuisce in spirito di generosa e solidale collaborazione, assicurando che le sfide provenienti da ogni area geografica ricevano adeguata attenzione, senza alcun atteggiamento di aggressività, rimasta sempre estranea all’Alleanza”. “Lo testimoniano quotidianamente le donne e gli uomini dei contingenti della NATO impegnati nei diversi quadranti di crisi. A tutti loro desidero manifestare la nostra viva riconoscenza”, sottolinea il Capo dello Stato.