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Meloni ‘personalizza’ sfida Abruzzo. E avvicina candidatura Europee

Meloni ‘personalizza’ sfida Abruzzo. E avvicina candidatura EuropeePescara, 5 mar. (askanews) – La butta lì, come una battuta, durante un evento a Teramo. “Potete contare sul fatto che essendo io eletta qui, alle brutte mi cacciate”. Giorgia Meloni arriva in Abruzzo per un doppio appuntamento elettorale a sostegno di Marco Marsilio – il primo presidente di Regione mai eletto da Fratelli d’Italia – che punta a essere riconfermato dalle urne nella sfida di domenica con il candidato del ‘campo larghissimo’, Luciano D’Amico.


Si tratta, certo, di far dimenticare la Sardegna e di sostenere un amico storico, un politico cresciuto con lei alla ‘scuola’ di Colle Oppio. Ma in ballo c’è anche il giudizio su una amministrazione che è quasi una emanazione di chi nel frattempo è arrivato a palazzo Chigi. Ed è infatti la stessa presidente del Consiglio, questa volta, a ‘personalizzare’ la competizione. “Io come si sa e come si vede ho da tempo investito sulla sfida dell’Abruzzo, per dimostrare che se metti le persone nelle condizioni di dimostrare il loro valore otterrai un risultato”, dice davanti alla platea della Camera di commercio di Teramo prima di spostarsi a Pescara per il comizio con Antonio Tajani e Matteo Salvini. Il clima è diverso da Cagliari, non c’è la tensione che aveva caratterizzato quell’appuntamento, non c’è quell’ostentazione di unità che – come in una excusatio non petita – era stata sbandierata negli interventi dei tre leader. Complice anche l’accordo fatto sulle prossime regionali di Basilicata, Piemonte e Umbria che alla fine la premier si è convinta a siglare per rasserenare il clima nella coalizione. Questa volta, all’unisono, i leader del centrodestra decidono invece di alzare il tiro sull’affaire ‘dossieraggio’ chiedendo che si chiarisca chi sono “i mandanti” occulti.


Alla faccia della scaramanzia, Meloni snobba il rischio di un effetto Sardegna. “Intanto – dice – lo dobbiamo ancora vedere perchè ancora non si è capito bene come è andata a finire”, comunque “sono molto ottimista francamente”. Per amor di scaramanzia, invece, abbraccia l’idea del comizio bagnato, comizio fortunato. E così, quando su piazza Salotto a Pescara cominciano a cadere le prime gocce di pioggia, ricorda che fu così anche prima delle Politiche. “E sono diventata presidente del Consiglio, quindi tutto sommato se piove non sarà una cattiva cosa”, scherza. A contribuire all’ottimismo ci sono forse anche gli stanziamenti a favore della Roma-Pescara sbloccati proprio qualche giorno fa dal Cipess. “Era uno dei problemi che abbiamo ereditato, nel senso che era inserita nel Pnrr ma con i tempi del piano non si sarebbe potuta realizzare. Quindi noi avremmo perso quelle risorse. Cosa ha fatto il governo? L’ha stralciata dal Pnrr e ha trovato il finanziamento fuori”, spiega. Come in occasione del comizio di Cagliari, la premier ironizza sulla coalizione che sostiene lo sfidante di Marsilio. Se in quel caso le battute in falsetto sul programma antifascista della Todde non hanno portato fortuna, questa volta Meloni ci riprova attaccando la mega alleanza a sostegno di D’Amico. Da una parte, dice, c’è il centrodestra che sta insieme “per scelta”, dall’altro “sono tutti alleati ma si vergognano a dirlo”.


Ma c’è, nella ‘personalizzazione’ della sfida abruzzese della presidente del Consiglio, soprattutto l’intenzione di non derogare da un principio che lei stessa in passato ha avuto modo di sottolineare. Ossia che qualsiasi elezione, pur con l’influenza di logiche locali, è sempre anche un giudizio su chi governa. E allora, bisogna dimostrare che la Sardegna è stato solo un incidente. E per farlo, non basta certo solo vincere in Abruzzo. La vera sfida che si apparecchia, la vera sentenza sulla sua gestione di palazzo Chigi, non possono che essere le Europee. Meloni lo ricorda nel comizio di Pescara e sembra avvicinare sempre di più quella candidatura che ancora tiene in stand by. “Sono il vero timore di tutti: che questa maggioranza possa essere confermata. Succederà di tutto. C’ho l’elmetto, ho già messo l’elmetto. E vinceremo anche questa battaglia”.

Mattarella: non sono un sovrano, firmare leggi non è condividerle

Mattarella: non sono un sovrano, firmare leggi non è condividerleRoma, 5 mar. (askanews) – Piccolo vademecum, in tempi di riforme costituzionali, di conflitti mai del tutto spenti tra poteri dello Stato, di gestioni talvolta discutibili dell’ordine pubblico e di dossieraggi, su cosa fa e cosa non fa il capo dello Stato. In una giornata dal cielo plumbeo Sergio Mattarella coglie l’occasione dell’incontro con i vertici della Casagit, la cassa di assistenza sanitaria dei giornalisti, per diradare alcune nubi. Il presidente della Repubblica ribadisce alcuni concetti e rivendica i suoi poteri nei limiti che la Costituzione gli assegna. Un ripasso, diciamo, in un clima politico piuttosto avvelenato.


Comincia da se stesso: il presidente della Repubblica “non è un sovrano, fortunatamente” e quindi non ha il potere legislativo, la sua firma sulle leggi approvate dal Parlamento è solo un atto dovuto dopo un vaglio di natura squisitamente costituzionale. Dunque, “non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa”, fa semplicemente il suo dovere ed è “quell’atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il Presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità”. Fine. Se il capo dello Stato “andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione”, “si arrogherebbe indebitamente il compito che è rimesso alla Corte costituzionale”. Insomma promulgare una legge non significa “farla propria” o “condividerla”. Poi il grande capitolo della libertà di stampa che è “fondamentale per la nostra democrazia” perchè proprio “nella nostra Costituzione vi è una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti”. E, attenzione, il ruolo della libertà di stampa è così “indispensabile”, ricorda Mattarella, che “sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla ciascuno nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità”. Come dire che il governo, il Parlamento, tutte le istituzioni e i partiti devono fare la loro parte nel garantire e difendere la libertà di stampa.


Infine, il compito più specifico, più forte, forse, del Quirinale: quello di “fare in modo che ciascuno rispetti la Costituzione”. A partire dallo stesso capo dello Stato, a tutti gli altri poteri – legislativo, esecutivo e giudiziario – il Colle vigila sul rispetto della Costituzione anche “nel colloquio e nel confronto tra gli organi costituzionali”. “Sarebbe grave se uno di questi”, compreso “anche” il Presidente della Repubblica, “pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato – avverte Mattarella -. E questa è una indicazione di democrazia che si inserisce in quell’armonico disegno che la nostra Costituzione indica”.

Dossieraggio, Salvini: voglio sapere se vertici Gdf al corrente

Dossieraggio, Salvini: voglio sapere se vertici Gdf al correntePescara, 5 mar. (askanews) – “Che ci siano dei funzionari infedeli dello Stato che, secondo secondo l’accusa, pagati dagli italiani spiano giorno e notte migliaia di italiani anche normalissimi perfino sui conti correnti è gravissimo. Vorrei sapere se i vertici della Guardia di finanza ne erano al corrente o meno. Io personalmente farò denunce il più possibile per capire chi spiava e su mandato di chi, e chi ci guadagnava e chi pagava. Chiedo ai vertici della Guardia di finanza se sapevano: non penso che ci fosse il sottoufficiale che per hobby spiava i conti correnti e dare ai giornalisti delle informazioni”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando a margine del comizio a Pescara a sostegno di Marco Marsilio.

Dossieraggio, Tajani: capire chi è regista, domani emerga verità

Dossieraggio, Tajani: capire chi è regista, domani emerga veritàPescara, 5 mar. (askanews) – “E’ certamente un fatto molto grave che in un Paese libero e democratico ci sia qualche funzionario dello Stato che abusivamente si infila nelle vicende personali per preparare dossier di questo o quel personaggio. Non è soltanto una questione politica, è una battaglia in difesa della privacy, del diritto di ogni cittadino di essere tutelato perchè se c’è un grande fratello che si occupa di studiare dossier su ognuno, con quali fini nessuno lo sa, questo lo vorremo sapere”. Lo ha detto il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine del comizio a Pescara a sostegno di Marco Marsilio.


“Ci auguriamo – ha aggiunto – che domani dalla riunione dell’Antimafia escano notizie importanti, esca la verità. Bisognerebbe capire chi è il regista, non credo sia un sotto ufficiale della Guardia di finanza il regista. Chi ha dato disposizione? Chi ha usato? Per quali fini? Questo è il tema, al di là del fatto che sono state analizzate le vite private di molti esponenti del centrodestra. Non è un fatto politico, è un fatto di diritto di difesa della privacy e capire perché ci sono funzionari pubblici che compiono queste azioni. Questo è preoccupante veramente sono scelte anti democratiche, che accadono nei Paesi in cui non si rispettano i diritti dei cittadini. E’ successo qualche cosa di preoccupante per la nostra democrazia”.

Le parole di Mattarella sulla libertà di stampa e sul ruolo del presidente della Repubblica (che non è un “sovrano”)

Le parole di Mattarella sulla libertà di stampa e sul ruolo del presidente della Repubblica (che non è un “sovrano”)Roma, 5 mar. (askanews) – “La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro al Quirinale con Gianfranco Giuliani, presidente di Casagit, e una delegazione della cassa di previdenza dei giornalisti. “Nella nostra Costituzione vi è una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti”, ha ricordato il capo dello Stato ribadendo che la libertà di stampa “è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo”.


La libertà di stampa è “fondamentale per la nostra democrazia”, è “tutelata dalla Costituzione”, “ed è in realtà un ruolo indispensabile che sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla ciascuno nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità”, ha sottolineato Mattarella. Mattarella ha inoltre parlato del suo ruolo, “il presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere” legislativo. Il presidente della Repubblica, in particolare, ha voluto chiarire il suo ruolo rispetto alla promulgazione delle leggi chiarendo che, non avendo il potere legislativo, la sua firma è solo un atto dovuto e che il suo vaglio è solo di natura costituzionale: “Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa”. Si tratta, ha spiegato Mattarella, “di quell’atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il Presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità. Se andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione e dicesse, per esempio: ‘non promulgo questa legge perché c’è forse qualche dubbio di costituzionalità che potrebbe racchiudere e raffigurarvisi’, si arrogherebbe indebitamente il compito che è rimesso alla Corte costituzionale”.

Dossieraggio, Meloni: gravissimo, e quanto emerso non c’entra con la libertà di stampa

Dossieraggio, Meloni: gravissimo, e quanto emerso non c’entra con la libertà di stampaTeramo, 5 mar. (askanews) – Premesso che si dovrà aspettare quanto emergerà dalle audizioni di domani in commissione Antimafia, “penso che francamente è gravissimo che in Italia ci siano funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo delle verifiche su cittadini, comuni e non, per poi passare queste informazioni alla Stampa, ad alcuni esponenti della stampa, perché utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a margine di un evento elettorale insieme al candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Abruzzo Marco Marsilio, presso la locale Camera di Commercio.

Mattarella: libertà di stampa fondamentale, tutelata da Costituzione

Mattarella: libertà di stampa fondamentale, tutelata da CostituzioneRoma, 5 mar. (askanews) – “La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro al Quirinale con Gianfranco Giuliani, presidente di Casagit, e una delegazione della cassa di previdenza dei giornalisti.


“Nella nostra Costituzione vi è una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti”, ha ricordato il capo dello Stato ribadendo che la libertà di stampa “è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo”.

Dossieraggio, Meloni: quanto emerso non c’entra con libertà stampa

Dossieraggio, Meloni: quanto emerso non c’entra con libertà stampaTeramo, 5 mar. (askanews) – Premesso che si dovrà aspettare quanto emergerà dalle audizioni di domani in commissione Antimafia, “penso che francamente è gravissimo che in Italia ci siano funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo delle verifiche su cittadini, comuni e non, per poi passare queste informazioni alla Stampa, ad alcuni esponenti della stampa, perché utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a margine di un evento elettorale insieme al candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Abruzzo Marco Marsilio, presso la locale Camera di Commercio.

Dossieraggio, Lotito chiede di essere ascoltato dai pm sul caso della Salernitana

Dossieraggio, Lotito chiede di essere ascoltato dai pm sul caso della SalernitanaRoma, 5 mar. (askanews) – Il presidente della Lazio Claudio Lotito, nelle prossime ore, chiederà di essere sentito dai pubblici ministeri di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulle accuse rivolte al presidente della Figc, Gabriele Gravina. Il legale storico del manager biancoceleste e senatore di Forza Italia, l’avvocato Gian Michele Gentile, spiega: “Chiederà di essere sentito per la questione della Salernitana calcio che ancora oggi è una ferita aperta per il presidente e ha comportato molti danni”.


Il fascicolo seguito dal pm Maria Sabina Calabretta e dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, al momento senza indagati o ipotesi di reato, è all’attenzione della procura in relazione ad una segnalazione della Dnaa e che avrebbe ad oggetto “presunte attività illecite – come emerge dalle carte dell’indagine di Perugia – poste in essere da Gabriele Gravina”, il presidente della Figc. Nei mesi scorsi – si ricorda – Lotito era già stato ascoltato dai magistrati di Perugia e dopo l’atto istruttorio “la Guardia di Finanza – ha spiegato il penalista – ha acquisito la documentazione che abbiamo messo a disposizione”. Comunque – ha ribadito l’avvocato Gentile – “Lotito chiederà di essere sentito per la questione della Salernitana Calcio che ancora oggi è una ferita aperta per il presidente e ha comportato molti danni anche in sede civile”.


“La richiesta di essere ascoltato in procura a Roma non riguarderà certo le presunte accuse a Gravina, ma avrà ad oggetto la vicenda della vendita della Salernitana Calcio e in particolare sui comportamenti messi in atto dai trustee”, ribadisce l’avvocato Gian Michele Gentile, difensore del presidente della Lazio, Claudio Lotito. Da parte sua, oggi, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, in un intervento al Tg1 in relazione a quanto affermato dai media nell’inchiesta di Perugia, ha detto: “Confondono strumentalmente il piano politico con fatti personali sono due cose diverse. Lo fanno strumentalmente”.

Oro a nuovi massimi, 1.150 dollari l’oncia a vigilia audizioni Fed

Oro a nuovi massimi, 1.150 dollari l’oncia a vigilia audizioni FedRoma, 5 mar. (askanews) – L’oro continua a salire e alla vigilia delle audizioni del presidente della Federal Reserve al Congresso Usa balza a nuovi massimi storici, mentre tornano a circolare ipotesi su tagli ai tassi di interesse. Nel corso della seduta l’oncia ha segnato un picco a 2.150,50 dollari. Successivamente sul mercato statunitense il metallo prezioso per eccellenza smorza i guadagni al più 0,51%, ma resta rialzista a quota 2.137,20 dollari oncia.


Domani il numero uno della Banca centrale Usa., Jerome Powell presidente verrà ascoltato alla Camera dei rappresentanti e giovedì al Senato. Sempre giovedì si terrà anche il direttorio di politica monetaria della Bce.