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Lavoro, Istat: a dicembre disoccupazione cala al 7,2%, minimi dal 2008

Lavoro, Istat: a dicembre disoccupazione cala al 7,2%, minimi dal 2008Roma, 31 gen. (askanews) – Disoccupazione ai minimi da sedici anni in Italia. Il tasso di disoccupazione totale, a dicembre 2023, scende al 7,2% (-0,2 punti) toccando il livello più basso dal dicembre 2008, quando era pari al 6,9%. Quello giovanile cala al 20,1% (-0,4 punti), ai minimi dal luglio del 2007. E’ la stima provvisoria dell’Istat.

Il numero di persone in cerca di lavoro, in Italia, diminuisce, -2,7%, pari a -50mila unità, per uomini e donne e per tutte le classi d’età, con l’eccezione dei 15-24enni tra i quali invece si osserva un aumento. La crescita del numero di inattivi (+0,2%, pari a +19mila unità, tra i 15 e i 64 anni) coinvolge le donne e gli individui di età superiore ai 35 anni; tra gli uomini e i 15-34enni si registra un calo. Il tasso di inattività sale al 33,2% (+0,1 punti).

Rispetto a dicembre 2022, calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-8,5%, pari a -171mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,5%, pari a -310mila).

Lavoro, Istat: a dicembre +14mila occupati, su anno +456mila

Lavoro, Istat: a dicembre +14mila occupati, su anno +456milaRoma, 31 gen. (askanews) – Aumentano gli occupati in Italia a dicembre 2023 raggiungendo quota 23 milioni 754mila. Su base mensile, secondo le stime provvisorie dell’Istat l’occupazione cresce, +0,1% pari a +14mila unità, tra gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi e gli under 34, mentre cala tra donne, dipendenti permanenti e tra chi ha almeno 35 anni. Il tasso di occupazione sale al 61,9% (+0,1 punti).

Il numero di occupati, sempre a dicembre 2023, supera quello di dicembre 2022 del 2%, +456mila unità. L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, a eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa: il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,2 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,4 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva. “A dicembre 2023 – è il commento dell’Istat – prosegue la crescita dell’occupazione, che coinvolge i dipendenti a termine, 2 milioni 986mila, e gli autonomi, 5 milioni 45mila. Il numero degli occupati – pari a 23 milioni 754mila – è in complesso superiore a quello di dicembre 2022 di 456mila unità, come sintesi dell’incremento di 418mila dipendenti permanenti e 42mila autonomi a fronte della diminuzione di 5mila dipendenti a termine”.

Aeroporti italiani, record nel 2023: sfiorati 200 milioni di passeggeri

Aeroporti italiani, record nel 2023: sfiorati 200 milioni di passeggeriRoma, 31 gen. (askanews) – Record storico per gli aeroporti italiani che nel 2023 toccano per la prima volta quota 197,2 milioni di passeggeri, superando del 2,1% il 2019, anno del precedente primato, ancora non influenzato dalla crisi pandemica. Secondo i dati elaborati da Assaeroporti, tra i primi 10 aeroporti italiani per numero di passeggeri nel 2023, si posizionano gli scali di: Roma Fiumicino con 40,5 milioni, Milano Malpensa con 26,1 milioni, Bergamo con 16 milioni, Napoli con 12,4 milioni, Venezia con 11,3 milioni, Catania con 10,7 milioni, Bologna con 10 milioni, Milano Linate con 9,4 milioni, Palermo con 8,1 e Bari con 6,5 milioni.

Se la fase di ripresa post-Covid aveva visto il ruolo centrale del mercato domestico, il 2023 segna il pieno recupero del segmento internazionale, la parte più qualificante del traffico aereo, che raggiunge i 128 milioni di passeggeri, lo 0,1% in più sul 2019. Un leggero gap rispetto ai livelli pre-Covid si riscontra invece per i movimenti aerei, che nel 2023 sono stati inferiori del 2,6% sul 2019, attestandosi a 1.601.059 unità. Più passeggeri e meno aerei che, quindi, viaggiano con un load factor maggiore, comportando benefici anche in termini ambientali. Con il superamento dei volumi del 2019, nel 2023 il settore si lascia pertanto alle spalle gli anni duri della pandemia, nel corso dei quali il sistema aeroportuale ha perso almeno 280 milioni di passeggeri.

Iliad: Vodafone non accetta proposta di fusione delle attività italiane

Iliad: Vodafone non accetta proposta di fusione delle attività italianeMilano, 31 gen. (askanews) – Il gruppo Vodafone non accetta la proposta di Iliad di fusione delle attività italiane. Iliad Italia proseguirà quindi la sua strategia autonoma.

A seguito dell’offerta dello scorso 18 dicembre, si legge in una nota della società francese, Iliad ha presentato a Vodafone un’ulteriore proposta rivista per la fusione di Iliad Italia e Vodafone Italia in una nuova entità al fine di creare il più innovativo challenger di telecomunicazioni in Italia. Vodafone non ha accettato l’offerta. I termini chiave della proposta rivista erano i seguenti, spiega Iliad: fusione 50/50 attraverso la creazione di NewCo; Vodafone otterrà 6,6 miliardi di euro di proventi in contanti e 2 miliardi di prestito agli azionisti (enterprise value di 10,45 mld); Iliad otterrà 0,4 miliardi di proventi in contanti e 2 miliardi di finanziamento da parte degli azionisti (enterprise value di 4,25 mld); nessuna opzione call a vantaggio di iliad. Iliad, sottolinea la nota, “è convinto che l’offerta presentata sia la migliore combinazione di business possibile a beneficio di un mercato e di un settore delle telecomunicazioni italiano in difficoltà”.

Iliad Italia “proseguirà quindi la sua strategia autonoma, basandosi sul suo ottimo track record: oltre 10,5 milioni di abbonati alla telefonia mobile dal suo lancio nel maggio 2018; leader di mercato nei net adds a banda larga tra i 5 principali operatori; oltre 1 miliardi di ricavi nel 2023 con un OFCF in pareggio”. Il Gruppo iliad, conclude, “continuerà a rafforzare le sue posizioni in Italia e a perseguire con determinazione la conquista di quote di mercato in tutti i segmenti”.

Sanremo, Amadeus a Sinner: anche se non vieni faremo sempre il tifo

Sanremo, Amadeus a Sinner: anche se non vieni faremo sempre il tifoMilano, 30 gen. (askanews) – “Se deciderai di non venire a Sanremo io lo capirò. E’ importante che tu ti dedichi al tennis. Naturalmente noi di Sanremo saremo dispiaciuti ma non cambia nulla: faremo sempre un gran tifo per te perché sei un vero orgoglio italiano Caro Jannik, solo una richiesta: guarda Sanremo e fai il tifo per noi”: così Amadeus in un video su Instagram si è rivolto al campione azzurro Jannik Sinner dopo l’invito all’ariston che ha creato molto rumore e critiche da più parti, non da ultimo dal presidente della Federtennis Angelo Binaghi che ha detto che sarebbe deluso se Jannik andasse a Sanremo.

“Caro Jannik – ha aggiunto Amadeus – quando ti ho invitato a Sanremo l’ho fatto con il cuore pensando di interpretare il desiderio di milioni e milioni di italiani. Certamente non immaginavo tutto questo rumore intorno al mio invito. Sanremo deve includere, non dividere. Ci sono coloro che ti vogliono a Sanremo che qualcuno che ti sconsiglia di venire. La cosa importante – ha sottolineato il conduttore del festival – e la tua serenità. Non ti volevo mettere in imbarazzo”.

Tennis, Binaghi: “Sinner a Sanremo? Sarebbe una delusione”

Tennis, Binaghi: “Sinner a Sanremo? Sarebbe una delusione”Roma, 30 gen. (askanews) – “Se Jannik Sinner andasse a Sanremo sarebbe una delusione, ne sarei meravigliato. Tutti ci andrebbero, ma lui è diverso; e parlo contro i miei interessi perché Sinner a Sanremo sarebbe una grande promozione per noi”.

Lo ha detto il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi a margine della presentazione del Report Sport 2023 al Foro Italico. “Anche la Meloni gli ha detto che dovrebbe andare – aggiunge – ma va protetto da tutti: dai dirigenti perché non va strumentalizzato, dai giornalisti e anche da Sanremo. Se tutti insieme vogliamo scrivere una storia diversa, dobbiamo proteggerlo”. Il conduttore e direttore artistico della kermesse, Amadeus, lo ha pubblicamente invitato con un messaggio sui social. Il Festival è in programma dal 6 al 10 febbraio, settimana in cui Sinner non sarà in campo dopo essersi cancellato dall’ATP 250 di Marsiglia.

Schlein invoca unità Pd-M5s,Conte obbietta:vedo ostacoli,Pd bellicista

Schlein invoca unità Pd-M5s,Conte obbietta:vedo ostacoli,Pd bellicistaRoma, 30 gen. (askanews) – Il copione è ormai noto, Elly Schlein che fa appello all’unità delle opposizioni e Giuseppe Conte che svicola, punzecchiando il Pd che secondo lui è “bellicista”. Tra Pd e M5s il rapporto resta difficile, il botta e risposta di ieri sul sit-in organizzato dai democratici non è ancora alle spalle, anche se alla presentazione del libro di Roberto Speranza Elly la segretaria dem e il leader 5 stelle siedono uno accanto all’altra. Davanti ai fotografi va in scena l’abbraccio di rito, Pier Luigi Bersani seduto in prima fila si augura che la ‘photo opportunity’ di oggi sia il preludio di un riavvicinamento, ma quando i due intervengono le distanze appaiono immutate.

Parlando delle regionali la Schlein dice che l’accordo con M5s “the sooner, the better”, prima è, meglio è. In generale, aggiunge, bisogna “lavorare per costruire un’alternativa. Noi questa responsabilità ce l’abbiamo. Nonostante le divisioni del governo meloni, una coalizione loro ce l’hanno. Confidano sul fatto che anche dove si spaccano poi riescono a ricompattarsi”. Lo stesso dovrebbe fare l’opposizione, insiste, “se vogliamo dare il messaggio che un’alternativa c’è dobbiamo costruire pazientemente con metodo – su questo sono d’accordo (con Conte, ndr) delle convergenze sui temi”. La leader Pd risponde così alla freddezza di Conte. Il leader M5s poco prima aveva ribadito: “L’alternativa va costruita in modo serio, passo dopo passo”. E, a proposito della maggioranza di governo, secondo l’ex premier bisogna evitare di dar vita a un “cartello elettorale, come invece farà il centrodestra che litiga su tutto. Se non abbiamo una visione comune in politica estera è meglio che ci provochiamo adesso, va benissimo così. Dico provocare ma vorrei discutere, dobbiamo discutere. Se sulla transizione ecologica dobbiamo affinare alcuni punti fermi è meglio farlo adesso, ne abbiamo tutto il tempo”. Insomma, ci sono “non pregiudizi, ma ostacoli da rimuovere”.

Insomma, Schlein cita il salario minimo, le battaglie sulla sanità, i possibili temi su cui tutti – “anche forze come Avs, Più Europa e Azione” – possono ritrovarsi. Conte replica accusando appunto il Pd di “bellcismo” e ricordando le differenze. Esattamente l’approccio opposto a quello della Schlein, che certo al Pd non apprezzano. Ma, è il mantra ripetuto al Nazareno, “noi non replichiamo, noi citiamo i punti che ci uniscono”. La rissa non la vuole la segretaria Schlein e continuerà così, nonostante le stilettate di Conte. Certo, la leader Pd e i suoi sono consapevoli che questo atteggiamento dei 5 stelle rischia di allontanare gli elettori, senza contare che – sondaggi alla mano – le opposizioni unite sarebbero in grado di giocarsela con il centrodestra. Ma la consegna per tutti è di evitare le polemiche con chi dovrebbe essere alleato. Se poi Conte vuole impostarla così e assumersi la responsabilità di dividere le opposizioni sarà una sua scelta.

Ilaria Salis, Meloni chiama Orban al telefono per portare alla sua attenzione il caso

Ilaria Salis, Meloni chiama Orban al telefono per portare alla sua attenzione il casoRoma, 30 gen. (askanews) – Colloquio telefonico oggi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Victor Orban, in vista del Consiglio straordinario Ue di giovedì 1° febbraio. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, Meloni ha anche portato all’attenzione di Orban, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, il caso della nostra connazionale Ilaria Salis, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.

Salis, colloquio Meloni-Orban

Salis, colloquio Meloni-OrbanRoma, 30 gen. (askanews) – Colloquio telefonico oggi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Victor Orban, in vista del Consiglio straordinario Ue di giovedì 1° febbraio. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, Meloni ha anche portato all’attenzione di Orban, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, il caso della nostra connazionale Ilaria Salis, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.

Niente intesa su premierato,barricate Lega per anti ribaltone

Niente intesa su premierato,barricate Lega per anti ribaltoneRoma, 30 gen. (askanews) – Alla fine tutti si affannano a sminuire, a dire che nella sostanza l’accordo politico c’è e che al massimo si tratta di sistemare qualche virgola qui o modificare qualche parolina lì, perché quando si tocca la Costituzione “va misurato tutto”. “Non è questione che si liquida in mezz’ora”, spiega la ministra delle Riforme, Elisabetta Casellati. Il dato di fatto, però, è che il primo round della riunione di maggioranza convocata per discutere degli emendamenti condivisi da presentare al premierato si è concluso con un nulla di fatto. Si riprende domani alle 13 e chissà se il nuovo summit sarà risolutivo in vista del 5 febbraio, termine fissato per la presentazione delle proposte di modifica in commissione al Senato. Anche perché, a dispetto delle dichiarazioni di circostanza, il nodo politico c’è eccome: la Lega si è infatti presentata agguerrita e pronta a difendere la norma anti ribaltone.

La base di partenza della discussione sono stati i sette emendamenti predisposti dal presidente della commissione, e relatore del provvedimento, il super meloniano Alberto Balboni. Ai partecipanti (oltre ai ministri Casellati e Ciriani, i capiguppo e i componenti di maggioranza della commissione stessa) è stato dunque distribuito un foglio con una griglia: in una colonna il testo originale, nell’altra il testo preparato da Balboni, dunque le proposte emendative studiate dal ministro delle Riforme. Sin da subito, raccontano da Fratelli d’Italia, il presidente dei senatori del Carroccio, Massimiliano Romeo, si è mostrato meno accomodante rispetto al vertice precedente. Ma è stato quando si è arrivati a discutere del cosiddetto secondo premier (norma scritta da Roberto Calderoli) che il suo tono si è decisamente accalorato.

La proposta su cui si sta ragionando è infatti quella di un ‘simul stabunt-simul cadent’ temperato, in base al quale in caso di sfiducia del Parlamento si torna a votare. A giudizio di Romeo c’è il rischio di ritrovarsi un “potere di ricatto non scritto”. “E se un premier impazzisce? Non ragioniamo sulla nostra premier di adesso – avrebbe argomentato il capogruppo leghista – ragioniamo sul Di Maio di turno”. Argomentazioni di fronte alle quali, viene riferito, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha invitato a ribaltare la prospettiva, ossia a riflettere invece sul rischio di ritrovarsi nel paradosso di un Parlamento che resta lì anche dopo aver sfiduciato il premier grazie al quale è stato eletto. Anche Balboni ha replicato ricordando che si sta parlando di una elezione diretta del premier: “Lasciamogli almeno questo potere. Con la norma nella versione attuale ha pure meno poteri di adesso”. Casellati avrebbe invece spiegato che non si mina il parlamentarsimo dal momento che le Camere possono sempre decidere di far passare, o non passare, un provvedimento. Al di là della difesa nel merito della norma anti ribaltone, in Fratelli d’Italia sono convinti che la posizione della Lega sia un modo per tirare la corda in vista del passaggio parlamentare dell’Autonomia alla Camera.

Il Carroccio punta al via libera definitivo prima delle Europee mentre il partito della premier non sembra avere fretta. C’è poi anche la questione del terzo mandato per i governatori, che Salvini vorrebbe per assicurarsi ancora Luca Zaia alla guida del Veneto. Tra le proposte di modifica del premierato c’è infatti anche il limite dei due mandati per il presidente del Consiglio, cosa che metterebbe una pietra tombale sull’aspirazione leghista. Sul tavolo è stata messa anche l’opzione avanzata dal ministro Casellati, ovvero di prevedere tre mandati se i due precedenti non sono durati più di sette anni e sei mesi.