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Mattarella: la formazione non è fatto individuale ma bene comune

Mattarella: la formazione non è fatto individuale ma bene comuneRoma, 18 gen. (askanews) – L’investimento nella formazione “è un investimento per il futuro del nostro Paese. La formazione non è mai un fatto individuale: è una res publica, è questione della comunità, è davvero un bene comune”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo in Quirinale all’incontro con i vincitori dell’ottavo corso-concorso della Scuola nazionale dell’amministrazione.

“Ed è questa, in effetti, la ragione più profonda per la quale merita apprezzamento l’esistenza di una Scuola Nazionale dell’Amministrazione di livello elevato, che cura la formazione pubblica, quella iniziale e quella continua. In questa direzione si inseriscono anche le iniziative che la Scuola sta promuovendo e che poc’anzi la Presidente ha delineato. La formazione, di cui poc’anzi il ministro ha richiamato l’importanza, evoca un processo: quello del “far prendere forma” – ha sottolineato il Capo dello Stato -. Si tratta di un processo che non si conclude nella fase iniziale ma che richiede di esser curato e ripreso lungo tutta la carriera professionale. Ne fa parte l’esperienza sempre più profonda che viene acquisita con gli anni”.

Trent’anni fa finì la Dc, al centro cresce voglia Balena bianca

Trent’anni fa finì la Dc, al centro cresce voglia Balena biancaRoma, 18 gen. (askanews) – La guerra sul simbolo che di tanto in tanto si riattizza, la lotta per il nome, la disputa sull’eredità politica, il fiorire, in trent’anni, di numerosi esperimenti di rassemblement – tutti finiti male – ispirati alla “Balena bianca”: la storia della Democrazia cristiana, sciolta il 18 gennaio 1994, è la storia dell’Italia. Tanto da continuare ad esserlo perfino dopo che la Dc ha smesso ufficialmente di esistere.

Non è, infatti, questione di “cespugli”, frammenti del vecchio partito, spesso in cerca d’autore, per i quali, nella seconda Repubblica, l’allora potente Francesco Storace aveva auspicato “il diserbante”, ma di una vocazione mai doma a rappresentare il centro moderato e riformatore. Vocazione di cui molti si sono fatti interpreti fino all’autodistruzione. Ultimo caso, ben noto alle cronache, il fallimento del Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Eppure, un po paradossalmente, nel trentesimo anniversario dello scioglimento della Dc, confluita nel Partito Popolare ad opera del suo ultimo segretario Mino Martinazzoli, torna quanto mai attuale il motto di un vero comunista, Mao Tse-tung: “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”. Propizia, insomma. Anche se la modernità sembra declinarsi sempre più ferocemente in un rigido manicheismo in politica e nella società (“I social – scriveva giorni fa lo scrittore Jonathan Bazzi – sono l’arte della guerra. Tu sei il male, io il bene. E più questo meccanismo si inasprisce, più aumentano i like”) la voglia di “Balena bianca”, ovvero di un corpo enorme capace di tenere tutto dentro, cresce. Sarà per questo che proprio oggi Gianfranco Rotondi, eletto con Fratelli d’Italia, ha annunciato la rinascita della Dc: si chiamerà “Democrazia cristiana con Rotondi”, il tesseramento è aperto, non avrà nel simbolo lo scudocrociato – già appannaggio dell’Udc -, ma una balena bianca, omaggio all’ultimo segretario Arnaldo Forlani, recentemente scomparso, che fece propria, nel discorso dopo la sua elezione, l’espressione coniata dal giornalista Giampaolo Pansa.

Primo banco di prova le elezioni regionali in Sardegna, mentre per le Europee ci si dovrà confrontare con Giorgia Meloni. Perché, ha sottolineato Rotondi, nonostante i tentativi di “riscrivere la storiografia di una Dc tutta a sinistra la maggioranza dei suoi dirigenti erano moderati, anticomunisti”. Con Meloni, dunque, “la cui idea di destra popolare è il prodotto più vicino alla Dc”, ha chiosato. Ma non basta. Beppe Fioroni, uscito mesi fa dal Pd schleineriano ha chiesto, in un’intervista di pochi giorni fa ad Avvenire, di tornare ad abitare il centro visto che il Pd va a sinistra e proprio su questa linea sabato prossimo si ritrovano a Roma varie associazioni, sotto la regia di Piattaforma popolare coordinata dall’ex senatore Ivo Tarolli. Obiettivo immediato: mettere in campo alle prossime elezioni Europee una lista unica che raccolga “tradizioni popolari, civiche, riformatrici e liberaldemocratiche, cristianamente ispirate”. Obiettivo finale: dare vita “a un partito nuovo di ispirazione cristiana, laico, aperto a credenti e non” superando il bipolarismo italiano.

L’ennesimo sogno? “No, guardi che questa nostra di sabato è la cosa più strutturata e organica che mai sia stata messa in campo – spiega Tarolli -, non è un semplice ritrovarsi: abbiamo fatto un centro studi con decine di docenti di dieci università italiane, abbiamo fatto il tavolo paritario, discusso sul territorio con decine di incontri. Arriviamo al rassemblement con un pensiero unico e condiviso”. E con una prospettiva a due cifre: messa insieme la galassia del mondo cattolico arriva “alla ragionevole ipotesi del 10-12%. Significa: 60-80 parlamentari, c’è spazio per tutti – osserva Tarolli – a condizione che si accetti un processo politico nuovo” di cui sabato si dovrebbe sottoscrivere l’atto di indirizzo alla presenza di vari rappresentanti di quest’area tra cui Raffaele Bonanni, Elena Bonetti, Ettore Rosato, Mariastella Gelmini, tutta gente che “se nel rassemblement ci fosse la Bonino non ci sarebbero più loro”. Tanto per capire i confini della cosa. A cui guardano, comunque, anche socialisti da una vita come l’ex ministro Claudio Signorile. “Per quasi 50 anni democristiani e socialisti hanno governato insieme non malissimo direi, quindi – afferma -, senza proporsi cose assurde, senza pensare di fare governi, ci sono le condizioni per fare politica insieme, non credo nello spazio politico del centro ma credo ai progetti. Lo spazio oggi è quello dei riformatori, non dei riformisti. Il leader? I leader non si fanno prima, si fanno durante i processi politici. Se un leader c’è prima, di solito fa una brutta fine”.

Renzi e Calenda sono interlocutori naturali per questa creatura anche se “hanno sbagliato non perchè il Terzo Polo non abbia spazio ma perchè hanno pensato a un partito del leader e non hanno fatto altro che azzuffarsi, mentre si deve partire da un’identità di comunità”. Insomma, tira le fila Tarolli, “nel centro ci stanno potenzialmente Renzi, Calenda, Forza Italia, il punto di arrivo è il popolarismo internazionale”. Rotondi? “Chiarisca a se stesso – conclude – se intende fare il gregario o portare la cultura cristiano popolare ad essere uno degli attori della scena internazionale”. Quindi, osserva Giuseppe Matulli, ex deputato e studioso del pensiero di Aldo Moro: “Le europee potrebbero essere un banco di prova se si avesse il coraggio di sperimentare finalmente partiti transnazionali, dopo aver espresso valori ed obiettivi”.

Padel, a Goteborg in Svezia si apre stagione Fip Promises

Padel, a Goteborg in Svezia si apre stagione Fip PromisesRoma, 18 gen. (askanews) – Il padel guarda al futuro anche nella stagione 2024. A Goteborg in Svezia si apre il circuito Fip Promises, che la Federazione Internazionale Padel dedica alle nuove generazioni. Si parte dal Paese scandinavo, che esprime un movimento in grande espansione, come ha dimostrato il secondo posto della squadra maschile agli ultimi Fip Juniors World Padel Championships disputati a novembre ad Asuncion, in Paraguay, alle spalle della Spagna.

Quattro – ricorda una nota – i tabelloni in programma, tutti con la formula del Round Robin: Under 14, Under 16 e Under 18 maschile, Under 14 femminile. Arriveranno al Bon Padel atleti anche dalla Norvegia e dalla Danimarca, ma anche una coppia spagnola, quella formata da Carlos Garcia-Alix Alarcon e Iker Rodriguez Soto. “Con il primo Promises dell’anno in programma in Svezia torna la straordinaria ‘culla del talento’ della Fip, il Promises FIP Tour 2024, il circuito nel quale i migliori giovani di tutto il mondo si impegnano con l’obiettivo di diventare i campioni di domani – ha commentato il presidente della Fip, Luigi Carraro – E in tal senso voglio ricordare il Fip Juniors World Padel Championships di Asuncion in Paraguay dello scorso novembre, durante il quale i migliori ragazzi e ragazze del pianeta hanno scritto spettacolari pagine di padel, confermando la bontà del modello organizzativo delle competizioni giovanili FIP. Un modello che durante l’anno si riflette nei tornei Promises, con i quali i nostri giovani hanno occasione di socializzare, divertirsi, fare esperienza ed esprimere quel talento che è garanzia per il futuro. Per i ragazzi e le ragazze che vanno in campo a Goteborg e per coloro che lo faranno nei prossimi mesi il mio augurio è di non smettere mai di sognare. E di farlo, possibilmente, con la racchetta in mano”.

Intelligenza artificiale, Meloni riceve Bill Gates a Palazzo Chigi: il cambiamento va governato, non subito

Intelligenza artificiale, Meloni riceve Bill Gates a Palazzo Chigi: il cambiamento va governato, non subitoRoma, 18 gen. (askanews) – Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi Bill Gates. Alla riunione, che rientra nell’ambito di una serie di incontri sul tema dell’intelligenza artificiale, ha preso parte anche Padre Paolo Benanti, presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale per l’Informazione.

Nel corso dell’incontro – fa sapere una nota di Palazzo Chigi – si è discusso delle opportunità e dei rischi dell’IA e sulla necessità di governare i cambiamenti futuri, evitando così di subirli. Il colloquio – conclude la nota – ha permesso anche di ribadire la centralità dell’Africa per la Presidenza italiana G7, alla vigilia del Vertice Italia-Africa previsto il 28-29 gennaio.

Ok ad election day sarà in prossimo Cdm,terzo mandato invece no

Ok ad election day sarà in prossimo Cdm,terzo mandato invece noRoma, 18 gen. (askanews) – La norma sull’election day, ovvero l’accorpamento delle elezioni europee con le regionali nelle giornate di sabato e domenica 8 e 9 giugno 2024, che il Consiglio dei ministri di martedì scorso avrebbe dovuto approvare, sarà riproposta così com’è nel prossimo Consiglio dei ministri, anche se la data della nuova riunione non è ancora stata fissata. E’ quanto si apprende da fonti di governo.

Difficile, invece, che all’esame del prossimo Cdm arrivi la norma che elimina il limite dei due mandati per i sindaci dei Comuni tra 5mila e 15mila abitanti, spiegano le stesse fonti.

Pink Floyd Legend Week, al Teatro Olimpico 5 date

Pink Floyd Legend Week, al Teatro Olimpico 5 dateRoma, 18 gen. (askanews) – Dopo un lungo tour in giro per l’Italia intera, terminato il 30 settembre scorso con un tutto esaurito al Teatro Arcimboldi di Milano, i Pink Floyd Legend inaugurano il tour 2024 partendo da Roma al Teatro Olimpico dove saranno dal 23 al 27 gennaio 2024 con 5 imperdibili concerti in 5 giorni per riscoprire e rivivere l’infinita bellezza dei Pink Floyd, una delle band più importanti della storia della musica di tutti i tempi.

I cinque eventi, dal titolo Pink Floyd Legend Week, sono prodotti da Gilda Petronelli di Menti Associate, il management che cura ogni produzione della band romana, e organizzati in collaborazione con il Teatro Olimpico, uno dei luoghi storici della musica, del balletto e del teatro a Roma. I Legend, riconosciuti da critica e pubblico come i migliori interpreti dei capolavori pinkfloydiani, saranno protagonisti di un evento unico: riproporre dal vivo, in cinque serate consecutive, cinque (ma non solo) tra i più indimenticabili dischi del quartetto britannico.

Dopo il concerto di apertura del 23 gennaio, in cui, oltre a The Dark side of the Moon, verranno eseguiti i più grandi successi dei Pink Floyd, si proseguirà il 24 con la riproposizione di Pulse, il terzo album dal vivo della band inglese contenente anche tutto Dark Side. Il 25 gennaio sarà la volta di In the Flesh Tour ’77 che comprendeva l’intera esecuzione dell’album Animals oltre ai brani di Wish You Were Here. La serata del 26 gennaio dedicata a The Final Cut, l’album mai eseguito dal vivo dai Pink Floyd, riveste un’importanza particolare per i Legend. Innanzitutto per la presenza sul palco della special guest Harry Waters, figlio di Roger e nipote di Eric Fletcher Waters, (al quale Roger ha dedicato il disco), sia perché l’esecuzione avviene in occasione delle celebrazioni degli 80 anni dello Sbarco di Anzio dove Eric Fletcher perse la vita.

I Legend oltre ad Harry Waters alle tastiere, saranno accompagnati dalla Legend Orchestra (con gli Ottonidautore e il Quartetto Sharareh) diretta da Giovanni Cernicchiaro che ritroveremo anche il 27 gennaio insieme al Legend Choir (composto da Coro Arkè, Coro Sant’Agnese Fuori le Mura e Coro Monteverdi) per l’esecuzione di Atom Heart Mother, il concerto-evento che a ogni replica, in ogni teatro d’Italia, continua a riscuotere tutti sold out. La cinque giorni sarà arricchita da una mostra, un allestimento tematico dedicato ai cinque concerti romani dei Pink Floyd Legend, a cura del collettivo The Lunatics, biografi e collezionisti della band, con rarità discografiche, poster, locandine, foto e memorabilia originali, alcuni dei quali mai esposti prima.

I Pink Floyd Legend sono Fabio Castaldi (voce e basso), Alessandro Errichetti (voce e chitarre), Simone Temporali (voce e tastiere), Paolo Angioi (chitarre, basso e cori) ed Emanuele Esposito (batteria). Completano la formazione Giorgia Zaccagni, Nicoletta Nardi e Claudia Marss ai cori, Maurizio Leoni al sassofono solista e Camillo Alberini, seconda batteria su Pulse. I Legend, negli ultimi quattro anni, con i loro spettacoli dedicati all’universo pinkfloydiano possono vantare in Italia oltre 100.000 spettatori. Ogni tour – la cui produzione porta la firma di Gilda Petronelli di Menti Associate – è un evento: da quello di Atom Heart Mother con coro e orchestra a The Dark Side of the Moon – 50th Anniversary Tour, da Live at Pompeii con gli strumenti vintage originali dell’epoca al tour per i 40 anni di Animals con la riproduzione della Battersea Power Station, realizzata con mapping 3d  e proiettata su uno schermo di oltre 15 metri di larghezza per oltre 6 metri di altezza, con tanto di “vapori reali” che fuoriuscivano dalle 4 ciminiere bianche per tutta la durata del concerto, fino a SHINE Pink Floyd Moon, l’opera rock di Micha van Hoecke che li vede sul palco insieme a Raffaele Paganini e ai danzatori della Compagnia Daniele Cipriani. La Pink Floyd Legend Week vede la collaborazione di Arthemisia – società leader nella produzione, organizzazione e realizzazione di mostre d’arte a livello nazionale e internazionale – in questi giorni a Roma con la grande mostra dedicata a Escher, autore dell’opera presente nella copertina di “On The Run”, antologia live dei Pink Floyd uscita nel 1969, ed esposta nelle sale di Palazzo Bonaparte. I possessori del biglietto della mostra usufruiranno di una scontistica riservata per l’acquisto del biglietto per i concerti e viceversa. La mostra sarà visitabile fino al 1° aprile a Palazzo Bonaparte di Roma.

Conte davanti al Giurì d’onore: il mio governo riferì 30-40 volte al Parlamento. Meloni sul Mes ha mentito

Conte davanti al Giurì d’onore: il mio governo riferì 30-40 volte al Parlamento. Meloni sul Mes ha mentitoRoma, 18 gen. (askanews) – “Voglio giustizia”. Dopo un’ora e mezza di audizione a Montecitorio davanti al Giurì d’onore della Camera il leader M5s Giuseppe Conte spiega ai giornalisti di avere “piena fiducia nelle valutazioni che faranno i colleghi deputati della commissione speciale” ma avverte: “Non si può creare un precedente, non può essere consentito a nessuno di venire in Parlamento a ribaltare la realtà dei fatti, a nessun membro del Parlamento perché parliamo della deputata Meloni, non solo della presidente del Consiglio”.

I fatti sono quelli che Meloni, lo scorso 13 dicembre, replicando al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del consiglio europeo, davanti all’aula del Senato, aveva riferito così: “La ratifica del Mes l’ha fatta il governo Conte senza mandato parlamentare e un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti”. Affermazioni fatte dalla premier sventolando come prova un fax inviato nel 2021 da Luigi Di Maio, allora ministro degli Esteri, all’allora rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea, l’ambasciatore Maurizio Massari, in cui Di Maio lo autorizzava a ratificare l’accordo che modificava il Mes. Per Conte “dichiarazioni false e menzognere che offendono l’onore e la reputazione non solo miei personali ma anche del governo rispetto a tutta l’attività di confronto trasparente e puntuale fatto col Parlamento e quindi con tutti i cittadini”. E infatti davanti al Giurì d’Onore, nominato dal presidente della Camera Lorenzo Fontana proprio su richiesta di Conte per valutare se le accuse di Meloni ledano la sua onorabilità, l’ex premier si è presentato oggi alle 13,30 con una montagna di documenti, circa un centinaio di pagine che sono state oggetto della sua audizione.

Una memoria, si apprende, preparata dallo stesso Conte e illustrata alla Commissione speciale per ripercorrere tutti i passaggi parlamentari della riforma del Mes e del rafforzamento dell’unione bancaria e monetaria: sono stati ben 14 tra Camera e Senato i passaggi fatti dall’allora presidente del Consiglio in persona. Numeri che lievitano sensibilmente – arrivando ad essere anche 30/40 – se si considerano i passaggi fatti tra Commissioni e Aula dai ministri competenti, ovvero i ministri dell’Economia Giovanni Tria e Roberto Gualtieri, nella scorsa legioslatura ai tempi del governo I e II quando, viene fatto notare, Giorgia Meloni era deputata di Fdi e sedeva nei banchi dell’opposizione. Domani il Giurì d’onore presieduto da Giorgio Mulè, vicepresidente Fi della Camera e deputato, ascolterà la presidente del Consiglio, leader di Fdi. L’audizione è fissata per le 12. Sarà la prima voltà che Meloni torna sull’argomento dopo un mese. La descrivono pronta e preparata a rispondere a tutte le domande dei componenti della Commissione: che sono, oltre a Mulè, il deputato della Lega Fabrizio Cecchetti, di Noi Moderati Alessandro Colucci, del Pd Stefano Vaccari e di Avs Filiberto Zaratti. Il presidente Mulè dovrà riferire entro il 9 febbraio all’Assemblea sugli esiti della sua attività. Della relazione del Giurì l’Assemblea si limiterà a prendere atto, senza dibattito né votazione.

Si tratta del secondo Giurì d’onore costituito da Fontana in questa legislatura: il primo fu chiesto da Pd lo scorso anno dopo le affermazioni di Giovanni Donzelli (Fdi) che aveva raccontato in aula che Cospito, detenuto al 41bis, aveva incontrato i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando “che andavano a incoraggiarlo nella battaglia”. In quell’occasione, la commissione presieduta dal M5s Sergio Costa stabilì che Donzelli non aveva leso l’onorabilità dei dem.

IA, Meloni-Bill Gates: il cambiamento va governato e non subito

IA, Meloni-Bill Gates: il cambiamento va governato e non subitoRoma, 18 gen. (askanews) – Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi Bill Gates. Alla riunione, che rientra nell’ambito di una serie di incontri sul tema dell’intelligenza artificiale, ha preso parte anche Padre Paolo Benanti, Presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale per l’Informazione.

Nel corso dell’incontro – fa sapere una nota di Palazzo Chigi – si è discusso delle opportunità e dei rischi dell’IA e sulla necessità di governare i cambiamenti futuri, evitando così di subirli. Il colloquio – conclude la nota – ha permesso anche di ribadire la centralità dell’Africa per la Presidenza italiana G7, alla vigilia del Vertice Italia-Africa previsto il 28-29 gennaio.

Saluto romano, Cassazione: si applica la legge Scelba. Reato se c’è pericolo di riorganizzazione del partito fascista

Saluto romano, Cassazione: si applica la legge Scelba. Reato se c’è pericolo di riorganizzazione del partito fascistaRoma, 18 gen. (askanews) – Per il saluto romano bisogna applicare la legge Scelba, la cosiddetta legge Scelba, la legge del 20 giugno 1952, n. 645 contenente norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, la quale vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Ed è un reato se integra gli estremi dell’articolo 5 della legge Scelba, che punisce le manifestazioni fasciste, ovvero se si configura il pericolo della riorganizzazione del partito fascista. In determinati casi, però può integrare anche il reato punito dall’articolo 2 della legge Mancino, la legge contro i crimini d’odio e l’incitamento all’odio. In sintesi è la decisione che ha preso oggi la Corte di Cassazione, chiamata a decidere sulla condanna in via definitiva di otto persone che avevano risposto alla chiamata del “presente” con il saluto romano durante una commemorazione a Milano del 2016 per Sergio Ramelli, il militante del fronte della gioventù ucciso da esponenti di Avanguardia operaia nel 76. Dal punto di vista formale la Corte ha quindi disposto un nuovo processo di appello per ri-formulare l’esatta contestazione del reato, dal punto di vista del principio ha inquadrato così i termini di punibilità del “saluto romano”.

Nel documento di informazioni provvisoria che è stato diffuso la Suprema Corte si legge infatti che nell’odierna udienza pubblica, “le Sezioni Unite della Corte suprema di cassazione hanno deciso che la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione consistente nella risposta alla ‘chiamata del presente’ e nel c.d. ‘saluto romano’, rituali entrambi evocativi della gestualità propria del disciolto partito fascista, integra il delitto previsto dall’art. 5 della legge 20 giugno 1952, n. 645, ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea ad integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione”. Hanno inoltre affermato che “a determinate condizioni può configurarsi anche il delitto previsto dall’art. 2 del decreto-legge 26 aprile 1983, convertito, con modificazioni, nella legge 25 giugno 1993, n. 205 che vieta il compimento di manifestazioni esteriori proprie o usuali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Hanno poi stabilito che tra i due delitti non sussiste rapporto di specialità e che essi possono concorrere sia materialmente che formalmente in presenza dei presupposti di legge”.

Su queste basi le Sezioni unite della Cassazione hanno annullato la condanna nei confronti di 8 persone che avevano fatto il saluto romano durante un corteo di estrema destra a Milano. Gli ermellini hanno in particolare disposto un nuovo processo di appello. La decisione impugnata aveva ritenuto che i fatti contestati integrassero la fattispecie di reato prevista dall’articolo 2 della cd “legge Mancino”. Le Sezioni Unite penali hanno riqualificato il fatto come violazione dell’art. 5 della “legge Scelba” e hanno annullato con rinvio la sentenza impugnata perché la Corte di appello verifichi se dai fatti accertati sia conseguita la sussistenza del concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista. “La decisione della Cassazione sancisce che il saluto romano non è reato a meno che ci sia il pericolo concreto di ricostituzione del partito fascista così come previsto dall’articolo 5 della legge Scelba oppure ci siano programmi concreti e attuali di discriminazione razziale o violenza razziale così come previsto dalla legge Mancino”. Lo ha detto l’avvocato Domenico Di Tullio, che assiste due degli 8 imputati per i quali la Cassazione ha annullato la condanna e disposto un processo di appello bis per il saluto romano durante una commemorazione a Milano.

“Se mancano sia il tentativo di ricostituzione o programmi di discriminazione ovviamente non è reato. La cerimonia del Presente quindi si può fare solo quando commemorativo come nel caso specifico – aggiunge – Nel caso di Acca Larentia e nelle migliaia di commemorazione fatte in Italia negli ultimi 70 anno, il saluto romano non è reato. Toccherà alla magistratura dimostrare in concreto, senza fare chiacchiere. Perché in Italia non si puniscono le opinioni”.

Banche, Fsb: “Notevole successo dell’Italia su smaltimento Npl”

Banche, Fsb: “Notevole successo dell’Italia su smaltimento Npl”Roma, 18 gen. (askanews) – Il Financial Stability Board ha pubblicato un rapporto sull’Italia (Peer Review) incentrato sullo smaltimento dei crediti deteriorati (Npl, o Non performing loans) delle banche.

Lo studio rileva che le autorità italiane hanno ottenuto “un successo rilevante sulla riduzione dei Npl dai bilanci delle banche. La stretta cooperazione tra autorità, la comunicazione aperta con il settore privato e una capacità di risposta collettiva – recita un comunicato del Fsb – hanno contribuito in maniera notevole al successo di questa riduzione”. Il rapporto include una serie di raccomandazioni alle autorità, tra cui quella di “preservare il successo raggiunto e continuare a migliorare il sistema per la gestione degli Npl, sviluppando il mercato secondario degli Npl, vigilando attentamente – si legge – e operando ulteriori miglioramenti all’efficienza delle procedure di insolvenza e di riduzione del debito”.

Secondo il Financial Times, tuttavia, il rapporto contiene anche un monito a “resistere” a una proposta di revisione normativa della maggioranza che “introdurrebbe incertezza o minerebbe il mercato secondario dei Npl”. Il riferimento, secondo il quotidiano finanziario, è a una serie articolata di proposte di Fratelli d’Italia che aiuterebbero famiglie e Pmi a riappropriarsi dei crediti deteriorati anche se le banche li hanno ceduti a altri operatori.

Il Ft riporta che la proposta è stata criticata da vari investitori e che molti degli Npl coinvolti sono stati già cartolarizzati e ceduti, sfruttando garanzie pubbliche per attrarre acquirenti. Ma “alcuni degli alleati” della premier Giorgia Meloni “hanno sostenuto che i mercati favoriscono gli speculatori ai danni di piccole imprese e famiglie”.