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Apple supera Samsung e diventa numero uno globale sugli smartphone

Apple supera Samsung e diventa numero uno globale sugli smartphoneRoma, 16 gen. (askanews) – Storico sorpasso di Apple sulla rivale coreana Samsung: lo scorso anno in termini di volumi la casa californiana è diventata il primo produttore mondiale di smartphone, con 234,6 milioni di dispositivi sfornati, l’unico tra i grandi produttori in crescita con un più 3,7%. Lo riporta il Financial Times citando i dati della società di ricerche Idc, secondo cui Samsung si è fermata quota 226,6 milioni di smartphone.

Apple si è aggiudicata in questo modo una quota di mercato pari al 20,1% nel 2023, seguita dal gruppo coreano con il 19,4% e, ben distanziata, da Xiaomi con il 12,5% e Oppo con l’8,8%. Samsung ha detenuto il primato tra i produttori di smartphone per ben 12 anni. Una sorta di rivincita per Apple, che la scorsa settimana si era vista sopravanzare da Microsoft quale società con la maggiore capitalizzazione in Borsa.

Gimbe: cresce la migrazione per curarsi, verso il nord un fiume da 4,25 miliardi

Gimbe: cresce la migrazione per curarsi, verso il nord un fiume da 4,25 miliardiRoma, 16 gen. (askanews) – Nel 2021 cresce la migrazione sanitaria: un fiume da Ç 4,25 miliardi scorre verso le regioni del Nord. A Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto il 93,3% del saldo attivo. Il 76,9% del saldo passivo grava sul Centro-Sud. Delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate in mobilità oltre 1 euro su 2 va nelle casse del privato. L’autonomia differenziata è uno schiaffo al meridione: il Sud sarà sempre più dipendente dalla sanità del Nord. Questi i punti focali dell’ultimo Rapporto pubblicato da Gimbe sulla situazione sanitaria in Italia.

Nel 2021, si legge, la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di Ç 4,25 miliardi, cifra nettamente superiore a quella del 2020 (Ç 3,33 miliardi), con saldi estremamente variabili tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo è la differenza tra mobilità attiva, ovvero l’attrazione di pazienti provenienti da altre Regioni, e quella passiva, cioè la “migrazione” dei pazienti dalla Regione di residenza. Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – Regioni capofila dell’autonomia differenziata – raccolgono il 93,3% del saldo attivo, mentre il 76,9% del saldo passivo si concentra in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo. ½La mobilità sanitaria – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – è un fenomeno dalle enormi implicazioni sanitarie, sociali, etiche ed economiche, che riflette le grandi diseguaglianze nell’offerta di servizi sanitari tra le varie Regioni e, soprattutto, tra il Nord e il Sud del Paese. Un gap diventato ormai una “frattura strutturale” destinata ad essere aggravata dall’autonomia differenziata, che in sanità legittimerà normativamente il divario Nord-Sud, amplificando le inaccettabili diseguaglianze nell’esigibilità del diritto costituzionale alla tutela della salute». Ecco perché, in occasione dell’avvio della discussione in Aula al Senato del DdL Calderoli, continua Cartabellotta, ½la Fondazione GIMBE ribadisce quanto già riferito nell’audizione in 1a Commissione Affari Costituzionali del Senato: la tutela della salute deve essere espunta dalle materie su cui le Regioni possono richiedere maggiori autonomie». Numerose le motivazioni: “Il Servizio Sanitario Nazionale attraversa una gravissima crisi di sostenibilità e il sotto-finanziamento costringe anche le Regioni virtuose del Nord a tagliare i servizi e/o ad aumentare le imposte regionali. In altri termini non ci sono risorse da mettere in campo per colmare le diseguaglianze in sanità. Il DdL Calderoli rimane molto vago sulle modalità di finanziamento, oltre che sugli strumenti per garantire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) secondo quanto previsto dalla Carta Costituzionale. Il gap in sanità tra Regioni del Nord e del Sud è sempre più ampio, come dimostrano i dati sugli adempimenti ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e quelli sulla mobilità sanitaria qui riportati. Le maggiori autonomie già richieste da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto potenzieranno le performance di queste Regioni e, al tempo stesso, indeboliranno ulteriormente quelle del Sud, anche quelle a statuto speciale. Un esempio fra tutti: una maggiore autonomia in termini di contrattazione del personale, rischia di provocare una fuga dei professionisti sanitari verso le Regioni in grado di offrire condizioni economiche più vantaggiose. Le Regioni del Sud non avranno alcun vantaggio: essendo tutte (tranne la Basilicata) in Piano di rientro o addirittura commissariate come Calabria e Molise, non avrebbero nemmeno le condizioni per richiedere maggiori autonomie in sanità. Il Paese, indebitando le future generazioni, ha sottoscritto il PNRR che ha come obiettivo trasversale a tutte le missioni proprio quello di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali”. ½In tal senso – chiosa Cartabellotta – risulta ai limiti del grottesco la posizione dei Presidenti delle Regioni meridionali governate dal Centro-Destra, favorevoli all’autonomia differenziata. Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi di coalizione partitica prevalgano sugli interessi della popolazione».

Mattarella: altro che inerte, generazione ‘Z’ è motivo speranza

Mattarella: altro che inerte, generazione ‘Z’ è motivo speranzaVercelli, 16 gen. (askanews) – Altro che “inerte” o “estraniata dalla realtà”: la generazione ‘Z’, i giovani che frequentano questi anni le università, è “motivo di speranza per il nostro Paese”. E se “disorientamento” talvolta “affiora” tra di loro, questo è responsabilità “degli adulti e del mondo che in questo momento presentano loro”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel breve saluto rivolto ala platea del Teatro Civicodi Vercelli per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università delPiemonte Orientale.

Mattarella ha ripreso quello che gli è parso “un dialogo” tra il rettore Gian Carlo Avanzi e il rappresentante degli studenti: “Entrambi hanno manifestato grande legame con questo ateneo. Il Rettore ha parlato di disorientamento che affiora tra i giovani del nostro tempo, il dottor Iato ci ha detto che la loro generazione Z è vista come inerte, estraniata dalla realtà, rinunciataria. Sinceramente non so da dove possano uscire valutazioni così difformi dalla realtà, così gravemente sbagliate sulla nostra gioventù. Personalmente penso, costantemente trovandone conferma, che questa generazione sia motivo di speranza per il nostro Paese”, ha affermato il capo dello Stato. “Il disorientamento che talvolta affiora nei giovani sono convinto sia responsabilità di noi adulti. Come potrebbero sentirsi a loro agio, trovare parametri di riferimento, coordinate di comportamento nel mondo che oggi gli adulti presentano loro in questo periodo?”, ha sottolineato ancora Mattarella.

Allora per il capo dello Stato “va richiamato il ruolo delle Università, della formazione culturale, il mestiere di rendere i giovani capaci di spirito critico. Questo è il veicolo per fare emozionare gi studenti: difficile trovare espressione più significativa e pregnante, fare emozionare gli studenti, questo è il compito degli atenei”.

Mattarella: altro che inerte, la generazione ‘Z’ è motivo di speranza

Mattarella: altro che inerte, la generazione ‘Z’ è motivo di speranzaVercelli, 16 gen. (askanews) – Altro che “inerte” o “estraniata dalla realtà”: la generazione ‘Z’, i giovani che frequentano questi anni le Università, è “motivo di speranza per il nostro Paese”. E se “disorientamento” talvolta “affiora” tra di loro, questo è responsabilità “degli adulti e del mondo che in questo momento presentano loro”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel breve saluto rivolto ala platea del Teatro Civicodi Vercelli per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università delPiemonte Orientale.

Mattarella ha ripreso quello che gli è parso “un dialogo” tra il rettore Gian Carlo Avanzi e il rappresentante degli studenti: “Entrambi hanno manifestato grande legame con questo ateneo. Il Rettore ha parlato di disorientamento che affiora tra i giovani del nostro tempo, il dottor Iato ci ha detto che la loro generazione Z è vista come inerte, estraniata dalla realtà, rinunciataria. Sinceramente non so da dove possano uscire valutazioni così difformi dalla realtà, così gravemente sbagliate sulla nostra gioventù. Personalmente penso, costantemente trovandone conferma, che questa generazione sia motivo di speranza per il nostro Paese”, ha affermato il Capo dello Stato. “Il disorientamento che talvolta affiora nei giovani sono convinto sia responsabilità di noi adulti. Come potrebbero sentirsi a loro agio, trovare parametri di riferimento, coordinate di comportamento nel mondo che oggi gli adulti presentano loro in questo periodo?”. Allora per il capo dello Stato “va richiamato il ruolo delle Università, della formazione culturale, il mestiere di rendere i giovani capaci di spirito critico. Questo è il veicolo per fare emozionare gi studenti: difficile trovare espressione più significativa e pregnante, fare emozionare gli studenti, questo è il compito degli atenei”.

Inflazione, Istat: da 2019 boom prezzo zucchero +64,8%, per riso +50%

Inflazione, Istat: da 2019 boom prezzo zucchero +64,8%, per riso +50%Roma, 16 gen. (askanews) – Tra il 2019 e il 2023, più di un quinto del paniere (22,6%) evidenzia aumenti superiori al 20%. Di questi prodotti circa la metà (10,9%) appartengono al comparto dei Beni alimentari, e circa un quarto a quello dei Beni energetici (5,4%). Tra i prodotti alimentari a maggiore tasso di crescita del prezzo nel periodo 2019 – 2023 figurano lo zucchero (64,8%), il riso (+50,0%), l’olio di oliva (42,3%), la pasta secca (40,1%), il burro (36,5%), il latte intero (21,9%). E’ la fotografia scattata dall’Istat.

Cali di prezzo interessano poco meno del 10% del paniere. Oltre la metà (5,1%) è costituita da prodotti appartenenti alla categoria degli Altri beni. Tra i prodotti con la maggiore flessione del prezzo, vi sono gli apparecchi per la ricezione, registrazione e riproduzione di immagini e suoni (-45,7%) e gli smartphone (-36,7%).

Banche, Abi: primo calo tasso nuovi mutui da 2 anni, dicembre 4,42%

Banche, Abi: primo calo tasso nuovi mutui da 2 anni, dicembre 4,42%Roma, 16 gen. (askanews) – Dopo l’aumento registrato a novembre, nell’ultimo mese dell’anno il tasso sui nuovi mutui erogati dalle banche in Italia alle famiglie si è attenuato al 4,42%, dal 4,50% del mese precedente. Lo riporta alla Abi nel suo Rapporto mensile. Secondo l’associazione si tratta del primo calo dopo 24 mesi di rialzi. Il tasso sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è invece ulteriormente aumentato, al 5,69% dicembre dal 5,59% novembre.

Secondo l’associazione bancaria a dicembre il tasso medio sul totale dei prestiti è stato pari al 4,76%, un livello stabile rispetto al mese precedente.

Il Tar ha chiesto alla Consulta di verificare le norme sugli extraprofitti delle aziende energetiche

Il Tar ha chiesto alla Consulta di verificare le norme sugli extraprofitti delle aziende energeticheRoma, 16 gen. (askanews) – Il Tar Lazio rimette alla Corte costituzionale l’esame delle disposizioni sul ‘contributo 2023’ sugli extraprofitti delle aziende energetiche.

Il Tar del Lazio ha sollevato, con diverse ordinanze, questioni di legittimità costituzionale delle disposizioni della legge n. 197 del 2022, che hanno previsto il pagamento di un “contributo di solidarietà temporaneo” sui cosiddetti “extraprofitti” degli operatori del settore energetico. Le ordinanze hanno prospettato la possibile violazione del regolamento europeo n. 1854 del 2022, poiché la legge ha previsto che il contributo debba essere pagato anche dagli operatori diversi da quelli indicati da tale regolamento. Inoltre, avendo il contributo natura tributaria, il Tar ha sollevato ulteriori questioni di legittimità costituzionale in relazione agli articoli 3 e 53 della Costituzione, avendo rilevato criticità nelle disposizioni che hanno fissati i criteri di calcolo della base imponibile del contributo, in quelle che hanno precisato cosa debba essere inteso come ‘effettivi extraprofitti’ come presupposto del contributo (anche tenuto conto della riespansione dei consumi nell’epoca post-covid) ed in quelle che hanno previsto la non deducibilità del contributo, potendosi ravvisare così una ‘doppia tassazione’.

Istat: nel 2023 l’inflazione cala al 5,7%, a dicembre giù a +0,6%

Istat: nel 2023 l’inflazione cala al 5,7%, a dicembre giù a +0,6%Roma, 16 gen. (askanews) – Nel 2023, in media, i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% in ribasso dal +8,1% nel 2022). Il trascinamento dell’inflazione al 2024 è pari a +0,1%. Lo ha reso noto l’Istat. Nel mese di dicembre 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenti dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,7% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’”inflazione di fondo”), i prezzi al consumo, nel 2023, crescono del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 5,3% (+4,1% nel 2022).I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano, a dicembre, lievemente su base tendenziale da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% a +4,4%).

Nel 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’Ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa (+6,5%; +5,7% per quelle con maggiore capacità di spesa). I prezzi nel comparto alimentare evidenziano, nel 2023, un’accelerazione della crescita media annua: +9,8%, da +8,8% del 2022, nonostante l’attenuazione della loro dinamica tendenziale durante la seconda metà dell’anno. Lieve frenata, a dicembre 2023, per i costi dei prodotti del ‘carrello della spesa’. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente su base tendenziale da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d`acquisto (da +4,6% a +4,4%). Dicembre 2023 è stato l’ultimo mese del trimestre anti-inflazione, il patto tra governo, produttori e distributori per offrire agli italiani tanti prodotti a prezzi bloccati o scontati..

 

Inflazione, Istat: nel 2023 cala al 5,7%, a dicembre giù a +0,6%

Inflazione, Istat: nel 2023 cala al 5,7%, a dicembre giù a +0,6%Roma, 16 gen. (askanews) – Nel 2023, in media, i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% in ribasso dal +8,1% nel 2022). Il trascinamento dell’inflazione al 2024 è pari a +0,1%. Lo ha reso noto l’Istat. Nel mese di dicembre 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenti dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,7% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’”inflazione di fondo”), i prezzi al consumo, nel 2023, crescono del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 5,3% (+4,1% nel 2022). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano, a dicembre, lievemente su base tendenziale da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% a +4,4%).

Nel 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’Ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa (+6,5%; +5,7% per quelle con maggiore capacità di spesa).

Bce, inflazione attesa da consumatori 3,2%, minimo da febbbraio 2022

Bce, inflazione attesa da consumatori 3,2%, minimo da febbbraio 2022Roma, 16 gen. (askanews) – Le aspettative di inflazione dei consumatori dell’area euro si sono attenuate nell’ultimo mese, mentre quelle sulla crescita dei redditi hanno continuato a rafforzarsi leggermente. Lo riporta la Banca centrale europea sulla base dei risultati della sua indagine, relativa al mese di novembre.

Secondo l’ultima rilevazione, l’attesa mediana dei consumatori per l’inflazione sui prossimi 12 mesi si è attenuata al 3,2%, a fronte del 4% che si era registrato a ottobre. E’ nettamente calata anche la mediana sull’inflazione percepita sui passati 12 mesi, al 7% dal precedente 7,8%. Guardando più a lungo termine, per i prossimi tre anni ora l’attesa mediana di inflazione dei consumatori è al 2,2%, dal 2,5% di un mese prima. La Bce rileva che tutte queste misurazioni si attestano ai minimi dal febbraio del 2022. E’ anche leggermente diminuita l’incertezza che i consumatori attribuiscono al futuro dell’inflazione.

Per i redditi nominali ora l’attesa dei consumatori nell’area euro è per una crescita dell’1,2% sui prossimi 12 mesi, a fronte dell’1,1% della precedente rilevazione. Secondo l’indagine della Bce leggeri miglioramenti hanno riguardato anche le attese di su economia e mercato del lavoro.