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Ex Ilva: nessuna interruzione gas a breve, governo tratta con AM

Ex Ilva: nessuna interruzione gas a breve, governo tratta con AMRoma, 15 gen. (askanews) – Nessuna interruzione delle forniture di gas da parte di Snam nel breve termine per l’ex Ilva. La società che distribuisce il gas e con cui Acciaierie d’Italia ha un debito che si aggira intorno ai 200 milioni di euro, secondo le ultime indicazioni ufficiali fornite dall’ad, Stefano Venier, continuerà, a quanto si apprende, ad erogare il combustibile necessario a mandare avanti gli stabilimenti, in attesa degli sviluppi di questi giorni e dunque nonostante quanto consentito dall’ultimo pronunciamento del Tar della Lombardia sul ricorso presentato da Acciaierie d’Italia. Quest’ultima chiedeva di prolungare la sospensione della decisione di Arera che consentiva di interrompere la distribuzione della fornitura di gas per il mancato pagamento delle bollette.

Il Tar della Lombardia il 30 ottobre aveva congelato la sospensione delle forniture di gas all’ex Ilva da parte di Snam sino all’8 novembre, in attesa della camera di consiglio in merito al ricorso presentato da Acciaierie d’Italia contro la comunicazione della società di distribuzione, Snam appunto, del 19 ottobre 2023, con la quale comunicava che l’8 novembre avrebbe operato la ‘discatura del punto di prelievo gas’ di Acciaierie d’Italia bloccando a monte la fornitura, a seguito dell’ultimo provvedimento dell’Arera. A novembre poi vi era stata un’ordinanza cautelare con cui il Tar della Lombardia aveva confermato la sospensiva del blocco dell’erogazione, disposta già a fine ottobre in atetsa della Camera di Consiglio che si è tenuta oggi.

Il tutto in attesa degli sviluppi del caso, che è uno dei più complessi per l’esecutivo che sta trattando per un ‘divorzio consensuale’ con Arcelor Mittal. Le cifre per l’uscita del colosso dell’acciaio oscillano, secondo indiscrezioni, tra i 400 e i 250 milioni di euro, legati evidentemente alle clausole dei patti parasociali firmati dall’allora governo Conte II. I legali di Arcelor Mittal e Invitalia sono al lavoro in queste ore mentre il governo sta valutando, oltre che un necessario aumento della quota dello stato nel capitale delle acciaierie attraverso Invitalia, anche l’ingresso di un partner inustriale. Giovedì è previsto un nuovo incontro con i sindacati.

La Russa: visitare i luoghi della Shoah serve da monito, fa bene a tutti

La Russa: visitare i luoghi della Shoah serve da monito, fa bene a tuttiMilano, 15 gen. (askanews) – “Ho visitato” anche “lo Yad Vashem” a Gerusalemme, “credo che questo faccia bene a tutti e invito tutti a visitare questi luoghi per avere un monito perché questo non possa ripetersi”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, dopo una visita al Memoriale della Shoah di Milano con i membri della Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza del Senato, presieduta da Liliana Segre.

La Russa: visite a luoghi Shoah monito, fa bene a tutti

La Russa: visite a luoghi Shoah monito, fa bene a tuttiMilano, 15 gen. (askanews) – “Ho visitato” anche “lo Yad Vashem” a Gerusalemme, “credo che questo faccia bene a tutti e invito tutti a visitare questi luoghi per avere un monito perché questo non possa ripetersi”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, dopo una visita al Memoriale della Shoah di Milano con i membri della Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza del Senato, presieduta da Liliana Segre.

Regali in cambio di appalti, a Pozzuoli “disinvolto malaffare”

Regali in cambio di appalti, a Pozzuoli “disinvolto malaffare”Napoli, 15 gen. (askanews) – Regali, soldi e altri vantaggi in cambio di appalti al Rione Terra di Pozzuoli, rocca che domina l’omonimo golfo e antico cuore pulsante della città flegrea alle porte di Napoli, sgomberata gli scorsi decenni a causa del bradisismo e da qualche anno tornata ai vecchi splendori per una serie di ristrutturazioni e opere di riqualificazione. E’ quanto emerso nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura partenopea e condotta dalla polizia e dalla Guardia di finanza che ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari disponendo il carcere per l’ex sindaco Vincenzo Figliolia, l’ex dirigente nazionale del Pd, ex assessore e dirigente della Regione Campania, Nicola Oddati, l’ex presidente dell’Enit Giorgio Palmucci e l’imprenditore Salvatore Musella. Al centro delle indagini l’affidamento delle opere utili alla valorizzazione del Rione Terra e alla sua promozione turistico-culturale e la realizzazione di un complesso ricettivo, nella forma del cosiddetto albergo diffuso, oltre ad attività commerciali, locali per la ristorazione e botteghe di artigiani. Una gara che, secondo quanto ipotizzato da chi ha condotto l’inchiesta, sarebbe stata falsata per agevolare alcuni degli indagati, aiutati da politici e amministratori pubblici. Quello che è emerso è “uno spaccato di disinvolto malaffare radicato intorno al Comune di Pozzuoli e in altri luoghi per assicurare corsie preferenziali nell’aggiudicazione di appalti pubblici”, scrive il gip di Napoli Antonio Baldassarre nell’ordinanza. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Napoli e condiviso dal gip, si sarebbe creato un “comitato di affari” che si sarebbe “adoperato per organizzare tutte le attività necessarie per far aggiudicare la concessione del Rione Terra”, in una logica “assolutamente funzionale a far ottenere la concessione alla cordata creata da Musella e, infine, gestire le procedure di gara, il suo sviluppo e i suoi esiti, il tutto sempre nella medesima logica”. Secondo l’ipotesi accusatoria, Figliolia, allora sindaco, avrebbe ricevuto la promessa di somme di denaro e dell’assunzione di persone a lui gradite nelle società di Musella che voleva aggiudicarsi la concessione “ad ogni costo”. L’imprenditore, secondo il gip, “si era adoperato con ogni mezzo per avvicinare i vertici dell’ente locale comunale e assicurarsene in questo modo la collaborazione”. Dall’ordinanza si evince che Palmucci, invece, si sarebbe adoperato per cercare potenziali partner ‘amici’ da affiancare alla società vincitrice mentre Oddati era considerato una sorta di “fiduciario” di Musella nella ricerca di “relazioni e contatti illeciti”. L’imprenditore sarebbe stato pronto “a pagare sia delle somme periodiche in denaro” all’ex dirigente dem sia ad “assecondare ogni sua richiesta, dalle automobili ai soggiorni alberghieri, dai conti del sarto ai lavori a casa della compagna”.

La Procura di Roma chiede la condanna a 18 anni del capitano Walter Biot accusato di spionaggio

La Procura di Roma chiede la condanna a 18 anni del capitano Walter Biot accusato di spionaggioRoma, 15 gen. (askanews) – Condannare a 18 anni di reclusione Water Biot, il capitano di fregata accusato di aver dato documenti segreti ad un funzionario russo in cambio di 5mila euro. Questa la richiesta del pm Gianfederica Dito della Procura di Roma davanti al giudici della corte d’assise della Capitale. Biot per questa vicenda venne arrestato il 30 marzo 2021. Al tribunale militare Biot è stato già condannato in primo grado a 30 anni. Nel filone davanti alla magistratura ordinaria, che si svolge a porte chiuse, a Biot sono contestate le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione.

Giorgia Meloni compie 47 anni, gli auguri di Fdi: con te l’Italia crede di nuovo in sè

Giorgia Meloni compie 47 anni, gli auguri di Fdi: con te l’Italia crede di nuovo in sèRoma, 15 gen. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni compie oggi 47 anni, al momento sta trascorrendo il compleanno al lavoro a Palazzo Chigi. Tra i primi messaggi di auguri quello del suo partito, Fratelli d’Italia, che su Facebook scrive: “Il tuo incessante lavoro ha ridato credibilità all’Italia che, grazie a te, è tornata a credere in se stessa. Per tanti altri anni di battaglie e vittorie al tuo fianco. Presidente, buon compleanno da tutti noi. Auguri Giorgia”.

Meloni compie 47 anni, auguri Fdi:con te Italia crede di nuovo in sè

Meloni compie 47 anni, auguri Fdi:con te Italia crede di nuovo in sèRoma, 15 gen. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni compie oggi 47 anni, al momento sta trascorrendo il compleanno al lavoro a Palazzo Chigi. Tra i primi messaggi di auguri quello del suo partito, Fratelli d’Italia, che su Facebook scrive: “Il tuo incessante lavoro ha ridato credibilità all’Italia che, grazie a te, è tornata a credere in se stessa. Per tanti altri anni di battaglie e vittorie al tuo fianco. Presidente, buon compleanno da tutti noi. Auguri Giorgia”.

Ex Ilva, Tar respinge ricorso su stop gas azienda impugna atto

Ex Ilva, Tar respinge ricorso su stop gas azienda impugna attoRoma, 15 gen. (askanews) – Snam può sospendere la fornitura del gas ad Acciaierie d’Italia (Adi). Lo ha deciso il Tar della Lombardia che ha respinto il ricorso della società, che aveva chiesto di prolungare la sospensione della decisione di Snam di interrompere la fornitura di gas per il mancato pagamento delle bollette. Non c’è più spazio, dunque, per sospendere l’efficacia della decisione di Snam annunciata a fine 2023. Adi ricorrerà adesso al consiglio di Stato.

Secondo il tribunale amministrativo non si può continuare a far gravare sulla fiscalità generale, che sostiene la spesa per il servizio di default trasporto, parte dei costi indispensabili per lo svolgimento dell’attività di impresa della ricorrente. Adi aveva ottenuto dall’Arera la fornitura del gas fino al 30 settembre scorso e poi un’ulteriore estensione fino al 18 ottobre. “Acciaierie d’Italia – scrive la società in una nota – comunica che procederà ad impugnare innanzi al Consiglio di Stato l’ordinanza del Tar della Lombardia inerente la fornitura di gas, pubblicata in data odierna”.

Legacoop, le coop chiudono in positivo il 2023: l’80% è in utile

Legacoop, le coop chiudono in positivo il 2023: l’80% è in utileRoma, 15 gen. (askanews) – “La chiusura positiva del 2023, con un’importante crescita del fatturato e la grande maggioranza delle imprese che registra un utile conferma le tendenze che si erano già evidenziate nel 2022 sulla scia della ripresa post-pandemica. Si tratta di performance realizzate nonostante il persistere degli alti costi delle materie prime energetiche, l’aumento dei tassi di interesse ed il progressivo rallentamento dell’economia italiana ed europea nel secondo semestre 2023. Tutti elementi che si sono riflessi in una evidente contrazione degli investimenti. I risultati della nostra analisi rafforzano le preoccupazioni già espresse sulle ripercussioni che il rallentamento complessivo dell’economia avrà sulle cooperative, maggiormente su quelle che operano nel mercato interno, ma anche sul fronte dell’export. Per questo, oltre ad auspicare che ci siano le condizioni per sfruttare a pieno le opportunità del PNRR per un rilancio della crescita, riteniamo indispensabile una progressiva riduzione dei tassi di interesse e la definizione, completamente trascurata nella legge di bilancio, di specifiche politiche di sostegno e di risorse che consentano alle imprese di far ripartire gli investimenti necessari per affrontare con successo la transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione”. È quanto afferma Simone Gamberini, presidente di Legacoop, commentando i risultati dell’indagine congiunturale sugli andamenti delle cooperative effettuata dall’Area Studi di Legacoop.

Dai dati dell’indagine risulta che le cooperative aderenti a Legacoop chiudono il 2023 con indicatori positivi: l’80% ha registrato un utile, il 40% ha aumentato il valore della produzione (di queste, 4 su 10 registrano un incremento superiore al 10%) e il 27% anche l’occupazione. Risultati raggiunti nonostante la carenza di manodopera, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, l’accresciuto costo del denaro determinato dall’aumento dei tassi di interesse e più stringenti condizioni di accesso al credito. Aspetti che condizionano anche le aspettative per i prossimi mesi dove, rispetto alla rilevazione effettuata a luglio scorso, pur restando prevalenti le indicazioni di un quadro di stazionarietà della domanda (espresse dal 68%) e di stabilità dell’occupazione (72%), cala di 9 punti percentuali (dal 26% al 17%) la quota di chi prevede un aumento della domanda e di 7 punti (dal 23% al 16%) la quota di chi prevede un incremento dell’occupazione. Previsioni che si iscrivono nel quadro generale di un crescente pessimismo sull’andamento del contesto macroeconomico italiano, dove cala di ben 11 punti (dal 18% al 7%) la quota di chi ne vede un’evoluzione favorevole, mentre cresce di 8 punti (dal 24% al 32%) la quota di chi prevede una dinamica in peggioramento. Nel 2023, le cooperative che hanno aumentato il fatturato (il 40% del totale) registrano una maggiore concentrazione nel settore consumo-distribuzione (54,5%), della cultura (53,8%) e della cooperazione sociale (45,9%); a livello dimensionale nelle grandi cooperative (62,5%) e, a livello territoriale, al Sud (43,3%). Sul fronte dell’occupazione, le cooperative che l’hanno aumentata (il 27% del totale) sono maggiormente concentrate nel settore della cultura (34,6%), dell’industria delle costruzioni (30,6%) e della cooperazione sociale (29,9%); a livello dimensionale nelle grandi cooperative (45,8%) e, a livello territoriale, al Sud (31,4%). Riguardo all’utile di bilancio (registrato, complessivamente, dall’80% delle cooperative), i settori che evidenziano una maggiore concentrazione di cooperative sono l’industria delle costruzioni (91,7%) e l’agroalimentare (87%); le grandi cooperative (95,8%) e il Nord (84%). L’analisi dell’Area Studi ha preso in esame anche le dinamiche dell’ultimo quadrimestre del 2023. In questo periodo, il 68% delle cooperative registra una stabilità della domanda destagionalizzata di prodotti/servizi (6 punti in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente); il 14% indica un incremento, con percentuali maggiori del dato medio nei settori abitativo (50,0%), industria delle costruzioni (30,6%) e cultura (19,2%) e, a livello territoriale, al Sud (20,0%). In confronto al quadrimestre precedente, non muta il quadro complessivo del livello della domanda di prodotti e servizi, che risulta stazionario per il 66%, in crescita per il 17,6% e in diminuzione per il 16,4% (quindi con un saldo leggermente positivo, +1,2%). Dati superiori alla media si evidenziano al Sud, dove registra un aumento della domanda il 28,3%, e nei settori dell’abitazione (60,0%), dell’industria delle costruzioni (22,2%) e della cooperazione sociale (22,0%). Riguardo all’occupazione, la prevalenza delle cooperative (il 73%) l’ha mantenuta stabile; aumenta di 1 punto la quota di quelle che l’hanno diminuita (il 10%) e di 4 punti la quota di quelle che l’hanno aumentata (il 22%), con un saldo positivo di 12 punti. Come per l’andamento della domanda, la maggiore concentrazione di cooperative che registrano incrementi occupazionali si osserva nei comparti dell’industria delle costruzioni (30,6%), della cooperazione sociale (26,7%) e delle attività culturali (23,1%). A livello dimensionale, le grandi cooperative registrano un 42,9% e, a livello territoriale, il Sud evidenzia un 29,4%.

Le aspettative per i prossimi quattro mesi, pur di segno complessivamente positivo, registrano qualche segnale di un’inversione di tendenza che, come ricordato prima, si inserisce in un complessivo peggioramento delle previsioni riguardo all’andamento del contesto macroeconomico italiano, con un calo di ben 11 punti (dal 18% al 7%) degli ottimisti, mentre i pessimisti crescono di 8 punti (dal 24% al 32%). Nonostante il 68% delle cooperative si attenda un livello stazionario della domanda, calano sensibilmente le previsioni di aumento (dal 26% al 17%), che vedono una maggiore concentrazione nei settori abitativo (40,0%), dell’industria delle costruzioni (25%), delle attività culturali (23,1%): e, a livello territoriale, al Sud (23,3%). Dinamiche analoghe si evidenziano per l’occupazione. Se il dato largamente prevalente è quello di stabilità (indicata dal 73%), le prospettive di aumento sono in calo rispetto alla rilevazione precedente (luglio 2023), attestandosi al 16% (-7 punti percentuali) e determinando un deterioramento nel saldo, che resta positivo, ma passa dal 6% al 4%. I settori dove è maggiore la percentuale di cooperative che prevedono aumenti occupazionali sono l’industria delle costruzioni (33,3%) e la cooperazione sociale (20,7%). Superiore al dato medio anche il Sud, con il 19,6%. Resta positiva la propensione agli investimenti: stazionari per il 57,2%, il 26% ne prevede un aumento, a fronte del 16% che ha pianificato una riduzione (quindi con un saldo positivo di 11 punti). A livello di tendenza generale, il 37% delle cooperative prevede un consolidamento delle attività, il 31% una situazione di stabilità, il 10% un’espansione delle attività, l’8% la realizzazione di alleanze strategiche. Tra i problemi che condizionano la propria attività, al primo posto la scarsità di manodopera (indicata dal 41%), seguita dall’aumento dei costi delle materie prime e dei materiali (31%) e, tutti con la percentuale del 26%, l’aumento dei costi energetici, l’aumento dei tassi di interesse, la liquidità a breve termine. Cresce poi di 20 punti percentuali, attestandosi al 35%, la quota delle cooperative che hanno riscontrato fattori negativi che condizionano l’export. Tra queste, il 68% indica costi e prezzi più elevati e il 53% l’instabilità geopolitica internazionale. Infine, le difficoltà sul fronte del credito. Le cooperative che negli ultimi 4 mesi del 2023 hanno richiesto un finanziamento (il 31%) continuano a rilevare un aumento dei tassi di interesse (il 77%), la richiesta di altre condizioni da parte delle banche (30%), l’aumento dei tempi di concessione (28%) e delle garanzie richieste (26%).

Imprese, Bankitalia: attese migliorano, ma restano negative

Imprese, Bankitalia: attese migliorano, ma restano negativeRoma, 15 gen. (askanews) – Le valutazioni delle imprese italiane sulla situazione economica generale del Paese, così come le attese sulle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi, restano nel complesso sfavorevoli, sebbene in miglioramento, mentre le attese sull’inflazione sono di una rientro verso il 2,5% a breve e verso il 2% nel lungo periodo. E’ quanto rileva l’indagine sulle aspettative di inflazione e crescita relative al quarto trimestre 2023 condotta da Bankitalia tra il 22 novembre e il 14 dicembre presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti. “Al lieve recupero dei giudizi – si legge in una nota di Bankitalia – hanno contribuito una moderata ripresa della domanda interna e condizioni per investire meno negative soprattutto nei servizi, che si accompagnano alla tenuta della spesa attesa per investimenti. Nello scorcio dell’anno si è attenuato il peggioramento dei giudizi sull’accesso al credito per tutti i settori e nove imprese su dieci dichiarano almeno sufficienti le proprie condizioni di liquidità. Per il primo trimestre del 2024 le imprese prevedono un proseguimento dell’espansione dell’occupazione”.

“La dinamica dei prezzi praticati dalle aziende ha continuato a indebolirsi e si attenuerebbe ulteriormente nei prossimi 12 mesi. Circa due terzi delle aziende prevedono un aumento delle retribuzioni orarie dei propri dipendenti nei prossimi 12 mesi e quasi un terzo dichiara di aver già tenuto conto nel corso del 2023 di eventuali aumenti salariali futuri nei propri listini. Le attese sull’inflazione al consumo si sono nettamente ridotte su tutti gli orizzonti temporali, collocandosi poco sotto il 2,5 per cento sugli orizzonti a breve termine e appena sopra il 2 per cento su quelli a lungo”.