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Giubileo, confronto a san Paolo su kit pellegrini: speranza e gentilezza

Giubileo, confronto a san Paolo su kit pellegrini: speranza e gentilezzaRoma, 23 nov. (askanews) – Si è svolta presso la suggestiva cornice dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura, si è svolta con grande successo la tavola rotonda dedicata al Giubileo del 2025, dal titolo “Un cammino fraterno di speranza, gentilezza e gratitudine”. L’evento è stato aperto dai saluti dell’Abate dell’Abbazia Dom Donato Ogliari, Abate e ha visto la partecipazione di illustri relatori provenienti dal mondo religioso, politico e culturale.


La lectio magistralis di Suor Katia Roncalli, Responsabile Generale della Fraternità Evangelii Gaudium, ha inaugurato i lavori offrendo preziose riflessioni sul “kit del pellegrino”. A seguire, Don Sergio Mercanzin ha approfondito il tema della gentilezza, mentre l’Avvocato Maurizio Scelli ha emozionato il pubblico con la sua testimonianza sul coordinamento del Giubileo degli ammalati del 2000. Don Alfredo Tedesco, direttore della pastorale giovanile della Diocesi di Roma, ha concluso gli interventi con un toccante messaggio sull’importanza dei giovani, autentici portatori di speranza. Durante l’evento, ideato, organizzato e moderato da Giampietro Maria Teodori – fondatore del CeSFFI e da Rossana Parrinello – Responsabile Eventi Corporate e Ambasciatrice di gentilezza, è stato promosso anche un ambizioso progetto innovativo di inclusione sociale dal titolo “L’accolto accoglie”.


Un’atmosfera resa ancora più unica e avvolgente grazie all’esibizione della cantante lirica Chiara Crescente e alla violinista Fabiola Gaudio protagoniste di un’interpretazione emozionante dell’Ave Maria di Caccini e di Pacem in Terris. Una tavola rotonda speciale, contraddistinta da una partecipazione sentita, che ha lasciato un segno su come diventare pellegrini di speranza, in un cammino di fraternità e gratitudine verso il prossimo.

Italia, Moody’s non modifica rating e lascia Outlook stabile

Italia, Moody’s non modifica rating e lascia Outlook stabileRoma, 22 nov. (askanews) – Moody’s stima una crescita dell’Italia “moderata sotto l’1%” nel 2024, a seguito della “debole domanda interna e delle esportazioni” legata alla decelerazione in Germania. E’ quanto reso noto dalla stessa agenzia, che ha completato la revisione del rating dell’Italia e precisato di non avere adottato alcuna azione: “non è un’azione sul rating e non è un’indicazione” su future decisioni, ha quindi aggiunto l’agenzia. Il rating dell’Italia resta così Baa3, con outlook stabile.


“L’aumento dei consumi privati e un’accelerazione prevista nella spesa del Pnrr sosterranno una modesta accelerazione della crescita, che stimiamo allo 0,9% nel 2025 e all’1% nel 2026”, secondo Moody’s. L’agenzia prevede inoltre che “il deficit fiscale scenderà al 4,6% del PIL nel 2024, dal 7,2% nel 2023, e che si ridurrà ulteriormente al 3,5% nel 2025 e al 3% nel 2026”.


“Sebbene positiva”, sottolinea l’agenzia, “tale riduzione del deficit non sarà sufficiente a progettare un calo del rapporto debito-pil a causa degli effetti persistenti del credito d’imposta Superbonus”. “In effetti, prevediamo che il debito aumenterà al 139,7% nel 2024, dal 134,8% nel 2023, e continuerà a salire fino al 2027 fino a superare il 143%, poiché le attività fiscali differite create dal Superbonus continueranno a essere utilizzate negli anni a venire”, precisa Moody’s. “I risultati dell’Italia nell’attuazione del Pnrr rimangono contrastanti”, spiega ancora Moody’s. “L’Italia è stato il primo paese dell’Ue a richiedere le ultime tranche di finanziamenti e prevediamo che la settima tranche (18,2 miliardi di euro) verrà richiesta prima della fine del 2024”, sottolinea l’agenzia. “Tuttavia, la spesa di queste risorse è stata inferiore alle aspettative e spendere tutti i fondi disponibili entro la fine del 2026 sarà una sfida”, precisa l’agenzia.

M5S, la sfida di Conte: kermesse e voto online per archiviare Grillo

M5S, la sfida di Conte: kermesse e voto online per archiviare GrilloRoma, 22 nov. (askanews) – Quasi terminato il conto alla rovescia per Nova, ambizioso titolo assegnato alla due giorni conclusiva del “processo costituente” del Movimento 5 stelle avviato in estate dal suo leader Giuseppe Conte. La manifestazione è in programma al palazzo dei Congressi dell’Eur fra sabato 23 e domenica 24. Attese più di tremila persone all’evento, un fitto programma di tavole rotonde tematiche, alcune idee insolite (come una “intervista a Enrico Mentana”, direttore del TgLa7) e una corposa lista di ospiti nazionali e internazionali: gli economisti Joseph Stigliz, Luigi Zingales e Jeffrey Sachs, lo storico dell’arte Tomaso Montanari, giuristi come Michele Ainis, Roberta Calvano e Massimo Villone, studiosi e tecnici del mondo sanitario come Ivan Cavicchi e Nino Cartabellotta, ex magistrati antimafia oggi parlamentari M5S come Roberto Scarpinato e Federico Cafiero de Raho. Posto d’onore per Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, protagonista dell’unico successo elettorale dell’ultimo anno, che interverrà domenica a ora di pranzo. Il colpo di coda viene dall’invito fatto a Sahra Wagenknecht, leader del partito BSW, unica forza di sinistra in crescita in Germania, lontana dalla cultura liberale-atlantista del centrosinistra italiano, quasi una provocazione per i potenziali alleati di Conte.


Ci sarà il fondatore e garante del M5S Beppe Grillo, da mesi in contrapposizione aperta con Conte? “Deciderà all’ultimo”, giura chi lo conosce molto bene e lo sente ancora di frequente. Nova è comunque molto, troppo costosa, suggeriscono voci interne che parlano di “almeno 400mila euro” investiti per l’evento, probabilmente anche in previsione dell’annunciato “taglio” della consulenza di Grillo per la comunicazione, anch’essa finora alquanto onerosa. “Una celebrazione, anzi, una incoronazione”, sibila un dirigente di lungo corso fermato nei corridoi del Parlamento, alludendo alla centralità della figura di Conte, che aprirà la due giorni, parlerà per dei “saluti finali” sabato sera e chiuderà la kermesse alle 15.30 (secondo il programma) dopo la proclamazione dei risultati della vera e propria “assemblea costituente”, che si sta svolgendo da giovedì scorso e si concluderà per l’appunto domenica, con la proclamazione dei risultati del voto on line riservato agli iscritti, poco meno di 89mila (erano arrivati fino a 170mila, ma in un’altra era politica). Temi della consultazione: sancire definitivamente il carattere “progressista” del Movimento 5 stelle; definire i passaggi per la stipula di alleanze politiche (o proibirle del tutto); superare il vincolo storico dei due mandati elettivi nelle istituzioni; rinnovare gli equilibri interni eliminando la figura del garante “a vita”, attualmente incarnata dal fondatore, Beppe Grillo, oppure rimodularne durata e poteri, insieme alla riforma degli organismi collegiali di garanzia. Ci sono anche molte indicazioni programmatiche sulle quali gli iscritti, che hanno iniziato a votare giovedì e termineranno domenica, si esprimeranno a partire da temi che possono avere una qualche influenza, in positivo o in negativo, anche sulle alleanze, come la pace e il riarmo, il fisco, la giustizia, il lavoro. Alla vigilia della grande assemblea pubblica la linea “progressista” di Conte, che ne fa una pregiudiziale (“se la comunità degli iscritti decidesse di andare in una direzione opposta”, avverte, “mi farei da parte”) ha raccolto gli endorsement pubblici di diversi “big” del Movimento, a partire da Roberto Fico, da tempo tra i più convinti sostenitori della scelta di campo e dell’alleanza col Pd. Schieratissimo anche sul superamento del limite dei due mandati, “perché così possiamo meglio competere sui territori”, Fico frena su nome e simbolo, sul cui cambiamento Conte si dice neutrale, anche se sarebbe, sottolinea, “un segnale di rinnovamento”. Chiara Appendino ha provato a suggerire una linea più “unitaria”, mettendo l’accento sulla necessità di ricostruire “l’identità” del Movimento prima di pensare alle alleanze, ma non sembra volersi proporre come riferimento per una battaglia di minoranza interna. Come finirà? Nel campo dei sostenitori residui di Grillo il clima è di rassegnata attesa: c’è chi semina dubbi sulla credibilità dei risultati attesi dal voto on line (le modifiche che richiedono una maggioranza qualificata potrebbero consentire al garante un intervento per far ripetere il voto), e chi dice che non c’è più spazio per restare: “Nei partiti le minoranze interne hanno un peso, dibattono, propongono istanze. Qui c’è la morte civica, da quando Conte è diventato presidente”, protesta, a taccuini chiusi, una figura di primo piano del M5S dell’era Grillo. Una dichiarazione che sembra lo specchio di quella, sul fronte opposto, della vicecapogruppo alla Camera Vittoria Baldino, di sicura fede contiana, che in una intervista ad Affaritaliani.it indica agli oppositori la via dell’uscita: “Meglio la scissione che la minoranza inter

Bankitalia: mercati finanziari nazionali complessivamente favorevoli

Bankitalia: mercati finanziari nazionali complessivamente favorevoliRoma, 22 nov. (askanews) – In Italia, pur in un contesto macrofinanziario che si mantiene complessivamente stabile dalla scorsa primavera, permangono rischi connessi con le rilevanti tensioni geopolitiche internazionali e con la fragilità del quadro macroeconomico. In prospettiva, la riduzione dei tassi di interesse potrà fornire un impulso positivo all’economia. Le condizioni sui mercati finanziari nazionali rimangono nell’insieme favorevoli. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia, nella sintesi dell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.


Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani a dieci anni e quelli tedeschi ha continuato a ridursi, si legge, e le condizioni di liquidità del mercato restano distese. La volatilità si è mantenuta bassa, nonostante i temporanei aumenti osservati in concomitanza con le turbolenze dei mercati internazionali nei mesi estivi. Secondo Bankitalia, nel complesso gli sviluppi sul mercato immobiliare continuano a rappresentare un basso rischio per la stabilità finanziaria. I prezzi delle abitazioni hanno continuato a crescere in termini reali, pur restando inferiori ai livelli pre Covid e misure correlate. Quelli degli immobili commerciali si sono invece stabilizzati.


Passando alla situazione delle famiglie, i rischi rimangono contenuti, dice lo studio, a seguito del miglioramento della situazione reddituale e dell’incremento della ricchezza finanziaria. La ricomposizione del risparmio verso i titoli pubblici è proseguita e sono ripresi gli investimenti in strumenti del risparmio gestito e in azioni. Sul versante delle imprese, dopo un lungo periodo di crescita, interrottosi solo durante la “pandemia”, la redditività ha mostrato segni di peggioramento. La debolezza del quadro macroeconomico e gli elevati costi di finanziamento potrebbero incidere sui profitti delle aziende più indebitate. La capacità delle imprese di rimborsare i debiti resta tuttavia complessivamente buona, si legge, e il tasso di deterioramento dei prestiti bancari si conferma contenuto. Nel frattempo le condizioni del sistema bancario si mantengono favorevoli. Nel primo semestre la redditività è ulteriormente cresciuta e si prevede che essa rimanga alta anche per l’intero 2024. Il riassorbimento da parte dell’Eurosistema dell’abbondante liquidità in eccesso sta procedendo senza difficoltà. In prospettiva, prevede l’analisi, la riduzione del margine di interesse e le maggiori rettifiche attese sui prestiti potrebbero incidere negativamente sulla redditività degli intermediari.


La patrimonializzazione è aumentata e per le banche significative è superiore a quella media degli intermediari dei paesi partecipanti al Meccanismo di vigilanza unico (Ssm). Viene però sottolineato come l’esposizione ai rischi cibernetici e operativi richiede forte attenzione. Nel comparto assicurativo la patrimonializzazione, pur rimanendo elevata, si è ridotta lievemente nel primo semestre dell’anno. La redditività è nell’insieme migliorata, ma è ancora negativa nel ramo vita a causa delle minusvalenze sul portafoglio di investimenti. La posizione di liquidità si è mantenuta buona, beneficiando anche di una ripresa della raccolta nel comparto vita.


Secondo Bankitalia, la raccolta netta dei fondi comuni italiani è tornata positiva: l’andamento favorevole del settore obbligazionario ha più che compensato i deflussi osservati negli altri comparti. I rischi restano nel complesso contenuti. Bankitalia sottolinea che nel corso dell’anno si è rilevata un’ulteriore significativa crescita dei collocamenti di certificates – prodotti finanziari collegati a titoli sottostanti – acquistati prevalentemente dalle famiglie. Si tratta di strumenti di difficile valutazione, avverte il Rapporto, che possono esporre i detentori a perdite consistenti in caso di scenari avversi. La Banca d’Italia sta segnalando da tempo tale fenomeno e continua a monitorarne l’evoluzione. Il rapporto include tre analisi ad hoc. La prima illustra le più recenti valutazioni di vigilanza sulle banche meno significative; esse non mostrano variazioni rilevanti nella rischiosità complessiva. Nella seconda si riportano i risultati di uno studio sulla relazione tra la propensione dei clienti a utilizzare i canali digitali per movimentare i fondi depositati e la stabilità della raccolta bancaria; i risultati indicano che durante la fase di rialzo dei tassi di interesse non si sono registrate differenze significative nell’andamento dei depositi a vista tra banche con clientela altamente propensa a ricorrere ai canali digitali e altre banche; le prime hanno invece aumentato maggiormente i depositi a termine. Nel terzo riquadro si dà conto delle analisi di vigilanza sulle prove di stress condotte dai gestori di fondi comuni aperti potenzialmente vulnerabili; tali analisi rilevano la presenza di ambiti di miglioramento, seppure a fronte di prassi sostanzialmente conformi alla regolamentazione vigente.

Fs: possibile impatto significativo dallo sciopero del 23-24

Fs: possibile impatto significativo dallo sciopero del 23-24Roma, 22 nov. (askanews) – “Proclamato da alcune sigle sindacali autonome uno sciopero nazionale del personale del Gruppo FS Italiane, dalle ore 21 di sabato 23, alle ore 21 di domenica 24 novembre. Lo sciopero potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale di Trenitalia. Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine della protesta sindacale”. Lo scrivono le Fs in una nota.


“Tenuto conto delle possibili importanti ripercussioni sul servizio – conclude la nota -, Trenitalia invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione e, se possibile, a riprogrammare il viaggio”.

Cpi, Meloni: no all’equivalenza tra responsabilità di Israele e quelle di Hamas

Cpi, Meloni: no all’equivalenza tra responsabilità di Israele e quelle di HamasRoma, 22 nov. (askanews) – “Approfondirò in questi giorni le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte Penale Internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica”. Lo dichiara in una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“La Presidenza italiana del G7 – prosegue Meloni – intende porre il tema all’ordine del giorno della prossima Ministeriale Esteri che si terrà a Fiuggi dal 25 al 26 novembre. Un punto resta fermo per questo governo – sottolinea la premier -: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l’organizzazione terroristica Hamas”.

Trasporti, Fs: possibile impatto significativo da sciopero 23-24

Trasporti, Fs: possibile impatto significativo da sciopero 23-24Roma, 22 nov. (askanews) – “Proclamato da alcune sigle sindacali autonome uno sciopero nazionale del personale del Gruppo FS Italiane, dalle ore 21 di sabato 23, alle ore 21 di domenica 24 novembre. Lo sciopero potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale di Trenitalia. Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine della protesta sindacale”. Lo scrivono le Fs in una nota.


“Tenuto conto delle possibili importanti ripercussioni sul servizio – conclude la nota -, Trenitalia invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione e, se possibile, a riprogrammare il viaggio”.

L’Istat: matrimoni in calo, aumentano le convivenze

L’Istat: matrimoni in calo, aumentano le convivenzeMilano, 22 nov. (askanews) – Nel 2023 i matrimoni sono stati 184.207, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-2,6%); il calo è stato più consistente nel Mezzogiorno (-5,8%) rispetto al Nord (-0,3%), in posizione intermedia il Centro (-1,3%). I dati provvisori dei primi otto mesi del 2024 mettono in luce una ulteriore diminuzione (-6,7%), a conferma di un ridimensionamento della nuzialità che negli ultimi quarant’anni non ha conosciuto soste, al netto di alcuni momenti storici duranti i quali il numero dei matrimoni ha mostrato andamenti altalenanti in relazione a fenomeni di tipo congiunturale. A rilevarlo è il report “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi” dell’Istat.


Nel 2000 si rilevò un aumento dei matrimoni da collegare al desiderio di celebrare le nozze all’inizio del nuovo millennio. All’opposto, nel triennio 2009-2011, il calo fu particolarmente accentuato per il crollo delle nozze dei cittadini stranieri, scoraggiati dalle modifiche legislative volte a limitare i matrimoni di comodo. Inoltre, non va dimenticata la crisi economica del 2008 il cui impatto produsse effetti sui comportamenti nuziali delle coppie. Infine, nel 2020 si è assistito a un dimezzamento del numero dei matrimoni per effetto della pandemia da Covid-19 (e delle sue misure di contenimento) che ha visto molte coppie posticipare le nozze, in parte poi celebrate nel successivo biennio 2021-2022. Nel 2023 i 139.887 primi matrimoni mostrano, se confrontati con l’anno precedente, una diminuzione del 4,3%, più consistente rispetto a quella del totale dei matrimoni (-2,6%). Nel 2023 la quota dei primi matrimoni rispetto al totale delle celebrazioni è pari al 75,9%, evidenziando un netto calo anche rispetto al 79,4% del 2019 (anno in cui il numero di matrimoni totali era stato simile a quello del 2023). La diminuzione tendenziale dei primi matrimoni, al netto delle oscillazioni di breve periodo, è strettamente connessa alla progressiva diffusione delle libere unioni (convivenze more uxorio). Queste ultime sono più che triplicate tra il biennio 2000-2001 e il biennio 2022-2023 (da circa 440mila a più di 1 milione e 600mila), un incremento da attribuire soprattutto alle libere unioni di celibi e nubili. Sul piano tendenziale, uno dei motivi per il quale la primo-nuzialità in Italia arretra si deve alla trasformazione del processo di transizione alla vita adulta. Quest’ultima oggi segue percorsi diversi rispetto al passato, quando il motivo prevalente di uscita dal nucleo di origine era legato alla formazione di una nuova famiglia attraverso le nozze.


Secondo i dati dell’Indagine Famiglie e soggetti sociali (2016) tra le generazioni di uomini nate tra il 1982 e il 1986 la convivenza more uxorio è preferita al matrimonio (22,5% contro 21,8% di chi lascia la casa dei genitori entro i trent’anni); seguono le altre motivazioni quali, per esempio, lavoro, studio e autonomia. Tra le donne, l’uscita dalla famiglia di origine si concretizza in via preponderante tramite il matrimonio (40% tra le nate negli anni Ottanta), seguita dalla convivenza, con percentuali via via crescenti di generazione in generazione. Negli ultimi decenni, inoltre, il ridimensionamento numerico delle nuove generazioni, dovuto alla bassa fecondità, che dalla metà degli anni Settanta si è sempre mantenuta ben sotto il livello di sostituzione, sta producendo un effetto strutturale negativo sui matrimoni. Man mano che le generazioni più giovani, meno numerose di quelle dei genitori, entrano nella fase adulta della vita si riduce la numerosità della popolazione in età da matrimonio e, di conseguenza, anche a parità di propensione a sposarsi, cala inesorabilmente il numero assoluto di nozze.

ISS: in Italia continuano ad aumentare le nuove diagnosi di Hiv

ISS: in Italia continuano ad aumentare le nuove diagnosi di HivMilano, 22 nov. (askanews) – Continuano ad aumentare, dopo il picco negativo del 2020, le nuove diagnosi di Hiv in Italia. Secondo i dati appena pubblicati dal Centro Operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nel 2023 si è tornati vicini ai livelli pre Covid, i maschi nella fascia 30-39 anni si confermano il genere con una maggiore incidenza di nuove diagnosi, mentre è il Lazio la regione dove l’incidenza è maggiore.


“Questo trend è indicativo, e va di pari passo con l’andamento delle altre infezioni a trasmissione sessuale, che sono in aumento soprattutto tra i giovani” spiega Barbara Suligoi, che dirige il Centro, aggiungendo che “è necessaria una maggiore sensibilizzazione sia sulle norme di prevenzione che sull’accesso al test: dal 2015 è in continuo aumento la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (con bassi linfociti CD4 o con AIDS) e nel 2023, due terzi degli eterosessuali, sia maschi che femmine, e più della metà degli MSM scoprono di essere HIV positivi quando il loro sistema immunitario è già compromesso (valori di linfociti CD4 bassi), un segno che il contagio è avvenuto da diverso tempo e che la malattia è in fase avanzata”. Secondo quanto riferito dall’ISS, le nuove diagnosi di Hiv nel 2023 sono state 2.349, in aumento rispetto alle 2140 del 2022 e vicine alle 2.510 registrate nel 2019. Di queste oltre il 40% è avvenuta quando la conta dei linfociti CD4 era inferiore a 350, un valore che indica un arrivo tardivo alla diagnosi. Per quanto riguarda l’Aids le nuove diagnosi sono state lo scorso anno 532, in aumento rispetto alle 444 dell’anno precedente (nel 2019 erano state 647). Per i maschi la fascia 30-39 anni è quella che ha una maggiore incidenza di nuove diagnosi. Per quanto riguarda invece le donne la maggiore incidenza, sempre di nuove diagnosi, si vede nella fascia 20-29. A livello regionale la maggiore incidenza di nuove diagnosi si è avuta nel Lazio (5,5 ogni 100mila residenti), seguito da Umbria ed Emilia-Romagna (5,0). Quella minore invece si è vista in Veneto (1,1) e provincia di Trento (1,8). Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, il maggior numero di nuove diagnosi (672) è stato riscontrato in uomini che fanno sesso con gli uomini (“men who have sex with men” – MsM), seguiti da maschi eterosessuali (414) e femmine eterosessuali (182).


Il motivo principale di accesso al test è risultato la “sospetta patologia HIV correlata o sintomi HIV” nel 35% dei casi, seguita dai comportamenti sessuali a rischio (19,6%), mentre hanno scoperto la propria sieropositività per controlli di routine o in seguito a screening o campagne informative il 12,3% di coloro che hanno avuto una nuova diagnosi nel 2023. “Anche se, soprattutto grazie alle nuove terapie, l’Aids non rappresenta più l’emergenza sanitaria di qualche tempo fa, non dobbiamo spegnere i fari su questo problema” commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss, evidenziando che “occorre lavorare sulla prevenzione, soprattutto tra i giovani”.

La Consob: sotto i Bitcoin e le altre cripto non c’è nulla

La Consob: sotto i Bitcoin e le altre cripto non c’è nullaRoma, 22 nov. (askanews) – “I bitcoin e le altre criptovalute sono strumenti altamente speculativi. Sotto non c’è nulla. Non c’è un debitore. Se mai un giorno dovesse scoppiare la bolla, nessuno venga a chiedere risarcimenti alle Autorità o ai governi”. E’ questo il monito lanciato dal commissario Consob, Federico Cornelli, intervenuto in apertura del convegno su “Le scelte degli investitori italiani tra consulenza e sostenibilità”, tenutosi a Roma nella sede della Consob.


L’evento è stato l’occasione di un confronto tra addetti ai lavori su due studi pubblicati nei mesi scorsi dall’Autorità di regolamentazione e di vigilanza sui mercati finanziari: il Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane e il Rapporto sulla relazione consulente-cliente. Tra il 2022 e il 2023 – secondo quanto risulta dalla prima delle due indagini – è più che raddoppiata la percentuale di italiani intervistati che dichiara di avere criptovalute in portafoglio (dall’ 8% al 18%). Tuttavia, la scelta non è sempre associata ad un’effettiva conoscenza delle caratteristiche e dei rischi connessi con questo tipo di asset digitale.


Lo stesso studio evidenzia che i social network hanno ormai superato le testate della carta stampata e del web come fonte di informazione per orientarsi nelle proprie scelte di investimento. Il 36% degli intervistati attinge, infatti, dai social contro il 34% per cui la carta stampata è ancora il principale punto di riferimento. Ad informarsi sui social sono in particolare, secondo lo studio, i soggetti più vulnerabili: i giovani, le donne, le persone a più basso grado di alfabetizzazione finanziaria e con minori disponibilità. La Consob, come anche altre fra le principali Autorità di vigilanza nazionali e internazionali, ha ripetutamente messo in guardia in passato contro le insidie connesse con l’acquisto di criptovalute, che può comportare anche la perdita di tutto il capitale impegnato.


“Per il futuro, posto il ruolo cruciale dell’educazione finanziaria, dobbiamo fare uno sforzo maggiore – ha osservato il segretario generale della Consob, Nadia Linciano, a conclusione dei lavori – per rafforzare e ampliare i canali attraverso cui veicoliamo i nostri contenuti, per raggiungere una platea sempre più vasta”.