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Saldi, Confcommercio: ne approfitterà il 63,8% dei consumatori

Saldi, Confcommercio: ne approfitterà il 63,8% dei consumatoriRoma, 4 gen. (askanews) – Il 63,8% dei consumatori acquisterà durante i saldi (-1,2 punti percentuali rispetto allo scorso anno), un rito che rappresenta soprattutto un’occasione per comprare articoli a cui si pensava da tempo o che altrimenti non ci si potrebbe permettere; tra chi non approfitterà dei saldi, uno su due lo farà per risparmiare e uno su tre per il peggioramento della propria situazione economica. Questi i principali risultati dell’indagine sui saldi invernali 2024 realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research.

Capi di abbigliamento (95,2%) e calzature (86,3%) si confermano in cima alle preferenze, seguiti dagli accessori (46%), mentre pelletteria e articoli di valigeria registreranno i maggiori incrementi rispetto allo scorso anno (+7,8 punti percentuali); l’85% dei consumatori destinerà un budget di spesa inferiore ai 200 euro, sostanzialmente in linea con lo scorso anno; i negozi di fiducia si confermano il canale di acquisto preferito (47,6%) seguiti dall’online (38,7%); per un consumatore su due i cambiamenti climatici stanno condizionando le proprie abitudini di acquisto. Quanto alle imprese del commercio al dettaglio, circa il 60% ritiene che il numero dei clienti che entreranno in negozio per i saldi sarà simile allo scorso anno, mentre il 21,5% prevede una presenza minore di clienti soprattutto per motivi di risparmio; per incrementare il proprio business il 79% delle imprese ha realizzato campagne di vendita sui social e il 30% attività di e-mail marketing; i network più utilizzati per attività di business sono Facebook (94,9%) e Instagram (89,2%).

PHB, vent’anni di contemporaneo e visoni: da Kiefer al futuro

PHB, vent’anni di contemporaneo e visoni: da Kiefer al futuroMilano, 4 gen. (askanews) – Vent’anni fa un enorme ex spazio industriale a Milano accolse una delle più incredibili installazioni di arte contemporanea d’Europa, ma in pochi lo sapevano. Nato per custodire le torri fantascientifiche de I sette palazzi celesti di Anselm Kiefer, da quella lezione artistica e spaziale due decenni dopo Pirelli HangarBicocca ha imparato a essere un luogo di ricerca, di cultura, di sperimentazione e contaminazione complessa. Ha trovato un posto stabile nella vita di Milano e rappresenta un polo culturale della città, che ora tutti conoscono. La storia di questi vent’anni, dal 2004 al 2024, è la storia di un cambiamento, di una crescita, di una presa di consapevolezza di un’azienda e di un’istituzione culturale. È anche il racconto del modo in cui una grande impresa globale, che crede nella sostenibilità sociale, ha giocato sullo scacchiere geopolitico con la cultura, quasi sempre con risultati di prim’ordine.

Dal custodire i Palazzi di Kiefer, lo ha detto lo stesso presidente del museo, Marco Tronchetti Provera, si è poi passati ad allargare il campo, a diventare interpreti del contemporaneo attraverso una serie di mostre che dal 2012 hanno cambiato la percezione di Milano nel mondo dell’arte, insieme anche alla nascita e alla crescita di Fondazione Prada, come scrisse pure il New York Times. E riguardare oggi a quanto accaduto in Pirelli HangarBicocca significa ripensare a mostre straordinarie come quella dedicata all’artista brasiliano Cildo Meireles, le cui installazioni ambigue hanno occupato magistralmente lo spazio sentimentale del museo, oppure la meravigliosa, semplice e commovente canzone che veniva intonata da Ragnar Kjartansson e dalla sua band nella mostra-installazione “The Visitors”, o ancora i mondi di luce, cinema e suoni, “senza opere” di Philippe Parreno, la cui esposizione a nostro avviso è probabilmente la più importante realizzata in HangarBicocca insieme a quella dedicata a Juan Munoz e alla sua rivoluzionaria idea di scultura e luogo, e forse anche a quelle mitiche su Mike Kelley e Joan Jonas e poi ancora la bolla spazio temporale di Tomas Saraceno… Insomma, decidere è forse impossibile, per fortuna.

Certo, poi nella memoria restano anche le magnifiche retrospettive sugli ambienti di Lucio Fontana e gli igloo di Mario Merz, ma forse l’ultima volta in cui finora lo spazio difficilissimo delle grandi Navate dell’Hangar è stato davvero compreso fino in fondo è stata la mostra di Maurizio Cattelan, che le ha lasciate vuote, riempiendo però le pareti e i soffitti con i suoi celebri piccioni. Era poesia, anche se forse non tutti l’hanno sentita. Il bello di Pirelli HangarBicocca, però è anche lo spazio di incertezza e a volte di straniamento che lascia al suo pubblico. In questo senso, nel non offrire interpretazioni precostituite, c’è la forza del museo, che, come le giostre lentissime o i corridoi bui di Carsten Holler ci invita a un’esperienza che non è mai facile né banale, ma alla fine c’è la possibilità di uscirne arricchiti. (Leonardo Merlini)

Fip Rise Australian Open, la leggenda Pat Rafter debutta nel padel

Fip Rise Australian Open, la leggenda Pat Rafter debutta nel padelRoma, 3 gen. (askanews) – Scorrendo l’entry list del Fip Rise Australian Open, torneo di padel che apre il Cupra Fip Tour 2024, alla riga 12 c’è un nome che salta all’occhio più degli altri. Patrick Rafter. Sì, proprio lui, la leggenda del tennis, vincitore di due edizioni dello US Open consecutive (1997 e 1998) e protagonista di due finali a Wimbledon, una delle quali memorabile giocata di lunedì e persa 9-7 al quinto set contro la wild card Goran Ivanisevic. E mentre il croato è in Australia al seguito di Novak Djokovic, Rafter – che oggi ha 51 anni – è pronto a cimentarsi con il padel.

Sarà Sidney, si legge in una nota, a ospitare il torneo, con Rafter – che ovviamente non ha punteggio nel ranking Fip – che giocherà in coppia con il connazionale Luke Morland, che di punti ne ha 2 ed è numero 954 del mondo. Ma c’è da giurarci, il pubblico sarà tutto per loro. Rafter, dopo aver chiuso la sua carriera agonistica – tra i successi, anche la Coppa Davis del 1999, anno in cui divenne per una settimana numero 1 del ranking ATP -, vive lontano dai riflettori: cercando sui social, non esistono profili Instagram collegati al suo nome, così come rare sono state le interviste rilasciate. Indimenticati, però, il suo gioco d’attacco, il suo serve and volley (che potrebbe fargli comodo nel padel) e anche la crema solare applicata sotto gli occhi e sul naso. La curiosità di vederlo all’opera nel padel è enorme, e non sarà il primo giocatore di tennis arrivato in fondo a uno Slam a cimentarsi con la ‘pala’: è già successo con il polacco Jerzy Janowicz, semifinalista a Wimbledon nel 2013 e stabilmente nel circuito FIP di padel. Adesso tocca a Rafter.

Parlamento riapre il 9 gennaio, tra Piano Mattei e riforma Autonomia

Parlamento riapre il 9 gennaio, tra Piano Mattei e riforma AutonomiaRoma, 3 gen. (askanews) – Le aule parlamentari riapriranno il 9 gennaio dopo la pausa delle festività natalizie, anche se la Camera con il via libera alla legge di bilancio ha dovuto accorciare il suo tradizionale stop e lavorare anche negli ultimi giorni di dicembre. Si riparte a Montecitorio con il decreto Piano Mattei, mentre Palazzo Madama, dalla settimana successiva, entrerà nel vivo dell’esame della riforma sull’autonomia differenziata.

La Camera dei deputati è in realtà convocata già giovedì 4 al mattino per “comunicazioni del Presidente”, Lorenzo Fontana, che annuncerà l’arrivo del decreto Milleproroghe. E’ poi prevista il 10 gennaio una conferenza dei capigruppo per mettere a punto i lavori del mese di gennaio. Il primo provvedimento all’ordine del giorno alla ripresa il 9 gennaio sarà il dl Piano Mattei, alle 11 inizierà la discussione generale e a seguire i voti sugli emendamenti, possibile venga posta la fiducia e votata in settimana. Mercoledì 10 a Montecitorio si terranno dalle 9,30 alle 13,30 le comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sugli aiuti all’Ucraina, ci sarà un voto sulle risoluzioni presentate. Alle 15, poi, il consueto question time. In calendario ci sono anche la proposta di legge sugli illeciti agroalimentari e la riforma della prescrizione.

In commissione prosegue l’esame del ddl sul Protocollo con l’Albania per la gestione dei migranti, in settimana sono previste diverse audizioni. Il Senato riaprirà martedì 9 nel pomeriggio con una conferenza dei capigruppo che definirà il calendario d’Aula e quindi alle 17 il presidente Ignazio La Russa ne comunicherà l’esito all’assemblea. Al momento all’ordine del giorno di mercoledì 10, alle 10, c’è la riforma del Regolamento del Senato per l’introduzione di una disposizione transitoria per l’integrazione del Consiglio di Presidenza nella XIX legislatura, è richiesto il voto a maggioranza assoluta dei componenti del Senato. Mentre la settimana seguente si entrerà nel vivo dei lavori con l’esame del disegno di legge del governo sull’autonomia differenziata.

In commissione Affari costituzionali riprenderà l’esame della riforma costituzionale sul premierato.

Da Conte 10 domande a Meloni, dal Pnrr alla guerra in Ucraina

Da Conte 10 domande a Meloni, dal Pnrr alla guerra in UcrainaRoma, 3 gen. (askanews) – “Presidente Meloni, alcune testate giornalistiche si sono già affrettate ad anticipare un buon numero di domande in vista della conferenza stampa di domani. Evidentemente è ormai diffusa la percezione che Lei si sottragga al confronto e lasci nella sostanza senza risposta molti quesiti. Anche noi, quale forza di opposizione, lamentiamo gli scarsi momenti di confronto in Parlamento. Le saremmo grati, pertanto, se rispondendo alle domande dei giornalisti potesse cogliere l’occasione per chiarire anche i seguenti punti”. Lo scrive su facebook il presidente del M5s Giuseppe Conte elencando dieci domande rivolte alla premier, che spaziano dal caso degli spari di Capodanno del deputato di Fdi Emanuele Pozzolo al Superbonus, dal Pnrr alla legge-bavaglio, dal Patto di Stabilità alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente.

1. – Immaginiamo che sul caso Pozzolo non avrà difficoltà a intervenire, visto che non è membro di governo. Ma quando era all’opposizione molte volte ha invocato le dimissioni di membri di governo per comportamenti di certo meno gravi rispetto a quelli posti in essere da alcuni suoi ministri e sottosegretari. Perché ha cambiato idea sul fatto che esiste una responsabilità politica da tenere distinta rispetto alla responsabilità penale? Perché ha deciso di far prevalere la solidarietà di partito o di coalizione rispetto al principio della ‘disciplina e onore’ di cui all’art. 54 Cost.? 2. – I sondaggi segnalano che è aumentata la preoccupazione dei cittadini per la sicurezza. Lei ha sempre sostenuto che vi sia un collegamento – mai dimostrato – tra ingressi ‘irregolari’ di migranti e aumento della insicurezza. Dunque adesso, per coerenza con questo suo pensiero, ritiene che il record di sbarchi del 2023 (oltre 153.000) abbia aumentato l’insicurezza per i cittadini?

3. – Lei ha individuato nel Superbonus il capro espiatorio per giustificare la sua incapacità di costruire una manovra espansiva. Ha mai rimproverato i vari esponenti di Fratelli d’Italia che nel corso degli anni hanno assunto iniziative parlamentari (emendamenti, odg etc.) per prorogare questa misura o ampliarne l’applicazione? Perché, quando parla del Superbonus fa riferimento solo al costo ma omette di riferire che nel solo anno 2023 ha contribuito a generare 28 miliardi di extra-gettito fiscale, che si sommano ai 100 miliardi di extra-gettito fiscale prodotti nel biennio 2021-2022? E perché, in generale, non parla mai dei ritorni non solo diretti, ma anche indiretti e indotti? 4. – Perché non ha speso una parola sul fallimento in Europa sul Patto di stabilità? Il nuovo Patto di stabilità costerà all’Italia tagli per oltre 12 miliardi l’anno (stima Istituto Bruegel). Come pensa di prorogare il taglio del cuneo fiscale per il 2025? Introdurrà nuove tasse o taglierà ulteriormente la spesa sociale, dopo aver fatto cassa per 1,7 miliardi all’anno (dato Bankitalia) sulla lotta alla povertà privando 400mila famiglie del Reddito di cittadinanza?”, chiede Conte. (Segue).(Segue) “5. – Quando parla del Pnrr – prosegue il leader del M5s rivolgendosi idealmente alla premier Meloni – si vanta delle rate sin qui versate dell’Unione europea. Ma al di là di questo, può dire con chiarezza a che punto siamo con l’attuazione dei progetti, quanti ritardi stiamo accumulando e quanto e come sono stati ridimensionati progetti importanti per lo sviluppo sociale del Paese?.

6. – L’Istat nei giorni scorsi ha certificato che ottobre 2023 è stato il nono mese consecutivo di calo della produzione industriale. Di fronte a questo prolungato crollo perché ha cancellato tutte le misure di sostegno e di rilancio della competitività delle imprese? Perché non ha previsto nessuna forma di investimento per le nostre aziende, ma addirittura le ha caricate di nuovi costi obbligandole a contrarre polizze assicurative contro i rischi catastrofali? 7. – Reputa giusta questa legge-bavaglio che impedirà la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare? E’ consapevole che se questa legge fosse già in vigore l’opinione pubblica non sarebbe informata sui dettagli della vicenda che riguarda Tommaso Verdini e gli appalti Anas?

8. – Qual è la vera ragione che l’ha spinta a rimangiarsi la norma sulla tassazione degli extra-profitti bancari, dopo averla annunciata con toni trionfalistici? Di fatto, rinunciando ai 2 miliardi di queste nuove entrate ha poi scaricato 2 miliardi di nuove tasse sui cittadini. 9. – Lei, prima Presidente del Consiglio donna, ha di fatto cancellato una misura come Opzione donna e raddoppiato dal 5% al 10% l’Iva su assorbenti e prodotti per l’infanzia. Non pensa sia ipocrita raccomandare alle donne di fare figli e poi penalizzarle con le vostre politiche? E’ consapevole che il suo ‘no’ al salario minimo legale ha precluso al 23,3% di lavoratrici di vedere aumentato il proprio stipendio (fonte Inapp)? 10. – Parlando coi comici russi ha detto di avere un’idea per porre fine alla guerra russo-ucraina che intende tirare fuori al momento utile. Quante morte e distruzioni dobbiamo ancora attendere prima di vederla all’opera con questo sforzo diplomatico? A Gaza il numero dei morti civili palestinesi – tra cui molte donne e bambini – ha ormai superato i 20.000. Qual è il numero che la convincerà a condannare con la massima fermezza l’azione militare che sta conducendo il governo israeliano?”, conclude Conte.

Arera: bolletta del gas in calo del -6,7% per i consumi di dicembre 2023, finisce il mercato tutelato

Arera: bolletta del gas in calo del -6,7% per i consumi di dicembre 2023, finisce il mercato tutelatoRoma, 3 gen. (askanews) – Bolletta del gas in calo del -6,7% per i consumi di dicembre 2023 per la famiglia tipo (con consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui). Lo ha stabilito l’Arera, l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente che ricorda come “con la fine della tutela gas dal 2024, l’Autorità aggiorna per l’ultima volta le bollette dei clienti domestici che non hanno ancora scelto il mercato libero”.

In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (gennaio – dicembre 2023) è di 1.307 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 29,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (gennaio – dicembre 2022). “In futuro sarà aggiornata mensilmente la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento applicata ai clienti del Servizio di tutela della vulnerabilità, attivo per circa 2,5 milioni di famiglie, con gli stessi criteri, tempi e modalità finora utilizzati”, ricorda l’Authority.

La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento, applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da Arera come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di dicembre, che ha visto le quotazioni all’ingrosso scendere rispetto a quelle registrate a novembre, il prezzo della sola materia prima gas, per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari 36,30 euro/MWh. La variazione complessiva pari a -6,7% per la famiglia tipo per il mese di dicembre, è determinata interamente dalla diminuzione della spesa per la materia gas naturale. Rimangono invece invariati gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura.

Si ricorda che per il gas, come per la gestione calore e teleriscaldamento, sono confermati per dicembre come per tutto il 2023 l’azzeramento degli oneri generali e la riduzione Iva al 5%, con un ritorno di quest’ultima alle normali aliquote a partire dal mese di gennaio 2024.

Bollette, Arera: gas -6,7% consumi dicembre 2023, finisce mercato tutelato

Bollette, Arera: gas -6,7% consumi dicembre 2023, finisce mercato tutelatoRoma, 3 gen. (askanews) – Bollletta del gas in calo del -6,7% per i consumi di dicembre 2023 per la famiglia tipo (con consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui). Lo ha stabilito l’Arera, l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente che ricorda come “con la fine della tutela gas dal 2024, l’Autorità aggiorna per l’ultima volta le bollette dei clienti domestici che non hanno ancora scelto il mercato libero”.

In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (gennaio – dicembre 2023) è di 1.307 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 29,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (gennaio – dicembre 2022). “In futuro sarà aggiornata mensilmente la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento applicata ai clienti del Servizio di tutela della vulnerabilità, attivo per circa 2,5 milioni di famiglie, con gli stessi criteri, tempi e modalità finora utilizzati”, ricorda l’Authority.

La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento, applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da Arera come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di dicembre, che ha visto le quotazioni all’ingrosso scendere rispetto a quelle registrate a novembre, il prezzo della sola materia prima gas, per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari 36,30 euro/MWh. La variazione complessiva pari a -6,7% per la famiglia tipo per il mese di dicembre, è determinata interamente dalla diminuzione della spesa per la materia gas naturale. Rimangono invece invariati gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura.

Si ricorda che per il gas, come per la gestione calore e teleriscaldamento, sono confermati per dicembre come per tutto il 2023 l’azzeramento degli oneri generali e la riduzione Iva al 5%, con un ritorno di quest’ultima alle normali aliquote a partire dal mese di gennaio 2024.

Stellantis, in 2023 quota mercato italiano veicoli commerciali a 45,5%

Stellantis, in 2023 quota mercato italiano veicoli commerciali a 45,5%Roma, 3 gen. (askanews) – Anche nel 2023 i veicoli commerciali Stellantis hanno confermato la propria leadership nel mercato italiano. In base all’elaborazione dei dati forniti da Dataforce, Stellantis ha chiuso lo scorso anno con una quota del 45,5% e volumi di vendita a oltre 88.600 unità (+21% sul 2022). Fiat Professional è stato il brand che ha realizzato la miglior performance con una quota del 26,1%. Il Fiat Professional Ducato, in particolare, prodotto nello stabilimento di Atessa (Chieti), ha registrato un forte incremento della propria quota nel segmento di appartenenza, +9,9%, attestandosi al 29,3%. Nello stesso segmento, considerando anche Peugeot Boxer, Citroën Jumper e Opel Movano, tutti veicoli prodotti sempre ad Atessa, la quota di Stellantis è salita al 43,8%, con una crescita del 7,2%.

“Da sottolineare che l’85% dei veicoli prodotti ad Atessa sono esportati a livello internazionale a testimonianza dell’importanza dello stabilimento italiano che rappresenta uno dei pilastri cruciali della strategia Pro One con cui Stellantis ha l’obiettivo di raggiungere la leadership globale con i sei marchi iconici del gruppo: Citroën, Fiat Professional, Opel, Peugeot, Ram e Vauxhall”, spiega la società in una nota. Un dominio che si rafforza nel settore dei veicoli commerciali elettrici dove Stellantis nel 2023 ha ottenuto il 47,5% di quota di mercato. Il marchio che ha registrato il risultato migliore è stato Opel con una quota del 22,1%. Seguono Fiat Professional, Citroën e Peugeot con quote rispettivamente dell’11,9%, del 6,9% e del 6,5%.

“Anche nel 2023 – ha sottolineato Gianluca Zampese, direttore della Business unit Veicoli commerciali di Stellantis in Italia – abbiamo rafforzato la nostra leadership grazie al sostegno di una rete di vendita che offre le soluzioni migliori per tutti i nostri clienti. Stiamo lavorando nella direzione giusta e la commercializzazione quest’anno della nuova gamma dei veicoli commerciali dei vari brand, insieme alla strategia Stellantis Pro One che supporta la crescita del nostro settore a livello mondiale, potrà darci ulteriori soddisfazioni in un mercato particolarmente importante per il nostro gruppo a livello europeo”.

Ryanair ridurrà tariffe dopo rimozione vendite siti non autorizzati

Ryanair ridurrà tariffe dopo rimozione vendite siti non autorizzatiRoma, 3 gen. (askanews) – Ryanair annuncia che ridurrà “ove necessario” le proprie tariffe per incoraggiare tutti i passeggeri a prenotare direttamente sulla propria piattaforma dopo la rimozione delle vendite dei suoi voli da parte dei siti non autorizzati.

“Anche se questi OTA (Online travel agencies ndr.) non autorizzati – prosegue la compagnia aerea – rappresentano solo una piccola parte delle prenotazioni di Ryanair, prevediamo che l’improvvisa rimozione dei nostri voli da questi siti web ridurrà il load factor a breve termine dell’1% o del 2% nei mesi di dicembre e gennaio per questo rispondiamo mettendo a disposizione dei consumatori tariffe più basse”. “Nel frattempo- conclude la compagnia – Ryanair continua a rendere le sue tariffe disponibili a siti web onesti e trasparenti come Google Voli, che non aggiungono ricarichi nascosti ai prezzi Ryanair e che indirizzano i passeggeri a effettuare le loro prenotazioni direttamente sul sito Ryanair.com”.

Caccia, Oipa: Commissione Europea censura “norme Far West” Italia

Caccia, Oipa: Commissione Europea censura “norme Far West” ItaliaRoma, 3 gen. (askanews) – La Commissione Europea ha accolto le osservazioni su quanto previsto in materia venatoria dalla legge di bilancio n. 197/2022 e ha chiuso la procedura Pilot cui seguirà procedura d’infrazione contro l’Italia se la normativa non sarà modificata. Lo comunica l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che rende nota la lettera inviata dal Ministero per gli Affari europei ai Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura in cui “s’invitano le Amministrazioni a valutare le iniziative più opportune volte a prevenire l’avvio di una procedura d’infrazione”.

In caso di procedura di infrazione, la sanzione costerà a tutti gli italiani circa 8 mila euro al giorno fino a quando il Governo non si adeguerà alla normativa europea sulla tutela dell’ambiente e della biodiversità. Sotto la lente della Commissione -sottolinea Oipa – sono finiti i commi 447 e 448 dell’articolo 1 della legge poiché l’Italia non ha eliminato l’incertezza giuridica introdotta dalla legge, che continua a rappresentare un problema di conformità con le Direttive europee Uccelli e Habitat, spiega l’Oipa, quindi, come si legge nella nota, “la Commissione intende proporre l’avvio di una procedura d’infrazione”.

In particolare, il comma 447 concede alle Regioni la facoltà di provvedere al controllo e, se necessario, autorizzare piani di controllo numerico, mediante abbattimento o cattura, delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia come le aree protette, e nei periodi dell’anno in cui la caccia è vietata. L’Oipa fa notare come tali previsioni determino una mattanza indiscriminata della fauna mettendo inoltre a rischio la pubblica sicurezza e incolumità. Ogni anno, a fine stagione venatoria, si contano morti e feriti anche tra gli umani, cacciatori e non. Permettere battute di caccia in aree protette, in città e in qualsiasi giorno dell’anno può peggiorare il fenomeno.

«Auspichiamo che i Ministeri vogliano mettere mano alla materia quanto prima per evitare la censura europea», dichiara il responsabile per la fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza. «Vanno riviste subito le norme che trasformano l’Italia in uno scenario da Far West dove i cacciatori possono intervenire sempre e ovunque, anche nei parchi e nelle aree urbane. L’Europa ha messo sotto osservazione l’Italia, che i ministri evitino l’ennesima figuraccia dell’Italia in tema di ambiente e biodiversità».