Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ryanair, traffico passeggeri dicembre +9%, nel 2023 +13% a 181,8 mln

Ryanair, traffico passeggeri dicembre +9%, nel 2023 +13% a 181,8 mlnRoma, 3 gen. (askanews) – Ryanair a dicembre ha trasportato 12,54 milioni di persone, con una crescita del nove per cento rispetto agli 11,52 milioni di dicembre 2022 e un fattore di carico del 91% dal 92% un anno prima. Lo rende noto la stessa compagnia aerea low cost irlandese precisando che a dicembre ha operato oltre 72.500 voli, mentre oltre 900 voli sono stati cancellati a causa del conflitto tra Israele e Gaza.

Nell’intero 2023 Ryanair ha trasportato 181,8 milioni di persone, il 13% in più rispetto ai 160,4 milioni del 2022, per un load factor del 94% dal 92%.

Degni: il mio post? La verità è che il Parlamento non si esprime più

Degni: il mio post? La verità è che il Parlamento non si esprime piùRoma, 3 gen. (askanews) – “Più ci penso e più sento di aver fatto la scelta giusta. Non mi sembra” che il post messo sotto accusa dai partiti di maggioranza “contenesse cose particolari. Ho solo espresso il rammarico perché l’opposizione avrebbe potuto sfruttare di più gli strumenti del diritto parlamentare per marcare meglio la maggioranza sulla manovra”. Così, in un’intervista su ‘La Stampa’, il consigliere della Corte dei Conti, Marcello Degni, il quale in un post su X ha scritto che l’approvazione della manovra è stata “un’occasione persa” perché “c’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio” e perché “potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”.

Il centrodestra chiede le sue dimissioni perché ha tradito l’imparzialità che dovrebbe contraddistinguere il ruolo di un magistrato. “Esiste un dibattito su questo. Io credo che un magistrato abbia il diritto di esprimere le sue posizioni purché non si trovi di fronte a una questione che incide su una sua azione diretta e purché lo faccia in modo rispettoso come ho fatto io argomentando su una questione di cui mi occupo”, risponde Degni.“Dall’opposizione mi sarei aspettato la presentazione di mille emendamenti che avrebbero costretto il governo a decidere il voto di fiducia. In quel caso ci sarebbe stato un dibattito e si potevano sfruttare tutti gli spazi per rallentare l’approvazione della manovra. La maggioranza sarebbe stata costretta a rinunciare al cenone per approvare in tempo la legge di bilancio – e in alcuni casi a dire la verità sarebbe stato anche preferibile – ma si poteva sollevare la questione di un metodo che da anni non dà al Parlamento la possibilità di esprimersi”, sottolinea. “La mia era una critica riferita al metodo non al contenuto della manovra. E non era una critica nei confronti soltanto di questo governo”. Sulla manovra ci “dovrebbe essere una discussione articolo per articolo, pacata, con i 183 programmi di cui è strutturata” mentre “in questo modo si svilisce il ruolo del Parlamento”.

Sulla Corte dei Conti che ha preso le distanze dalle sue parole, Degni puntualizza: “vedremo quali saranno le valutazioni del Consiglio. Io mi sono espresso come Marcello Degni non come giudice della Corte dei Conti”. 

Giornali sempre più difficili da trovare, perse 2.700 edicole in 4 anni

Giornali sempre più difficili da trovare, perse 2.700 edicole in 4 anniRoma, 3 gen. (askanews) – La crisi dell’editoria è anche la crisi dei “giornalai”. In quattro anni, sono sparite quasi 2.700 edicole in tutto il Paese, di cui 2.327 erano imprese individuali. Una perdita secca superiore al 16% (-18,6% considerando le sole ditte individuali), con tassi di variazione anche a doppia cifra in tante province, a partire da Isernia, che ha visto chiudere oltre un terzo delle unità locali, Trieste che registra un -31,1%, Ancona che supera il -30%.

L’elaborazione, realizzata da Unioncamere-InfoCamere sui dati del registro delle imprese, mostra che, in pratica, solo Bolzano e Sondrio, grazie all’apertura di una nuova edicola nel quadriennio, vedono crescere questa tipologia di impresa, mentre Oristano mantiene tutte le sue 51 rivendite di giornali. A fine settembre scorso, comunque, i punti vendita di giornali e periodici contavano su circa 13.500 localizzazioni, mentre a settembre 2019 erano oltre 16mila. In valori assoluti, sono i lettori di quotidiani soprattutto di Roma che oggi devono fare i conti con la rarefazione dei “giornalai”: nel territorio provinciale ne sono rimasti 1.138, 303 in meno di quattro anni fa (-21%). Anche a Torino, però, giornali e riviste sembrano andare parecchio meno di moda. Qui oggi si contano 501 rivendite, 138 in meno di settembre 2019 (-21,6%), mentre Milano ne perde 129 (-11,9%), scendendo così sotto le mille edicole.

La riduzione delle rivendite non è solo un danno per quanti continuano a preferire aggiornarsi sulla carta stampata piuttosto che su strumenti digitali, è anche un peccato sotto il profilo della crescita della componente femminile e giovanile nell’impresa. Considerando le quasi 12mila imprese registrate a fine settembre (al netto, quindi, delle unità locali aggiuntive), 4.450 risultano essere femminili e 701 giovanili. Ciò significa che il mestiere dell’edicolante piace molto alle imprenditrici, che in quest’ambito rappresentano più del 37% del totale delle imprese registrate, con una presenza, quindi, ben più consistente di quanto avvenga considerando il totale delle imprese (di cui le imprese femminili rappresentano circa il 22%). Le edicole guidate da donne, però, si sono ridotte nel quattro anni anche di più della media nazionale del settore, perdendo quasi 1.100 imprese (-19,6%). Questa attività, invece, sembra piacere poco ai giovani under 35, ai quali oggi appartiene solo il 5,9% delle edicole attive nei territori italiani, 528 in meno di quattro anni fa (-43%).

PA, sviluppata app per candidarsi dal proprio smartphone

PA, sviluppata app per candidarsi dal proprio smartphoneRoma, 3 gen. (askanews) – Il portale del reclutamento nella Pubblica amministrazione inPa diventa anche una App Mobile disponibile su Play Store e App Store. L’applicazione è stata sviluppata dal Dipartimento della Funzione pubblica, su indicazione del ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, anche in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli.

“L’introduzione della digitalizzazione nella Pa non è un fine in sé, ma un mezzo per attuare i principi della buona amministrazione – sottolinea il ministro Zangrillo -. La nuova app si aggiunge agli strumenti informatici già a disposizione dei cittadini. Una soluzione al passo con i tempi e che mette a disposizione di tutti, gratuitamente e in modo capillare, anche la conoscenza e la ricerca delle opportunità di lavoro pubblico anche attraverso lo smartphone, strumento di accesso ormai quotidiano a decine di servizi digitali offerti dalle PA”. I bandi di concorso e gli avvisi di ricerca di professionisti ed esperti pubblicati sulla piattaforma online inPA sono più di 13 mila. Ad oggi, il Portale inPA raccoglie oltre 7 milioni di profili professionali, anche in virtù delle intese firmate con il mondo delle professioni, ordinistiche e non ordinistiche, ed estende il suo perimetro di ricerca alla platea dei 16 milioni di iscritti a LinkedIn Italia. Un numero che, in questa fase di incremento straordinario dei reclutamenti, è destinato a crescere ancora proprio grazie alla nuova app.

“La modernizzazione della Pubblica amministrazione passa dalla capacità di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per offrire servizi sempre al passo con i tempi – conclude Zangrillo -. Questo strumento ci consentirà di migliorare ancora nel reclutamento delle competenze necessarie, oggi più che mai, ad affrontare e vincere le sfide che abbiamo di fronte”.

Meloni: dopo 70 anni la Rai resta oggi garanzia di pluralismo e democrazia

Meloni: dopo 70 anni la Rai resta oggi garanzia di pluralismo e democraziaRoma, 3 gen. (askanews) – “Settant’anni fa la Rai iniziava le sue trasmissioni e da quel momento non ha mai cessato di accompagnare il processo collettivo di crescita e cambiamento culturale, sociale e civile. Colgo l’occasione di quest’importante anniversario per ringraziare la Rai del lavoro che da 70 anni svolge nel narrare la nostra Nazione. Oggi il Servizio Pubblico radiotelevisivo e multimediale, pur in un mercato fortemente diversificato, resta garanzia di pluralismo e democrazia, e trova ancora il suo fondamento nella vocazione di settant’anni fa”. E’ quanto dichiara la premier Giorgia Meloni.

Riforme, La Russa: non serve premier di scorta. Tenere 3 senatori a vita

Riforme, La Russa: non serve premier di scorta. Tenere 3 senatori a vitaRoma, 3 gen. (askanews) – Il premier ‘di scorta’, che entrerebbe in gioco in caso di caduta del primo premier “è un’ipotesi di scuola messa nella riforma più per accontentare tutte le forze politiche coinvolte che non nella previsione che si realizzi. Ad oggi non vedo possibile che un premier, leader del primo partito di maggioranza, lasci palazzo Chigi e il suo partito accetti una soluzione diversa dal ritorno al voto”. Così, in un’intervista su ‘La Stampa’, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il quale ha aggiunto: “se ci fosse un emendamento che legasse la caduta di un premier al necessario ritorno alle urne, non mi straccerei le vesti. Ma un secondo premier nella stessa legislatura resterà una ipotesi pressoché irrealizzabile”.

Quanto alla cancellazione dei senatori a vita eletti dai presidenti della Repubblica, La Russa ha spiegato che la ratio è legata alla “riduzione dei parlamentari. Più piccolo è il Parlamento, più pesano i senatori a vita” ma precisa che “se ci fosse un emendamento che anziché abolirli li riducesse a 2, massimo 3, ma senza il potere di votare fiducia o sfiducia al governo, non mi sentirei di condannarlo, anche per coerenza con me stesso”, avendo presentato una proposta di legge nella scorsa legislatura in cui si prevedeva “che non avrebbero dovuto avere diritto di voto nelle mozioni di fiducia o di sfiducia al governo”. Sulla riforma del premierato, il presidente del Senato ha precisato: “forse mi sono spiegato male. Non è peggiorato il testo. È che nel programma elettorale, parlavamo di presidenzialismo. Insomma, volevamo qualcosa di più del premierato in tema di democrazia diretta. Trovo comunque sia stato saggio tentare di portare un testo il meno invasivo possibile. Sarà pure qualcosa di minore rispetto al presidenzialismo, ma non considero un errore la strada che la ministra Casellati ha scelto. La verità è che le buone mediazioni hanno il pregio di non accontentare né scontentare del tutto nessuno”.

La Russa ha ribadito poi di ritenere che le prerogative del presidente della Repubblica non vengano intaccate dal premierato perché, “vengono ridotte solo quelle che, per prassi e non per la Costituzione, il Capo dello Stato ha dovuto meritoriamente svolgere in questi anni, quando mancavano le maggioranze parlamentari. Di fatto quando c’è stata una situazione con maggioranze chiare, il Capo dello Stato non ha mai dovuto sopperire all’inadeguatezza delle forze politiche per tenere in piedi una legislatura. Quando negli ultimi tempi, invece, questo non c’è stato, è toccato giustamente al Capo dello Stato a trovare soluzioni per superare lo stallo. Con il premierato, però, non esisteranno più maggioranze incerte: sarà il popolo che decide il premier e qualora mancasse una maggioranza si tornerebbe a votare”. “Nessuna riduzione di potere del Presidente, dunque, nemmeno di quelli acquisiti per prassi, ma solo il venir meno, grazie alla riforma ora proposta, della necessità di riparare urgenze politiche dovute alla mancanza di maggioranza chiara”, ha concluso La Russa.

Il Papa: la guerra è una pazzia. Preghiamo per i popoli colpiti dai conflitti

Il Papa: la guerra è una pazzia. Preghiamo per i popoli colpiti dai conflittiCittà del Vaticano, 3 gen. (askanews) – Papa Francesco nella sua prima udienza generale del nuovo anno è tornato a pregare per la pace nel mondo e per i popoli colpiti dai conflitti. Al termine dell’udienza nell’Aula Paolo VI in Vaticano, Francesco ha ricordato che “la guerra è una pazzia sempre, la guerra è una sconfitta sempre”, invitando i tanti fedeli riuniti nel incontrarlo a pregare perchè cessino i conflitti che insanguinano “Palestina, Israele, Ucraina e tanti altri posti dove c’è la guerra. “E non dimentichiamo i nostri fratelli che sono perseguitati nel Rohingya”, ha poi aggiunto.

Poco prima, salutando i pellegrini di lingua polacca, il Papa aveva detto: “Fratelli e sorelle, alla soglia di un nuovo anno, doniamo la nostra vita a Dio. Preghiamo che ci conceda un cuore sensibile alle necessità dei poveri, rifugiati e vittime della guerra. Per intercessione di Maria, Madre di Dio, chiedo al Signore il dono della pace, e vi benedico di cuore!”.

Meloni: Rai compie 70 anni, ancora oggi garanzia pluralismo-democrazia

Meloni: Rai compie 70 anni, ancora oggi garanzia pluralismo-democraziaRoma, 3 gen. (askanews) – “Settant’anni fa la Rai iniziava le sue trasmissioni e da quel momento non ha mai cessato di accompagnare il processo collettivo di crescita e cambiamento culturale, sociale e civile. Colgo l’occasione di quest’importante anniversario per ringraziare la Rai del lavoro che da 70 anni svolge nel narrare la nostra Nazione. Oggi il Servizio Pubblico radiotelevisivo e multimediale, pur in un mercato fortemente diversificato, resta garanzia di pluralismo e democrazia, e trova ancora il suo fondamento nella vocazione di settant’anni fa”. E’ quanto ha dichiarato la premier Giorgia Meloni.

Guggenheim Bilbao, 2023 da record con 1,3 milioni di visitatori

Guggenheim Bilbao, 2023 da record con 1,3 milioni di visitatoriMilano, 3 gen. (askanews) – Il Museo Guggenheim di Bilbao ha chiuso il 2023 con numeri da record, anche per uno dei luoghi di cultura contemporanea più noti al mondo: nell’anno appena passato i visitatori sono stati 1.324.221, con una crescita di oltre 35mila presenze rispetto al 2022. In particolare, sottolineano dal museo, 1.152.072 persone sono venute da fuori i Paesi Baschi, ed è un dato significativo perché negli alti due anni di grandi risultati, il 2017 e il 2022, decine di migliaia di visitatori erano venuti dalla stessa regione del museo, per via di iniziative di gratuità riservate ai residenti. In qualche modo il bilancio del 2023 sancisce anche un ritorno all’effettiva valutazione del peso dell’istituzione culturale sulla scena del mercato.

Il numero di visitatori stranieri nel 2023 è tornato ai livelli pre pandemia: ora ammontano al 60% del totale, 10% in più rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio sono al 16% francesi, al 7% tedeschi, al 6% britannici e stessa percentuale per gli statunitensi. Dall’Italia arriva invece a Bilbao il 4% dei visitatori. Sul fronte digitale il museo Guggenheim parla di una continua crescita sui social media e di oltre 3,2 milioni di visite al sito Web. In crescita rispetto al 2022 anche i dati sull’impatto economico del Guggenheim Bilbao per il territorio. Nel dettaglio la domanda generata dalle attività del museo nei Paesi Baschi è ammontata a 762,2 milioni di euro; il contributo del museo al PIL è arrivato a 657,6 milioni: questi dati hanno portato a generare ulteriori entrate per il Tesoro della regione pari a 103,4 milioni. E sul fronte occupazionale l’attività del museo ha contribuito a mantenere 13.855 posti di lavoro. Nel 2023 infine il museo Guggenheim ha raggiunto circa il 78% di auto finanziamento, risultato che lo pone ai vertici tra le istituzioni culturali europee.

Dopo questa pioggia di numeri si può anche azzardare una lettura più trasversale di come si è arrivati ai risultati del 2023, ovviamente partendo dalle mostre principali che, per l’anno appena concluso sono state sei, dedicate a Juan Mirò, a Oskar Kokoschka, a Lynette Yiadom-Boakye, a Yayoi Kusama, a Picasso scultore e a Gego. Queste ultime due sono ancora in corso e si concluderanno tra gennaio e inizio febbraio. A tutte queste va aggiunta anche la grande esposizione sulle opere della collezione realizzata per il 25esimo anniversario del museo che si era aperta nell’agosto del 2022 per durare fino a fine febbraio 2023 e, successivamente, il nuovo display di una parte di queste, visitabili sostanzialmente per tutto il 2023 e 2024. Altro elemento di attrattività culturale che non può non essere considerato è quello delle opere esposte in maniera permanente: dalle famosissime sculture che stanno all’esterno del museo come il “Puppy” di fiori di Jeff Koons o il grande ragno-madre di Louise Bourgeois, fino soprattutto alle installazioni interne al museo come il “Soffitto spaziale” di Lucio Fontana, le scritte luminose di Jenny Holzer e le enormi strutture de “La materia del tempo” di Richard Serra.

E’ chiaro che parte dell’attrattività globale del museo Guggenheim di Bilbao deriva dalla sua iconicità come edificio e come collezione – il grande Rothko giallo e rosso, gli enormi dipinti pop, il mare prodigioso di El Anatsui, per non dire poi degli immensi Kiefer, peraltro ora non esposti – ma le mostre temporanee sono allo stesso modo decisive per mantenere alto l’interesse del pubblico, oltre che la vivacità culturale dell’offerta. In questo senso è sempre affascinante vedere come il museo equilibra le scelte proponendo, per esempio per il 2023 due artisti spagnoli di fama storicizzata e universale (Mirò e Picasso), un’artista internazionale che va per la maggiore oggi e che attira pubblici assolutamente trasversali (Kusama, come vediamo anche in Italia con la mostra a Bergamo sempre sold out), un’artista già importante sul mercato e tra la critica, ma ancora non così nota al grande pubblico (Yiadom-Boakye, mostra meravigliosa) e un nome storicizzato, ma per certi versi di “seconda fila” dell’arte di fine Ottocento e inizio Novecento, che viene in qualche modo riscoperto (Kokoschka). Come si vede, e questa è una tendenza che si riscontra praticamente in tutti i grandi musei internazionali, la parola chiave è equilibrio, che implica poi una riflessione sui diversi pubblici e le diverse domande che le esposizioni vanno a porre e a stimolare. Ed è grazie a questi incastri e bilanciamenti che i musei di arte moderna e contemporanea riescono a parlare a sempre più persone, nel caso del Guggenheim Bilbao a oltre 1,3 milioni di visitatori. (Leonardo Merlini)

Al via i saldi, Confesercenti-Ipsos: budget da 267 euro

Al via i saldi, Confesercenti-Ipsos: budget da 267 euroRoma, 3 gen. (askanews) – Saldi invernali al via. Tra oggi – in Valle d’Aosta – e venerdì 5 gennaio nel resto d’Italia, iniziano le vendite di fine stagione invernali 2024, primo grande appuntamento commerciale dell’anno e uno tra i più attesi dai consumatori. Quattro su dieci hanno già pianificato di comprare in saldo, con un budget medio previsto di 267 euro, e c’è un ulteriore 56% che acquisterà in caso di offerta interessante e che quindi non ha preventivato la spesa. Ma il cambiamento climatico complica la partita dei commercianti: le temperature eccezionalmente miti registrate tra ottobre e dicembre hanno quasi dimezzato (-46%) gli acquisti delle collezioni autunno-inverno, ed i negozi arrivano ai saldi senza avere praticamente mai avuto l’occasione di venderle a prezzo pieno.

È quanto emerge da un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti sulle vendite di fine stagione, integrato da una survey condotta sulle piccole e medie imprese associate a Fismo, l’associazione dei negozi di moda Confesercenti. Il 40% ha già individuato cosa comprare, e prevede di acquistare entro domenica 7 gennaio, con un budget medio previsto di 267 euro a persona, anche se il 38% prevede di spendere meno di 150 euro. Una polarizzazione confermata dal fatto che la maggior parte assoluta dei consumatori – il 56% – comprerà solo di fronte ad un’offerta convincente. Una quota in crescita rispetto agli scorsi anni, segnale di una maggiore attenzione da parte delle famiglie: l’onda lunga dell’inflazione pesa ancora sui bilanci, e l’acquisto in saldo diventa meno impulsivo e più ragionato.

Chi è intenzionato a comprare cerca soprattutto calzature – 58% delle indicazioni – seguite a stretto giro da maglioni e felpe (56%). La classifica dei desiderata degli italiani per i saldi invernali 2024 prosegue con l’intimo (34%), gonne e/o pantaloni (33%), magliette, canottiere e top (29%), camicie e camicette (27%). Sotto la media le indicazioni per capispalla (21%, lo scorso anno erano il 27%). Il 19% cercherà una borsa, mentre il 17% un abito/completo; il 15% si orienterà invece sulla biancheria per la casa, il 13% su foulard, cappelli e altri accessori. Il 12% dei consumatori segnala interesse per l’acquisto di cinture e il 10% per articoli di piccola pelletteria, portafogli e portacarte. Sui saldi, i negozi fisici mantengono saldamente la preferenza dei consumatori: li sceglie l’83%, contro il 51% che prevede di acquistare online. A convincerli è la sensazione di avere più garanzie presso un punto vendita fisico, confermata dal 47% degli intervistati.