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Piazza Affari chiude poco sopra parità dopo Bce, tonfo delle banche

Piazza Affari chiude poco sopra parità dopo Bce, tonfo delle bancheMilano, 14 dic. (askanews) – Piazza Affari ha terminato la seduta poco sopra la parità nel giorno della riunione della Bce che, come da attese, ha deciso di lasciare invariati i tassi, mostrando al contempo un atteggiamento meno morbido di quanto sperato dal mercato rispetto a possibili tagli nei prossimi mesi. La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha detto che di tagli dei tassi non si è assolutamente parlato alla riunione odierna del direttorio e che “non bisogna abbassare la guardia”. A sorpresa, la Banca centrale europea ha invece preannunciato che dalla seconda metà del 2024 – prima del previsto – intende avviare una manovra di progressiva riduzione delle consistenze di titoli, prevalentemente pubblici, accumulati sul piano anticrisi Covid Pepp.

Ne ha risentito tutto il comparto bancario e quindi l’intero paniere delle blue chip. L’indice Ftse Mib ha segnato +0,21% a 30.359,06 punti, mentre l’All Share ha guadagnato lo 0,42% a 32.413,83 punti. Cali molto pesanti per le banche: Mps -6,04%, Bper -5,89%, UniCredit -4,52%, Banco Bpm -3,81%, Intesa Sanpaolo -2,20%. Forti rialzi, di converso, per Diasorin (+10% alla vigilia della presentazione del nuovo piano strategico), Cnh Industrial (+5,62%), Telecom Italia (+5,42%).

Sul fronte dei titoli di Stato, in discesa sotto i 160 punti base, in area 168 pb, lo spread tra i rendimenti di Btp e Bund decennali, con il rendimento del titolo italiano in calo al 3,80%. Per quanto riguarda le altre Borse del Vecchio Continente, meglio di piazza Affari hanno fatto Londra (+1,33%), Parigi (+0,59%), Madrid (+0,75%). La peggiore è stata, invece, Francoforte (-0,08%).

Euro sfiora 1,10 dollari, a massimi da novembre dopo Bce

Euro sfiora 1,10 dollari, a massimi da novembre dopo BceRoma, 14 dic. (askanews) – L’euro è balzato ai massimi da fine novembre dopo che la Bce, pur confermando i livelli dei tassi di interesse ha mostrato un atteggiamento meno morbido sui futuri tagli, rispetto a quello mostrato ieri dalla Federal Reserve statunitense. Nel pomeriggio la valuta unica si scambia a 1,0995 dollari, sui massimi da fine novembre, mentre prima delle decisioni dell’istituzione si attestava a 1,0903.

La presidente della Bce, Christine Lagarde ha affermato che di tagli dei non si è assolutamente parlato alla riunione del direttorio di oggi e che “non bisogna abbassare la guardia”.

Edilizia, Governo a Green Building Council: sostenibilità sia condivisa

Edilizia, Governo a Green Building Council: sostenibilità sia condivisaRoma, 14 dic. (askanews) – Più sostenibilità nel settore edilizio, ma che non diventi un boomerang sociale ed economico. Con la prospettiva dell’impatto delle nuove regole europee per l’efficienza energetica degli edifici, ma con la volontà del Governo, del Parlamento e dei Comuni, che ogni misura nel settore, a partire dal nuovo Piano casa e dalla nuova norma sulla rigenerazione di prossima introduzione, possano essere decise insieme alle forze produttive e sociali. Sono gli esiti dell’incontro “la responsabilità del cambiamento per il benessere delle persone” promosso a Roma del Green Building Council Italia e a cura di Ambrosetti The European house.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, il presidente Anci Antonio Decaro, l’assessore capitolino al Patrimonio Tobia Zevi, accolti da Fabrizio Capaccioli, presidente di Green Building Council Italia. Salvini ha annunciato la prima riunione, il 19 dicembre, verso un nuovo Piano casa nazionale, ma ha rivendicato anche un nuovo metodo di lavoro: “abbiamo provato a mettere nel Codice degli appalti un’impronta che desse più importanza all’obiettivo rispetto alle procedure, nei limiti del codice civile e penale. Il mio obiettivo – ha spiegato Salvini – è sistemare con il piano Pinqua 15.000 case di edilizia popolare che con i fondi Pnrr devo consegnare chiavi in mano entro il 2026. Se per il raggiungimento del risultato riesco ad osservare la procedura, sono contento, ma – ha ironizzato -, se per raggiungere il risultato ho un rilievo dell’Anac, un rilievo dell’Art, un rilievo della Cgil, un rilievo della Corte dei conti, mi assumo la responsabilità di esercitare il mio diritto di ministro”.

“Stiamo lavorando alla norma sulla rigenerazione urbana, una misura molto importante che nella scorsa legislatura non ha visto la nascita perché affidata a maggioranze variegate che non hanno raggiunto un accordo – ha annunciato il sottosegretario Morelli -. Quella attuale è una maggioranza solida, uscita dalle urne che prevede di governare altri 4 anni e ha tutta l’intenzione di mettere in campo una norme di cui le associazioni come Gbc possano essere protagonisti con la piena liceità di suggerire e consigliare”. “Tutto quello che deve essere fatto per i nostri cittadini, per vivere in un mondo migliore, vogliamo che venga deciso dopo essere stato condiviso – ha sostenuto a sua volta il vicepresidente Centinaio -. Penso ad alcuni tentativi di decisioni arrivati dall’Europa: erano presi sulla testa delle persone senza pensare che il cambiamento energetico nel quale siamo dentro non possa essere imposto sulla testa di chi deve aiutarci a realizzarlo.”.

Secondo il campione elaborato da Eumetra e presentato dal sociologo Renato Mannheimer, il 78% degli italiani sa che la sostenibilità passa attraverso tetti, finestre e energia delle proprie case. Il 66% sa che per renderla più sostenibile vanno fatti dei lavori ma il 52% ritiene che si adeguerebbe alla nuova normativa europea farebbe solo in presenza di un incentivo statale. “Come abbiamo visto nelle Marche, in Emilia Romagna e in Toscana – ha sottolineato il presidente Anci Antonio Decaro – la natura ci presenta l’urgenza di intervenire, dobbiamo farlo insieme ciascuno per la propria parte: i cittadini vanno supportati da interventi dello Stato nella transizione energetica. Noi sindaci lo stiamo facendo con modifiche al regolamento edilizio, investendo sulla mobilità sostenibile, sull’efficienza energetica: dobbiamo essere positivi e motivati sulla strada che dobbiamo percorrere insieme”.

L’edilizia, ha sottolineato l’assessore capitolino Zevi “è il capitolo più complesso della sostenibilità perché la percentuale maggiore di emissioni viene dagli edifici privati, a maggior ragione a Roma dove la maggior parte degli edifici è stata costruita prima del ’71”. “Noi – ha aggiunto – che abbiamo aderito fin dal 2017 al patto dei sindaci C40 ci siamo impegnati a ridurre le nostre emissioni del 40% al 2030, e abbiamo di recente pubblicato un Piano clima molto ambizioso, che aumenta questo obiettivo al 66%. Ma questa sfida per limitare l catastrofe ambientale – ha concluso – non deve trasformarsi in una catastrofe per chi sta peggio, e questo è il principale compito che abbiamo”.

Tennis, Atp premia coach di Sinner e Djokovic si infuria

Tennis, Atp premia coach di Sinner e Djokovic si infuriaRoma, 14 dic. (askanews) – Novak Djokovic ha pubblicato una storia Instagram attaccando l’ATP per quanto concerne il premio di miglior allenatore dell’anno. Nella serata di ieri, infatti, l’ATP Award per questa categoria era stato consegnato a Simone Vagnozzi e Darren Cahill, ovvero i coach di Jannik Sinner. Il numero 1 al mondo, quest’anno vincitore di Australian Open, Roland Garros e US Open, si è congratulato con Vagnozzi e Cahill, ma ha poi polemizzato taggando il proprio coach Goran Ivanisevic e l’account ufficiale dell’ATP: “Goran, suppongo che abbiamo bisogno di vincere 4 Slam su 4 per fare in modo che tu, forse (e dico forse), possa essere considerato coach dell’anno. Chiudere l’anno da numero 1 vincendo tre Slam e le ATP Finals e avere fatto la storia di questo sport non è abbastanza, mio caro coach…”.

Bce conferma tassi ma annuncia taglio stock titoli Pepp da luglio

Bce conferma tassi ma annuncia taglio stock titoli Pepp da luglioRoma, 14 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha confermato i livelli di tutti i tassi ufficiali per l’area euro. La decisione giunge al termine del Consiglio direttivo ed è in linea con le attese di mercati e analisti. A sorpresa, ha invece da subito preannunciato che dalla seconda metà del 2024 intende avviare una manovra di progressiva riduzione delle consistenze di titoli, prevalentemente pubblici, accumulati sul piano anticrisi Covid Pepp, mentre una manovra in tal senso è già in corso sul programma App.

Finora la Bce aveva sempre riaffermato che intendeva rinnovare l’integralità dei titoli in portafoglio sul Pepp fino a fine 2024. Ora, invece, dice che intende ridurre gli stock mediamente per 7,5 miliardi di euro al mese nel secondo semestre e che metterà fine ai rinnovi di bond da fine 2024. Intanto il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali resta quindi al 4,50%, il tasso sui depositi resta al 4% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%.

L’inflazione nell’eurozona ha mostrato continue attenuazioni e ora, al 2,4% a novembre dista meno di mezzo punto percentuale dall’obiettivo ufficiale dell’istituzione (2% simmetrico). La Bce afferma di attendersi una una momentanea risalita nei mesi a venire. Al tempo stesso i tecnici dell’istituzione hanno rivisto al ribasso le previsioni di inflazione per l’area valutaria: al 5,4% quest’anno, al 2,75 sul 2024 e al 2,15 sul 2025.

Ora l’attenzione si sposta sulla conferenza stampa esplicativa che la presidente Christine Lagarde terrà alle 14 e 45. Le questione che resta in bilico è collegata al linguaggio che la presidente utilizzerà in merito al futuro andamento dei tassi, in particolare sulla possibilità che nel 2024 anche la Bce proceda a tagli, come prevedono la maggior parte degli analisti. Specialmente dopo che ieri la Federal Reserve Usa, che a sua volta ha confermato i tassi, ha diffuso nuove previsioni economiche da cui emerge che i banchieri centrali Usa si attendono di effettuare tagli tra 50 e 100 punti Base nel prossimo anno.

Podcast “Una mattina a Fiumicino”, a 50 anni dalla strage dimenticata

Podcast “Una mattina a Fiumicino”, a 50 anni dalla strage dimenticataRoma, 14 dic. (askanews) – Le immagini che hanno fatto la storia della nostra Repubblica sono tante: Piazza Fontana, la strage di Bologna, Aldo Moro che regge La Repubblica e guarda i suoi sequestratori. Altrettanto numerose sono le commemorazioni che, ogni anno, tristemente si susseguono incessanti nel calendario. L’attacco terroristico arabo-palestinese del 17 dicembre 1973 a Fiumicino, invece, non compare mai in questi elenchi, nonostante abbia il doloroso primato di essere l’attentato con più vittime (32, fra cui 6 italiani) fino alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

In occasione del 50esimo anniversario di questa strage dimenticata, arriva in esclusiva su Storytel “Una mattina a Fiumicino”, a cura della giornalista Michela Chimenti, un podcast che prova a spiegare perché questo attentato è stato dimenticato sotto al tappeto della storia del nostro Paese. Una “Mattina a Fiumicino” è una storia drammaticamente più attuale che mai. Sette episodi in uscita martedì 14 novembre: attraverso ricostruzioni storiche, analisi di studiosi, giornalisti ma soprattutto testimonianze inedite e toccanti di sopravvissuti e parenti delle vittime, “Una mattina a Fiumicino” è un complesso e appassionante mosaico che coniuga politica, storia e vicende umane, è un’inchiesta esclusiva che cerca risposte a questioni irrisolte e che prova a illuminare un angolo rimasto inspiegabilmente buio relativo alla storia dell’Italia e del terrorismo internazionale, è un viaggio nei ricordi e nel dolore di chi è rimasto senza avere mai nessuna spiegazione e nessun risarcimento, è un delicato omaggio alla memoria di chi ingiustamente non c’è più.

(In copertina la foto storica Elio Vergati)

Camorra, arrestato a Scampia il superltatitante Angrisano

Camorra, arrestato a Scampia il superltatitante AngrisanoRoma, 14 dic. (askanews) – I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli hanno arrestato questa mattina Gaetano Angrisano, 31 anni, tra i 100 latitanti più pericolosi d’Italia e ritenuto elemento di spicco del clan camorristico “Vanella Grassi”, che ha fatto del lotto G di Scampia la sua roccaforte.

Angrisano è stato preso proprio a Scampia, durante una festa. Per un anno e mezzo è sfuggito alle manette, nonostante una condanna a 10 anni di reclusione pendente per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.I militari hanno seguito le sue tracce, svolgendo indagini tecniche e tradizionali. Ogni tessera del puzzle lasciava presagire che non fosse lontano dal suo quartiere. E questa notte, più di 250 carabinieri hanno letteralmente cinturato il lotto G. Impossibile entrare o uscire. Hanno perquisito tutte le abitazioni a “blocchi di edifici” e lo hanno stanato. Angrisano ha dovuto lasciare amici e parenti subito dopo la torta.

Il 31enne, ora nel carcere di Secondigliano, è il 15esimo latitante catturato quest’anno dai carabinieri. 

Ue chiede informazioni a Apple e Google su App Store e Google Pay

Ue chiede informazioni a Apple e Google su App Store e Google PayRoma, 14 dic. (askanews) – La Commissione europea ha recapitato una richiesta formale di informazioni a Google e Apple sulla base del nuovo di Digital Services Act (Dsa), in merito a come abbiano “diligentemente identificato qualunque rischio sistemico” riguardo ai rispettivi sistemi App Store e Google Pay. Lo riferisce lo stesso organismo comunitario con un comunicato.

Allo scopo di assicurare maggiore sicurezza per gli utenti, la Commissione, si legge, chiede anche di ricevere maggiori informazioni su l’attuazione, da parte dei sistemi App Store e Google Pay delle regole applicate ai mercati online e alla trasparenza correlata a pubblicità online. I due giganti teologici hanno tempo fino al 15 gennaio per fornire le informazioni richieste. In base alle loro risposte la Commissione “valuterà i prossimi passi. Questo potrebbe comportare l’apertura di procedure formali in base all’articolo 66 del Dsa”, che potrebbero implicare anche eventuali sanzioni, conclude la nota.

Svizzera, Banca centrale conferma tasso di riferimento all’1,75%

Svizzera, Banca centrale conferma tasso di riferimento all’1,75%Roma, 14 dic. (askanews) – La Banca centrale della Svizzera ha deciso di confermare i tassi di interesse di riferimento, con il tasso guida all’1,75%. I depositi a a vista detenuti dalle banche commerciali presso la stessa Banca nazionale svizzera continueranno a essere remunerati fino a un determinato limite al tasso guida, mentre quelli eccedenti il limite a un tasso di interesse pari all’1,25%, secondo quanto riporta un comunicato.

La Banca centrale elvetica ha anche ribadito di esser pronta “ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi”. Nella il tutto mentre nella Conferedrazione la pressione inflazionistica è leggermente diminuita nel corso dell’ultimo trimestre, ma l’incertezza rimane elevata. Pertanto, la Banca nazionale continuerà a osservarne attentamente gli sviluppi e, “se necessario, adeguerà la politica monetaria per far sì che l’inflazione a medio termine si mantenga nell’area di stabilità dei prezzi”.

A novembre l’inflazione in svizzera ha segnato l’1,4%, “quindi a un livello un po’ più basso di quello dei mesi precedenti. Il lieve calo è riconducibile soprattutto al minor rincaro dei beni come pure dei servizi nel comparto del turismo. Per i prossimi mesi vi è tuttavia da attendersi che l’inflazione salga di nuovo leggermente a causa di un rialzo dei prezzi energetici e dei canoni di affitto nonché dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto”. La decisione giunge all’indomani della conferma dei tassi di interesse sul dollaro da parte della Federal Reserve, che anzi ha diffuso nuove previsioni in base alle quali emerge l’orientamento della maggior parte del direttorio a effettuare tagli i tassi nel 2024 tra 50 e 100 punti Base.

Oggi alle 13 italiane anche la Banca d’Inghilterra comunicherà le sue decisioni di politica monetaria. Mentre alle 14 e 15 i fari dei mercati si sposteranno su Francoforte e sulle decisioni del consiglio direttivo della Bce. Anche in quest’ultimo caso è attesa una conferma dei tassi, che attualmente vedono il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento per l’area euro al 4,50%.

Snalp, Congresso Nazionale conferma Marrella segretario generale

Snalp, Congresso Nazionale conferma Marrella segretario generaleRoma, 14 dic. (askanews) – Il secondo Congresso Nazionale dello Snalp, il Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori e Pensionati promosso dalla Confael, ha confermato l’incarico di segretario generale a Domenico Marrella. Il voto, pressoché unanime che hanno espresso gli otre 300 delegati intervenuti nell’assise, testimonia “l’ottimo lavoro svolto dal segretario Marrella nel suo primo mandato”.

Lo Snalp, infatti, “conta oltre cinquantamila iscritti, è presente in tutte le Regioni, in 90 Province, in circa 400 sedi zonali e comunali – ha sottolineato nella sua relazione il segretario generale illustrando i traguardi raggiunti. – Diventato fiore all’occhiello della Confael, ha siglato 30 contratti collettivi nazionali di lavoro e si propone come interlocutore autorevole del Governo, con l’obiettivo di sottoporre proposte concrete per il miglioramento delle condizioni di lavoro per gli addetti e di quelle di vita per i pensionati. Lavoriamo per superare la grave crisi di rappresentanza e di rappresentatività che ha investito, purtroppo, il Sindacato ‘classico’, accusato spesso di disinteressarsi del lavoratore e di non svolgere correttamente il proprio operato, se non a favore del datore di lavoro”. Le battaglie che lo Snalp intende portare avanti sono numerose, come ha spiegato il segretario generale nella sua relazione. “La Contrattazione Nazionale – ha detto ancora Marrella – deve essere abolita attraverso l’introduzione dei Contratti Collettivi Europei di Lavoro, che in maniera definitiva risolverebbero il problema del salario povero. Dovrebbero infatti regolamentare tutti quei contratti, sottoscritti guarda caso dai Sindacati ‘Confederali Tradizionali’, che sono ampiamente al di sotto dei fatidici 9 euro”. Secondo il Segretario, infatti, “in una Europa Unita e con un’unica moneta, bisogna tirare dritto con l’obiettivo di ottenere l’unificazione delle retribuzioni a livello europeo, per consentire la fine della delocalizzazione delle nostre grandi aziende, della fuga dei ‘cervelli’ dei nostri grandi manager e giovani ricercatori, attratti sempre di più dalle condizioni di maggior favore che trovano in Europa”.

Lo Snalp ha quindi deciso di avanzare un pacchetto di proposte al governo che comprende tra gli altri interventi: la revisione e l’ammodernamento dello Statuto dei Lavoratori; la revisione del modello di concertazione e del sistema di relazioni industriali e sindacali; la riforma delle tutele sindacali; l’inasprimento delle misure per la sicurezza sui luoghi di lavoro; un piano straordinario per il lavoro; un Piano Nazionale Energetico; incentivi agli investimenti delle imprese nel Mezzogiorno; la revisione del Codice degli Appalti; il potenziamento delle politiche socio-assistenziali e l’ampliamento dei servizi a persone e famiglie; l’abolizione della riforma Fornero; l’aumento delle pensioni minime a mille euro; la flessibilità in uscita a 62 anni; l’aumento delle detrazioni per i servizi alle famiglie.