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Femminicidi, donna accoltellata e uccisa dal marito ad Andria

Femminicidi, donna accoltellata e uccisa dal marito ad AndriaRoma, 28 nov. (askanews) – Nuovo femminicidio a soli tre giorni dalle manifestazioni in tutta Italia contro la violenza sulle donne, e dopo il il brutale assassinio di Giulia Cecchettin commesso dall’ex fidanzato. Questa volta ad essere uccisa è stata una donna di 41 anni residente ad Andria, Vincenza A. La signora è stata accoltellata a morte dal partner in casa, dove la coppia viveva in regime di separazione da circa un mese.

L’uomo però non accettava la fine del rapporto. La donna – secondo quanto si è appreso – è stata pugnalata più volte mentre in casa erano presenti i due figli minorenni. Secondo una prima ricostruzione i due litigavano spesso, forse perché lei si vedeva con un’altra persona. È stato proprio il marito, oggi nel pomeriggio, a chiamare i medici del 118 dopo aver accoltellato la consorte. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e il magistrato con il medico legale.

Premierato, cosa pensa il presidente emerito della Consulta Gustavo Zagrebelsky

Premierato, cosa pensa il presidente emerito della Consulta Gustavo ZagrebelskyRoma, 28 nov. (askanews) – Con il ddl di riforma del governo “non c’è un adeguamento ma un rovesciamento” della Costituzione “perché nasce all’insegna della democrazia decidente”, lo ha detto il presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky, nel corso delle audizioni sulle riforme costituzionali in commissione al Senato.

“Questo – ha aggiunto – è un modello ma a questo modello si oppone un altro modello di democrazia che è la democrazia deliberante: decidere e deliberare sono due cose diverse. La nostra attuale Costituzione si ispira alla democrazia deliberante”. “Bisogna essere molto cauti nel prendere queste decisioni”, mette in guardia il presidente emerito della Corte anche perché “se c’è un campo in cui vale l’eterogenesi dei fini è proprio quello della politica e delle sue forme”.

Nel dettaglio, con la soglia al 55% “che potrebbe essere frutto di una ridotta maggioranza relativa, chi vince le elezioni potrebbe eleggere il suo presidente della Repubblica. Ragione per la quale le discussioni su come cambierebbe il ruolo del capo dello Stato sarebbero superate dal fatto che la maggioranza potrebbe eleggere il suo presidente della Repubblica” ha sottolineato Zagrebelsky. Mentre “il vincolo al programma precedente” per l’eventuale secondo premier “è qualcosa di contraddittorio, se cambia il titolare si sceglie un altro per proseguire nel medesimo indirizzo politico. E’ stato previsto per dare spazio a dinamiche di potere nella compagine governativa, per dare la possibilità al leader numero due di prendere il posto del leader numero uno”.

Inoltre, “con l’abolizione dei senatori a vita si fa una scelta di fondo a favore del principio di elettività” ma il problema è che con la norma transitoria si dice che quelli esistenti “restano in carica fino a quando saranno in vita” quindi “queste cinque persone si troveranno a occupare un seggio in Parlamento quando loro non dovrebbero più esserci, rimarranno in carica fino a quando resteranno in vita a dispetto delle maggioranze che si saranno formate, saranno ospiti non graditi, non saranno senatori a vita ma senatori a morte”.

Premierato, Zagrebelsky: rovescia sistema da deliberante a decidente

Premierato, Zagrebelsky: rovescia sistema da deliberante a decidenteRoma, 28 nov. (askanews) – Con il ddl di riforma del governo “non c’è un adeguamento ma un rovesciamento” della Costituzione “perché nasce all’insegna della democrazia decidente”. Lo ha detto il presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky, nel corso delle audizioni sulle riforme costituzionali in commissione al Senato.

“Questo – ha aggiunto – è un modello ma a questo modello si oppone un altro modello di democrazia che è la democrazia deliberante: decidere e deliberare sono due cose diverse. La nostra attuale Costituzione si ispira alla democrazia deliberante”. “Bisogna essere molto cauti nel prendere queste decisioni”, mette in guardia il presidente emerito della Corte anche perché “se c’è un campo in cui vale l’eterogenesi dei fini è proprio quello della politica e delle sue forme”.

Ue, Mattarella: nella politica estera e di sicurezza l’Europa deve parlare con una voce sola

Ue, Mattarella: nella politica estera e di sicurezza l’Europa deve parlare con una voce solaRoma, 28 nov. (askanews) – “Nella politica estera e di sicurezza l’Europa deve parlare con una voce sola”. Sergio Mattarella oggi ha ricevuto al Quirinale il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel in visita in Italia, oltre a sottolineare gli “eccellenti rapporti” tra i due paesi, il colloquio è stata l’occasione per il Presidente della Repubblica per ribadire alcune riflessioni e condividere preoccupazioni sulle prospettive dell’Unione, come quella di rafforzare una politica estera e di sicurezza comune giudicata “ineludibile” per contare di più nello scacchiere internazionale.

Per Mattarella, infatti, “l’Europa è portatrice di pace, di civiltà, di promozione dei diritti, di apertura dei mercati, di cultura ma – di fronte alle epocali sfide mondiali, caratterizzate dalla presenza di grandi soggetti e grandi aggregazioni – ha bisogno di essere più coesa e efficiente”. E qui è l’altro grande scoglio che il capo dello Stato ha più volte indicato: il voto all’unanimità che vincola i 27 in tutte le decisioni più rilevanti: “Occorre superare, almeno per alcuni temi, il voto all’unanimità e passare al voto a maggioranza dei membri” specialmente “in vista di nuovi allargamenti dell’Unione”, altrimenti “si rischia la paralisi decisionale e l’irrilevanza sulla scena mondiale”. All’omologo ceco Mattarella ha parlato anche della necessità di “rafforzare il parlamento europeo, che deve essere la autentica espressione della sovranità dei cittadini, un’istituzione realmente rappresentativa degli europei” e della esigenza di “dotarsi di strumenti di politica finanziaria comuni”.

Tutte queste cessioni di sovranità vengono spesso osteggiate da chi teme di vedere messi in secondo piano le esigenze nazionali ma secondo Mattarella non bisogna “contrapporre sovranità europea e sovranità nazionale”. È questo a suo avviso “un falso dilemma. Esiste infatti una sovranità nazionale di bandiera, che però non incide sui reali problemi e una sovranità condivisa, che rispetta le specificità e le culture dei singoli Paesi, ma che è capace di offrire il proprio contributo sulle grandi questioni internazionali”. Mattarella si è espresso a favore dell’allargamento dell’Unione, l’Italia è sempre stata all’avanguardia su questo dossier, ma ha ammonito: “Il processo di integrazione di Ucraina, Moldavia e Georgia al quale l’Italia guarda con favore, non deve però mettere in secondo piano il processo di allargamento ai Paesi dei Balcani occidentali, che in questi ultimi tempi hanno fatto grandi sforzi per entrare nell’unione e le cui legittime aspirazioni non vanno deluse”.

Infine sull’Ucraina il Presidente della Repubblica ha voluto chiarire che “la piena e totale solidarietà a Zelensky e al popolo ucraino” che da parte del nostro paese non è mai mancata “non esclude la ricerca di vie di dialogo e di pace. Una pace, – ha concluso – le cui condizioni devono essere ovviamente condivise innanzitutto dall’Ucraina”.

Dl energia,Conte: governo afono in Ue su proroga mercato tutelato

Dl energia,Conte: governo afono in Ue su proroga mercato tutelatoRoma, 28 nov. (askanews) – Lo “stop al mercato tutelato va perseguito ma non è un particolare da poco il fatto che si è passati da una pandemia sanitaria a una pandemia energetica, che si cono due conflitti che impattano profondamente sul prezzo dell’energia. Con il caro inflazione e il caro mutui, oggi rischiamo di fare gravare anche un caro bollette sulle famiglie, un governo che ha a cuore le famiglie italiane doveva farsi sentire in Europa, non doveva restare afono anche in questo versante e doveva negoziare un differimento, una proroga” del mercato tutelato. Lo ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte nel corso del suo intervento al convegno “Rivoluzione Ecodigital, libertà energetica e giustizia climatica” a Palazzo Giustiniani.

Fabrizio Venturi: Festival cristiano trampolino per la Christian Music

Fabrizio Venturi: Festival cristiano trampolino per la Christian MusicRoma, 28 nov. (askanews) – Preparativi in corso per la terza Edizione del Sanremo Cristian Music Festival 2024. Un Festival che ha, nel corso delle due precedenti edizioni, reso celebri diversi concorrenti: il vincitore della prima edizione Frà Vinicius, il terzo classificato, il rapper Shoek, la vincitrice del premio della critica della seconda edizione Federica Paradiso, la quale con la sua canzone è stata ospite di diverse trasmissioni televisive e radiofoniche e Padre Luca Arzenton che ha sottoscritto un contratto discografico con una prestigiosa etichetta discografica della Christian Music.

La canzone cristiana si sta affermando nel mercato discografico italiano grazie al contributo del Festival della Canzone Cristiana ideato e diretto dal cantautore e Direttore artistico Fabrizio Venturi. “Il Festival della Canzone Cristiana è un trampolino di lancio per chi canta canzoni di ispirazione cristiana, un genere che, pian piano, si sta affermando e riscuotendo successo tra i giovani. La terza edizione vedrà la partecipazione di nuove promesse della musica e della canzone cristiana che avranno la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico. “Daremo molta visibilità ai partecipanti e creeremo un canale televisivo tematico per consentire una maggiore presenza della musica cristiana sui media, nonché delle star della canzone cristiana italiana ed internazionale” ha dichiarato Fabrizio Venturi, il quale ha aggiunto: “Sarà il 2024 un anno che consacrerà la Canzone Cristiana nel mondo musicale italiano. Noi abbiamo abbattuto quello che poteva essere un pregiudizio sulla Christian Music, fondato sul fatto che esistessero differenze rispetto ad altri generi, ma così non è proprio in quanto la Christian Music è uguale e paragonabile alla musica che si ascolta quotidianamente in radio, con la sola differenza che, nei suoi testi, invece di parlare di una donna, di un calciatore, di un ciclista o di altri temi, si parla di Dio. Anche Renato Zero, dopo la prima edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2022, ad aprile, esordisce, per la prima volta nella sua carriera, con un album che racchiude 19 brani di musica cristiana, intitolato “Atto di fede”.

Il grande successo raggiunto dal Festival della Canzone Cristiana ha spalancato le porte a molti artisti della Christian music italiana, dando voce, per la prima volta, a questo genere musicale anche in Italia, che è diventata la prima vetrina della musica cristiana, un vero e proprio Festival Cristian Music non inquinato dalla partecipazione di artisti appartenenti ad altri generi, come avviene, invece, in altri eventi similari. Il Festival ha avuto un’evoluzione positiva sia per la qualità delle canzoni, sia per la bravura degli interpreti. Anche per questa edizione avremo voci di rilievo e canzoni di prestigio”. Le iscrizioni, come per le passate edizioni, dovranno pervenire, entro il 15 dicembre 2023, alla Segreteria del Festival info@sanremofestivaldellacanzonecristiana.it, attenendosi scrupolosamente al regolamento, che i candidati trovano già online sul sito del Festival. www.sanremofestivaldellacanzonecristiana.it

Il Festival della Canzone Cristiana si svolgerà dal 7 al 9 febbraio 2024, come nelle due passate edizioni, negli stessi giorni in cui si svolge il Festival della Canzone Italiana. Il Teatro del Festival della Canzone Cristiana, sito in Via Corradi, a Sanremo, sarà allestito per ospitare i 24 cantanti in gara. Le finali saranno trasmesse in diretta da una famosa emittente televisiva nazionale. Radio Mater sarà la radio ufficiale del Festival. Si tratta di un Festival nel Festival, di una staffetta musicale. L’intento e lo spirito sono gli stessi delle precedenti edizioni, ossia realizzare un connubio creativo tra la canzone e la fede e tra la canzone e la lode a Dio. È stato concluso anche un accordo con un network radiofonico italiano. Per certo sappiamo che Fabrizio Venturi ha scelto di essere affiancato ancora una volta da Daniela Fazzolari, brava e bella attrice di Centovetrine e Don Matteo. Ad affiancare Venturi ci saranno anche altri due grandi nomi della TV nazionale, dei quali, allo stato attuale, gli organizzatori non svelano i nomi. “Tra gli ospiti d’onore della kermesse musicale cristiana vi saranno grandi star della Cristian Music internazionale e della TV nazionale. Si riconferma la presenza del super ospite londinese Noel Robinson, un artista famoso a livello internazionale, icona della Musica Cristiana, che riempie gli stadi di tutto il mondo. Per quanto riguarda gli altri ospiti ci riserviamo di rendere noti i nomi nei successivi comunicati” ha aggiunto Venturi, il quale ha sottolineato: “Tutto ciò che il Festival della Canzone Cristiana ha annunciato di fare lo ha sempre fatto: l’Euro Cristian Music Festival a Torino, la Nazionale Italiana Cantanti Cristian Music, la creazione della sua emittente televisiva, la missione di pace a Kiev in Ucraina e altre rilevanti iniziative inerenti il suo messaggio di pace e la sua missione evangelizzatrice”.

Il Direttore artistico ha poi concluso: “A partire dalla prossima estate il Festival della Canzone Cristiana farà un tour di 23 tappe nelle città più belle d’Italia. I contratti sono già stati firmati dal suo Direttore artistico con tre tra le più importanti agenzie di booking. A calcare il prestigioso palco saranno gli artisti ospiti e gli artisti in gara, i quali sono stati presenti nelle tre edizioni del Festival. In sostanza, si è instaurato un processo in crescendo, come speravamo, sin dalla prima edizione del nostro amato Festival, che sarà un grande Festival, all’insegna della nuova evangelizzazione, condotta attraverso la forma espressiva più potente che Dio ci ha donato, ossia la musica, che non conosce né barriere, né limiti. È proprio questo che desideriamo far sapere alla stampa, sottolineando che il nostro sarà un autentico messaggio cristiano, una lode a Dio, una preghiera profondamente vissuta. Il nostro unico intento è diffondere messaggi di pace, di amore e di condivisione, non di chiusura e di scontro. Il messaggio che vogliamo diffondere è quello di Papa Francesco, che esorta ad essere fautori della fratellanza umana, che, come fa la musica, ‘abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali’. Tale messaggio sorregge il nostro impegno proprio in quanto esso è finalizzato alla realizzazione della pace e della convivenza comune, pilastri ineludibili per la missione civilizzatrice, che la religione cattolica e tutte le religioni, il cui Dio è unico, devono prefiggersi mediante progetti concreti e mediante un dialogo fervente con tutte le realtà presenti nel contesto umano. Alla luce del progetto umanitario della realizzazione della fratellanza umana, che la Chiesa Cattolica si prefigge, richiamando non solo tutte le religioni, ma anche tutti coloro che operano in ogni ambito della vita umana a farsi artefici e promotori della cultura della fratellanza umana, abbiamo voluto anche noi, in veste di fautori di una cultura musicale improntata ai valori della fede cristiana, contribuire a diffondere il messaggio della fratellanza umana. Sant’Agostino affermava che chi canta prega due volte, rimarcando la forza spirituale della canzone. Siamo convinti anche noi che cantare, elevando una lode a Dio, possa essere il modo più rassicurante per affrontare il disagio e lo smarrimento scaturito sia dal deterioramento dell’ecosistema, sia dalla crisi del sistema economico mondiale, che ha provocato nuove forme di povertà, alle quali si aggiunge la povertà morale, di cui sono espressione le guerre in corso. La musica non vi è dubbio che possa rivestire un ruolo educativo e trasformativo in una società, come quella attuale, che sta smarrendo i suoi ineludibili valori umani. Di tale ruolo sono fermamente convinto e, per tale motivazione, ho deciso di realizzare il Festival della Canzone Cristiana”.

Ad Agrigento ultimo appuntamento di Cantiere Città

Ad Agrigento ultimo appuntamento di Cantiere CittàRoma, 28 nov. (askanews) – Si conclude ad Agrigento la seconda edizione di Cantiere Città, il percorso di consolidamento delle capacità progettuali delle città finaliste al titolo di Capitale italiana della cultura promosso dal Ministero della Cultura – Servizio VI del Segretariato generale e Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali – e dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.

“Agrigento, futura Capitale italiana della cultura 2025, ha ospitato per tre giorni l’ultima tappa di un percorso virtuoso – dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – che ha coinvolto le altre nove città concorrenti al titolo per il 2025 (Aosta, Assisi, Asti, Bagnoregio, Monte Sant’Angelo, Orvieto, Pescina, Roccasecca e Spoleto) con l’obiettivo di non disperdere idee, visioni, reti e partenariati avviati nel processo di candidatura e farne l’innesco di uno sviluppo armonioso del territorio”. Dal 26 al 28 novembre, l’ultima tappa di Cantiere Città ha riunito i rappresentanti delle città finaliste per una riflessione collettiva sul tema dello sviluppo culturale del territorio. Con loro Francesca Saccone (dirigente del Servizio VI – Eventi, mostre e manifestazioni del Segretariato generale del Ministero della Cultura), Francesca Neri (Responsabile dell’Area Progetti d’innovazione e complessi della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali) e Marcello Minuti (Coordinatore generale della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali).

Ad aprire i lavori il Direttore della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Alessandra Vittorini, che dichiara “la seconda edizione di Cantiere Città, promosso dal Ministero della cultura e dalla Scuola dei beni e delle attività culturali, conferma l’utilità e il valore strategico del programma. Altre dieci città si sono rimesse in gioco per la costruzione di nuove strategie di sviluppo del territorio a base culturale, rinnovando e ripensando le idee e i progetti del dossier di candidatura. Abbiamo accompagnato le amministrazioni nel processo di creazione di nuovi “cantieri”, ambienti collaborativi e di costruzione in cui far convergere le forze per mettere la cultura al centro di una visione di crescita comune”. La seconda edizione di Cantiere Città ha impegnato, da maggio 2023, 60 rappresentanti delle città e degli enti culturali in oltre 120 ore di formazione, articolate in 2 masterclass in presenza e 9 approfondimenti online sui temi della progettazione di un piano di sviluppo della città a base culturale, oltre a 3 workshop specifici per ogni città. Un programma costruito su una combinazione di attività di capacity building e di accompagnamento specifico per sollecitare ogni città a recuperare lo sforzo progettuale e dare un futuro alle proposte elaborate.

Anche questa edizione di Cantiere Città ha sollecitato una riflessione tra tutte le città coinvolte: per affrontare i nodi critici comuni e condividere possibili soluzioni e risposte efficaci. Una nuova dimensione collaborativa, che ha sostituito la competizione della fase di candidatura, così forte e solida da aver portato le dieci città coinvolte nel percorso di Cantiere Città a sottoscrivere un protocollo d’intesa. La firma, raccolta nella cornice del Teatro Pirandello di Agrigento, segna l’impegno a promuovere buone pratiche e ricercare strumenti per la crescita culturale territoriale; a creare occasioni di confronto e apprendimento continuo; a favorire il networking, incentivare lo scambio e creare sinergie; a realizzare o partecipare a iniziative e bandi per lo sviluppo a base culturale di città e territori. “Quando il Ministro Sangiuliano ha proclamato Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 ho immediatamente sentito le responsabilità di tale nomina e il bisogno di condividere con le altre Città finaliste e i loro Sindaci il percorso di attuazione del nostro progetto” dichiara Francesco Miccichè, Sindaco di Agrigento. “Il dossier, preparato dalla Fondazione MeNO, esprime nella sua dimensione culturale e artistica la visione politica che riconosco come mio pensiero sulla Città di Agrigento e sulle sfide che la comunità internazionale è oggi chiamata ad affrontare. Un progetto che nella relazione tra il sé e l’altro, interpreta il rapporto tra le comunità e, quindi le Città, come condizione essenziale per la costruzione di futuro. Grazie a Cantiere Città abbiamo avviato questo percorso di condivisione che dovrà necessariamente trovare compimento nel 2025 e restare per il futuro un patrimonio di relazioni tra individui e comunità. Il protocollo d’intesa siglato ad Agrigento è un patrimonio dell’Italia intera, che quando opera in una dimensione di rete e di connessione esprime l’essenza della propria cultura e dell’essere il luogo più affascinante del mondo”.

Vasco Live 2024, nuova data a Bari il 29 giugno

Vasco Live 2024, nuova data a Bari il 29 giugnoRoma, 28 nov. (askanews) – È sempre corsa al biglietto quando si parla di Vasco Rossi. A grandissima richiesta si aggiunge il 29 giugno, per un totale di 4 concerti a Bari, stadio San Nicola, per l’ambasciatore della “Puglia creativa”.

Un imperdibile show a chiusura del l tour che conta già 7 appuntamenti allo Stadio San Siro di Milano e porta a 4 quelli nel capoluogo pugliese, per un totale di 11 show annunciati. Ecco il calendario aggiornato del più grande rock’n’roll show dell’estate2024! 07 Giugno Milano Stadio San Siro 08 Giugno Milano Stadio San Siro 11 Giugno Milano Stadio San Siro 12 Giugno Milano Stadio San Siro 15 Giugno Milano Stadio San Siro 19 Giugno Milano Stadio San Siro 20 Giugno Milano Stadio San Siro 25 Giugno Bari Stadio San Nicola 26 Giugno Bari Stadio San Nicola 29 Giugno Bari Stadio San Nicola (Nuova Data) 30 Giugno Bari Stadio San Nicola

Meloni alla Cop28, l’impegno dell’Italia per il clima (con particolare attenzione all’Africa)

Meloni alla Cop28, l’impegno dell’Italia per il clima (con particolare attenzione all’Africa)Roma, 28 nov. (askanews) – Fare il punto sulle azioni portate avanti fino a questo momento per contrastare il cambiamento climatico e rilanciare l’impegno globale sul tema, con l’Italia che guarda in particolare all’Africa. E’ questo il cuore della Cop 28 in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre.

All’evento sono attesi circa 150 tra capi di Stato e di governo (una delle partecipazioni più consistenti degli ultimi anni). A rappresentare l’Italia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attesa a Dubai nella giornata del 30. Meloni ripartirà poi il 2 o 3 dicembre. In particolare la premier interverrà nella due giorni di “alto livello”, l’1 e il 2. Il primo giorno parteciperà all’apertura dell’evento e poi interverrà a due eventi settoriali: il primo sui sistemi alimentari, il secondo dedicato all’adattamento ai cambiamenti climatici. I due interventi non sono casuali: entrambe le questioni sono prioritarie per i Paesi in via di sviluppo e in particolare per l’Africa e sarà quindi l’occasione – per la presidente del Consiglio – di ribadire gli impegni dell’Italia per il continente africano, anche nell’ottica del Piano Mattei. La serata sarà “italiana” perchè a Dubai i leader saranno invitati a un concerto del Teatro della Scala di Milano (realizzato in collaborazione con i Ministeri della Cultura e degli Esteri e con il sostegno di Eni) in cui saranno eseguite in particolare arie italiane. Il 2 mattina – quando alle 9.15 è previsto anche l’intervento di papa Francesco – Meloni prenderà la parola alle 11.30 nell’assemblea plenaria. Per quanto riguarda gli impegni italiani, sottolineano fonti diplomatiche, il nostro Paese si muove nell’ambito del programma ‘Fit for 55’ dell’Unione europea che ha messo in campo “interventi importanti” che dovrebbero porre l’Unione “in linea” con i target relativi alla mitigazione del cambiamento climatico. Per quanto riguarda il capitolo dell’adattamento, rivolto ai Paesi maggiormente colpiti dall’impatto dei mutamenti, l’Italia sta andando verso un aumento della quota dei finanziamenti. A questo proposito, già nei mesi scorsi, Meloni aveva annunciato che il Fondo italiano per il clima sarà in gran parte dedicato all’Africa.

A margine dei lavori, vista la presenza di molti leader, il governo italiano sta lavorando alla definizione di alcuni bilaterali.

Al Museo del Saxofono di Fiumicino il “Brag Quartet”

Al Museo del Saxofono di Fiumicino il “Brag Quartet”Roma, 28 nov. (askanews) – Grande festa dedicata al “Brazilian jazz” in programma sabato 2 dicembre alle ore 21:00 al Museo di Saxofono di Fiumicino. Attilio Berni, direttore del Museo, ha infatti invitato a partecipare con un nuovo significativo progetto, il Brag Quartet, formato dal compositore Alberto Giraldi al pianoforte, Stefano Rossini a batteria e percussioni, Alberto D’Alfonso a flauto e sax alto e Gabriel Caporali al basso elettrico.

Il Repertorio prescelto, composto da brani originali di Alberto Giraldi, si ispira ai ritmi ed alle armonie della musica brasiliana delineandosi attraverso l’uso di Samba, Bossa Nova, Baiao, Frevo, Partido Alto: stili che, facenti principalmente capo a pattern ritmici tipici, possono essere ricondotti al complesso della cultura musicale brasiliana. L’incontro tra Stefano Rossini, profondo conoscitore della tradizione brasiliana ed Alberto Giraldi, jazzista con una solida preparazione accademica “tradizionale” di stampo tipicamente europeo, ha consentito di produrre una musica che fotografa il mondo brasiliano, seppur visto con l’occhio europeo, ma senza mai tradirne gli elementi peculiari ed anzi esaltandoli. La presenza nel Quartetto di Gabriel Caporali, bassista di Belo Horizonte, ha consentito di utilizzare nei brani gli accompagnamenti più fedeli alla tradizione tipica del Brasile, permettendo di realizzare le musiche di Giraldi in un modo quasi filologico rispetto alla produzione contemporanea del variopinto paese sudamericano. Il Quartetto si avvalora inoltre della presenza di Alberto D’Alfonso, flautista e saxofonista. In particolare, con il primo dei suoi strumenti – il Flauto – D’Alfonso offre un importante riferimento alla musica brasiliana che ne fa uso costante, soprattutto nella Bossa Nova, laddove l’incedere ritmico fluido e spesso quasi cullante, si giova di timbriche morbide e vellutate come – appunto – quelle del Flauto.

Afferma Giraldi: “Un mio viaggio in Brasile fatto nel 2018, per tenere una masterclass ed un concerto presso il Centro Universitario di Rio Grande do Norte, in Natal, ha coinciso col rivedere, dopo tantissimi anni, l’amico batterista e percussionista Stefano Rossini. Con una certa discrezione – tipica del suo gentile modo di essere e di fare – Stefano mi propone di formare un Ensemble di musica brasiliana. Caso o foriera coincidenza: ed io cosa faccio? Rispondo subito di sì, e con entusiasmo! Abbiamo scelto un certo numero di brani famosi, ma la mia penna non ha retto all’impulso che da sempre mi anima – quello di scrivere – ed ho portato in prova i primi due brani originali. Stefano ne è rimasto colpito. Così io, memore della famosa frase di Alberto Sordi: ‘M’hai provocato e io me te magno!’, non ho impiegato tempo a cedere alle lusinghe ed ho rapidamente completato un intero repertorio di brani originali, in stile brazilian jazz. Sperimentando il Samba, il Bajao, lo Choro, la Bossa Nova, il Frevo, trovando spunti ed idee che hanno acceso in me nuove prospettive, nella pratica – quella di scrivere “à la manière de” – che sin dall’Ottocento ha stimolato diversi blasonati compositori miei predecessori. La musica brasiliana è festa di impulsi, con le sue sincopi a sospendere il tempo, artifici ritmici che rinviano un battere più volte promesso e raggiunto solo qui e là; è festa di sensualità, con le sue appoggiature, i suoi cromatismi, le sue armonie che, sposate al tessuto jazzistico, aprono strade inusitate, eppure così famigliari e comunicative. Quando anche Alberto D’Alfonso e Gabriel Caporali – quest’ultimo brasiliano doc di Belo Horizonte – hanno pronunciato il fatidico “sì” è nato BRAG Quartet, acronimo che mescola il Brasile con le mie iniziali, da un’idea di Stefano Rossini. Stefano ha dato e continua a dare entusiasmo a questo progetto ed io raccolgo con altrettanto entusiasmo, ed ho la sensazione che BRAG Quartet sia una promessa soltanto all’inizio, che nasconda chissà quali altri risultati, perseguiti con amore per le sfide e per la ricerca. Insomma, il nostro BRAG Quartet è tutto questo: espressione di vitalità e della gioia di fare Musica, onorando lo spirito di un popolo – quello brasiliano – che tanto ha dato e dà all’arte musicale, e continuando lo spirito del nostro popolo – quello italiano – che da sempre eccelle nella ricerca di connessioni, di intrecci geografici, culturali ed artistici.” Il concerto verrà preceduto, come da consuetudine del Museo, da un’apericena opzionale al costo di € 15,00. I biglietti per la performance costano invece € 17.00 e sono in vendita sia in loco (suggerita la prenotazione ai numeri del Museo) sia sul sito di Liveticket.it