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Mattarella:dovere costituzionale tutela beni culturali e paesaggio

Mattarella:dovere costituzionale tutela beni culturali e paesaggioNapoli, 27 nov. (askanews) – “La conferenza sul patrimonio culturale costituisce una preziosa occasione per avviare accresciute sinergie nell’applicazione della convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale culturale e materiale, di cui si è celebrato il 50esimo anniversario lo scorso anno, e per la convenzione per la salvaguardia patrimonio immateriale”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato all’evento Unesco “Naples Conference on Cultural Heritage in the 21st century”, che si svolge dal 27 al 29 novembre nel capoluogo campano.

Per Mattarella “nuove sfide quali l’interdipendenza sempre più stretta, il cambiamento climatico, l’urbanizzazione accelerata e i flussi migratori incontrollati ci impongono di attualizzare e ampliare gli strumenti di tutela del patrimonio rispondendo all’imperativo di trasmetterlo intatto alle generazioni future”. “Si tratta di un’esigenza particolarmente avvertita dalla Repubblica italiana che alla luce di storia di tradizioni di grande significato inerisce tutela patrimonio e paesaggio fra i principi fondamentali della Costituzione. – continua il Capo dello Stato – Dalle trasformazioni sociali e ambientali a cui ho fatto riferimento nasce la necessità di salvaguardare il patrimonio anche in sua dimensione intangibile intesa come fattore che determina l’identità culturale dei popoli stessi, un’identità viva e dinamica descritta nelle tradizioni, nei linguaggi e nelle arti” conclude.

Consorzio Sigen (Thales ed Elettronica) modernizzerà fregate Horizon

Consorzio Sigen (Thales ed Elettronica) modernizzerà fregate HorizonRoma, 27 nov. (askanews) – Dopo la firma del contratto tra OCCAR e Naviris (joint venture tra Fincantieri e Naval Group) per il Mid-Life Upgrade delle quattro unità della classe Horizon in servizio presso le marine militari italiana e francese, nell’agosto 2023 è stato firmato un sub-contratto tra SIGEN (consorzio tra le società Elettronica e Thales) e Naviris per l’ammodernamento del sistema di guerra elettronica (EW). Ne dà notizia un comunicato di Elettronica.

Questo contratto rappresenta la continuazione di quanto già avviato con successo nei programmi Horizon e FREMM e consolida il rapporto di collaborazione tra le due aziende per la fornitura di sistemi EW all’avanguardia in grado di affrontare con successo le esigenze operative attuali e future, con contributi equilibrati da parte di entrambe le aziende. Nello specifico – si legge nella nota – il sistema EW integra nelle nuove Unità Navali l’eccellenza sviluppata da entrambe le aziende nei rispettivi programmi navali nazionali. La componente full digital RESM (Radar Electronic Support Measures) sviluppata e qualificata per il programma FDI (Frégate de Défense et d’Intervention) della Marina francese sarà integrata con la componente RECM (Radar Electronic Counter Measures) di ELT Group sviluppata e qualificata per le PPA (Patrol Multipurpose Offshore Units) della Marina italiana. I sottosistemi CESM (Communication Electronic Support Measures) e EWNU (Electronic Warfare Management Unit), invece, saranno varianti nazionali, fornite da ciascuna azienda per la propria Marina.

Domitilla Benigni, CEO e COO di Elettronica ha commentato “Il contratto l’ammodernamento del sistema EWS per il Mid-Life Upgrading (MLU) delle Unità Horizon ha una valenza duplice e significativa per la nostra azienda: da un lato consolidiamo la nostra presenza di eccellenza nell’EW a bordo di unità navali per le Marine Italiana e Francese e, allo stesso tempo, consolidiamo la lunga e proficua collaborazione con Thales. Entrambi gli aspetti consolidano il convinto contributo di Elt Group verso la Difesa Europea” Philippe Duhamel, Executive Vice-President, Defence Mission Systems, di Thales ha commentato: “Siamo molto orgogliosi di rafforzare la nostra collaborazione e partnership con ELT Group attraverso la fornitura del nostro esclusivo sistema di guerra elettronica (EW) per la Marina italiana e quella francese, considerando i nuovi rischi e le minacce dello spettro elettromagnetico”.

Lavoro, la Cisl deposita alla Camera firme su legge partecipazione

Lavoro, la Cisl deposita alla Camera firme su legge partecipazioneRoma, 27 nov. (askanews) – La Cisl deposita alla Camera le firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare sulla partecipazione. La delegazione del sindacato è guidata dal segretario generale Luigi Sbarra.

In questi mesi sono state raccolte centinaia di migliaia di firme in tutte le città italiane e nei luoghi di lavoro a sostegno della proposta di legge su partecipazione gestionale, consultiva, organizzativa, economica-finanziaria dei lavoratori alla vita delle aziende private e pubbliche, in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione.

Il Papa è “in netto miglioramento. Esclusa una polmonite”

Il Papa è “in netto miglioramento. Esclusa una polmonite”Roma, 27 nov. (askanews) – “Confermo che la tac ha escluso una polmonite, ma mostrava una infiammazione polmonare che causava alcune difficoltà respiratorie. Per una maggiore efficacia della terapia si è proceduto a posizionare un ago cannula per infusione di terapia antibiotica per via endovenosa. Le condizioni del Papa sono buone e stazionarie, non presenta febbre e la situazione respiratoria è in netto miglioramento”, così il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, rispondendo alle domande dei giornalisti.

“Per facilitare il recupero del Papa, alcuni importanti impegni previsti per questi giorni sono stati rimandati perché possa dedicarvi il tempo e le energie desiderate. Altri, di carattere istituzionale o più facili da sostenere date le attuali condizioni di salute, sono stati mantenuti”, ha concluso Bruni.

Coppa Davis, Sinner: “Abbiamo regalato un sogno all’Italia”

Coppa Davis, Sinner: “Abbiamo regalato un sogno all’Italia”Roma, 27 nov. (askanews) – Intervenuto in diretta su Tv9 nella trasmissione “Che tempo che fa…”, Jannik Sinner ha così commentato il trionfo azzurro in Coppa Davis: “Abbiamo regalato un sogno all’Italia – ha esordito rivolgendosi a Fabio Fazio che si era complimentato con lui sottolineando come avesse regalato un sogno a tutto il paese – Siamo venuti qua come una squadra e abbiamo fatto un’ottima settimana, siamo tutti contenti, sappiamo che abbiamo fatto qualcosa di importante”.

Messo al corrente dell’invito ricevuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il prossimo 21 dicembre, il n.1 azzurro ha aggiunto di “averlo saputo solo ora.” Poi tornando sulla vittoria di Malaga, Sinner si è così congedato: “Ovviamente siamo contenti, io in primis, e tutta la squadra. abbiamo fatto un ottimo lavoro durante tutta la stagione e meglio di così non si poteva finirla. Vincere a Torino sarebbe stato ancora meglio, ma ci sono tante cose positive: le emozioni, non solo da parte mia ma di tutto il team, e del movimento italiano verso il tennis che si muove nella direzione giusta e questa è la cosa più importante”.

L’ultima battuta però è per i festeggiamenti che attendono lui e tutto il team di capitan Volandri: “C’è ancora la conferenza stampa, c’è la squadra che mi aspetta e poi andremo in hotel. Domani c’è il volo presto. Oggi non si festeggia, ma la stagione è finita, abbiamo un po’ di vacanze e festeggeremo, ma la notte sarà ancora lunga”.

Juve-Inter 1-1, Allegri: “Gol da polli”. Inzaghi: ‘Ok così’

Juve-Inter 1-1, Allegri: “Gol da polli”. Inzaghi: ‘Ok così’Roma, 27 nov. (askanews) – E’ terminato in parità il derby d’Italia, 1-1 all’Allianz Stadium che mantiene la squadra di Inzaghi in vetta a +2 sui bianconeri. Chance in avvio per Thuram e Chiesa, la sblocca Vlahovic su assist di Chiesa. Immediato il pareggio di Lautaro, servito da Thuram. Ritmi bassi e poche occasioni nella ripresa: Inter e Juve restano imbattute da due mesi.

“Abbiamo preso un gol da polli. Oggi era più importante non perdere che vincere”: così Massimiliano Allegri dopo l’1-1 con l’Inter, che ha mantenuto invariate le distanze fra le prime due della classe. “Restare a due punti è un bel traguardo, anche psicologicamente. Il nostro obiettivo resta un posto fra le prime quattro” Ed ecco spiegata l’ingenuità: “Abbiamo preso un gol da polli, dopo 5 minuti dal gol. Già avevamo sbagliato due o tre situazioni. Si poteva fare meglio, però l’Inter quando ha campo aperto, lo ha dimostrato in tanti gol che ha fatto, ha grande tecnica ed è facilitata nel fare le giocate. Avevamo lavorato sulle palle rasoterra, ma è stato bravo Lautaro. La squadra ha fatto una bella prestazione, erano tre anni che la Juventus non giocava per il primo posto in classifica. Non è stato facile, nemmeno per me. Dobbiamo restare tranquilli e lavorare, possiamo migliorare in tante cose. Venerdì c’è una gara difficile col Monza, una gara tosta da preparare al meglio: l’anno scorso ci hanno battuti due volte e non siamo riusciti a segnare”.

“Ci prendiamo questo pareggio per come è venuto – spiega il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi -, sappiamo che non è facile segnare alla Juve. Abbiamo segnato un grandissimo gol con un’ottima giocata, ma sul loro dovevamo fare meglio. Abbiamo perso palla e poi non abbiamo chiuso in tempo su Vlahovic. Alla vigilia non avrei firmato per il pari, perché serviva vincere”. Inzaghi continua poi il suo commento dello scontro diretto: “La sensazione che mi resta è che la squadra ha fatto ciò che doveva fare. L’anno scorso in una partita identica avevamo perso: non è semplice, c’è sempre un’avversaria davanti. Abbiamo disputato una partita di padronanza e di palleggio”. Nella corsa scudetto, però, secondo Inzaghi non ci sono solo Inter e Juventus: “Sono tutte squadre importanti comprese il Milan e il Napoli, costruite per stare ai vertici della classifica. E dietro ci sono altre squadre che possono farsi sotto”.

Chiusa la Biennale Architettura: 285mila biglietti e una visione

Chiusa la Biennale Architettura: 285mila biglietti e una visioneMilano, 27 nov. (askanews) – Si è domenica 26 novembre 2023, la 18esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia con 285mila biglietti venduti, cui si aggiungono le 14.150 presenze durante la pre-apertura. Numeri alla mano, si tratta della seconda Biennale Architettura più vista di sempre, concepita dalla Curatrice Lesley Lokko per essere la prima Mostra di Architettura nella quake i riflettori erano puntati sull’Africa e sulla sua diaspora, su quella cultura definita dalla Curatrice “fluida e intrecciata di persone di origine africana che oggi abbraccia il mondo”, sui temi della decolonizzazione e decarbonizzazione.

La presenza dei giovani e gli studenti – fanno sapere dalla Biennale – sono stati il 38% dei visitatori totali. I visitatori organizzati in gruppo rappresentano il 23% del pubblico complessivo e circa il 76% è costituito da gruppi di studenti e/o universitari. Questo dato parla di una Mostra particolarmente centrata sulla circolazione delle idee e sulla trasmissione del sapere, che ha accentuato il fenomeno delle visite collettive costituite da studenti e universitari, in un record che ha fatto registrare il triplo delle presenze di gruppo rispetto all’edizione precedente. Sono 2.500 i giornalisti accreditati solo nei giorni di pre-apertura, tra stampa italiana e internazionale, cui si aggiungono i giornalisti provenienti da agenzie, televisioni, radio, quotidiani, periodici, testate online che si sono via via accreditati durante i mesi di mostra.

“La 18esima Mostra Internazionale di Architettura curata da Lesley Lokko, che si chiude con buoni risultati di presenze – ha commentato il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto – ha attirato l’attenzione del mondo su molte criticità figlie della storia più recente. I temi decolonizzazione e decarbonizzazione si sono allargati a molti aspetti della società civile, anche in quei Paesi che sembravano esserne ‘al riparo’ o meno esposti. Lesley ha affrontato la sfida di un College che ha portato a Venezia 49 giovani e 15 tutor da tutti i continenti ad affrontare una riflessione comune che sta già influenzando l’educazione all’architettura. Ringrazio Lesley e il suo team, i partecipanti alla Mostra Internazionale, tutti i Paesi, il ministero della Cultura e tutte le istituzioni veneziane e non, tutti coloro che hanno contribuito a realizzare la manifestazione, lo staff e i dirigenti della Biennale che hanno reso nuovamente possibile la più importante Mostra Internazionale di Architettura”. “Il banco di prova di questa mostra, o di qualsiasi mostra – ha aggiunto la curatrice Lesley Lokko – non è solo il numero di biglietti venduti, di articoli, di recensioni o di commenti sui social media. È nei piccoli fili, a volte inosservati, che vengono raccolti, amplificati, ricuciti insieme e presentati mesi, anni, persino decenni dopo. Mi piace pensare – e solo il tempo ci dirà se è un’ipotesi ragionevole – che questa mostra sia stata ricca di fili, se non addirittura di arazzi, e che la sua eredità sia l’impulso a continuare a fare, cucire, ricucire, dire, formulare nuove idee sulla nostra professione, sul suo posto e sulla sua importanza nel mondo dei pensieri e delle cose, arricchendo i discorsi dove può, sostituendo dove dovrebbe, riparando dove è necessario e sostenendo e difendendo ciò che è prezioso. È un’eredità di cui sono incredibilmente orgogliosa. Esco da questa esperienza riconoscendo che, da un lato, ho avuto probabilmente uno dei team più piccoli di qualsiasi altro curatore fino ad ora, e dall’altro, il più grande. Tutti coloro le cui mani, cuori e menti hanno toccato un qualsiasi aspetto di questa mostra fanno parte di quella squadra, e ne faranno sempre parte”.

Un’eredità che è anche, più in generale, quella che questa Biennale lascia, insieme alle tre di Architettura che l’hanno preceduta, ossia un discorso il più possibile vero sul mondo, sulla sua natura globale e fragile, sulla capacità di guardare all’altro e ai problemi legati, per esempio, all’emergenza climatica che è anche emergenza sociale. La Biennale ha scelto con autorevolezza uno sguardo critico e plurale, una postura sociale forte e consapevole, che ha dato un diverso taglio alla stessa idea di architettura, ma rappresenta anche una visione politica che ha restituito all’istituzione veneziana prestigio internazionale oltre che un ruolo di avanguardia culturale. Una strada sulla quale sarebbe auspicabile che la Biennale continuasse a muoversi anche in futuro, con autonomia, visione e libertà.

Tennis, Italia vince la Coppa Davis dopo 47 anni con un SuperSinner

Tennis, Italia vince la Coppa Davis dopo 47 anni con un SuperSinnerRoma, 26 nov. (askanews) – L’Italia torna a vincere la coppa Davis dopo 47 anni. Allora era in Cile con Pietrangeli capitano non giocatore, Panatta, Bertolucci, Zugarelli, Barazzutti in campo. Oggi è Volandri che siede in panchina con lui Arnaldi, Musetti, Sonego ed un grandissimo Sinner (con Berrettini a sostenere la squadra) a conquistare l’insalatiera d’argento che mancava da troppo tempo.

Se Arnaldi è stato sulle montagne russe per battere Popyrin nel primo singolare della finale di Malaga contro l’Australia; per Jannik Sinner è stata una passeggiata superare De Minaur e portare l’insalatiera in Italia. 6-3, 6-0 in 1h22′ di gioco per l’altoatesino in un match che ha avuto storia soltanto nel primo gioco vinto all’australiano a zero. Carburazione lenta per l’azzurro che mette le cose in chiaro nel secondo gioco e fa il break nel terzo. Sinner vola fino al 5-3, poi piazza il 6-3 in 45′. Un parziale con poche difficoltà per l’azzurro che ha strappato due volte il servizio all’australiano. Nel secondo parziale tutto facile. In poco più di venti minuti (1h13′ di gioco in totale) siamo 5-0. Panatta, moschettiere di Davis, nel preparatita lo aveva detto: “lo prenderà a pallate” e così è stato. Nel sesto game De Minaur salva due match point. Al terzo crolla.

Alemanno e Rizzo: ‘liberi’ di stare insieme, per l’Indipendenza

Alemanno e Rizzo: ‘liberi’ di stare insieme, per l’IndipendenzaRoma, 26 nov. (askanews) – Gianni Alemanno e Marco Rizzo si scambiano parole di riconoscimento reciproco a sugello di un’alleanza che, dicono loro, “sorprende” perchè “fa paura ai potenti” del momento e al “mainstream”. Un’alleanza dove le parole d’ordine sono sulla guerra (e la pace) e sul conflitto sociale, che punta all’indipendenza dell’Italia “che deve riprendersi le chiavi di casa”. E che guarda a un mondo fuori dal ‘giogo’ di Bruxelles e degli Stati Uniti, contrastando le “multinazionali” e difendendo la “classe operaia”.

Nel secondo giorno del Forum organizzato da Alemanno, che ha tenuto a battesimo il suo nuovo partito ‘Indipendenza!’, parte ufficialmente un cammino comune perché sono “liberi” di farlo, puntualizzano i due in occasione della tavola rotonda su ‘Pace e mondo multipolare. Stop al massacro di Gaza. Difendere i diritti di tutti i popoli’. E se l’uno cita “Giorgio Almirante”, l’altro cita “Vladimir Il’ic” (Lenin). E se il primo ricorda che il suo partito ‘Indipendenza!’ sarà sul fronte dei “valori” il “più a destra di tutti”, il secondo non si scompone e risponde ai cronisti: “il conflitto principale è quello tra capitale e lavoro. Poi ci sono cose laterali. Certamente sull’utero in affitto, sull’idea di insegnare non so quale sessualità ai bambini di tre anni, anche io non sono d’accordo. A me questo mondo di fighetti, della sinistra radical chic, non mi interessa”, sottolinea.

“Con Rizzo ci sono anche cose che ci dividono, ma abbiamo detto le stesse cose”, esordisce Alemanno riferendosi alla Palestina (alla tavola rotonda c’è il sindaco di Betlemme che porta in dono le sciarpe con i disegni della Kefiah e la bandiera della Palestina libera che tutti i relatori indossano mentre la platea grida: “Palestina libera”), alle armi in Ucraina e alla lotta “trasversale” sugli “assetti sociali” contro i ‘poteri forti’. Il neo-segretario di ‘Indipendenza!’ parla della “saldatura tra classe media e classe popolare”, il comunista e fondatore di ‘Democrazia sovrana popolare’ della “classe operaia”, delle “persone che vivono del proprio lavoro” che devono “unirsi” per riprendersi il “futuro”.

“Su questo dialogo tra noi e loro tante cose sono state dette – dice l’ex sindaco di Roma – si è parlato dei rosso-bruni, dei fascio-comunisti, sorprendetevi se volete ma quello che stiamo facendo è batterci per i valori fondamentali della Costituzione italiana: il lavoro e la sovranità popolare”. Una Carta che è frutto della “cultura comunista e cattolica, ma anche, attraverso l’umanesimo del lavoro, di Giovanni Gentile”, cultura “di cui non rinneghiamo una virgola”, e non è “casuale” che “oggi possiamo parlare con Marco Rizzo e Francesco Toscano (l’altro fondatore di Democrazia sovrana popolare a fianco di Rizzo)”. Comune e a tratti speculare l’attacco alla Premier Giorgia Meloni e alla segretaria del Pd Elly Schlein. Per entrambi dicono le “stesse cose” sulle “cose essenziali”. “Stavamo nelle stesse sezioni, Meloni bussava alla porta e Simone di Stefano (ex CasaPound con Alemanno nel nuovo partito) l’ha fatta entrare” e oggi lei commette “errori ingiustificabili” e fa il “governo più atlantista nella storia d’Italia”. Mentre “noi portiamo la tradizione, l’onore della destra sociale, il movimento nazional-popolare, le nostre radici, le portiamo fuori dal recinto di centro destra”.

E Rizzo: “mi chiedevano una sorta di autorizzazione per venire qua. Chi mi doveva autorizzare, la Schlein? Una signora che mi ha insegnato” una parola “armocromia. Io sono stato aggredito da quelli che chiamavamo i fasci, l’ultima volta ho rischiato tanto e spero che non siano qui. Erano gli anni ’70 e spero che quegli anni non tornino più ma da questi fighetti della finta sinistra io non ricevo nessuna autorizzazione”. “E’ bastata una tavola rotonda per suscitare tanto scalpore, vuol dire che anche solo alcune considerazioni sulla situazione esistente, con voci libere, li spaventa da morire. Hanno paura”. Le cose, prosegue, sono “cambiate radicalmente, oggi il tema della guerra e della pace fa sì che noi siamo seduti a questo tavolo”. “Noi vogliamo un’Italia indipendente che non faccia parte della Nato, dell’Unione europea, che non sia sotto la dittatura dell’euro e dell’Oms”, ancora Rizzo. La due giorni di ‘Indipendenza!’, con il suo logo circolare con sfondo blu e il tricolore, è terminata. Alemanno è stato eletto segretario, Massimo Arlechino presidente. Vicepresidenti: Marcello Taglialatela (ex parlamentare di An e Fdi), Simone Di Stefano (ex CasaPound, leader del movimento Exit-Sovranita confluito in ‘Indipendenza’), Chicco Costini (medico, responsabile dell’associazione Area Rieti, ex assessore comunale An), l’avvocato Luigia Passaro (ex iscritta al Partito Comunista di Marco Rizzo), vicesegretario con delega giovanile Nicola Colosimo (leader del Movimento Magnitudo). Mentre Marco Rizzo annuncia per “gennaio” il congresso di ‘Democrazia sovrana popolare’, non è ancora dato sapere se ‘Indipendenza!’ si misurerà alle prossime Europee: l’assemblea su questo non si è espressa, contrariamente agli annunci della vigilia. L’attività politica dell’ex sindaco di Roma dovrà dividersi con i servizi sociali che gli sono stati concessi dal giudice di sorveglianza in seguito alla condanna a un anno e dieci mesi per traffico di influenze illecite che gli è stata inflitta, in via definitiva, in uno dei processi nati dall’indagine ‘Mondo di mezzo’.

Sinistra italiana con la novità Vendola. Fratoianni: le opposizioni marcino insieme

Sinistra italiana con la novità Vendola. Fratoianni: le opposizioni marcino insiemePerugia, 26 nov. (askanews) – Nichi Vendola torna alla “politica attiva”: lo rivendica lui stesso, dopo che il terzo congresso nazionale di Sinistra italiana gli tributa un lungo e affettuoso applauso e lo acclama presidente, su proposta del segretario riconfermato del partito, Nicola Fratoianni. Ma, avverte Vendola, “non mi candido a niente”. “Vendola ha scelto di non misurarsi con le istituzioni in questa fase, fino a quando non avrà definito nel modo migliore, e certamente sarà così, una vicenda giudiziaria che lo riguarda”, precisa poi lo stesso Nicola Fratoianni facendo riferimento alla condanna in primo grado inflitta a Taranto all’ex presidente della Regione Puglia nel processo “Ambiente svenduto” per le vicende che riguardano l’impianto siderurgico dell’ex Ilva.

Messa in campo una novità di un qualche significato per l’elettorato di riferimento, e dando per acquisito il fecondo dialogo con Cgil e Uil, che al congresso sono stati rappresentati dai loro leader Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, Fratoianni rivendica la “maturazione” del suo partito. Ma anche “l’autorevolezza” dimostrata, paradossalmente, nel momento di maggiore frizione con uno degli ospiti delle assise: la nervosa reazione della platea, nella giornata di sabato, alle parole del segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello contro lo sciopero proclamato da Cgil e Uil per contestare la manovra economica del Governo. “Quando non sei autorevole, questo tipo di inviti non li accettano, e se li accettano vengono a dire qualche parola formale. Se vengono a dire cose che sanno che non ci piacciono, è un riconoscimento per la nostra crescita”, afferma. Chiudendo il congresso con un intervento a braccio meno impegnativo e ambizioso della lunga relazione introduttiva con la quale lo aveva aperto, Fratoianni rilancia quella mobilitazione unitaria delle opposizioni sulla quale ha ricevuto molti sorrisi e qualche “ni” dai suoi interlocutori. Più freddi Carlo Calenda leader di Azione e Riccardo Magi di +Europa, più disponibili ma senza slanci operativi i leader di Ps e M5S, Elly Schlein e Giuseppe Conte, questi ultimi comunque presenti al congresso e applauditi dalla platea. “Lo ripeto: andremo avanti, proporremo – annuncia Fratoianni – di incontrarci per una mobilitazione unitaria sul salario minimo, contro l’autonomia differenziata che terremota un Paese già rotto e contro il premierato. La domanda è semplice, su queste tre questioni possiamo farla una manifestazione unitaria?”. A parte qualche scaramuccia con la minoranza in fase di approvazione dei documenti politici (ma il rapporto di circa nove delegati a uno consente al segretario e ai suoi di superare agevolmente le secche procedurali), il congresso si conclude in modo sereno e con una determinazione di fondo: alle europee, dove ci si conta con il sistema proporzionale e non ci sono meccanismi di coalizione, Sinistra italiana andrà per riconfermare la lista unitaria Alleanza Verdi Sinistra. Il patto con Angelo Bonelli regge, anzi Fratoianni in più di una occasione lo indica come asse delle strategie elettorali del partito. Se regge anche l’equilibrio con il leader ritrovato Vendola, una figura che non si può certo immaginare relegata a tagliare nastri in qualche remota sezione di paese, per il nuovo/vecchio segretario si apre ora la partita per consolidare la forza elettorale di Sinistra italiana: come per tutti i partiti medio-piccoli, si lavora con la minaccia dello sbarramento elettorale, che per le europee è fissato al momento nel 4 per cento dei consensi. AVS alla Camera nelle elezioni politiche del settembre 2022 ha raccolto il 3,5 per cento.