Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ucraina, Mattarella: in gioco il futuro di pace dell’Europa

Ucraina, Mattarella: in gioco il futuro di pace dell’EuropaBratislava, 20 apr. (askanews) – “E’ in gioco il futuro di pace dell’Europa. Se riuscisse l’aggressione russa in Ucraina, altre ne seguirebbero, mettendo a rischio l’indipendenza di altri paesi. Non possiamo consentirlo e l’Italia intende assicurare questo impegno”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Bratislava in visita ufficiale in Slovacchia, ribadisce la determinazione dell’Italia a sostegno dell’Ucraina.

“Abbiamo parlato molto della sicurezza – ha detto il capo dello Stato riferendo l’esito del colloquio con la presidente slovacca Zuzana Caputova – dopo la sciagurata aggressione russa all’Ucraina. L’emergenza sicurezza vede i nostri due paesi in sintonia nel sostegno all’Ucraina per difenderne l’indipendenza e l’integrità territoriale. La libertà dei diritti dei popoli e delle persone è il valore che ci accomuna: l’Italia intende assicurare all’Ucraina il sostegno finchè sarà necessario,finchè sarà richiesto e sotto ogni profilo: finanziario, militare, umanitario”.

Balneari, Corte Ue: le autorità locali devono applicare le norme europee

Balneari, Corte Ue: le autorità locali devono applicare le norme europeeRoma, 20 apr. (askanews) – Con una sentenza su un rinvio pregiudiziale richiesta dal Tar della Puglia e riguardante un caso relativo al comune di Ginosa (Taranto), la Corte europea di Giustizia ha confermato oggi a Lussemburgo che le concessioni demaniali agli stabilimenti balneari non possono essere rinnovate automaticamente, ma devono essere messe a gara periodicamente con una procedura di selezione imparziale e trasparente. E, soprattutto, la Corte e ha precisato che i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme dell’Ue, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale che non sono conformi al diritto comunitario.

La sentenza riguarda una causa (C-348/22) in cui erano coinvolte l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana e il Comune di Ginosa, in provincia di Taranto. Il rinvio pregiudiziale portava sull’interpretazione della normativa nazionale che prevede la proroga automatica delle concessioni balneari, e in particolare la validità, il carattere vincolante e l’effetto diretto della direttiva 2006/123/Ce, relativa ai servizi nel mercato interno (meglio nota come “Direttiva Bolkestein”). Secondo la direttiva, per concedere concessioni di occupazione del demanio pubblico marittimo, gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione, con messa a gara tra i potenziali candidati, quando il numero di autorizzazioni disponibili è limitato a causa della scarsità delle risorse naturali. Inoltre, la concessione deve essere di durata limitata e non soggetta alla procedura di rinnovo automatico.

Sebbene la direttiva sia stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano, una legge nazionale del 2018 ha indicato che le concessioni in corso saranno prorogate fino al 31 dicembre 2033, con la motivazione secondo cui occorre disporre del tempo necessario per la realizzazione di tutte le operazioni indispensabili alla riforma del regime di concessione. Conformemente a questa legge nazionale, il Comune di Ginosa ha prorogato, con delibera del 24 dicembre 2020, le concessioni di occupazione del demanio marittimo nel suo territorio. Ma la decisione è stata contestata dall’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato (Agcom), che l’ha ritenuta contraria ai principi Ue della concorrenza e della libertà di stabilimento. L’Agcom ha perciò notificato al comune di Ginosa un parere motivato, ricordandogli l’esigenza di una procedura preliminare di appalto pubblico e rilevando che le disposizioni nazionali che prorogano automaticamente le concessioni devono restare inapplicate.

Poiché il comune di Ginosa non si è conformato a questo parere motivato, l’Agcom ha presentato al Tribunale amministrativo regionale della Puglia un ricorso diretto all’annullamento della decisione sulla proroga delle concessioni. Il Tar della Puglia ha posto a questo punto alla Corte europea di Giustizia diverse questioni pregiudiziali, volte a verificare il campo di applicazione della direttiva, la sua validità, la sua natura e gli effetti della sua applicazione. In particolare, pur ritenendo le disposizioni nazionali incompatibili con la direttiva Bolkestein, il Tar ha notificato i suoi dubbi sul suo carattere auto esecutivo, che avrebbe l’effetto di disapplicare le norme della legislazione nazionale contrarie alla direttiva stessa. Un altro dubbio espresso riguardava poi la validità della decisione a maggioranza qualificata in Consiglio Ue (e non all’unanimità), con cui la normativa era stata adottata nel 2006. Con la sua sentenza di oggi la Corte Ue precisa, in primo luogo, che la direttiva Bolkestein si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che presentino un interesse transfrontaliero o che riguardino situazioni confinate all’interno di un solo Stato membro.

In secondo luogo, dalla valutazione della Corte non è emerso alcun elemento che possa inficiare la validità della direttiva, il cui obiettivo è di agevolare la libera circolazione e l’esercizio della libertà di stabilimento dei prestatori di servizi. Pertanto, la Corte conferma che il Consiglio Ue ha correttamente adottato la direttiva a maggioranza qualificata, conformemente alle disposizioni del Trattato Ue. In terzo luogo, la sentenza afferma che l’obbligo per gli Stati membri di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali, e il divieto di rinnovare automaticamente le concessioni sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva, e producono quindi degli effetti diretti. I giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti quindi ad applicare le norme pertinenti della direttiva, e a disapplicare le norme di diritto nazionale non conformi, conclude la Corte europea di Giustizia. Loc

Fisco, Cgil: pericolose le proposte per contrastare la denatalità

Fisco, Cgil: pericolose le proposte per contrastare la denatalitàRoma, 20 apr. (askanews) – “Il Governo prosegue con uscite estemporanee e interventi scoordinati sul versante fiscale a dispetto del progetto di riforma presentato dallo stesso Governo. Dopo i condoni in legge di Bilancio e il condono penale ai grandi evasori del decreto bollette, adesso ci sarebbe una proposta di alcuni esponenti della maggioranza di introduzione di una detrazione di 10mila euro per ogni figlio a carico e una diversa proposta del Ministro Giorgetti sulla detassazione totale per le famiglie con figli. Sono entrambe infattibili, irrazionali e anche pericolose”. Ad affermarlo la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi.

“Innanzitutto – sottolinea la dirigente sindacale – se venissero erogati 10mila euro per ciascuno dei 10 milioni di minori del nostro Paese, il costo ammonterebbe a quasi 100 miliardi di euro. Se si volessero includere tutti i figli, anche maggiorenni, ancora a carico delle famiglie, il costo raggiungerebbe livelli ancora più insostenibili, ed è utile ricordare che nel recente Def il Governo ha certificato che le risorse disponibili per tutte le politiche del 2024 ammontano a 4 miliardi di euro”. “Tuttavia, trattandosi di una detrazione – aggiunge Fracassi – il costo probabilmente sarebbe inferiore, perché ne sarebbero totalmente esclusi gli incapienti (quindi i lavoratori e i pensionati poveri) e parzialmente esclusi i redditi medi e bassi. La detrazione spiegherebbe invece pienamente i suoi effetti sui redditi più alti, in possesso di una capienza Irpef di 10mila euro per ogni figlio. In dettaglio su 40 milioni di contribuenti circa 35 milioni avrebbero vantaggi parziali o nulli per incapienza. In presenza di due figli a beneficiare integralmente delle detrazioni sarebbe solo il 5% più ricco dei contribuenti”. Per la vicesegretaria generale della Cgil “sarebbe quindi un provvedimento fortemente regressivo, tanto più che, con l’assegno unico, si è riusciti a superare l’assurdità per cui esistevano famiglie ‘troppo povere per percepire la detrazione per i figli’”. “Ancora più grave – prosegue Fracassi – è la motivazione: si intende rispondere alla denatalità con il sostegno diretto per via fiscale alle famiglie, senza prevedere politiche e risorse per la condivisione vita-lavoro, quindi servizi pubblici per l’infanzia, sostegno all’istruzione, risorse per la non autosufficienza, politiche abitative e in generale al welfare e soprattutto senza prevedere politiche per l’occupazione femminile che vede il nostro Paese molto lontano dalla media europea di partecipazione al lavoro”.

“Crediamo – conclude Fracassi – che queste dichiarazioni, oltre a creare false aspettative, trasudino una visione classista e individualista della società, un disconoscimento del Patto sociale che è alla base della convivenza e della crescita materiale e morale del nostro Paese”.

A Cervia un festival per Grazia Deledda, nel suo “buen retiro”

A Cervia un festival per Grazia Deledda, nel suo “buen retiro”Roma, 20 apr. (askanews) – Un festival per non spezzare il filo della memoria, per rendere omaggio, in modo continuativo e perenne, alla cittadina onoraria più illustre di Cervia, promuovendone l’opera tra le nuove generazioni. Ma anche un festival per creare un legame tra una dimora storica, i cui muri conservano ricordi e memorie, e la città che intende valorizzare anche i luoghi vissuti dalla scrittrice per far conoscere a tutti la storia e la locazione della “casa color biscotto”, appartenuta all’unica donna italiana ad avere vinto il Premio Nobel per la Letteratura.

Per 15 anni Cervia è stata il rifugio estivo di Grazia Deledda, che l’ha ricordata e rappresentata in almeno quattro dei suoi romanzi e in una dozzina di novelle. La prima edizione di un Festival “A Cervia per Grazia Deledda” si terrà il 13 e 14 maggio proprio a Villa Caravella, la casa comprata dalla scrittrice dopo il Premio Nobel del 1926, che le servì per mettere solide radici nella città scelta come suo ‘buen retiro’ fin dal 1920. Innumerevoli le testimonianze dei legami con Cervia: dall’amicizia con l’educatrice Lina Sacchetti e alla ‘dottoressa dei poveri’ Isotta Gervasi, al sodalizio letterario con gli scrittori Marino Moretti, Antonio Baldini e Alfredo Panzini, all’affetto che la legava all’umile stagnino Trucolo, “il gobbino dalla goccia di stagno”, reso immortale dai suoi racconti. La traccia più evidente è la dimora storica di via Cristoforo Colombo, ceduta dagli eredi a privati nel 1979. La villetta mantiene l’aspetto esterno originale ma l’interno, non essendo soggetto a vincoli, non comunica più la presenza della grande scrittrice. Anche il giardino che la circonda ha perso la sua destinazione originaria, essendo destinato a parcheggio di pertinenza del vicino hotel, che appartiene agli stessi proprietari della casa. A seguito di una recente campagna stampa, il Comune di Cervia ha avviato contatti con la proprietà che ha deciso di mettere a disposizione l’area per il festival deleddiano.

L’Associazione “Grazia Deledda, una Nobel a Cervia”, costituitasi sull’onda di questo interesse, ha voluto sfruttare pienamente questa opportunità organizzando il primo festival deleddiano cervese, un inedito nella vita culturale della città romagnola. “Ma la nostra ambizione è di riuscire a recuperare stabilmente ad un uso pubblico almeno il giardino di Grazia che, liberato dalle auto, potrebbe diventare una stazione di grande interesse culturale e turistico”, dice Marisa Ostolani, presidente dell’Associazione. “Dalla nostra associazione parte un appello alle istituzioni: una soluzione non è impossibile visto che stiamo ragionando di identità storica e nuove opportunità di offerta turistica”. Per recuperare almeno in parte la sua funzione di giardino, durante il Festival l’area sarà allestita con piante e fiori. Nella due giorni si alterneranno conversazioni tra scrittrici, letture di testi, teatro, laboratori didattici, musica e gastronomia.

“Grazia Deledda, una ribelle nel paese del vento” sarà il tema conduttore di una conversazione tra le scrittrici Rossana Dedola, Cristina Marconi e Grazia Verasani, con il coordinamento di Elena Gagliardi. Il suo carattere ribelle è stato il passe-partout che le ha aperto il mondo della lettura e della scrittura, accompagnandola fino al traguardo più ambito: la fama agognata, il Nobel inseguito. Un percorso netto di emancipazione, valido esempio ancora oggi. “Cuore ci vuole, null’altro”, una citazione da “Canne al vento”, farà da filo conduttore ad una maratona deleddiana, curata dall’attrice Lelia Serra: voci note e meno note si misureranno con i testi delle novelle cervesi di Grazia Deledda fino ad esaurimento.

“Grazia Deledda e l’omino dalla goccia di stagno” è invece il titolo dello spettacolo di Teatro di Figura di Vladimiro Strinati con un inedito assoluto: Trucolo che diventa maschera, proseguendo il suo cammino verso l’eternità al fianco di Grazia, burattina dai bei capelli bianchi e dal vestito elegante. Domenica 14 maggio, i sindaci di Cervia Massimo Medri e di Nuoro Andrea Soddu scopriranno una targa storica di fronte a Villa Caravella, che valorizzerà la dimora come tappa di un percorso culturale e del progetto Luoghi d’autore. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comitato per i 150 anni dalla nascita di Grazia Deledda, del Comune di Cervia e del Comune di Nuoro, oltre che della Regione Emilia-Romagna. Molte le collaborazioni, in particolare da parte delle scuole Deledda, Pascoli e Liceo linguistico. Il Festival è il primo, ma non l’unico progetto dell’Associazione che intende promuovere l’eredità della scrittrice attraverso molteplici iniziative, seguendo il percorso avviato dal Patto di Amicizia siglato tra Cervia e Nuoro nel nome di una scrittrice che ha magistralmente raccontato la terra di Sardegna amando smisuratamente la “bella verde e ventosa Cervia”. L’Assessore alla Cultura Cesare Zavatta: “L’Amministrazione comunale sostiene lo spirito di questo Festival e riconosce l’importanza della figura di Grazia Deledda. Questo evento va a integrare il programma di iniziative partito a novembre 2021 per celebrare i 150 anni dalla nascita della nostra cittadina onoraria, che intendiamo continuare a valorizzare e ricordare”.

Bes, Istat: Italia tra peggiori in Ue, è allarme Neet-lavoro-povertà

Bes, Istat: Italia tra peggiori in Ue, è allarme Neet-lavoro-povertàRoma, 20 apr. (askanews) – Alta percentuale di Neet, basso tasso di occupazione e forte rischio povertà collocano l’Italia al di sotto della media europea. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel rapporto sul Benessere equo e sostenibile.

La maggior parte degli indicatori del Bes disponibili per il confronto con la media dei paesi europei (Ue27) mostra una situazione peggiore per l’Italia. Si tratta in particolare di alcuni indicatori dei domini Istruzione e formazione e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Tra questi la quota di giovani di 15-29 anni che si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (Neet), che in Italia raggiunge il 19% rispetto all’11,7% della media Ue27, e la quota di persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria, il 27,4% in Italia e il 42,8% in media Ue27. Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55% in Italia rispetto a 69,4% per la media Ue27). Lo svantaggio dell’Italia nel contesto dell’Ue27 si rileva, inoltre, in alcuni indicatori di Benessere economico aggiornati al 2021, tra cui il rischio di povertà e la grande difficoltà ad arrivare a fine mese, o al 2020, come la disuguaglianza del reddito netto.

Uno degli indicatori per cui l’Italia, invece, si colloca su livelli migliori in termini di benessere, rispetto alla media dei paesi dell’Ue27, è il tasso di omicidi, pari a 0,5 per 100mila abitanti nel 2020, ben al di sotto della media dei paesi Ue27 (0,9). Inoltre, l’Italia si conferma ai vertici della graduatoria dei paesi per quanto riguarda la sopravvivenza, con valori della speranza di vita alla nascita pari a 82,5 anni (80,1 la media Ue27 nel 2021). Mlp

Cisl: presentata proposta di legge sulla partecipazione

Cisl: presentata proposta di legge sulla partecipazioneRoma, 20 apr. (askanews) – “La Partecipazione al Lavoro”: questo il nome della proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori nelle aziende depositata oggi dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, insieme ad una delegazione della Confederazione di Via Po presso la Cancelleria della Corte di Cassazione. Il testo, su cui la Cisl avvierà da maggio una grande campagna di raccolta firme su tutto il territorio nazionale, punta a dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione, promuovendo e incentivando la democrazia economica e la partecipazione gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva dei lavoratori alle imprese. La proposta si articola in 22 articoli suddivisi in 9 titoli ed hanno l’ambizione di cambiare profondamente il modello economico. Una rivoluzione tutta “dal basso”, prima con una raccolta di firme su una proposta di legge di iniziativa popolare e poi attraverso la contrattazione. Per promuovere in Italia “La partecipazione e la democrazia economica”, come “diritto fondamentale dei lavoratori e dei cittadini, leva per uno sviluppo socialmente sostenibile”.

Dl Cutro, maggioranza compatta ma frenata su protezione speciale

Dl Cutro, maggioranza compatta ma frenata su protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – La lunga giornata di votazioni sul dl Cutro in Senato è iniziata con il blitz della maggioranza che ha presentato un emendamento ‘canguro’, poi ritirato in seguito alle proteste dell’opposizione, che avrebbe fatto decadere le proposte di modifica della minoranza e strozzato il dibattito. Ed è finita con una marcia indietro sull’emendamento unitario del centrodestra sulla protezione speciale: il testo è stato infatti riformulato per cancellare un comma che escludeva gli “obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano” nella valutazione dei divieti di respingimento o espulsione. Tema delicato su cui c’è stato un braccio di ferro interno alla maggioranza finché ha prevalso la posizione di chi non voleva ignorare la sensibilità del Quirinale per il rispetto di limiti invalicabili come quelli legati alla Costituzione e al rispetto dei trattati.

Alla fine l’emendamento è stato approvato nella versione riformulata che ha comunque confermato il giro di vite sul rilascio della protezione speciale a chi non l’ha ottenuta ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Per il resto, la maggioranza ha proceduto compatta e finché non si è giunti al ‘nodo’ della protezione speciale riferita all’articolo 7, le votazioni sono andate avanti speditamente. Con una quindicina di emendamenti unitari firmati da tutti i partiti che sostengono il governo Meloni. Alcuni approvati oggi, altri andranno al voto domani. L’esame infatti, dopo la bagarre esplosa sulla protezione speciale, si è concluso proprio all’articolo 7 e dopo il via libera all’emendamento del centrodestra. Domani si ripartirà alle ore 10 da lì, con un ritardo sulla tabella di marcia che prevedeva per quell’ora l’avvio delle dichiarazioni di voto finali sul provvedimento.

Dl Cutro, ok a testo maggioranza su protezione speciale riformulato

Dl Cutro, ok a testo maggioranza su protezione speciale riformulatoRoma, 19 apr. (askanews) – Via libera dell’aula del Senato all’emendamento della maggioranza sul giro di vite sulla protezione speciale ma con la riformulazione chiesta dalla stessa maggioranza. Una decisione su cui dopo una riflessione è arrvato il “parere conforme” del sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni.

L’emendamento sulla protezione speciale puntava anche a cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”, ossia gli “obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Il primo firmatario Maurizio Gasparri (Fi) ha chiesto di stralciare proprio il passaggio che avrebbe determinato lo stop alla valutazione legata a questi obblighi. Per il resto l’emendamento ha confermato la stretta sul rilascio della protezione speciale a chi non ha ottenuto la protezione internazionale ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Ridotta al lumicino la possibilità per chi ha ottenuto la protezione speciale di vedersela convertire in permessi di soggiorno per poter lavorare; stop anche per chi è nel nostro Paese a causa di gravi calamità e per cure mediche.

Il permesso di soggiorno poi verrà concesso non più per “grave” calamità ma per calamità “contingente ed eccezionale”, e si precisa che sarà rinnovabile (rispetto ai primi sei mesi) solo per ulteriori sei mesi e solo se permarranno le condizioni di “eccezionale” calamità. Si restringe inoltre la platea degli stranieri che non possono essere respinti o espulsi per motivi legati a gravi condizioni psicofisiche o patologiche. A fronte del giro di vite, nel testo è stata invece inserita una norma per concedere il permesso di soggiorno alla vittima straniera che venga costretta o indotta a contrarre un matrimonio.

La maggioranza vuole modificare l’emendamento sulla protezione speciale

La maggioranza vuole modificare l’emendamento sulla protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – Il sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni, chiamato a esprimere i pareri sugli emendamenti all’articolo 7 del decreto Cutro, ha chiesto di accantonare l’emendamento sulla protezione speciale che la maggioranza ha chiesto di modificare. Nel testo dell’emendamento originario del centrodestra sulla protezione speciale, si chiedeva di cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6” per la valutazione sulla concessione . Questi obblighi sono “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Gasparri ha dunque chiesto di stralciare dall’emendamento sulla stretta della protezione speciale il passaggio che escludeva “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.

Dl Cutro, governo chiede di accantonare testo su protezione speciale

Dl Cutro, governo chiede di accantonare testo su protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – Il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, chiamato a esprimere i pareri sugli emendamenti all’articolo 7 del decreto Cutro, ha chiesto di accantonare l’emendamento sulla protezione speciale che la maggioranza ha chiesto di modificare.

Nel testo dell’emendamento originario del centrodestra sulla protezione speciale, si chiedeva di cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6” per la valutazione sulla concessione . Questi obblighi sono “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Gasparri ha dunque chiesto di stralciare dall’emendamento sulla stretta della protezione speciale il passaggio che escludeva “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.