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Il Premierato per Meloni è la “madre di tutte le riforme”, ma si scalda il fronte del no

Il Premierato per Meloni è la “madre di tutte le riforme”, ma si scalda il fronte del noRoma, 3 nov. (askanews) – Il ddl costituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio “è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia” perché “garantisce la stabilità” dei governi evitando così, com’è successo finora, che esecutivi senza un “orizzonte di legislatura” finiscano per “privilegiare tutto quello che immediatamente torna in termini di consenso”. Giorgia Meloni, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al provvedimento, rivendica la riforma costituzionale che mette “fine ai governi tecnici e alle maggioranze arcobaleno” capaci di attuare “programmi che nessuno ha votato”, si mostra orgogliosa della natura “politica” del suo governo che proprio perchè “forte e coeso” può mettere in cantiere un progetto del genere, ma sottolinea anche che le competenze del capo dello Stato non vengono toccate. Su questo, spiega la premier, il governo ha ascoltato la voce delle opposizioni ma anche il sentire degli italiani che vedono nel Colle un elemento di garanzia.

Comunque il testo, puntualizza lo stesso comunicato di Palazzo Chigi, “si ispira a un criterio ‘minimale’ di modifica della Costituzione vigente, in modo da operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana e da preservare al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità nazionale”. Un messaggio ai tanti critici, sia nel metodo – praticamente tutta l’opposizione sostiene che il tempismo della comparsa sulla scena del ddl costituzionale, nel bel mezzo della sessione di bilancio, è quantomeno sospetto – che nel merito, dove i dubbi attraversano un variegato fronte, costituzionalisti in testa. Uno per tutti Francesco Clementi, docente di diritto pubblico alla Sapienza, che pur non essendo chiuso alla possibilità di un rafforzamento della premiership, in un’intervista ad Avvenire bolla questa soluzione come “confusa, ambigua e rigida” mentre Stefano Ceccanti, ex parlamentare Dem, la definisce un premierato “del tutto anomalo” visto che, peraltro, il secondo premier – ovvero il parlamentare espressione della maggioranza che dovrebbe portare a termine il programma di governo nel caso il premier cadesse – “è più forte del primo perché solo la sua caduta porterebbe al voto anticipato”. In un’intervista al Foglio di oggi, poi, il professor Massimo Villone, presidente del coordinamento per la democrazia costituzionale, ribadisce che “eravamo in campo nel 2016 contro il referendum della riforma di Renzi e penso lo saremo anche oggi”. Per le opposizioni – ad eccezione di Italia Viva di Matteo Renzi che ancora una volta si distingue, esprimendosi a favore dell’elezione diretta del premier – si tratta di “una riforma pasticciata e pericolosa” che “indebolisce nuovamente il Parlamento” (Elly Schlein), è “un Italierato. Non è un cancellierato (che avremmo approvato), non è un Premierato, non è Presidenzialismo o semi-presidenzialismo. È una nostra invenzione mai fino ad ora sperimentata nel mondo” (Carlo Calenda), un ddl che “demolisce la Costituzione e delegittima il Presidente della Repubblica, così Giorgia Meloni sogna di diventare imperatrice d’Italia” (Angelo Bonelli).

Anche nella maggioranza “la madre di tutte le riforme” ha visto le forze della coalizione di centrodestra mediare su più aspetti, come quello della norma anti-ribaltone per cui si sono battuti i due vice premier, Matteo Salvini della Lega e Antonio Tajani di Forza Italia. Al netto del fatto che premierato e autonomia differenziata, cavallo di battaglia della Lega, devono marciare di pari passo (parola, e rassicurazione agli alleati, della premier). Ma Meloni cerca di convincere e sottolinea più volte la necessità di garantire “che chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura, quindi garantire essenzialmente una stabilità del governo, avere 5 anni per realizzare l proprio progetto” perchè finora, “nei 75 anni di storia repubblicana, noi abbiamo avuto 68 governi con una vita media di un anno e mezzo” e “dal 2002 al 2022, in Italia abbiamo avuto 9 presidenti del Consiglio con 12 governi diversi, in Francia 4 presidenti, in Germania tre cancellieri”. Insomma “questa assenza di stabilità ha anche creato un problema di credibilità internazionale” rispetto alla “continuità dei nostri progetti e delle nostre interlocuzioni”.

M.O, Mattarella: attacchi Hamas alimentano conflitto irrisolto

M.O, Mattarella: attacchi Hamas alimentano conflitto irrisoltoRoma, 3 nov. (askanews) – “Un’altra tragedia è in atto in Medio Oriente. I vili attacchi terroristici portati da Hamas lo scorso 7 ottobre contro inermi cittadini dello Stato di Israele – dai bambini agli anziani – hanno alimentato drammaticamente l’irrisolto conflitto israelo-palestinese, con migliaia di morti su entrambi i fronti, pagando un prezzo elevato per un contrasto che da oltre settant’anni dilania la regione senza che si sia pervenuti, responsabilmente, a una soluzione condivisa”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia al Quirinale per la consegna delle onorificenze dell’Ordine Militare d’Italia.

Sono 4 le vittime del maltempo in Toscana, 140 i salvataggi dei Vigili del fuoco

Sono 4 le vittime del maltempo in Toscana, 140 i salvataggi dei Vigili del fuocoFirenze, 3 nov. (askanews) – E’ di quattro vittime il bilancio aggiornato dei danni del maltempo in Toscana. Lo ha precisato Luca Cari portavoce nazionale Vigili del Fuoco al Tg1 in collegamento da Montemurlo (Prato): “l’ultimo corpo è quello di un uomo che abbiamo recuperato in un torrente a Lamporecchio, in provincia di Pistoia. Stiamo cercando -ha aggiunto Cari- anche la donna che era in macchina con lui. 140 le persone che siamo riusciti a salvare, 400 vigili del fuoco a lavoro, un impegno notevole, concentrato in questa zona della Toscana che è stata particolarmente colpita”. Attualmente le ricerche sono attive per 1’unico disperso nel Comune di Campi Bisenzio (Firenze). Lo spiega la Prefettura di Firenze.

Durante la notte sono proseguiti interventi di soccorso da parte delle squadre dei Vigili del Fuoco (attivi con più di 85 uomini) e un afflusso di più di 50 unità da parte dei Comandi di altre provincie anche con il supporto di mezzi speciali. Sono stati attivati anche mezzi per evacuazione medica in elicottero e squadre di sommozzatori, tra cui una del COMSUBIN con mezzi anfibi per il recupero di persone a Campi Bisenzio.áá Il Prefetto di Firenze, Francesca Ferrandino, ha anche disposto servizi antisciacallaggio a cura delle Forze di polizia nelle aree maggiormente interessate dalle precipitazioni. Rimane attentamente seguita la situazione della viabilità con l’ausilio della Polizia Stradale, in particolare la A1 risulta regolare, la A11 chiusa tratto prato est-prato ovest, la SGC chiuso ramo verso e da Livorno, con code sul ramo di Pisa.

È all’attenzione del CCS, non solo l’area di campi Bisenzio – sicuramente la città più colpita – ma anche l’area del Mugello e dell’Empolese, in particolare, nella zona di Fucecchio e nella zona di Cerretto Guidi. In merito, è in corso un punto di situazione per le ulteriori necessità dei Comuni interessati, fermo restando che i mezzi, come le idrovore, stanno affluendo verso i punti di raccolta.

Sbarra (Cisl): da Cgil e Uil silenzio su manifestazione comune

Sbarra (Cisl): da Cgil e Uil silenzio su manifestazione comuneModena, 3 nov. (askanews) – “Sulle ombre” che ci sono in manovra economica “vogliamo rafforzare il protagonismo sindacale per migliorare la finanziaria”. Ma nonostante la proposta fatta dalla Cisl per una “manifestazione comune” dagli altri sindacati “non è arrivata ad oggi nessuna risposta”. Lo ha detto il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, a margine del convegno “Sicurezza e sviluppo: quali prospettive per il futuro del paese” promosso a Modena.

“No, ad oggi non c’è nessuna risposta – ha detto Sbarra -. Pur tuttavia la Cisl è impegnata in queste settimane e in questi mesi in una grande mobilitazione nei luoghi di lavoro e sul territorio per la nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione e sulla democrazia economica”. “Stiamo tenendo le nostre assemblee organizzative – ha proseguito il segretario – e pensiamo che nelle prossime giornate e nelle prossime settimane accompagneremo con una mobilitazione ancora più forte nei luoghi lavoro e a livello nazionale nel tentativo di impegnare il governo e le commissioni parlamentari a migliorare e cambiare contenuti di una legge di stabilità che presenta tante luci ma anche alcune ombre. Sulle ombre vogliamo rafforzare il protagonismo sindacale per migliorare la finanziaria”.

Premierato, in 5 articoli il nuovo assetto costituzionale

Premierato, in 5 articoli il nuovo assetto costituzionaleRoma, 3 nov. (askanews) – Approvato oggi dal Consiglio dei ministri il testo del disegno di legge costituzionale che mira a istituire il “premierato”. Nelle intenzioni del Governo, una volta concluso l’iter della riforma l’Italia avrà l’elezione diretta del presidente del Consiglio e legherà la sua figura, la sua maggioranza alla durata in carica degli eletti nelle due Camere.

Il testo è intitolato “Introduzione dell’elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri e razionalizzazione del rapporto di fiducia”. Rispetta in sostanza previsioni e anticipazioni circolate nelle scorse settimane e si compone di cinque articoli: sul potere di nomina dei senatori a vita, sui poteri di scioglimento delle Camere, sull’elezione diretta del premier e il premio di maggioranza conferito in Parlamento alla coalizione vincente, sull’obbligo per il presidente della Repubblica di sciogliere le Camere in caso di mancata fiducia all’insediamento del Governo, sui limiti entro i quali il presidente eletto può essere sostituito in caso di cessazione dalla carica, infine sull’entrata in vigore della nuova veste della Carta costituzionale. L’articolo 1 abroga il secondo comma dell’articolo 59, quello che recita “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque”. Potere cancellato dal ddl costituzionale in questa norma apparentemente simbolica: negli anni la presenza dei senatori a vita è stata spesso oggetto di polemiche sulla loro possibilità di influenzare gli equilibri parlamentari, pur non essendo eletti dal popolo; il problema sarebbe tuttavia superato da un premio di maggioranza introdotto in Costituzione, come da testo appena licenziato a palazzo Chigi. Resta invece in vigore, nelle intenzioni dei promotori del ddl, il primo comma dell’attuale articolo 59: “E’ senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica”.

L’articolo 2 cancella il potere del capo dello Stato di sciogliere una sola delle Camere, ed è di fatto una premessa del seguente articolo 3: legando il destino dei parlamentari alla maggioranza risultata vincente alle elezioni e alla carica del premier, l’ipotesi dello scioglimento di un solo ramo del Parlamento è superata. I precedenti storici dicono che questo potere è stato utilizzato tre volte nella storia repubblicana: nel 1953, nel 1958 e nel 1963, ma solo per scelta “tecnica”, ovvero per far coincidere il rinnovo con quello dell’altro ramo del Parlamento. Esigenza tecnica superata quando fu portata a cinque anni la durata della legislatura anche per il Senato, che originariamente restava in carica per sei anni. Il cuore della riforma è negli articoli 3 e 4 del disegno di legge. L’articolo 3 riscrive l’articolo 92 della Costituzione e introduce il “premierato” e costituzionalizza il premio di maggioranza che dovrà essere indicato nella legge elettorale. “Il Presidente del Consiglio – recita la proposta di riforma – è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un’unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura”. Nuova formulazione anche per il rapporto con il presidente della Repubblica, che nella vecchia formulazione “nomina” il presidente del Consiglio, qui, essendo il capo del Governo “nominato” attraverso il procedimento elettorale, l’ultimo comma recita: “Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri”.

L’articolo 4 è quello che, modificando radicalmente le previsioni dell’attuale articolo 94 della Carta, completa il disegno che lega il destino della legislatura a quello della maggioranza e del premier, introducendo, al verificarsi di determinate condizioni, l’obbligo di scioglimento delle Camere in capo al presidente della Repubblica, che finora ne aveva invece la facoltà, il potere (art. 88). Nel nuovo terzo comma dell’articolo 94 si legge fra l’altro: “Nel caso in cui non venga approvata la mozione di fiducia al Governo presieduto dal Presidente eletto, il Presidente della Repubblica rinnova l’incarico al Presidente eletto di formare il Governo. Qualora anche quest’ultimo non ottenga la fiducia delle Camere, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”. Sempre l’articolo 4 del ddl statuisce il caso di scuola della sostituzione del premier eletto dal popolo, con un comma aggiuntivo all’articolo 94 della Carta, che ribadisce comunque un “dovere di scioglimento” del quale il capo dello Stato diventa esecutore: “In caso di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio eletto, il Presidente delle Repubblica può conferire l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha ottenuto la fiducia. Qualora il Governo così nominato non ottenga la fiducia e negli altri casi di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio subentrante, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”. Infine, l’articolo 5 del testo di riforma contiene due norme transitorie: la prima per precisare che i senatori a vita di vecchia nomina restano in carica anche dopo l’abrogazione del potere di nomina. La seconda per indicare che la legge costituzionale “si applica a decorrere dalla data del primo scioglimento delle Camere, successivo alla data di entrata in vigore della disciplina per l’elezione del Presidente del Consiglio dei Ministri e delle Camere”. Per completarsi tecnicamente, quindi, necessiterà oltre che delle doppie letture nei due rami del Parlamento, la seconda delle quali a maggioranza assoluta dei componenti, come stabilisce l’articolo 138 della Costituzione, anche della nuova legge elettorale che segua le indicazioni della riforma.

Meloni: consigliere diplomatico si è dimesso, vicenda gestita male

Meloni: consigliere diplomatico si è dimesso, vicenda gestita maleRoma, 3 nov. (askanews) – “Verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio… Ho segnalato al mio ufficio diplomatico che c’era qualcosa che non tornava, credo ci sia stata una superficialità nell’ufficio diplomatico nel procedere a una verifica seria ed è il motivo per cui il mio consigliere diplomatico Francesco Maria Talò stamani ha rassegnato le dimissioni, lo ringrazio per questo gesto di responsabilità che dà conto di una persona che è al servizio dello Stato da anni”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda a proposito dello scherzo telefonico, al termine del Cdm.

“Abbiamo fatto quasi ottanta telefonate di questo genere, chi più fa più sbaglia… siamo tutti dispiaciuti, la vicenda non è stata gestita bene, tenedenzialmente la devo dare per buona se mi arriva una telefonata passata dall’ufficio di Palazzo Chigi, credo si sia confermata la coerenza del governo sulla politica estera” ha concluso Meloni.

Tv, Ciro Immobile e sua moglie ospiti di Drag Race Italia

Tv, Ciro Immobile e sua moglie ospiti di Drag Race ItaliaRoma, 3 nov. (askanews) – Il quarto episodio della nuova stagione di Drag Race Italia arriva oggi su Paramount+ in Italia e su WOW Presents Plus in tutto il resto del mondo con due ospiti d’eccezione: il capitano della Nazionale di calcio e della Lazio Ciro Immobile insieme alla moglie, Jessica Melena.

La quarta puntata, oltre al consueto contest che prosegue la sua corsa per decretare la nuova Italia’s next Drag Superstar, lancia un messaggio di inclusività e di sostegno alla comunità LGBTQIA+ grazie alla presenza di uno dei campioni del calcio più amato in Italia che, al fianco della moglie, influencer ed esperta di fashion, oltre a partecipare come guest judge, incontrerà le queen che stanno partecipando al programma e porterà un messaggio di libertà. “Grazie per essere qui. Grazie, perché la vostra presenza per noi vuol dire tantissimo, il nostro intento è portare il mondo drag oltre…questo messaggio deve continuare anche in campo e negli spogliatoi, non soltanto a Drag Race” – hanno commentato le Drag Queen, ringraziando in onda i due ospiti del programma. “Siamo felici noi di essere qui per portare avanti un messaggio di libertà che oggi è molto importante” – hanno risposto Ciro Immobile e Jessica Melena.

Drag Race Italia aveva già lanciato un messaggio nel mondo del calcio a sostegno della comunità in occasione di Inter-Bologna lo scorso 7 ottobre, portando il cast del programma allo Stadio di San Siro. Nello show condotto da Priscilla, affiancata in giuria da Chiara Francini, Paola Iezzi e Paolo Camilli, le drag queen più agguerrite del Paese sono pronte a mettere alla prova il loro carisma, la loro unicità, il loro coraggio e il loro talento. L’episodio sarà disponibile successivamente anche su Mtv e VH1 e sul canale ufficiale YouTube di Paramount+ e sulle pagine Facebook ufficiali di Paramount+ e Mtv.

Biennale Arte, Leoni d’oro ad Anna Maria Maiolino e Nil Yalter

Biennale Arte, Leoni d’oro ad Anna Maria Maiolino e Nil YalterMilano, 3 nov. (askanews) – Sono stati attribuiti all’artista brasiliana, italiana di nascita, Anna Maria Maiolino e all’artista turca risiedente a Parigi Nil Yalter i Leoni d’Oro alla carriera della 60esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, intitolata “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” che si terrà dal 20 aprile al 24 novembre 2024.

La decisione è stata approvata dal Cda della Biennale presieduto da Roberto Cicutto, su proposta di Adriano Pedrosa, curatore della 60esima Biennale Arte. La cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Arte 2024 si terrà sabato 20 aprile 2024 a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia. La Mostra aprirà al pubblico nello stesso giorno alle ore 11. “Questa decisione è particolarmente significativa – ha dichiarato Adriano Pedrosa – alla luce del titolo e del contesto della Mostra, incentrata su artisti che hanno viaggiato e migrato tra Nord e Sud, Europa e altri Paesi, o viceversa. La mia scelta, in tal senso, ricade su due artiste straordinarie e pionieristiche, nonché migranti, che incarnano in molti modi lo spirito di Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere: Anna Maria Maiolino, emigrata dall’Italia al Sud America, prima in Venezuela e poi in Brasile, dove oggi vive, e Nil Yalter, turca, trasferitasi dal Cairo a Istanbul e infine a Parigi, dove risiede”.

Entrambe le artiste parteciperanno per la prima volta alla Biennale Arte nel 2024: Maiolino con una nuova opera di grandi dimensioni che prosegue e sviluppa la serie delle sue sculture e installazioni in argilla; Yalter con una riconfigurazione della sua innovativa installazione Exile is a hard job, insieme alla sua opera iconica Topak Ev, collocate nella prima sala del Padiglione Centrale.

Premierato, Casellati: modifiche minimali, capo Stato resta chiave

Premierato, Casellati: modifiche minimali, capo Stato resta chiaveRoma, 3 nov. (askanews) – La riforma costituzionale presentata dal governo è ispirata a un “criterio minimale di modifica” per “operare in continuità”, nella convinzione che “gli interventi di revisione debbano limitarsi a quelli strettamente necessari”. Lo ha detto la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati in conferenza stampa dopo il Cdm che ha approvato il ddl.

La riforma intende “preservare le prerogative del presidente della Repubblica, che è figura chiave della forma di governo italiana e dell’unità nazionale”, ha assicurato.

Stato di emergenza per la Toscana, il governo stanzia i primi 5 milioni

Stato di emergenza per la Toscana, il governo stanzia i primi 5 milioniRoma, 3 nov. (askanews) – “Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza per le province di Firenze, Pisa, Livorno, Pistoia e Prato per gli eventi eccezionali della scorsa notte. Esprimo la solidarietà del Consiglio dei ministri e dell’Italia intera ai familiari delle vittime. Ho sentito il capo della Protezione civile, il ministro Musumeci e il presidente Giani e abbiamo deliberato lo stato di emergenza con un primo stanziamento di 5 milioni per gli interventi più urgenti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo il Cdm.