Governo, Meloni: strada lunga e tortuosa, ma avanti a testa altaRoma, 22 ott. (askanews) – “Siamo solo all’inizio, la strada di fronte a noi è ancora lunga e tortuosa, ma continueremo a testa alta a fare quelle scelte coraggiose che per troppo tempo non sono state fatte. Un anno fa abbiamo scritto la storia. Ora stiamo scrivendo il futuro dell’Italia”. E’ quanto scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui social nel giorno della kermesse di Fratelli d’Italia al teatro Brancaccio, appuntamento intitolato “L’Italia vincente, un anno di risultati. Come il governo Meloni sta facendo ripartire la nazione”.
Fotografia, Barbara Dall’Angelo tra i vincitori premio Highly CommendedRoma, 22 ott. (askanews) – La fotografa romana Barbara Dall’Angelo è tra le vincitrici del premio “Highly Commended” del “Wildlife Photographer of the Year”, prestigioso concorso di fotografie naturalistiche organizzato dal Natural History Museum di Londra. Selezionata tra 49.957 partecipanti provenienti da 95 paesi, è stata insignita del prestigioso titolo durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta a South Kensington. La sua foto e tutte le altre vincitrici sono ora esposte e visibili sino al 30 giugno 2024 al Museo di Storia Naturale di Londra.
“Per me è davvero un grandissimo onore questo riconoscimento – spiega la fotografa Barbara Dall’Angelo – Sapere che la mia fotografia, insieme alle altre vincitrici, sia in mostra al Museo di Storia Naturale di Londra e che parlerà a milioni di persone, è una soddisfazione enorme. Sono anche molto contenta dal numero crescente di donne premiate al WPY: siamo ancora troppo poche, ma intravedo il cambiamento. È importante che lo sguardo femminile dia il suo contributo per la presa di coscienza su un tema così attuale”. UN LAVORO SEMPRE PIU’ “ROSA” – Numeri alla mano, guardando quelli ufficiali in possesso del concorso, la 59esima edizione del concorso fotografico ha contato quasi 50mila iscrizioni. Di queste, il 25% erano di donne – di cui il 31% di età inferiore ai 17 anni – con un +2% rispetto al 23% dell’anno scorso. L’edizione 2023, quindi, entra nella storia come quella con il maggior numero di donne a partecipare alla competizione.
LO SCATTO – La fotografia di Barbara Dall’Angelo è stata scattata nella zona del Parco Nazionale di Doñana in Andalusia e ritrae i campi allagati durante il ciclo di coltivazione del riso. L’area inondata è così grande che si forma un autentico mare a scacchiera. “Ero sul piccolo aereo Cessna di un amico per fotografare le paludi del fiume Guadalquivir – spiega la fotografa – Cercavo dei bei riflessi sulle risaie, ma non mi sarei mai aspettata questa illusione ottica: la risaia sembrava un muro d’acqua che si solleva dal terreno, ed è stato sorprendente riuscire a immortalarne l’effetto. La coltivazione ecologica del riso in Andalusia è la perfetta simbiosi tra agricoltura e sviluppo sostenibile. Un vero e proprio paradiso per l’avifauna, con circa 6 milioni di uccelli che visitano questa zona ogni anno. Tuttavia, oggi l’intero bacino di Doñana è minacciato, dall’estrazione, anche illegale, di acqua dalla falda acquifera sottostante. Ciò è aggravato dall’aumento della salinità del fiume Guadalquivir, da cui vengono irrigate le risaie, per via dei dragaggi e delle diminuzioni delle precipitazioni”.
La fotografia per Barbara Dall’Angelo non è solo un mestiere, ma il suo sguardo. Ha fatto del mondo delle immagini la sua vita: ha studiato Spettacolo all’università, si è diplomata in regia al CSC di Roma, ha fondato una società di distribuzione televisiva e, coi suoi scatti, collabora da 12 anni col National Geographic Italia. Ha pubblicato 2 libri fotografici e le sue immagini sono spesso esposte in mostre individuali e collettive in tutto il mondo.
Barbara Dall’Angelo tra i vincitori del premio “Highly Commended”Roma, 22 ott. (askanews) – La fotografa romana Barbara Dall’Angelo è tra le vincitrici del premio “Highly Commended” del “Wildlife Photographer of the Year”, concorso di fotografie naturalistiche organizzato dal Natural History Museum di Londra. Selezionata tra 49.957 partecipanti provenienti da 95 paesi, è stata insignita del prestigioso titolo durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta a South Kensington. La sua foto e tutte le altre vincitrici sono ora esposte e visibili sino al 30 giugno 2024 al Museo di Storia Naturale di Londra.
“Per me è davvero un grandissimo onore questo riconoscimento – ha spiegato la fotografa Barbara Dall’Angelo – sapere che la mia fotografia, insieme alle altre vincitrici, sia in mostra al Museo di Storia Naturale di Londra e che parlerà a milioni di persone, è una soddisfazione enorme. Sono anche molto contenta dal numero crescente di donne premiate al WPY: siamo ancora troppo poche, ma intravedo il cambiamento. È importante che lo sguardo femminile dia il suo contributo per la presa di coscienza su un tema così attuale”. La 59esima edizione del concorso fotografico ha contato quasi 50mila iscrizioni. Di queste, il 25% erano di donne – di cui il 31% di età inferiore ai 17 anni – con un +2% rispetto al 23% dell’anno scorso. L’edizione 2023, quindi, entra nella storia come quella con il maggior numero di donne a partecipare alla competizione. La fotografia di Barbara Dall’Angelo è stata scattata nella zona del Parco Nazionale di Doñana in Andalusia e ritrae i campi allagati durante il ciclo di coltivazione del riso. L’area inondata è così grande che si forma un autentico mare a scacchiera.
“Ero sul piccolo aereo Cessna di un amico per fotografare le paludi del fiume Guadalquivir – ha spiegato la fotografa – cercavo dei bei riflessi sulle risaie, ma non mi sarei mai aspettata questa illusione ottica: la risaia sembrava un muro d’acqua che si solleva dal terreno, ed è stato sorprendente riuscire a immortalarne l’effetto. La coltivazione ecologica del riso in Andalusia è la perfetta simbiosi tra agricoltura e sviluppo sostenibile. Un vero e proprio paradiso per l’avifauna, con circa 6 milioni di uccelli che visitano questa zona ogni anno. Tuttavia, oggi l’intero bacino di Doñana è minacciato, dall’estrazione, anche illegale, di acqua dalla falda acquifera sottostante. Ciò è aggravato dall’aumento della salinità del fiume Guadalquivir, da cui vengono irrigate le risaie, per via dei dragaggi e delle diminuzioni delle precipitazioni”.
Torna a Roma dal 7 al 12 novembre il “Balkan Film Festival”Roma, 22 ott. (askanews) – Torna, dal 7 al 12 novembre 2023, la sesta edizione del Balkan Film Festival. Il festival, su iniziativa dell’Associazione italo-balcanica Occhio Blu, ha l’obiettivo di promuovere la Via del Cinema: dialogo cinematografico tra Italia e Balcani mirato anche a favorire la collaborazione tra giovani generazioni di cineasti delle due aree e rinforzare i servizi per la realizzazione di progetti comuni, attraverso un processo d’integrazione europea che costituisca fattori propulsivi di sviluppo culturale, nel recupero e rafforzamento della pace tra i popoli. Grazie alla presenza a Roma di tutte le cinematografie balcaniche (provenienti da Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Romania, Bulgaria, Montenegro, Kosovo, Macedonia del Nord, Albania, Grecia, Turchia) il Festival si arricchisce come non mai di protagonisti, temi e dibattiti.
Numerosi gli eventi culturali in programma tra la Casa del Cinema e il Nuovo Cinema Aquila: dall’apertura con Milcho Manchevski e il suo Kaymak; un panel su contenuti e strategie del Cinema Balcanico con la presenza di Dina Jordanova ed Elma Tataragic; un focus sul cinema albanese; l’evento “Il cinema e la guerra” intorno alla proiezione del film premio Oscar di Danis Tanovic “No Man’s Land”; una incursione nella letteratura vicina ai Balcani, del grande poeta americano d’origine serba, recentemente scomparso, Charles Simic. Altre prestigiose presenze quelle del regista croato Juraj Lerotic, della greca Asimina Proedrou, della Bosniaca Aida Besic, del kosovaro Fisnik Maxville, degli albanesi Gentian Koci ed Edmond Budina, del montenegrino Aleksandar Vujovic. Tra gli eventi anche la Masterclass “Film Business School” a cura di Mimmo Calopresti. (segue)
Supplettive Monza, urne aperte fino alle 23 per seggio SenatoMilano, 22 ott. (askanews) – Seggi aperti a Monza Brianza dove si vota per l’elezione suppletiva del Senato nel collegio uninominale n. 6 della Regione Lombardia. Si tratta del seggio senatoriale che fu di Silvio Berlusconi e che ricomprende tutti i 55 Comuni della Provincia di Monza e della Brianza. Le operazioni di voto si svolgeranno oggi fino alle 23 e domani dalle 7 alle 15. Lo scrutinio avrà inizio subito dopo la chiusura dei seggi.
Si contendono il seggio vacante a palazzo Madama: Adriano Galliani per il centrodestra, Marco Cappato per il centrosinistra, Cateno De Luca per Sud chiama Nord e altri cinque candidati minori: Massimiliano Lillo Musso, Giovanna Cappelli, Andrea Brenna, Domenico Di Modugno e Daniele Giovanardi. Per le elezioni suppletive del Senato o della Camera non si applicano per gli elettori Aire, residenti all’estero, le modalità di voto per corrispondenza.
Suppletive Senato,urne riaperte a Monza per successore BerlusconiMilano, 23 ott. (askanews) – Urne aperte per il secondo giorno a Monza e in Brianza fino alle 15 per l’elezione supplettiva che assegnerà oggi pomeriggio il seggio del Senato vacante dalla morte di Silvio Berlusconi. Nella prima giornata di votazioni di ieri alle urne si è recato solo il XXXXXX degli aventi diritto.
Il risultato finale dell’affluenza può incidere nella sfida fra Adriano Galliani per il centrodestra, Marco Cappato per il centrosinistra, l’outsider Cateno de Luca per Sud chiama Nord e altri cinque candidati: Massimiliano Lillo Musso, Giovanna Cappelli, Andrea Brenna, Domenico Di Modugno e Daniele Giovanardi. Lo scrutinio dei voti è previsto senza soluzione di continuità con la chiusura dei seggi fissata alle ore 15. Nel pomeriggio, dunque,il verdetto, che riporterà al completo il plenum dell’aula di palazzo Madama.
Zucchero: “Nel docufilm racconto chi è Adelmo e le sue fragilità”Roma, 21 ott. (askanews) – Un docufilm che racconta la vita professionale, ma anche la parte intima di Zucchero, con le fragilità e le debolezze di ogni uomo. “Era quello che volevo, quello che avevo chiesto ai produttori e registi fin dall’inizio: che non fosse un docufilm celebrativo e basta, ma che ci fosse una buona parte anche di Adelmo rispetto a Zucchero”. A raccontarlo in questa intervista ad askanews è Zucchero, per presentare – alla Festa del Cinema di Roma – il film documentario “Zucchero – Sugar Fornaciari” nelle sale cinematografiche il 23-24-25 ottobre.
“Devo dire che l’hanno fatto nel modo giusto, nel modo equilibrato, per cui non è soltanto la mia storia musicale, ma anche la mia parte privata – dice Zucchero – la mia storia personale trattata in modo delicato perché non è stato tutto rosa e fiori. Quello che mi ha fatto soffrire di più è stato lo sradicamento dall’Emilia alla Versilia, da mia nonna Diamante con cui avevo un rapporto straordinario, dagli amici”. “Per chi è abituato a vedere un artista sul palco o in televisione – prosegue l’artista – non pensa che anche lui possa aver avuto delle tribolazioni comuni o delle fragilità comuni a tante persone. Spero che chi andrà a vedere questo docufilm mi conosca un po’ di più”.
“Rivedermi sul grande schermo? Mi ha emozionato”, prosegue. “Ho detto delle cose anche molto intime, a un certo punto mi sono emozionato anche io, perché ricordo esattamente quei momenti. Mi sono emozionato e mi sono detto: ‘Tutto sommato sono rimasto ancora genuino’”. Nel docu-film si ripercorrono anche momenti più bui della vita di Zucchero, tra cui la depressione. Che messaggio può lasciare a chi vive questo problema? “Viviamo in un mondo dove, soprattutto per i giovani, è difficile trovare una propria strada – ammette l’artista emiliano – fanno difficoltà, si sentono un po’ persi, senza grandi stimoli. Spero che chi veda questo docu-film veda che se vuoi ottenere qualcosa devi credere in qualcosa, devi avere una grande costanza, una grande determinazione, dovuta anche dalle esigenze, però non puoi mollare o ritirarti e stare li a soffrire e a star male. Muoviti, move on”, è l’invito.
Dopo aver incantato oltre 1 milione di spettatori con il suo ultimo tour in Italia e in tutto il mondo e con i due straordinari concerti alla RCF Arena (Campovolo) di Reggio Emilia di fronte a 60 mila spettatori, Zucchero si prepara a tornare nel 2024 con tutta la sua energia e la sua straordinaria band negli stadi italiani con “Overdose D’Amore World Tour”. “Partiremo fine marzo con tre concerti alla Royal Albert Hall, poi tutta la Scandinavia, i Festival europei, e poi torniamo negli stadi italiani: San Siro, Bologna e Messina, e ricontinuiamo la tournée, con dei break sotto Natale, fino a fine luglio del 2025, rifacendo il giro un’altra volta Europa Nord America e Sud America”, annuncia.
E a proposito della guerra in Medio Oriente, commenta: “Bisogna volerla la pace. Radere al suolo o cancellare Gaza dal mondo rischia di innescare, anzi innescherà, un casino di proporzioni giganti. Vedendo i fatti di oggi – conclude Zucchero – è una pentola a pressione, ma questo me lo avevano già detto quando ero stato in Israele, sotto Natale, i miei amici, che era una pentola a pressione che sarebbe esplosa prima o poi, perché forse non c’è la volontà ma per interessi che tutti si immaginano, non sono io a dirlo”. Di Serena Sartini
La versione di Antonio Ricci sulla vicenda dei fuorionda di GiambrunoRoma, 21 ott. (askanews) – “Del caso “Fuorionda” ho letto ricostruzioni mirabolanti, complottarde, a volte incredibili, ma tutte divertenti. Vorrei anch’io fornire la mia versione, naturalmente senza nessuna pretesa di esser creduto, ci mancherebbe, ma solo per dare un contributo al dibattito”. E’ quanto afferma in una nota Antonio Ricci, autore e padre della trasmissione “Striscia la notizia”.
“Il fatto, secondo me, si sarebbe svolto così. Mercoledì mattina sulla scrivania mi trovo la rivista Chi (secondo alcuni house organ della fam. Berlusconi) con in prima pagina la foto del first gentleman in un campo di grano, a guisa di papaverone o spaventapasseri. All’interno veniva esaltato il cuore “gitano” e il ciuffo del giornalista che sarebbe priapescamente cresciuto con gli ascolti. “Acciderbola” – ho pensato – “l’astuto cardinal Signorini si sta preparando a celebrare una beatificazione”. Siccome sono un laico, specie in estinzione, ho una naturale diffidenza verso i nuovi santi, ricorderete il “Caso Soumahoro”. Ho pensato subito di utilizzare l’antidoto”, spiega Ricci. “Da una fortunosa pesca estiva avevo due fuorionda del giornalista in frigo – continua -. Li ho usati. Così come son solito fare. Come quello di “Buttiglione-Tajani” che Berlusconi dichiarò esser la causa della caduta del suo governo. Qualche lombrosiano potrebbe obiettare: “Potevi mandarlo senz’audio, non ci vogliono mica dieci anni per capire che soggetto è, basta solo vedere come cammina”. Lo so, a volte son didascalico. È un mio difetto. Violando la privacy vi posso raccontare della telefonata di Fedele Confalonieri. L’incipit è stato: “Sei il re dei rompicoglioni, anzi sei l’imperatore dei rompicoglioni”. Il seguito, essendo stato pronunciato in stretto lombardo, anche volendo, non sono in grado di riferirlo”.
“La cosa che mi ha più stupito di tutto il dibattito – conclude – è che per il 90% dei giornali sembra impossibile che possa esistere qualcuno che prende iniziative di testa sua e non sia un mero ventriloquo. Un’anomalia da censurare”. “Per quanto riguarda la pioggia sulla roccia, magari non scalfisce subito, ma può far nascere un bell’arcobaleno”. Ha anche detto Ricci nella nota. Ribadendo così la sua linea che ieri lo aveva portato a dire di aver fatto “un piacere” alla presidente del Consiglio a rendere pubblici i fuorionda del compagno.
Calcio, addio a Bobby Charlton eroe dell’Inghilterra e dello UnitedRoma, 21 ott. (askanews) – Sir Bobby Charlton, morto all’età di 86 anni, è stato senza dubbio il miglior calciatore inglese della sua generazione e uno degli sportivi più famosi e duraturi che il paese abbia prodotto. Nato ad Ashington, Charlton ha giocato insieme al fratello maggiore Jack contro la Germania Ovest a Wembley nel 1966 e ha capitanato il Manchester United vincendo i maggiori titoli, inclusa la Coppa dei Campioni nel 1968. Contro il Benfica lo United vinde 4-1 a Wembleay, segnando una doppietta. Un trionfo segnato dalla tragedia. Charlton, nel 1958 sopravvisse allo schianto aereo che portavail Manchester da Belgrado in Inghilterra dopo un match di Coppa. Disastro che portò alla morte di otto giocatori e tre membri dello staff. Sir Bobby aveva solo 20 anni al momento dell’incidente. Il fratello Jack raggiunse la vetta con il Leeds United e l’Inghilterra – e quattro zii erano giocatori, tra cui la leggenda del Newcastle United Jackie Milburn. La madre di Sir Bobby, Cissie, era una fanatica del calcio fin troppo felice di incoraggiare i suoi figli. Ha esordito con lo United contro il Charlton Athletic all’Old Trafford il 6 ottobre 1956, segnando due gol nella vittoria per 4-2 prima di segnare 249 gol in 758 presenze. Vinsero il titolo nel 1956-57 ma gli fu negato il Double, Sir Bobby giocò nella sconfitta per 2-1 contro l’Aston Villa nella finale di FA Cup, durante la quale il portiere Ray Wood subì un infortunio precoce. I trofei continuarono ad arrivare nel corso degli anni ’60 quando a Sir Bobby si unirono gli altri due membri del leggendario triumvirato dell’Old Trafford, l’attaccante Denis Law firmato dal Torino e poi il giovane e brillante George Best emergente dalle giovanili. Sir Bobby vinse la FA Cup nel 1963 quando lo United batté il Leicester City 3-1 e i titoli nazionali erano in arrivo nel 1964-65 e nel 1966-67 mentre la squadra di Sir Matt lottava insieme a tante altre squadre di alto livello per la supremazia nazionale. George Best, Denis Law e Sir Bobby Charlton sono considerati la Trinità dello United. E’ stato nominato Calciatore dell’anno nel 1966, quando ha vinto anche l’ambito Pallone d’Oro, prima di finire secondo dietro l’ungherese Florian Albert e il compagno di squadra dello United Best nei due anni successivi. E il 1966 fu, ovviamente, l’apice della sua carriera in Inghilterra quando vinse la Coppa del Mondo, Sir Bobby fu descritto come “il fulcro” dall’allenatore Sir Alf Ramsey. Sir Bobby giocò anche in Coppa del Mondo del 1962 in Cile, quando l’Inghilterra fu eliminata nei quarti di finale dal Brasile, futuro vincitore.
Come si stanno svolgendo i controlli alla frontiera slovenaTrieste, 21 ott. (askanews) – Sono iniziati oggi alle 14 i controlli sul confine nordorientale con la Slovenia. Al valico di Fernetti, sul Carso triestino, è stata istituita una corsi all’ingresso dalla Slovenia. Una pattuglia della polizia, coadiuvata da alcuni militari dell’Esercito, procede, a campione, alle verifiche della documentazione, specie degli automezzi con i vetri oscurati. Al momento non si verificano code, ma solo rallentamenti. Il problema si porrà lunedì, con il transito dei 10 mila pendolari dallo Slovenia a Trieste e verso il Friuli.
Si procederà in questo modo per una decina di giorni, ma la sospensione del Trattato di Schengen potrebbe continuare fino a 6 mesi. I valichi primari saranno vigilati 24 ore al giorno, quelli minori dal mattino alla sera.Oltre 300 agenti della Polizia sono stati chiamati a presidiare i confini. Intanto l’assessore regionale alla protezione Civile, Riccardo Riccardi, ha fatto sapere che “su richiesta delle Prefetture di Udine, Gorizia e Trieste, come Protezione civile regionale ci siamo immediatamente attivati per fornire supporto logistico, con fornitura di torri faro, tende, moduli abitativi e con radio per la telecomunicazione nelle zone non coperte dalla telefonia mobile, nei valichi principali e secondari che saranno presidiati da oggi e per 15 giorni”. Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ha dichiarato di dare per acquisito “che ci sia una corsia preferenziale e non creare km e km di fila ma questi controlli più accurati che certamente devono esserci siano destinati a quei veicoli che possono avere a bordo quei cosiddetti lupi solitari che possono tradursi in un pericolo per la sicurezza italiana, slovena ed europea”.