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Spalletti: “Se sono state commesse cose irregolari è giusto pagare”

Spalletti: “Se sono state commesse cose irregolari è giusto pagare”Roma, 13 ott. (askanews) – “E’ stata una notte difficile, quando devi portare a casa risultati c’è sempre ansia, ma è stata una notte differente, con molta amarezza per quello che è successo. Tutta la squadra è vicina a Tonali e Zaniolo, siamo molto dispiaciuti. Continueremo a stargli vicini anche dopo, ora hanno le luci addosso”. Lo ha detto il ct della Nazionale italiana di calcio, Luciano Spalletti, intervistato da Giorgia Cenni per Sky Sport a Coverciano. “Dobbiamo cercare di aiutarli a difendersi – continua – ma è anche giusto che la giustizia faccia il proprio corso e, se sono state commesse cose irregolari, allora sarà giusto pagare. Le parole di Gravina hanno fatto chiarezza e siamo tutti d’accordo sul rischio di cadere in queste tentazioni, noi dobbiamo sforzarci di trovare il modo di fargli capire le insidie che corrono”. Sulla decisione di farli lasciare il ritiro dice: “Non è carino dire chi ha deciso, basta dire che è una decisione corretta – prosegue Spalletti a Sky Sport -. Non possiamo portare due ragazzi scioccati così a giocare una partita. Ora pensiamo a giocare: perdiamo due campioni, ma rimaniamo una squadra fortissima. Zaniolo è straordinario, ha perso dei vizi di campo che aveva, ha sempre colpo da ko nei piedi. Tonali ha forza e continuità, spero di rivederli e di allenarli di nuovo il prima possibile. Ma gli altri sono altrettanto forti. Ho una potenzialità infinita, non cerchiamo alibi. O vinco o sono di livello inferiore a quello che l’Italia merita”. Prossimo impegno Malta: “Noi dobbiamo essere felici di vestire questa maglia, di fare il nostro lavoro. È triste vedere che le potenzialità che abbiamo non vengano date a tutti. Noi siamo stati scelti dalla fortuna per avere la possibilità di essere dei top. In questo lavoro e nella vita. Abbiamo tutte le attenzioni, possiamo far vedere i nostri valori, la nostra intelligenza. Vedere che non riusciamo a riconoscerla è un lavoro che dobbiamo fare. Noi, in quanto personaggi dello sport, abbiamo il dovere di riconoscere quello che ci è stato donato. Si può sbagliare, ma bisogna diventare sempre migliori”.

Bankitalia taglia le stime di crescita: 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%

Bankitalia taglia le stime di crescita: 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%Roma, 13 ott. (askanews) – La Banca d’Italia ha consistentemente rivisto al ribasso la previsione di crescita economica del Paese su quest’anno, per cui ora indica un limitato più 0,7 per cento del Pil, ha anche limato la crescita attesa sul 2024 al più 0,8 per cento mentre ha confermato al più 1 per cento l’attesa sul 2025. I dati, contenuti nell’ultimo Bollettino economico, segnano un taglio di 0,6 punti percentuali per quest’anno, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, e di 0,1 punti sul 2024.

Bankitalia ha anche marginalmente ritoccato a rialzo la previsione di inflazione di quest’anno al 6,1% e quella sul 2024 al 2,4%, in entrambi casi 0,1 punti al di sopra delle stime di luglio. L’inflazione attesa sul 2025 è stata invece tagliata di 0,1 punti all’1,9%. Infine, l’istituzione ha ritoccato a ribasso di 0,1 punti la previsione sul tasso disoccupazione di quest’anno al 7,6%, valore che secondo queste stime dovrebbe restare stabile anche nel 2024 e nel 2025.

“I rischi per la crescita sono orientati al ribasso, quelli per l’inflazione sono bilanciati”, afferma Bankitalia. L’acuirsi delle tensioni geopolitiche, il peggioramento dell’economia cinese e la maggiore rigidità delle condizioni di offerta del credito in Italia, così come nel complesso dell’area dell’euro, “si configurano come rischi al ribasso per la crescita”. Sull’inflazione i rischi risultano invece bilanciati: “quelli al rialzo sono connessi con un ulteriore rincaro delle materie prime e con una minore velocità di trasmissione della recente discesa dei costi di produzione – si legge -; un deterioramento più marcato e persistente della domanda aggregata costituisce invece il principale rischio al ribasso”.

Bankitalia taglia stime di crescita 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%

Bankitalia taglia stime di crescita 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%Roma, 13 ott. (askanews) – La Banca d’Italia ha consistentemente rivisto al ribasso la previsione di crescita economica del Paese su quest’anno, per cui ora indica un limitato più 0,7 per cento del Pil, ha anche limato la crescita attesa sul 2024 al più 0,8 per cento mentre ha confermato al più 1 per cento l’attesa sul 2025. I dati, contenuti nell’ultimo Bollettino economico, segnano un taglio di 0,6 punti percentuali per quest’anno, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, e di 0,1 punti sul 2024.

Bankitalia ha anche marginalmente ritoccato a rialzo la previsione di inflazione di quest’anno al 6,1% e quella sul 2024 al 2,4%, in entrambi casi 0,1 punti al di sopra delle stime di luglio. L’inflazione attesa sul 2025 è stata invece tagliata di 0,1 punti all’1,9%. Infine, l’istituzione ha ritoccato a ribasso di 0,1 punti la previsione sul tasso disoccupazione di quest’anno al 7,6%, valore che secondo queste stime dovrebbe restare stabile anche nel 2024 e nel 2025.

“I rischi per la crescita sono orientati al ribasso, quelli per l’inflazione sono bilanciati”, afferma Bankitalia. L’acuirsi delle tensioni geopolitiche, il peggioramento dell’economia cinese e la maggiore rigidità delle condizioni di offerta del credito in Italia, così come nel complesso dell’area dell’euro, “si configurano come rischi al ribasso per la crescita”. Sull’inflazione i rischi risultano invece bilanciati: “quelli al rialzo sono connessi con un ulteriore rincaro delle materie prime e con una minore velocità di trasmissione della recente discesa dei costi di produzione – si legge -; un deterioramento più marcato e persistente della domanda aggregata costituisce invece il principale rischio al ribasso”.

M.O., Meloni: evitare escalation. Rischio emulazione ma no allarmi

M.O., Meloni: evitare escalation. Rischio emulazione ma no allarmiMaputo, 13 ott. (askanews) – Evitare una “escalation” della crisi israelo-palestinese, che porti il conflitto “fuori controllo”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si dice “preoccupata” per la situazione e per questo mantiene contatti costanti con alleati e attori coinvolti. Per quanto riguarda l’Italia, non c’è “un livello particolare di allerta” ma c’è un “rischio di emulazione” e per questo la sicurezza è stata aumentata, in particolare a difesa delle comunità ebraiche italiane.

La premier ha parlato della questione a Maputo, a bordo della nave cacciatorpediniere “Durand de la Penne” della marina italiana, visitata dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Filipe Nyusi. “Stiamo lavorando – ha sottolineato – con tutti gli attori della regione: nei giorni scorsi ho sentito diversi capi di Stato e di governo, Netanyahu ma anche il primo ministro libanese, lo sceicco degli Emirati arabi, del Qatar, il presidente al-Sisi, il re di Giordania. Stiamo cercando di scambiare informazioni e di mantenere contatti a 360 gradi proprio per lavorare il più possibile per evitare una escalation che possa portare a un conflitto regionale e quindi molto, molto più esteso. E’ una fase sicuramente molto delicata, oggi Tajani è in Israele e sarà anche in Giordania, è una fase in cui sia a livello di alleati sia a livello degli attori che possono essere coinvolti nella regione bisogna mantenere le interlocuzioni al più alto livello possibile. Sono abbastanza preoccupata dallo scenario generale ma penso che ci sia un lavoro che si possa fare e che stiamo facendo per evitare che il conflitto possa avere una escalation e vada fuori controllo”. Per quanto riguarda eventuali rischi per la sicurezza in Italia, Meloni assicura che “non c’è attualmente un livello particolare di allerta in Italia” ma “una delle primissime cose che abbiamo fatto proprio nel giorno degli atroci attacchi di Hamas è stato rafforzare la sicurezza dei nostri punto sensibili e delle comunità ebraiche”. Del resto, il fatto che “i miliziani di Hamas volessero riprendere scene così atroci è una cosa che deve far riflettere” e “può portare al rischio che qualcuno ritenga di dover emulare un tale terrore”. Per questo “tutti i nostri servizi di sicurezza sono allertati. Credo che si debbano fare valutazioni sul tema di controllare chi entra e chi arriva, in particolare sulla rotta balcanica. E’ uno degli elementi sul quale lavoriamo incessantemente”.

Anche sul fronte umanitario, il tema della popolazione civile palestinese a Gaza è stato “posto”, così come quello degli ostaggi israeliani, su cui “ci sono interlocutori che si stanno muovendo per capire se ci sono dei margini per trovare una soluzione”. “E’ una situazione delicata, tutto quello che si può fare è continuare a dialogare e a parlare per fare quello che è possibile fare. Non è facile neanche nella posizione di Israele dopo le immagini che si sono viste, non è una situazione facile e bisogna muoversi con cautela”.

Meloni: evitare l’escalation della crisi israelo-palestinese. C’è rischio emulazione ma no allarmi

Meloni: evitare l’escalation della crisi israelo-palestinese. C’è rischio emulazione ma no allarmiMaputo, 13 ott. (askanews) – Evitare una “escalation” della crisi israelo-palestinese, che porti il conflitto “fuori controllo”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si dice “preoccupata” per la situazione e per questo mantiene contatti costanti con alleati e attori coinvolti. Per quanto riguarda l’Italia, non c’è “un livello particolare di allerta” ma c’è un “rischio di emulazione” e per questo la sicurezza è stata aumentata, in particolare a difesa delle comunità ebraiche italiane.

La premier ha parlato della questione a Maputo, a bordo della nave cacciatorpediniere “Durand de la Penne” della marina italiana, visitata dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Filipe Nyusi. “Stiamo lavorando – ha sottolineato – con tutti gli attori della regione: nei giorni scorsi ho sentito diversi capi di Stato e di governo, Netanyahu ma anche il primo ministro libanese, lo sceicco degli Emirati arabi, del Qatar, il presidente al-Sisi, il re di Giordania. Stiamo cercando di scambiare informazioni e di mantenere contatti a 360 gradi proprio per lavorare il più possibile per evitare una escalation che possa portare a un conflitto regionale e quindi molto, molto più esteso. E’ una fase sicuramente molto delicata, oggi Tajani è in Israele e sarà anche in Giordania, è una fase in cui sia a livello di alleati sia a livello degli attori che possono essere coinvolti nella regione bisogna mantenere le interlocuzioni al più alto livello possibile. Sono abbastanza preoccupata dallo scenario generale ma penso che ci sia un lavoro che si possa fare e che stiamo facendo per evitare che il conflitto possa avere una escalation e vada fuori controllo”. Per quanto riguarda eventuali rischi per la sicurezza in Italia, Meloni assicura che “non c’è attualmente un livello particolare di allerta in Italia” ma “una delle primissime cose che abbiamo fatto proprio nel giorno degli atroci attacchi di Hamas è stato rafforzare la sicurezza dei nostri punto sensibili e delle comunità ebraiche”. Del resto, il fatto che “i miliziani di Hamas volessero riprendere scene così atroci è una cosa che deve far riflettere” e “può portare al rischio che qualcuno ritenga di dover emulare un tale terrore”. Per questo “tutti i nostri servizi di sicurezza sono allertati. Credo che si debbano fare valutazioni sul tema di controllare chi entra e chi arriva, in particolare sulla rotta balcanica. E’ uno degli elementi sul quale lavoriamo incessantemente”.

Anche sul fronte umanitario, il tema della popolazione civile palestinese a Gaza è stato “posto”, così come quello degli ostaggi israeliani, su cui “ci sono interlocutori che si stanno muovendo per capire se ci sono dei margini per trovare una soluzione”. “E’ una situazione delicata, tutto quello che si può fare è continuare a dialogare e a parlare per fare quello che è possibile fare. Non è facile neanche nella posizione di Israele dopo le immagini che si sono viste, non è una situazione facile e bisogna muoversi con cautela”.

Schlein: non punire tutto un popolo per sconfiggere Hamas

Schlein: non punire tutto un popolo per sconfiggere HamasRoma, 13 ott. (askanews) – “Ci siamo tutti schierati al fianco di Israele, senza ambiguità, nel condannare nettamente l’attacco terroristico di Hamas, di violenza efferata contro i civili israeliani. Ora è il tempo della politica e di fare ogni tentativo per evitare un’escalation del conflitto e nuove vittime innocenti”. Lo dichiara in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.

Secondo Schlein “bisogna lavorare perché il diritto di Israele a difendersi dall’aggressione e di contrastare e fermare il terrorismo di Hamas si realizzi nel rispetto del diritto internazionale e proteggendo la vita dei civili palestinesi, le cui vite non valgono di meno. L’assedio totale della Striscia, i bombardamenti a tappeto e l’ultimatum di 24 ore per l’evacuazione di 1,1 milioni di persone dal nord di Gaza rischiano di provocare ulteriori morti di innocenti e violazioni di massa dei diritti umani, in un territorio in cui il 40% delle persone ha meno di quindici anni. Hamas non è il popolo palestinese, bisogna isolare Hamas dal popolo palestinese e dal resto del mondo arabo. Sconfiggere militarmente Hamas dunque non può significare punire collettivamente l’intera popolazione di Gaza. L’appello delle Nazioni Unite per revocare l’ordine di evacuazione che ha definito ‘impossibile senza conseguenze umanitarie devastanti’ deve essere sostenuto accanto alla richiesta di corridoi umanitari per consentire l’accesso degli aiuti umanitari indispensabili e l’uscita di tutti i civili che lo vogliano, a cominciare dai bambini e dalle persone più fragili”.

Bce, Kammer (Fmi):non celebrare vittoria su inflazione troppo presto

Bce, Kammer (Fmi):non celebrare vittoria su inflazione troppo prestoMarrakech, 13 ott. (askanews) – Non celebrare prematuramente la vittoria sull’inflazione in Europa. Ci sono molti precedenti storici nel mondo che indicano come la troppa fretta abbia poi costretto le banche centrali a fare marcia indietro. Il segnale alla Bce e ma anche ai governi del Vecchio Continente giunge dal Fondo Monetario Internazionale con un argomentato contributo di Alfred Kammer, responsabile del dipartimento Europa dell’istituzione di Washington.

“Come mostriamo in un recente articolo che esamina 100 episodi di inflazione in tutto il mondo – spiega Kammer in un articolo pubblicato sul blog del Fmi – la storia è disseminata di esempi di celebrazioni premature della vittoria in lotte disinflazionistiche con l’inflazione che ritorna ogni volta. Questo è un errore costoso che l’Europa può e deve evitare. La stabilità dei prezzi deve essere ripristinata stabilito al primo tentativo. E mentre cominciano a farsi sentire gli effetti delle politiche monetarie più restrittive farsi sentire in tutta Europa, e mentre le critiche inevitabilmente aumentano, le banche centrali non devono battere ciglio”. “Secondo Kammer anche i politici possono e dovrebbero aiutare riducendo i deficit ancora elevati per ricostruire o preservare le riserve fiscali, il che contribuirà a ridurre più rapidamente l’inflazione”.

Secondo l’analisi del Fondo, infatti esistono ancora delle incognite legate soprattutto al comportamento delle parti sociali in Europa.”Nelle nostre proiezioni – spiega Kammer – prevediamo che l’inflazione ritorni al livello target nel 2025. Prima di allora, la crescita dei salari nominali aumenterà, recuperando parte del reddito reale perduto dal lavoro. Con strette politiche di indebolimento della domanda interna, i margini di profitto delle imprese dovrebbero comprimersi e aiutare a mitigare l’impatto di una crescita salariale più rapida sull’inflazione, come spieghiamo in una recente ricerca. Ci sono, ovviamente, dei rischi legati al nostro scenario centrale. La crescita dei salari potrebbe superare la nostra ipotesi, facendo lievitare il costo del lavoro. I margini di profitto potrebbero rimanere elevati. E, come il recente Il picco dei prezzi del petrolio è evidente, gli shock sui prezzi delle materie prime continuano a destare preoccupazione”. Esiste però anche un’altra possibilità: “dall’altro lato, se gli aumenti dei tassi di interesse si trasmettono più velocemente di quanto prevediamo, o più fortemente, alla domanda e alle aspettative di inflazione, l’inflazione potrebbe diminuire più rapidamente. La politica monetaria dovrebbe rimanere dipendente dai dati. Sotto la linea di base, questo significa che dovrebbe mantenere la rotta e rimanere restrittiva nella maggior parte dei paesi. Se l’inflazione arriva molto più bassa o superiore, i tassi dovrebbero adeguarsi. Ma, in generale, durante uno sforzo di disinflazione – sottolinea Kammer – è meglio sbagliare nel fare un po’ di più che nel fare di meno in risposta a un sorpresa al rialzo”.

D’altronde “prima o poi arriverà il momento dei tagli dei tassi d’interesse. Quando lo si fa, è meglio che tali tagli non comportino inversioni di rotta. Quel momento non è adesso. L’urgenza richiede anche pazienza. La buona notizia, nel frattempo, è che i mercati del lavoro europei sono forti. Hanno attraversato i travagli della pandemia, lo shock energetico e la politica monetaria più severa nella memoria recente. I mercati del lavoro europei si sono dimostrati straordinariamente resilienti”. Anche se, puntualizza “con la politica monetaria più restrittiva che ora alimenta intenzionalmente una forte stretta creditizia, e con l’industria ancora in fase di adeguamento all’aumento dei costi energetici relativi ai livelli di qualche anno fa, un certo indebolimento dell’attività è inevitabile, anche se il Il rallentamento sarà parzialmente attenuato dalla stabilità dei consumi privati con il recupero dei salari reali”.

Manovra, Giorgetti: tutti scontenti? Trovato bilanciamento giusto

Manovra, Giorgetti: tutti scontenti? Trovato bilanciamento giustoMarrakech, 13 ott. (askanews) – “Pensiamo di aver trovato il giusto bilanciamento”. Il ministro dell’Economia Giorgetti che questa sera incontrerà a Palazzo Chigi le parti sociali per un confronto sulla legge di bilancio in vista dell’approvazione della manovra, attesa lunedì prossimo in Consiglio dei ministri assieme al documento programmatico di bilancio e al Dl fiscale, difende l’impianto del provvedimento. “Nella difficile giornata del ministro dell’Economia che è un lavoraccio- ha detto interpellato a margine degli incontri di Fmi e Banca Mondiale a cui ha partecipato a Marrakech – tra poco parto e stasera vedo i sindacati. Sono tutti scontenti: allora il Fondo Monetario è scontento perché faccio l’extra (tassa sui profitti bancari, ndr) per dare soldi in più alle famiglie bisognose, i sindacati si lamentano perché questo è troppo poco. Noi pensiamo di avere trovato il giusto bilanciamento”

E le privatizzazioni? “Saremo sorprendenti anche su questo, nel senso che in tanti ci hanno chiesto perché erano curiosi dei titoli che hanno letto. Abbiamo dato ampie spiegazioni rispetto a un progetto che noi riteniamo realistico”

David di Donatello, istituito un nuovo premio al Miglior Casting

David di Donatello, istituito un nuovo premio al Miglior CastingRoma, 13 ott. (askanews) – L’Accademia del Cinema Italiano ha istituito il Premio David Miglior Casting, nuova categoria che intende riconoscere l’importanza della professione di Casting Director. Lo ha annunciato Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, in accordo con il consiglio direttivo composto da Francesco Giambrone, Francesco Rutelli, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini e Francesco Ranieri Martinotti.

Il riconoscimento sarà assegnato al Miglior Casting a partire dalla 70esima edizione del David, nel 2025, un traguardo significativo per il premio. Nella nuova categoria concorreranno tutti i film italiani distribuiti nelle sale cinematografiche dal primo gennaio al 31 dicembre 2024. Con il riconoscimento al Miglior Casting salgono a 22 le categorie del Premio riservate ai lungometraggi italiani. In un’industria in piena evoluzione ed effervescenza – ha affermato Piera Detassis – il lavoro di casting contribuisce in maniera importante alla costruzione del film e alla creazione di un nuovo immaginario supportando il regista, i produttori e gli stessi attori nella creazione dei personaggi. Suggerisce collaborazioni inaspettate e contribuisce alla scoperta di nuovi interpreti. In considerazione di questo peculiare contributo, il Consiglio Direttivo dell’Accademia ha stabilito di riconoscere la figura professionale del casting director al pari degli altri capireparto già premiati con il David di Donatello, proseguendo nel percorso di innovazione per promuovere sempre più, e meglio, il cinema italiano”.

I Premi David di Donatello si svolgono sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, d’intesa con AGIS e ANICA e con la partecipazione, in qualità di Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.

Fondazione Einaudi: serve la separazione delle carriere dei magistrati

Fondazione Einaudi: serve la separazione delle carriere dei magistratiRoma, 13 ott. (askanews) – Con la separazione delle carriere può aiutare “non si tratta di aiutare il sistema giustizia, si tratta di garantire l’effettiva parità tra accusa e difesa nel processo. Non è un capriccio, è il principio su cui si incardina lo Stato di diritto”. Così dice ad Askanews il segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini.

“Il passaggio dal rito inquisitorio del Codice Rocco al rito accusatorio del Codice Vassalli avrebbe dovuto assicurare la terzietà della magistratura giudicante. Non è accaduto. Oggi il pubblico ministero è tutt’uno con il giudice e questo squilibra il sistema a vantaggio dell’accusa e a scapito della difesa. Separare le carriere tra magistratura requirente e giudicante, ma farlo davvero con una riforma costituzionale che preveda due Csm distinti, è l’unica maniera per tutelare quei principi teorizzati nei convegni, ma violati nella pratica giudiziaria quotidiana”. Cangini poi aggiunge: “L’Italia spende mediamente per l’amministrazione della giustizia quasi il doppio di quello che spende la Francia dove, però, i processi durano grosso modo la metà del tempo che da noi. Non si tratta, dunque, tanto di reperire nuove risorse, ma di organizzare diversamente il sistema. Ricordo il caso di un presidente del Tribunale di Torino, si chiamava Mario Barbuto, che riuscì a smaltire l’enorme mole di cause arretrate senza chiedere né un euro né un cancelliere in più. Bastò riorganizzare il lavoro. Mai come in questo caso, volere è potere”.

Il segretario della Fondazione Einaudi aggiunge: “La magistratura associata si oppone da sempre a ogni tipo di riforma che alteri lo status quo. Sinceramente, credo che una mediazione su questi temi sia impossibile Dovere del legislatore, però, non è quello di accontentare questa o quella corporazione, ma di tutelare i principi costituzionali a beneficio del cittadino. Perché a ciascuno di noi può capitare di trovarsi ingiustamente nei panni dell’imputato e perché anche i colpevoli hanno diritto ad un processo ‘giusto’”. Il mondo anglosassone propone da sempre la soluzione del patteggiamento allargato e della depenalizzazione. “Tutto quello che va nella logica della depenalizzazione, va bene. Dal punto di vista liberale, il panpenalismo è uno dei mali che più affliggono il nostro paese. Problemi sociali non si risolvono con norme penali e spero che prima o poi la politica lo capisca”.