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Fico e Cucine Popolari insieme per un pranzo solidale “sospeso”

Fico e Cucine Popolari insieme per un pranzo solidale “sospeso”Milano, 13 mar. (askanews) – Sarà un grande pranzo allargato e inclusivo quello che domenica 2 aprile verrà preparato all’interno di Fico. In vista della Pasqua, infatti, dalla collaborazione di Fico con l’associazione di volontariato le Cucine Popolari è nato un evento conviviale aperto a tutti, dalle persone ospiti delle quattro mense solidali di Bologna ai volontari che vi operano, passando per turisti, visitatori e operatori del Parco del cibo.
Al gusto di un pranzo domenicale, preparato all’interno delle cucine di Fico dai cuochi di Cucine Popolari, si unirà infatti il piacere di mettersi al servizio di chi fa questo tutti i giorni, visto che saranno proprio i dipendenti di Fico a servire le portate. Le ospiti e gli ospiti delle Cucine Popolari, che accederanno a Fico gratuitamente, sono persone che hanno diritto ai servizi sociali comunali e necessitano dell’assistenza di parrocchie e altre associazioni di quartiere, che hanno perso il lavoro e che si trovano in difficoltà per motivi economici e sociali. Con la pandemia da Covid-19, iniziata nel marzo 2020, il numero delle persone che hanno chiesto “aiuto” è più che raddoppiato e con esso la quantità di pasti offerti ogni giorno dalle sedi di Cucine Popolari, passati da 250 a oltre 500.
Sarà possibile dare il proprio contributo diretto al pranzo acquistando un biglietto valido per sedersi a tavola e, allo stesso tempo, per offrire di fatto un ‘pranzo sospeso’ per chi ne ha necessità. Durante la giornata sarà inoltre possibile entrare in contatto con i volontari di Cucine Popolari ed effettuare donazioni dirette per sostenere i loro progetti. In questo modo Fico diventerà un luogo di aggregazione dove le persone più in difficoltà potranno avere un pasto caldo ma anche trascorrere insieme un pomeriggio all’insegna della socialità e della solidarietà, con la possibilità di visitare il Parco e le sue 20 attrazioni.
“Questa collaborazione tra le Cucine popolari e Fico dimostra che la solidarietà passa anche attraverso la condivisione del cibo a tavola – afferma il fondatore dell’associazione di volontariato Roberto Morgantini – e rappresenta un modo per entrare in contatto tra mondi differenti. Questa contaminazione penso sia la ricetta per ripartire insieme dopo questa terribile pandemia. Il Covid ha messo in evidenza il bisogno degli individui di partecipare attivamente alla costruzione condivisa di una nuova società più aperta e inclusiva. Il nemico da combattere, come ha affermato più volte anche papa Francesco, è l’indifferenza nei confronti dell’altro. Ma come recita una nota canzone, ‘gli altri siamo noi’”.
“È un piacere poter ospitare le famiglie che si rivolgono a Cucine Popolari – dichiara Stefano Cigarini, amministratore delegato di Fico Eataly World – Il nostro Parco saprà offrire a bambini e genitori un’esperienza unica, un pranzo di Pasqua e una giornata di festa all’insegna del gusto e del divertimento. Non è un caso che sia Fico che le Cucine popolari nascano a Bologna, città con una tradizione gastronomica tra le più ricche e famose d’Italia che entrambi cercano di onorare ogni giorno”.

Real Academia de Espana a Roma, mostra 10 anni di fumetti

Real Academia de Espana a Roma, mostra 10 anni di fumettiRoma, 13 mar. (askanews) – La Real Academia de Espana en Roma presenta dal 14 marzo la mostra Raccontare un monte d’oro. 10 anni di fumetti in Accademia dedicata al fumetto attraverso le opere di 17 artisti, che sono entrati all’Accademia grazie alla borsa di fumetto e illustrazione. Con i 150 anni di vita dell’Academia de Espana en Roma, si celebrano anche i primi 10 anni dell’ingresso del tebeo (il fumetto in spagnolo) tra le discipline ospitate. Un medium visivo con una capacità unica di portata popolare e allo stesso tempo un campo difficile da definire: è infatti un sofisticato dispositivo spazio-temporale, che in sole due dimensioni, registra tempo, spazio, storie, desideri
In questo decennio, 6 autrici e 11 autori spagnoli e latinoamericani – Tyto Alba, Carla Berrocal, Ana Bustelo, Joan Casaramona, Miguel Cuba, Yeyei Gomez, Julia Huete, Martin Lopez Lam, Los Bravu (Dea Gomez E Diego Omil), Alvaro Ortiz, Federico Pazos, Brais Rodriguez, Javier Saez Castan, Antonia Santolaya e Joaquín Secall – hanno lavorato con questa borsa, intrecciando la loro carriera artistica con il soggiorno a Roma e con l’Accademia stessa. Convivendo con altre discipline, in un contesto unico, hanno messo alla prova i loro limiti espressivi attraverso un progetto personale.
Questi 17 sguardi tornano in Accademia dai loro rispettivi mondi per ricordare, raccontare, riflettere su cosa comporta vivere e creare su questo colle romano: un antico convento su un monte de oro diventa un centro di residenze artistiche che avvolge un Tempietto. L’ Academia de España en Roma è anche un generatore di storie: ogni anno un nuovo gruppo la abita, creando, vivendo e amando i suoi spazi.
La mostra è allestita nei tre spazi in cui si convive in Accademia: il chiostro, un salone e una terrazza. Nel chiostro, luogo centrale dell’esposizione, un libro steso su tavole da disegno raccoglie il ritorno all’Accademia con uno sguardo sul presente. Il salone, una gabinetto espositivo, è uno spazio per ricordare le opere concepite durante il soggiorno a Roma. La terrazza, che si affaccia sulla città, è una celebrazione della Capitale osservata costantemente, dal Gianicolo a luoghi come il Forte Prenestino (con il suo Crack!), e diventa un invito alle storie future che non smetteranno mai di arrivare.
Il catalogo è una coedizione italo-spagnola che coinvolge Nuevo Nueve, Ediciones Valientes e l’editore italiano Fortepressa, con i testi di Ana Merino, Julia Ramírez-Blanco Valerio Bindi e Alessio Trabacchini.

Cultura, ritrovato rimorchiatore affondato 90 anni fa

Cultura, ritrovato rimorchiatore affondato 90 anni faRoma, 13 mar. (askanews) – A quasi 90 anni dalla sua scomparsa è stato ritrovato il relitto del rimorchiatore “Curzola”, del quale si erano perse le tracce al largo delle coste di Brucoli, nel Siracusano, il 12 marzo del 1935. Causa del naufragio furono verosimilmente le avverse condizioni meteo o una collisione con una nave ignota. A bordo del rimorchiatore un equipaggio composto da 18 uomini, 3 sottufficiali e 15 marinai. Non fu trovato nessun superstite.
Le operazioni che hanno poi permesso, in maniera del tutto casuale, di identificare l’imbarcazione affondata, grazie alla presenza del nome ben evidente sulla poppa, sono state condotte dall’ispettore onorario per i beni subacquei di Siracusa, Fabio Portella, che si era messo sulle tracce di un sommergibile della seconda guerra mondiale, in stretto contatto con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.
Il relitto è stato trovato, all’apparenza pressoché intatto, ad una profondità di circa 120 metri e ad una distanza di 2,3 miglia dalla costa, al traverso di Capo Campolato, nei pressi di Brucoli. A causa dell’elevata profondità e delle difficili condizioni in cui operare, dovute alla completa oscurità, alla bassa temperatura e a problemi di decompressione, sarà improbabile riuscire a portare a galla parti del rimorchiatore. Certamente si procederà ad una documentazione video e fotografica.
“Il ritrovamento del rimorchiatore Curzola – afferma l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – è per noi motivo di orgoglio e al tempo stesso di sorpresa. Desidero esprimere un plauso all’ispettore Portella e ai suoi collaboratori. Un professionista del mare dalle elevate capacità tecniche che ha operato in condizioni estremamente complesse”.

Energia, Biden approva controverso progetto di trivellazione Alaska

Energia, Biden approva controverso progetto di trivellazione AlaskaNew York, 13 mar. (askanews) – Lunedì l’amministrazione Biden ha approvato un massiccio progetto di perforazione in Alaska, a favore della compagnia petrolifera ConocoPhillips, per circa 30 anni, nonostante le obiezioni dei gruppi ambientalisti.
Il progetto Willow dovrebbe produrre 576 milioni di barili di petrolio, provocando al contempo emissioni per 239 milioni di tonnellate di anidride carbonica, equivalenti a guidare più di 51 milioni di auto a benzina per un anno.
L’approvazione finale riguarda tre siti di perforazione ed esclude le operazioni in un altro sito, in attesa di ulteriori indagini. Il progetto Willow è stato particolarmente sostenuto dai rappresentanti dell’Alaska al Congresso, poiché apporterà benefici economici alla regione.

Porsche chiude 2022 record, dividendo da 911 milioni

Porsche chiude 2022 record, dividendo da 911 milioni

Blume: Risultati migliori di sempre. In 2023 ricavi a 40-42 mld

Milano, 13 mar. (askanews) – Porsche chiude il 2022 con un aumento delle consegne a 309.884 unità (+2,6%) e dei ricavi a 37,6 miliardi di euro (+13,6%). Il risultato operativo si attesta a 6,8 miliardi (+27,4%) pari a un margine del 18% (+2 p.p), mentre il flusso di cassa dell’Auto è di 3,87 miliardi (+5,2%). All’assemblea sarà proposto un dividendo di 911 milioni di euro, pari a 1 euro per le azioni ordinarie e 1,01 per le privilegiate, frutto della quotazione di settembre 2022 a 82,5 euro. Complice il calo generalizzato dei listini, Porsche segna una flessione a Francoforte del 4,8% a 108,6 euro.
“In un contesto difficile, abbiamo ottenuto i migliori risultati nella storia del gruppo”, afferma il Ceo di Porche Oliver Blume.
Nel 2023 Porsche ha avviato il piano Road to 20 con l’obiettivo a lungo termine di raggiungere un margine operativo sulle vendite del 20%. Sul fronte dell’elettrificazione, Porsche presenterà versioni 100% elettriche di Macan nel 2024 e della 718 nel 2025 e a seguire della Cayenne per arrivare all’80% delle vendite generate da auto elettriche nel 2030. Il brand di auto sportive di lusso sta valutando anche il lancio di un suv elettrico, posizionato sopra il Cayenne e basato sulla piattaforma Ssp Sport sviluppata internamente
Per l’anno in corso, Porsche prevede un ritorno sulle vendite del 17-19% a fronte di ricavi per 40-42 miliardi di euro. Nel 2023 il gruppo festeggia i 75 anni di vetture sportive, i 60 anni della 911 e il ritorno alla 24 ore di Le Mans con la nuova Porsche 963.

Napoli: terza tappa Facciamo semplice l’Italia.PArola ai territori

Napoli: terza tappa Facciamo semplice l’Italia.PArola ai territoriNapoli, 13 mar. (askanews) – Si è svolta questa mattina nel Polo di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II a Napoli, la terza tappa di ‘Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori’, il percorso del Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, nelle città italiane grandi e piccole per raccogliere indicazioni e proposte in grado di sciogliere insieme i nodi che ancora legano il Paese. Il tema chiave di questa tappa, dopo quelle di Perugia e L’Aquila, è l’accrescimento delle competenze del personale della Pubblica amministrazione.
Per il ministro Zangrillo il Paese ha davanti “sfide complesse e mi fa molto piacere parlare di queste sfide a Napoli nell’hub di innovazione della Federico II perché diciamo che questo luogo simbolicamente esprime tutto quello che dobbiamo fare noi e cioè essere capaci di investire sui giovani per rendere la pubblica amministrazione attrattiva”, e inoltre c’è la necessità “di accelerare i percorsi di inserimento delle persone nella Pubblica amministrazione, quindi abbiamo parlato delle procedure concorsuali e su questo ci stiamo impegnando in uno sforzo di innovazione significativo, perché non solo ci doteremo di una strumentazione nuova: il portale Pa, inoltre cercheremo anche di rivedere le procedure concorsuali in una logica di contenimento dei tempi”.
Una ulteriore sfida per il ministro è quella della digitalizzazione dove “il nostro paese è in ritardo, non è in ritardo la Pubblica amministrazione ma l’Italia”. All’incontro era presente anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “Oggi il tema del Pnrr ha fatto evidenziare, secondo me, da un punto di vista positivo la grande difficoltà delle amministrazioni soprattutto dei piccoli comuni che devono gestire delle complessità e sono sottodimensionate. Ma non riguarda solo il Pnrr ma anche la gestione dei servizi per i cittadini. Con lo sblocco del turn over spero ci possa essere un investimento straordinario sul personale, questo è molto importante ed è chiaro che ci vogliono risorse perché molto comuni sono in dissesto o pre-dissesto in tutto il Mezzogiorno e quindi ci vogliono risorse”.
Matteo Lorito, il rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II: “Ci fa piacere che la semplificazione passa per San Giovanni e per Napoli abbiamo una enorme aspettativa di vedere procedure semplificate per usare appieno grandi risorse del Pnrr e sia formare giovani che possano essere attratti dalla Pubblica amministrazione. Noi diamo il nostro contributo con accordi di scuola pubblica amministrazione e ci crediamo moltissimo, portiamo avanti lavoro interno di formazione di chi entra nella pubblica amministrazione. E’ significativo vedere in uffici arrivo di una persona di qualità ben formata e giovane per riprendere ufficio” conclude Lorito.

Glaucoma IAPB: ancora troppi non sanno o non si curano efficacemente

Glaucoma IAPB: ancora troppi non sanno o non si curano efficacementeRoma, 13 mar. (askanews) – Dopo 8mila controlli oculistici gratuiti effettuati in tre anni nelle città italiane, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB Italia – Onlus) avverte: il 10 per cento dei malati di glaucoma non si cura a sufficienza; il 4 per cento dei visitati è ad altissimo rischio di essere affetto dalla malattia, senza averne il minimo sospetto, rischiando di perdere la vista. Per la settimana del glaucoma le iniziative di IAPB Italia in 85 città e un sito interamente dedicato alla prevenzione per la cittadinanza su www.settimanaglaucoma.it In occasione della settimana mondiale del glaucoma, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB Italia – Onlus) rilascia i primi dati emersi dalla campagna di prevenzione delle malattie ottico-retiniche “Vista in Salute”. La campagna, finanziata dal Ministero della Salute su indicazione del Parlamento, ha offerto uno screening per il glaucoma, le maculopatie e la retinopatia diabetica ad oltre 8mila persone di età superiore ai 40 anni in 54 città italiane e nell’arco dei tre anni. Due le evidenze emerse che destano maggiore preoccupazione. “La prima – spiega Mario Barbuto, presidente di IAPB Italia – riguarda il numero di persone che sono convinte di essere sane ma hanno valori di pressione intraoculare compatibili con il glaucoma e hanno urgente bisogno di una visita oftalmologica approfondita”. Che una persona su 25 possa avere la malattia in corso senza saperlo è rilevante, perché il ritardo nella diagnosi è una delle criticità più gravi della malattia e porta a una perdita progressiva della vista fino alla cecità. Il glaucoma, infatti, è una malattia degenerativa del nervo ottico e i danni inflitti al sistema visivo sono irreversibili. È anche una malattia subdola: gli stadi iniziali sono asintomatici: grazie alla capacità compensativa del cervello, quindi una persona si rende conto di avere problemi visivi quando il male è già avanzato. “L’unico strumento per diagnosticare per tempo il glaucoma è la visita dal medico oculista e l’unico modo per arginarne il decorso è seguire scrupolosamente la terapia. Solo così – prosegue Barbuto – possiamo sconfiggere una patologia subdola, silenziosa, che si alimenta nella disinformazione”. Ecco perché anche il secondo elemento dell’analisi sulle visite di Vista in Salute è preoccupante: il dieci per cento dei malati di glaucoma visitati, che avevano già una diagnosi e una terapia, presentavano valori della pressione oculare non compensata. “Questo – conclude Barbuto – è un probabile segno della difficoltà che hanno i pazienti con glaucoma ad accedere alle cure sul territorio e ad essere seguiti costantemente nel tempo, traducendosi in alti costi per la società, sia da un punto di vista umano sia sotto il profilo economico. La perdita della vista è, infatti, un terribile trauma personale, oltre che una grave perdita economica”. “Le malattie che minacciano la vista hanno un enorme impatto sociale e l’invecchiamento della popolazione aumenterà il rischio di cecità nel tempo. Prevenzione e cura oftalmologica sono divenute, però, sempre più marginali all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. È necessario ripensare completamente il ruolo che la salute visiva trova all’interno del diritto alla salute. La vista è data per scontata ma, quando si perde per malattie come il glaucoma, non si può più recuperare. Il costo della perdita di autonomia, felicità e capacità produttiva è molto più alto delle risorse che basterebbe investire per prevenirla”. Su www.settimanaglaucoma.it l’elenco delle attività di prevenzione e sensibilizzazione organizzate da IAPB Italia onlus in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti in 85 città, e le informazioni di prevenzione che possono aiutare le persone ad aver cura della propria salute visiva.

Anoressia, l’odissea di Francesca: “A Roma nessuna struttura ad hoc”

Anoressia, l’odissea di Francesca: “A Roma nessuna struttura ad hoc”Roma, 13 mar. (askanews) – “E’ impensabile che in una città come Roma, che conta milioni di abitanti, non ci sia una struttura competente che possa seguire le ragazze con disturbi alimentari, come anoressia e bulimia”: il grido di aiuto (e di allarme) è di Enrica, mamma di Francesca (il nome è di fantasia), 16 anni e mezzo e 34 chili di peso. Soffre di anoressia da tre anni, ma non riesce ad uscirne. Non perché non voglia, ed è questa la ‘rabbia’ dei genitori. Ma perché, a Roma, non ci sono strutture ad hoc che possano seguirla come si deve.
“Esiste un solo centro, a Roma, il Cto, ma il personale è poco, il bacino di utenza è tanto, l’ascolto delle ragazze è parziale. I medici non ricordano tutte le storie, e ogni volta sembra di dover ricominciare da capo”, denuncia Enrica. “Non c’è una continuità assistenziale per le ragazze che hanno problemi di disturbi alimentari”.
I disturbi del comportamento alimentare sono una piaga che affligge quasi tre milioni di persone in tutta Italia. Con la pandemia del Covid-19, anoressia, bulimia e disturbi alimentari sono cresciuti a vista d’occhio, diventando la seconda causa di morte tra i giovani. Eppure trovare assistenza non è semplice, le strutture sono poche, le richieste tante. L’attesa è lunga e mentre i mesi trascorrono tra scartoffie e burocrazia, il peso continua a calare.
L’odissea per Francesca, e per i suoi genitori, è iniziata tre anni fa. “Ho suggerito dei medici ad hoc per poterla seguire privatamente – spiega il loro medico di base – la famiglia ha speso fior di quattrini, ma il privato non può ricoverare la ragazza in una struttura. Serve una struttura ad hoc, ma a Roma non ne esistono. La più vicina è a Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo, ma serve l’ok della Asl di appartenenza che ha dei parametri molto rigidi e nel caso di Francesca non rientra in questi casi. È grave ma non in pericolo di vita”.
Da qui la denuncia. “Occorre aprire almeno una struttura residenziale a Roma, aumentare il personale, snellire l’aspetto burocratico, abbassare i parametri per il ricovero e la permanenza di qualche mese. È davvero impensabile che in una città come Roma non ci sia una sede di recupero”, dice Enrica.
Nemmeno la strada delle strutture private è percorribile. “Non si può accedere a strutture private finché non si ha il nullaosta da parte della Asl di riferimento. E dunque si ritorna al problema di prima: procedure lunghe e burocrazia infinita, parametri molto ristretti sul peso”.
Il grido di allarme della mamma di Francesca non è solo per la figlia. “Io vorrei parlare a nome di tutte quelle famiglie che vivono la mia stessa situazione – dice – e la cosa che mi fa ancora più rabbia è che mia figlia chiede aiuto. Mi dice ‘Io voglio essere aiutata’, ma manca lo strumento. È lancinante pensare che tua figlia, giorno dopo giorno, si consuma sotto i tuoi occhi e tu non puoi fare nulla. E in tutta risposta i medici dicono che occorre avere pazienza e tempo”.
Di Serena Sartini

PA, Zangrillo: verso 350mila assunzioni 2 anni, è sfida enorme

PA, Zangrillo: verso 350mila assunzioni 2 anni, è sfida enormeNapoli, 13 mar. (askanews) – “Abbiamo fatto uno sforzo significativo nel 2022 che ribadiremo nel 2023 perché in questi 2 anni tra la sostituzione del turnover e le nuove assunzioni andiamo verso 350 mila ingressi nella pubblica amministrazione in due anni, è una sfida enorme”. E’ il commento del Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a Napoli, a margine della terza tappa di “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori”. “Sicuramente sono persone che hanno il potenziale per lavorare nella pubblica amministrazione – evidenzia – Poi vi voglio dire una cosa, quando si entra in una pubblica amministrazione, ci sono quelli che entrano esperienziati con le competenze che servono per lavorare subito e poi c’è anche un grande lavoro da fare dal punto di vista della formazione dei nuovi ingressi”. “Per Zangrillo “è la stessa cosa che esiste nelle organizzazioni private: un giovane che entra in un’organizzazione privata deve fare un training on the job deve cercare di acquisire in tempi ragionevoli le competenze per poter essere autonomo”.
“Io combatto questa narrazione di una pubblica amministrazione che è diversa dalle altre organizzazioni del mondo. La Pubblica amministrazione può fare esattamente le stesse cose che fanno le altre organizzazioni, quindi non c’è una distinzione con tutto il resto, noi dobbiamo essere capaci, anche prendendo spunto dall’eccellenza del privato, di introdurre nella pa quelle dinamiche che consentono di avere un capitale umano che funzioni” conclude.

Autonomia, Zangrillo: non nasce per creare gap tra le regioni

Autonomia, Zangrillo: non nasce per creare gap tra le regioniNapoli, 13 mar. (askanews) – “L’autonomia differenziata è una soluzione che non si è inventato nessuno, esiste in Costituzione, è una soluzione sulla quale stiamo lavorando naturalmente con l’obiettivo di creare un valore aggiunto. – continua – Non si fa autonomia differenziata per creare un gap tra regioni virtuose e regioni meno virtuose o certe aree geografiche del paese rispetto ad altre”. A dirlo è il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a Napoli, a margine della terza tappa di “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori”. “Ci sono una serie di meccanismi che la legge prevede e che sono quelli che fanno riferimento alla spesa storica, al fondo di perequazione, che devono garantire che l’applicazione dell’autonomia differenziata non si traduca in un danno per alcuni a vantaggio di altri” continua.
“E’ chiaro che parlando di autonomia differenziata si può parlare della possibilità di trovare delle soluzione customizzate, quindi delle soluzioni dedicate per le diverse realtà. Il ministro evidenzia di essere contro dal punto di vista retributivo “alle gabbie salariali” e che “per me i salari sono definiti dal contratto collettivo nazionale e poi con gli integrativi aziendali ciascuna realtà gestisce le specificità del suo territorio”.