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Strage Bologna, Fontana: matrice neofascista stabilita da sentenze

Strage Bologna, Fontana: matrice neofascista stabilita da sentenzeRoma, 2 ago. (askanews) – “Care colleghe e cari colleghi, ricorre oggi il 43° anniversario della strage alla stazione ferroviaria di Bologna. Alle ore 10.25 di quel tragico 2 agosto 1980 furono barbaramente uccise 85 persone. I feriti furono oltre 200. La vittima più giovane, una bambina di nome Angela, aveva 3 anni. Di fronte alla follia terrorista, che sentenze definitive hanno stabilito essere stata di matrice neofascista, le Istituzioni seppero reagire, dimostrando come la nostra democrazia fosse più forte dell’odio e della violenza”. Lo ha detto il presidente della Camera Lorenzo Fontana nel suo discorso in aula prima di chiedere un minuto di silenzio in ricordo della strage.

“Ricordare quel massacro significa rendere omaggio alle vittime innocenti, ai sopravvissuti e ai loro familiari. Ricordare l’orrore e lo strazio di quel vile attentato significa anche rinnovare un monito ben preciso per tutti noi. I principi e i valori della legalità e della democrazia sono alla base della nostra Costituzione – ha sottolineato -. Vanno difesi con fermezza tutti i giorni. A questo obiettivo devono contribuire tutte le istituzioni, le forze politiche e i cittadini. Nell’esprimere la vicinanza e la solidarietà – mia personale e della Camera dei deputati – ai familiari delle vittime, alla loro associazione, ai sopravvissuti e alla comunità bolognese, invito l’Assemblea a osservare un minuto di silenzio”.

Quanto costano diesel e benzina (è in vigore l’obbligo di esporre il prezzo)

Quanto costano diesel e benzina (è in vigore l’obbligo di esporre il prezzo)Roma, 2 ago. (askanews) – “I costi medi di benzina e diesel self registrati alle ore 8.00 di oggi lungo la rete stradale e autostradale nazionale sono rimasti sostanzialmente stabili e saldamente al di sotto dei 2 euro/l, replicando di fatto i valori registrati nel corso della mattinata di ieri, giorno in cui è entrato in vigore l’obbligo di esposizione dei prezzi medi”. Questi i dati emersi dal monitoraggio giornaliero elaborato dal Garante per la sorveglianza dei prezzi sulla base dei dati estratti dall’Osservatorio Carburanti del Mimit.

“Con riferimento ai prezzi in vigore alle ore 8.00 di oggi, 2 agosto, il prezzo medio nazionale stradale della benzina self si attesta a 1,922 euro/litro (+0,007 euro/l rispetto a ieri, dunque con una variazione di 7 millesimi di euro) e quello del gasolio self a 1,781 eur/litro (+0,011 euro/l rispetto a ieri, dunque con una variazione di 11 millesimi di euro). Il prezzo medio registrato, invece, lungo la rete autostradale italiana della benzina self si attesta a 1.990 euro/litro (+0,006 euro/l rispetto a ieri, dunque con una variazione di 6 millesimi di euro) e quello del gasolio self a 1.864 euro/litro (+0,010 euro/l rispetto a ieri, dunque con una variazione di 10 millesimi di euro)”. “Questi dati, facilmente consultabili sui cartelli esposti alle pompe e sull’apposita sezione del portale del Mimit, consentiranno ai consumatori di operare una scelta consapevole – conclude il ministero -. Al contempo, l’esposizione dei prezzi medi tutelerà i gestori dalle periodiche campagne negative che negli anni sono intervenute a danno dell’intera categoria”.

Papa Francesco: sogno un’Europa che spenga i focolai di guerre

Papa Francesco: sogno un’Europa che spenga i focolai di guerreCittà del Vaticano, 2 ago. (askanews) – “Nell’oceano della storia, stiamo navigando in un frangente tempestoso e si avverte la mancanza di rotte coraggiose di pace. Guardando con accorato affetto all’Europa, nello spirito di dialogo che la caratterizza, verrebbe da chiederle: verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?”. A chiederlo è stato Papa Francesco nel suo discorso alle Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico presso il Centro Cultural de Belém di Lisbona. Francesco si è poi chiesto “quale rotta” segue oggi Occidente. “La tua tecnologia, che ha segnato il progresso e globalizzato il mondo, da sola non basta; tanto meno bastano le armi più sofisticate, che non rappresentano investimenti per il futuro, ma impoverimenti del vero capitale umano, quello dell’educazione, della sanità, dello stato sociale”.

“Preoccupa quando si legge che in tanti luoghi si investono continuamente fondi sulle armi anziché sul futuro dei figli. Io sogno un’Europa, cuore d’Occidente, – ha quindi insistito Francesco – che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza; un’Europa che sappia ritrovare il suo animo giovane, sognando la grandezza dell’insieme e andando oltre i bisogni dell’immediato; un’Europa che includa popoli e persone, senza rincorrere teorie e colonizzazioni ideologiche”.

Strage Bologna, Tajani: stop polemiche, verità ancora non c’è

Strage Bologna, Tajani: stop polemiche, verità ancora non c’èRoma, 2 ago. (askanews) – “Io voglio evitare di fare polemica con chicchesia. La lotta è contro il terrorismo tutto. Quindi non ho nessun problema a dire il terrorismo nazista e il terrorismo neofascista, il terrorismo rosso, il terrorismo del fondamentalismo islamico. Il terrorismo è terrorismo, lo abbiamo sempre detto. Evitiamo di fare polemiche quando si parla di morti e ricerca della verità, perché ancora la verità non è stata scoperta. Lasciamo perdere gli esecutori materiali, ma la verità e le coperture … io condivido le parole di Mattarella”. Lo ha detto il segretario di Forza Italia Antonio Tajani rispondendo, a margine di una conferenza stampa, a chi gli chiedeva delle polemiche dopo le dichiarazioni di Giorgia Meloni sulla strage del 2 agosto.

Calcio femminile, Bertolini: rammaricata ma convinta delle scelte

Calcio femminile, Bertolini: rammaricata ma convinta delle scelteRoma, 2 ago. (askanews) – È una Milena Bertolini rammaricata e triste quella che si presenta ai microfoni nel post-partita di Sudafrica-Italia. L’imprevista eliminazione nella fase a gironi del Mondiale 2023, causata dalla sconfitta per 3-2 contro la nazionale africana, ha spento tutti i sogni azzurri: “Mi spiace molto, perché abbiamo lavorato duramente per passare il girone e non ci siamo riuscite. Sono molto dispiaciuta”. “Non credo che a questo gruppo mancasse l’intesa,” – continua il tecnico dell’Italia – “è nata un po’ di paura nel corso di questa competizione e i cinque gol subiti con la Svezia ci hanno tolto certezze. Anche il gol che abbiamo preso oggi ci ha fatto paura”.

La Ct non rinnega le scelte fatte: “Penso che queste siano le giocatrici migliori, ho schierato chi doveva giocare. Questa Nazionale avrà un buon futuro e le giocatrici che hanno giocato in questo Mondiale getteranno le basi per costruire il prossimo ciclo. Non ha importanza il mio futuro, ma quello del movimento. Mi auguro di aver lasciato un’eredità per chi verrà dopo, con questa squadra giovane”. Dello stesso avviso Elena Linari, affranta per la prematura eliminazione: “Spero che questo gruppo possa lasciare qualcosa per le generazioni future. Mi dispiace per come è andata, è un’esperienza anche questa, anche se negativa. Mi auguro solo che serva per il futuro”. Arianna Caruso, autrice di una doppietta, esprime tutto il suo rimpianto: “Non era ovviamente quello che volevamo e sognavamo. Dovremmo analizzare tutto quello che è successo e ripartire. Credo in questo gruppo e credo nella nostra forza. I due gol contano ben poco perché non ci hanno portato al passaggio del turno”. La centrocampista della Juventus guarda però con estrema fiducia al futuro della Nazionale, pronta a ripartire nonostante gli errori commessi: “Abbiamo imparato in questo Mondiale che niente è scontato. Se non si vince non si va avanti. Ringrazio i tifosi che ci hanno seguito e mi dispiace non avergli regalato gioie. Ci tenevamo a fare bene. Abbiamo un grande potenziale e siamo davvero forti, ma dobbiamo dimostrarlo sul campo e spero che dalle prossime partite sarà così”.

Istat: mercato immobiliare +2,7% nel 2022, tonfo dei mutui -5,6%

Istat: mercato immobiliare +2,7% nel 2022, tonfo dei mutui -5,6%Milano, 2 ago. (askanews) – Nel 2022 il mercato immobiliare italiano è cresciuto del 2,7% rispetto all’anno precedente, ma a trainare il settore sono solo i primi due trimestri: +10,1% e +6,4% rispetto allo stesso periodo del 2021; gli ultimi due trimestri segnano un calo del -1,0% e del -3,5%. Lo rileva l’Istat. I mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare calano nell’intero 2022 del 5,6%, con un tonfo del 17,2% negli ultimi tre mesi dell’anno.

La crescita nel 2022 delle compravendite interessa sia il settore abitativo (+2,7%) sia l’economico (+3,2%). Le Isole (+10,9%), il Sud (+5,9%) e il Centro (+2,8%) sono le aree del Paese che sostengono il mercato delle abitazioni, mentre il Sud (+8,0%), il Centro (+6,8%) e il Nord-ovest (+5,0%) vantano i maggiori accordi business. Il Nord-est, fa sapere l’istituto di statistica, è l’unica area geografica che segna valori in diminuzione in entrambi i settori (-2,0%). Sul fronte dei mutui e dei finanziamenti, dettaglia l’Istat, la riduzione annuale del 5,6% è condizionata prevalentemente dalla contrazione registrata nel terzo e soprattutto nel quarto trimestre del 2022: rispettivamente -7,4% e -17,2% nel confronto con l’anno precedente (contro +3,6% nel primo trimestre e -0,9% nel secondo trimestre). Il calo complessivo del 2022 riguarda tutto il territorio nazionale con flessioni più forti nel Nord-est (-8,8%) e nel Centro (-6,1%).

Strage Bologna, Meloni: per verità desecretare atti, lo abbiamo fatto

Strage Bologna, Meloni: per verità desecretare atti, lo abbiamo fattoRoma, 2 ago. (askanews) – “Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l’Italia nel Dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo. Questo Governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai Governi precedenti”. Lo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni, in occasione della commemorazione della Strage di Bologna.

Meloni, in una dichiarazione, ha voluto ringraziare i familiari delle vittime, “anche attraverso le associazioni che li rappresentano”, per la loro “tenacia” nella ricerca della verità. E ha rivendicato il “costante contatto con la Presidenza del Consiglio. “Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci. Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della Nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento”, ha affermato, aggiungendo: “nel giorno dell’anniversario rivolgo ai famigliari il mio primo pensiero. A loro va vicinanza, affetto, ma anche il più sentito ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità, anche attraverso le associazioni che li rappresentano, in costante contatto con la Presidenza del Consiglio”.

E’ in arrivo Circe

E’ in arrivo CirceMilano, 2 ago. (askanews) – Temperature massime tra elevate e molto elevate in pianura: questa la previsione per le prossime ore poi, da domani, cambierà tutto ad iniziare dal Nord. Il ciclone Circe trasformerà l’estate in autunno per qualche giorno.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’arrivo del ciclone Circe dalla Scozia, ad iniziare da giovedì: prima in Liguria, poi sul resto del Nord ed in Toscana, avremo dei rovesci a carattere sparso. Ma sarà da venerdì che il tempo peggiorerà in modo più diffuso. Nell’attesa di Circe, prestiamo però attenzione al caldo che porterà elevate condizioni di stress fisico: ci attendiamo un ulteriore aumento dell’umidità, complice l’attenuazione dei venti, con afa diffusa e caldo su gran parte del Paese, con picchi fino a 39 gradi in Sicilia e 37 gradi anche in Puglia; significativi anche i 34 gradi previsti a Bologna dove domenica, ad esempio, è invece attesa una minima quasi autunnale di 13 gradi.

Insomma, nei prossimi giorni vivremo le montagne russe delle temperature: dal caldo africano di oggi alle minime autunnali del weekend, con le massime che crolleranno anche di 12 gradi al Sud e sul medio Adriatico nella giornata di sabato. Tutto questo accompagnato, a tratti, da maltempo a tratti intenso. Vediamo nel dettaglio, dunque, dopo la giornata soleggiata di oggi, dove arriveranno le piogge e quando: con il ciclone Circe, giovedì mattina sono attese precipitazioni su Liguria di Levante, Versilia ed Alta Toscana, localmente qualche acquazzone non è escluso anche sulle Alpi e sulle Prealpi; dal pomeriggio di giovedì i fenomeni poi si concentreranno sul Triveneto, in particolare a ridosso dei rilievi.

L’aria più fresca ed instabile dalla Scozia entrerà al Nord da venerdì quando il tempo peggiorerà in maniera più consistente: al mattino sono previsti temporali anche forti al settentrione e tra Toscana e Marche, dal pomeriggio attenzione ancora al Nord e sulle Marche, ma anche tra Umbria, Abruzzo e Molise. La previsione esatta del passaggio di Circe al Sud è ancora da confermare: al momento siamo certi che il termometro scenderà di almeno 10 gradi da sabato, ma per quanto riguarda le piogge e i temporali aspettiamo conferme. In pratica potrebbero arrivare da sabato veloci rovesci localmente intensi sul basso Tirreno in spostamento verso Basilicata e Puglia, ma seguiremo gli aggiornamenti per capire meglio questa evoluzione.

Viviamo dunque con attenzione, intanto, le prossime 72 ore: dal caldo africano di oggi passeremo a condizioni quasi autunnali entro venerdì sera al Centro-Nord con tanti temporali a tratti anche violenti. Durante il primo weekend d’agosto vivremo un anticipo d’autunno con valori termici decisamente sotto media: sia sabato 5 sia domenica 6 agosto potremmo aver bisogno di una felpa al mattino anche in pianura.

Strage di Bologna, La Russa: matrice neofascista

Strage di Bologna, La Russa: matrice neofascistaMilano, 2 ago. (askanews) – “Va doverosamente ricordata la definitiva verità giudiziaria che ha attribuito alla matrice fascista, neofascista, la responsabilità di questa strage”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, commemorando in aula l’anniversario della strage alla stazione di Bologna, “vile attentato terroristico che colpì al cuore Bologna e l’Italia intera”, e invitando l’aula a un minuto di silenzio “esattamente nel momento in cui la bomba esplodeva”, cioè alle 10,25. La Russa ha voluto “rivolgere un pensiero alle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi del terrorismo che ringrazio per l’instacabile opera di sensibilizzazione. Ma è anche importante ricordare l’orgoglio, il coraggio, la determinazione con cui tutta la nazione non si è mai piegata al ricatto della paura e unita ha sconfitto il terrorismo, contrapponendo alla barbara violenza delle bombe la forza della giustizia e della democrazia”.

Il presidente del Senato ha ricordato: “Esattamente intorno a quest’ora, le 10,25. un ordigno ad altissimo potenziale esplose nella sala d’attesa della stazione di Bologna causando 85 vittime e oltre 200 feriti. Quelle immagini drammatiche di sangue e devastazione, di disperazione, sono ancora oggi scolpite nel profondo della nostra memoria, immagini che non dobbiamo e non vogliamo dimenticare perchè la memoria è il collante della nostra identità. E nulla è più vigliacco e nemico della civiltà di un attentato fatto da chi proditoriamente nascondendo la mano colpisce cittadini innocenti, uomini, donne e bambini che quel giorno cercavano un inizio di estate felice e invece hanno trovato un’ingiusta morte”. Per La Russa “tramandare la memoria affinchè non venga mai meno l’amore per quei valori di libertà e democrazia che sono scolpiti nella nostra Costituzione è un impegno che non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo trascurare. Un impegno di verità e conoscenza che dobbiamo a tutte le vittime del terrorismo, in relazione al quale ritengo fondamentale proseguire anche in questa legislatura l’importante opera di desecretazione degli atti delle commissioni parlamentari di inchiesta che hanno indagato su molte tragiche pagine del nostro passato al fine di rimuovere ogni ombra, ogni dubbio, ogni interrogativo ancora aperto”.

Alla Camera con cravatta o no? Polemiche su dress code, passa odg

Alla Camera con cravatta o no? Polemiche su dress code, passa odgRoma, 2 ago. (askanews) – Come devono vestire i deputati e le deputate? Gli uomini con giacca e cravatta (già obbligatoria al Senato ma non a Montecitorio)? Le donne con abiti che non mettano in mostra le braccia? L’argomento movimenta l’aula d’agosto in occasione dell’esame di un ordine del giorno al bilancio della Camera, presentato dal deputato Salvatore Caiata di Fratelli d’Italia, per introdurre un dress code che garantisca il “decoro”. Odg che poi l’aula approva con 181 voti a favore e 100 contrari: spetterà all’ufficio di presidenza fare tutte le valutazioni del caso e declinare, nel dettaglio, l’abbigliamento più appropriato.

Il questore Paolo Trancassini, stesso partito di Caiata, spiega qual è il punto della questione: “Dal 1982 in poi ci sono stati in ufficio di presidenza una serie di interventi su questa materia ma non c’è niente di scritto, vogliamo valutare l’eventualità di darci delle regole, lo valuteremo con il collegio dei questori e lo porteremo in ufficio di presidenza, riteniamo opportuno di prendere in considerazione la richiesta dell’onorevole Caiata”. La questione non è solo forma ma anche sostanza e la parola “decoro” scalda gli animi. Parte all’attacco il deputato Cinquestelle Riccardo Ricciardi tirando in ballo l’abolizione del reddito di cittadinanza: “Ci mettiamo tutti la cravatta ma cominciamo a rispettare davvero questa democrazia, se in giacca e cravatta riuscite a sputare sulle istituzioni come fate – proclama -, potete venire pure in smoking ma il decoro non lo otterrete mai”, “se si toglie il reddito di cittadinanza a 160mila famiglie con un sms!!”. Gli fa eco Federico Fornaro, tornato nel Pd di Elly Schlein dopo lo scioglimento di Articolo 1, che per rafforzare il ragionameno mima il gesto di togliersi la giacca, subito ammonito dal presidente di turno dell’aula Giorgio Mulè (“no onorevole, magari c’è chi apprezzerà, ma non lo faccia”). “C’è una riformulazione poco comprensibile dell’ordine del giorno – insiste Fornaro -, al momento ci sono delle disposizioni, non è che possiamo venire come vogliamo, se io adesso mi togliessi la giacca… Non è vero che non ci sono disposizioni, gli uomini non possono entrare senza giacca, l’unica differenza rispetto al Senato è che non è obbligatoria la cravatta”.

“Quando si parla di decoro, è una questione che può essere vista sotto più punti di vista il nostro concetto di decoro non è il vostro” ribadisce Francesco Silvestri (M5s) rivolgendosi alla maggioranza anche se nelle fila del Movimento Cinquestelle evidentemente le sensibilità sono diverse se la deputata Ida Carmina, con un certo imbarazzo tra i banchi del suo partito, rilancia: “Inviterei a declinare regole anche per le donne, si può andare sbracciate o senza giacca? Guardiamo anche all’aspetto femminile”. Il Pd, con Andrea De Maria, annuncia ufficialmente che anche in ufficio di presidenza esprimerà voto contrario: “Ci sono già norme che garantiscono il decoro, voteremo contro l’ordine del giorno” mentre il deputato di Avs Filiberto Zaratti premette: “Tutti i colleghi si vestono in modo consono, non vorrei che questa iniziativa portasse nel paese l’idea che deputati e deputate si vestono male”. Tranchant Simonetta Matone, ex magistrato, deputata della Lega: “Il rispetto verso chi ci ha eletto passa anche attraverso l’abbigliamento che è un codice di comportamento, se è vero che per prassi gli uomini entrano con la giacca, ritengo irrispettoso venire qui in abbigliamenti da spiaggia, e mi riferisco alle donne, o con abbigliamenti sportivi come le scarpe da ginnastica: non stiamo facendo footing”. Applausi dalla maggioranza, mugugni dalle parti dell’opposizione. Infine Benedetto Della Vedova (+Europa) coglie l’occasione per ricordare una personalità di primo piano della storia radicale recentemente scomparsa: “L’obbligo di cravatta è vero che al Senato c’è ma sarebbe un anacronismo, fu proprio Ciccio Messere, che voglio ricordare, che ottenne, da deputato, la fine dell’obbligo della cravatta”.