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Filiera Italia: tutelare formaggi italiani da contraffazione e Nutriscore

Filiera Italia: tutelare formaggi italiani da contraffazione e NutriscoreMilano, 19 feb. (askanews) – La presenza di otto formaggi italiani nella top ten dei migliori al mondo è “Un risultato che deve far riflettere: basti pensare che Parmigiano e Grana sono anche i formaggi più imitati al mondo”, afferma Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. Il giro d’affari del falso made in Italy vale 120 miliardi di euro, il doppio delle nostre esportazioni originali. “Ecco perché è sempre più importante difendere le nostre denominazioni anche attraverso gli accordi internazionali, e soprattutto nei confronti dei nomi generici come Parmesan”, aggiunge. Un tema importante e all’ordine del giorno, visto che proprio ora è in discussione l’accordo commerciale fra Unione europea e Australia.
Oltre all’italian sounding, Scordamaglia ritiene che un’altra minaccia arrivi dal Nutriscore che potrebbe penalizzare i formaggi italiani presentandoli al consumatore come “meno preferibili” rispetto a un prodotto di sintesi. “Anche se il sistema di etichettatura Nutriscore, grazie all’impegno italiano, oggi sembra temporaneamente messo da parte, resta un dossier su cui bisogna continuare costantemente a vigilare – avverte Scordamaglia – per non dare la possibilità al commissario Timmermans e alle multinazionali del cibo sintetico e ultraprocessato di rilanciarlo”. Secondo una stima Coldiretti-Filiera Italia la nuova etichettatura colpirebbe l’85% in valore dell’intera produzione agroalimentare made in Italy.

Minacce a Meloni,La Russa:pericoloso continuare su questa strada

Minacce a Meloni,La Russa:pericoloso continuare su questa strada

Da mesi in atto salto qualità demonizzazione avversario politico con Meloni graveimente bersagliata

Roma, 19 feb. (askanews) -“Da molti mesi assistiamo a ripetute e gravissime minacce al presidente del Consiglio Giorgia Meloni cosi come ad un “salto di qualità” nella demonizzazione dell’avversario politico. Un clima sempre piu pesante e che ci fa tornare indietro di molti anni”. Lo dichiara il Presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“Il manichino appeso a Bologna, le minacce social a lei e alla figlia, i suoi libri che continuano ad essere esposti a testa in giù nelle librerie e ora addirittura locandine con inviti a partecipare alla messa in scena del suo omicidio. Si possono discutere le idee di una persona, si possono contestare le sue azioni politiche ma – avverte La Russa- quello che stiamo vedendo è inaccettabile e non ha alcuna giustificazione. Continuare su questa strada è molto pericoloso. Tutti abbassino i toni del confronto e condannino con forza quanto avvenuto a Parma.A Giorgia Meloni la mia solidarietà e un abbraccio forte “.

Crak Brewery in provincia di Padova è il birrificio dell’anno

Crak Brewery in provincia di Padova è il birrificio dell’annoMilano, 19 feb. (askanews) – Il premio Birrificio dell’anno è andato a Crak Brewery, birrificio della provincia di Padova. Il vincitore è stato svelato insieme alle migliori birre artigianali premiate alla Fiera di Rimini in occasione della prima giornata di Beer&Food attraction, nell’ambito della 18esima edizione di Birra dell’anno, organizzata da Unionbirrai.
Il birrificio veneto ha infatti conquistato con le sue birre vari premi, tra cui tre primi posti con le birre: Giant Step, Cantina – Mansueto 2017 e Cantina – Mansueto Riserva Whisky Barrel Aged 2019.
Tanti, però, sono stati i riconoscimenti assegnati. La regione con il maggior numero di birre premiate è stata la Lombardia con 35 premi, seguita dal Piemonte con 18 e dal Veneto con 16. Alle Marche sono andati 10 premi, al Lazio nove, a Emilia Romagna e Trentino Alto Adige otto, a Abruzzo, Toscana e Umbria sei, al Friuli Venezia Giulia quattro, a Campania, Puglia e Sardegna due, a Basilicata, Liguria e Sicilia uno.
A definire i premiati sono stati gli 81 giudici internazionali, italiani e stranieri, impegnati nelle degustazioni alla cieca, che hanno selezionato le tre birre vincitrici per tutte le categorie. Ogni premiato del concorso potrà prendere parte al progetto BdA on tour, gli eventi che portano nei locali d’Italia le birre vincitrici con la volontà di promuovere e valorizzare le birre artigianali italiane.
Il 2023 è stato un anno record per BdA con 2.227 birre iscritte al concorso da 305 produttori. “Con grande soddisfazione la XVIII edizione di Birra dell’anno ha confermato la grande fiducia dei produttori nei confronti del concorso – ha sottolineato Simone Monetti, segretario generale Unionbirrai – Da parte nostra siamo orgogliosi di aver contribuito alla visibilità e valorizzazione della birra artigianale italiana, dando ancora una volta importante dimostrazione di come l’identità brassicola del nostro Paese sia sempre più matura e definita”.

Superbonus,Tajani: modifiche in Parlamento dopo incontro di domani

Superbonus,Tajani: modifiche in Parlamento dopo incontro di domani

“Maggioranza discute ma va avanti coesa. Lavorevo alle Camere per migliorare il testo con soluzioni per imprese e famiglie”

Roma, 19 feb. (askanews) – Il decreto che modifica il super bonus , ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della conferenza di Monaco.La cancellazione di sconto in fattura e cessione dei crediti dal superbonus 110% e dagli altri bonus edilizi “era una decisione indispensabile” perchè “con le nuove regole Eurostat c’era il rischio che i conti pubblici saltassero” e “il Governo ha la responsabilità di impedire questo”. Ma “ora lavoriamo in Parlamento in modo da migliorare il testo”. E “sono certo che in Parlamento si può cercare di trovare qualche soluzione per agevolare famiglie e imprese”. E dunque “lavoreremo con i nostri parlamentari alla Camera e al Senato per far sì che il testo possa essere migliorato, anche dopo l’incontro con le categorie produttive”.
Lo ha detto, parlando a Rainews a margine del vertice di Monaco sulla sicurezza, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia. Invitando a non enfatizzare lo scontro nella maggioranza che la decisione del Governo sui bonus ha determinato.
“Vedo molto fumo ma – ha affermato Tajani- a me non pare che ci siano problemi: la maggioranza va avanti. Gli elettori hanno confermato ancora domenica e lunedì scorsi scorsa che vogliono il centrodestra al governo e noi dobbiamo dare risposte concrete agli elettori”. E siccome “quello che conta sono i fatti concreti, il centrodestra va avanti a governare con grande coesione”. Insomma, “si discute e ci si confronta ma l’unità del centrodestra è fuor di dubbio”.

Meloni: è una misura malscritta che ha creato enormi problemi

Meloni: è una misura malscritta che ha creato enormi problemiRoma, 19 feb. (askanews) – “Dal mio punto di vista” il superbonus “l’ho detto e lo ripeto, nasceva con intenti condivisibili” ma “la misura è stata scritta così male e fatta così male che ha generato una serie enorme di problemi che noi oggi abbiamo ereditato e siamo tenuti a cercare di risolvere”. Così la premier Giorgia Meloni nel suo appuntamento video “Gli appunti di Giorgia” entra nel merito delle polemiche sullo stop al superbonus edilizio.
“Il superbonus – spiega – aveva sostanzialmente due grandi errori: il primo era poter scaricare il 110% di quello che spendevi, perché se ovviamente a me rimborsano più di quello che spendo non sarò tenuto a controllare quanto spendo, non mi interessa: tanto lo Stato rimborsa… Questo ovviamente ha prodotto una serie di risultati tra cui che i costi dei materiali sono lievitati in modo esorbitante e che la bolla piano piano si è gonfiata. E’ la ragione per la quale il nostro Governo è già intervenuto portando il bonus 110% al 90% perché è ovvio che se io devo mettere un 10% di quello che sto spendendo sarò più accorto, più attento a guardare quanto spendo e a guardare se per esempio i prezzi non siano in alcuni casi limitati senza motivo”.
“Ma la seconda e più complessa questione – chiarisce Meloni – riguarda il fatto che il superbonus ideato dall’allora Governo giallorosso prevedeva la possibilità che il credito che io avevo quando facevo i lavori nei confronti dello Stato potesse essere cedibile, a una banca, a un intermediatore finanziario, un’impresa. Lo potevo cedere illimitatamente e all’inizio senza alcun controllo. Addirittura all’inizio non era possibile, su crediti ceduti anche dieci volte, risalire a chi avesse generato quel credito”.
“Ora è evidente – sottolinea la presidente del Consiglio – che un sistema del genere si presta un tantino alle truffe e si presta anche a creare una bolla che fa lievitare questo meccanismo. Risultato: il costo totale attualmente è di 105 miliardi di euro. E questo è interessante perché io ricordo quando qualcuno che aveva inventato questa misura fatta così andava in giro in campagna elettorale a dire che grazie a lui avevate gratuitamente potuto ristrutturare casa. Però c’è un problema: quando lo Stato fa una cosa non è mai gratuito, perché i soldi che spende sono soldi dei contribuenti e quindi quando spende dei soldi da una parte li mette e dall’altra li toglie. Sapete quanto è costata per ogni singolo italiano? Poco meno di 2000 euro. Anche chi non ha una casa, anche i senzatetto, anche un bambino, anche un neonato ha sulle proprie spalle la spesa di quasi 2000 euro. Quindi ovviamente la misura non era affatto gratuita: è una misura che ovviamente impatta oggi sulle casse dello Stato, perché dove c’è un creditore c’è anche un debitore e quel debitore sono i contribuenti italiani”.
Ecco perchè, ribadisce Meloni, “ovviamente questa cosa qui ha bisogno di essere sistemata. Perché intanto ci sono state moltissime truffe: ad oggi stimati circa 9 miliardi di euro di truffe, cioè di lavori che non sono stati fatti, di lavori che sarebbero stati fatti su edifici che non esistono, truffe di ogni genere. E ovviamente è accaduto anche che la bolla si è gonfiata così tanto che a un certo punto chi aveva questi crediti, le aziende prevalentemente, non poteva compensarli più perché aveva esaurito diciamo la sua possibilità di compensare quel credito con le tasse e non riusciva più neanche a cederli perché anche i cassetti fiscali delle banche degli altri attori che potevano comprare quei crediti si sono chiusi”.
“C’è gente perfettamente onesta che ha fatto dei lavori, che si è fidata dello Stato, che si è ritrovata in mano con dei lavori fatti e dei soldi che non può prendere perché questo ha prodotto questa interessantissima misura gratuita. E noi oggi abbiamo migliaia di aziende che rischiano il tracollo e quindi siccome abbiamo ereditato noi questa situazione adesso dobbiamo cercare una soluzione”.
Mpd

Forza Italia chiede convocazione di un tavolo di maggioranza

Forza Italia chiede convocazione di un tavolo di maggioranza

I capigruppo Ronzulli e Cattaneo: “migliorare velocemente il decreto approvato dal Cdm”

Roma, 19 feb. (askanews) – “Per risolvere velocemente e in modo spedito il tema dei miglioramenti da apportare al decreto Superbonus, chiediamo che sia istituito un tavolo dove siedano i capigruppo di maggioranza prima che il provvedimento venga posto all’attenzione della commissione”. Lo reclamano i presidenti dei gruppi di Forza Italia al Senato e alla Camera, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo.
“Si potrebbe così ovviare – proseguono – allo scarsissimo tempo dato ai partiti di maggioranza, e agli stessi ministri, per valutare e emendare il provvedimento prima del CdM che lo ha varato. In appena mezz’ora, Forza Italia è comunque riuscita ad apportare due importanti modifiche. La prima riguarda la responsabilità solidale degli istituti di credito, che grazie a noi saranno chiamati a rispondere solo per il loro eventuale dolo e non anche per quello di chi ha effettuato i lavori. Un intervento teso a facilitare lo sblocco dei crediti incagliati. La seconda, invece, ha ridotto il numero dei documenti da presentare per dimostrare la regolarità degli interventi effettuati, con l’eliminazione della previsione di file geolocalizzati, fotografici o video, a testimonianza dei lavori ultimati. Questo in considerazione del fatto che non si può pretendere, oggi, una attestazione che non è mai stata prevista dalle leggi sui Bonus edilizi. Di più, visti i tempi ristretti, non è stato possibile fare. Malgrado ciò, i ministri di Forza Italia, con il consueto senso di responsabilità, hanno votato il testo, per metterei in sicurezza i conti pubblici che, ovviamente, nessuno ha intenzione di sfasciare”, concludono.

Ppe, Ronzulli (Fi): da Weber atto di ostilità, ha ceduto a pressioni

Ppe, Ronzulli (Fi): da Weber atto di ostilità, ha ceduto a pressioni

“Cancellazione forum Napoli gravissima, rispediamo al mittente intervento a gamba tesa”

Roma, 19 feb. (askanews) – Il Ppe che cancella un evento a Napoli dopo le parole di Berlusconi sull’Ucraina è “una decisione gravissima, un atto d’ostilità, che rispediamo al mittente, e un’entrata a gamba tesa nei confronti di un intero partito, con l’obiettivo di spaccarlo e di separare il presidente Berlusconi da Forza Italia, di cui è l’incarnazione». Lo ha dichiarato Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Forza Italia.
“Ricordo anche che Weber andò per ben due volte ad Arcore per ottenere il suo sostegno per fare il commissario e, non riuscendoci, chiese di fare il capogruppo del Ppe. Per far incrinare i rapporti bisogna essere in due, e non è questo il caso. Weber – prosegue – ha ceduto alle pressioni di alcuni esponenti del Ppe. Eppure il presidente Berlusconi e Forza Italia non hanno mai lasciato alcun margine di ambiguità sulla crisi dell’Ucraina. È noioso dover ripetere sempre le stesse cose: abbiamo votato tutti e sei i decreti per l’invio delle armi, e faremo lo stesso con i prossimi».
Ronzulli si dice “sorpresa, e non poco, degli attacchi contro un uomo di pace, che per la pace ha sempre lavorato. Sarebbe superfluo ricordare gli accordi di Pratica di mare e la storica stretta di mano fra Bush e Putin, di cui Berlusconi fu l’unico artefice. Il pensiero toma anche a quel primo marzo del 2006, quando Berlusconi venne invitato come ospite d’onore a Washington per parlare al congresso americano in sessione plenaria. Prima del leader azzurro, l’onore per l’Italia era toccato solo a esponenti della prima Repubblica”.
Mpd

Coldiretti: nella sfida dei formaggi l’Italia batte la Francia 8 a 0

Coldiretti: nella sfida dei formaggi l’Italia batte la Francia 8 a 0Milano, 19 feb. (askanews) – L’Italia batte la Francia otto a zero nella top ten dei migliori formaggi al mondo con Parigi che resta fuori dalle prime dieci posizioni della classifica. E’ quanto annuncia la Coldiretti in riferimento alla graduatoria globale stilata da TasteAtlas, l’atlante internazionale dei piatti e dei prodotti tipici locali che ha messo ben otto tesori italiani fra i migliori del globo in un elenco di oltre cento formaggi.
Ai primi tre posti troviamo Parmigiano Reggiano, burrata e Grana padano, a seguire stracchino di crescenza, mozzarella di bufala e pecorino sardo, quindi si inserisce un formaggio spagnolo il Queijo Serra de Estrela, per poi ripartire con il pecorino toscano, il bundz polacco e il gorgonzola piccante. I francesi piazzano il primo formaggio al tredicesimo posto con il Reblochion dell’Alta Savoia e si aggiudicano anche l’ultimo in classifica con l’Ossau-Iraty della zona dei Pirenei.
La sfida tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane e presenze importanti sia dal punto di vista economico e sociale se lo stesso generale Charles De Gaulle si chiedeva come fosse possibile governare la Francia che ha più formaggi che giorni nel calendario. Con gli ultimi riconoscimenti comunitari salgono a 55 i formaggi a denominazione di origine protetta (Dop/Igp) italiani tutelati dall’Unione Europea, lo stesso numero di quelli francesi. E Oltralpe mostrano di apprezzare i formaggi italiani visto che le nostre esportazioni sono cresciute di quasi il 27% in valore l’anno scorso e sono stimati pari ad oltre 900 milioni di euro nel 2022 per una quantità sulle tavole d’Oltralpe che sfiora i 130 milioni di chili.
Ma l’Italia purtroppo vince anche nelle falsificazioni con Grana Padano e Parmigiano Reggiano che sono i formaggi più imitati nel mondo ma copiati sono anche il pecorino, l’asiago e il gorgonzola. Un problema che riguarda anche la Francia che deve proteggere, tra gli altri, il Brie e il Camembert. Italia e Francia sono i due Paesi Europei con la maggiore tradizione culinaria e si contendono primati nell’agricoltura e nell’alimentare con il Belpaese che vince però per valore aggiunto agricolo, numero di prodotti DOP/IGP riconosciuti dall’Unione Europea, 316 denominazioni (dop/Igp) contro le 260 dei cugini d’oltralpe, per numero di imprese biologiche e per quantità di vino prodotto. Una ricchezza enogastronomica che vince all’estero un po’ su tutti i fronti considerato il record storico delle esportazioni alimentari made in Italy che hanno raggiunto i 60,7 miliardi di euro nel 2022 con una crescita del +17% rispetto all’anno precedente trainata dai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea.

Salvini contro farina di insetti e carne sintetica: mi batterò in Ue

Salvini contro farina di insetti e carne sintetica: mi batterò in UeMilano, 19 feb. (askanews) – “Se l’uomo mangia bene viene bene se mangia farina di insetti, carne sintetica o formaggio senza latte viene su male e voi siete difensori di un modo di vivere che significa salute, bellezza e ricchezza”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, torna ad attaccare sulla questione della farina di grilli dopo il via libera dell’Ue, intervenendo in videocollegamento ai Campionati della cucina italiana organizzati dalla Federazione italiana cuochi. “Contate su di me anche in terra europea – ha detto – perchè ovviamente il progresso va accompagnato senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo”.
Salvini punta il dito contro le multinazionali che premerebbero per mettere sul mercato alimenti sintetici: “Ci sono multinazionali che investono miliardi di euro in ricerca chimica: in Danimarca ci sono fabbriche che producono finto latte: qui non si parla di agroalimentare ma di industria”. Per il vicepremier è stata anche l’occasione per attaccare l’Europa su un altro tema, quello del Nutriscore, l’etichetta fronte pacco: “Non si inventino strumenti come il Nutriscore – ha detto – per trovare pseudo copertura scientifica e dire che la Dieta Mediterranea fa male”.

Calzature, 14,5 mld fatturato 2022 a livelli pre-Covid, export +23% a valore

Calzature, 14,5 mld fatturato 2022 a livelli pre-Covid, export +23% a valoreMilano, 19 feb. (askanews) – Il comparto calzaturiero nel 2022 supera la crisi del biennio pandemico e continua la sua ripresa. Il fatturato sale a 14,49 miliardi di euro (+14% rispetto al 2021), recuperando i livelli 2019, rinvigorito dalla performance dell’export (+23,3% in valore), trainato dalle griffe del lusso. Si rafforza inoltre il saldo commerciale (5,54 miliardi, +7,6%), mentre i consumi delle famiglie (+9,6%) non riescono ancora ad annullare il gap col pre-pandemia (-2,5%). È la fotografia del settore scattata dal Centro studi di Confindustria moda per Assocalzaturifici presentata in occasione dell’apertura del Micam, la più importante fiera del comparto in programma fino al 22 febbraio 2023 a Fiera Milano Rho.
Per Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici, i dati di preconsuntivo 2022 elaborati risultano positivamente orientati, ma descrivono un orizzonte non privo di insidie e difficoltà per le imprese del settore: “Sebbene il quadro di insieme sia incoraggiante, dopo un biennio complesso, ci sono alcune indicazioni meno confortanti. In primis la disomogeneità della ripresa (due imprese su cinque non hanno ancora ripianato il gap col 2019 e parecchie non sono riuscite a superare la crisi, cessando l’attività) e poi le conseguenze delle dinamiche inflattive sugli utili delle aziende. L’anno che doveva segnare la piena ripartenza dopo la pandemia ha sì registrato il proseguimento del recupero della domanda, ma è stato penalizzato dal perdurare dei costi elevati delle materie prime, che dopo la fiammata di fine 2020 non hanno dato segni tangibili di ribassamento, e dai picchi record nei prezzi degli energetici, con un’inflazione mai così alta in Italia dal 1985. A ciò si è aggiunto, a fine febbraio, lo scoppio di un conflitto di cui ancora oggi non si vede la fine, in un’area da sempre tra i maggiori clienti di alcuni distretti calzaturieri italiani”.
Nel dettaglio, tra i dati di preconsuntivo spicca il nuovo record stabilito dall’export, 10,48 miliardi nei primi 10 mesi, +23,5%, già superiore al valore dell’intero 2021, con un prezzo medio al paio che ha raggiunto i 57,26 euro (+10,7%). Un risultato su cui hanno rivestito un ruolo determinante le performance messe a segno dai brand internazionali del lusso, per i quali molte aziende italiane operano da terzista.
Tra i mercati, risultati premianti nella Ue (+24,4% in valore la Francia e +27,4% la Germania su gennaio-ottobre 2021). Incrementi ben oltre la media in Nord America (Usa +60%, Canada +68%) e Medio Oriente (+55%). Bene, seppur con risultati altalenanti durante l’anno, condizionati dai lockdown, anche la Cina (+41% in valore), ma soprattutto per l’alto di gamma (prezzo medio +34%). La guerra fa crollare le vendite in Russia (-26%) e in Ucraina (-59%); tra gli stati dell’ex blocco sovietico cresce il Kazakistan (+40%).
Tra le tipologie, le scarpe in pelle, tipiche della tradizione made in Italy, sono le uniche che ancora presentano un divario in volume sul 2019, peraltro marcato, pari a un 10,4% in meno. Sul versante interno, gli acquisti delle famiglie hanno evidenziato variazioni contenute (+6,7% in quantità e +9,6% in spesa) ma comunque positive (benché il balzo dell’import, aumentato del 30% in volume, abbia reso ancor più dura la competizione sul mercato nazionale, particolarmente sensibile al fattore prezzo). La ripartenza dei flussi turistici in ingresso ha inoltre riavviato lo shopping degli stranieri, seppur notevolmente penalizzato dal crollo degli arrivi russi (in aggiunta a quelli cinesi).
Di questo progressivo consolidamento nei livelli di domanda si è giovata la produzione nazionale, salita a 162 milioni di paia (+8,9% sul 2021 ma ancora lontana dai 179 milioni del 2019); come pure l’occupazione, che ha registrato una prima inversione di tendenza, accompagnata da una forte riduzione delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzata (-81% per le imprese della filiera pelle, con ancora però un +58% sul 2019). I livelli occupazionali hanno registrato nel 2022 un rimbalzo, dopo la significativa contrazione di fine 2020 (-4%) e l’ulteriore -1,8% del consuntivo 2021, con il recupero di 1.750 addetti, pari al +2,5%, su dicembre 2021 (sono risaliti a 72.336). Un’inversione incoraggiante ma assolutamente insufficiente, comunque, a ripianare anche le sole perdite del biennio antecedente (-4.300 posti di lavoro). Il lungo ed eccezionale periodo di crisi ha invece inasprito il processo di selezione tra le aziende, facendo scendere a 3.765 unità i calzaturifici attivi, con un saldo negativo di 216 unità a confronto con dicembre 2021: l’arretramento più pesante da un decennio a questa parte.