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Trenta anni fa a Pisa la prima pagina web pubblicata in Italia

Trenta anni fa a Pisa la prima pagina web pubblicata in ItaliaRoma, 9 mag. (askanews) – Il 1993 era iniziato da poco quando sullo schermo di un PC/Unix dell’Università di Pisa fu visualizzata la prima pagina web messa online in Italia. Una schermata rudimentale – testo, immagini e qualche elemento di grafica – che segnò l’approdo del nostro Paese nel world wide web nato meno di due anni prima.

A rendere possibile quell’impresa, – ricorda l’Università di Pisa – la creazione del primo server web italiano, nato esattamente 30 anni fa e realizzato a partire dal codice (ancora in versione BETA) che lo stesso Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web, aveva regalato a Maurizio Davini, all’epoca giovanissimo studente in fisica e oggi CTO del Green Data Center di Ateneo. All’impresa parteciparono, Stefano Suin, informatico e oggi dirigente della Direzione infrastrutture digitali Unipi; e l’economista Paolo Caturegli, insieme ad altri docenti dell’Università di Pisa. Pionieri, la cui curiosità e voglia di sperimentare diede vita, in quegli anni, ad una serie di progetti informatici che collocherà l’Università di Pisa all’avanguardia in Italia e in Europa nello sviluppo del web. “Il mio incontro con Berners-Lee avvenne alla fine del 1992 al Centro di Calcolo del CERN di Ginevra – racconta Maurizio Davini – Ero lì per vedere come funzionava la sua workstation NEXT e in quell’occasione mi spiegò la sua creazione e alla fine mi dette una copia di quello che era il codice sorgente del web. Tornai a Pisa e poche settimane dopo, agli inizi del 1993, avevamo il nostro server funzionante. Con i colleghi ripetemmo poi l’esperienza con i sistemi IBM AIX di Ateneo e dell’INFN di Pisa. Avevamo gettato le basi dei primi siti web italiani che di lì a poco, nell’agosto de 1993, avrebbero trovato una prima forma compiuta nel sito del CRS4 di Cagliari, Centro diretto, peraltro, da uno dei nostri laureati più illustri, Carlo Rubbia, ed estensione del CERN in Italia”.

Le origini di questa storia, per molti anni rimasta chiusa negli archivi dell’Università di Pisa, risalgono ad un gruppo di ricercatori e studenti che già nel 1989 si erano cimentati nel primo collegamento italiano in fibra ottica. Da quel nucleo originario, nel 1992, nascerà la squadra di lavoro organizzata dal professore Giuseppe Pierazzini dell’Università di Pisa, che porterà alla nascita della prima rete universitaria in fibra ottica d’Italia e poi al Centro di SERvizi per la Rete di Ateneo (SERra). “Eravamo giovani e con tanta voglia di sperimentare – racconta Stefano Suin, – Il gruppo di Pierazzini, interdisciplinare e interdipartimentale, era il terreno di coltura adatto per sviluppare progetti che all’epoca erano veramente pionieristici. Basti pensare che negli anni che hanno preceduto l’avvento del world wide web, il nostro Ateneo è stato un punto di riferimento in Europa per Gopher, il protocollo utilizzato inizialmente per collegare PC in tutto il mondo, e server per l’Italia di Archie, il primo motore di ricerca nella storia di internet”.

Oggi – evidenzia Unipi – questa storia d’eccellenza prosegue nel Green Data Center di Ateneo che, oltre ad essere quasi ad impatto zero, è anche uno dei pochissimi classificato come A dall’AgID. Nel GDC si portano avanti progetti di ricerca che vanno dai nano materiali al quantum computing e vi si testano tecnologie di nuova generazione. Il Green Data Center è il cuore dell’attuale rete dell’Università di Pisa, formata da oltre 9000 km di fibra ottica, con 80 km di canalizzazioni, che collega 250 edifici universitari. Attraverso accordi e convenzioni, inoltre, l’infrastruttura server ormai da tempo anche l’intera rete civica pisana e collega gli enti e le istituzioni di ricerca della città e le scuole di ogni ordine e grado di Pisa e Livorno.

La Russa: l’uccisione di Moro è stata una pagina drammatica della nostra Repubblica

La Russa: l’uccisione di Moro è stata una pagina drammatica della nostra RepubblicaRoma, 9 mag. (askanews) – “In occasione del Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e nel 45° anniversario della sua morte, l’Italia ricorda commossa l’uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Una pagina drammatica della nostra Repubblica. Cinquantacinque giorni prima di quel vile omicidio, nello strenuo tentativo di proteggere lo statista e Presidente della Democrazia Cristiana dalla furia terrorista, furono Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino a perdere drammaticamente la vita. Quello delle Brigate Rosse fu un attacco allo Stato che puntava a destabilizzare la vita democratica italiana. Un attacco che ha segnato profondamente la politica e la storia del nostro Paese. Ma da quegli stessi giorni così tristi, quando l’Italia era sull’orlo del baratro, lo Stato ha saputo risollevarsi, dimostrando coraggio e forza. Ed è anche con questo spirito di orgoglio che oggi rendiamo omaggio alle vittime del terrorismo”. Così il Presidente del Senato Ignazio La Russa.

Fontana: il ricordo delle vittime del terrorismo è un dovere morale

Fontana: il ricordo delle vittime del terrorismo è un dovere moraleRoma, 9 mag. (askanews) – “In occasione della Giornata in memoria delle vittime del terrorismo e del 45° anniversario dell’omicidio del Presidente Aldo Moro, desidero rinnovare le espressioni della più sentita solidarietà e vicinanza a tutte le famiglie barbaramente colpite nei loro affetti più cari. Il ricordo di tutte le vittime del terrorismo è un dovere morale e circostanza preziosa per riaffermare i principi che sono alla base della nostra convivenza civile e democratica. Ribadisco l’impegno perenne delle istituzioni a non dimenticare il coraggio e la forza di coloro che hanno sacrificato la propria vita per la difesa dei valori fondanti della nostra Costituzione”. Lo dichiara in una nota il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

Meloni: riforme improrogabili, ascolteremo proposte e critiche

Meloni: riforme improrogabili, ascolteremo proposte e criticheRoma, 9 mag. (askanews) – “Oggi una giornata di confronto con le opposizioni alla Camera dei deputati, nella Biblioteca del Presidente. Il Governo dialogherà con i rappresentanti dei partiti sulle riforme istituzionali necessarie all’Italia. Intendiamo ascoltare attentamente ogni proposta o critica, nel corso di quello che consideriamo un confronto importante per la nostra democrazia e per approvare misure improrogabili per il bene dei cittadini e della Nazione”. E’ quanto scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui social.

Riforme, Meloni: improrogabili, ascolteremo proposte e critiche

Riforme, Meloni: improrogabili, ascolteremo proposte e criticheRoma, 9 mag. (askanews) – “Oggi una giornata di confronto con le opposizioni alla Camera dei deputati, nella Biblioteca del Presidente. Il Governo dialogherà con i rappresentanti dei partiti sulle riforme istituzionali necessarie all’Italia. Intendiamo ascoltare attentamente ogni proposta o critica, nel corso di quello che consideriamo un confronto importante per la nostra democrazia e per approvare misure improrogabili per il bene dei cittadini e della Nazione”. E’ quanto scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui social.

Mps: utile primo trimestre sale a 236 milioni, oltre le attese

Mps: utile primo trimestre sale a 236 milioni, oltre le atteseMilano, 9 mag. (askanews) – Mps ha chiuso il primo trimestre 2023 con un utile netto oltre le attese, pari a 236 milioni di euro, in aumento del 51,3% rispetto al trimestre precedente e in forte miglioramento dai 10 milioni dello stesso periodo del 2022. I risultati, sottolinea la banca, “confermano il nuovo posizionamento della banca capace di generare una profittabilità sostenibile con un miglioramento della performance operativa, grazie ai risultati già raggiunti nell’implementazione del piano industriale 2022-2026”.

Il gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 879 milioni in crescita dell’11,8% su anno. I ricavi registrano una crescita anche rispetto al trimestre precedente (+4,8%). Il risultato operativo lordo è pari a 414 milioni, in crescita sia rispetto al 31 marzo 2022 (+67,7%) sia rispetto al trimestre precedente (+24,7%). Il margine di interesse al 31 marzo 2023 è pari a 505 milioni, in crescita su anno del 56,6% e dell’1,2% rispetto al trimestre precedente. Sul fronte del capitale, includendo l’utile del primo trimestre, il Common Equity Tier 1 ratio proforma si attesta al 14,9% e il Total Capital ratio al 18,5%.

Casellati: per le riforme serve una ricetta condivisa anche con le opposizioni

Casellati: per le riforme serve una ricetta condivisa anche con le opposizioniRoma, 9 mag. (askanews) – Maria Elisabetta Casellati, titolare delle Riforme, impegnata oggi in una maratona di incontri, assieme alla premier Meloni, con tutti i gruppi di opposizione per cercare di capire se sarà possibile trovare un’intesa sulla riforma costituzionale, si dice “fiduciosa”. In una intervista al Corriere della Sera, spiega di essere fiduciosa perchè “i tempi sono ormai maturi. La riforma costituzionale non può essere una priorità solo del centrodestra, ma una scelta obbligata di tutti, perché il nostro Paese ha avuto in 75 anni di storia repubblicana 68 governi con una durata media di 14 mesi. Serve dunque stabilità per rendere l’Italia più credibile e più competitiva nell’economia mondiale”. Proporrà il premierato o il semipresidenzialismo? “Il tema non è semplice. È la grande sfida del nostro Paese, ma io amo un aforisma che suona così: ‘Non ho bisogno che sia facile, ho bisogno che ne valga la pena’. E siccome ritengo che ne valga la pena, in questa fase, invece di esprimere preferenze, credo sia più giusto trovare il ‘punto di caduta’, la sintesi in grado di portare alla massima condivisione possibile. Una proposta aperta per accogliere tutti i contributi utili, ma nell’ambito di un perimetro delimitato. Da un lato l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del Consiglio e dall’altro la garanzia di stabilità. Un ‘modello italiano’ che non deve necessariamente coincidere con modelli sperimentati negli altri Paesi” dice Casellati. Andrete avanti anche senza acconto con le opposizioni? “Rimango ottimista sulla possibilità di trovare una ricetta condivisa, anche per l’ottima iniziativa del presidente Meloni di dialogare con tutta l’opposizione. Oggi, perciò, una risposta è prematura”.

Julian Rachlin alla Iuc in duo con il pianista Itamar Golan

Julian Rachlin alla Iuc in duo con il pianista Itamar GolanRoma, 8 mag. (askanews) – Un concerto da non perdere, di uno dei maggiori violinisti al mondo: andrà in scena domani nell’Aula magna dell’Università di Roma La Sapienza, dove alle 20.30 l’Istituzione Universitaria dei Concerti (Iuc) presenta Julian Rachlin, un artista eclettico che alternerà il suo Stradivari, strumento d’elezione, con la viola, sua seconda passione, per eseguire capolavori come la Sonata per viola e pianoforte di Sostakovic e la Sonata per violino e pianoforte di Franck in duo con il pianista Itamar Golan.

Un concerto che si inserisce nell’ambito degli appuntamenti con le star della scena musicale internazionale offerti dalla Iuc, e in cui questo “super duo” eseguirà dapprima la Sonata per viola e pianoforte, op. 147 di Dmitrij Sostakovic, seguita dalle Cinque melodie op. 35 bis di Sergej Prokof’ev, e infine la Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di César Franck. Austriaco di origini lituane, Rachlin ha suonato con le orchestre più prestigiose, come la London Philharmonic Orchestra e la Oslo Philharmonic Orchestra diretta da Klaus Makela, la Philharmonia Orchestra diretta da Santtu-Matias Rouvali, la National Symphony Orchestra diretta da Gianandrea Noseda, la Munich Philharmonic e la Los Angeles Philharmonic Orchestra sotto la direzione di Zubin Metha, la St.Petersburg Philharmonic Orchestra con Yuri Termirkanov, la Boston Symphony Orchestra, l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI con Andres Orozco-Estrada, la Bavarian Radio Symphony Orchestra, la Montreal Symphony Orchestra diretta da Christoph Eschenbach e la Pittsburgh Symphony Orchestra con Manfred Honeck.

Ha inoltre diretto numerose orchestre del calibro della Chicago Symphony Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe, la Israel Philharmonic Orchestra e la Royal Philharmonic Orchestra. Itamar Golan, israeliano ma anche lui di origini lituane, ha mostrato fin dai suoi primi anni di attività la sua passione per la musica da camera, ma si è esibito anche come solista con alcune delle maggiori orchestre, tra cui la Filarmonica di Israele e la Filarmonica di Berlino sotto la direzione di Zubin Mehta, la Royal Philharmonic sotto la direzione di Daniele Gatti, l’Orchestra Filarmonica della Scala, i Wiener Philharmoniker sotto la direzione di Riccardo Muti e la Philarhomia Orchestra sotto la direzione di Lorin Maazel.

Nel corso degli anni ha collaborato con Vadim Repin, Maxim Vengerov, Julian Rachlin, Mischa Maisky, Shlomo Mintz, Ivry Gitlis, Ida Haendel, Kyung Wha Chung, Sharon Kam, Janine Jansen, Martin Frost e Torleif Thedeen, per citarne alcuni. Nel 1991, Golan ha ricevuto una cattedra alla Manhattan School of Music, divenendone uno degli insegnanti più giovani di sempre. Dal 1994 insegna musica da camera al Conservatorio di Parigi.

Università, Campus X aprirà nel 2024 a Milano una nuova struttura

Università, Campus X aprirà nel 2024 a Milano una nuova strutturaRoma, 8 mag. (askanews) – Campus X, società leader nel settore dello Student Housing inaugurerà nel febbraio 2024 a poca distanza dal Politecnico di Milano Bovisa e dal nuovo quartiere innovativo MIND dedicato alla ricerca biomedica e alle start up biotech, una nuova residenza per studenti sotto il marchio CX.

La struttura, informa una nota, sorgerà su un’area del comune di Novate Milanese, a ridosso dalla stazione Quarto Oggiaro del Passante ferroviario, da dove strategicamente è possibile raggiungere in 5 minuti la sede di Bovisa del Politecnico, in soli 11 minuti il MIND, in 14′ la stazione Garibaldi ed in 18′ la stazione Centrale ed il centro città. Lo sviluppo prevede la realizzazione di 928 camere (per un totale di 1100 posti letto) di cui 30 dedicate allo short stay, corredate da aule studio e spazi per il tempo libero, palestra, lavanderia, cucina comune e sala cinema, ristorante e minimarket. Saranno anche disponibili ampi spazi verdi ed un rooftop panoramico.

Il progetto nasce dalla collaborazione di Campus X con Techbau S.p.A, come General Contractor, e Fabrica X srl nel ruolo di sviluppatore. Il nuovo CX Milano, denominato “NoM” (North of Milan) per collegarsi alla stessa toponomastica dello sviluppo che sta interessando tutta quell’area, è costruito secondo i più avanzati standard di efficienza energetica e sostenibilità. Sarà il secondo più grande campus in Italia per numero di posti letto, subito dietro un’altra struttura di CampusX , il CX Roma Torvergata, che dispone di 1.500 letti. Il progetto architettonico è stato curato da un team di professionisti coordinato dal prof. Marco Facchinetti, docente del Politecnico di Milano. Prevede la realizzazione di spazi moderni e funzionali con ampie aree verdi, attrezzature sportive, giardini pensili, cucine, play zone e aule studio. Un format di ospitalità ibrida di stampo internazionale, in linea con l’evoluzione della mission di CampusX.

L’interior design, affidato allo studio Rizoma Architetture, ha interpretato gli elementi fondamentali del DNA di Campus X: flessibilità, sostenibilità, inclusività e adattabilità. Il nuovo CX Milano NoM offre infatti spazi essenziali ma funzionali ad essere riempiti dalla vita delle persone ed in grado di favorire la nascita di una community tra i residenti: studenti, giovani lavoratori e viaggiatori da ogni parte del mondo che troveranno un luogo dove condividere le proprie culture ed esperienze durante una fase importante della loro crescita umana e professionale. L’intero impianto progettuale sarà convalidato dalla certificazione Bream – Building Research Establishment – riconosciuta a livello internazionale che attesta non solo le pratiche sostenibili in fase di progettazione e costruzione ma anche i successivi processi di gestione e manutenzione. L’intervento prevede anche la realizzazione di un parco cittadino e di un avanzato sistema di orti urbani.

Ernesto Albanese, presidente di Campus X: “Con l’apertura del CX Milano NoM, che si aggiunge al CX Bicocca, Campus X offrirà a Milano circa 1700 posti letto diventando il più grande operatore di Student Housing a Milano. È il risultato di una grande lavoro costruito da tutto il team Campus X dal 2016, quando è iniziata la fase di rilancio della società. Grazie a loro, siamo proiettati a raggiungere presto la quota di 10mila posti letto, concentrati in strutture grandi e di standard internazionale, con l’obiettivo di offrire agli studenti e giovani lavoratori gli spazi più idonei alla loro crescita umana e professionale.” “Siamo orgogliosi di questa operazione ed anche della collaborazione avviata con partner di grande livello come Techbau S.p.A e Fabrica X srl – dichiara Samuele Annibali, CEO di CampusX. Ringrazio Andrea Marchiori e Juri Camoni per aver creduto nelle potenzialità dello student housing e nella partnership con Campus X. Siamo altresì felici di contribuire alla rigenerazione urbana di una parte della periferia di Milano, con un progetto di Student Housing ispirato ai modelli più evoluti in Europa fondato sui principi di sostenibilità e contaminazione culturale che sono da sempre nel DNA di Campus X”.

“Per noi il settore degli studentati è strategico nella visione di crescita aziendale, trattandosi di un asset class di assoluto interesse nel panorama italiano ed internazionale – dichiara Andrea Marchiori amministratore delegato di Techbau S.p.A. La partnership con CampusX, che ringraziamo, rappresenta un sicuro valore aggiunto per la buona riuscita del progetto, che per la nostra azienda sarà motivo di sicura soddisfazione”

Riforme, da Pd-M5s no al presidenzialismo e si guarda al referendum

Riforme, da Pd-M5s no al presidenzialismo e si guarda al referendumRoma, 8 mag. (askanews) – Ancora una volta le opposizioni si presentano divise di fronte al governo. Al tavolo delle riforme convocato da Giorgia Meloni Pd, M5s e centristi arrivano in ordine sparso, ognuno avendo in testa un’idea diversa su come affrontare la sfida della presidente del Consiglio. Persino 5 stelle e democratici, che pure nel merito della questione hanno idee abbastanza simili, di fatto si muovono separatamente, secondo quella logica di competizione a tutto campo che ormai contraddistingue i rapporti tra i due partiti e che con la vittoria di Elly Schlein alle primarie si è persino accentuata.

Per non parlare poi di Azione-Iv, con Matteo Renzi che apre all’elezione diretta del premier con la formula del “sindaco d’Italia” e con Carlo Calenda che in maniera più generica parla di “premierato” e chiede di salvaguardare il ruolo del capo dello Stato. Sullo sfondo si profila la sfida del referendum confermativo, minacciato da Antonio Tajani ma in realtà sempre più centrale anche nei ragionamenti sia dentro M5s che nel Pd, perché in molti cominciano a pensare che possa essere l’occasione per un remake del film andato in scena nel 2016 con Renzi. Elly Schlein si muove con prudenza, sa che nel partito le sensibilità su questo tema sono diverse e preferisce rilanciare la palla nel campo della Meloni. La segretaria, peraltro, capisce che il Pd non può attestarsi su una linea conservatrice e quindi ripete che andrà ad ascoltare quello che le dirà la premier. Certo, sia in segreteria che con i parlamentari Pd delle commissioni Affari costituzionali la leader democratica ha espresso tutti i suoi dubbi: “E’ un passaggio stretto, dobbiamo capire se Meloni vuole davvero dialogare o se sta solo cercando di distogliere l’attenzione dai temi su cui è in difficoltà”. Ma, appunto, il Pd non può permettersi di dire semplicemente no: dunque, chiarito che non c’è spazio per l’elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica, i democratici domani si diranno disponibili a forme di razionalizzazione del sistema parlamentare sul modello tedesco, vale a dire cancellierato, sfiducia costruttiva e via dicendo, aspettando di sentire come Meloni porrà la questione.

Dai 5 stelle arrivano valutazioni simili, Stefano Patuanelli commenta le parole di Tajani e spiega: “Non mi pare un bel modo per aprire il confronto. Se pensano di procedere facendo anche sulle riforme le forzature che stanno facendo nei loro primi mesi di governo, che vadano pure avanti. Si schianteranno, nel referendum confermativo: è già successo, in questi anni”. Anche lui parla di “disponibilità” a valutare correttivi “puntuali” al sistema parlamentare come “maggiori poteri al presidente del Consiglio, anche ad esempio di nomina e revoca di ministri, sfiducia costruttiva” e come il Pd il presidente dei senatori M5s dice: “Non ci saremo se si pensa di imporre l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio e in generale se si pensa di stravolgere la Costituzione”. Quando però gli si chiede se ci sarà un fronte comune con il Pd, la risposta è eloquente: “Il Pd negli anni ha cambiato spesso approccio sul tema delle riforme ad esempio ricordiamo l’esito dell’iniziativa di Renzi. Non so cosa faranno, credo ci sia un confronto al loro interno. Il nostro approccio è scritto nei nostri programmi”.

Il fatto, appunto, è che sia tra i democratici che in casa M5s si rafforza sempre più la convinzione che la partita si giocherà al referendum confermativo, proprio come avvenne con la riforma di Renzi. Tra i democratici c’è qualche cautela a parlarne esplicitamente, “vediamo se il governo intende fare sul serio o se vogliono solo un argomento di propaganda da usare per nascondere i loro guai…”. Ma, soprattutto se ci sarà il voto di Italia viva sull’elezione diretta del premier, lo scenario del referendum confermativo diventa più che mai concreto, come dice appunto Patuanelli ma come spiega anche più di un parlamentare Pd. Ed è qui che nasce la competizione tra democratici e M5s. La campagna contro “lo stravolgimento della Costituzione” è un’occasione d’oro, è già pronta la mobilitazione di Cgil, Anpi e le associazioni che già si schierarono contro la riforma di Renzi: un bacino elettorale al quale punta Giuseppe Conte, ma anche il Pd di Schlein. Come dice un parlamentare democratico: “I sondaggi dicono che noi stiamo ottenendo risultati sul terreno dell’opposizione netta al governo, Schlein sta riportando il Pd nelle piazze dalle quali era stato cacciato. Perché dovremmo buttare via tutto questo per trattare con il governo? Se si va al referendum la polarizzazione è nelle cose, Schlein si deve accreditare come unica vera leader dell’opposizione”.