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Libri, esce “Io sono l’uomo nero” di Ilaria Amenta

Libri, esce “Io sono l’uomo nero” di Ilaria AmentaRoma, 7 mag. (askanews) – Una vita tra crimine e carcere senza nessun pentimento. Angelo Izzo ha rapinato, ha sequestrato, ha ucciso barbaramente. Ha poi espiato la sua pena per tornare, ancora una volta, a uccidere. Prima il massacro del Circeo, poi, trent’anni più tardi, quello di Ferrazzano. Ilaria Amenta racconta un uomo che con grande freddezza ha più volte superato la linea del male, lo fa analizzando i suoi scritti, documenti inediti che fotografano l’orrore profondo di crimini spietati. Cresciuto nella Roma bene, legato agli ambienti dello squadrismo neofascista romano, Izzo si è reso protagonista di eventi che per la loro ferocia sono tutt’ora impressi nell’immaginario collettivo. A quasi cinquant’anni dal Circeo, delitto che aprì il dibattito sulla necessità di una legislazione contro la violenza sessuale che porterà alla legge sul reato di stupro nel 1996, le parole di Izzo suonano quanto mai dilanianti.

“Io sono l’uomo nero” di Ilaria Amenta, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 5 maggio 2023 (Euro: 19,00). Ilaria Amenta, oltre 20 anni passati in Rai. Nata e cresciuta a Roma, una laurea in giurisprudenza, giornalista professionista dal 1997, nel 2000 entra nella grande famiglia di Radio 1 e del Giornale Radio. Appassionata di viaggi e di libri, si è occupata di economia, società e costume, cronaca, e ha curato e condotto programmi di attualità: “Gioco a premier”, la trasmissione che ha seguito la nascita del primo governo Conte, “Obiettivo Radio 1”, un focus su immigrazione cronaca e tecnologia, “Centocittà”, una finestra sul territorio in onda nel periodo della pandemia. Attualmente lavora al Gr.

Tajani: Berlusconi non intende lasciare la politica

Tajani: Berlusconi non intende lasciare la politicaMilano, 7 mag. (askanews) – Silvio Berlusconi “non ci pensa per niente a lasciare la guida di Forza Italia e ad abbandonare la politica di questo Paese”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo su Ra3 a “Mezz’ora in più” condotto da Lucia Annunziata.

“Berlusconi ha detto ‘io ci sono’, non ha detto ‘me ne vado’. Ha detto ‘sarò con voi’”, ha aggiunto Tajani rispondendo a una domanda su quale sarà l’”eredità” dell’attuale leader di Forza Italia. “Lui ha indicato soprattutto ciò che dobbiamo fare in futuro. E’ stato un grande messaggio politico e un emozione personale”, ha aggiunto il ministro degli Esteri. “Per me è stata una grande emozione rivedere un leader e un amico
che con grande forza d’animco decide di essere presente. Non è da tutti dopo un mese di ospedale farsi vedere come si è”, ha sottolineato. “Soltanto un grande leader ha il coraggio di parlare 20 minuti dopo un mese di ospedale”, ha concluso. 

Fedriga: sulle riforme istituzionali Meloni convochi la Conferenza delle Regioni

Fedriga: sulle riforme istituzionali Meloni convochi la Conferenza delle RegioniRoma, 7 mag. (askanews) – Il presidente della Conferemza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio chiedendo un incontro sulle “riforme istituzionali che il Governo intende promuovere nelle prossime settimane”. “Come noto – scrive – negli ultimi anni, la sovrapposizione di interventi normativi non sempre coordinati, unitamente alle mancate approvazioni dei disegni di legge di riforma costituzionale, hanno generato notevoli criticità soprattutto nell’ambito della governance territoriale. Per il sistema delle Regioni è, da tempo, avvertita l’esigenza di condividere percorsi volti a superare le criticità che interessano ciclicamente il sistema istituzionale e, in particolare, gli enti territoriali, le cui funzioni incidono più direttamente sulla vita di cittadini e imprese. Ciò anche per affrontare al meglio le straordinarie sfide che attendono il Paese, realizzando una stagione nuova nella quale restituire opportunità ai cittadini. Un traguardo per il quale – sottolinea Fedriga – sarà necessario il contributo di tutti gli enti costitutivi la Repubblica, a partire dalle Regioni e dalle Province autonome, affinché centro e periferia agiscano per un comune impegno nella più stretta collaborazione. Esprimendo, dunque, soddisfazione per l’avvio delle riflessioni sulla tematica delle riforme istituzionali, desidero rappresentarLe sin da subito la volontà delle Regioni e delle Province autonome di contribuire in modo propositivo a questo percorso e, pertanto, sono a chiederLe un incontro con la Conferenza”.

Il Papa: non lasciamoci travolgere dal presente ma ricordiamoci la meta

Il Papa: non lasciamoci travolgere dal presente ma ricordiamoci la metaMilano, 7 mag. (askanews) – “Non lasciamoci travolgere dal presente” ma “guardiamo in alto, al Cielo, ricordiamoci la meta”. E’ il messaggio lanciato da Papa Francesco affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per la recita del Regina Caeli davanti ai fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.

“Quando sperimentiamo la fatica, lo smarrimento e persino il fallimento, ricordiamo dove è diretta la nostra vita”, ha detto il Santo Padre che ha poi subito aggiunto: “Non dobbiamo perdere di vista la meta, anche se oggi corriamo il rischio di scordarcelo, di dimenticare le domande finali, quelle importanti: dove andiamo? Verso dove camminiamo? Per cosa vale la pena vivere? Senza queste domande – ha proseguito il Pontefice – schiacciamo la vita solo sul presente, pensiamo che dobbiamo goderla il più possibile e finiamo per vivere alla giornata, senza uno scopo, senza un traguardo. La nostra patria, invece, è nel cielo non dimentichiamo la grandezza e la bellezza della meta”. “Pensiamo che siamo chiamati all’eternità, all’incontro con Dio”, ha concluso il Pontefice.

I 40 anni del Giornale dell’Arte: “Lontani da vanità e interessi”

I 40 anni del Giornale dell’Arte: “Lontani da vanità e interessi”Torino, 7 mag. (askanews) – Il Giornale dell’Arte compie 40 anni: dal primo numero del maggio 1983 sta provando a racontare la scena e i protagonisti della cultura con stile e visione giornalistica. Oggi è una testata autorevole, di cui sono nate diverse edizioni internazionali, che ha pure la particolarità di non avere mai cambiato il direttore, Umberto Allemandi, che guida anche la casa editrice e che abbiamo incontrato nella sede torinese del mensile.

“È una storia che ha avuto fortuna – ha detto Allemandi ad askanews – è una storia che è nata da un’invenzione. Io credo nelle cose che sono diverse dalle altre, credo alle cose che portano un passo avanti, un cambiamento. Non c’era mai stato in Italia e nel mondo un giornale d’arte: c’erano tante riviste d’arte, ma mai un giornale. E, tutto sommato, il nostro giornale rimane forse ancora l’unico, essenzialmente”. Ricco di inserti e approfondimenti, il Giornale dell’Arte ha la peculiarità di essere sempre rimasto fedele anche al “formato giornale”, come ulteriore testimonianza della volontà di fare giornalismo, prima che opinione. E nel corso dei decenni ha raccontato, in presa diretta potremmo dire, l’evoluzione del Sistema dell’arte, oggi diventato globale. “Il mondo dell’arte – ha aggiunto il direttore – è basato sulla vanità, quando non è basato sull’interesse economico: questi sono due demoni da vincere. Se uno vuole fare un buon lavoro, deve fare un’informazione che ignori la vanità degli artisti e di quanti vogliono cercare di affermare un proprio merito. Bisogna invece portare dei fatti. Noi abbiamo rigidamente adottato l’antico slogan di tenere i fatti separati dalle opinioni”.

La sensazione, passando accanto alle raccolte di copie e in mezzo ai libri della casa editrice Allemandi, è che qui si pensi alla notizia ancora come a un valore centrale, anche in ambito culturale. Ma dopo 40 anni è inevitabile chiedere quali sono gli obiettivi per i prossimi 40 e come intende continuare a crescere il Giornale dell’Arte. “Io ho 85 anni – ha concluso Umberto Allemandi – da 65 anni lavoro in questo campo. Ma la cosa bella è che si è creata una squadra formidabile di collaboratori che sono dei grandi e seri professionisti e loro continueranno”. Lasciando la sede di piazza Emanuele Filiberto resta una chiara sensazione: avere incontrato una grande storia editoriale, certo, ma soprattutto una visione e una passione.

(Leonardo Merlini)

Giro d’Italia, prima tappa e maglia rosa al belga Evenepoel

Giro d’Italia, prima tappa e maglia rosa al belga EvenepoelRoma, 6 mag. (askanews) – E’ del belga campione del mondo Remco Evenepoel la prima maglia rosa del Giro d’Italia. Il ventitreenne Campione del mondo in carica ha infatti la cronometro inaugurale della Ciclovia dei Trabocchi, completando i 19,6 chilometri da Fossacesia a Ortona in 21 minuti e 18 secondi. Il leader della Soudal Quick-Step) ha preceduto di 22″ Filippo Ganna (Ineos-Grenadiers), il portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) +2, poi Hart a 40″, Kung e Roglic a 43″, Vine a 46″ “E’ un modo perfetto per tornare al Giro – le prime parole di Evenepoel – Sono felice per il mio primo grande risultato in Italia. Mi sono preparato per questa crono come se fosse un mondiale perché volevo anche prendere la maglia rosa. Ero concentrato per andare più veloce possibile. Ci ho lavorato tanto. Per essere tra i migliori bisogna essere al livello massimo”. Giaà 29″ su Ganna, 40″ su Hart, 43″ su Roglic. “Pensavo ad andare il più veloce possibile e guadagnare una quindicina di secondi che già sarebbero stati tanti. Quaranta è moltissimo e mi permette di affrontare la tappa con più tranquillità. Al giro dietro ogni angolo c’è un pericolo. Ora voglio godermi questa vittoria”.

Domani seconda tappa, da Teramo a San Salvo di 202 km. Prima chance per i velocisti con il traguardo posto a San Salvo, che esordisce come sede d’arrivo al Giro dopo esser stata per due volte città di partenza. Si alternano tratti costieri a brevi incursioni dell’entroterra abruzzese. Due i GPM di giornata, entrambi di 4 categoria: Silvi Paese e Ripa Teatina, paese natale della famiglia del pugile Rocky Marciano. Una statua in città ricorda “il Bombardiere di Brockton”.

Chiude a Roma Ecofuturo Festival, le idee della quarta giornata

Chiude a Roma Ecofuturo Festival, le idee della quarta giornataMilano, 6 mag. (askanews) – Città più vivibili e sostenibili, dall’iniziativa “Spolveriamoci” alle città a 30 km/h per disinquinarci e salvarci dal traffico. Dal trekking urbano con l’Associazione Testeinsù alle pratiche dello Shiatsu e delle discipline bionaturali. Ultima giornata dell’Ecofuturo festival, il festival delle eco tecnologie e Roma presso Città dell’Altra Economia. Dedicata alla salute e a quella del nostro pianeta.

“In questi giorni si è chiusa la consultazione sulla tassonomia europea. Cosa dobbiamo incentivare con i nostri soldi? La finanza sostenibile e privata su cosa deve investire? Qui ad Ecofuturo festival ci sono tecnologie innovative per fare veramente questa transizione ecologica e per abbattere i costi per i cittadini”, ha dichiarato ai microfoni di TeleAmbiente Patty L’Abbate, vicepresidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati. Nel suo intervento L’Abbate ha parlato di gas fluorurati. “Si tratta di gas 24mila volte più forti come impatto serra della CO2 che tutti conosciamo. L’Europa in questi giorni ha emanato una direttiva per eliminarli. In Italia dobbiamo farlo e sostituirli con un gas che non è impattante”. Nel corso della diretta Fabio Roggiolani, cofondatore Ecofuturo Festival, ha chiesto a Lorenzo Fioramonti, Direttore “Institute for Sustainability” University of Surrey, di diventare presidente onorario del Comitato scientifico di Ecofuturo Festival. Fioramonti è intervenuto nel corso del primo panel della giornata incentrato sui temi della lotta all’inquinamento. “Gran parte della popolazione mondiale vive nelle città, sempre più inquinate e invivibili. Noi abbiamo bisogno di città più lente. Non abbiamo bisogno solo di auto più efficienti e green, ma di meno auto, ripensare a come ci muoviamo. Siamo d’accordo che andremo verso un futuro in cui le città, se modulate come andrebbe fatto, richiederanno meno mobilità, o anche di non avere più auto di proprietà ma auto elettriche magari condivise”.

“Il nucleare sta diventando di moda – spiega a TeleAmbiente Marco Bella, già deputato, ricercatore in chimica organica – Serve tanta energia elettrica allora usiamo il nucleare che ha basse emissioni. Questo è parzialmente vero, ma il nucleare, soprattutto in Italia, ha dei tempi incompatibili con la transizione ecologica. L’IPCC ci dice che entro il 2030 dobbiamo ridurre della metà le emissioni di gas climalteranti. Entro quella data è impossibile che noi abbiamo una qualsiasi produzione di energia elettrica dal nucleare. In Italia prima di 20 anni non si accende neppure una lampadina dal nucleare, figuriamoci una produzione significativa. Quindi serve puntare sulle rinnovabili se vogliamo salvare il pianeta. Negli spazi esterni della Città dell’Altra Economia, Niccolò Tacconi, insegnante di permacoltura, ha spiegato come funziona l’ortobioattivo. “Andrea Battiata, fondatore di Ortobiattivo, promuove questa tecnica: si crea un letto rialzato in cui si crea un substrato dove una parte è minerale e una parte organica. Questo substrato è l’accelerazione di un suolo che diventa maturo, come il suolo di una foresta, e anche fertile come una foresta. Diventa bioattivo perché viene inoculata una madre di microrganismi che accelera tutte le decomposizioni e rende gli elementi disponibili per le piante”.

Guasto rete ferroviaria nodo Roma, forti rallentamenti da stamane

Guasto rete ferroviaria nodo Roma, forti rallentamenti da stamaneMilano, 6 mag. (askanews) – La circolazione sulla rete ferroviaria dei treni che intersecano il nodo di Roma rimane fortemente rallentata da stamattina alle 9.30, dopo un guasto alla linea elettrica tra Roma Tiburtina e Settebagni. Ancora in corso l’intervento dei tecnici. Sono oltre cinquanta i Treni Alta Velocità e InterCity direttamente coinvolti con un maggior tempo di percorrenza superiore a 60 minuti.

Trenitalia cominica che nelle stazioni di Firenze Santa Maria Novella, Roma Tiburtina, Roma Termini e Napoli Centrale è prevista la distribuzione di kit con generi di conforto a cura del personale di Assistenza clienti. I treni Alta Velocità, InterCity e Regionali possono registrare un maggior tempo di percorrenza fino a 200 minuti, essere instradati sulla linea convenzionale tra Roma e Orte, e subire limitazioni di percorso o cancellazioni, si legge in un avviso pubblicato sul sito di Trenitalia.

Il treno IC 583 Milano Centrale (6:05) – Napoli Centrale (15:29) oggi termina la corsa a Campoleone. Il treno IC 596 Napoli Centrale (14:20) – Firenze Campo Marte (19:32) oggi ha origine da Campoleone alle ore 16:07. Il treno IC 540 Roma Termini (15:22) – Ancona (19:05) oggi è cancellato. I passeggeri possono utilizzare i primi treni utili a cura del personale di Assistenza clienti di Trenitalia. Il treno IC 541 Ancona (15:55) – Roma Termini (19:50) oggi è cancellato. Trenitalia comunica che “i passeggeri possono utilizzare i primi treni utili a cura del personale di Assistenza clienti di Trenitalia”. E’ possibile conoscere l’andamento del proprio treno e le soluzioni di viaggio dalla stazione di interesse con Cerca Treno, sul sito www.viaggiatreno.it

Michela Murgia e la malattia che lascia attonita l’Italia

Michela Murgia e la malattia che lascia attonita l’ItaliaRoma, 6 mag. (askanews) – Michela Murgia lo dice fin dall’inizio dell’intervista al Corriere della Sera con cui racconta ad Aldo Cazzullo di avere un tumore, “un carcinoma renale al quarto stadio; dal quarto stadio non si torna indietro”. Dice, dunque, di rifiutare “il registro bellico; parole come lotta, guerra, trincea… Il cancro è una malattia molto gentile. Il cancro non è una cosa che ho; è una cosa che sono. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa”. La retorica del ‘guerriero’, della ‘battaglia’, porta a pensare che chi muore non abbia lottato abbastanza, cosa tristemente falsa.

In ogni caso, la scrittrice spiega che una cura aggressiva “non avrebbe senso. Le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello”. E quindi segue una immunoterapia, per guadagnare quanti più mesi possibile. Ma c’è molto di più in questa intervista lucida e senza sconti, che ha lasciato attonita l’Italia e campeggia su tutti i social media. C’è una persona religiosa che dichiara la sua fede cristiana, ma insiste nel lottare per i diritti civili di tutti: quando racconta di aver comprato una casa “con dieci posti letto, dove stare tutti insieme, per la mia famiglia queer”; quando parla del suo ultimo romanzo, “Tre ciotole”, in cui racconta dall’esterno anche questa esperienza (“mi sono resa conto che la letteratura mi permette di dire cose meno assertive di un saggio; anche cose contrarie a quelle che penso”); e quando proclama il suo diritto di decidere fino in fondo della sua vita: “Posso sopportare molto dolore, ma non di non essere presente a me stessa. Chi mi vuole bene sa cosa deve fare. Sono sempre stata vicina ai radicali, a Marco Cappato”.

“Accabadora”, con cui vinse il Campiello, è la storia di una tradiziona antica della sua terra, la Sardegna, una storia di eutanasia. Murgia – che di Sardegna nell’intervista parla molto – ha risolto diversamente: “Ora mi sposo. Lo Stato alla fine vorrà un nome legale che prenda le decisioni”. Risplende la sua tagliente intelligenza anticonvenzionale: “Non ho mai creduto nella coppia, l’ho sempre considerata una relazione insufficiente. Lasciai un uomo dopo che mi disse che sognava di invecchiare con me in Svizzera in una villa sul lago. Una prospettiva tremenda”. Non avrebbe voluto morire all’improvviso, dice: “Il dolore non si può cancellare, il trauma sì. Si può gestire. Hai bisogno di tempo per abituare te stessa e le persone a te vicine al transito”. Non ha paura: “Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera”. Inclusi lavori difficili e sottopagati, dai call center al portierato notturno; vite di incontri multiculturali e di apertura alla diversità.

Murgia aveva già avuto un cancro, a un polmone, da cui pensava di essere guarita. Questa volta se ne è accorta tardi. Impossibile non pensare anche alla vita difficile che l’odio sui social ha riservato a questa intellettuale centrale nel dibattito italiano; troppo femminista, troppo caustica, troppo paradossale ed eccentrica per essere accettata. “Prima dell’arrivo di Elly Schlein mi sono trovata, con pochi altri scrittori come Roberto Saviano, a supplire all’assenza della sinistra, a difendere i diritti e le libertà nel dibattito pubblico. Il vomito l’ho vissuto, ma legato alla mia ostensione pubblica, all’essere diventata un bersaglio. Era la reazione per l’odio che ho avvertito nei miei confronti”. E adesso avrebbe un desiderio: “spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più presidente del Consiglio. Perché il suo è un governo fascista. Mi ritengo molto fortunata. Ho incontrato un sacco di persone meravigliose. Non è vero che il mondo è brutto; dipende da quale mondo ti fai. Quando avevo vent’anni ci chiedevamo se saremmo morti democristiani. Non importa se non avrò più molto tempo: l’importante per me ora è non morire fascista”. Meloni da parte sua ha reagito seccamente: “Non l’ho mai conosciuta e non ho mai condiviso le sue idee ma voglio mandarle un abbraccioà spero davvero che riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio perché punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo”. Mentre sui social, dove tanto è stata attaccata, Murgia oggi è circondata di elogi al suo coraggio; chissà quanto durerà. (di Alessandra Quattrocchi)

Meloni: tifo per Murgia, spero veda giorno in cui non sarò più premier

Meloni: tifo per Murgia, spero veda giorno in cui non sarò più premierRoma, 6 mag. (askanews) – “Apprendo da una sua lunga intervista che la scrittrice Michela Murgia è affetta da un bruttissimo male. Non l’ho mai conosciuta e non ho mai condiviso le sue idee, ma voglio mandarle un abbraccio e dirle che tifiamo per lei. E io spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio, come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo. Forza Michela!”. Lo scrive su facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni commentando l’intervista al Corriere della Sera in cui la scrittrice Michela Murgia fa sapere di avere un tumore al rene al quarto stadio, per cui le hanno diagnosticato “mesi di vita”.

Al post la presidente del Consiglio aggiunge una foto della Murgia con la scritta sovraimpressa “Forza Michela”.