Papa: cultura gender o ‘diritto all’aborto’ colonizzazioni ideologicheCittà del Vaticano, 28 apr. (askanews) – C’è una “via nefasta” che l’Europa deve evitare. Ed è quella “delle ‘colonizzazioni ideologiche’, che eliminano le differenze, come nel caso della cosiddetta cultura gender, o antepongono alla realtà della vita concetti riduttivi di libertà, ad esempio vantando come conquista un insensato ‘diritto all’aborto’, che è sempre una tragica sconfitta”. A mettere in guardia da questi pericoli è stato stamane Papa Francesco nel suo discorso a Budapest alle autorità politiche e religiose, ai rappresentanti della società civile e della Cultura e ai membri del Corpo Diplomatico incontrate a Budapest. Francesco, ha anche detto di pensare “a un’Europa che non sia ostaggio delle parti, diventando preda di populismi autoreferenziali, ma che nemmeno si trasformi in una realtà fluida, se non gassosa, in una sorta di sovranazionalismo astratto, dimentico della vita dei popoli”. “Che bello, invece, costruire un’Europa centrata sulla persona e sui popoli, dove vi siano politiche effettive per la natalità e la famiglia, perseguite con attenzione in questo Paese, dove nazioni diverse siano una famiglia in cui si custodiscono la crescita e la singolarità di ciascuno”, ha aggiunto Francesco. In questo senso il Papa ha auspicato però un dialogo che unisca ed ha invitato proprio l’Ungheria a “fare da ‘pontiere’”, ricordando che “i valori cristiani non possono essere testimoniati attraverso rigidità e chiusure”.
Napoli-Salernitana si giocherà domenica alle 15, è ufficialeRoma, 28 apr. (askanews) – Ora è ufficiale. Napoli-Salernitana si giocherà domenica 30 aprile alle ore 15. Il cambio di data e orario ora è ufficiale, come da nota della Lega Calcio “in attuazione dell’ordinanza del Prefetto di Napoli del 27 aprile”. La partita, originariamente in programma sabato 29 allo stesso orario, ora si giocherà di domenica, subito dopo Inter-Lazio delle 12.30, dal cui esito dipendono le combinazioni per l’aritmetica. In caso di mancata vittoria della Lazio a Milano e contemporaneo successo del Napoli sulla Salernitana la formazione partenopea sarebbe campione d’Italia aritmeticamente.
Cambiano anche data e orario di altre due partite Udinese-Napoli della 33esima giornata si giocherà giovedì 4 maggio alle 20.45, anziché martedì 2 maggio alle 20.45; e Udinese-Samp della 34esima giornata si giocherà lunedì 8 maggio alle 18.30 anziché domenica 7 maggio alle 15.
Da Unwanted a Mare Fuori: le serie tv al Riviera Film FestivalRoma, 28 apr. (askanews) – Dopo aver svelato il programma di film e documentari del Riviera International Film Festival, rivelate anche le serie tv della settima edizione che si terrà a Sestri Levante dal 9 al 14 maggio. Appuntamenti speciali, talk aperti al pubblico con i protagonisti, registi, sceneggiatori e produttori.
Ancora inedita, “Unwanted – Ostaggi del mare”, produzione originale Sky, che sarà al centro del talk “dal libro alla serie”: liberamente tratta dal libro inchiesta Bilal, infatti, vedrà come protagonisti Fabrizio Gatti, autore del libro, Stefano Bises, sceneggiatore della serie e Nils Hartmann, vice presidente Sky Studios Italia e Germania che in un altro incontro eccezionale, dialogando con lo scrittore Antonio Scurati autore dell’omonimo bestseller, presenterà anche la trasposizione televisiva Sky Original di “M. Il figlio del secolo”. Riflettori anche su un’altra serie targata Sky, “Django”, liberamente ispirata al cult di Sergio Corbucci. Sarà presentata al pubblico del RIFF dalla sua regista Francesca Comencini e dallo scenografo Paki Meduri che racconterà il difficile lavoro di ricostruzione del set. Al festival, anche due serie Rai. Sbarcheranno in riviera i ragazzi del cast di “Mare Fuori”, diventata ormai un cult e giunta già alla sua terza stagione. Grande successo anche quello di “Blanca” e, a raccontarlo, la sua protagonista Maria Chiara Giannetta insieme ad altri due attori del cast, Fiorenza Pieri ed Enzo Paci.
Infine, un grande successo di Amazon Prime Video: “The Bad Guy”. A salire sul palco il regista Giuseppe G. Stasi, la sceneggiatrice Ludovica Rampoldi, già vincitrice di David di Donatello e candidata anche quest’anno, e Selene Caramazza che interpreta Leonarda Scotellaro, uno dei personaggi principali. Ad arricchire il programma degli eventi si aggiunge una fitta agenda di panel tecnici, a cominciare dalla Giornata Industry organizzata per martedì 10 maggio in collaborazione con Cna Cinema e Audiovisivo Liguria, sempre al Duferco Lounge, con incontri dedicati al Tax credit e alla produzione e distribuzione cinematografica a cui interverranno, tra gli altri, il direttore esecutivo di Eagle Pictures Roberto Proia, il ceo di Minerva Pictures Gianluca Curti, e la celebre produttrice Marina Piperno che presenterà la sua autobiografia “Eppure qualcosa ho visto sotto il sole”. La giornata culminerà nello speed date con gli esperti delle 18,30 all’ex convento dell’Annunziata a cui parteciperanno Pauline Mazenot, Emanuele Caruso e altri autorevoli addetti ai lavori.
Tutti i talk animeranno il Duferco Lounge, la tensostruttura allestita dal main sponsor Duferco Energia in piazza Matteotti di Sestri Levante, ma saranno anche in streaming sulla pagina Facebook ufficiale del RIFF. Il Riviera International Film Festival è sostenuto dalla Conferenza del Turismo del Comune di Sestri Levante, Regione Liguria, Camera di Commercio di Genova, Ascom Genova e altri enti del territorio, con il patrocinio di Rai Liguria.
La Camera ha dato il via libera alla Relazione sullo scostamento di bilancio e al Def con 221 voti a favoreRoma, 28 apr. (askanews) – Via libera della Camera al Def e alla relazione della maggioranza sullo scostamento di bilancio. Dopo l’impasse di ieri, con la risoluzione della maggioranza sotto di 6 voti e 26 assenti nelle sue fila, oggi i ranghi si sono serrati. Prima la Camera ha dato il via libera alla Relazione con cui il governo chiede al Parlamento l’autorizzazione a utilizzare lo scostamento di bilancio. Con 221 voti a favore e 116 contrari è stata approvata la risoluzione sulla Relazione presentata dalla maggioranza (Foti, Molinari, Barelli, Lupi) e accolta dal governo.
Poi, l’Aula della Camera ha approvato il Documento di economia e finanza (Def) 2023: con 221 voti a favore e 115 contrari è passata la risoluzione di maggioranza che dà il via libera al Documento.
Internazionali Bnl, Binaghi: raggiungeremo 300mila spettatoriRoma, 28 apr. (askanews) – “Abbiamo già venduto 175mila biglietti. Raggiungeremo e supereremo la cifra dei 300mila spettatori paganti. A questo vanno aggiunti i 150mila presenze, nell’arco del torneo, di tutti gli addetti ai lavori, dei giocatori e le giocatrici che saranno il doppio rispetto alle precedenti edizioni, dei loro staff, le forze dell’ordine, i giornalisti e l’organizzazione”. Lo ha annunciato Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padle, durante la presentazione degli Internazionali Bnl d’Italia in programma a Roma dal 2 al 21 maggio.
“Oramai ci siamo – ha aggiunto – è tutto pronto, stiamo terminando gli allestimenti e oggi dopo anni e anni di attesa, dopo qualche aspettativa che non si è realizzata finalmente festeggiamo il passaggio degli Internazionali Bnl d’Italia ad una categoria superiore. E’ la prima volta che succede nella storia del nostro torneo”.
L’Istat: il Pil italiano è aumentato dello 0,5% nel primo trimestre, +1,8% su base annuaRoma, 28 apr. (askanews) – Nel primo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo italiano è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% su base annua, secondo la stima flash diffusa dall’Istat, che individua in 0,8% la crescita acquisita per il 2023. L’istituto spiega che la stima preliminare riflette dal lato dell’offerta una crescita sia del comparto industriale, sia di quello dei servizi, mentre il settore primario registra una stazionarietà. Dal lato della domanda il contributo alla crescita del Pil risulta positivo sia per la componente nazionale sia per la componente estera.
“L’ambizione responsabile paga. Alle illazioni rispondono i fatti”, così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha commentato i dati Istat sul pil.
Papa Francesco è in Ungheria, per il suo 41esimo viaggio apostolico (con un pensiero all’Ucraina)Città del Vaticano, 28 apr. (askanews) – Papa Francesco è giunto in Ungheria dove sta iniziando il suo 41.mo viaggio internazionale. Al suo arrivo all’Aeroporto Internazionale Ferenc Liszt di Budapest, Francesco è stato accolto dal Vice-Primo Ministro della Repubblica di Ungheria, Zsolt Semjén. Due bambini in abito tradizionale gli hanno offerto il pane e il sale, simboli di accoglienza. Quindi, dopo la presentazione delle delegazioni locali, il Papa e il vice-primo ministro si sono diretti verso la sala vip dell’aeroporto per un breve incontro. Poi, la cerimonia di benvenuto al Palazzo Sßndor, la visita di cortesia alla presidente della Repubblica, Katalin Novak e l’incontro con il primo ministro, Viktor Orban.
“Questa visita è programmata da tempo e quindi non è motivata principalmente dalla situazione odierna che è marcata dalla guerra in Ucraina – ha spiegato ieri il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin su Vatican News – ma come sappiamo questa tragedia che si sta perpetuando sta molto a cuore al Papa e sono sicuro che in questa visita non verrà trascurata nessuna opportunità che si possa presentare per promuovere la pace. Questa particolare attenzione del Santo Padre, dunque, arricchisce la sua presenza in Ungheria anche di questo incoraggiamento per un maggiore impegno a favore della pace”.
Dopo lo “scivolone” la Camera torna ad esaminare il Def e la nuova RelazioneRoma, 28 apr. (askanews) – L’Aula della Camera è tornata ad esaminare il nuovo Documento di economia e finanza (Def) 2023 e la Relazione con cui il governo chiede al Parlamento l’autorizzazione allo sforamento di bilancio. Si tratta di 3,4 miliardi per il 2023 e di 4,5 miliardi per il 2024. Dopo che ieri in Aula non è passata la Relazione, oggi l’Assemblea di Montecitorio esamina i provvedimenti con la stessa procedura. Ieri sera il Def e la nuova Relazione sono stati licenziati dalla Commissione bilancio. Nella nuova Relazione, approvata ieri pomeriggio in Consiglio dei Ministri, si è introdotto il riferimento all’utilizzo delle risorse per il 2023 per “sostenere le famiglie con figli”, oltre che a sostenere il reddito disponibile e il poter d’acquisto dei lavoratori dipendenti. Per il 2024 resta la destinazione delle risorse a interventi di riduzione della pressione fiscale.
Dopo la votazione sulla nuova Relazione, l’Assemblea di Montecitorio voterà le risoluzioni al Def già presentate ieri. Nel pomeriggio, dalle 14, la Relazione e il Def saranno esaminati dal Senato. Una giornata in cui la maggioranza dovrà rimediare allo “scivolone” di ieri: il Def non era mai stato bocciato prima. La notizia che la risoluzione sullo scostamento di bilancio non era passata per sei voti, con 26 assenze sui banchi della maggioranza è piombata ieri nel salottino dell’appartamento al numero 10 di Downing street, poco dopo che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si era accomodata accanto al premier britannico Rishi Sunak per un bilaterale che il governo italiano considerava importantissimo, anche perché ha portato alla firma di un memorandum a cui i due Paesi lavoravano dai tempi del Conte 2 e che finora, complici anche pandemia e guerra, non si era mai chiuso. Un accordo che spazia da ambiti come difesa e energia, fino a transizione ecologica e scambi commerciali. La premier aveva da poco ribadito al padrone di casa la “piena sintonia” su molti temi, a cominciare dall’Ucraina e soprattutto i migranti, arrivando anche ad appoggiare l’idea da molti contestata, di spostare in Ruanda i richiedenti asilo sbarcati sulle coste del Kent.
Un bilaterale sin dalle premesse costruito per essere pressoché perfetto per la premier, che però nel bel mezzo del colloquio è stata avvertita che la maggioranza era andata sotto nella risoluzione che accompagna il Def. Un provvedimento pesante e importante, uno di quelli su cui normalmente la maggioranza dovrebbe essere a ranghi serrati, non essere battuto per troppe assenze. La prima reazione, un messaggio ai suoi: “Non ho parole”. Più che rabbia, racconteranno, dispiacere e stupore. L’obiettivo di non oscurare la visita a Londra, con tanto di giro privato con Sunak in una Westminster chiusa al pubblico che si prepara all’incoronazione di Re Carlo III, ormai impossibile da centrare. La stessa presidente del Consiglio si rende conto che, per quanto lo avrebbe voluto evitare trovandosi in una missione all’estero, si impone la necessità di dare una risposta. Anche perché il caso ha finito per coinvolgere pure il Quirinale che, interpellato sulla possibilità di rivotare lo stesso testo, ha spiegato che il guaio andava sistemato con un nuovo provvedimento e una nuova risoluzione. Cosa che poi ha portato alla convocazione del Cdm riparatore. E così, conversando con alcuni giornalisti nell’hotel, la premier a fine giornata ha deciso di mettere nero su bianco che ciò che è successo alla Camera è “uno scivolone”, “una brutta figura” per cui tutti vanno “richiamati alle loro responsabilità” ma ha negato che si sia trattato di un “segnale politico” da parte degli alleati e anzi ha assicurato che il Consiglio dei ministri del 1 maggio, quello con i provvedimenti dedicati al lavoro, è confermato.
L’Rt sale sopra la soglia epidemica: è 1,08. Scende l’incidenza dei contagi da Covid-19Roma, 28 apr. (askanews) – Secondo il monitoraggio settimanale sull’andamento del Covid in Italia di Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità, nel periodo 5 – 18 aprile 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,08 (range 0,85-1,37), in aumento rispetto al periodo precedente (era a 0,93) e al di sopra della soglia epidemica.
L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è invece in diminuzione e sotto la soglia epidemica: Rt=0,96 (0,91-1,02) al 18/04/2023 vs Rt=1,07 (1,02-1,13) al 11/04/2023. In calo anche l’incidenza settimanale a livello nazionale: 39 ogni 100.000 abitanti (21/04/2023 -27/04/2023) vs 48 ogni 100.000 abitanti (14/04/2023 -20/04/2023).
Secondo il monitoraggio settimanale sull’andamento del Covid in Italia di Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità, il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile all’1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 27 aprile) vs l’1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 20 aprile); il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale leggermente al 4,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 27 aprile) vs il 4,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 20 aprile).
Occultare la mitologia: i 70 anni segreti di Roberto BolañoMilano, 28 apr. (askanews) – Benno von Arcimboldi era scomparso da sempre. Di Cesárea Tinajero si erano perse le tracce da molti anni. Il primo era un leggendario scrittore tedesco che nessuno pareva avesse mai incontrato di persona, ma i cui libri lasciavano sempre uno strascico, tanto che il suo nome, puntualmente, rientrava tra i papabili per il Nobel. La seconda era una poetessa messicana, autrice di un unico componimento, che però è bastato, nella sua forza oscura, a dare vita a un intero movimento, il realvisceralismo. Sono scomparsi, sono invisibili, in qualche modo la loro voce sembra arrivare da dopo la morte. Sono anche due personaggi letterari, sono coloro intorno ai quali Roberto Bolaño ha costruito i suoi due monumentali romanzi, il postumo e totalizzante 2666 e il rivoluzionario e ingannatore I detective selvaggi, che lo portò al successo internazionale negli ultimi 5 anni della sua vita. Arcimboldi e Tinajero erano il santo Graal della sua letteratura, che ha vissuto di una serie di mitologie minori: quella dei giovani poeti sudamericani e delle loro sconfitte, quella della violenza insondabile dei confini messicani e delle dittature militari, quella dell’amore senza senso tanto per dei libri quanto per due sorelle, sempre le stesse, seppur con nomi diversi, in romanzi e racconti. Ma il talento di questo cileno, che scriveva poesie e si racconta che sia passato alla narrativa per tentare di garantire un futuro ai suoi due figli, Lautaro e Alexandra, una volta scopertosi gravemente malato, è stato proprio quello di fare diventare le sue storie una mitologia per i suoi lettori. Che, forse anche senza accorgersene, con I detective selvaggi nel 1998 si sono trovati in mano un oggetto letterario voluminoso – sono 845 pagine nella prima edizione italiana di Sellerio, poco meno di 700 nella successiva Adelphi – che al tempo stesso ribaltava clamorosamente il tavolo del romanzo contemporaneo a livello di struttura e lo faceva da una posizione non di nicchia colta, come spesso accade, ma in aperto, e probabilmente anche un po’ incosciente, confronto con il mainstream. I suoi romanzi a uno sguardo veloce sembrano essere dei gialli o dei noir, ma in realtà fingono; fingono di essere qualcosa di conosciuto e gestibile, qualcosa che sia meno terrificante, ma sono a tutti gli effetti fatti della stessa materia di cui è fatto, per dire, Moby Dick. E come il capolavoro di Melville finisce nella desolazione di un mare che si richiude sopra la scomparsa di Achab e della Balena Bianca (così come si richiudeva sopra il folle volo di Ulisse nella Divina Commedia), nello stesso modo l’epica segreta e devastata di Bolaño si chiude nel deserto, sempre lo stesso, quello del Sonora. Nello stesso silenzio assordante che deve avere sentito Ismaele alla fine della caccia in mare aperto.
Roberto Bolaño era nato a Santago del Cile il 28 aprile del 1953 e, complice il successo dei suoi Detective negli Stati Uniti, fenomeno molto raro per scrittori non aglofoni, è diventato rapidamente un autore di culto, soprattutto per lettori consapevoli, adulti. Quel tipo di persone che continuano ad amare David Foster Wallace, per fare un esempio. E come DFW, anche Bolaño è riuscito nell’impresa dei essere al tempo stesso di culto e di massa, andando a smuovere qualche meccanismo profondo delle dinamiche culturali più contemporanee, pur essendo entrambi scrittori che non hanno visto l’avvento della società iperconnessa e dei social media, ma in qualche modo i loro libri l’avevano anticipata o forse, come Philip Dick, l’avevano anche prevista, seppur in modi molto meno didascalici rispetto all’autore di Blade Runner. Oggi Roberto Bolaño avrebbe compiuto 70 anni. È morto a Barcellona aspettando un trapianto di fegato il 14 luglio del 2003, trapianto rimandato perché stava scrivendo 2666 e l’onda di quel romanzo non la poteva – e non la può – fermare nessuno. Enrique Vila-Matas, altro grandissimo scrittore e amico di Bolaño, per raccontare cosa significasse la scrittura per il cileno ha citato Kafka, che nelle Lettere a Felice spiegava che ‘scrivere è un sogno più profondo. Come la morte’. Noi oggi, con il senno dei lettori di poi e un vago senso di disperazione per la perdita, possiamo aggiungere che anche i suoi grandi romanzi erano così, in maniera talmente evidente da sembrare quasi intollerabile, come la morte. Tanto da far pensare che ci fosse un trucco, come se tutto fosse, per stare ancora nei territori kafkiani (la sua America così immaginaria e quella di Bolaño, così lontana dagli stereotipi americani classici, si toccano di continuo), una messa in scena del Teatro Naturale dell’Oklahoma, quel teatro descritto da Kafka dove tutti sono scritturati e ognuno deve solo interpretare se stesso. E in effetti i trucchi ci sono: Bolaño gioca con le sospensioni, solleva nebbie ad arte, usa gli strumenti del genere in maniera a volte spudorata, come quando scrive frasi come: ‘Da questo momento gli eventi si fanno più confusi’. I suoi romanzi potrebbero essere delle serie tv lisergiche e di successo. Ma il punto è che questi trucchi servono a rendere gestibile l’incandescenza della materia che la sua letteratura maneggia in ogni frase, servono a gestire la paura, profonda, che è sottesa a ogni storia, servono a farci attraversare la notte pensando che si tratti solo di una nuvola passeggera che oscura il sole per qualche minuto.
A un certo punto in 2666 il vecchio che noleggia ad Hans Reiter, che ha appena inventato lo pseudonimo Arcimboldi, la sua prima macchina per scrivere, gli dice, dopo avere parlato a lungo di scrittura, di capolavori e opere minori, mentre Benno sta per andarsene, con quel perfetto tempismo cinematografico che è un altro dei trucchi del mestiere di Bolaño: ‘Gesù è il capolavoro. I ladroni sono le opere minori. Perché sono lì? Non per mettere in risalto la crocifissione, come credono certe anime candide, ma per occultarla’. In un certo senso si può forse pensare che tutta la grandezza dello scrittore stia proprio in questa capacità di rendere manifesta la sua potenza letteraria fingendo di nasconderla, camuffandola in molti modi, vestendola da opera minore o lasciando che a passare siano il clamore di certe scene anziché il vuoto assoluto che raccontano. Il deserto di Sonora che c’è in fondo al cuore di tutti. Ma eravamo partiti da Arcimboldi e Tinajero, i due scrittori di cui si narra la ricerca. Come in ogni chanson de geste che si rispetti c’è l’oggetto da conquistare, ma ci sono anche gli eroi che cercano l’impresa, i cavalieri della tavola rotonda. Nella Camelot di Bolaño, tutta fatta di letteratura, i cercatori sono quattro critici in 2666, i massimi esperti di Arcimboldi: Jean-Claude Pelletier, Manuel Espinoza, Piero Morini e Liz Norton. Arriveranno in Messico, arriveranno a Santa Teresa, a due passi all’obiettivo. Ma, nonostante la loro passione e preparazione, nonostante un certo coraggio, non incontreranno Arcimboldi (‘Non troveremo Arcimboldi – dice Pelletier -. Lui è qua e noi siamo qua, e non gli arriveremo mai più vicino di così’).
Ne I detective selvaggi la missione di cercare la poetessa originaria è affidata a due esponenti della stessa corrente del realvisceralismo, Ulises Lima e Arturo Belano, poeti e spacciatori, in fuga su una Impala inseguiti dal protettore di una prostituta che era scappata con loro. Contro ogni previsione Lima e Belano trovano davvero Cesárea Tinajero, che addirittura, come in una Pietà barocca, muore tra le loro braccia. Ma senza risolvere il mistero, senza che sveli dove stava davvero il Graal. Perché, nella luce accecante del Sonora, con le nuvole che passano rapide nel cielo e il vento che soffia come una tortura silenziata all’orizzonte, la verità sembra essere che non c’è nessun Graal, solo una donna anziana e due vagabondi sopravvissuti per caso all’orrore della storia sudamericana. C’è il pianto muto delle centinaia di donne uccisa a Santa Teresa, nella parte più incredibile e bruciante di 2666, che da romanzo mondo ha voluto anche scavare nella vera storia dei femminicidi di Ciudad-Juarez, c’è la necessità di costruirsi una mitologia letteraria che dia un senso alla vita. Ecco il punto, Roberto Bolaño costruisce la sua mitologia letteraria mettendo in scena il bisogno dei suoi personaggi di farlo. È lo scrittore che partecipa alla quest insieme alle sue creazioni, è William Shakespeare che interpreta Amleto sulla scena del Globe Theatre. Facendo finta che poi, in fondo, non sia proprio così. Nella sua opera, che è intricata – ‘come un rizoma’ ha detto la sua traduttrice Ilide Carmignani – e piena di rimandi incrociati tra i vari romanzi, nulla è mai certo. Ma in questo suo settantesimo non compleanno (perché c’è in lui anche qualcosa del mondo ribaltato dietro lo specchio di Lewis Carroll) possiamo forse azzardarci a dire che proprio in questo fare finta di non crederci fino in fondo ci sia la sua grandezza assoluta, la sua strategia di occultamento che ha la forza di generare il miracolo della letteratura. Quasi senza che ce ne accorgiamo. Ma magari anche questo è solo un altro modo di trarci in inganno, di confondere le tracce. Perché Arcimboldi in realtà viene trovato in una notte di Città del Messico, non dai critici-eroi, ma da un grigio funzionario del governo messicano, tale Almendro, detto Il Porco. Una telefonata a mezzanotte (altro perfetto stereotipo di genere), una conversazione in tedesco, poi in macchina, con una pistola al fianco per andare a vedere cosa stava succedendo a questo vecchio venuto dalla Germania e infastidito dalle attenzioni della polizia. Un vecchio altissimo e già pronto a ripartire verso il nord del Paese. Il Porco, con le sue unghie luride e il suo romanzo mai portato a termine incontra Arcimboldi, lo aiuta, gli toglie di dosso i poliziotti e lo porta a mangiare tacos e a bere tequila, gli mostra la città notturna dalla macchina, lo accompagna in aeroporto e gli lascia un biglietto da visita. Nella metafora il Porco trova il Santo Graal e non solo, ci beve pure dentro, se lo mette in tasca, potremmo dire. Fine della mitologia? Forse. Abbiamo sbagliato tutto? È possibile. Però c’è un momento indimenticabile, che vale il rischio che stiamo correndo. Perché a un certo punto, ‘all’improvviso’, il Porco chiede al vecchio: ‘Senta, non si diceva che lei non fosse mai stato visto da nessuno?’. E Arcimboldi lo guarda e ‘sorride educatamente’. Il Porco ha trovato il Graal, ma è probabile che non lo sappia. E allora questo riapre i giochi, crea un’altra, l’ennesima, cortina di fumo bolañiana, spariglia ancora una volta le carte per nascondere (per ‘occultare’ direbbe l’uomo della macchina per scrivere) il bluff oppure per proteggerci dalla Verità Spaventosa. Entrambe le ipotesi sono valide e proprio questo ci dà la misura dell’importanza come autore di Roberto Bolaño, 70enne immaginario e scrittore totale.