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La Commissione Ue allenta le restrizioni sulle fusioni tra imprese

La Commissione Ue allenta le restrizioni sulle fusioni tra impreseRoma, 20 apr. (askanews) – La Commissione europea allenta le restrizioni su fusioni e concentrazioni di imprese. L’esecutivo comunitario ha adottato un ampio pacchetto di provvedimenti che hanno effetti su una molteplicità di aspetti su questo versante.

Innanzittuto, semplificando sia “la procedura semplificata” che la procedura ordinaria sull’esame dei piani di concentrazioni tra imprese. In particolare, afferma Bruxelles con un comunicato, le nuove norme ampliano e chiariscono quali casi possono essere trattati nell’ambito della procedura semplificata e individua due nuove categorie di casi che possono beneficiare del trattamento semplificato. Si tratta di casi in cui, in tutte le plausibili definizioni di “mercato” la quota di un dato settore detenuta a monte, individuale o combinata, delle parti interessate dalla concentrazione è inferiore al 30% e la loro quota di acquisto combinata è inferiore al 30%. Inoltre questo vale anche quando quando le quote di mercato a monte, individuali o combinate, delle parti interessate dalla concentrazione sono inferiori al 50%, ma un indice tecnico risulta inferiore a una data soglia (l’indice di concentrazione del mercato (“delta Hhi”) è inferiore a 150 e la società con la quota di mercato più esigua è la stessa nei mercati a monte e a valle).

La comunicazione conferisce inoltre alla stessa Commissione “il potere discrezionale di trattare determinati casi nell’ambito della procedura semplificata, anche se non rientrano in nessuna delle categorie predefinite per tale trattamento”, prosegue il comunicato. In questo ambito il provvedimento contiene anche diverse clausole di flessibilità: per le sovrapposizioni orizzontali in cui le quote di mercato combinate delle parti interessate dalla concentrazione sono pari al 20-25%; per le relazioni verticali in cui le quote di mercato individuali o combinate a monte e a valle delle parti interessate dalla concentrazione sono del 30-35%; per le relazioni verticali in cui le quote di mercato individuali o combinate delle parti interessate dalla concentrazione non superano il 50 % in un mercato e il 10 % nell’altro mercato collegato verticalmente; e per le imprese comuni con un fatturato e un attivo compresi tra 100 e 150 milioni di euro nello Spazio economico europeo.

La comunicazione fornisce inoltre un elenco più chiaro e dettagliato delle circostanze in cui la Commissione può indagare su un caso tecnicamente ammissibile a un trattamento semplificato nell’ambito della normale procedura di riesame. Il pacchetto varato introduce anche un nuovo modulo di notifica (modulo CO) che prevede un sistema di caselle da spuntare (tick-the-box) per i casi ammissibili alla procedura semplificata. Comprende principalmente domande e tabelle a scelta multipla e domande semplificate sulla valutazione sia giurisdizionale che di fondo dei casi. La comunicazione individua inoltre le categorie di casi che possono beneficiare di un trattamento “supersemplificato”, dice ancora l’Ue, che prevede che la possibilità per le parti di inviare direttamente le loro notifiche senza contattare in via preliminare la Commissione.

Il riesame dei casi non semplificati viene poi “razionalizzato”: il regolamento di esecuzione riduce e chiarisce gli obblighi di informazione nel modulo di notifica per questi casi (modulo CO). Include informazioni più chiare sulle possibilità di deroga, introduce tabelle per le informazioni sui mercati interessati ed elimina alcuni obblighi di informazione. Vi è anche una ottimizzazione sulla trasmissione dei documenti alla Commissione grazie alla nuova comunicazione sulla trasmissione di documenti, che introduce notifiche elettroniche automatiche. Il corposo pacchetto appena varato si inserisce nell’ambito del regolamento Ue sulle concentrazioni. Comprende un regolamento di esecuzione riveduto sulle concentrazioni (“regolamento di esecuzione”); una comunicazione sulla procedura semplificata e, terzo, una comunicazione sulla trasmissione di documenti.

Secondo i propositi di Bruxelles “dovrebbe apportare benefici significativi alle imprese e ai consulenti in termini di lavori preparatori e relativi costi. Il suo obiettivo è semplificare e ampliare la portata della procedura di esame, da parte della Commissione, delle concentrazioni per i casi non problematici. Inoltre, mira a ridurre la quantità di informazioni necessarie per la notifica delle operazioni in tutti i casi e a ottimizzare la trasmissione dei documenti. Il pacchetto adottato oggi contribuisce al conseguimento dell’obiettivo della Commissione di ridurre del 25% gli obblighi di comunicazione”.

Infine, questo massiccio insieme di nuove norme sarà applicabile già dal primo settembre di quest’anno, precisa la Commissione.

Balneari, la Corte Ue: bisogna applicare le norme europee

Balneari, la Corte Ue: bisogna applicare le norme europeeBruxelles, 20 apr. (askanews) – Con una sentenza su un rinvio pregiudiziale richiesta dal Tar della Puglia e riguardante un caso relativo al comune di Ginosa (Taranto), la Corte europea di Giustizia ha confermato oggi a Lussemburgo che le concessioni demaniali per le spiagge agli stabilimenti balneari non possono essere rinnovate automaticamente, ma devono essere messe a gara periodicamente con una procedura di selezione imparziale e trasparente. Ma soprattutto, la Corte e ha precisato che i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme dell’Ue, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale che non sono conformi al diritto comunitario. (Segue) La sentenza riguarda la causa C-348/22, una vertenza in cui erano coinvolte l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il Commune de Ginosa, in provincia di Taranto. Il rinvio pregiudiziale concerneva l’intepretazione della normativa nazionale che prevede la proroga automatica delle concessioni balneari, e in particolare la validità, il carattere vincolante e l’effetto diretto della normativa Ue relativa ai servizi nel mercato interno, e in particolare la Direttiva 2006/123/Ce (meglio nota come “Direttiva Bolkestein”). Secondo la direttiva, per concedere concessioni di occupazione del demanio pubblico marittimo, gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione, con messa a gara tra i potenziali candidati, quando il numero di autorizzazioni disponibili è limitato a causa della scarsità delle risorse naturali. Inoltre, la concessione deve essere di durata limitata e non soggetta alla procedura di rinnovo automatico. Sebbene la direttiva Bolkestein sia stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano, una legge nazionale del 2018 ha indicato che le concessioni in corso saranno prorogate fino al 31 dicembre 2033, per disporre del tempo necessario alla realizzazione di tutte le operazioni indispensabili alla riforma del regime di concessione. Conformemente a questa legge nazionale, il Comune di Ginosa ha prorogato, con delibera del 24 dicembre 2020, le concessioni di occupazione del demanio marittimo nel suo territorio. Ma a questo punto la decisione è stata oggetto di una contestazione da parte dell’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato (Agcom), che l’ha ritenuta contraria ai principi Ue della concorrenza e della libertà di stabilimento. L’Agcom ha perciò notificato al comune di Ginosa un parere motivato, ricordandogli l’esigenza di una procedura preliminare di appalto pubblico e rilevando che le disposizioni nazionali che prorogano automaticamente le concessioni devono restare inapplicate. Poiché il comune di Ginosa non si è conformato a questo parere motivato, l’Agcom ha presentato al Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Puglia un ricorso diretto all’annullamento della decisione sulla proroga delle concessioni. A sua volta, il Tar Puglia, pur ritenendo le disposizioni nazionali incompatibili con la direttiva Bolkestein, ha notificato i suoi dubbi sul carattere di autoesecutività della direttiva stessa, con l’effetto di disapplicare le norme della legislazione nazionale contrarie, e anche sulla validità del meccanismo decisionale a maggioranza qualificata in Consiglio Ue ‘e non all’unanimità), con cui la normativa era stata adottata. Il Tar della Puglia poneva pertanto alla Corte europea di Giustizia diverse questioni pregiudiziali, volte a verificare il campo di applicazione della direttiva, la sua validità, la sua natura e gli effetti della sua applicazione. Con la sua sentenza di oggi la Corte Ue precisa, in primo luogo, che la direttiva Bolkestein si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che e presentino un interesse transfrontaliero o che riguardino situazioni confinae all’interno di un solo Stato membro. In secondo luogo, dalla valutazione della Corte non è emerso alcun elemento che possa inficiare la validità della direttiva, che ha l’obiettivo di agevolare la libera circolazione dei servizi e l’esercizio della libertà di stabilimento dei prestatori di servizi stessi. Pertatno, la Corte conferma che il Consiglio Ue ha correttamente adottato la direttiva a maggioranza qualificata, conformemente alle disposizioni del Trattato Ue. In terzo luogo, la Corte afferma che l’obbligo, per gli Stati membri, di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali, e il divieto di rinnovare automaticamente le concessioni sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva, e producono quindi degli effetti diretti. I giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti quindi ad applicare le norme pretinenti della direttiva, e a disapplicare le norme di diritto nazionale non conformi, conclude la Corte europea di Giustizia.

Dl Cutro, Gasparri: nessuna retromarcia sulla protezione speciale

Dl Cutro, Gasparri: nessuna retromarcia sulla protezione specialeRoma, 20 apr. (askanews) – Sul decreto Cutro “le bugie sono quelle che stiamo sentendo da parte dei vari esponenti di sinistra, le verità sono quelle che diciamo noi. Questo decreto regolamenta i flussi, le persone che vengono regolarmente a lavorare”. Lo ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, intervenendo nell’aula di palazzo Madama per la dichiarazione di voto a nome del suo gruppo.

Tornando sulle modifiche in corsa introdotte nel corso dell’esame in assemblea del provvedimento sulle contestate norme restrittive per la protezione speciale dei migranti, Gasparri ha dato la sua lettura dei fatti: “Non c’è nessuna retromarcia del Governo e della maggioranza – ha affermato – ma un confronto libero parlamentare che noi facciamo. Faccio notare che su Pnrr e su questo decreto non c’è stato il voto di fiducia, stavolta abbiamo discusso, e la discussione è fatta per ascoltare, non per insultare”. Nel dettaglio della norma, “il fatto che le leggi debbano rispettare i trattati internazionali e la Costituzione è scontato, non è che va scritto in tutte le leggi. Sono rimaste le norme che modificano la protezione speciale”, ha rivendicato l’esponente azzurro, che poi ha puntato il dito su Bruxelles per la gestione dei rapporti coni paesi di provenienza dei migranti nel Mediterraneo: “Il commissario europeo Gentiloni – ha detto Gasparri – è andato a Tunisi e gli ha fatto una lezione con una lista delle riforme che la Tunisia deve fare, chissà quando le farà. L’Europa deve aiutare la Tunisia altrimenti avremo i fondamentalisti a Tunisi per colpa di Gentiloni”.

Nadal salta anche Madrid: “Non so quando rientro”

Nadal salta anche Madrid: “Non so quando rientro”Roma, 20 apr. (askanews) – Rafa Nadal non sarà in campo nemmeno al Masters di Madrid, torneo in programma dal 26 aprile. Lo spagnolo, fermo dagli scorsi Australian Open per una lesione muscolare allo psoas, lo ha annunciato con un video postato sui canali social. Costretto già a saltare la trasferta negli Stati Uniti e il Masters di Monte-Carlo, Nadal punta ora gli Internazionali d’Italia (8-21 maggio) e soprattutto il Roland Garros (28 maggio-11 giugno), dove Rafa andrebbe a caccia del 23° Slam e del 15° Open di Francia.

“È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho comunicato direttamente. Sono state settimane e mesi difficili. Come sapete ho subito un grave infortunio in Australia, allo psoas – ha detto Nadal nel video -. Inizialmente doveva essere un periodo di recupero da sei a otto settimane e ora siamo a quattordici. La realtà è che la situazione non è quella che ci saremmo aspettati. Tutte le indicazioni mediche sono state seguite, ma l’evoluzione non è stata quella che inizialmente ci avevano detto. Ci troviamo in una situazione difficile. Le settimane passano e mi sono illuso di poter giocare nei tornei più importanti della mia carriera come Montecarlo, Barcellona, Madrid, Roma, Roland Garros e per il momento ho già saltato Montecarlo e Barcellona”. “Purtroppo non potrò essere a Madrid. L’infortunio non è ancora guarito e non riesco a capire cosa mi serve per competere. Mi stavo allenando, ma ora qualche giorno fa abbiamo deciso di cambiare un po’ rotta, fare un altro trattamento e vedere se le cose migliorano per cercare di arrivare a quello che verrà dopo. Non posso dare scadenze perché se lo sapessi le direi, ma non lo so. Ecco come stanno le cose adesso. Voglio anche inviare un saluto speciale a tutto il pubblico madrileno e spagnolo perché mi saranno persi i due tornei che si giocano qui in casa. Sapete tutti cosa significa per me giocare questi tornei e in particolare Madrid che non potrò giocarci con tutto quello che mi ha dato. Non ho altra scelta che cercare di avere l’atteggiamento giusto durante tutto questo tempo, provare a darmi l’opportunità di competere in uno dei tornei che rimangono della stagione sulla terra battuta e non ho altra scelta che lavorare ed essere con la giusta mentalità”.

Istat: meglio sicurezza e lavoro, male scuola e benessere economico

Istat: meglio sicurezza e lavoro, male scuola e benessere economicoRoma, 20 apr. (askanews) – Progressi sul fronte della sicurezza, qualità dei servizi e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita ma situazione in peggioramento per Istruzione e formazione e Benessere economico. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel rapporto sul benessere equo e sostenibile in Italia.

I dati più recenti che consentono di effettuare confronti con il 2019 (109 indicatori sul totale di 152) mostrano che per 58 indicatori di benessere, oltre la metà, si registra un miglioramento nell’ultimo anno disponibile rispetto al livello del 2019, un terzo si trova su un livello peggiore rispetto al 2019, mentre il restante 13,8% degli indicatori si mantiene stabile sui livelli pre-pandemici. I progressi sono più diffusi nei domini Sicurezza, Qualità dei servizi e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (oltre il 72% degli indicatori migliora rispetto al 2019). Seguono i domini Politica e istituzioni e Innovazione, ricerca e creatività con due terzi degli indicatori in miglioramento. Tra i domini che presentano un andamento complessivamente più critico negli ultimi tre anni, con la maggior parte degli indicatori in peggioramento, si trovano Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Istruzione e formazione e Benessere economico.

In una situazione intermedia si trovano i domini Salute e Ambiente: nel primo il 36% circa degli indicatori è rimasto stabile, una quota analoga di indicatori è migliorata, ma oltre un quarto si trova su livelli peggiori rispetto al 2019; nel secondo la percentuale di indicatori rimasti stabili resta consistente (circa il 31%), ma oltre la metà è in miglioramento rispetto al periodo pre-pandemico. Anche il dominio Paesaggio e patrimonio culturale presenta un mix di andamenti, con quote equivalenti di indicatori che migliorano e che peggiorano (circa il 43%).

Ucraina, Mattarella: in gioco il futuro di pace dell’Europa

Ucraina, Mattarella: in gioco il futuro di pace dell’EuropaBratislava, 20 apr. (askanews) – “E’ in gioco il futuro di pace dell’Europa. Se riuscisse l’aggressione russa in Ucraina, altre ne seguirebbero, mettendo a rischio l’indipendenza di altri paesi. Non possiamo consentirlo e l’Italia intende assicurare questo impegno”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Bratislava in visita ufficiale in Slovacchia, ribadisce la determinazione dell’Italia a sostegno dell’Ucraina.

“Abbiamo parlato molto della sicurezza – ha detto il capo dello Stato riferendo l’esito del colloquio con la presidente slovacca Zuzana Caputova – dopo la sciagurata aggressione russa all’Ucraina. L’emergenza sicurezza vede i nostri due paesi in sintonia nel sostegno all’Ucraina per difenderne l’indipendenza e l’integrità territoriale. La libertà dei diritti dei popoli e delle persone è il valore che ci accomuna: l’Italia intende assicurare all’Ucraina il sostegno finchè sarà necessario,finchè sarà richiesto e sotto ogni profilo: finanziario, militare, umanitario”.

Balneari, Corte Ue: le autorità locali devono applicare le norme europee

Balneari, Corte Ue: le autorità locali devono applicare le norme europeeRoma, 20 apr. (askanews) – Con una sentenza su un rinvio pregiudiziale richiesta dal Tar della Puglia e riguardante un caso relativo al comune di Ginosa (Taranto), la Corte europea di Giustizia ha confermato oggi a Lussemburgo che le concessioni demaniali agli stabilimenti balneari non possono essere rinnovate automaticamente, ma devono essere messe a gara periodicamente con una procedura di selezione imparziale e trasparente. E, soprattutto, la Corte e ha precisato che i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme dell’Ue, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale che non sono conformi al diritto comunitario.

La sentenza riguarda una causa (C-348/22) in cui erano coinvolte l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana e il Comune di Ginosa, in provincia di Taranto. Il rinvio pregiudiziale portava sull’interpretazione della normativa nazionale che prevede la proroga automatica delle concessioni balneari, e in particolare la validità, il carattere vincolante e l’effetto diretto della direttiva 2006/123/Ce, relativa ai servizi nel mercato interno (meglio nota come “Direttiva Bolkestein”). Secondo la direttiva, per concedere concessioni di occupazione del demanio pubblico marittimo, gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione, con messa a gara tra i potenziali candidati, quando il numero di autorizzazioni disponibili è limitato a causa della scarsità delle risorse naturali. Inoltre, la concessione deve essere di durata limitata e non soggetta alla procedura di rinnovo automatico.

Sebbene la direttiva sia stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano, una legge nazionale del 2018 ha indicato che le concessioni in corso saranno prorogate fino al 31 dicembre 2033, con la motivazione secondo cui occorre disporre del tempo necessario per la realizzazione di tutte le operazioni indispensabili alla riforma del regime di concessione. Conformemente a questa legge nazionale, il Comune di Ginosa ha prorogato, con delibera del 24 dicembre 2020, le concessioni di occupazione del demanio marittimo nel suo territorio. Ma la decisione è stata contestata dall’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato (Agcom), che l’ha ritenuta contraria ai principi Ue della concorrenza e della libertà di stabilimento. L’Agcom ha perciò notificato al comune di Ginosa un parere motivato, ricordandogli l’esigenza di una procedura preliminare di appalto pubblico e rilevando che le disposizioni nazionali che prorogano automaticamente le concessioni devono restare inapplicate.

Poiché il comune di Ginosa non si è conformato a questo parere motivato, l’Agcom ha presentato al Tribunale amministrativo regionale della Puglia un ricorso diretto all’annullamento della decisione sulla proroga delle concessioni. Il Tar della Puglia ha posto a questo punto alla Corte europea di Giustizia diverse questioni pregiudiziali, volte a verificare il campo di applicazione della direttiva, la sua validità, la sua natura e gli effetti della sua applicazione. In particolare, pur ritenendo le disposizioni nazionali incompatibili con la direttiva Bolkestein, il Tar ha notificato i suoi dubbi sul suo carattere auto esecutivo, che avrebbe l’effetto di disapplicare le norme della legislazione nazionale contrarie alla direttiva stessa. Un altro dubbio espresso riguardava poi la validità della decisione a maggioranza qualificata in Consiglio Ue (e non all’unanimità), con cui la normativa era stata adottata nel 2006. Con la sua sentenza di oggi la Corte Ue precisa, in primo luogo, che la direttiva Bolkestein si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che presentino un interesse transfrontaliero o che riguardino situazioni confinate all’interno di un solo Stato membro.

In secondo luogo, dalla valutazione della Corte non è emerso alcun elemento che possa inficiare la validità della direttiva, il cui obiettivo è di agevolare la libera circolazione e l’esercizio della libertà di stabilimento dei prestatori di servizi. Pertanto, la Corte conferma che il Consiglio Ue ha correttamente adottato la direttiva a maggioranza qualificata, conformemente alle disposizioni del Trattato Ue. In terzo luogo, la sentenza afferma che l’obbligo per gli Stati membri di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali, e il divieto di rinnovare automaticamente le concessioni sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva, e producono quindi degli effetti diretti. I giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti quindi ad applicare le norme pertinenti della direttiva, e a disapplicare le norme di diritto nazionale non conformi, conclude la Corte europea di Giustizia. Loc

Fisco, Cgil: pericolose le proposte per contrastare la denatalità

Fisco, Cgil: pericolose le proposte per contrastare la denatalitàRoma, 20 apr. (askanews) – “Il Governo prosegue con uscite estemporanee e interventi scoordinati sul versante fiscale a dispetto del progetto di riforma presentato dallo stesso Governo. Dopo i condoni in legge di Bilancio e il condono penale ai grandi evasori del decreto bollette, adesso ci sarebbe una proposta di alcuni esponenti della maggioranza di introduzione di una detrazione di 10mila euro per ogni figlio a carico e una diversa proposta del Ministro Giorgetti sulla detassazione totale per le famiglie con figli. Sono entrambe infattibili, irrazionali e anche pericolose”. Ad affermarlo la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi.

“Innanzitutto – sottolinea la dirigente sindacale – se venissero erogati 10mila euro per ciascuno dei 10 milioni di minori del nostro Paese, il costo ammonterebbe a quasi 100 miliardi di euro. Se si volessero includere tutti i figli, anche maggiorenni, ancora a carico delle famiglie, il costo raggiungerebbe livelli ancora più insostenibili, ed è utile ricordare che nel recente Def il Governo ha certificato che le risorse disponibili per tutte le politiche del 2024 ammontano a 4 miliardi di euro”. “Tuttavia, trattandosi di una detrazione – aggiunge Fracassi – il costo probabilmente sarebbe inferiore, perché ne sarebbero totalmente esclusi gli incapienti (quindi i lavoratori e i pensionati poveri) e parzialmente esclusi i redditi medi e bassi. La detrazione spiegherebbe invece pienamente i suoi effetti sui redditi più alti, in possesso di una capienza Irpef di 10mila euro per ogni figlio. In dettaglio su 40 milioni di contribuenti circa 35 milioni avrebbero vantaggi parziali o nulli per incapienza. In presenza di due figli a beneficiare integralmente delle detrazioni sarebbe solo il 5% più ricco dei contribuenti”. Per la vicesegretaria generale della Cgil “sarebbe quindi un provvedimento fortemente regressivo, tanto più che, con l’assegno unico, si è riusciti a superare l’assurdità per cui esistevano famiglie ‘troppo povere per percepire la detrazione per i figli’”. “Ancora più grave – prosegue Fracassi – è la motivazione: si intende rispondere alla denatalità con il sostegno diretto per via fiscale alle famiglie, senza prevedere politiche e risorse per la condivisione vita-lavoro, quindi servizi pubblici per l’infanzia, sostegno all’istruzione, risorse per la non autosufficienza, politiche abitative e in generale al welfare e soprattutto senza prevedere politiche per l’occupazione femminile che vede il nostro Paese molto lontano dalla media europea di partecipazione al lavoro”.

“Crediamo – conclude Fracassi – che queste dichiarazioni, oltre a creare false aspettative, trasudino una visione classista e individualista della società, un disconoscimento del Patto sociale che è alla base della convivenza e della crescita materiale e morale del nostro Paese”.

A Cervia un festival per Grazia Deledda, nel suo “buen retiro”

A Cervia un festival per Grazia Deledda, nel suo “buen retiro”Roma, 20 apr. (askanews) – Un festival per non spezzare il filo della memoria, per rendere omaggio, in modo continuativo e perenne, alla cittadina onoraria più illustre di Cervia, promuovendone l’opera tra le nuove generazioni. Ma anche un festival per creare un legame tra una dimora storica, i cui muri conservano ricordi e memorie, e la città che intende valorizzare anche i luoghi vissuti dalla scrittrice per far conoscere a tutti la storia e la locazione della “casa color biscotto”, appartenuta all’unica donna italiana ad avere vinto il Premio Nobel per la Letteratura.

Per 15 anni Cervia è stata il rifugio estivo di Grazia Deledda, che l’ha ricordata e rappresentata in almeno quattro dei suoi romanzi e in una dozzina di novelle. La prima edizione di un Festival “A Cervia per Grazia Deledda” si terrà il 13 e 14 maggio proprio a Villa Caravella, la casa comprata dalla scrittrice dopo il Premio Nobel del 1926, che le servì per mettere solide radici nella città scelta come suo ‘buen retiro’ fin dal 1920. Innumerevoli le testimonianze dei legami con Cervia: dall’amicizia con l’educatrice Lina Sacchetti e alla ‘dottoressa dei poveri’ Isotta Gervasi, al sodalizio letterario con gli scrittori Marino Moretti, Antonio Baldini e Alfredo Panzini, all’affetto che la legava all’umile stagnino Trucolo, “il gobbino dalla goccia di stagno”, reso immortale dai suoi racconti. La traccia più evidente è la dimora storica di via Cristoforo Colombo, ceduta dagli eredi a privati nel 1979. La villetta mantiene l’aspetto esterno originale ma l’interno, non essendo soggetto a vincoli, non comunica più la presenza della grande scrittrice. Anche il giardino che la circonda ha perso la sua destinazione originaria, essendo destinato a parcheggio di pertinenza del vicino hotel, che appartiene agli stessi proprietari della casa. A seguito di una recente campagna stampa, il Comune di Cervia ha avviato contatti con la proprietà che ha deciso di mettere a disposizione l’area per il festival deleddiano.

L’Associazione “Grazia Deledda, una Nobel a Cervia”, costituitasi sull’onda di questo interesse, ha voluto sfruttare pienamente questa opportunità organizzando il primo festival deleddiano cervese, un inedito nella vita culturale della città romagnola. “Ma la nostra ambizione è di riuscire a recuperare stabilmente ad un uso pubblico almeno il giardino di Grazia che, liberato dalle auto, potrebbe diventare una stazione di grande interesse culturale e turistico”, dice Marisa Ostolani, presidente dell’Associazione. “Dalla nostra associazione parte un appello alle istituzioni: una soluzione non è impossibile visto che stiamo ragionando di identità storica e nuove opportunità di offerta turistica”. Per recuperare almeno in parte la sua funzione di giardino, durante il Festival l’area sarà allestita con piante e fiori. Nella due giorni si alterneranno conversazioni tra scrittrici, letture di testi, teatro, laboratori didattici, musica e gastronomia.

“Grazia Deledda, una ribelle nel paese del vento” sarà il tema conduttore di una conversazione tra le scrittrici Rossana Dedola, Cristina Marconi e Grazia Verasani, con il coordinamento di Elena Gagliardi. Il suo carattere ribelle è stato il passe-partout che le ha aperto il mondo della lettura e della scrittura, accompagnandola fino al traguardo più ambito: la fama agognata, il Nobel inseguito. Un percorso netto di emancipazione, valido esempio ancora oggi. “Cuore ci vuole, null’altro”, una citazione da “Canne al vento”, farà da filo conduttore ad una maratona deleddiana, curata dall’attrice Lelia Serra: voci note e meno note si misureranno con i testi delle novelle cervesi di Grazia Deledda fino ad esaurimento.

“Grazia Deledda e l’omino dalla goccia di stagno” è invece il titolo dello spettacolo di Teatro di Figura di Vladimiro Strinati con un inedito assoluto: Trucolo che diventa maschera, proseguendo il suo cammino verso l’eternità al fianco di Grazia, burattina dai bei capelli bianchi e dal vestito elegante. Domenica 14 maggio, i sindaci di Cervia Massimo Medri e di Nuoro Andrea Soddu scopriranno una targa storica di fronte a Villa Caravella, che valorizzerà la dimora come tappa di un percorso culturale e del progetto Luoghi d’autore. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comitato per i 150 anni dalla nascita di Grazia Deledda, del Comune di Cervia e del Comune di Nuoro, oltre che della Regione Emilia-Romagna. Molte le collaborazioni, in particolare da parte delle scuole Deledda, Pascoli e Liceo linguistico. Il Festival è il primo, ma non l’unico progetto dell’Associazione che intende promuovere l’eredità della scrittrice attraverso molteplici iniziative, seguendo il percorso avviato dal Patto di Amicizia siglato tra Cervia e Nuoro nel nome di una scrittrice che ha magistralmente raccontato la terra di Sardegna amando smisuratamente la “bella verde e ventosa Cervia”. L’Assessore alla Cultura Cesare Zavatta: “L’Amministrazione comunale sostiene lo spirito di questo Festival e riconosce l’importanza della figura di Grazia Deledda. Questo evento va a integrare il programma di iniziative partito a novembre 2021 per celebrare i 150 anni dalla nascita della nostra cittadina onoraria, che intendiamo continuare a valorizzare e ricordare”.

Bes, Istat: Italia tra peggiori in Ue, è allarme Neet-lavoro-povertà

Bes, Istat: Italia tra peggiori in Ue, è allarme Neet-lavoro-povertàRoma, 20 apr. (askanews) – Alta percentuale di Neet, basso tasso di occupazione e forte rischio povertà collocano l’Italia al di sotto della media europea. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel rapporto sul Benessere equo e sostenibile.

La maggior parte degli indicatori del Bes disponibili per il confronto con la media dei paesi europei (Ue27) mostra una situazione peggiore per l’Italia. Si tratta in particolare di alcuni indicatori dei domini Istruzione e formazione e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Tra questi la quota di giovani di 15-29 anni che si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (Neet), che in Italia raggiunge il 19% rispetto all’11,7% della media Ue27, e la quota di persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria, il 27,4% in Italia e il 42,8% in media Ue27. Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55% in Italia rispetto a 69,4% per la media Ue27). Lo svantaggio dell’Italia nel contesto dell’Ue27 si rileva, inoltre, in alcuni indicatori di Benessere economico aggiornati al 2021, tra cui il rischio di povertà e la grande difficoltà ad arrivare a fine mese, o al 2020, come la disuguaglianza del reddito netto.

Uno degli indicatori per cui l’Italia, invece, si colloca su livelli migliori in termini di benessere, rispetto alla media dei paesi dell’Ue27, è il tasso di omicidi, pari a 0,5 per 100mila abitanti nel 2020, ben al di sotto della media dei paesi Ue27 (0,9). Inoltre, l’Italia si conferma ai vertici della graduatoria dei paesi per quanto riguarda la sopravvivenza, con valori della speranza di vita alla nascita pari a 82,5 anni (80,1 la media Ue27 nel 2021). Mlp