Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Sanità, Giani: Toscana ai vertici, ma riforme necessarie

Sanità, Giani: Toscana ai vertici, ma riforme necessarieRoma, 8 feb. (askanews) – “Nella gestione della sanità la Toscana è ai vertici delle classifiche nazionali, ma proprio per questo si impongono una serie di riforme, che hanno il volto di un investimento sulla sanità pubblica, che è e rimane la nostra scelta fondamentale”. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha introdotto così l’iniziativa che si è svolta oggi a Pistoia presso l’ospedale San Jacopo, per presentare i progetti di riforma regionali che riguardano in primo luogo, ma non solo, la continuità assistenziale, l’emergenza urgenza e la riorganizzazione delle reti integrate.
“A dicembre abbiamo approvato – ha aggiunto il presidente – tre delibere, che delineano le linee guida di una riorganizzazione completa del nostro sistema socio sanitario. Abbiamo a che fare con 57.000 operatori, che con l’indotto arrivano a 100.000, cioè con la più grande azienda di questa regione, che è dotata di energie forti. Purtroppo sono le risorse economiche ma anche umane che mancano e il governo deve aumentare le risorse per consentirci maggiori investimenti”.
(segue)

Ferrovia Trento, Fugatti: opera strategica e fondamentale

Ferrovia Trento, Fugatti: opera strategica e fondamentaleRoma, 8 feb. (askanews) – “Accogliamo con soddisfazione questo passaggio, che ci avvicina all’obiettivo di dotare il Trentino di un’opera strategica e fondamentale per lo sviluppo non solo della nostra provincia ma dell’intero Paese”. Così ha commentato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti l’aggiudicazione dei lavori per la circonvallazione ferroviaria di Trento.
“Oltre a rappresentare un collegamento fondamentale per l’intero Corridoio Europeo Scandinavo-Mediterraneo, la circonvallazione di Trento contribuirà ad efficientare il trasporto delle merci e rendere ancora più sostenibile la mobilità della nostra provincia, protagonista anche su questi temi con progettualità concrete e di respiro internazionale. Ovviamente ci fa ulteriormente piacere il fatto che ci sarà anche un’impresa trentina a realizzare una delle opere che resteranno nella storia del nostro territorio. Un bel segnale di fiducia e di conferma delle capacità competitive che possiamo esprimere”, – ha aggiunto il presidente.
L’intervento, finanziato dal PNRR con 934 milioni di euro, prevede la realizzazione di una nuova linea ferroviaria a doppio binario di circa 13 chilometri, di cui circa 11 in galleria a doppia canna. La nuova infrastruttura avrà origine dalla linea ferroviaria esistente Verona – Brennero, all’altezza di Roncafort, e si ricollegherà a sud in zona Acquaviva. L’obiettivo è incentivare il trasporto su ferro delle merci, anche in previsione di una crescita dei flussi nei prossimi anni con l’attivazione del tunnel ferroviario del Brennero. La pubblicazione del bando era avvenuta nel settembre 2022 a seguito della conclusione dell’iter autorizzativo, durante il quale aveva avuto luogo sul territorio il Dibattito Pubblico, importante momento di confronto con tutti gli stakeholder che aveva consentito l’ottimizzazione delle soluzioni progettuali.

Bonaccini: chi ha guidato Pd in passato non mi vota? No problem

Bonaccini: chi ha guidato Pd in passato non mi vota? No problemModena, 8 feb. (askanews) – “Vedo che la gran parte delle persone che hanno guidato il partito in questi anni e sono stati al governo non sostengono me, questo non è un problema”. Ma un partito che ha perso troppe volte, “ha bisogno di un nuovo gruppo dirigente”. Cosa che “farò io se diventerò segretario”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria nazionale, Stefano Bonaccini, nel corso di un appuntamento elettorale organizzato a Modena.
“Veniamo dall’ennesima sconfitta, c’è bisogno di un nuovo gruppo dirigente perché è evidente che quando perdi troppe volte bisogna cambiare. Io se diventerò segretario cambierò davvero il gruppo dirigente”, ha detto Bonaccini.
“Vedo che la gran parte delle persone che hanno guidato il partito in questi anni e sono stati al governo non sostengono me, questo non è un problema. L’importante è che abbiamo la comprensione che bisogna pescare soprattutto dai territori dove nonostante al livello nazionale si perde governiamo ancora oggi circa il 70% dei Comuni italiani, vuol dire che ci sono uomini e donne, ragazzi e ragazze che hanno dimostrato il loro valore, che sono stati tenuti in panchina e che secondo me devono essere messi nel gruppo dirigente del Pd che costruiremo dopo il voto”, ha concluso.

Pd, Bonaccini: dubbi su tessere? C’è commissione preposta

Pd, Bonaccini: dubbi su tessere? C’è commissione prepostaModena, 8 feb. (askanews) – “Se in qualche luogo c’è qualcuno che ha dubbi e sospetti” in merito al tesseramento “c’è una commissione preposta che ha il dovere di dirimere ogni questione perché l’interesse di tutti è che ci sia il massimo di trasparenza possibile”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria nazionale del Pd, Stefano Bonaccini, nel corso di un appuntamento elettorale organizzato a Modena.
“Se c’è qualche dubbio qua e là per l’Italia lo si risolva per il bene di quello che stiamo facendo perché finora di polemiche ce ne sono state pochissime”, ha aggiunto Bonaccini.

Pd, Bonaccini: distacco netto da Schlein ma è solo primo round

Pd, Bonaccini: distacco netto da Schlein ma è solo primo roundModena, 8 feb. (askanews) – “Sono molto contento e soddisfatto” per i primi risultati che arrivano dai circoli, ma “questo è il primo round, il grosso dei congressi sarà il prossimo weekend”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria nazionale del Pd, Stefano Bonaccini, nel corso di un appuntamento elettorale organizzato a Modena. “C’è un distacco per ora netto ma la differenza la faranno coloro che verranno il 26 febbraio”
“Speriamo che il 26 febbraio venga tanta gente perché siamo l’unico partito, e di questo vado orgoglioso, che chiama tanta gente a scegliere chi li deve guidare – ha aggiunto Bonaccini -. C’è un distacco per ora netto ma la differenza la faranno coloro che verranno il 26 febbraio e se sarà confermata la tendenza andremo io e Elly Schlein al ballottaggio”.
“Registro che in provincia di Modena e in Emilia-Romagna, dove ci conoscono molto bene tutte e due, un distacco che ha addirittura dimensioni del doppio – ha spiegato il governatore -. Sono molto contento e soddisfatto ma in ogni caso l’importante è che riusciamo a portare tutti insieme più gente possibile verso il Pd dopo l’ennesima sconfitta di qualche mese fa”.

Tajani: si cerca famiglia italiana di 6 persone dispersa a Antiochia

Tajani: si cerca famiglia italiana di 6 persone dispersa a AntiochiaRoma, 8 feb. (askanews) – “Ad Antiochia in Turchia c’è una famiglia composta da tre adulti e tre minori con passaporto italiano ma di origine siriana dispersa”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani “Al Cavallo e la Torre”.
“Abbiamo chiesto notizie alla nostra Protezione civile che è operativa come si è visto ad Antiochia ma cnora non si hanno notizie e abbiamo chiesto anche alla Protezine civile turca”, ha aggiunto.
Queste sei persone “si aggiungono all’altro italiano Angelo Zen che non risponde agli appelli. Siamo in contatto con emtrambe le famiglie e continuiamo a sperare di poter rintracciate queste sette persone, l’Unità di crisi alla Farnesina lavora 24 ore su 24”, ha concluso.

##Lombardia, Majorino inciampa sulla Calabria, scontro su Aler

##Lombardia, Majorino inciampa sulla Calabria, scontro su AlerMilano, 8 feb. (askanews) – Si è concentrata attorno alle polemiche per un’uscita sulla Calabria e i calabresi giudicata “un po’ infelice” dallo stesso autore, il candidato presidente Pierfrancesco Majorino, la terzultima giornata di campagna elettorale lombarda in vista delle elezioni di domenica e lunedì prossimi. Una frase, pronunciata in uno studio televisivo, che ha portato il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto a dare del “cretino” a Majorino e alle scuse dello stesso candidato alla presidenza della Regione Lombardia, seguite da un botta e risposta polemico tra esponenti dei due schieramenti che si sono scambiati accuse di superficialità e razzismo.
“Volevo chiedere scusa per una espressione stamattina che mi è uscita un po’ infelice – ha detto Majorino in un video di scuse pubbliche per la vicenda – In una trasmissione televisiva in cui parlavamo delle difficoltà della Regione Lombardia – ha detto Majorino – ho detto la Lombardia non è come la Calabria, ed è sembrato quasi che mi potessi – perché l’ho detto male io – riferire ai cittadini calabresi, alla loro voglia di fare, ai loro talenti. Non intendevo assolutamente offendere la vostra creatività e forza e anzi credo che Lombardia e Calabria debbano collaborare ancora di più. Detto questo – ha concluso Majorino – ho sbagliato e quindi chiedo scusa”.
“La Regione Lombardia non è la Calabria – aveva detto Majorino intervistato a Telelombardia – è una regione che ha grandi potenzialità, ha un sacco di gente che si dà da fare, ha tante persone impegnate nel territorio in progetti sociali e culturali…”.
“Il signor Majorino, nel suo delirio propagandistico, discrimina una regione intera e svela il vero volto della sinistra”, è stata la replica di Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Forza Italia. Ha difeso Majorino invece il segretario del Pd lombardo Vinicio Peluffo: “La Calabria e i calabresi non hanno certo bisogno dell’opportunismo becero da campagna elettorale dei sostenitori di Fontana. E’ davvero difficile dimenticare che le dichiarazioni peggiori contro tutti i cittadini del Sud, le frasi grondanti di pregiudizio e ignoranza, razziste e volgari, sono state per lunghissimi anni il cavallo di battaglia della Lega, di Salvini e sodali”.
Lo scontro è proseguito nel pomeriggio con la denuncia della consigliera uscente del Pd Carmela Rozza, che ha accusato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana di violare la par condicio con “nuove scorrettezze”, attraverso in particolare Aler, la società che gestisce le case popolari lombarde. Società usata, secondo la consigliera, come strumento di propaganda elettorale. Fontana, ha detto Rozza, avrebbe ingannato gli inquilini con l’annuncio di sconti inesistenti sulle bollette.
L’altra candidata Letizia Moratti ha proseguito il suo tour de force elettorale nella provincia di Bergamo, tra i paesi della Val Seriana maggiormente colpiti dalla prima ondata di Covid, con conclusione in serata alla Fondazione Feltrinelli a Milano. “Basta con le gabbie ideologiche – il leit motiv ripetuto oggi sui social e dal vivo dall’ex vice di Fontana – Valutiamo le persone per quello che sono, per le proposte che hanno. Dobbiamo dare risposte concrete ai bisogni delle persone”.

L’Italia anche nel 2022 tra leader mondiali in edilizia certificata

L’Italia anche nel 2022 tra leader mondiali in edilizia certificata

Classifica pubblicata dall’U.S. Green Building Council

Roma, 8 feb. (askanews) – L’Italia si colloca al nono posto nella classifica pubblicata dall’U.S. Green Building Council (Usgbc) dei dieci migliori Paesi al mondo per edifici certificati Leed nel 2022. Si tratta di un risultato di grande prestigio, che manifesta concretamente l’ingente sforzo messo in campo a livello di Sistema Paese da tutti gli stakeholder coinvolti per accelerare il percorso di transizione verso uno sviluppo pienamente sostenibile nel settore dell’edilizia e dell’immobiliare.
“Siamo estremamente entusiasti e orgogliosi di vedere la costante e progressiva crescita dell’Italia come uno dei Paesi leader al mondo nella lotta ai cambiamenti climatici. Questo risultato è la prova della nostra instancabile azione di advocacy pubblica e privata nel promuovere l’adozione di protocolli energetici e ambientali, come quelli della famiglia LEED – GBC”, commenta Marco Mari, presidente del Green Building Council Italia. “Ci aspettiamo che la crescita prosegua costante nei prossimi anni anche in considerazione dell’utilizzo sempre più ampio di strumenti di misurazione basati sulle prestazioni come Arc Skoru; infatti l’Italia è già il terzo Paese al mondo, dopo Stati Uniti e Canada, per numero di progetti attivi sulla piattaforma. Consolidiamo una forte relazione tra USGBC e GBCI per portare avanti la nostra missione comune per la transizione verso un ambiente costruito migliore, più resiliente e sostenibile”, aggiunge.
“L’Italia rimane fortemente impegnata nella sostenibilità: l’adozione di certificazioni LEED e di edilizia green costituisce un sostegno ai governi e alle aziende per raggiungere i loro obiettivi climatici”, afferma Kay Killmann, direttore di Gbci Europe. “Ci auguriamo che il mercato dell’edilizia green continui a crescere non solo in Italia ma in tutta Europa”, sottolinea.
Nel 2022 in Italia sono stati certificati 96 progetti LEED, per una superficie totale di oltre 1,34 milioni di metri quadrati lordi (GSM). Si tratta di dati di grande impatto, che si pongono in continuità con quanto conseguito negli anni precedenti e grazie ai quali l’Italia è uno dei tre Paesi europei, insieme a Svezia e Spagna, presenti nella Top 10.
Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) è il sistema di valutazione e certificazione di edifici green maggiormente diffuso a livello mondiale. Si tratta di un sistema volontario e basato sul consenso, per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili, altamente efficienti, salubri e in grado di perseguire logiche di riduzione dei costi. Lavorando sull’intero processo, dalla progettazione fino alla costruzione vera e propria, LEED richiede un approccio olistico, pena il non raggiungimento degli obiettivi preposti.
Nel corso degli anni, dunque, l’Italia è riuscita a confermare la sua salda e strutturata presenza all’interno della classifica individuata dall’USGBC a livello internazionale. Si tratta di un chiaro segnale di un cambiamento culturale che diviene sempre più convinto e radicato, generando una crescente domanda di edifici green certificati, capaci di ridurre l’impatto ambientale, garantendo la salute e il benessere delle persone che li vivono. Ma è anche il concretizzarsi di una fattiva transizione verso un ambiente costruito capace di minimizzare il proprio impatto in attuazione degli obiettivi del Green Deal europeo al 2050. Un percorso, quello verso un’edilizia compiutamente a emissioni zero, che in Italia viene ulteriormente stimolato anche da specifici provvedimenti legislativi emanati proprio in questi ultimi anni, quali i Criteri Ambientali Minimi e dalle procedure di rendicontazione richieste per gli investimenti nell’ambito del PNRR.
La strada intrapresa a livello nazionale è particolarmente sfidante e chiede l’agire cooperativo e continuativo di tutti i soggetti coinvolti. Nell’ottica di definire puntuali strumenti e iniziative in grado di rispondere alle specificità del contesto edilizio italiano, caratterizzato da un’alta percentuale di edifici storici, GBC Italia è giunta anche alla definizione di un protocollo unico a livello mondiale, GBC Historic Building®, col fine di integrare l’impatto ambientale alla tutela della valenza storico-culturale, la resilienza e durabilità delle opere al fine di garantirne la trasmissione alle generazioni future. Anche attraverso queste azioni, l’Associazione, insieme ai suoi Soci, rinnova quotidianamente il proprio impegno nel promuovere la giusta transizione del mercato verso uno sviluppo pienamente sostenibile, che tenga in considerazione in maniera sistemica della componente ambientale, di quella sociale e di quella economica.
La presenza dell’Italia nella classifica pubblicata dall’U.S. Green Building Council è il riconoscimento della corretta direzione degli investimenti sostenuti, è necessario consolidare sforzi e risorse per accelerare il cambiamento verso un’edilizia sempre più sostenibile e climaticamente neutrale.

Sicilia, fondo 200 mln per realizzare parco progetti cantierabili

Sicilia, fondo 200 mln per realizzare parco progetti cantierabiliRoma, 8 feb. (askanews) – “Duecento milioni di euro per il fondo di progettazione voluto dal governo Schifani che assicurerà, nei tempi imposti dai vari Programmi di spesa extraregionali, il pieno utilizzo di tutte le risorse comunitarie e nazionali destinate a investimenti in Sicilia”. Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò dopo l’approvazione in Aula all’Ars dell’articolo 9 della legge finanziaria. Entro tre mesi, l’assessorato dovrà procedere a stabilire le modalità di accesso al fondo, per assicurare la coerenza delle attività di progettazione.
Dopo la riscrittura del testo presentata da Aricò, i duecento milioni di euro sono stati destinati: alle ex Province (15 milioni); alle Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (10 milioni); alla Regione e agli enti regionali (40 milioni); ai Comuni (120 milioni, dai 160mila euro dell’ente più piccolo ai 7,4 milioni del capoluogo regionale); alle Aree interne (4 milioni); alle isole minori (1,5 milioni); ai Comuni in dissesto finanziario fino a 40mila abitanti (3,5 milioni); alle Aree urbane funzionali (Fua) e ai Sistemi intercomunali di rango urbano (Siru), tre milioni ciascuno.
“I programmi di spesa extra-regionale del ciclo di programmazione 2014-2020, del nuovo ciclo 2021-2027 e del Pnrr – evidenzia Aricò – impongono scadenze stringenti per l’esecuzione delle opere pubbliche oggetto di finanziamento. Per questo motivo, il governo Schifani per superare la maggiore criticità che finora ha rallentato il processo di effettiva infrastrutturazione della nostra Regione ha pensato a questo fondo. L’obiettivo è quello superare l’endemica difficoltà di tutti gli enti pubblici siciliani: avere un “parco progetti” realmente cantierabili a cui potere ricorrere nei tempi imposti dalle autorità nazionali e comunitarie che finanziano i programmi di interventi in materia di opere pubbliche”.

Consiglio Ue ospita Zelensky. Per Meloni summit in salita

Consiglio Ue ospita Zelensky. Per Meloni summit in salitaBruxelles, 8 feb. (askanews) – Sarà Volodymyr Zelensky il protagonista del Consiglio europeo straordinario in programma giovedì a Bruxelles. Il presidente ucraino, stamani a Londra da Rishi Sunak e Carlo III e stasera a Parigi per incontrare Emmanuel Macron e Olaf Scholz, interverrà in presenza ai lavori del summit, che si aprirà in anticipo alle 9.30, e all’Europarlamento. Zelensky ringrazierà l’Europa per il sostegno ricevuto in quasi un anno di guerra e chiederà ai leader di supportare ancora l’Ucraina, anche con l’invio di nuove armi. Un supporto che il Consiglio ribadirà nelle conclusioni finali, anche se su un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia ancora non c’è accordo.
Ma l’ospite speciale (con cui Giorgia Meloni avrà un bilaterale a margine dei lavori, anche in vista della visita a Kiev prima del 24 febbraio) non deve far passare in secondo piano i temi, fondamentali, all’ordine del giorno di un vertice che si presenta in salita per gli obiettivi dell’Italia. Due, in particolare, i dossier sul tavolo: la risposta all’Inflation reduction act varato dal presidente americano Joe Biden e la questione migratoria.
Il primo tema riguarda il modo in cui l’Europa cercherà di incrementare la competitività del sistema economico. L’Ira americano prevede un massiccio investimento in particolare nel campo della transizione energetica. Un programma che, di riflesso, può penalizzare le imprese europee. La commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha proposto un pacchetto che prevede un allentamento notevole dei vincoli agli aiuti di Stato. Un intervento supportato in particolare dalla Germania e dalla Francia, Paesi che hanno una capacità di spesa più grande di altri, come l’Italia. Per questo Giorgia Meloni ribadirà il suo “no” al semplice allentamento, puntando al contrario su una ‘ricetta’ costituita da maggiore flessibilità sui fondi esistenti (compreso il Pnrr) e dalla creazione di un Fondo sovrano europeo per gli investimenti. Di questo Meloni ha parlato negli incontri avuti venerdì scorso a Stoccolma con il primo ministro Ulf Kristersson e a Berlino con il cancelliere Scholz, ma anche in telefonate, tra gli altri, con Macron, con il premier spagnolo Pedro Sanchez, con il primo ministro olandese Mark Rutte, con il cancelliere federale austriaco Karl Nehammer, e con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. L’obiettivo (molto difficile) è quello di rompere la ‘tenaglia’ franco-tedesca, Paesi che vivono una rafforzata alleanza, come dimostra anche l’incontro di stasera all’Eliseo. Parigi e Berlino sulla competitività si stanno muovendo formalmente nel percorso europeo, ma nella sostanza da soli. Ne è prova il viaggio a Washington, ieri, dei ministri dell’Economia Bruno Le Maire e Robert Habeck, che hanno visto il segretario al Tesoro Janet Yellen e la rappresentante americana per il commercio Katherine Tai. Alla fine, stando alle prime bozze della dichiarazione finale, dovrebbe essere trovata una soluzione di compromesso: Parigi e Berlino avranno l’allentamento sugli aiuti di Stato, l’Italia (e gli altri Paesi nella stessa condizione) potranno contare su una maggiore flessibilità, nei progetti e nei tempi, per l’impiego delle risorse già in campo. Per quanto riguarda il Fondo sovrano, invece, al momento non sembrano esserci spiragli ma una semplice “presa d’atto” dell’ipotesi.
Anche per quanto riguarda i migranti, Meloni ha cercato di creare i presupposti per un sostegno nei suoi contatti, ma anche questo tema è fortemente divisivo e sarà difficile raggiungere risultati concreti e immediati, vista anche l’opposizione della presidenza svedese a modifiche sostanziali dell’attuale assetto europeo dell’accoglienza. Meloni non è però sola nella ‘battaglia’: seppur su un altro fronte, la rotta balcanica, anche l’Austria chiede un maggiore impegno comunitario, minacciando di usare il veto sui lavori del Consiglio. Da parte sua la premier ribadirà le sue richieste: sostegno nella “difesa dei confini”, che è una “questione di sicurezza” per l’intera Europa, e “responsabilità e solidarietà” nella gestione dell’accoglienza e dei rimpatri. Il messaggio ai Paesi del Nord è che dei movimenti secondari non si può parlare se, contemporaneamente, non si affronta il problema dei movimenti primari. Alla fine il Consiglio, che discuterà anche sul finanziamento dei ‘muri’ alle frontiere, dovrebbe approvare un passaggio in cui si definisce “necessaria” una “azione rapida” per assicurare i rimpatri, “utilizzando come leva tutte le politiche, gli strumenti e i mezzi pertinenti”. Un possibile strumento in questo senso potrebbe essere quello ipotizzato nei giorni scorsi dalla stessa premier: concedere agevolazioni tariffarie sull’export dai Paesi in via di sviluppo e maggiori quote di emigrazione legale in cambio di un crescente impegno nella limitazione delle partenze. La discussione sarà accesa (e forse peseranno le ‘ruggini’ con la Francia sulla questione Ong) e prevedibilmente lunga, anche perchè l’obiettivo è quello di chiudere il vertice nella sola giornata di giovedì e, “solo se non sarà possibile”, proseguire venerdì.