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Banche,Panetta su Unicredit-Commerzbank:non è match Italia Germania

Banche,Panetta su Unicredit-Commerzbank:non è match Italia GermaniaWashington, 23 ott. (askanews) – Unicredit – Commerzbank? Sulle fusioni transfrontaliere bisognerebbe solo valutare la forza degli istituti che scaturiscono dalle aggregazioni, non la loro nazionalità. Sulla possibile aggregazione tra i due istituti per la prima volta si è espresso pubblicamente il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta. Lo ha fatto senza mai menzionare le banche in questione e rispondendo a Washington a una domanda del direttore del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale Alfred Kammer, che lo ha intervistato durante gli Annual meetings dell’istituzione. Panetta ha fornito una risposta molto articolata.


“Dovremmo avere fusioni transfrontaliere? Questa – ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia – è l’idea dell’Unione Bancaria. L’Unione Bancaria dovrebbe essere basata su banche che hanno attività a un livello transfrontaliero, anche all’interno dell’area dell’euro”. Rispondendo alla domanda implicita di Kammer su Unicredit – Commerzbank, il Governatore ha risposto così: “La valutazione su quell’operazione dovrebbe essere basata solo sulla forza di quell’entità che dovrebbe formarsi attraverso la fusione. Non ci dovrebbe essere una discussione sulle nazionalità. E non c’è alcuna partita tra Italia e Germania. Abbiamo partite nel calcio, che di solito vinciamo. Ma questo non è il calcio e non mi entusiasmo se una banca italiana compra una banca straniera, allo stesso modo non lo sono stato quando banche straniere sono venute nel nostro Paese e hanno comprato banche italiane. Nel momento in cui le banche sono forti, sono redditizie, prestano all’economia reale, forniscono servizi di alta qualità ai loro clienti va bene. E sono sicuro che la valutazione del Ssm (la vigilanza creditizia della Bce, ndr) saranno basate su un’analisi oggettiva delle condizioni della banca che ne scaturirebbe”.


Ma Panetta, in premessa a tale discorso ha voluto segnalare come le aggregazioni bancarie siano diventate più probabili anche per motivi oggettivi. “Penso – aveva premesso Panetta – che non sia irragionevole di prevedere fusioni tra banche a livello europeo. Le banche attualmente sono molto profittevoli, ma quella profittabilità è in parte dovuta all’eredità della crisi. Durante l’ultima crisi i governi entrarono in gioco e diedero garanzie molto importanti alle banche e i crediti in sofferenza delle banche sono così quasi completamente scomparsi dal panorama europeo. E questa specifica congiuntura ha spinto in alto i profitti delle banche. Perché? Perché si sono trovate nella situazione molto inusuale nella quale la liquidità era molto abbondante e i margini delle banche sono diventati molto ampi. E così le banche sono diventate molto più redditizie: meno rischi su crediti e più margini d’interesse dovuti alla situazione sul mercato monetario”. Secondo Panetta “questa situazione non potrà durare, e dato che all’orizzonte abbiamo una riduzione della profittabilità le banche dovranno ricostruire il livello della profittabilità registrata nel recente passato in un certo numero di modi, incluse le fusioni”.


UniCredit, aveva annunciato alle fine di settembre di aver presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29.9% in Commerzbank. In quell’occasione aveva informato di aver sottoscritto strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale di Commerzbank. La posizione complessiva di UniCredit, unitamente alla partecipazione del 9% circa comunicata in precedenza, pertanto ha raggiunto circa il 21%.

Banche, Panetta: su fusioni valutazioni su business non su nazionalità

Banche, Panetta: su fusioni valutazioni su business non su nazionalitàWashington, 23 ott. (askanews) – La valutazione di fusioni transfrontaliere tra banche d “dovrebbe basarsi sulla forza del business del capitale. Non dovrebbe basarsi sulla nazionalità”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, rispondendo a una domanda sulle fusioni transfrontaliere in Europa effettuata dal direttore del dipartimento europeo del Fmi Alfred Kammer in un dibattito a Washington, con un riferimento implicito alla possibile aggregazione tra Unicredit e Commerzbank.


Panetta, che non hai mai menzionato per nome i due istituti in questione ha detto che “non ci dovrebbero essere discussioni sulla nazionalità. Ci sono le squadre nazionali di Italia e Germania, con la Germania ci sono partite di calcio».

Colloquio Mattarella-Meloni, chiarimento al Quirinale sui nodi

Colloquio Mattarella-Meloni, chiarimento al Quirinale sui nodiRoma, 23 ott. (askanews) – Un breve colloquio, una mezz’ora, al termine del Consiglio supremo di difesa. Il tempo per un ‘chiarimento’ tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo qualche tensione sull’asse Quirinale-Palazzo Chigi negli ultimi giorni. Un incontro faccia a faccia che non si verificava da un pò e di cui è stata data notizia forse anche per dare il senso di una rinnovata linea di comunicazione tra i due.


Sui contenuti dell’incontro c’è, naturalmente, stretto riserbo, ma è facile ipotizzare che al centro ci sia stata la situazione politica, gli atti e i provvedimenti aperti da qua alla fine dell’anno. Fondamentale sbloccare la nomina di un membro della Corte costituzionale per Mattarella, che appena due giorni fa aveva invitato le forze politiche a “esercitare capacità di mediazione e di sintesi”. Andata a vuoto anche l’ottava votazione il Parlamento è stato convocato nuovamente la prossima settimana, il 30 ottobre, pur non avendo le forze politiche ancora messo in atto quella collaborazione necessaria per eleggere organi di garanzia che richiedono maggioranze qualificate. Altro capitolo aperto è quello dello ‘scontro’ tra l’esecutivo e le toghe, dopo che il tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei primi 12 migranti in Albania, subito riportati in Italia. Una decisione che il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva definito “abnorme” e la stessa premier reputa “pregiudiziale”. Uno scontro che preoccupa il capo dello Stato, anche in qualità di presidente del Csm, e che ha probabilmente ispirato quell’accorato appello al Festival delle Regioni: “Tra le istituzioni e all’interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità”. In Parlamento ha iniziato il suo iter anche la riforma delle separazione delle carriere su cui la maggioranza punta molto ma che ha suscitato allarme tra le toghe.


E certo se uno degli obiettivi del confronto di oggi era far scendere un po la tensione governo-toghe, il risultato non sembra essere stato raggiunto. La sentenza sull’Albania, ha ribadito Meloni alla festa del ‘Tempo’, è “assolutamente irragionevole” e se non c’è un “complotto” da parte delle toghe, c’è però “un sostanziale menefreghismo rispetto alla volontà popolare: se vota ‘bene’ la democrazia è una risorsa ma se vota ‘male’ andranno corrette le decisioni del popolo”. Proprio il decreto sui Paesi sicuri approvato lunedì in Cdm per cercare di superare l’ostacolo è arrivato nel pomeriggio al Quirinale. Mattarella lo ha firmato, non ravvisando estremi di incostituzionalità, ma negli ultimi tre giorni i tecnici della Presidenza della Repubblica hanno seguito passo per passo la difficile gestazione del testo finale, ‘suggerendo’ quelle limature che erano ritenute necessarie. Ma al di là del via libera al decreto (e della sua eventuale efficacia pratica) sembra preoccupare il rischio di un conflitto non solo con la magistratura italiana, ma anche con l’Europa. Di certo Meloni non sembra aver intenzione di mollare: “Avevo messo in conto gli ostacoli – ha assicurato – li supereremo, il protocolo funzionerà. Non intendo consentire che una soluzione nel pieno rispetto del diritto internazionale, europeo e italiano venga smontata perchè c’è una parte della politica che non è d’accordo.Se ci saranno altri problemi continueremo a convocare il Cdm per risolverli”.


Al Quirinale è in attesa di firma anche un altro discusso provvedimento, quello sul reato universale della gestazione per altri su cui pendono, secondo alcuni, dubbi di costituzionalità. C’è infine la questione della manovra, firmata dal Capo dello Stato dopo un lungo processo di elaborazione da parte dei tecnici del Mef e di Palazzo Chigi e che ha iniziato oggi il suo iter in Parlamento.

Nuovo caso al Mic, lascia Spano e Giuli lo difende (anche da Fdi)

Nuovo caso al Mic, lascia Spano e Giuli lo difende (anche da Fdi)Roma, 23 ott. (askanews) – Dopo ore di “pressing” da parte di Palazzo Chigi si è dimesso oggi Francesco Spano, nominato appena dieci giorni fa capo di gabinetto dal ministro della Cultura Alessandro Giuli. Nella speranza di far calare in anticipo il sipario (almeno per ora) sul nuovo caso che ha investito il Collegio Romano, ancora scosso dopo l’affaire Sangiuliano-Boccia.


La nomina di Spano aveva già fatto storcere il naso al primo piano di Palazzo Chigi e a via della Scrofa per il suo background: arrivato al Maxxi con Giovanna Melandri, nel 2015 approdò alla guida dell’Unar, l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali che dovette lasciare due anni dopo, nel 2017, a causa di un’inchiesta delle ‘Iene’. Secondo la trasmissione, Unar avrebbe finanziato l’Andoss, un’associazione Lgbtq+ che però – era l’accusa – avrebbe anche favorito incontri a pagamento. Sulla vicenda venne anche aperta un’inchiesta, da cui non emersero irregolarità a carico di Spano. Ancora in una trasmissione televisiva è ‘inciampata’ la carriera del manager. Secondo ‘Report’, in onda domenica sera, infatti, Spano avrebbe avuto un “importante conflitto di interessi” perchè mentre “era segretario generale del Museo, il suo compagno Marco Carnabuci risultava consulente legale del Maxxi”. Alle accuse di ‘Report’ si è sommato un clima tutt’altro che favorevole da parte di Fdi. “Buongiorno, voglio segnalare il grosso malumore nel nostro partito per la nomina del pederasta Spano da parte del ministro Giuli”, ha scritto in una chat del partito di cui fanno parte circa 200 persone, compresa Arianna Meloni, Fabrizio Busnengo, coordinatore di Fratelli d’Italia nel Municipio IX. Subito redarguito, Busnego è stato invitato a dimettersi, cosa che ha fatto.


Ormai però la chat era stata pubblicata, creando grande imbarazzo a via della Scrofa e un clima pesantissimo per Spano: “Il contesto venutosi a creare non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante”, ha scritto nella lettera di dimissioni, accolte da Giuli con grande “rammarico” e anche con rabbia per il trattamento riservato al suo collaboratore dalla sua parte politica. “A lui – scrive il ministro – va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana”. Giuli, nel pomeriggio, dopo il question time è arrivato a Palazzo Chigi. Ufficialmente per un colloquio, di circa mezz’ora, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, per discutere della parte della manovra che riguarda il Ministero della Cultura. “Non ho incontrato Giuli e ho capito abbastanza poco della vicenda, tendenzialmente non me ne sono occupata”, ha detto in serata alla festa del ‘Tempo’ Giorgia Meloni. La premier nega quindi che ci sia stato un ‘pressing’ ma ammette che per la nomina c’era stato “nervosismo” in Fratelli d’Italia. “Apprendo – ha detto ancora – che ci sarebbe una specie di presunto conflitto di interessi tra Spano e un’altra persona che risale al Maxxi, risale ai tempi della gestione di Melandri. Nessuna di queste persone è stata nominata da Giuli. Bene, ma bisogna chiedere conto a chi governava il Maxxi quando è accaduto. Perché si dice adesso? Se lavori con quelli di destra tutto è più complicato”.

Centri Albania, Meloni: la sentenza è assolutamente irragionevole

Centri Albania, Meloni: la sentenza è assolutamente irragionevoleRoma, 23 ott. (askanews) – L’ordinanza che nega il trattenimento dei migranti in Albania “è assolutamente irragionevole” e “dettata da un approccio di visione diversa da quella del governo. Uno dei giudici che ha emesso le sentenze aveva pubblicamente dichiarato la propria contrarietà al protocollo Italia-Albania”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal direttore del ‘Tempo’ Tommaso Cerno nel corso della festa per gli 80 anni del quotidiano.


“La questione dell’Albania è strumentale, la questione riguarda la nostra possibilità di governare i flussi migratori”, ha aggiunto. “Avevo messo in conto gli ostacoli – ha aggiunto – li supereremo, il protocolo funzionerà. Non intendo consentire che una soluzione nel pieno rispetto del diritto internazionale, europeo e italiano venga smontata perchè c’è una parte della politica che non è d’accordo. Se ci saranno altri problemi continueremo a convocare il Cdm per risolvere i problemi. Ho preso un impegno con i cittadini e lavorerò notte e giorno per rispettarlo”, ha concluso.

Manovra, Marina Berlusconi: su banche provvedimento condivisibile

Manovra, Marina Berlusconi: su banche provvedimento condivisibileRoma, 23 ott. (askanews) – “Intanto resto fortemente negativa sulla logica degli extraprofitti, la trovo demagogica e dannosa per il mercato. Ma questo provvedimento deciso dal governo mi sembra un provvedimento condivisibile e di assoluto buon senso intanto perché è il frutto di un dialogo e di un accordo tra le parti coinvolte e tutela la credibilità del nostro sistema creditizio sul mercato e trovo che anche la decisione di destinare le risorse che verranno ricavate a un settore come la sanità sia una decisione molto giusta”. Lo ha detto Marina Berlusconi a margine dell’inaugurazione del Mondadori store a Roma in galleria Alberto Sordi.

Manovra, Cgil: è un festival di tagli, porterà a sbattere il Paese

Manovra, Cgil: è un festival di tagli, porterà a sbattere il PaeseMilano, 23 ott. (askanews) – “Con una crescita del Pil dello zero virgola, diciannove mesi consecutivi di calo della produzione industriale, la povertà in aumento, l’economia sommersa in espansione, un lavoro sempre più precario, è stata varata una manovra di bilancio che non solo non risolverà alcun problema, ma peggiorerà ulteriormente la situazione”. Lo afferma, in una nota, la Cgil. “Il tutto è stato deciso in maniera arrogante e autoreferenziale, senza neppure confrontarsi con le forze sociali: scelta che non ha precedenti – ha sottolineato -. Di fronte a decisioni che non solo danneggiano le persone che rappresentiamo, ma porteranno a sbattere tutto il Paese, non possiamo restare a guardare. Andremo avanti con ogni iniziativa utile per determinare un cambiamento delle politiche economiche e sociali”.


“Un vero e proprio festival dei tagli al welfare universalistico, agli investimenti e ai servizi pubblici che si scaricherà per intero sulle fasce popolari, già brutalmente impoverite da un’inflazione da profitti che, tra le altre cose, ha determinato, negli ultimi 4 anni, la drammatica riduzione del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, mentre gli utili netti in molti settori sono decollati. Da lì – spiega la Cgil -, oltre che da una seria lotta all’evasione fiscale, che andavano recuperate le risorse necessarie a rispettare i parametri del nuovo Patto di Stabilità, cui l’esecutivo italiano ha purtroppo dato via libera nel Consiglio europeo”. “Si è scelto deliberatamente di non farlo, preferendo ridurre ulteriormente i dipendenti pubblici (a partire da insegnanti e personale scolastico), tagliare ancora una volta le risorse agli enti locali, rinunciare alle indispensabili assunzioni nella sanità, prevedere interventi peggiorativi in materia previdenziale, privarsi della stessa possibilità di mettere in campo politiche industriali in grado di invertire un declino produttivo sempre più evidente”, sottolinea ancora la Cgil. “E che le cose stiano così lo dichiara espressamente lo stesso Governo, che prevede, per i prossimi anni, un impatto sul Pil della sua politica economica tra 0,3 e 0,0 punti percentuali”.

Meloni: la mail del magistrato? La politica forte preoccupa molti

Meloni: la mail del magistrato? La politica forte preoccupa moltiRoma, 23 ott. (askanews) – La mail del giudice che criticava Giorgia Meloni “dice che non agisco per interesse personale ma per volontà politica. Una politica forte, che non ha scheletri nell’armadio, non ha una seconda agenda, non è condizionabile è un problema per molti, per tutti coloro che sulla debolezza della politica hanno costruito imperi. Io continuo a rispondere alla volontà popolare e a non farmi condizionare da nessuno rispetto a quello che ritengo giusto per dare risposte ai cittadini, nel rispetto delle leggi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal direttore del ‘Tempo’ Tommaso Cerno nel corso della festa per gli 80 anni del quotidiano.

Meloni: mai parlato di complotto dei giudici,c’è menefreghismo per voto

Meloni: mai parlato di complotto dei giudici,c’è menefreghismo per votoRoma, 23 ott. (askanews) – “Non parlerei di complotto” dei giudici, “leggo di Meloni complottista ma io non ho mai parlato di complotti. Non credo che ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare ma un sostanziale menefreghismo rispetto alla volontà popolare: se vota ‘bene’ la democrazia è una risorsa ma se vota ‘male’ andranno corrette le decisioni del popolo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal direttore del ‘Tempo’ Tommaso Cerno nel corso della festa per gli 80 anni del quotidiano, a proposito della mail di un magistrato pubblicata proprio dal Tempo.

Mic,Meloni: in Fdi c’era nervosismo per Spano ma non me ne sono occupata

Mic,Meloni: in Fdi c’era nervosismo per Spano ma non me ne sono occupataRoma, 23 ott. (askanews) – “Non ho incontrato Giuli e ho capito abbastanza poco della vicenda, tendenzialmente non me ne sono occupata. Seguo quel che esce sui giornali, quando si parlava della nomina di questa persona (Spano, ndr) c’è stata anche una polemica, da Fdi mi dissero che c’era nervosismo per questa nomina. E io ho detto: parlatene con il ministro, perchè è il ministro che fa le nomine e si deve assumere le responsabilità di quel che fa. Apprendo che ci sarebbe una specie di presunto conflitto di interessi tra Spano e un’altra persona che risale al Maxxi, risale ai tempi della gestione di Melandri. Nessuna di queste persone è stata nominata da Giuli, bene, ma bisogna chiedere conto a chi governava il Maxxi quando è accaduto. Perché si dice adesso? Se lavori con quello di destra tutto è più complicato. Ho altro di cui occuparmi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal direttore del ‘Tempo’ Tommaso Cerno nel corso della festa per gli 80 anni del quotidiano.