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Calcio, l’addio di Andres Iniesta: “Ora farò l’allenatore”

Calcio, l’addio di Andres Iniesta: “Ora farò l’allenatore”Roma, 8 ott. (askanews) – Il calcio spagnolo si è fermato per applaudire Andres Iniesta che ha dato il proprio addio ufficiale al calcio nella giornata di martedì 8 ottobre nel corso dell’evento “El Juego Continua”, tenuto a Barcellona a Port Vell. Un evento celebrato dal Barcellona in pompa magna. “Continuerete a sentire cose da me – ha detto il centrocampista spagnolo che in carriera ha vinto trentotto trofei, che lo rendono il quarto giocatore più vincente di tutti i tempi con 38 trofei dietro Messi (45), Dani Alves (44), Kenny Dalglish (39). Con il Barcellona ha vinto 9 campionati spagnoli, 6 Coppe del Re, 7 Supercoppe spagnole, 4 UEFA Champions League, 3 Supercoppe UEFA e 3 Coppe del mondo per club. Con la nazionale spagnola è diventato campione del mondo nel 2010 e campione d’Europa nel 2008 e nel 2012. “Ho ancora intatti entusiasmo e desiderio – le sue parole – . Se c’è una parola che può riassumere la mia carriera è l’orgoglio, l’orgoglio di aver lottato e lavorato. E mi conoscete, sono un testardo: sto continuando ad allenarmi a modo mio, per imparare. Ho già iniziato il corso per diventare allenatore”. Iniesta entra nella cantera, le giovanili del Barcellona, a 12 anni; a 15 è capitano dell’Under-15, per poi approdare nel 2000 (a 16 anni) al Barça B. Dal 2002 è in prima squadra e inizia a scrivere la storia del club blaugrana. Ci gioca per 16 stagioni, 674 partite in tutto con 57 gol fatti e almeno il doppio fatti segnare. Il 1° ottobre l’annuncio, il 7 l’ufficialità con un messaggio sui social e le lacrime impossibili da trattenere appena inizia a parlare. “Per me il calcio è stato…”, dice, prima che siano le immagini a parlare per lui. Tra gli interventi di chi l’ha allenato, Serra Ferrer dice: “È uno dei pochi calciatori che è stato professore prima di essere alunno. Sapeva già tutto. Si è divertito a semplificare la vita dei compagni di squadra con le sue giocate”.

Bebelplatz, il romanzo di Stassi sui roghi nazisti dei libri

Bebelplatz, il romanzo di Stassi sui roghi nazisti dei libriRoma, 8 ott. (askanews) – 10 maggio 1933. A Bebelplatz, nel centro di Berlino, allo scoccare della mezzanotte migliaia di libri vengono dati alle fiamme. Joseph Goebbels proclama: «L’uomo tedesco del futuro non sarà più un uomo fatto di libri, ma un uomo di carattere». Su tutta l’Europa si sparge un odore di benzina e di cenere. Da questa pagina della nostra storia prende le mosse “Bebelplatz”, il nuovo romanzo di Fabio Stassi (Sellerio).


24 febbraio 2022. La Russia invade l’Ucraina, e di lì a qualche mese un nuovo conflitto devasterà la striscia di Gaza. Durante un tour negli istituti di cultura italiani da Amburgo a Monaco, Fabio Stassi attraversa le piazze delle Bücherverbrennungen, i roghi di libri, e risale a ritmo incalzante la memoria del fuoco e delle censure, dei primi bombardamenti aerei sui civili, del saccheggio di librerie e biblioteche. Studia mappe e resoconti, si interroga sul ruolo della cultura e sulla cecità della guerra, indaga l’istinto di sopraffazione degli esseri umani. Alla fine compone un piccolo atlante della letteratura «dannosa e indesiderata» e rintraccia cinque scrittori italiani destinati alle fiamme dai nazisti: Pietro Aretino, il cantore della libertà rinascimentale; Giuseppe Antonio Borgese, cittadino del mondo e inguaribile utopista; Emilio Salgari, antimperialista amato in Sudamerica; Ignazio Silone, antifascista radicale, e Maria Volpi, unica donna della lista, disinibita narratrice del piacere e dell’indipendenza femminile. Quello di Stassi è un appassionato discorso in difesa di tutto ciò che trasgredisce la norma, un viaggio ricco di corrispondenze, colpi di scena e nuove interpretazioni, da Ovidio a Cervantes, da Arendt a Canetti, Sebald, Morante, Bernhard: un invito a disseppellire la biblioteca di Don Chisciotte. Perché la ribellione si impara leggendo, e ogni lettore, per qualsiasi potere, «è sempre una minaccia». Come scrive Alberto Manguel nell’Introduzione: «Da qualche parte nel mondo una mente sta ideando parole da tracciare con la mano e da decifrare con gli occhi in mezzo al fumo e alle ceneri».

Juventus, Bremer intervento riuscito ma fuori almeno sette mesi

Juventus, Bremer intervento riuscito ma fuori almeno sette mesiRoma, 8 ott. (askanews) – Intervento perfettamente riuscito per Gleison Bremer. Il difensore della Juventus si è sottoposto nella mattinata di oggi, martedì 8 ottobre, all’intervento chirurgico di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, a seguito dell’infortunio riportato contro il Lipsia mercoledì scorso in Champions League. Nei prossimi giorni, il brasiliano inizierà l’iter riabilitativo. Per il difensore si prevede un’assenza di almeno sette mesi: la stagione è compromessa, se non addirittura finita.

Je accuse Ilaria Salis in Ue contro Orban: Maya e io detenute politiche in Ungheria

Je accuse Ilaria Salis in Ue contro Orban: Maya e io detenute politiche in UngheriaBruxelles, 8 ott. (askanews) – L’europarlamentare Avs Ilaria Salis ha attaccato oggi duramente il premier ungherese Viktor Orbßn, durante una conferenza stampa del gruppo della Sinistra a Strasburgo, per il trattamento durissimo che ha subito quando è stata in detenzione preventiva per 15 mesi a Budapest, e per l’analoga situazione in cui si trova oggi un’altra militante, la tedesca Maya T, di 23 anni, estradata dalla Germania in Ungheria con accuse simili alle sue.


Salis ha parlato in vista del dibattito in plenaria che ci sarà domani nella plenaria del Parlamento europeo, con Orbßn che presenterà il programma della presidenza semestrale di turno ungherese del Consiglio Ue, un’occasione per la ex detenuta di rivolgersi direttamente al premier accusato di non rispettare lo stato di diritto. “Io – ha esordito l’eurodeputata – ho conosciuto l’Ungheria dal suo lato peggiore, da dentro un carcere, perché sono stata imprigionata per 15 mesi in custodia cautelare. Ho già denunciato ampiamente le condizioni in cui sono stata detenuta lì. E tra l’altro mi sono trovata sottoposta a un processo politico, con una sentenza già scritta, prima ancora che dai giudici, da numerosi esponenti del governo ungherese. Non ultimo il presidente Orbßn, che quando un mese fa è venuto in visita in Italia mi ha dipinto pubblicamente come una criminale, come se fossi realmente colpevole di quei reati di cui mi hanno accusato senza che ci fosse nessun tipo di sentenza”.


“Oggi – ha continuato Ilaria Salis – sono qui grazie alla solidarietà di decine di migliaia di cittadini antifascisti. Ma la vicenda del processo contro gli antifascisti in Ungheria non è ancora conclusa. Oggi – ha denunciato – si trova in carcere Maya, che è un attivista tedesca, una persona non binaria. E anche lei si trova in custodia cautelare, con accuse simili alle mie; e non è ancora stata fissata per lei nessuna data di processo”. “La Germania ha deciso a giugno la sua estradizione verso l’Ungheria. Tra l’altro – ha riferito Salis – l’operazione di estradizione è avvenuta in piena notte, con modalità molto dure: è stata portata da decine di agenti con il volto coperto, ammanettata mani e piedi. Le è stato messo persino un sacco sopra la testa, non le è stato permesso di di bere durante il trasferimento. E’ stata trasferita prima dalla Germania all’Austria, poi dell’Austria all’ungheria”.


“E tutto ciò – ha aggiunto – è stato fatto dalle autorità tedesche prima che si esprimesse la Corte Costituzionale federale, che poi di fatto si è espressa chiedendo il blocco temporaneo dell’estradizione, ma quando Maya ormai era già stata consegnata nelle mani delle autorità ungheresi. Oggi si trova in carcere a Budapest in condizioni che sono assolutamente contrarie agli standard europei: è sottoposta a isolamento da più di tre mesi e può uscire dalla cElla, se non per l’ora d’aria ogni giorno; viene ammanettata anche per gli spostamenti interni al carcere, e la sua cella è sottoposta a video sorveglianza. Ogni giorno è costretta a perquisizioni personali in cui si deve spogliare completamente nuda”. “Riguardo a questa situazione – ha annunciato Salis – insieme al mio collega Martin Schirdewan abbiamo presentato un’interrogazione scritta alla Commissione europea. Inoltre voglio fare appello ai movimenti trans, femministi e queer, oltre che a tutti gli antifascisti, per mantenere alta l’attenzione sul caso di Maya e per fare tutto il possibile per esprimere la solidarietà più concreta, perché si tratta di una attivista non binaria, detenuta in un paese come l’Ungheria dove la transizione di genere è un fatto illegale”.


“Trovo anche molto preoccupante il fatto che un paese come la Germania, storicamente molto attento allo stato di diritto, al rispetto dei diritti della persona, abbia deciso di collaborare con l’Ungheria di Orbßn in una questione del genere, dove evidentemente i diritti più basilari non sono garantiti. E io ritengo invece che gli Stati membri dell’Unione europea dovrebbero bloccare immediatamente tutte le estradizioni verso l’Ungheria”, ha sottoliineato Salis. “Alla luce di tutto ciò – ha osservato ancora -, secondo me la presidenza di turno da parte di questo governo ungherese del Consiglio dell’Unione europea è assolutamente inopportuna, perché l’Europa unita è nata proprio sulle ceneri del nazifascismo come risposta di cooperazione internazionale, antinazionalista e solidale. Ed è un paradosso che la presidenza possa toccare a qualcuno che dice pubblicamente di voler occupare Bruxelles, e che vuole smantellare l’Unione europea e i suoi valori nel nome di un nuovo nazionalismo. L’Ungheria di Viktor Orbßn è a suo stesso dire una democrazia illiberale, una oligarchia, uno stato etnico e autoritario”, con lui che “è al potere ininterrottamente da 14 anni”. “In Ungheria – ha denunciato Salis – lo stato di diritto non è garantito, i media sono sottoposti a stretto controllo e perfino a forma indirette di censura, le opposizioni sono criminalizzate, la società civile è repressa, c’è una struttura economica di tipo oligarchico, il Welfare è stato ridotto, i gruppi più svantaggiati sono stati ulteriormente marginalizzati, crescono le disuguaglianza sociale e le disparità fra una regione all’altra, i diritti delle minoranze e dei migranti sono calpestati e il razzismo ormai è qualcosa di assolutamente sdoganato dal governo”. “I problemi di Orban sono i diritti delle minoranze, il diritto di asilo, la libertà di espressione, lo stato di diritto, e lui scientificamente, quotidianamente, fa di tutto per poter smantellare queste questi diritti queste garanzie in Ungheria. Tra l’altro alimenta per mezzo della propaganda l’odio, l’ostilità, del popolo ungherese verso quell’Europa che lui definisce come degenerata, e quindi crea questo nemico esterno; ma tuttavia vuole starci dentro per accaparrarsi i fondi economici”. “Non ci sorprendono – ha continuato Salis – i legami di Orbßn con le peggiori destre europee, perché condividono gli stessi valori sovranisti nazionalisti e autoritarie non ci stupisce il fatto che abbia partecipato alla festa della Lega Nord a Pontida, e che abbia fondato il gruppo dei Patrioti per l’Europa. Sostanzialmente Orbßn e i suoi solidali sovranisti sono una variante autoritaria del capitalismo globale, si pongono in modo falso come difensori delle classi popolari quando in realtà lavorano solo a vantaggio delle elite economiche nazionali e sono un ostacolo all’amicizia, la solidarietà, la fratellanza fra i popoli, e rappresentano anche – ha concluso – una minaccia per tutti i cittadini che aspirano a vivere in libertà in Europa”. Infine, a un giornalista che chiedeva se interverrà domani in plenaria al dibattito con Orbßn sul programma della presidenza di turno Ungherese del Consiglio Ue, Ilaria Salis ha riposto: “Sì, sì, assolutamente, pensavo di intervenire domani perché appunto volevo esprimere quello che è il mio punto di vista, anche alla luce dell’esperienza che ho avuto. E poi anche un discorso più generale sull’Europa, sulla presidenza di turno ungherese del Consiglio Ue”.

Casa, idealista: a Roma affitti +12,2% in un anno, +2,7% III trimestre

Casa, idealista: a Roma affitti +12,2% in un anno, +2,7% III trimestreRoma, 8 ott. (askanews) – I prezzi degli affitti a Roma stanno raggiungendo nuovi picchi, spinti anche dall’effetto Giubileo. Secondo un’analisi di idealista, il portale immobiliare leader nello sviluppo tecnologico in Italia, le richieste da parte dei proprietari di case sono aumentate del 12,2% rispetto al 2023, del 2,7% solo nel terzo trimestre del 2024, portando il canone medio a 16,9 euro al metro quadro. Dopo i mesi estivi, i rincari si sono fatti sentire in 14 dei 21 quartieri romani monitorati. Tra gli aumenti più significativi, spiccano quelli di Lido di Ostia (11,5%), Trigoria-Castel di Leva (7,3%), Eur-Torrino-Giuliano Dalmata (5,8%) e Trionfale-Monte Mario (5%). Anche il Centro ha registrato un incremento superiore alla media cittadina del 2,7%, con un aumento del 4,3%, seguito dai quartieri di Monte Sacro (4,2%), Parioli (3,1%), Prenestino (3%) e Aniene-Collatino (2,9%). Altre cinque zone di Roma hanno visto crescite comprese tra il 2,3% di Giustiniana-La Storta-Olgiata e lo 0,1% di Roma est-Autostrade. Al contrario, i quartieri di Portuense-Magliana e Garbatella-Ostiense hanno subito cali significativi, rispettivamente del -9,4% e del -5,3%. Flessioni meno marcate si registrano ad Aurelio (-1,3%) e Ardeatino-Appio Pignatelli-Cecchignola (-1,1%). Anche Prati (-0,8%), Nomentano-Tiburtino (-0,3%) e Cassia-Flaminia (-0,2%) hanno mostrato lievi riduzioni negli affitti durante il trimestre. Sul fronte dei prezzi, il centro di Roma si conferma il quartiere con gli affitti più elevati, toccando i 25,5 euro al metro quadro. Seguono Prati (21,5 euro/m²) e Parioli (20,7 euro/m²), entrambi con prezzi che superano la soglia dei 20 euro al metro quadro. Canoni superiori alla media cittadina di 16,9 euro mensili si riscontrano anche a Nomentano-Tiburtino (19,9 euro/m²), Aurelio (18,4 euro/m²), Appio Latino (18,2 euro/m²) e Trionfale-Monte Mario (17,4 euro/m²). Negli altri distretti, invece, le richieste dei locatori sono più contenute, oscillando tra i 16,7 euro mensili di Cassia-Flaminia e i 10,6 euro di Roma est-Autostrade, quest’ultima rappresentante la zona con gli affitti più accessibili della Capitale.

Consulta, centrodestra: scheda bianca per l’ultima volta. Schlein: compattezza opposizioni li ha fermati

Consulta, centrodestra: scheda bianca per l’ultima volta. Schlein: compattezza opposizioni li ha fermatiRoma, 8 ott. (askanews) – “Solo per quel senso dello Stato e di responsabilità che è proprio del centrodestra i nostri parlamentari voteranno, per l’ultima volta, scheda bianca, auspicando che anche nell’opposizione prevalga il rispetto delle istituzioni piuttosto che le logiche di parte”, lo hanno scritto i capigruppo di Camera e Senato del centrodestra in una nota in relazione alla votazione per l’elezione di un giudice costituzionale.


“A fronte della esigenza di eleggere il giudice vacante della Corte costituzionale, che a norma di legge dovrebbe essere individuato entro un mese dalla cessazione dalla carica e non dopo 10 mesi, come ogni volta, le forze di maggioranza hanno convocato i propri gruppi per procedere alla nomina – scrivono i capigruppo -. Come noto, l’elezione richiede un quorum più ampio dei numeri su cui può contare la maggioranza parlamentare, e quindi nessuna forzatura o blitz possono essere attuati, come qualcuno prova a raccontare in queste ore. È istituzionalmente imbarazzante l’atteggiamento delle forze di opposizione, che hanno trasformato in un ring di spartizione partitica un dovere così importante del Parlamento”.“La sinistra è arrivata addirittura ad imporre ai propri parlamentari di non ritirare la scheda, temendo che, di fronte all’emersione in sede parlamentare di un nome autorevole, potessero saltare i propri diktat- proseguono -. È molto grave precludere la libertà di giudizio e di espressione a deputati e senatori, che sono stati di fatto limitati nell’esercizio delle proprie funzioni. E ben poca solidità hanno le preclusioni della sinistra verso eventuali candidati che hanno in qualche modo hanno collaborato con l’attuale governo, visto che in passato, e senza polemica alcuna, sono state elette alla Corte personalità che avevano avuto significativi ruoli non solo in politica ma anche nei partiti che le proponevano. Solo per quel senso dello Stato e di responsabilità che è proprio del centrodestra i nostri parlamentari voteranno, per l’ultima volta, scheda bianca, auspicando che anche nell’opposizione prevalga il rispetto delle istituzioni piuttosto che le logiche di parte”.


“La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura che la maggioranza voleva fare. Ora accettino il dialogo con le opposizioni che si sono rifiutati di avere fino a qui. E quando dico dialogo non intendo fare chiamate spicciole a parlamentari di opposizione per cercare dei voti per andare avanti sulla propria forzatura, intendo chiamare le forze di opposizione a un dialogo sulla composizione della Corte Costituzionale”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, parlando in Transatlantico alla Camera del voto sul giudice costituzionale.“Se esiste una maggioranza qualificata per questo voto – ha proseguito – è proprio perché la Costituzione prevede un dialogo tra maggioranza e opposizione. Noi non siamo stati nemmeno cercati, abbiamo cercato noi un dialogo e la risposta fin qui è stata un muro. Speriamo che il fatto che si siano fermati sia la premessa al dialogo su un passaggio così importante che ha visto storicamente sempre il dialogo tra maggioranza e opposizione”. “Intanto abbiamo appreso dalla stampa che avevano un nome e volevano tirare dritto senza nemmeno avvertire le opposizioni. Dopo il passaggio di oggi, dove la nostra compattezza li ha fermati, mi aspetto che il dialogo si
apra. Poi vediamo come andrà”, ha sottolineato  Schlein, in Transatlantico alla Camera, a chi gli ha chiesto se ci possa essere ancora un dialogo sul nome di Francesco Saverio Marini come giudice della Corte costituzionale.


 

M.O., Conte: strategia Netanyahu fomenterà odio e radicalizzazione

M.O., Conte: strategia Netanyahu fomenterà odio e radicalizzazioneRoma, 8 ott. (askanews) – “Quanto odio, quanta radicalizzazione fomenterà questa criminosa strategia militare del Governo Netanyahu che si rifiuta di distinguere tra miliziani e civili inermi”: è uno dei passaggi chiave del nuovo post sui canali social che il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha dedicato alle vicende mediorientali, sotto il titolo “Se il diritto e la politica si eclissano e si afferma un’economia di guerra”.


“Scorrono le immagini – scrive l’ex presidente del Consiglio – dell’esercito israeliano che avanza in territorio libanese. Si cumulano alle immagini delle famiglie libanesi, che sfollate e stipate nelle loro automobili, risalgono a Nord con code chilometriche. Non è facile presagire gli esiti di questa deflagrazione nel quadrante medio-orientale. Rileggo le dichiarazioni del ministro israeliano dell’istruzione Kisch che esplicitamente non fa distinzioni tra Hezbollah e il Libano e in una intervista televisiva ha risolutamente affermato che il ‘Libano sarà annientato’ e che ‘non esisterà più come lo conosciamo adesso’”. “Ho riascoltato – sottolinea Conte – il discorso di Netanyahu all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Molto toccante quando ha ricordato i cittadini israeliani trucidati da Hamas e presi in ostaggio. Ma del tutto inaccettabile quando ha sorvolato sugli oltre 41mila civili palestinesi rimasti uccisi dagli attacchi dell’esercito israeliano. Netanyahu stesso ha ricordato che dal 2014 sono 174 le condanne di Israele da parte dell’Assemblea dell’Onu: ma la spiegazione che ha offerto è che l’Onu è diventato un ‘pantano antisemita’. Nessun accenno ai coloni israeliani che occupano abusivamente e con violenza la Cisgiordania. Nessun principio di ‘umanità’ per i civili inermi palestinesi rimasti uccisi, nessuna considerazione per le sofferenze altrui. E intanto dagli Stati Uniti arriva la benedizione per l’invasione del Sud del Libano: saranno ‘incursioni limitate’, garantisce Biden. Su questo fronte, non mi aspetto distinzioni tra Trump e Harris”.


“La storia – accusa il presidente del M5S – non insegna proprio nulla. Si può pensare mai che le occupazioni, le morti, le distruzioni possano creare un orizzonte di pace e sicurezza? Quanto odio, quanta radicalizzazione fomenterà questa criminosa strategia militare del Governo Netanyahu che si rifiuta di distinguere tra miliziani e civili inermi. Nessuno più ricorda che Hezbollah si formò nel 1982 a seguito dell’occupazione israeliana del Libano? La visione manichea di Netanyahu spacca il mondo in due: da una parte la maledizione perseguita dall’Iran, dall’altra la benedizione portata da Israele. Si è vantato orgoglioso: stiamo vivendo ‘giorni di successo storici’, stiamo facendo ‘il lavoro che il popolo di Israele e intere generazioni di israeliani si aspettano che facciamo’. Ma se l’Iran è la maledizione, siamo sicuri che da quest’altro lato ci sia la benedizione? Che ne è del nostro quadro di valori occidentali? Ci rassegniamo a credere che il più ingiusto torto possa essere riparato dalla più feroce rappresaglia? La tutela della integrità e della sovranità territoriale vale giustamente per l’Ucraina ma non per il Libano? Ci adattiamo a giustificare attacchi distruttivi a interi territori senza nessuna distinzione tra terroristi e civili inermi? Accettiamo occupazioni militari di interi territori con i civili superstiti ridotti a vivere in docili stabulari? Accettiamo che chi possiede la migliore tecnologia informatica e militare possa far esplodere a distanza, contemporaneamente, dispositivi elettronici che si presumono in mano a nemici, a prescindere che siano con famiglie, nei bar, in centri commerciali?” “Attenzione! Siamo a una svolta. Se accettiamo tutto questo – avverte Conte – distruggeremo il diritto internazionale umanitario e i principi stessi dello Stato di diritto. A nessuno può essere concessa la licenza di sospendere i principi universali del diritto. Mentre il Diritto è sospeso, la Politica è completamente sparita. È sparito anche solo l’impegno a discernere, a comprendere gli interessi in gioco, le ragioni altrui oltre alle proprie, a costruire percorsi negoziali che – attraverso la faticosa spirale di reciproche concessioni – portino alla cessazione delle ostilità e a prospettive di convivenza pacifica. Si sviluppa fiorente, invece, un’Economia di guerra. Ci illudiamo che la produzione di armi sempre più sofisticate, l’acquisto di armamenti sempre più letali possano garantirci sicurezza. Ormai l’orizzonte di guerra definisce le nostre vite, i nostri investimenti, il nostro futuro. Noi del Movimento 5 stelle non ci rassegneremo mai a tutto questo e faremo di tutto, in ogni sede, per contrastare questo declino dell’umanità, questa spirale di morte e di distruzione. Questo per noi significa essere ‘progressisti’”.

Festa Roma, il film che celebra Bocelli in anteprima ad Alice

Festa Roma, il film che celebra Bocelli in anteprima ad AliceRoma, 8 ott. (askanews) – “Andrea Bocelli 30: The Celebration”, film-concerto dell’amato tenore italiano, diretto da Sam Wrench (“Taylor Swift: The Eras Tour”, “Billie Eilish Live At The O2”), sarà presentato in anteprima mondiale ad Alice nella città (16-27 ottobre), la sezione autonoma e parallela della Festa del cinema di Roma. L’evento è il secondo grande appuntamento realizzato dal festival Alice nella città insieme alla Fondazione Musica per Roma.


“Andrea Bocelli 30: The Celebration” racconta lo spettacolare evento di tre giorni che Bocelli ha tenuto in Italia lo scorso luglio per celebrare il suo trentesimo anniversario nella musica e arricchisce il programma di Alice nella città con un doppio appuntamento domenica 20 ottobre: alle ore 12 l’incontro del grande artista con i ragazzi delle scuole di musica e cinema, il pubblico e le giurie di Alice nella città nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone; alle ore 20.30 la proiezione in anteprima mondiale del film all’Auditorium Conciliazione alla presenza di Andrea Bocelli e Sofia Carson, tra le superstar della musica internazionale che hanno partecipato all’evento. La celebrazione del trentennale di Bocelli andrà avanti con due serate evento, prossimamente su Canale 5, realizzate ad hoc per Mediaset da FriendsTV.


Prodotto da Mercury Studios, Maverick, Impact Productions e Almud e distribuito a livello mondiale da Fathom, con un’uscita in anteprima nei cinema americani venerdì 8 novembre, “Andrea Bocelli 30: The Celebration” è la celebrazione di un’icona internazionale e di una voce classica venerata in tutto il mondo. Più di 30.000 ospiti e un numero notevole di artisti di fama mondiale sono arrivati il 15, 17 e 19 luglio per il concerto che si è tenuto a Lajatico, in Toscana, nell’ormai celebre Teatro del Silenzio. Un ritorno a casa che per Bocelli ha avuto un profondo significato: il Teatro del Silenzio, un anfiteatro naturale nella città natale del tenore, è il luogo in cui è iniziato il suo amore per la musica e dove tiene concerti annuali in omaggio alle sue radici italiane.


Andrea Bocelli si è esibito nel suo celebre repertorio, capace di abbracciare diversi generi, in straordinari duetti con star del calibro di Ed Sheeran, Brian May, il Premio Oscar Jon Batiste, il Premio Oscar Russell Crowe, Johnny Depp, Plácido Domingo, José Carreras, Lang Lang, Zucchero, Elisa, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Giorgia, Shania Twain, Sofia Vergara, David Foster, Christian Nodal, Sofia Carson, Matteo Bocelli, Virginia Bocelli e, ancora, le stelle della musica classica Aida Garifullina, Bryn Terfel, Nadine Sierra, oltre alle apparizioni speciali di Kim e Khloe Kardashian. Nelle stesse giornate, il Maestro ha festeggiato i 13 anni dell’Andrea Bocelli Foundation (ABF), creata per suo stesso volere nel 2011 proprio a Lajatico con l’intento di convogliare quel patrimonio di affetto e buona volontà raccolti nell’arco della carriera a supporto della mission “empowering people and communities” con l’obiettivo comune di offrire accesso a un’educazione di qualità ed equa per tutti come strumento di empowerment. Dalla sua nascita ad oggi, ABF ha raccolto oltre 70 milioni di euro grazie alla generosità e al sostegno di tanti amici vicini alla causa ed è riuscita a realizzare 12 strutture. Le celebrazioni del 30ennale di carriera di Andrea Bocelli sono iniziate nel marzo scorso sul palco degli Oscar, quando con suo figlio Matteo Bocelli, ha entusiasmato il pubblico di Hollywood con un’esibizione a sorpresa della sua celebre “Time To Say Goodbye”, prodotta e arrangiata appositamente per loro dal compositore due volte premio Oscar Hans Zimmer. Questa canzone iconica, originariamente pubblicata come “Con te partirò” e successivamente in duetto con Sarah Brightman, ha lanciato Bocelli verso la celebrità internazionale quasi tre decenni fa e da allora ha raccolto centinaia di milioni di stream.


I festeggiamenti continueranno con l’uscita del suo nuovo album, “Duets”, in uscita il 25 ottobre tramite Decca Records / Sugar Music. L’album riunirà molte delle collaborazioni più amate di questi ultimi tre decenni e brani nuovi, in una raccolta di 32 tracce che abbraccia tutta la carriera dell’artista; al suo interno, duetti con Ed Sheeran, Céline Dion, Sarah Brightman, Dua Lipa, Jennifer Lopez, Giorgia e Luciano Pavarotti, insieme a nuovi duetti registrati appositamente per questo album con Shania Twain, Chris Stapleton, Gwen Stefani, Marc Anthony, Karol G, Sofia Carson, Lauren Daigle, Elisa, Matteo Bocelli e Hans Zimmer.

Consulta, Schlein: maggioranza si fermi e dialoghi, Aventino fanno loro

Consulta, Schlein: maggioranza si fermi e dialoghi, Aventino fanno loroRoma, 8 ott. (askanews) – “Noi gli chiediamo di fermarsi, perché sarebbe una forzatura senza precedenti, gli chiediamo di fermarsi e di accettare di dialogare con le opposizioni sulla composizione della Corte costituzionale com’è sempre accaduto. Si tratta delle fondamentali garanzie costituzionali della nostra Repubblica”. Lo ha detto, parlando a margine della presentazione del Rapporto Gimbe sulla sanità, la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, commentando l’atteggiamento della maggioranza di governo sulla votazione per l’elezione di un giudice costituzionale.


“Noi ci aspettiamo che accettino di dialogare, l’Aventino – ha sottolineato – lo stanno facendo loro, nessuno può arrogarsi il diritto di sentirsi proprietario degli organi costgituzionali”. L’argine delle opposizioni ha retto? “Certamente sì, ma perché condividiamo il fatto che siamo di fronte a una forzatura ingiustificata, senza che sia stato cercato il dialogo che è necessario”, ha ribadito Schlein.

Gentiloni: esborsi totali sui Pnrr attesi a 300 mld per fine anno

Gentiloni: esborsi totali sui Pnrr attesi a 300 mld per fine annoRoma, 8 ott. (askanews) – Ad oggi la Commissione europea ha effettuato esborsi per 267 miliardi di euro sui vari Piani di ripresa e resilienza nazionali e conta di effettuarne altri 45 miliardi di euro da qui alla fine dell’anno, con cui il totale dovrebbe raggiungere quota 300 miliardi, in prossimità del 50% del totale del Recovery fund. Lo ha riferito il commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin.


“Sappiamo che resterà una sfida e sarà essenziale per i Paesi membri mantenere un alto livello di impegno e di stretta cooperazione con la Commissione”, ha detto.