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Meloni contro Schlein, Prodi e Landini. E difende i centri per i migranti in Albania

Meloni contro Schlein, Prodi e Landini. E difende i centri per i migranti in AlbaniaRoma, 15 dic. (askanews) – Un attacco contro i leader della sinistra passati, presenti e, chissà, forse anche futuri. Una prevedibile difesa dell’operato del governo, con toni che si fanno più accesi quando arriva a toccare la nota dolente dei centri per immigrati in Albania rimasti desolatamente vuoti. “Funzioneranno, abbiate fiducia dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo”.


Con un discorso di poco più di un’ora Giorgia Meloni conclude la tradizionale festa di Atreju che quest’anno è durata una settimana. Parla praticamente nell’unico giorno di sole di tutta la kermesse. Il format della chiusura, dall’anno scorso, prevede che a ‘scaldarle’ palco e platea ci siano tutti i leader del centrodestra (anche se Salvini, impegnato con il congresso della Lega lombarda, è solo in videocollegamento).Gli interventi degli alleati sono un susseguirsi di ostentazione di compattezza, declinata in varia maniera. La parola più gettonata, questa volta però è amicizia. E’ una escalation a chi getta il cuore di più oltre l’ostacolo. Il segretario del Carroccio non solo mette la mano sul fuoco della durata del governo fino al 2027, ma si ‘prenota’ fino al 2032. Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, dice che a conti fatti per le prossime Politiche si potrebbe centrare il sogno di Berlusconi di un centrodestra al 51%. Il più ardito di tutti è forse il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi, che cita Tolkien lì dove è più di casa. “Oggi al centrodestra è stata affidata la responsabilità di governare e a uno di noi la responsabilità di essere leader e di portare l’anello per tutti noi”, dice. Ovviamente, la padrona di casa non è da meno. “Noi onoreremo fino all’ultimo giorno il compito che ci è stato dato dagli italiani, arriveremo compatti fino alla fine e oltre”, assicura.


In sessanta minuti e più di intervento gli scontri, praticamente su tutto, tra i due vicepremier scompaiono. Nessun cenno alla manovra che pure in questi giorni è all’esame della commissione Bilancio della Camera. Ma il 2025, garantisce la premier, sarà l’anno delle riforme. C’è una bandierina per tutti i partiti della coalizione: autonomia, separazione delle carriere e premierato che – assicura – resta “la madre di tutte le riforme” anche se è sparita dai radar dell’attività parlamentare.Ma più che di prospettiva, quello di Giorgia Meloni è un discorso all’attacco delle opposizioni e non solo. Giocando sull’ipse dixit cita frasi degli avversari politici per smentirle e ironizzare. Parla con sarcasmo di Elly Schlein a cui servirebbe una calcolatrice per fare bene i conti sui fondi per la sanità, o alla quale si “inceppa la lingua quando deve dire la parola Stellantis”. Gettonatissimi in questa settimana di Atreju anche gli attacchi a Maurizio Landini. Per Meloni il segretario della Cgil fa gli scioperi “per aiutare la sinistra e non i lavoratori”. Ma la premier si accalora in modo particolare quando parla dell’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, uno che la descrive come succube dell’estabilishment ma in realtà è lui – sostiene – che “di obbedienza se ne intende parecchio”.


Ad Atreju 2024 per Giorgia Meloni è anche tempo di passaggi di consegne. La premier annuncia infatti la sua intenzione di lasciare la presidenza dei Conservatori europei. Il successore designato l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, è lì in platea e lei lo ‘benedice’: “Questo applauso – dice – è la conferma che ti sosterremo in questa battaglia”. I tempi sono piuttosto strigenti: l’avvicendamwento dovrebbe essere formalizzato entro metà gennaio. In tempo per consentire a Morawiecki di andare come presidente di Ecr party all’inauguration day di Donald Trump. 

Osservatorio sulla Cybersicurezza, presentazione alla Camera

Osservatorio sulla Cybersicurezza, presentazione alla CameraRoma, 15 dic. (askanews) – Domani, lunedì 16 dicembre, nella Sala Stampa della Camera dei deputati alle ore 10,00 ci sarà la presentazione dell’Osservatorio sulla Cybersicurezza con focus sulla direttiva europea NIS2. L’iniziativa è promossa dall’Angi – Associazione nazionale giovani innovatori in collaborazione con Tinexta Cyber e vanta l’alto patrocinio degli Uffici del Parlamento Europeo in Italia e di Assintel Confcommercio.


I temi principali oggetto della conferenza, oltre alla presentazione dei dati dell’Osservatorio, saranno le prospettive e le azioni sul mondo innovazione, difesa e sicurezza tra imprese e pubblica amministrazione. Tra le autorità, interverranno: Alessandro Giglio Vigna, presidente commissione affari europei Camera dei deputati; Marco Pellegrini, commissione difesa e membro del Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Francesco Tufarelli, direttore generale presidenza del consiglio dei ministri; Giovanni Ponti responsabile ICT & Cybersicurezza Agenzia Enea. Tra le testimonianze del mondo imprese, gli interventi di: Andrea Monti, direttore generale Tinexta Cyber; Pierguido Iezzi cyber security director Tinexta Cyber; Danilo Cattaneo, ceo di Infocert. Infine, su orientamento e situazione geopolitica, la testimonianza e intervento del generale Domenico Rossi, già sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito e sottosegretario di Stato al ministero della difesa. A coordinare i lavori Gabriele Ferrieri, presidente dell’Angi (già ForbesU30 e tra i 40under40 più influenti d’Europa sull’innovazione e il digitale).

Giustizia, l’Anm annuncia battaglia: immediata mobilitazione contro la riforma

Giustizia, l’Anm annuncia battaglia: immediata mobilitazione contro la riformaRoma, 15 dic. (askanews) – L’Assemblea straordinaria generale dell’Associazione nazionale magistrati ha deliberato “di avviare immediatamente una mobilitazione culturale e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui pericoli di questa riforma, che, sia a livello centrale che locale, si articoleranno in diverse iniziative”. E’ quanto si legge nella mozione approvata dal sindacato delle toghe all’esito della due giorni di incontri e relazioni che si sono tenute in Cassazione. Tra le iniziative individuate c’è “l’immediata istituzione di un comitato operativo a difesa della Costituzione aperto all’avvocatura, all’università, alla società civile, indipendente da ogni ingerenza politica, anche in vista di una possibile consultazione referendaria, per far conoscere alla cittadinanza i pericoli derivanti dalla riforma” e “l’organizzazione di almeno una manifestazione nazionale da svolgersi in un luogo istituzionale significativo subito dopo l’eventuale approvazione in prima lettura della proposta di riforma”.


“L’immediata istituzione di un comitato operativo a difesa della Costituzione aperto all’avvocatura, all’università, alla società civile, indipendente da ogni ingerenza politica, anche in vista di una possibile consultazione referendaria, per far conoscere alla cittadinanza i pericoli derivanti dalla riforma”. Questo il primo punto della “mobilitazione” decisa dall’Anm contro la riforma della giustizia. Poi, subito dopo, “l’organizzazione di almeno una manifestazione nazionale da svolgersi in un luogo istituzionale significativo subito dopo l’eventuale approvazione in prima lettura della proposta di riforma”. Al terzo punto c’è “lo svolgimento di iniziative comuni su tutto il territorio nazionale coinvolgendo istituzioni locali, avvocatura, scuole, università, esponenti della società civile”; poi “una forma di protesta e di sensibilizzazione da organizzare in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025”; e “la creazione di luoghi di confronto e sinergia con le altre magistrature”; “il rafforzamento di una strategia comunicativa innovativa ed efficace anche mediante il supporto di esperti della comunicazione”; “il coinvolgimento delle istituzioni europee preposte al monitoraggio dell’indipendenza e imparzialità della magistratura, anche per attivare eventuali procedure di infrazione”.


Subito dopo “l’indizione, in relazione all’iter parlamentare di discussione del DDL di riforma costituzionale, di una o più giornate di sciopero per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma”.

Locus Festival 2025, anticipo con i Glass Beams

Locus Festival 2025, anticipo con i Glass BeamsRoma, 11 dic. (askanews) – Mogwai, The Fearless Flyers, Diodato. Questi i primi nomi annunciati al Locus Festival 2025, il festival per eccellenza dell’estate italiana che l’anno scorso ha festeggiato la ventesima edizione. Come da tradizione sarà un viaggio, da luglio ad agosto, attraverso i luoghi più affascinanti della Puglia all’insegna del meglio della musica italiana e internazionale.


Ad anticipare il festival tre appuntamenti live a giugno con l’enigmatico trio mascherato di Melbourne, i Glass Beams: il 20 giugno a Milano al Circolo Magnolia, il 21 giugno a Bologna al DumBO, in collaborazione con roBOt Festival, e infine il 22 giugno a Roma nell’Antico Teatro Romano di Ostia Antica. Capitanati dal producer e musicista Rajan Silva, i Glass Beams con la loro originale fusione ipnotica e psichedelica di antiche sonorità orientali ed elettronica moderna, ricercano una contaminazione tra culture e suoni, tra vecchio e nuovo, immersi in un affascinante immaginario mistico di loro creazione. Il trio è stato catapultato nella coscienza collettiva di milioni di nuovi follower che hanno scoperto le tracce dell’EP di debutto, “Mirage” (2021), una sorta di “lettera d’amore” alle origini indiane di Rajan. Il nuovo EP “Mahal” prosegue nella stessa direzione, fondendo melodie tipiche della musica tradizionale indiana a sonorità contemporanee.


Il 2 agosto nell’iconica “citta bianca” di Ostuni, nella grande arena del Foro Boario, fa tappa il nuovo tour di Diodato. Artista tra i più amati e apprezzati in Italia, seguito dal Locus Festival sin dai suoi esordi, Diodato torna nel 2025 con uno show intenso, un viaggio musicale che ripercorre il suo repertorio, caratterizzato da una messa in scena che attraverso suggestivi giochi di luce, promette di far emozionare il pubblico. La storica location di Masseria Ferragnano a Locorotondo, borgo della valle d’Itria che ha dato al festival le sue origini e il suo nome, ospita il 9 agosto The Fearless Flyers progetto parallelo della band statunitense Vulfpeck, caratterizzato dalle acrobazie strumentali di quattro rinomati musicisti: Cory Wong alla chitarra, Joe Dart al basso, Nate Smith alla batteria e Mark Lettieri alla chitarra baritona. Lo stile dei Fearless Flyers è radicato nel funk classico, arricchito da influenze soul, jazz e rock, capace di unire il meglio della tradizione con una modernità stilistica che si esprime in composizioni energiche e serrate, prive di fronzoli, ma colme di virtuosismo e irresistibilmente ballabili. Un live imperdibile.


Headliner della serata del 12 agosto, sempre in Masseria Ferragnano, gli scozzesi Mogwai. Con dieci album all’attivo – tra cui “As The Love Continues” (2021) arrivato al primo posto nelle classifiche in UK, nominato al Mercury Prize, premiato come Scottish Album of the Year – e un documentario uscito quest’anno sulla storia della celebre band dal titolo “If The Stars Had A Sound”, tornano in Italia e fanno tappa al Locus per presentare il nuovo album “The Bad Fire” in uscita a gennaio 2025 e anticipato dal singolo “Lion Rumpus”.

Lega, la Lombardia chiede un cambio di rotta a Salvini: tuteli il Nord

Lega, la Lombardia chiede un cambio di rotta a Salvini: tuteli il NordMilano, 15 dic. (askanews) – Tutelare il Nord, difendere le istanze dei territori, imporre l’Autonomia differenziata. La Lega Lombarda chiede a Matteo Salvini di “aggiustare la rotta”, e lo fa non solo con il neo segretario Massimiliano Romeo, ma anche attraverso il governatore Attilio Fontana. Il segretario nazionale ascolta, promette che l’autonomia differenziata “la porteremo a casa costi quel che costi”, assicura che il congresso del 2025 sarà “programmatico” e che una “riflessione a 360 gradi è già in corso”. Ma sulla scelta della Lega Nazionale “non si torna indietro”.


Al congresso della Lega Lombarda alla fine si arriva al candidato unico, in campo resta solo Romeo che viene eletto per acclamazione. Ma forse anche per questo il dibattito che anima il Carroccio ormai da anni esplode con una chiarezza che non si era mai registrata. Il primo a dare fuoco alle polveri è Attilio Fontana: chiedendo l’autonomia “come la vogliamo noi e senza i lacci e lacciuoli imposti da Roma”, minacciando il ritorno a toni secessionisti e alla “Padania libera”, e additando alcuni parlamentari leghisti del Sud come “nemici” della Lombardia: “Qualche nemico c’è anche nella Lega perchè quando vedo certi emendamenti, firmati da alcuni rappresentanti di altre zone, che vanno a danno della Lombardia, io mi incazzo come una bestia…”, dice suscitando l’ovazione della platea. Poi arriva il discorso di Romeo, da segretario in pectore: “Caro Matteo, se non parliamo più del Nord, noi al Nord i voti non li prendiamo più”. E nella base “il malcontento c’è, non si può derubricare a qualche rompiscatole”. Dunque bisogna “recuperare la nostra identità”, e “aggiustare la rotta, perchè non sempre la rotta è stata giusta”, tornando ad essere “il sindacato dei territori, come diceva Roberto Maroni”. Evitando di inseguire a destra e al centro, “perchè la destra sarà sempre FdI, e il centro sarà sempre Fi: rischiamo di diventare la copia degli altri, e gli elettori tra la copia e l’originale scelgono l’originale”. E boccia l’idea della “Lega delle personalità: la Lega di Zaia, la Lega di Fedriga, poi c’è Vannacci… Dobbiamo essere la Lega delle comunità”. Ecco allora che la richiesta di Romeo è quella di un congresso vero, nel prossimo anno: “Matteo ti stiamo portando non un problema ma un’opportunità, in vista del Congresso federale. Preparalo bene e sarà l’occcasione di slancio per tutta la comunità”.


Salvini risponde invocando l’unità: “Siamo sotto attacco: magistrati, dossier, inchieste, non litighiamo tra di noi”. Spiega il malcontento della base rievocando scelte del passato che lui, dice, non sempre ha condiviso al 100%: “‘Dobbiamo uscire dal governo coi 5 stelle’, fatto. ‘Dobbiamo entrare nel governo Draghi’, fatto. Non entro nel merito di quello che era il mio pensiero, ma a volte ho fatto scelte convinto al 100%, altre al 99%, altre volte la percentuale scendeva ma me lo sono tenuto per me, ascoltando l’opinione dei dirigenti” che “poi quando si tratta di rendere conto delle scelte fatte, dicono ‘io non c’ero e se c’ero dormivo”. Ma alla fine promette un congresso “programmatico”: “Sono già in modalità riflessione a 360 gradi, su tutto”. E tuttavia, “su una scelta non tornerò mai indietro: si può modulare, si possono vedere i modi, ma la scelta di movimento nazionale è giusta per il Paese e utile per la Lombardia”. Grazie a quella scelta “abbiamo 100 parlamentari, 5 ministri lombardi e la Lega pesa a livello nazionale. Altrimenti faremmo la ‘correntina’ di altri partiti nazionali”. Insomma, la grande contraddizione tra il partito che fu del Nord e la Lega che oggi è il principale sponsor del Ponte sullo Stretto, continua a restare lì. E Fratelli d’Italia che prende piede e rivendica incarichi: “A meno di cambiamenti imprevisti, una regione tra Veneto e Lombardia la prenderanno loro…”, ammettono i leghisti. Ma gli uomini vicini al segretario osservano: “Lo slogan di tornare ai territori è facile e fa presa. Ma nessuno ci dice ancora come e facendo cosa di diverso da quello che facciamo adesso per l’Autonomia e per il Nord…”. Quanto poi al congresso che arriverà, nessuno crede al momento a una mozione contrapposta a quella di Salvini: e comunque “al congresso votano anche i delegati del Sud”.

Lega, la Lombardia chiede cambio rotta a Salvini: tuteli Nord

Lega, la Lombardia chiede cambio rotta a Salvini: tuteli NordRoma, 15 dic. (askanews) – Tutelare il Nord, difendere le istanze dei territori, imporre l’Autonomia differenziata. La Lega Lombarda chiede a Matteo Salvini di “aggiustare la rotta”, e lo fa non solo con il neo segretario Massimiliano Romeo, ma anche attraverso il governatore Attilio Fontana. Il segretario nazionale ascolta, promette che l’autonomia differenziata “la porteremo a casa costi quel che costi”, assicura che il congresso del 2025 sarà “programmatico” e che una “riflessione a 360 gradi è già in corso”. Ma sulla scelta della Lega Nazionale “non si torna indietro”.


Al congresso della Lega Lombarda alla fine si arriva al candidato unico, in campo resta solo Romeo che viene eletto per acclamazione. Ma forse anche per questo il dibattito che anima il Carroccio ormai da anni esplode con una chiarezza che non si era mai registrata. Il primo a dare fuoco alle polveri è Attilio Fontana: chiedendo l’autonomia “come la vogliamo noi e senza i lacci e lacciuoli imposti da Roma”, minacciando il ritorno a toni secessionisti e alla “Padania libera”, e additando alcuni parlamentari leghisti del Sud come “nemici” della Lombardia: “Qualche nemico c’è anche nella Lega perchè quando vedo certi emendamenti, firmati da alcuni rappresentanti di altre zone, che vanno a danno della Lombardia, io mi incazzo come una bestia…”, dice suscitando l’ovazione della platea. Poi arriva il discorso di Romeo, da segretario in pectore: “Caro Matteo, se non parliamo più del Nord, noi al Nord i voti non li prendiamo più”. E nella base “il malcontento c’è, non si può derubricare a qualche rompiscatole”. Dunque bisogna “recuperare la nostra identità”, e “aggiustare la rotta, perchè non sempre la rotta è stata giusta”, tornando ad essere “il sindacato dei territori, come diceva Roberto Maroni”. Evitando di inseguire a destra e al centro, “perchè la destra sarà sempre FdI, e il centro sarà sempre Fi: rischiamo di diventare la copia degli altri, e gli elettori tra la copia e l’originale scelgono l’originale”. E boccia l’idea della “Lega delle personalità: la Lega di Zaia, la Lega di Fedriga, poi c’è Vannacci… Dobbiamo essere la Lega delle comunità”. Ecco allora che la richiesta di Romeo è quella di un congresso vero, nel prossimo anno: “Matteo ti stiamo portando non un problema ma un’opportunità, in vista del Congresso federale. Preparalo bene e sarà l’occcasione di slancio per tutta la comunità”.


Salvini risponde invocando l’unità: “Siamo sotto attacco: magistrati, dossier, inchieste, non litighiamo tra di noi”. Spiega il malcontento della base rievocando scelte del passato che lui, dice, non sempre ha condiviso al 100%: “‘Dobbiamo uscire dal governo coi 5 stelle, fatto. ‘Dobbiamo entrare nel governo Draghi’, fatto. Non entro nel merito di quello che era il mio pensiero, ma a volte ho fatto scelte convinto al 100%, altre al 99%, altre volte la percentuale scendeva ma me lo sono tenuto per me, ascoltando l’opinione dei dirigenti” che “poi quando si tratta di rendere conto delle scelte fatte, dicono ‘io non c’ero e se c’ero dormivo”. Ma alla fine promette un congresso “programmatico”: “Sono già in modalità riflessione a 360 gradi, su tutto”. E tuttavia, “su una scelta non tornerò mai indietro: si può modulare, si possono vedere i modi, ma la scelta di movimento nazionale è giusta per il Paese e utile per la Lombardia”. Grazie a quella scelta “abbiamo 100 parlamentari, 5 ministri lombardi e la Lega pesa a livello nazionale. Altrimenti faremmo la ‘correntina’ di altri partiti nazionali”. Insomma, la grande contraddizione tra il partito che fu del Nord e la Lega che oggi è il principale sponsor del Ponte sullo Stretto, continua a restare lì. E Fratelli d’Italia che prende piede e rivendica incarichi: “A meno di cambiamenti imprevisti, una regione tra Veneto e Lombardia la prenderanno loro…”, ammettono i leghisti. Ma gli uomini vicini al segretario osservano: “Lo slogan di tornare ai territori è facile e fa presa. Ma nessuno ci dice ancora come e facendo cosa di diverso da quello che facciamo adesso per l’Autonomia e per il Nord…”. Quanto poi al congresso che arriverà, nessuno crede al momento a una mozione contrapposta a quella di Salvini: e comunque “al congresso votano anche i delegati del Sud”.

Risultati e classifica di serie A: Lecce scatto salvezza

Risultati e classifica di serie A: Lecce scatto salvezzaRoma, 15 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica della sedicesima giornata di serie A dopo Lecce-Monza 2-1:


Sedicesima giornata Empoli-Torino 0-1, Cagliari-Atalanta 0-1, Udinese-Napoli 1-3, Juventus-Venezia 2-2 Lecce-Monza 2-1, ore 15 Bologna-Fiorentina, Parma-Verona, ore 18 Como-Roma, ore 20.45 Milan-Genoa Lunedì 16 dicembre: ore 20.45 Lazio-Inter. Classifica: Atalanta 37, Napoli 35, Inter, Fiorentina, Lazio 31, Juventus 28, Milan, Bologna 22, Udinese 20, Empoli, Torino 19, Roma, Lecce 16, Parma, Genoa 15, Cagliari 14, Verona, Como 12, Monza, Venezia 10.


Diciassettesima giornata venerdì 20 dicembre ore 20.45 Verona-Milan, sabato 21 dicembre ore 15 Torino-Bologna, ore 18 Genoa-Napoli, ore 20.45 Lecce-Lazio, sabato 21 dicembre ore 20.45, domenica 22 dicembre ore 12.30 Roma-Parma, ore 15 Venezia-Cagliari, ore 18 Atalanta-Empoli, ore 20.45 Monza-Juventus, lunedì 23 dicembre ore 18.30 Fiorentina-Udinese, lunedì 23 dicembre ore 20.45 Inter-Como.

Nuoto, record italiano nella 4x200sl donne ai Mondiali in corta

Nuoto, record italiano nella 4x200sl donne ai Mondiali in cortaRoma, 15 dic. (askanews) – La staffetta 4×200 stile libero femminile ha stabilito il nuovo record italiano ai mondiali in vasca corta in corso a Budapest frantumando il precedente primato nazionale di 7’43″18 nuotato da Margherita Panziera, Erika Musso, Federica Pellegrini e Simona Quadarella esattamente sei anni fa ai mondiali di Hangzhou.


La giovane Italia composta da Sofia Morini, Giulia D’Innocenzo, Matilde Biagiotti e Anna Maria Mascolo, 21.2 anni di media, ha chiuso le batterie col terzo tempo in 7’41″46, dando la sensazione di poter limare qualcosa in finale. (Foto Andrea Masini / DBM)

Meloni ad Atreju: la stabilità è il più grande elemento di discontinuità di questo governo

Meloni ad Atreju: la stabilità è il più grande elemento di discontinuità di questo governoRoma, 15 dic. (askanews) – “Voglio ringraziare i miei amici e alleati per le belle parole che hanno speso questa mattina ma soprattutto per il cammino splendido che stiamo facendo e che faremo anche nei prossimi anni”, “la stabilità è il più grande elemento di discontinuità di questo governo”, “le garantisce quella autorevolezza senza la quale non è possibile produrre benessere”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento conclusivo di Atreju.


“Gli altri vincono e festeggiano felici, noi non lo abbiamo fatto perché sapevamo che quello era l’inizio di una salita, che era un tempo grave, che non c’era niente da festeggiare ma solo da lavorare”, ha sottolineato la presidente del Consiglio. “C’era un quadro geopolitico complicato, in molti – ha aggiunto – hanno puntato sul fallimento ma hanno puntato sul cavallo sbagliato. L’Italia da osservato speciale è diventata un modello. Non è merito solo del governo ma degli italiani che oggi scoprono che la politica può essere alleata e non avversaria. Questa è la mia personale sfida principale, fare tutto quello che posso perché gli italiani tornino a credere in loro stessi e in quello che possono fare. Il benaltrismo e il tafazzismo sono i principali nemici dell’Italia che abbiamo il dovere di sconfiggere”.

Migranti, Schlein: Meloni spieghi a italiani perché ha sperperato 800 mln per una prigione vuota in Albania

Migranti, Schlein: Meloni spieghi a italiani perché ha sperperato 800 mln per una prigione vuota in AlbaniaRoma, 15 dic. (askanews) – “Giorgia Meloni, che oggi parla ad Atreju del favoloso mondo di Ameloni dove va tutto alla grande, spieghi agli italiani come mai il suo governo ha sperperato 800 milioni di euro di soldi pubblici in Albania per una prigione vuota. Costruita per deportare persone in Albania violandone i diritti, che poi hanno dovuto riportare in Italia. Uno spreco enorme, inutile, cinico. Di risorse economiche e umane, perché il personale, che meglio potrebbe essere impiegato in Italia, è invece trattenuto lì a fare la guardia al vuoto. In un momento in cui famiglie e imprese in Italia faticano ad arrivare a fine mese, è inaccettabile che risorse così ingenti vengano sottratte alla sanità pubblica, alla scuola per questa bieca propaganda sulla pelle dei più fragili. La Presidente del Consiglio chiarisca subito dove sono finiti questi soldi e perché non siano stati destinati a sostenere chi oggi, in Italia, ha più bisogno. Ci metta la faccia, gli italiani meritano una risposta”. Così Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico.