Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ucraina, Meloni: non dobbiamo mollare. L’Italia non lo farà

Ucraina, Meloni: non dobbiamo mollare. L’Italia non lo faràRoma, 7 set. (askanews) – Sul sostegno all’Ucraina “non dobbiamo mollare”. Di certo, “l’Italia non lo farà. E lo dico con estrema chiarezza, sapendo che c’è un’opinione pubblica che è legittimamente spaventata dalla guerra”. Intervistata dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, nell’ambito di un panel del Forum Ambrosetti, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che aveva avuto poco prima a Cernobbio un bilaterale di mezz’ora proprio col presidente ucraino Volodymyr Zelensky, spazza via l’ipotesi che sul sostegno a Kiev il governo italiano possa avere un qualche ripensamento.


“Non ho mai cambiato idea sulla vicenda dell’Ucraina – assicura la premier – penso che da parte dell’Italia sia stata dimostrata una postura estremamente seria, determinata, chiara, che ci viene riconosciuta da tutti i nostri partner”. Una delle ragioni è che “non penso affatto che il destino del conflitto in Ucraina sia segnato, dobbiamo fare attenzione a non cadere nelle trappole della propaganda russa. Continuo a sentire da mesi che la guerra in Ucraina è persa, che la Russia sta vincendo la guerra, che non abbiamo speranza”, ma “i dati – sottolinea Meloni – dicono qualcosa di abbastanza diverso: l’invasione dell’Ucraina nasce come Blitzkrieg, l’idea di una guerra lampo da parte della Russia che avrebbe dovuto portare in pochi giorni alla conquista di Kyev”. Ebbene, a distanza di oltre due anni, “ci rendiamo conto – ha proseguito la premier – che quell’obiettivo oggi è lontano anni luce. Ma vi do un altro dato: a febbraio 2023 la Russia controllava il 17,3% del territorio ucraino, a febbraio 2024, dopo un anno, la Russia ne controllava il 17,5%”. Dunque, ha spiegato Meloni, “non è imminente la vittoria della Russia, è” piuttosto “uno stallo, lo stallo che noi abbiamo contribuito a creare sostenendo l’Ucraina, perché il conflitto nasceva con una sproporzione enorme tra le due forze in campo e se c’è una sproporzione enorme è ovvio che, senza un sostegno che riequilibri quella sproporzione, ci sia una sconfitta”. Dopo la quale non ci sarebbe bisogno di “nessun tavolo di trattativa” perchè “il tavolo di trattativa si crea se e quando c’è uno stallo tra le due forze in campo. Quindi noi abbiamo creato quello stallo per costruire la pace”. Tuttavia, non è solo per una ragione morale che l’Italia sostiene l’Ucraina, ha proseguito Meloni. “Stiamo facendo la cosa giusta non solo a livello morale ma anche nell’interesse nazionale”, ha spiegato la premier. “Siamo sicuri – ha proseguito – che potrebbe convenirci un mondo nel quale saltano le regole internazionali che hanno garantito il sistema multilaterale e vivere in un mondo nel quale chi è militarmente più forte invade il suo vicino? Pallottoliere alla mano temo che non ci convenga. A noi conviene un mondo nel quale ci sono delle regole perché questo ci garantisce mercati aperti, garantisce ai nostri prodotti di eccellenza di competere sui grandi mercati e non penso che ci convenga invece una competizione sul numero dei carri armati. Quindi la scelta del governo italiano è stata una scelta di giustizia e anche una scelta di difesa degli interessi nazionali. E credo che lo stesso tema se lo debbano porre anche altri grandi attori globali. Se saltano le regole del diritto internazionale noi otterremo un moltiplicarsi delle crisi e avremo una naturale frammentazione dello spazio geoeconomico, cioè sulla lunga distanza globalizzazione economica e messa in discussione delle regole del diritto internazionale non cammineranno insieme. È quello che ho detto anche ai miei omologhi cinesi. Bisogna scegliere, perché le due cose non stanno insieme ed è il motivo per cui penso che alla fine attori come Cina e India potranno giocare un ruolo per risolvere il conflitto”.


Di certo, ha concluso Meloni, “l’unica cosa che non si può fare è pensare che” la situazione “si risolva mollando l’Ucraina al suo destino perché questo non porterà pace, porterà caos, guerre più vicine a casa nostra e porterà conseguenze economiche più gravi di quanto oggi costa sostenere l’Ucraina. Quindi è una scelta prima di tutto di interesse nazionale quello che l’Italia sta facendo ed è una scelta – ha assicurato Meloni – che non cambierà”. Una posizione che ha incassato il plauso del commissario agli Affari economici della Ue, Paolo Gentiloni, anch’egli in platea al forum Ambrosetti. “Ho ascoltato e apprezzato le parole della presidente del Consiglio sull’Ucraina. Sono perfettamente in linea con la posizione dell’Unione europea: se vogliamo avvicinare la possibilità della pace, dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina anche fornendo armi. Questo può apparire una contraddizione, ma solo se l’Ucraina sarà capace di resistere una reale prospettiva di negoziato si aprirà”, ha sottolineato Gentiloni.


Decisamente più prevedibile il ringraziamento del presidente Zelensky, che al termine del faccia a faccia aveva ringraziato “Giorgia Meloni e il popolo italiano per il loro sostegno e il lavoro congiunto per ripristinare una pace giusta”.

Coppa Davis, Sinner e Musetti a riposo, c’è Berrettini

Coppa Davis, Sinner e Musetti a riposo, c’è BerrettiniRoma, 7 set. (askanews) – Matteo Berrettini, Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli, Andrea Vavassori e Simone Bolelli sono stati scelti dal capitano italiano di Coppa Davis, Filippo Volandri, per la fase a gironi in programma da martedì 10 a domenica 15 settembre all’Unipol Arena di Bologna. Non ci sono Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, sostituiti da Matteo Berrettini (non gioca in Davis dall’edizione 2022) e Flavio Cobolli (per lui prima convocazione). “Le scelte di oggi sono il frutto delle riflessioni e dei confronti di questi giorni con tutta la squadra, presenti e assenti – ha spiegato il capitano Volandri – Rispetto a questi ultimi, come sempre abbiamo cercato di accordare le esigenze della squadra con quelle dei miei ragazzi, perché abbiamo l’obiettivo di passare il turno anche tutelando la salute fisica e psicologica per restare competitivi fino al termine della stagione”. “Per quanto riguarda Jannik che ci ha dato la sua disponibilità per la parte conclusiva dell’impegno di Bologna – ha aggiunto Volandri – in accordo con i vertici federali e lo staff del ragazzo, abbiamo deciso di sollevarlo dalla convocazione permettendogli un pieno recupero, e avere la squadra al completo fin dal match iniziale. Lorenzo ci ha manifestato la necessità di fermarsi qualche giorno, dopo il tour de force cui si è sottoposto negli ultimi mesi, anche per la partecipazione all’Olimpiade, e, anche in questo caso d’accordo con la Federazione, ho deciso per il bene suo e della squadra di consentirgli di recuperare una condizione psicofisica ottimale. Pertanto il gruppo che scenderà in campo a Bologna sarà comunque forte, motivato e in questo momento il più attrezzato per affrontare le squadre avversarie e per guadagnare le Finals di Malaga”.

Calcio, Cagliari piange Poli protagonista dello scudetto del 1970

Calcio, Cagliari piange Poli protagonista dello scudetto del 1970Roma, 7 set. (askanews) – Il Cagliari piange un altro eroe dello scudetto del 1970. È morto all’età di 79 anni Cesare Poli, mediano, impiegato a volte anche come terzino, che, nell’anno del tricolore, giocò undici partite.


Veneto, nato a Breganze, in provincia di Vicenza, Poli aveva iniziato con il Lanerossi per poi passare all’Inter. Nell’estate del 1969 il trasferimento al Cagliari nello scambio che portò Boninsegna in nerazzurro e lui, insieme a Gori e Domenghini, in rossoblù. Dopo essere tornato in Sardegna Poli concluse la sua carriera a trent’anni e come altri suoi compagni dello scudetto come Riva, Brugnera, Reginato, Martiradonna, Greatti, Tomasini e Nenè decise di non lasciare la Sardegna.

Mattarella: nessuno è straniero in casa sua, qualunque sia la lingua o la cultura

Mattarella: nessuno è straniero in casa sua, qualunque sia la lingua o la culturaAosta, 7 set. (askanews) – “Non si era, e non si è, stranieri in casa propria, quale fosse, e quale sia, la propria cultura, lingua, religione”. Lo ha rimarcato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel discorso pronunciato ad Aosta in occasione delle celebrazioni per l’Ottantesimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia.


Mattarella ha ripercorso il dibattito che ha portato al riconoscimento del bilinguismo in Valle d’Aosta: “Il principio che l’Assemblea costituente affermava era esplicito: non potevano essere considerate straniere, in Italia, lingue parlate da cittadini italiani radicati nel suo territorio”. E dunque “non si era – e non si è – stranieri a casa propria, quale fosse – e sia – la propria cultura, lingua, religione. Era la diretta conseguenza dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Lo rende esplicito l’articolo 3”. “Ecco perché – ha spiegato Mattarella – valorizzare le specificità delle comunità collocate alle frontiere dell’Italia ha arricchito i valori di convivenza della nostra civiltà. Il tema della tutela delle minoranze linguistiche ha trovato collocazione all’art.6 della nostra Carta fondamentale. Ne costituisce attuazione anche la legge 482/1999, ‘Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche’, che ha introdotto una disciplina organica, così come, nelle Regioni ad autonomia speciale, si trovano specifiche disposizioni di tutela di minoranze presenti sul territorio: è il caso dell’art. 40 bis (1993) dello Statuto valdostano che riconosce alle popolazioni di lingua tedesca dei Comuni della Valle del Lys – comunemente riconducibili al popolo dei Walser – il diritto alla salvaguardia delle proprie tradizioni linguistiche e culturali. Si tratta di una ricchezza e di un vanto per la Repubblica”.

Il Papa in Papua Nuova Guinea: lo sviluppo sia sostenibile ed equo

Il Papa in Papua Nuova Guinea: lo sviluppo sia sostenibile ed equoMilano, 7 set. (askanews) – La Papua Nuova Guinea è “un arcipelago con centinaia di isole” dove “si parlano più di ottocento lingue, in corrispondenza ad altrettanti gruppi etnici: questo evidenzia una straordinaria ricchezza culturale e umana”. Una “ricchezza ambientale e culturale” che “rappresenta al tempo stesso una grande responsabilità, perché impegna tutti, i governanti insieme ai cittadini, a favorire ogni iniziativa necessaria a valorizzare le risorse naturali e umane, in modo tale da dar vita a uno sviluppo sostenibile ed equo, che promuova il benessere di tutti, nessuno escluso, attraverso programmi concretamente eseguibili e mediante la cooperazione internazionale, nel mutuo rispetto e con accordi vantaggiosi per tutti i contraenti”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’incontro con le autorità civili e diplomatiche della Papua Nuova Guinea.


Papua nuova Guinea, ha puntualizzato ancora il Santo Padre, è un paese “ricco anche di risorse della terra e delle acque. Questi beni sono destinati da Dio all’intera collettività e, anche se per il loro sfruttamento è necessario coinvolgere più vaste competenze e grandi imprese internazionali, è giusto che nella distribuzione dei proventi e nell’impiego della mano d’opera si tengano nel dovuto conto le esigenze delle popolazioni locali, in modo da produrre un effettivo miglioramento delle loro condizioni di vita”.

Gentiloni: sull’Ucraina ho apprezzato Meloni, è in linea con la posizione Ue

Gentiloni: sull’Ucraina ho apprezzato Meloni, è in linea con la posizione UeCernobbio (Como), 7 set. (askanews) – “Ho ascoltato e apprezzato le parole della presidente del Consiglio sull’Ucraina. Sono perfettamente in linea con la posizione dell’Unione europea: se vogliamo avvicinare la possibilità della pace, dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina anche fornendo armi”. Lo ha sottolineato il commissario agli Affari economici della Ue, Paolo Gentiloni, parlando con i giornalisti a margine dei lavori del forum Ambrosetti di Cernobbio (Como). “Questo può apparire una contraddizione, ma solo se l’Ucraina sarà capace di resistere una reale prospettiva di negoziato si aprirà”, ha evidenziato Gentiloni.

Mattarella è ad Aosta per l’Ottantesimo della Liberazione

Mattarella è ad Aosta per l’Ottantesimo della LiberazioneAosta, 7 set. (askanews) – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato ad Aosta per le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia.


Il Capo dello Stato è arrivato al Teatro Splendor, accolto dal sindaco Gianni Nuti e dal presidente della Regione autonoma Renzo Testolin. Al Teatro Splendor di Aosta Mattarella presenzierà all’evento ufficiale dedicato alla promulgazione dei decreti legislativi luogotenenziali del 7 settembre 1945, che pongono le basi dell’autonomia della Valle d’Aosta, organizzato dalla Regione nell’ambito delle celebrazioni dell’Ottantesimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia.


In seguito si trasferirà nella nuova sede dell’Università della Valle d’Aosta, dove incontrerà la cittadinanza, assisterà alla lectio magistralis del professor Éric Carpano, docente di diritto pubblico presso l’Università Jean Moulin di Lione, e alla presentazione dell’edificio che accoglierà gli studenti dal prossimo anno accademico.

Sangiuliano, Meloni: mia idea su donne opposta a quella di Boccia

Sangiuliano, Meloni: mia idea su donne opposta a quella di BocciaRoma, 7 set. (askanews) – “Non credo di dovermi mettermi a battibeccare con questa persona, posso dire solamente, per le tante donne che hanno guardato a questa vicenda probabilmente come l’ho guardata io, che la mia idea su come una donna debba guadagnarsi il suo spazio nella società è diametralmente opposta a quella di questa persona”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha risposto al direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, che, al al Forum Ambrosetti di Cernobbio, le aveva chiesto dell’appello che le aveva rivolto Maria Rosaria Boccia sul fatto che non si può rivendicare la dignità di una donna offesa nei suoi sentimenti a fasi alterne.


La platea di Villa D’Este non ha gradito la domanda e dalla sala si sono levati alcuni “Basta”, apprezzando poi la replica nel merito della premier.

Meloni: la stagione dei bonus è finita

Meloni: la stagione dei bonus è finitaRoma, 7 set. (askanews) – “La situazione economica non è facile, le risorse a disposizione non sono molte ma fa la differenza come quelle risorse vengono utilizzate”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rispondendo, nel suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio, a una domanda sulla composizione della prossima legge di bilancio. Nella manovra – ha detto rispondendo a una domanda sulla composizione della prossima legge di bilancio – sicuramente “non ci sono molte delle cose che letto, tipo l’abolizione assegno unico”. Di sicuro “c’è la volontà di continuare e confermare quello che abbiamo fatto di vedere cos’altro si può fare, però sempre ma sempre con la serietà di mantenere una politica di bilancio che racconti che la stagione dei bonus e dei soldi buttati dalla finestra, delle risorse messe su cose che non danno alcun moltiplicatore, è finita. Ci sono pochi soldi e a maggior ragione non si possono sperperare. Questa è la mia politica di bilancio ed è quella della maggioranza, al di là delle legittime rivendicazioni”. “Stiamo facendo proiezioni, ci sarà dibattito ma non ho dubbi sul fatto che continueremo su quello che abbiamo fatto perché i risultati arrivano”, ha sottolineato la premier.

A Cernobbio incontro fra Zelensky e Meloni

A Cernobbio incontro fra Zelensky e MeloniCernobbio (Co), 7 set. (askanews) – “Very good”. Molto bene. Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha risposto alla domanda su come come fosse andato il bilaterale a Cernobbio con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, appena concluso. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha riferito che il bilaterale con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a Cernobbio è andato “bene”. Poche parole appena prima di iniziare il suo intervento al forum Ambrosetti dove si fermerà questa mattina prima di partire alla volta di Parigi.